302 resultados para Cavezzo, sisma, ricostruzione
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Porting dell'esecuzione dell'algoritmo KinectFusion su piattaforma mobile (Android).
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Lo scopo principale di questa tesi è la valutazione del comportamento globale e dei danni subiti da un edificio in muratura esistente utilizzando un recente programma di calcolo sviluppato appositamente per lo studio in campo non lineare delle strutture in muratura, attraverso una modellazione a telaio equivalente con macroelementi; direttamente connesso a quest’aspetto vi è la valutazione della vulnerabilità sismica dell’edificio stesso, mediante i coefficienti o parametri definiti per i diversi stati limite considerati.
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Includes bibliographical references.
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"Progetto di ricomposizione della cantoria di Giovanni Pisano. Rapporti coi pulpiti della Scuola Pisana e con altri progetti" (2 pl., accordion fold.) in pocket.
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In Italia molti edifici sono stati costruiti senza tenere in considerazione l'azione sismica. La necessità di adeguare tali edifici in accordo con la normativa italiana vigente è stato il motivo scatenante di questa ricerca. Per l'adeguamento sismico, vengono qui proposti differenti approcci in base al tipo di struttura e, in particolare, in base alla loro deformabilità. Per le strutture flessibili come le scaffalature di acciaio adibite alla stagionatura del Parmigiano Reggiano, sono stati utilizzati dispositivi passivi di dissipazione energetica. Sono state condotte analisi di sensitività per determinare il coefficiente di smorzamento in grado di minimizzare lo stato tensionale nelle sezioni di interesse. I risultati delle analisi mostrano l'efficacia delle soluzioni proposte e potrebbero rappresentare un punto di partenza per la definizione di possibili contromisure standar per l'adeguamento sismico. Per le strutture rigide, come i ponti in muratura, sono stati definiti alcuni criteri per la modellazione e la verifica delle sezioni di interesse, utilizzando modelli semplificati ma dall'efficacia comprovata come termine di paragone.
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The archaeological excavations carried out in 2013 in the hut n. 16 of the protohistoric settlement of Brunku ’e s’Omu (central-western Sardinia) returned some metal products. The morpho-metric and functional study of these artifacts al-lowed the identification of two mending strips and other remains related to Bronze Age (late II millennium BC) ceramic vessels reparing. Some uncertainly dated slags and metal fragments were also identified. Visual examination and archaeometric investigation carried out by means of portable energy dispersive X-ray fluores-cence spectrometry (pXRF) were performed on these metals. The analyses were able to relate some remains to iron manufacturing and highlighted the lead composition of the other ones. The chosen approach further clarified some as-pects of nuragic metallurgists’ behaviour in selecting and processing metalliferous geo-materials.
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Questa tesi si è focalizzata sulla topologia robotica. In particolare, in questo elaborato si è voluto sottolineare l’importanza della topografia dei pezzi nella visione robotica. Siamo partiti dalle definizioni di politopo e di mappa gaussiana estesa, per poi passare ad alcuni punti chiave della robotica, quali la definizione di posa di un oggetto, di “peg in the hole”e di forma da X. Questi punti ci hanno permesso di enunciare i teoremi di Minkowski ed Alexandrov che sono stati poi utilizzati nella costruzione del metodo EGI. Questo metodo è stato quindi utilizzato per determinare l’assetto di un oggetto nello spazio e permettere quindi al braccio del robot di afferrarlo.
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Il tempio di Baalshamin si trovava nell’antica città di Palmira, in Siria. Risalente al II secolo d.C. era l’edificio meglio conservato dell’intero sito archeologico. Il 23 agosto 2015 i miliziani dell’Isis, dopo averlo dichiarato profano, lo hanno fatto esplodere. Questa tesi tratta di geomatica e anastilosi applicate al caso del tempio di Baalshamin. L’obiettivo è ricostruire fotogrammetricamente il tempio di Baalshamin utilizzando foto turistiche trovate sul web. Si partirà da un inquadramento storico della città di Palmira, per poi passare ai nostri giorni e toccare argomenti di attualità. Dopodiché saranno illustrate brevemente le nozioni fondamentali della geomatica e si parlerà di anastilosi. Nella parte sperimentale della tesi verranno analizzati i prodotti ottenuti dal raddrizzamento fotografico e dalla ricostruzione fotogrammetrica. Si vuole dimostrare che anche da foto di bassa qualità è possibile ottenere risultati apprezzabili dal punto di vista geometrico. Si vuole inoltre sottolineare l’importanza del turismo e del mondo del web, senza i quali questa tesi non sarebbe stata realizzata.
