983 resultados para Specialized didactics


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Se il lavoro dello storico è capire il passato come è stato compreso dalla gente che lo ha vissuto, allora forse non è azzardato pensare che sia anche necessario comunicare i risultati delle ricerche con strumenti propri che appartengono a un'epoca e che influenzano la mentalità di chi in quell'epoca vive. Emergenti tecnologie, specialmente nell’area della multimedialità come la realtà virtuale, permettono agli storici di comunicare l’esperienza del passato in più sensi. In che modo la storia collabora con le tecnologie informatiche soffermandosi sulla possibilità di fare ricostruzioni storiche virtuali, con relativi esempi e recensioni? Quello che maggiormente preoccupa gli storici è se una ricostruzione di un fatto passato vissuto attraverso la sua ricreazione in pixels sia un metodo di conoscenza della storia che possa essere considerato valido. Ovvero l'emozione che la navigazione in una realtà 3D può suscitare, è un mezzo in grado di trasmettere conoscenza? O forse l'idea che abbiamo del passato e del suo studio viene sottilmente cambiato nel momento in cui lo si divulga attraverso la grafica 3D? Da tempo però la disciplina ha cominciato a fare i conti con questa situazione, costretta soprattutto dall'invasività di questo tipo di media, dalla spettacolarizzazione del passato e da una divulgazione del passato parziale e antiscientifica. In un mondo post letterario bisogna cominciare a pensare che la cultura visuale nella quale siamo immersi sta cambiando il nostro rapporto con il passato: non per questo le conoscenze maturate fino ad oggi sono false, ma è necessario riconoscere che esiste più di una verità storica, a volte scritta a volte visuale. Il computer è diventato una piattaforma onnipresente per la rappresentazione e diffusione dell’informazione. I metodi di interazione e rappresentazione stanno evolvendo di continuo. Ed è su questi due binari che è si muove l’offerta delle tecnologie informatiche al servizio della storia. Lo scopo di questa tesi è proprio quello di esplorare, attraverso l’utilizzo e la sperimentazione di diversi strumenti e tecnologie informatiche, come si può raccontare efficacemente il passato attraverso oggetti tridimensionali e gli ambienti virtuali, e come, nel loro essere elementi caratterizzanti di comunicazione, in che modo possono collaborare, in questo caso particolare, con la disciplina storica. La presente ricerca ricostruisce alcune linee di storia delle principali fabbriche attive a Torino durante la seconda guerra mondiale, ricordando stretta relazione che esiste tra strutture ed individui e in questa città in particolare tra fabbrica e movimento operaio, è inevitabile addentrarsi nelle vicende del movimento operaio torinese che nel periodo della lotta di Liberazione in città fu un soggetto politico e sociale di primo rilievo. Nella città, intesa come entità biologica coinvolta nella guerra, la fabbrica (o le fabbriche) diventa il nucleo concettuale attraverso il quale leggere la città: sono le fabbriche gli obiettivi principali dei bombardamenti ed è nelle fabbriche che si combatte una guerra di liberazione tra classe operaia e autorità, di fabbrica e cittadine. La fabbrica diventa il luogo di "usurpazione del potere" di cui parla Weber, il palcoscenico in cui si tengono i diversi episodi della guerra: scioperi, deportazioni, occupazioni .... Il modello della città qui rappresentata non è una semplice visualizzazione ma un sistema informativo dove la realtà modellata è rappresentata da oggetti, che fanno da teatro allo svolgimento di avvenimenti con una precisa collocazione cronologica, al cui interno è possibile effettuare operazioni di selezione di render statici (immagini), di filmati precalcolati (animazioni) e di scenari navigabili interattivamente oltre ad attività di ricerca di fonti bibliografiche e commenti di studiosi segnatamente legati all'evento in oggetto. Obiettivo di questo lavoro è far interagire, attraverso diversi progetti, le discipline storiche e l’informatica, nelle diverse opportunità