273 resultados para Clementine liturgy.
Resumo:
Pós-graduação em Música - IA
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Fundação de Amparo à Pesquisa do Estado de São Paulo (FAPESP)
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Quando falamos em mito, pensamos na origem das coisas; quando falamos em cotidiano, pensamos na atualidade de que se revestem essas coisas. No entanto, para entendermos, algumas vezes, expressões utilizadas pelo povo é preciso conhecer as narrativas que nos contam a origem do mundo onde habitamos. Assim, modernamente, podemos dizer que o mito sobrevive em calendários, na liturgia, em cerimônias oficiais, preso aos rituais que comandam tais ocorrências, nas sociedades avançadas em que o homem, curvado sob o peso do tecnicismo e da barbárie mecanicista, é subjugado pelo progresso feroz que o encurrala e o faz desempenhar o papel de aprendiz de feiticeiro. Assim, se ao mito, estão entrelaçadas as nossas falas atuais, deverá ele estar presente, também, na escola e nos conteúdos trabalhados por ela para que alunos e professores possam compreender e atualizar as relações estabelecidas, ao longo do tempo, entre os fatos históricos e as narrativas que os relatam. Com esse objetivo foi desenvolvido junto à Secretaria de Educação de Rio Claro, na escola “Sérgio Hernani Fittipaldi”, o Projeto “Narrar histórias, intercambiar experiências”, financiado pelo Núcleo de Ensino da UNESP. Foram onze encontros, nos quais foram apresentados aos professores do Ensino Fundamental a arte de contar histórias, forma de conhecimento de quem somos e de como nos relacionamos com nossos semelhantes e com o mundo à nossa volta. Ao enfocarmos o gênero ficção, demos destaque, na literatura infantil aos mitos e suas transposições para a narrativa literária. Dessa forma, a primeira parte deste artigo é constituída pelo enfoque ao campo conceitual sobre o mito. A segunda parte ilustra as criações literárias que retomam os mitos, como a obra infantil de Monteiro Lobato.
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Pós-graduação em Música - IA
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In this paper, we asked whether a new interpretation given by Cardinal Joseph Ratzinger - Benedict XVI - to Vatican Council II, the Hermeneutics of Continuity can have an impact or have impacted yet the musical practice of the Roman Catholic liturgy. According to the Hermeneutics of Continuity, the council shall not constitute a break with previous liturgical practices, but a continuation of an organic movement. The analyses of data obtained from the literature and documentary procedures presented here were based on social autopoietic systems theory by Niklas Luhmann and on the concept of invented tradition by Eric Hobsbawm. We conclude that the Hermeneutics of Continuity has proved to be more a reform of the reform than the reconciliation between two musical and liturgical practices.
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Fundação de Amparo à Pesquisa do Estado de São Paulo (FAPESP)
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La presente ricerca, L’architettura religiosa di Luis Moya Blanco. La costruzione come principio compositivo, tratta i temi inerenti l’edificazione di spazi per il culto della religione cristiana che l’architetto spagnolo progetta e realizza a Madrid dal 1945 al 1970. La tesi è volta ad indagare quali siano i principi alla base della composizione architettonica che si possano considerare immutati, nel lungo arco temporale in cui l’autore si trova ad operare. Tale indagine, partendo da una prima analisi riguardante gli anni della formazione e gli scritti da lui prodotti, verte in particolare sullo studio dei progetti più recenti e ancora poco trattati dalla critica. L’obbiettivo della presente tesi è dunque quello di apportare un contributo originale sull’aspetto compositivo della sua architettura. Ma analizzare la composizione significa, in Moya, analizzare la costruzione che, a dispetto del susseguirsi dei linguaggi, rimarrà l’aspetto principale delle sue opere. Lo studio dei manufatti mediante categorie estrapolate dai suoi stessi scritti – la matematica, il numero, la geometria e i tracciati regolatori - permette di evidenziare punti di contatto e di continuità tra le prime chiese, fortemente caratterizzate da un impianto barocco, e gli ultimi progetti che sembrano cercare invece un confronto con forme decisamente moderne. Queste riflessioni, parallelamente contestualizzate nell’ambito della sua consistente produzione saggistica, andranno a confluire nell’idea finale per cui la costruzione diventi per Luis Moya Blanco il principio compositivo da cui non si può prescindere, la regola che sostanzia nella materia il numero e la geometria. Se la costruzione è dunque la pietrificazione di leggi geometrico-matematiche che sottendono schemi planimetrici; il ricorso allo spazio di origine centrale non risponde all’intenzione di migliorare la liturgia, ma a questioni di tipo filosofico-idealista, che fanno corrispondere alla somma naturalezza della perfezione divina, la somma perfezione della forma circolare o di uno dei suoi derivati come l’ellisse.
