183 resultados para Albertina Carri
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[ES] This paper investigates the use of epistemic expressions in scientific English. The main aim of this research is to analyse if native speakers of English use epistemic modality in the same way than non-native speakers of English and to detect the most outstanding cognitive implications of this fact. The corpus used in this research contains 50 research papers written by native English speakers and 50 scientific papers written by Spanish researchers who use English to communicate internationally. As epistemic modals are used to indicate the possibility of some piece of knowledge, this paper focuses on epistemic modal verbs in order to detect if native speakers of English and non-native speakers of English communicate modality in the same way, or if there are differences in frequency and use. The results obtained in this analysis indicated that there are differences in the frequency of use of epistemic expressions, even if the intention of the writers is the same.
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L’obiettivo della presente dissertazione è la valutazione della vulnerabilità sismica del nucleo storico del complesso di San Giovanni in Monte a Bologna, con i metodi indicati nelle “Linee Guida” del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, secondo i livelli di valutazione LV1 ed LV3. Gli edifici oggetto di studio si inseriscono all’interno di un aggregato storico unico nel suo genere che ha avuto come centro di sviluppo la Chiesa di San Giovanni in Monte e successivamente il complesso costituito da Chiesa e monastero adiacente.
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UN DISEGNO IN EVOLUZIONE Lungo la via Emilia, a pochi chilometri da Bologna, tra i centri abitati di Osteria Grande ad est e Maggio ad ovest, sorge l’area archeologica della città di Claterna. L’area, soggetta a vincolo archeologico diretto, si trova nelle vicinanze di alcuni ambiti collinari di particolare interesse paesaggistico e ambientale, come il Parco dei Gessi Bolognesi e i Calanchi dell’Abbadessa. Si presenta come una sconfinata piana, un tappeto verde che crea un continuo con l’Appennino che le cresce alle spalle, facendole da sfondo. In questo spazio sconfinato, privo di elementi antropici, la vista si perde senza trovare elementi fissi che lo identificano. Il tempo in questo lembo di verde si è fermato, arrestato a quel preciso istante, come uno scatto fotografico che immortala per sempre quel esatto momento, quasi per tutelare e farci pervenire la conoscenza racchiusa in quei pochi centimetri di profondità. Oggi dei numerosi scavi effettuati solo tre sono lasciati aperti: due a nord della via statale ed uno a sud. Due ci proiettano nel mondo domestico della domus, che con i suoi tanti ambienti ricchi di pavimentazioni mosaicate di varie fatture, articolava la complessità dei rapporti umani, mentre il terzo su quello pubblico della strada, in particolar modo l’incrocio cardo massimo e via Aemilia, dove sono ben visibili i solchi del passaggio dei carri. Proprio la difficoltà a leggere il contenuto nascosto del messaggio che la terra ha custodito tanto gelosamente, ha fatto scattare una molla all’interno del nostro gruppo, facendo nascere in noi la volontà, oltre a proteggere e a coprire gli scavi aperti, di facilitare la lettura andando ad evidenziare tutte le conoscenze acquisite, senza però creare elementi disturbatori, che potrebbero essere fraintesi dai visitatori e pertanto dare un’errata lettura dell’insediamento romano di Claterna. La volontà di non intaccare le poche tracce conosciute dell’impianto, ci ha condotti a cercare un approccio il meno invasivo possibile, dove gli unici elementi che devono prendere vita sono le impronte archeologiche. L’incompletezza e la frammentarietà delle impronte archeologiche note, ci ha condotti nella ricerca di un sistema di approccio che tenesse conto del fatto che questa è un’area ancora per la maggior parte da conoscere e da scavare. Dopo aver preso coscienza delle necessità, si è cercato di trovare il modo di organizzare nell’area tutte le funzioni richieste in un territorio tanto delicato come quello di un sito archeologico. Restando ferma la volontà, alla base del progetto, di costruire solo dove strettamente necessario, si è deciso di creare un parco pubblico liberamente fruibile. All’interno di questo parco alcuni strumenti, sempre di carattere naturale come piante o gabbioni riempiti di pietra locale aiutano nella rappresentazione e comprensione del sito archeologico. Proprio questi strumenti costituiscono l’elemento di congiunzione tra il parco pubblico destinato allo svago e quello archeologico destinato alla conoscenza della città romana. All’interno del parco si è andato a costruire solo dove vi era la necessità di proteggere e far meglio comprendere al visitatore gli scavi che non sono stati ritombati e si è cercato di rispondere a questa necessità compromettendo il meno possibile i resti romani.