tecnologiche che questa presenta. Le possibilità di ricostruzione offerte dal 3D vengono così messe a servizio della ricerca, offrendo una visione integrale in grado di avvicinarci alla realtà dell’epoca presa in considerazione e convogliando in un’unica piattaforma espositiva tutti i risultati. Divulgazione Progetto Mappa Informativa Multimediale Torino 1945 Sul piano pratico il progetto prevede una interfaccia navigabile (tecnologia Flash) che rappresenti la pianta della città dell’epoca, attraverso la quale sia possibile avere una visione dei luoghi e dei tempi in cui la Liberazione prese forma, sia a livello concettuale, sia a livello pratico. Questo intreccio di coordinate nello spazio e nel tempo non solo migliora la comprensione dei fenomeni, ma crea un maggiore interesse sull’argomento attraverso l’utilizzo di strumenti divulgativi di grande efficacia (e appeal) senza perdere di vista la necessità di valicare le tesi storiche proponendosi come piattaforma didattica. Un tale contesto richiede uno studio approfondito degli eventi storici al fine di ricostruire con chiarezza una mappa della città che sia precisa sia topograficamente sia a livello di navigazione multimediale. La preparazione della cartina deve seguire gli standard del momento, perciò le soluzioni informatiche utilizzate sono quelle fornite da Adobe Illustrator per la realizzazione della topografia, e da Macromedia Flash per la creazione di un’interfaccia di navigazione. La base dei dati descrittivi è ovviamente consultabile essendo contenuta nel supporto media e totalmente annotata nella bibliografia. È il continuo evolvere delle tecnologie d'informazione e la massiccia diffusione dell’uso dei computer che ci porta a un cambiamento sostanziale nello studio e nell’apprendimento storico; le strutture accademiche e gli operatori economici hanno fatto propria la richiesta che giunge dall'utenza (insegnanti, studenti, operatori dei Beni Culturali) di una maggiore diffusione della conoscenza storica attraverso la sua rappresentazione informatizzata. Sul fronte didattico la ricostruzione di una realtà storica attraverso strumenti informatici consente anche ai non-storici di toccare con mano quelle che sono le problematiche della ricerca quali fonti mancanti, buchi della cronologia e valutazione della veridicità dei fatti attraverso prove. Le tecnologie informatiche permettono una visione completa, unitaria ed esauriente del passato, convogliando tutte le informazioni su un'unica piattaforma, permettendo anche a chi non è specializzato di comprendere immediatamente di cosa si parla. Il miglior libro di storia, per sua natura, non può farlo in quanto divide e organizza le notizie in modo diverso. In questo modo agli studenti viene data l'opportunità di apprendere tramite una rappresentazione diversa rispetto a quelle a cui sono abituati. La premessa centrale del progetto è che i risultati nell'apprendimento degli studenti possono essere migliorati se un concetto o un contenuto viene comunicato attraverso più canali di espressione, nel nostro caso attraverso un testo, immagini e un oggetto multimediale. Didattica La Conceria Fiorio è uno dei luoghi-simbolo della Resistenza torinese. Il progetto è una ricostruzione in realtà virtuale della Conceria Fiorio di Torino. La ricostruzione serve a arricchire la cultura storica sia a chi la produce, attraverso una ricerca accurata delle fonti, sia a chi può poi usufruirne, soprattutto i giovani, che, attratti dall’aspetto ludico della ricostruzione, apprendono con più facilità. La costruzione di un manufatto in 3D fornisce agli studenti le basi per riconoscere ed esprimere la giusta relazione fra il modello e l’oggetto storico. Le fasi di lavoro attraverso cui si è giunti alla ricostruzione in 3D della Conceria: . una ricerca storica approfondita, basata sulle fonti, che possono essere documenti degli archivi o scavi archeologici, fonti iconografiche, cartografiche, ecc.; . La modellazione degli edifici sulla base delle ricerche storiche, per fornire la struttura geometrica poligonale che permetta la navigazione tridimensionale; . La realizzazione, attraverso