998 resultados para Radon,anidride carbonica,rilevatori al silicio,elettrete,camera a ionizzazione,radioattività


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Con sentenza Sez. 3 Num. 2210 Anno 2016 - Relatore: Scarcella Alessio - Data Udienza: 17/09/2015, la Cassazione, in una ipotesi di cd. “grave frode IVA”, ha disapplicato la specifica norma di cui all'ultima parte del terzo comma dell'art. 160 ed al secondo comma dell'art. 161 cod. pen. a seguito della sentenza della Corte di Giustizia U.E. dell'8 settembre 2015 (Grande Sezione), Taricco, causa C-105/14.

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La energía solar fotovoltaica ha adquirido en los últimos años una presencia cada vez mayor en el mercado mundial de producción energética y, para que realmente sea una forma de producción energética competitiva, es importante abaratar costes y poder tener una estimación fiel de la energía que se puede producir en una instalación fotovoltaica antes de su localización, para así poder tomar decisiones sobre la ubicación y aplicación de las tecnologías más adecuadas. Son varias las tecnologías presentes en el mercado fotovoltaico actual y de todas ellas, la de silicio policristalino es la que está más extendida, siendo sobre la que más se ha investigado y analizado su comportamiento. Actualmente existen nuevas tecnologías de módulos fotovoltaicos que están adquiriendo una cuota de mercado cada vez más significativa, entre las que destacan las de lámina delgada. Para poder realizar una estimación de la energía que puede producir un módulo, es de vital importancia conocer la temperatura de operación del mismo. Por ese motivo, en este trabajo se analiza la aplicabilidad de modelos de predicción de temperatura de operación de módulos existentes en la literatura a las nuevas tecnologías, se proponen nuevos modelos de predicción de temperatura y se utilizan en escalas temporales diferentes para poder comprobar la eficacia de los mismos. El estudio se realiza con módulos trabajando en condiciones de sol real, pues es así como funcionarán las instalaciones fotovoltaicas de producción energética. En este trabajo se ha comprobado que se obtienen mejores resultados en la predicción horaria de temperatura de operación de módulos que en la predicción de temperatura instantánea. También se ha comprobado que uno de los modelos propuestos, el de dos coeficientes, consigue resultados similares a otros modelos existentes previamente en la literatura, pese a la sencillez de cálculo del mismo. La aplicación de este modelo propuesto para la predicción de la producción energética podría ser de gran ayuda para una estimación fiel previa a la instalación de una planta fotovoltaica. El hecho de que sea aplicable a nuevas tecnologías fotovoltaicas de lámina delgada como el telururo de cadmio, el silicio amorfo y el tándem silicio amorfo y microcristalino es un valor añadido. Poder predecir con precisión la producción energética es lo que hará que la energía solar fotovoltaica se perfile como una energía competitiva, y adquiera una posición dominante entre las energías renovables.

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En este estudio se examinan los silencios que aparecen durante la fase de preparación de dieciocho reuniones multipartitas por videoconferencia. Partiendo de la metodología del Análisis Conversacional, el análisis del material muestra que la duración de los silencios entre turnos se reduce considerablemente en dos momentos cruciales de la interacción en línea. Esto a su vez confirma la existencia de tres etapas diferenciadas en la preparación: etapa inicial, etapa de transición y etapa audiovisual, en cada una de las cuales los silencios presentan unas características concretas. Se muestra que en el chat escrito también se producen intervalos y lapsos y que el nivel de tolerancia de los participantes hacia el silencio varía en cada una de las etapas, lo cual puede relacionarse con su nivel de atención y disponibilidad. Se sugiere un estándar máximo aproximado para los intervalos que ocurren en la etapa de transición y se demuestra que, en el canal audio-oral, el límite de tolerancia se sitúa por encima de los tres segundos de duración. Por último, este estudio pone de manifiesto la aparición de diferentes ritmos cronémicos a lo largo de la preparación en videoconferencia, donde elementos como la apertura de la cámara web parecen poseer una gran relevancia interaccional.

