496 resultados para carica papaia
Resumo:
Fundação de Amparo à Pesquisa do Estado de São Paulo (FAPESP)
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Pós-graduação em Engenharia e Ciência de Alimentos - IBILCE
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Fundação de Amparo à Pesquisa do Estado de São Paulo (FAPESP)
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Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior (CAPES)
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Lo scopo della tesi risiede nel caratterizzare film sottili di Rubrene cresciuti per mezzo dell’epitassia molecolare. In particolare si è studiata la densità di stati di trappola con il fine di determinare il grado di purezza di questi campioni. Partendo dalle caratteristiche I-V (Corrente-Tensione) in temperatura è stato possibile utilizzare il modello TM-SCLC (Temperature Modulated Space Charge Limited Current)concludendo che i campioni così cresciuti raggiungono un grado di purezza maggiore rispetto al Rubrene bulk ed escludendo la presenza di difetti estrinseci.
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Studio, progettazione e realizzazione di un regolatore di carica per batterie al piombo gel, con algoritmo mppt, per applicazioni fotovoltaiche in isola
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In questo documento è stata proposta una soluzione per l'estrazione di carica da un trasduttore piezoelettrico mediante un circuito di conversione quasi-sincrono. Il trasduttore piezoelettrico può essere considerato un ottimo dispositivo per convertire l’energia derivante dalle vibrazioni; la soluzione proposta di estrazione di carica in maniera quasi-sincrona permette un processo di energy harvesting con prestazioni nettamente migliori rispetto al caso di conversione sincrona per casi di trasduttori fortemente accoppiati.
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L'elaborato di tesi tratta la caratterizzazione del rendimento di un circuito convertitore di energia elettrica in energia meccanica. La conversione viene svolta con una procedura più complessa, ma più efficiente rispetto alla conversione classica. Il circuito studiato è soggetto alle problematiche legate all'energy harvesting, tuttavia ha il vantaggio di non necessitare di alimentazione esterna.
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La tecnologia odierna, orientata sempre di più verso il “low-power”, ha permesso di poter sviluppare sistemi elettronici in grado di autoalimentarsi senza alcun bisogno di sorgenti di energia tradizionali. Questo è possibile, ad esempio, utilizzando trasduttori piezoelettrici, in grado di trasformare l’energia meccanica, provocata ad esempio da una vibrazione, in un’altra forma di energia che, in tal caso, risulta essere una grandezza elettrica. Il settore principale in cui viene impiegato questo componente è quello dell’Energy Harvesting, ovvero un campo dell’elettronica in cui si cerca di estrarre dall'ambiente circostante bassissime quantità di energia mediante tecniche opportune, cercando di ridurre i consumi dei circuiti di controllo annessi e renderli, in maggior parte, il più possibile autosufficienti. L’obiettivo è quello di implementare alcune tecniche di recupero dell’energia mediante circuiti gestiti a microcontrollore e valutare se tali metodiche portino a risultati accettabili in grado di soddisfare quelli che sono i requisiti che il mondo dell’Energy Harvesting richiede.
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Uno dei settori che più si stanno sviluppando nell'ambito della ricerca applicata è senza dubbio quello dell'elettronica organica. Nello specifico lo studio è sospinto dagli indubbi vantaggi che questi dispositivi porterebbero se venissero prodotti su larga scala: basso costo, semplicità realizzativa, leggerezza, flessibilità ed estensione. È da sottolineare che dispositivi basati su materiali organici sono già stati realizzati: si parla di OLED (Organic Light Emitting Diode) LED realizzati sfruttando le proprietà di elettroluminescenza di alcuni materiali organici, OFET (Organig Field Effect Transistor) transistor costruiti con semiconduttori organici, financo celle solari che sfruttano le buone proprietà ottiche di questi composti. Oggetto di analisi di questa tesi è lo studio delle proprietà di trasporto di alcuni cristalli organici, al fine di estrapolarne la mobilità intrinseca e verificare come essa cambi se sottoposti a radiazione x. I due cristalli su cui si è focalizzata questa trattazione sono il 1,5-Dinitronaphtalene e il 2,4-Dinitronaphtol; su di essi è stata eseguita una caratterizzazione ottica e una elettrica, in seguito interpretate con il modello SCLC (Space Charge Limited Current). I risultati ottenuti mostrano che c'è una differenza apprezzabile nella mobilità nei due casi con e senza irraggiamento con raggi x.
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AR
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The aim of this work was to evaluate changes in growth and productivity parameters of different precocious hybrids and a naturalized variety of papaya under both greenhouse and field cultivation in a temperate climate (the center of the province of Santa Fe, Argentina). In view of the aforesaid, the purpose of our research was to identify further genotypes better suited for the cultivation of this species in temperate climates and demonstrate the need for the use of semi-controlled systems to make possible the cultivation of these promising genotypes in middle latitudes. The average yield was 291% higher in greenhouse than in the field. The average productivity for hybrid genotypes compared with the naturalized variety more than doubled in both environments. Considering behavior in height, leaf area index and yield parameters, hybrids H2 (principally), and H4 showed a great adaptation for use in semi-forced systems. The use of greenhouse and short stature papaya hybrids allows its feasible and surely profitable cultivation in non- tropical climates.
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To identify genes involved in papaya fruit ripening, a total of 1171 expressed sequence tags (ESTs) were generated from randomly selected clones of two independent fruit cDNA libraries derived from yellow and red-fleshed fruit varieties. The most abundant sequences encoded: chitinase, 1-aminocyclopropane- 1-carboxylic acid (ACC) oxidase, catalase and methionine synthase, respectively. DNA sequence comparisons identified ESTs with significant similarity to genes associated with fruit softening, aroma and colour biosynthesis. Putative cell wall hydrolases, cell membrane hydrolases, and ethylene synthesis and regulation sequences were identified with predicted roles in fruit softening. Expressed papaya genes associated with fruit aroma included isoprenoid biosynthesis and shikimic acid pathway genes and proteins associated with acyl lipid catabolism. Putative fruit colour genes were identified due to their similarity with carotenoid and chlorophyll biosynthesis genes from other plant species. © 2005 Elsevier Ireland Ltd. All rights reserved.