1000 resultados para Biomedicina farmacêutica


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The proteasome is a multimeric and multicatalytic intracellular protease responsible for the degradation of proteins involved in cell cycle control, various signaling processes, antigen presentation, and control of protein synthesis. The central catalytic complex of the proteasome is called the 20S core particle. The majority of these are flanked on one or both sides by regulatory units. Most common among these units is the 19S regulatory unit. When coupled to the 19S unit, the complex is termed the asymmetric or symmetric 26S proteasome depending on whether one or both sides are coupled to the 19S unit, respectively. The 26S proteasome recognizes poly-ubiquitinylated substrates targeted for proteolysis. Targeted proteins interact with the 19S unit where they are deubiquitinylated, unfolded, and translocated to the 20S catalytic chamber for degradation. The 26S proteasome is responsible for the degradation of major proteins involved in the regulation of the cellular cycle, antigen presentation and control of protein synthesis. Alternatively, the proteasome is also active when dissociated from regulatory units. This free pool of 20S proteasome is described in yeast to mammalian cells. The free 20S proteasome degrades proteins by a process independent of poly-ubiquitinylation and ATP consumption. Oxidatively modified proteins and other substrates are degraded in this manner. The 20S proteasome comprises two central heptamers (β-rings) where the catalytic sites are located and two external heptamers (α-rings) that are responsible for proteasomal gating. Because the 20S proteasome lacks regulatory units, it is unclear what mechanisms regulate the gating of α-rings between open and closed forms. In the present review, we discuss 20S proteasomal gating modulation through a redox mechanism, namely, S-glutathionylation of cysteine residues located in the α-rings, and the consequence of this post-translational modification on 20S proteasomal function.

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Programa de Doctorado: Biomedicina Aplicada a la Práctica Clínica

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Programa de Doctorado en Biomedicina Aplicada a la Práctica Clínica

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Programa de doctorado: Biomedicina aplicada a la práctica clínica.

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Programa de doctorado: Biomedicina aplicada a la práctica clínica

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Programa de Doctorado en Investigación en Biomedicina. Grupo de Investigación en Rendimiento Humano, Actividad Física y Salud.

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Il progetto di tesi specialistica svolto durante questo anno accademico si è suddiviso in due parti: un primo periodo, da settembre 2010 a gennaio 2011, presso il dipartimento di Chimica Organica “A. Mangini” della Facoltà di Chimica Industriale dell’Università di Bologna e un secondo periodo in Spagna, da marzo ad agosto 2011, presso la Unitat de Química Farmacèutica de la Facultat de Farmàcia de la Universitat de Barcelona. Nel primo periodo a Bologna mi sono occupato della sintesi di 4-bromo-pirazoli da utilizzare come precursori di composti eterociclici condensati. Inizialmente è stato sintetizzato un pirazolo 1,3,5-trisostituito tramite cicloaddizione 1,3-dipolare tra un acetilene e una nitril immina generata in situ da un idrazonoil cloruro. Il pirazolo è stato poi bromurato facendo uno screening di diversi agenti bromuranti e condizioni di reazione per ottenere la migliore resa e chemoselettività. Infine è stata studiata la ciclizzazione intramolecolare del prodotto bromurato tramite reazione di cross-coupling catalizzata da metalli di transizione. Nel secondo periodo a Barcellona mi sono occupato della sintesi di dicarbossimmidi tricicliche con struttura a gabbia con il fine di creare alcheni altamente piramidalizzati e di studiarne la dimerizzazione ad un derivato del dodecaedrano. La strategia sintetica è stata impostata utilizzando come reagente di partenza una semplice succinimmide per giungere, dopo numerosi passaggi, al precursore del prodotto triciclico, del quale è stata studiata la ciclizzazione tramite reazione Diels-Alder intramolecolare.

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La tesi esplora la riflessione bioetica latino-americana e la sua evoluzione, valutandone i legami, intenzionali e non, con le posizioni bioetiche più consolidate e tendenzialmente dominanti del panorama internazionale. La trattazione indaga lo sviluppo della bioetica nel sub-continente latinoamericano, ponendo in evidenza lo sviluppo delle teorie morali che definiscono l'orizzonte interpretativo del dibattito contemporaneo, come pure le peculiarità della produzione sudamericana in materia di bioetica e la casistica tipica di questi territori. Per una comprensione delle caratteristiche di un pensiero bioetico, tipico di un territorio in via di sviluppo, la tesi presenta la trattazione di due precisi case studies: A- Il progetto peruviano: Propuesta de incorporación del enfoque intercultural y de representantes indígenas en los comités de ética en países multiculturales; B- La biomedicina e gli xenotrapianti in Messico. L'analisi dei casi studio è funzionale alla messa in luce delle caratteristiche costitutive del pensiero latinoamericano e della casistica tipica del territorio. La bioetica Latinoamericana, infatti, sviluppatasi circa con vent'anni di ritardo rispetto ai luoghi di nascita di questa disciplina (Gran Bretagna e USA), rivendica l'esigenza di un dibattito e di una prassi bioetica autoctone, capaci quindi di riassumere in sé stesse concetti e principi declinabili all'interno delle esperienze e delle concrete esigenze che prendono forma nella realtà culturale e socio-economica. Per questo motivo si discosta dalle cosiddette teorie bioetiche classiche rivendicando una bioetica di contestazione che si vincola costitutivamente al linguaggio dei diritti umani. La tesi propone inoltre l'utilizzo dei dati emersi dai casi studio per sviluppare una riflessione sulle modalità e su alcuni esiti della globalizzazione della bioetica. L’analisi si avvale di strumenti e categorie proprie della sociologia, dell’economia e della politica al fine di mettere in evidenza le diverse componenti costitutive e le criticità della bioetica globalizzata.