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Questa Tesi di Laurea è legata agli aspetti tecnologici dell'esperimento Gamma-Flash, progetto coordinato dall'Istituto Nazionale di Astrofisica finanziato dall'Agenzia Spaziale Italiana che ha lo scopo di studiare eventi altamente energetici che avvengono in atmosfera denominati Terrestial Gamma-ray Flashes (TGFs). Questi eventi hanno uno stretto legame con i fulmini che avvengono durante episodi temporaleschi. I fulmini producono particelle ionizzate ed elettroni che per effetto bremmstrahlung emettono radiazione in un ampio intervallo di energie da centinaia di keV a decine di MeV. Questo tipo di eventi è stato rivelato da numerose missioni da satellite fin dagli anni '90 (BATSE/CGRO) e successivamente con i satelliti RHESSI, AGILE, BeppoSAX e Fermi. Molto più rare sono le osservazioni di questi eventi da terra o da rivelatori posti su velivoli. Gamma-Flash ha lo scopo di realizzare strumentazione per la rivelazione di questi eventi da un osservatorio posto su M.te Cimone (2165m s.l.m) e su un aereo in grado di raggiungere quote di 8-10000m. L'esperimento viene effettuato attraverso rivelatori a scintillazione e con elettronica dedicata la cui risposta in energia dipende dalla temperatura di funzionamento. È quindi importante conoscere come il detector si comporta al variare della temperatura, che, soprattutto nell'esperimento terrestre, può variare di decine di gradi anche su tempi scala brevi. Scopo di questa tesi è stato quindi di caratterizzare uno dei rivelatori che saranno posti all'Osservatorio O. Vittori di M.te Cimone utilizzando una camera climatica che simula le condizioni di temperatura variabili e riscontrabili durante l'esperimento.

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Nell’ambito di questa Tesi è stata svolta un’analisi sperimentale delle prestazioni di una pompa di calore dual-source (DSHP). Essa è una pompa di calore a doppia sorgente in grado di scambiare potenza termica con due diversi serbatoi termici esterni: aria e terreno. Il campo sonde è composto da quattro sonde geotermiche a doppio tubo ad U, due da 60m e due da 100m, disposte in linea ed accoppiate ad una camera climatica per test su pompe di calore elettriche. Sono stati eseguiti test sul prototipo DSHP in configurazione geotermica stabilendo dei criteri per lo svolgimento delle prove, che in corso d’opera sono stati perfezionati. è stata eseguita la calibrazione dei sensori di temperatura, le termocoppie e le termoresistenze, che sono state collocate lungo il circuito idronico e in camera climatica, dove è installata la DSHP. Invece, per monitorare la temperatura del terreno viene impiegato un filo in fibra ottica inserito rispettivamente nella mandata e nel ritorno di uno dei tubi ad U delle sonde da 60m e da 100m. Si è stabilito di affidarci esclusivamente ai valori di offset che la centralina DTS, alla quale sono collegati i quattro filamenti in fibra ottica, applica di volta in volta sulle misurazioni di temperatura. È stata curata nel dettaglio una prova condotta mantenendo attive tutte le sonde del campo geotermico. Al fine di definire le prestazioni della pompa di calore, è stato eseguito il calcolo del Coefficient of Performance (COP) della macchina lungo lo svolgimento della prova, in modo da poter confrontare questo risultato con quelli ottenuti nelle differenti configurazioni analizzate in questa Tesi. I risultati contenuti in questa tesi hanno permesso di stabilire i tempi di scarica e recupero del terreno, l’entità dell’interferenza che si genera tra sonde adiacenti sottoposte ad un carico termico e di studiare il comportamento del terreno nei suoi strati più superficiali in funzione delle condizioni metereologiche esterne.