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Il Modello Standard delle particelle elementari prevede l’universalità del sapore leptonico, cioè l’uguaglianza della probabilità di accoppiamento dei bosoni di gauge carichi dell’interazione debole con tutti i leptoni. Recentemente, le Collaborazioni LHCb, BaBar e Belle, misurando il rapporto tra i branching ratio dei decadimenti $B^0\to D^{∗− }\tau^+\nu_{\tau} e $B^0 →D^{∗−}\mu^+\nu_{\mu}, hanno osservato una deviazione dai valori previsti dal Modello Standard di 3.9 deviazioni standard. Questo interessante risultato, se confermato, indicherebbe l’esistenza di nuove particelle, come per esempio il bosone di Higgs carico. Analogamente ai decadimenti del mesone $B^0$ , è possibile cercare effetti analoghi anche nel rapporto di branching ratio dei decadimenti $D^0\to K^ −\mu^+\nu_{\mu}$ e $D^0\to K^−e^+\nu_e$ . In questo lavoro di tesi è stato realizzato uno studio preliminare di questa misura. In particolare, è stato studiata, tramite simulazioni Monte Carlo, la ricostruzione del processo $D^{*\pm}\to D^0 (\to K^− \mu+\nu_{\mu})\pi_s^{\pm}$ nell’esperimento LHCb. Questo canale ha la particolarità di avere una particella invisibile, il neutrino, al rivelatore LHCb. Tuttavia, mediante vincoli cinematici e topologici, è possibile ricavare le componenti dell’impulso del neutrino, con risoluzioni non paragonabili a quelle di una particella visibile, ma comunque accettabili. In questa tesi sono riportati i calcoli che permettono di ottenere queste informazioni ed è stata studiata la risoluzione sulla massa invariante del $D^{∗\pm}$ . La tesi è organizzata nel seguente modo: il primo capitolo riporta le motivazioni della misura dei rapporti dei branching ratio e l’attuale stato sperimentale; il secondo capitolo contiene una breve descrizione del rivelatore LHCb; il terzo capitolo, infine, descrive lo studio di fattibilità della ricostruzione del decadimento $D^0\to K^-\mu^+\nu_{\mu}.
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Abstract: The late antique destruction of two bronze statues of Pausanias - the Spartan general responsible for the Greek victory at the Battle of Plataea (479 BC) - housed in the temple of Athena Chalkioikos in Sparta (Lib. Ep. 1518), has been interpreted as one of the few cases of a violent conflict between pagan and Christian population in Greece. Nevertheless the sources suggest that late antique Sparta was a bastion of Hellenic paganism and give a picture of a small and quiet town ruled by a pagan educated élite, where pagans like Libanius wanted to live. Since there is no evidence of a violent conflict between pagans and Christians in Sparta, and Libanius confirms that in 365 AD all the temples and cult statues were still in place, this paper addresses the issue from a different point of view and offers a new contribution to the history of Sparta in Late Antiquity. By using literary, archaeological and epigraphic evidence the paper explores: 1) the relationship between Roman administration and Spartan élite in the IVth century AD; 2) the historical memory of Pausanias in Late Antiquity. It will be emphasized that the obscure burning of the two statues helped to remove from Sparta the memory of Pausanias - a controversial figure, misrepresented in Late Antiquity and connected to the ancient staseis in Laconia - in order to promote a positive image of Sparta as a city without conflicts and ruled by the political system of Lycurgus (eunomia). As documented by local inscriptions in praise of late Roman governors, the mythical lawgiver Lycurgus was the paradigm of the imperial governors who rebuilded the town in the IVth cent. AD. It can be assumed that while Rome, Constantinople, Antioch and Athens were troubled by political and religious violence or by seditions between different factions, Sparta aimed to revive its traditional model of civic order in the new historical context of Late Antiquity.