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Il seguente elaborato presenta la proposta di traduzione verso l’italiano del libro di poesia per l’infanzia “El lenguaje de las cosas” (2011), dell’autrice cilena María José Ferrada, illustrato da Pep Carrió ed edito dalla casa editrice spagnola El Jinete Azul. “El lenguaje de las cosas” è composto da 24 brevi poesie in versi liberi, ognuna di esse dedicata a un diverso oggetto della casa: attraverso un linguaggio semplice e immediato e originali intrecci di metafore, l’autrice invita i lettori a guardare ciò che li circonda con occhi diversi, regalando loro qualche attimo di dolcezza e strappando sempre un sorriso. Tutti i componimenti sono accompagnati dalle raffinate illustrazioni di Pep Carrió e, pertanto, durante il processo di traduzione è stato necessario prestare particolare attenzione sia al livello del suono e del linguaggio poetico che alla stretta interazione tra parole e immagini. Il lavoro è suddiviso in diverse sezioni: una prima parte di presentazione del libro originale e della sua autrice; la proposta di traduzione con relativo commento alle problematiche traduttive e alle diverse strategie impiegate; le interviste realizzate all’editore Antonio Ventura e alla scrittrice María José Ferrada; e infine una breve analisi del ruolo della poesia nella letteratura per l’infanzia e delle prospettive editoriali della versione italiana del libro, accompagnata dalla rispettiva scheda di presentazione editoriale.
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The interest in rotational atherectomy (RA) has increased over the past decade as a consequence of more complex and calcified coronary stenoses being attempted with percutaneous coronary interventions. Yet adoption of RA is hampered by several factors: amongst others, by the lack of a standardised protocol. This European expert consensus document stems from the awareness of the large heterogeneity in the protocols adopted to perform rotational atherectomy. The objective of the present document is to provide some points of consensus among highly experienced operators on the most controversial steps of RA in an attempt to build the basis of a standardised and universally accepted protocol.
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Nuestra investigación atiende a discutir la relevancia de la sensibilidad y la afectividad como manifestaciones vitales de las disposiciones anímicas humanas en la antropología de Alberto Magno. En la reflexión del Doctor Universal la función sensitiva del alma –el sensus- resulta integrada en los planos cognitivo y moral -como consecuencia de su comprensión en clave aristotélica-, diseñando así los fundamentos de una antropología filosófica de la vida. A su vez, la mencionada antropología nos demandará examinar la noción de affectus, integrada sistemáticamente en la definición albertina de la teología como scientia affectiva, por cuanto la tensión apetitiva del ser humano respecto de su fin provee orden y contenido a la totalidad de sus potencias en el movimiento fundado en su condición creatural.
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Diversidad de objetos, variedad de enfoques, prácticas disciplinares y multidisciplinares, y ejemplos de ejecución de proyectos de investigación y desarrollo son los rasgos distintivos de los siete capítulos que integran esta obra. En ellos se recoge el material desplegado en los Seminarios-Talleres de Metodología de la Investigación en Humanidades que se realizaron en el marco de las V Jornadas de Investigación de la Facultad de Filosofía y Letras de la Universidad Nacional de Cuyo en setiembre de 2004: estudios sobre procesos sociales, cuestiones educativas, geográficas, históricas, lingüísticas y literarias. Algunos capítulos han mantenido el estilo y formato característicos del contexto de los seminarios-talleres, a veces con ligeras modificaciones; otros han sido enteramente reescritos para la convocatoria de esta publicación. Este libro refleja entonces abordajes disciplinares y pluridisciplinares diversos a problemáticas igualmente variadas. Por tratarse de propuestas orientadas a y/o basadas en seminarios-talleres, está claro que los autores involucrados no pueden abarcar todos los aspectos de los objetos de estudio respectivos. Sin embargo, la idea es al menos brindar algún punto de vista sobre el estadio de desarrollo de algunas de las investigaciones actualmente en ejecución en nuestra Facultad.
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Fundada por IMESC Instituto Multidisciplinario de Estudios Sociales Contemporáneos, FFyLUNCuyo. De publicación bianual. La revista Estudios Sociales Contemporáneos, publica artículos científicos teóricos, metodológicos y de investigación aplicada de carácter inédito, referidos a problemáticas sociales. Editada por el Instituto Multidisciplinario de Estudios Sociales Contemporáneos, perteneciente a IDEHESI-CONICET y a la Universidad Nacional de Cuyo, tiene una periodicidad bianual. El contenido es responsabilidad exclusiva de los autores. Esta publicación está incorporada al Sistema Regional Iberoamericano de Información en Línea de Revistas Científicas LATINDEX
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Según Carlo Ginzburg la Recherche de Proust se rige por el mismo paradigma indiciario que encuentra en las prácticas detectivescas de Sherlock Holmes, en los análisis de pinturas de Morelli, en la interpretación de los sueños de Freud. En todos ellos se da particular relevancia a las huellas, fragmentos, síntomas, índices, pues el descubrimiento de la verdad consiste en su lectura e interpretación. Pero en la novela proustiana los indicios se multiplican y contradicen, las lecturas son variables, las interpretaciones difieren entre sí y se superponen unas a otras. Así el significado de la luz en la ventana de Odette, del gesto de Gilberta, del movimiento de la mano de duquesa de Guermantes, de la expresión de Albertina, del ademán de Charlus serán motivo de innumerables reflexiones e intentos de develamiento. De ahí que el estudio casi obsesivo de detalles y huellas no conduce a la verdad sino al equívoco, al mayor desconcierto, a la incertidumbre. De esta manera dentro de las polémicas ficcionales que Proust desarrolla en la Recherche, se encuentra esta que concierne específicamente a la interpretación y la crítica: la impugnación ficcional del paradigma indiciario.