gli strumenti della computer graphic della navigazione in 3D. Unreal Technology è il nome dato al motore grafico utilizzato in numerosi videogiochi commerciali. Una delle caratteristiche fondamentali di tale prodotto è quella di avere uno strumento chiamato Unreal editor con cui è possibile costruire mondi virtuali, e che è quello utilizzato per questo progetto. UnrealEd (Ued) è il software per creare livelli per Unreal e i giochi basati sul motore di Unreal. E’ stata utilizzata la versione gratuita dell’editor. Il risultato finale del progetto è un ambiente virtuale navigabile raffigurante una ricostruzione accurata della Conceria Fiorio ai tempi della Resistenza. L’utente può visitare l’edificio e visualizzare informazioni specifiche su alcuni punti di interesse. La navigazione viene effettuata in prima persona, un processo di “spettacolarizzazione” degli ambienti visitati attraverso un arredamento consono permette all'utente una maggiore immersività rendendo l’ambiente più credibile e immediatamente codificabile. L’architettura Unreal Technology ha permesso di ottenere un buon risultato in un tempo brevissimo, senza che fossero necessari interventi di programmazione. Questo motore è, quindi, particolarmente adatto alla realizzazione rapida di prototipi di una discreta qualità, La presenza di un certo numero di bug lo rende, però, in parte inaffidabile. Utilizzare un editor da videogame per questa ricostruzione auspica la possibilità di un suo impiego nella didattica, quello che le simulazioni in 3D permettono nel caso specifico è di permettere agli studenti di sperimentare il lavoro della ricostruzione storica, con tutti i problemi che lo storico deve affrontare nel ricreare il passato. Questo lavoro vuole essere per gli storici una esperienza nella direzione della creazione di un repertorio espressivo più ampio, che includa gli ambienti tridimensionali. Il rischio di impiegare del tempo per imparare come funziona questa tecnologia per generare spazi virtuali rende scettici quanti si impegnano nell'insegnamento, ma le esperienze di progetti sviluppati, soprattutto all’estero, servono a capire che sono un buon investimento. Il fatto che una software house, che crea un videogame di grande successo di pubblico, includa nel suo prodotto, una serie di strumenti che consentano all'utente la creazione di mondi propri in cui giocare, è sintomatico che l'alfabetizzazione informatica degli utenti medi sta crescendo sempre più rapidamente e che l'utilizzo di un editor come Unreal Engine sarà in futuro una attività alla portata di un pubblico sempre più vasto. Questo ci mette nelle condizioni di progettare moduli di insegnamento più immersivi, in cui l'esperienza della ricerca e della ricostruzione del passato si intreccino con lo studio più tradizionale degli avvenimenti di una certa epoca. I mondi virtuali interattivi vengono spesso definiti come la forma culturale chiave del XXI secolo, come il cinema lo è stato per il XX. Lo scopo di questo lavoro è stato quello di suggerire che vi sono grosse opportunità per gli storici impiegando gli oggetti e le ambientazioni in 3D, e che essi devono coglierle. Si consideri il fatto che l’estetica abbia un effetto sull’epistemologia. O almeno sulla forma che i risultati delle ricerche storiche assumono nel momento in cui devono essere diffuse. Un’analisi storica fatta in maniera superficiale o con presupposti errati può comunque essere diffusa e avere credito in numerosi ambienti se diffusa con mezzi accattivanti e moderni. Ecco perchè non conviene seppellire un buon lavoro in qualche biblioteca, in attesa che qualcuno lo scopra. Ecco perchè gli storici non devono ignorare il 3D. La nostra capacità, come studiosi e studenti, di percepire idee ed orientamenti importanti dipende spesso dai metodi che impieghiamo per rappresentare i dati e l’evidenza. Perché gli storici possano ottenere il beneficio che il 3D porta con sè, tuttavia, devono sviluppare un’agenda di ricerca volta ad accertarsi che il 3D sostenga i loro obiettivi di ricercatori e insegnanti. Una ricostruzione storica può essere molto utile dal punto di