717 resultados para Nematoda (Sistematica)
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Cucullanus palmeri n. sp. is described from the shortnose batfish, Ogcocephalus nasutus, in the Gulf of Mexico. This species is anatomically most similar to Cucullanus gendrei but differs from it in having a shorter esophagus and longer tail. Males differ in having a smaller gubernaculum and a different arrangement of a lateral caudal papilla. Cucullanus palmeri is readily distinguished from Cucullanus lophii, also from a lophiform fish host, in that the deirids and excretory pore are not posterior to the posterior end of the esophagus like in C. lophii.
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Juveniles of Contracaecum multipapillatum infected the Mayan cichlid (Cichlasoma urophthalmus) and adults infected the olivaceous cormorant (Phalacrocorax olivaceus) and the great egret (Casmerodius albus) in the coastal lagoon at Celestun, State of Yucatan, Mexico. All are new host records, and, even though the geographic locality record of Mexico for the species has not been published, unidentified but presumably conspecific specimens have been reported from there. When juveniles of C. multipapillatum were fed to a kitten, but not rats, ducks, or chickens, they developed into adults. Measurements and morphological data are provided on the specimens from the kitten. Development of an avian ascaridoid in the intestine of a mammal increases the potential of this widespread species to infect other mammals, including humans.
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Raphidascaris camura sp. n. infected the stomach and intestine of Pomatomus saltatrix (type host), from the northern Gulf of Mexico. It is characterized by having the following combination of features: 31 to 40 pairs of preanal papillae, 10 pairs of postanal papillae with the third papilla from the posterior extremity doubled, nearly equal spicules 1.8 to 2.7% of the body length, and lateral alae abruptly curved near their anterior extremity. Additional species of Raphidascaris were examined and are discussed. Hysterothylacium eurycheilum (Olsen, 1952) comb. n. (=Heterotyphlum e.) from Epinephelus itajara in Florida and the Lesser Antilles, previously known from female worms only, is redescribed as is the anterior end of Heterotyphlum himantolophi Spaul, 1927.
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Spirocamallanus cricotus sp. n. (= S. pereirai, in part) and S. halitrophus sp. n. are described from marine fishes of the northern Gull of Mexico. Spirocamallanus cricotus has a ledge anterior to the basal ring in the buccal capsule, similar spicules with a ratio of 1:1.4 to 2.1, 3 pre- and 5 postcloacal papillae, and 8 rectal glands in the female; S. halitrophus lacks the ledge and possesses dissimilar spicules with a ratio of 1:1.3 to 1.8, 3 pre- and 6 postcloacal papillae, and 4 rectal glands in the female.
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Heligmosomoides johnsoni sp. noy. is described from the cecum of the heather vole, Phenacomys intermedius Merriam, from the Olympic Mountains, Washington. The absence of longitudinal cuticular ridges dorsally separates H. johnsoni from species of Heligmosomoides other than H. hudsoni (Cameron, 1937), which occurs in varying lemmings, Dicrostonyx spp., and from which H. johnsoni is distinguished by its longer spicules, form of the dorsal ray, and other characters. Both Phenacomys and Dicrostonyx have a specialized cecum, with long villi around which the nematodes are found tightly coiled. The zoogeography of heligmosomid nematodes in Phenacomys is briefly discussed. French abstract: On décrit Heligmosomoides johnsoni sp. nov. parasite du caecum du rongeur néarctique, Phenacomys intermedius Merriam, des Montagnes Olympiques de Washington. L'absence de crêtes cuticulaires sur la face dorsaIe sépare H. johnsoni des autres Heligmosomoides à I'exception d'H. hudsoni (Cameron, 1937) qui se trouve chez Dicrostonyx spp., et duquel H. johnsoni se distingue par ses spicules plus longs, par la forme différente de la côte dorsale et par d'autres caractères. Phenacomys et Dicrostonyx ont un caecum spécialisé, muni de villosités allongées, autour desquelles les nématodes s'enroulent étroitement. La zoogéographie des nematodes héligmosomes chez Phenacomys est discutée.
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An ecological and taxonomic study of the helminth parasites of voles (Microtus spp.) in the Jackson Hole region of Wyoming is reported. Nematospiroides microti n. sp. from Microtus montanus nanus and M. richardsoni macropus is described and figured. A cestode, Paranoplocephala infrequens, and a nematode, Syphacia obvelata, were generally distributed throughout the region in all habitats except the sage flats. A trematode, Quinqueserialis hassalli, was recovered only from voles collected near streams at low altitudes. This was presumably due to the localized distribution of the molluscan intermediate host. Four helminths, viz., Hymenolepis horrida, Heligmosomum costellatum, Nematospiroides microti and Trichuris opaca, were restricted in their distribution to the alpine and sub-alpine meadows. Of these parasites, H. horrida and H. costellatum are reported for the first time from North America. Most of the other host and locality records are new. Available data indicate that host specificity was not a factor in restricting the distribution of parasites. Although the greatest numbers of parasites, both qualitative and quantitative, occurred in habitats where host density was greatest, it seems unlikely that host density is the only factor involved.