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La tesi ha per oggetto la cultura ebraica cretese nei secoli XIV-XVI e, in particolare, l’influsso esercitato su di essa dalla cultura e dalle tradizioni degli ebrei sefarditi e ashkenaziti che cominciarono a stabilirsi sull’isola a partire dalla metà del Trecento. La tesi si basa da un lato su fonti amministrative e notarili e, dall’altro, sui manoscritti ebraici prodotti o portati a Candia nel periodo considerato. Il primo capitolo tratta della comunità ebraica nel primo Cinquecento e porta nuove notizie a proposito della geografia della zudeca, delle sue sinagoghe, della sua composizione sociale, dell’entità della sua popolazione e della biografia del principale leader spirituale e culturale attivo a Candia a quell’epoca: Elia Capsali. Il secondo capitolo offre una panoramica sull’immigrazione ebraica a Candia nei secoli XIV-XV. Il terzo capitolo esplora alcune particolarità della liturgia sinagogale elaborata dagli ebrei candioti sotto l’influsso della tradizione ashkenazita. Il quarto capitolo tratta di due liste di libri databili alla seconda metà del Quattrocento (Bologna, Biblioteca Universitaria, ms. 3574 B) e suggerisce di considerarle come indicative del peso che ebbero alcuni immigrati ebrei catalani nella diffusione della cultura medica sefardita a Candia. Il quinto capitolo è dedicato al medico, filosofo e astronomo Mosheh ben Yehudah Galiano, il quale visse a Candia tra la seconda metà degli anni Venti del Cinquecento e il 1543. L’ultimo capitolo tratta degli effetti provocati dall’epidemia di peste del 1592-95 all’interno della zudeca di Candia.
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[Clementine Freiin von Rothschild]. Mit einem biographischen Vorwort von Leopold Stein
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von Clementine v. Rothschild. Mit einem biographischen Vorwort von Leopold Stein
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von einer jungen Israelitin
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Clementine Krämer
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u.a.: Absicht von Arthur Schopenhauer eines Umzuges nach Heidelberg;
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von C. Berg
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Este trabajo analiza las características del gesto ritual propio de la liturgia medieval, en particular su carácter de “eficaz". La gestualidad litúrgica “hace cosas", al decir de John Austin; en tanto produce cambios en sus destinatarios que llevan, incluso, a provocar modificaciones permanentes en sus vidas. ¿En qué consiste esa eficacia? ¿La eficacia la posee la palabra o el gesto litúrgico? La hipótesis que se plantea es que, si bien en el discurso académico la performatividad proviene de la palabra, no sucede lo mismo en el discurso popular puesto que, en este caso, la eficacia proviene del gesto. El trabajo se estructura en cuatro partes. Luego de una introducción y presentación de la problemática, se avanza en una aproximación al tema a partir de propuestas de teorías filosóficas y antropológicas contemporáneas. Se tiene en cuenta, particularmente, a John Austin. Luego, se realiza un análisis de algunos casos en un contexto histórico. En particular se trabajan la formula consecratoria de la eucaristía y el rito del bautismo. Finalmente, se trazan los aspectos conclusivos del artículo.