vista educativo non sono da chi la visita ma, anche da chi la realizza. La fase di ricerca necessaria per la ricostruzione non può fare altro che aumentare il background culturale dello sviluppatore. Conclusioni La cosa più importante è stata la possibilità di fare esperienze nell’uso di mezzi di comunicazione di questo genere per raccontare e far conoscere il passato. Rovesciando il paradigma conoscitivo che avevo appreso negli studi umanistici, ho cercato di desumere quelle che potremo chiamare “leggi universali” dai dati oggettivi emersi da questi esperimenti. Da punto di vista epistemologico l’informatica, con la sua capacità di gestire masse impressionanti di dati, dà agli studiosi la possibilità di formulare delle ipotesi e poi accertarle o smentirle tramite ricostruzioni e simulazioni. Il mio lavoro è andato in questa direzione, cercando conoscere e usare strumenti attuali che nel futuro avranno sempre maggiore presenza nella comunicazione (anche scientifica) e che sono i mezzi di comunicazione d’eccellenza per determinate fasce d’età (adolescenti). Volendo spingere all’estremo i termini possiamo dire che la sfida che oggi la cultura visuale pone ai metodi tradizionali del fare storia è la stessa che Erodoto e Tucidide contrapposero ai narratori di miti e leggende. Prima di Erodoto esisteva il mito, che era un mezzo perfettamente adeguato per raccontare e dare significato al passato di una tribù o di una città. In un mondo post letterario la nostra conoscenza del passato sta sottilmente mutando nel momento in cui lo vediamo rappresentato da pixel o quando le informazioni scaturiscono non da sole, ma grazie all’interattività con il mezzo. La nostra capacità come studiosi e studenti di percepire idee ed orientamenti importanti dipende spesso dai metodi che impieghiamo per rappresentare i dati e l’evidenza. Perché gli storici possano ottenere il beneficio sottinteso al 3D, tuttavia, devono sviluppare un’agenda di ricerca volta ad accertarsi che il 3D sostenga i loro obiettivi di ricercatori e insegnanti. Le esperienze raccolte nelle pagine precedenti ci portano a pensare che in un futuro non troppo lontano uno strumento come il computer sarà l’unico mezzo attraverso cui trasmettere conoscenze, e dal punto di vista didattico la sua interattività consente coinvolgimento negli studenti come nessun altro mezzo di comunicazione moderno.

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The intensity of regional specialization in specific activities, and conversely, the level of industrial concentration in specific locations, has been used as a complementary evidence for the existence and significance of externalities. Additionally, economists have mainly focused the debate on disentangling the sources of specialization and concentration processes according to three vectors: natural advantages, internal, and external scale economies. The arbitrariness of partitions plays a key role in capturing these effects, while the selection of the partition would have to reflect the actual characteristics of the economy. Thus, the identification of spatial boundaries to measure specialization becomes critical, since most likely the model will be adapted to different scales of distance, and be influenced by different types of externalities or economies of agglomeration, which are based on the mechanisms of interaction with particular requirements of spatial proximity. This work is based on the analysis of the spatial aspect of economic specialization supported by the manufacturing industry case. The main objective is to propose, for discrete and continuous space: i) a measure of global specialization; ii) a local disaggregation of the global measure; and iii) a spatial clustering method for the identification of specialized agglomerations.

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Specialized pediatric cancer centers (PCCs) are thought to be essential to obtain state-of-the-art care for children and adolescents. We determined the proportion of childhood cancer patients not treated in a PCC, and described their characteristics and place of treatment.

