115 resultados para Aphanothece microscopica Nägeli


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Von C. Nägeli und H. Leitgeb

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Modern microbial mats are widely recognized as useful analogs for the study of biogeochemical processes relevant to paleoenvironmental reconstruction in the Precambrian. We combined microscopic observations and investigations of biomarker composition to investigate community structure and function in the upper layers of a thick phototrophic microbial mat system from a hypersaline lake on Kiritimati (Christmas Island) in the Northern Line Islands, Republic of Kiribati. In particular, an exploratory incubation experiment with 13C-labeled bicarbonate was conducted to pinpoint biomarkers from organisms actively fixing carbon. A high relative abundance of the cyanobacterial taxa Aphanocapsa and Aphanothece was revealed by microscopic observation, and cyanobacterial fatty acids and hydrocarbons showed 13C-uptake in the labeling experiment. Microscopic observations also revealed purple sulfur bacteria (PSB) in the deeper layers. A cyclic C19:0 fatty acid and farnesol were attributed to this group that was also actively fixing carbon. Background isotopic values indicate Calvin-Benson cycle-based autotrophy for cycC19:0 and farnesol-producing PSBs. Biomarkers from sulfate-reducing bacteria (SRB) in the top layer of the mat and their 13C-uptake patterns indicated a close coupling between SRBs and cyanobacteria. Archaeol, possibly from methanogens, was detected in all layers and was especially abundant near the surface where it contained substantial amounts of 13C-label. Intact glycosidic tetraether lipids detected in the deepest layer indicated other archaea. Large amounts of ornithine and betaine bearing intact polar lipids could be an indicator of a phosphate-limited ecosystem, where organisms that are able to substitute these for phospholipids may have a competitive advantage.

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Title varies slightly.

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Photocopy of original in the Österreichische Nationalbibliothek, Vienna.

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Words without music.

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Issues for Feb. 1951- include Schrifttum der Elektronmikroskopie, 1.-Folge.

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Nel presente lavoro di tesi è stato studiato il comportamento all’impatto di laminati compositi di varia natura, valutando il danneggiamento ad impatti a bassa velocità. Il comportamento dei diversi campioni è stato osservato prendendo come riferimento un laminato in fibra di carbonio e resina epossidica. Al fine di studiare e migliorare la risposta dei materiali a questo tipo di sollecitazioni sono stati utilizzati diversi approcci: introduzione di strati eterogenei di natura differente e uso di tessuti ibridi (fibre di carbonio e fibre polimeriche). I campioni sono stati quindi sottoposti ad impatti a diversa energia, con lo scopo di valutare l’energia assorbita e la loro deformazione. I provini danneggiati sono stati quindi sottoposti ad analisi di caratterizzazione microscopica, termica e meccanica.

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Il presente studio si pone l’obbiettivo di indagare la capacità rigenerativa di P. nobilis, poiché sono stati osservati in natura individui con probabile ricostruzione delle valve a seguito di danneggiamenti, frequenti in questa specie sessile ed infossata solo in parte nel sedimento. La rigenerazione di parte del guscio potrebbe essere resa possibile in questa specie dalla presenza del mantello “fluido”, non fissato ai lobi della valva e di conseguenza notevolmente retrattile. Sono state analizzate le valve di 19 esemplari che presentavano anomalie strutturali. I campioni provengono da individui morti raccolti durante differenti campagne effettuate in tre aree mediterranee: delta dell’Ebro (Spagna), laguna veneta (Italia) e Port de Sète (Francia). L’analisi dei campioni è avvenuta attraverso l’osservazione microscopica delle sezioni dell’impronta del muscolo adduttore posteriore. In tre campioni, provenienti da aree diverse, è stato possibile documentare l’effettiva ricostruzione delle valve, resa evidente dall’intrusione di depositi di calcite all’interno della madreperla, che si inspessiscono gradualmente in direzione posteriore fino alla formazione della nuova conchiglia. Lo spessore sottile del nuovo strato di calcite e l’assenza delle marche annuali, caratteristiche simili della fase giovanile (in cui l’individuo si accresce velocemente), fa supporre che la ricostruzione avvenga molto rapidamente, ciò sarebbe giustificato dalla necessità di riparare velocemente il danno subito. In tre campioni, nonostante l’avvenuta divisione della valva, è assente il deposito di calcite all’interno della madreperla, probabilmente a causa della ricostruzione avvenuta ad un livello più posteriore. I restanti campioni hanno permesso di osservare la riparazione di piccole porzioni di guscio e dell’apice anteriore e la presenza di depositi di calcite più spessi, probabilmente dovuti al maggior apporto di proteine.