997 resultados para Hobbie, Hannah, 1806-1831.
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Fossil associations from the middle and upper Eocene (Bartonian and Priabonian) sedimentary succession of the Pamplona Basin are described. This succession was accumulated in the western part of the South Pyrenean peripheral foreland basin and extends from deep-marine turbiditic (Ezkaba Sandstone Formation) to deltaic (Pamplona Marl, Ardanatz Sandstone and Ilundain Marl formations) and marginal marine deposits (Gendulain Formation). The micropalaeontological content is high. It is dominated by foraminifera, and common ostracods and other microfossils are also present. The fossil ichnoasssemblages include at least 23 ichnogenera and 28 ichnospecies indicative of Nereites, Cruziana, Glossifungites and ?Scoyenia-Mermia ichnofacies. Body macrofossils of 78 taxa corresponding to macroforaminifera, sponges, corals, bryozoans, brachiopods, annelids, molluscs, arthropods, echinoderms and vertebrates have been identified. Both the number of ichnotaxa and of species (e. g. bryozoans, molluscs and condrichthyans) may be considerably higher. Body fossil assemblages are comparable to those from the Eocene of the Nord Pyrenean area (Basque Coast), and also to those from the Eocene of the west-central and eastern part of South Pyrenean area (Aragon and Catalonia). At the European scale, the molluscs assemblages seem endemic from the Pyrenean area, although several Tethyan (Italy and Alps) and Northern elements (Paris basin and Normandy) have been recorded. Palaeontological data of studied sedimentary units fit well with the shallowing process that throughout the middle and late Eocene occurs in the area, according to the sedimentological and stratigraphical data.
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A lo largo de La condición humana, Arendt utiliza el concepto de cuerpo asociado a las tres actividades que conforman el principio de vita activa. Estas actividades, configuran la complejidad de lo humano sólo en una parte, puesto la condición humana también se define a partir del ejercicio de la contemplación. ?La expresión vita activa toma su significado de la vita contemplativa; su muy limitada dignidad se le concede debido a que sirve las necesidades y exigencias de la contemplación en un cuerpo vivo? (Arendt, H. 2014:28). La propuesta de analizar no sólo lo que pensamos, sino trasladar el análisis respecto de lo que hacemos y lo que nos define como humanos en el mundo que habitamos, es la marca de la filosofía arendtiana; que muy lejos de proponerse tareas monumentales, nos brinda herramientas conceptuales para analizar nuestras acciones más mundanas. Al preocuparse por la reflexión respecto de aquello que queda ?por fuera? de la contemplación, Arendt abre las puertas a un tipo de análisis asociado a las tareas cotidianas, al trabajo y al cuerpo humano, poniéndolo en tensión entre la naturaleza y la política
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Vorbesitzer: Moritz Abendroth; Fräulein Abendroth; Freiherrlich Carl von Rothschild'sche öffentliche Bibliothek; alte Signatur: Hs. in Oktav 57; Hs in 8° 57
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Ralf Regener ; Patrick Jopp ; Max Lankau ; Lena von Zelewski
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Il semble régner aujourd’hui une certaine confusion lorsqu’on aborde des concepts et réalités politiques tels que le pouvoir, l’autorité, la domination, voire même la violence. De plus, les sociétés démocratiques et libérales contemporaines s’accordent de plus en plus avec un modèle de gouvernance individualiste et conformiste, ce qui semble limiter significativement toute forme de sens commun. En tant que réalité et catégorie spécifique du politique, l’autorité semble à cet égard s’effacer pour laisser place à une nouvelle figure. Celle-ci combine différents concepts et réalité du politique tels qu’autorité, pouvoir, violence, force, puissance souvent incarné par le chef ou le leader politique, ou encore est institutionnalisée au sein du gouvernement en place. La combinaison de ces différents concepts pour n’en former qu’un rend plutôt confuse notre compréhension de l’autorité et rend conflictuel sa relation avec l’égalité. Pour Hannah Arendt, la disparition de la catégorie politique de l’autorité s’exprime par l’intermédiaire d’une crise. Une crise marquée par une rupture du sens commun qui met en échec non seulement l’égalité entre les citoyennes et citoyens, mais aussi notre façon de concevoir le politique dans son ensemble. Réfléchir à la crise de l’autorité nous amèneras donc à repenser le politique, et ce faisant, les notions d’autorité et d’égalité. Dans ce mémoire, nous soutenons qu’une forme d’équilibre entre l’autorité et l’égalité est toujours possible, et même nécessaire dans notre monde politique contemporain.