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OBJECTIVES Resistance to extended-spectrum cephalosporins (ESCs) in Escherichia coli can be due to the production of ESBLs, plasmid-mediated AmpCs (pAmpCs) or chromosomal AmpCs (cAmpCs). Information regarding type and prevalence of β-lactamases, clonal relations and plasmids associated with the bla genes for ESC-R E. coli (ESC-R-Ec) detected in Switzerland is lacking. Moreover, data focusing on patients referred to the specialized outpatient clinics (SOCs) are needed. METHODS We analysed 611 unique E. coli isolated during September-December 2011. ESC-R-Ec were studied with microarrays, PCR/DNA sequencing for blaESBLs, blapAmpCs, promoter region of blacAmpC, IS elements, plasmid incompatibility group, and also implementing transformation, aIEF, rep-PCR and MLST. RESULTS The highest resistance rates were observed in the SOCs, whereas those in the hospital and community were lower (e.g. quinolone resistance of 22.6%, 17.2% and 9.0%, respectively; P = 0.003 for SOCs versus community). The prevalence of ESC-R-Ec in the three settings was 5.3% (n = 11), 7.8% (n = 22) and 5.7% (n = 7), respectively. Thirty isolates produced CTX-M ESBLs (14 were CTX-M-15), 5 produced CMY-2 pAmpC and 5 hyper-expressed cAmpCs due to promoter mutations. Fourteen isolates were of sequence type 131 (ST131; 10 with CTX-M-15). blaCTX-M and blaCMY-2 were associated with an intact or truncated ISEcp1 and were mainly carried by IncF, IncFII and IncI1plasmids. CONCLUSIONS ST131 producing CTX-M-15 is the predominant clone. The prevalence of ESC-R-Ec (overall 6.5%) is low, but an unusual relatively high frequency of AmpC producers (25%) was noted. The presence of ESC-R-Ec in the SOCs and their potential ability to be exchanged between hospital and community should be taken into serious consideration.

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Mitochondria cannot form de novo but require mechanisms allowing their inheritance to daughter cells. In contrast to most other eukaryotes Trypanosoma brucei has a single mitochondrion whose single-unit genome is physically connected to the flagellum. Here we identify a β-barrel mitochondrial outer membrane protein, termed tripartite attachment complex 40 (TAC40), that localizes to this connection. TAC40 is essential for mitochondrial DNA inheritance and belongs to the mitochondrial porin protein family. However, it is not specifically related to any of the three subclasses of mitochondrial porins represented by the metabolite transporter voltage-dependent anion channel (VDAC), the protein translocator of the outer membrane 40 (TOM40), or the fungi-specific MDM10, a component of the endoplasmic reticulum–mitochondria encounter structure (ERMES). MDM10 and TAC40 mediate cellular architecture and participate in transmembrane complexes that are essential for mitochondrial DNA inheritance. In yeast MDM10, in the context of the ERMES, is postulated to connect the mitochondrial genomes to actin filaments, whereas in trypanosomes TAC40 mediates the linkage of the mitochondrial DNA to the basal body of the flagellum. However, TAC40 does not colocalize with trypanosomal orthologs of ERMES components and, unlike MDM10, it regulates neither mitochondrial morphology nor the assembly of the protein translocase. TAC40 therefore defines a novel subclass of mitochondrial porins that is distinct from VDAC, TOM40, and MDM10. However, whereas the architecture of the TAC40-containing complex in trypanosomes and the MDM10-containing ERMES in yeast is very different, both are organized around a β-barrel protein of the mitochondrial porin family that mediates a DNA–cytoskeleton linkage that is essential for mitochondrial DNA inheritance.

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A set of seven Sm proteins assemble on the Sm-binding site of spliceosomal U snRNAs to form the ring-shaped Sm core. The U7 snRNP involved in histone RNA 3' processing contains a structurally similar but biochemically unique Sm core in which two of these proteins, Sm D1 and D2, are replaced by Lsm10 and by another as yet unknown component. Here we characterize this factor, termed Lsm11, as a novel Sm-like protein with apparently two distinct functions. In vitro studies suggest that its long N-terminal part mediates an important step in histone mRNA 3'-end cleavage, most likely by recruiting a zinc finger protein previously identified as a processing factor. In contrast, the C-terminal part, which comprises two Sm motifs interrupted by an unusually long spacer, is sufficient to assemble with U7, but not U1, snRNA. Assembly of this U7-specific Sm core depends on the noncanonical Sm-binding site of U7 snRNA. Moreover, it is facilitated by a specialized SMN complex that contains Lsm10 and Lsm11 but lacks Sm D1/D2. Thus, the U7-specific Lsm11 protein not only specifies the assembly of the U7 Sm core but also fulfills an important role in U7 snRNP-mediated histone mRNA processing.