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Este estudio de caso tiene como objetivo explicar cómo fue el proceso de representación política de género de la Bancada de Mujeres en el Congreso de la República (2006-2010), creada como una Comisión Legal con el fin de realizar desde el trabajo legislativo de las congresistas una representación que favoreciera la inclusión e igualdad de las mujeres en el campo político del país. Se explican y se muestran las principales razones que motivaron su creación y los resultados alcanzados, partiendo de diferentes conceptos claves de la teoría feminista, como grupo social, opresión, inclusión y representación, desarrollados por distintos autores, entre los que se destacan Iris Marion Young, Hanna Pitkin y Didier Ruedin. Este acercamiento permite evaluar sí la Bancada de Mujeres puede ser considerado como un ejercicio de representación política de las mujeres dentro del principal espacio de la democracia colombiana.
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En el periodo que va desde el 2000 al 2011, el Partido Conservador Colombiano y el panorama político del país tuvo múltiples cambios desde el punto de vista organizacional, la gran mayoría de los presidentes de los Directorios Nacionales del Partido que asumieron durante este periodo, implementaron estrategias de reforma que específicamente en el caso de las mujeres, se refieren a la creación de la Organización Nacional de Mujeres, la inclusión de cuotas, la inclusión del voto privilegiado para las mujeres, la creación de la Secretaria de la Mujer, la creación de la figura de la Consulta Popular, entre otras, que se muestran hoy como grandes fortalezas en la organización. A pesar de esto, no se puede desconocer el conjunto de resistencias explícitas fundamentadas en el comportamiento tradicional de un partido que llevan a la constitución de instituciones no formales por costumbre y conveniencia y que han trascendido aún el día de hoy. Éstas se manifiestan durante el periodo de estudio con la inclusión del voto preferente, el clientelismo, la negativa a la consulta, el machismo, las divisiones internas por personalismos políticos y el machismo, las cuales en muchos casos han sido parte de la estructura tradicional del Partido Conservador y que aún persisten. Dichas estrategias serán definidas en este trabajo como contrareforma. En el marco de estas pujas entre reforma y contrareforma las mujeres del Partido se consolidaron y se empoderaron dentro de la organización, ellas se han beneficiado de las dos vertientes. Así como se fortalecieron con la reforma, con la contrareforma, muchas de las mujeres ingresaron al Partido para lograr sus grandes caudales electorales e incluso convertirse hoy en día en caciques. En este sentido, este trabajo va a permitir identificar cómo se ha apropiado el Partido Conservador Colombiano del tema de la mujer al interior de su organización interna, teniendo en cuenta los procesos de reforma y contrareforma desde el año 2000 hasta el año 2011.