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Nella presente tesi si è realizzato uno sviluppo di base per l'implementazione di un motore turboalbero aeronautico all’utilizzo ad idrogeno. La parte iniziale dell'elaborato descrive le caratteristiche e i benefici dell’utilizzo di questo combustibile innovativo e riporta, poi, le principali modifiche hardware, presenti in letteratura, necessarie per l’implementazione voluta su un motore fisico. Vengono, poi, illustrati i modelli di combustori necessari per un corretto funzionamento del sistema propulsivo, oltre all’eventuale necessità di uno scambiatore di calore. Nella parte centrale della tesi, invece, é descritta la conversione di un modello MatLab Simulink del motore Allison 250 c18, esplicando e documentando le principali modifiche apportate riguardo alla creazione delle mappe del modello dinamico utile a ricavare le caratteristiche termodinamiche del flusso in camera di combustione e all'uscita da essa. Viene inoltre mostrato il metodo di utilizzo degli script CEA forniti dalla NASA, valido per desumere le proprietà dei gas post combustione, oltre che per la creazione delle funzioni di interpolazioni. Sono state svolte, infine, diverse simulazioni, con lo scopo di ricavare le portate corrette di combustibile ed osservare gli andamenti dei parametri fondamentali del sistema propulsivo, come: le portate elaborate, le potenze generate, le temperature e le pressioni ottenute.

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The reproductive capacity between Triatoma lenti and Triatoma sherlocki was observed in order to verify the fertility and viability of the offspring. Cytogenetic, morphological and morphometric approaches were used to analyze the differences that were inherited. Experimental crosses were performed in both directions. The fertility rate of the eggs in crosses involving T. sherlocki females was 65% and 90% in F1 and F2 offspring, respectively. In reciprocal crosses, it was 7% and 25% in F1 and F2 offspring, respectively. The cytogenetic analyses of the male meiotic process of the hybrids were performed using lacto-acetic orcein, C-banding and Feulgen techniques. The male F1 offspring presented normal chromosome behavior, a finding that was similar to those reported in parental species. However, cytogenetic analysis of F2 offspring showed errors in chromosome pairing. This post-zygotic isolation, which prevents hybrids in nature, may represent the collapse of the hybrid. This phenomenon is due to a genetic dysregulation that occurs in the chromosomes of F1. The results were similar in the hybrids from both crosses. Morphological features, such as color and size of connexive and the presence of red-orange rings on the femora, were similar to T. sherlocki, while wins size was similar to T. lenti in F1 offspring. The eggshells showed characteristics that were similar to species of origin, whereas the median process of the pygophore resulted in intermediate characteristics in the F1 and a segregating pattern in F2 offspring. Geometric morphometric techniques used on the wings showed that both F1 and F2 offspring were similar to T. lenti. These studies on the reproductive capacity between T. lenti and T. sherlocki confirm that both species are evolutionarily closed; hence, they are included in the brasiliensis subcomplex. The extremely reduced fertility observed in the F2 hybrids confirmed the specific status of the species that were analyzed.

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Universidade Estadual de Campinas . Faculdade de Educação Física

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Flavobacterium columnare is the causative agent of columnaris disease in freshwater fish, implicated in skin and gill disease, often causing high mortality. The aim of this study was the isolation and characterization of Flavobacterium columnare in tropical fish in Brazil. Piracanjuba (Brycon orbignyanus), pacu (Piaractus mesopotamicus), tambaqui (Colossoma macropomum) and cascudo (Hypostomus plecostomus) were examined for external lesions showing signs of colunmaris disease such as greyish white spots, especially on the head, dorsal part and caudal fin of the fish. The sampling comprised 50 samples representing four different fish species selected for study. Samples for culture were obtained by skin and kidney scrapes with a sterile cotton swabs of columnaris disease fish and streaked onto Carlson and Pacha (1968) artificial culture medium (broth and solid) which were used for isolation. The strains in the liquid medium were Gram negative, long, filamentous, exhibited flexing movements (gliding motility), contained a large number of long slender bacteria and gathered into ‘columns'. Strains on the agar produced yellow-pale colonies, rather small, flat that had rhizoid edges. A total of four Flavobacterium columnare were isolated: 01 Brycon orbignyanus strain, 01 Piaractus mesopotamicus strain, 01 Colossoma macropomum strain, and 01 Hypostomus plecostomus strain. Biochemical characterization, with its absorption of Congo red dye, production of flexirubin-type pigments, H2S production and reduction of nitrates proved that the isolate could be classified as Flavobacterium columnare.