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Objective. This research study had two goals: (1) to describe resource consumption patterns for Medi-Cal children with cystic fibrosis, and (2) to explore the feasibility from a rate design perspective of developing specialized managed care plans for such a special needs population.^ Background. Children with special health care needs (CSHN) comprise about 2% of the California Medicaid pediatric population. CSHN have rare but serious health problems, such as cystic fibrosis. Medicaid programs, including Medi-Cal, are enrolling more and more beneficiaries in managed care to control costs. CSHN, however, do not fit the wellness model underlying most managed care plans. Child health advocates believe that both efficiency and quality will suffer if CSHN are removed from regionalized special care centers and scattered among general purpose plans. They believe that CSHN should be "carved out" from enrollment in general plans. One alternative is the Specialized Managed Care Plan, tailored for CSHN.^ Methods. The study population consisted of children under age 21 with CF who were eligible for Medi-Cal and California Children's Services program (CCS) during 1991. Health Care Financing Administration (HCFA) Medicaid Tape-to-Tape data were analyzed as part of a California Children's Hospital Association (CCHA) project.^ Results. Mean Medi-Cal expenditures per month enrolled were $2,302 for 457 CF children, compared to about \$1,270 for all 47,000 CCS special needs children and roughly $60 for almost 2.6 million ``regular needs'' children. For CF children, inpatient care (80\%) and outpatient drugs (9\%) were the major cost drivers, with {\it all\/} outpatient visits comprising only 2\% of expenditures. About one-third of CF children were eligible due to AFDC (Aid to Families with Dependent Children). Age group explained about 17\% of all expenditure variation. Regression analysis was used to select the best capitation rate structure (rate cells by age and eligibility group). Sensitivity analysis estimated moderate financial risk for a statewide plan (360 enrollees), but severe risk for single county implementation due to small numbers of children.^ Conclusions. Study results support the carve out of CSHN due to unique expenditure patterns. The Specialized Managed Care Plan concept appears feasible from a rate design perspective given sufficient enrollees. ^

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To evaluate these factors, the scale of perceived influences on the election of a specialized plan of studies, IPEP, was built and in this study its factorial structure and reliability were evaluated. The instrument was applied to 115 students, chosen by quote sampling. They were students of a subsidized private secondary school from the city of Chillan, Chile. An exploratory factorial analysis identified eight factors in the scale IPEP: Academic projection, Personal development, Maintenance of the social environment, Academic requirements, Satisfaction of others' expectations, Vocational information, Image of the plan and Family pressure. The results present an initial factorial structure, that empirically and theoretically adequate, whose factors were reliable and conceptually useful. These factors distinguish psychogenic and sociogenic aspects of the vocational process, and allow to initiate diagnostic and investigative actions in relation to this early vocational election that is established in secondary schools of the Chilean educational system

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To evaluate these factors, the scale of perceived influences on the election of a specialized plan of studies, IPEP, was built and in this study its factorial structure and reliability were evaluated. The instrument was applied to 115 students, chosen by quote sampling. They were students of a subsidized private secondary school from the city of Chillan, Chile. An exploratory factorial analysis identified eight factors in the scale IPEP: Academic projection, Personal development, Maintenance of the social environment, Academic requirements, Satisfaction of others' expectations, Vocational information, Image of the plan and Family pressure. The results present an initial factorial structure, that empirically and theoretically adequate, whose factors were reliable and conceptually useful. These factors distinguish psychogenic and sociogenic aspects of the vocational process, and allow to initiate diagnostic and investigative actions in relation to this early vocational election that is established in secondary schools of the Chilean educational system

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To evaluate these factors, the scale of perceived influences on the election of a specialized plan of studies, IPEP, was built and in this study its factorial structure and reliability were evaluated. The instrument was applied to 115 students, chosen by quote sampling. They were students of a subsidized private secondary school from the city of Chillan, Chile. An exploratory factorial analysis identified eight factors in the scale IPEP: Academic projection, Personal development, Maintenance of the social environment, Academic requirements, Satisfaction of others' expectations, Vocational information, Image of the plan and Family pressure. The results present an initial factorial structure, that empirically and theoretically adequate, whose factors were reliable and conceptually useful. These factors distinguish psychogenic and sociogenic aspects of the vocational process, and allow to initiate diagnostic and investigative actions in relation to this early vocational election that is established in secondary schools of the Chilean educational system