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FAPESP 2009/14019-0
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O presente artigo descreve o primeiro relato de larvas de Eustrongylides sp. em Hoplias malabaricus Bloch, 1794 (Characiformes: Erythrinidae) no Estado de Rondônia, Amazônia Ocidental, Brasil, sendo mais um parasita com a possibilidade de contaminar humanos no Estado.
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OBIETTIVO: sintetizzare le evidenze disponibili sulla relazione tra i fattori di rischio (personali e lavorativi) e l’insorgenza della Sindrome del Tunnel Carpale (STC). METODI: è stata condotta una revisione sistematica della letteratura su database elettronici considerando gli studi caso-controllo e di coorte. Abbiamo valutato la qualità del reporting degli studi con la checklist STROBE. Le stime studio-specifiche sono state espresse come OR (IC95%) e combinate con una meta-analisi condotta con un modello a effetti casuali. La presenza di eventuali bias di pubblicazione è stata valutata osservando l’asimmetria del funnel plot e con il test di Egger. RISULTATI: Sono stati selezionati 29 studi di cui 19 inseriti nella meta-analisi: 13 studi caso-controllo e 6 di coorte. La meta-analisi ha mostrato un aumento significativo di casi di STC tra i soggetti obesi sia negli studi caso-controllo [OR 2,4 (1,9-3,1); I(2)=70,7%] che in quelli di coorte [OR 2,0 (1,6-2,7); I(2)=0%]. L'eterogeneità totale era significativa (I(2)=59,6%). Risultati simili si sono ottenuti per i diabetici e soggetti affetti da malattie della tiroide. L’esposizione al fumo non era associata alla STC sia negli studi caso-controllo [OR 0,7 (0,4-1,1); I(2)=83,2%] che di coorte [OR 0,8 (0,6-1,2); I(2)=45,8%]. A causa delle molteplici modalità di valutazione non è stato possibile calcolare una stima combinata delle esposizioni professionali con tecniche meta-analitiche. Dalla revisione, è risultato che STC è associata con: esposizione a vibrazioni, movimenti ripetitivi e posture incongrue di mano-polso. CONCLUSIONI: I risultati della revisione sistematica confermano le evidenze dell'esistenza di un'associazione tra fattori di rischio personali e STC. Nonostante la diversa qualità dei dati sull'esposizione e le differenze degli effetti dei disegni di studio, i nostri risultati indicano elementi di prova sufficienti di un legame tra fattori di rischio professionali e STC. La misurazione dell'esposizione soprattutto per i fattori di rischio professionali, è un obiettivo necessario per studi futuri.
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Applicazione sistematica del metodo CANSLIM sul mercato italiano.
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All’interno di questa tesi è stata affrontata la tematica della realizzazione di comuni- cazioni sicure, in modo da ottenere l'indipendenza di queste ultime dal canale utilizzato, con l'ausilio di strumenti in grado di fornire supporto per la creazione di applicativi orientati allo scambio di dati e messaggi, quali i linguaggi di programmazione Java e Jolie, il quale è basato sul precedente. Sono state inizialmente analizzate le principali caratteristiche e le problematiche più importanti che è necessario dover risolvere in modo da poter arrivare al risultato desiderato. Successivamente, è stato dato un ampio sguardo ad una delle scienze più applicate per risolvere i problemi tipici che affliggono questo tipo di comunicazioni, la crittografia. Sono stati elencati gli strumenti messi a disposizione ed il loro funzionamento. La crittografia viene poi applicata al protocollo SSL, il quale rappresenta la soluzione maggiormente diffusa, sia sul Web che in altri ambiti, per proteggere le informazioni personali che transitano tra gli end-point di una comunicazione. Sono state elencate le principali caratteristiche, alcuni cenni riguardanti la nascita e lo sviluppo ed è stato descritto il funzionamento di questo protocollo, soprattutto per quanto riguarda la sua fase preliminare, che è una delle parti che lo caratterizzano maggiormente. In seguito, è stata analizzata la soluzione fornita all’interno delle librerie del linguaggio Java per realizzare comunicazioni indipendenti dal mezzo di comunicazione che soddisfino le politiche dettate dal protocollo SSL. Questa soluzione è rappresentata dalla classe SSLEngine, che è quindi stata esaminata, a partire dal ciclo di vita e dall'inizializzazione, fino ad arrivare all'interazione all'interno di un applicazione. Quanto esplorato in precedenza viene poi applicato a Jolie, un linguaggio di programmazione basato sulle comunicazioni e sviluppato in Java, all'interno dell'Università di Bologna. Dopo uno sguardo generale alle sue caratteristiche è stata approfondita la gestione dei protocolli, e di conseguenza, l'introduzione di SSL all'interno di essi, realizzata tramite la classe SSLProtocol. Questa classe contiene ed implementa i concetti analizzati nel capitolo riguardante Java, adattandoli all'architettura ed alla progettazione pensata appositamente per Jolie; è stata quindi effettuata un'analisi del codice e della gestione della classe SSLEngine per realizzare comunicazioni sicure. Infine, per verificare l’effettivo funzionamento, sono stati creati due semplici casi d’uso per poter sfruttare i vantaggi offerti da Jolie, il quale è particolarmente indicato per la creazione di applicazioni orientate ai servizi.