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“La questione di Trieste”, ovvero la questione del confine italo-yugoslavo all’indomani della seconda guerra mondiale costituisce da lungo tempo oggetto di attenzione e di esame da parte della storiografia italiana e straniera. Con alcune importanti eccezioni, la ricostruzione complessiva di quelle vicende ha visto il più delle volte il prevalere di un approccio storico-diplomatico che ha reso difficile comprendere con chiarezza i rapporti e le interdipendenze fra contesto locale, contesto nazionale e contesto internazionale. Attraverso la lettura incrociata dell’ampia documentazione proveniente dai fondi dei National Archives Records Administration (NARA) questo studio tenta una rilettura delle varie fasi di sviluppo della questione nel periodo compreso tra il giugno del 1945 e l’ottobre del 1954 secondo una duplice prospettiva: nella prima parte si concentra sulla politica americana a Trieste, guardando nello specifico a due aspetti interni tra loro strettamente correlati, la gestione dell’ordine pubblico e la “strategia” del consenso da realizzarsi mediante il controllo dell’informazione da un lato e la promozione di una politica culturale dall’altro. Sono aspetti entrambi riconducibili al modello del direct rule, che conferiva al governo militare alleato (GMA) piena ed esclusiva autorità di governo sulla zona A della Venezia Giulia, e che ci appaiono centrali anche per cogliere l’interazione fra istituzioni e soggetti sociali. Nella seconda parte, invece, il modificarsi della fonte d’archivio indica un cambiamento di priorità nella politica estera americana relativa a Trieste: a margine dei negoziati internazionali, i documenti del fondo Clare Boothe Luce nelle carte dell’Ambasciata mostrano soprattutto come la questione di Trieste venne proiettata verso l’esterno, verso l’Italia in particolare, e sfruttata – principalmente dall’ambasciatrice – nell’ottica bipolare della guerra fredda per rinforzare il sostegno interno alla politica atlantica. Il saggio, dunque, si sviluppa lungo due linee: dentro e fuori Trieste, dentro 1945-1952, fuori 1953-1954, perché dalle fonti consultate sono queste ad emergere come aree di priorità nei due periodi. Abstract - English The “Trieste question”, or the question regarding the Italian - Yugoslav border after the Second World War, has been the object of careful examination in both Italian and foreign historiography for a long time. With a few important exceptions, the overall reconstruction of these events has been based for the most part on historic and diplomatic approaches, which have sometimes made it rather difficult to understand clearly the relationships and interdependences at play between local, national and international contexts. Through a comparative analysis of a large body of documents from the National Archives and Records Administration (NARA), College Park MD, this essay attempts a second reading of the various phases in which the question developed between June 1945 and October 1954, following a twofold perspective: the first part focuses on American policy for Trieste, specifically looking at two internal and closely linked aspects, on the one hand, the management of ‘law and order’, as well as a ‘strategy’ of consent, to be achieved through the control of all the means of information , and, on the other, the promotion of a cultural policy. Both aspects can be traced back to the ‘direct rule’ model, which gave the Allied Military Government (AMG) full and exclusive governing authority over Venezia Giulia’s Zone A. These issues are also fundamental to a better understanding of the relationships between institutions and social subjects. In the second part of the essay , the change in archival sources clearly indicates a new set of priorities in American foreign policy regarding Trieste: outside any international negotiations for the settlement of the question, the Clare Boothe Luce papers held in the Embassy’s archives, show how the Trieste question was focused on external concerns, Italy in particular, and exploited – above all by the ambassador – within the bi-polar optic of the Cold War, in order to strengthen internal support for Atlantic policies. The essay therefore follows two main lines of inquiry: within and outside Trieste, within in 1945-1952, and outside 1953-1954, since, from the archival sources used, these emerge as priority areas in the two periods.
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La tese avvicina le Memorie dal carcere, di Graciliano Ramos e i Quaderni dal carcere di Antonio Gramsci, in una prospettiva in cui essi erano uniti per lo stesso ideale politico della prima metá del XX secolo e rappresentavano la resistenza intellettuale di fronte alla repressione. Entrambi furono vittime dell autoritarismo dei poteri fascisti e registrarono il periodo di prigione in differenti forme memorialistiche. Questi scrittori sono uniti anche per il contesto nazionale molto simile per la differenza economica tra le regioni. Condividono, inoltre, anche il concetto di arte e la certezza che l alienzazione dell intelligenza può essere superata solamente attraverso la ricostruzione delle basi nazionali per mezzo della conoscenza, dell educazione e della cultura. Si vuole mostrare come i concetti di Gramsci sono presenti non solo nella convinzione politica di Graciliano, ma in tutto il suo stile letterario memorialístico. Il lavoro, ancora, paragona le Memorie del carcere con due testi memorialistici di prigione in Italia, che sono Le mie prigioni, di Silvio Pellico, e Se questo è un uomo, di Primo Levi, per dimostrare che la proposta della letteratura gramsciana è molto più vicina allo scrittore brasiliano che ai due suoi conazionali.