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Il contenuto di questo volume non vuole rappresentare un testo didattico per lo studio in generale della vulcanologia in quanto in esso si tratta unicamente quell’a-spetto della disciplina che riguarda il vulcanismo esplosivo. In tal senso l’autore ritiene che questo testo possa essere utile per gli studenti di Scienze Geologiche che, vivendo nelle aree vulcaniche italiane di età quaternaria ed anche attive, possano, da laureati, svolgere attività professionali mirate alla individuazione e definizione di Pericolosità, Vulnerabilità e Rischio Vulcanico. Trattare gli argomenti che seguono non è stato facile e forse si poteva, in alcuni casi, renderli più semplici, ma talvolta la semplicità non sempre è sinonimo di precisione; inoltre, per descrivere certi aspetti non quantitativi si è costretti ad utilizzare un linguaggio quanto più possibile “ad hoc”. L’autore ha svolto la propria attività di ricerca in aree vulcaniche, sia in Italia che all’estero. Le ricerche in Italia sono state da sempre concentrate nelle aree di vulcanismo attivo in cui l’attività del vulcanologo è finalizzata fondamentalmente alla definizione della Pericolosità Vulcanica supporto indispensabile per la definizione dell’aree a Rischio Vulcanico, intendendo per Rischio il prodotto della Pericolosità per il Danno in termini, questo, di numero di vite umane ovvero di valore monetario dei beni a rischio nell’area vulcanica attiva. Le ricerche svolte dall’autore in Africa Orientale (Etiopia e Somalia) e nello Yemen hanno contribuito ad assimilare i concetti di vulcanologia regionale, rappresentata dall’ampia diffusione del vulcanismo di plateau, variabile per spessore dai 1500 ai 3000 metri, fra i quali si inseriscono, nella depressione dell’Afar, catene vulcaniche inquadrabili, dal punto di vista geodinamico, come “oceaniche” alcune delle quali attive e che si sviluppano per decine/centinaia di chilometri. Nelle aree vulcaniche italiane le difficoltà che sorgono durante il rilevamento risiedono nella scarsa continuità di affioramenti, talvolta incompleti per la descrizione delle variazioni di facies piroclastiche, non disgiunta dalla fitta vegetazione ovvero ur banizzazione specialmente nelle aree di vulcanismo attivo. Il rilevamento vulcanologico richiede competenze e l’adozione di scale adatte a poter cartografare le variazioni di facies piroclastiche che, a differenza dalle assise sedimentarie, in un’area vulcanica possono essere diffuse arealmente soltanto per alcune centinaia di metri. I metodi di studio delle rocce piroclastiche sono del tutto simili a quelli che si usano per le rocce clastiche, cioè dall’analisi delle strutture e delle tessiture alla litologica fino a quella meccanica; su questi clasti inoltre le determinazioni della densità, della mineralogia e della geochimica (Elementi in tracce e Terre Rare), ottenute sulla frazione vetrosa, rappresentano parametri talvolta identificativi di un’area vulcanica sorgente. Non esistono testi nei quali venga descritto come si debba operare nelle aree vulcaniche per le quali l’unica certezza unificante è rappresentata dall’evidenza che, nelle sequenze stratigrafiche, il termine al top rappresenta quello più relativamente recente mentre quello alla base indica il termine relativo più vecchio. Quanto viene riportato in questo testo nasce dall’esperienza che è stata acquisita nel tempo attraverso una costante azione di rilevamento che rappresenta l’uni- ca sorgente di informazione che un vulcanologo deve ricavare attraverso un attento esame dei depositi vulcanici (dalla litologia alla mineralogia, alla tessitura, etc.) la cui distribuzione, talvolta, può assumere un carattere interegionale in Italia nell’ambito dell’Olocene. Soltanto l’esperienza acquisita con il rilevamento produce, in un’area di vulcanismo attivo, risultati positivi per la definizione della Pericolosità, sapendo però che le aree vulcaniche italiane presentano caratteristiche ampiamente differenti e di conseguenza il modo di operare non può essere sempre lo stesso. Un esempio? Immaginate di eseguire un rilevamento vulcanico prima al Somma-Vesuvio e poi nei Campi Flegrei: sono mondi completamente differenti. L’autore desidera ribadire che questo testo si basa sulla esperienza acquisita sia come geologo sia come docente di Vulcanologia; pertanto il libro potrà forse risultare più o meno bilanciato, in forza dell’argomento trattato, in quanto durante l’attività di ricerca l’autore, come tutti, ha affrontato alcuni argomenti più di altri. Questo approccio può essere considerato valido per chiunque voglia scrivere un libro in maniera autonoma e originale, non limitandosi, come molte volte avviene, a tradurre in italiano un libro su tematiche analoghe diffuso, ad esempio, nel mondo anglosassone.Diversamente, si sarebbe potuto concepire un libro come un collage di capitoli scritti da vari autori, che magari avevano esperienza più specifica nei singoli argomenti, ma in tal senso si sarebbe snaturato lo spirito con cui si è impostato il progetto. L’autore, infine, ha fatto ricorso al contributo di altri autorevoli colleghi solo per temi importantissimi, ma in qualche modo complementari rispetto al corpus costitutivo del Vulcanismo Esplosivo.
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Maestria en Filosofia
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Anais do Parlamento Brasileiro, 1831.
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Anais do Parlamento Brasileiro, 1831.
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Neogobius caspius is a small benthic fish that is native to the Caspian Sea. The importance of this fish is because of it is role as a main food resource of the sturgeon fish. The genetic diversity of N. caspius population in the Caspian Sea was studied using PCR- RFLP technique. A total of 135 samples of N. caspius were collected from coastal line in the north Caspian sea, including specimens from coasts of Anzali , Torkman Port and Chalus. Genomic DNA was extracted by phenol-chloroform method and then was amplified using a pair primer of cytochrom b gene, 2 tRNA gene and the control region sequences by a thermal cycler. D2 (5'-CCGGAGTATGTAGGGCATTCTCAC-3'), CY1 (5'-YYTAACCRRGACYAATGACTTGA-3') 12 restriction enzyme were used to digest the target gene region including: Alul HincII —Tas1 —Rsa1 -MboI -DraI -BSeNI(BSRI) Alw261(BsmAI). Bsul 51 Hin11 Bsh12851- BsuRI(HaeIII) digested PCR products were observed by silver staining method followed by Polyacrylamide gel electrophoresis (PAGE). The results were shown the same pattern among the species. There was no polymorphism and no differentiation in population in the Neogobius caspius fish and all individuals have shown homogenous genotype.
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Electric rays, thought to be the most primitive of the skates and rays, have stout tails but have rather expansive disc. This group is distinguished by the presence of powerful electric organs, derived from branchial muscles in head region. Torpedo sinuspersici found inshore in sandy bottoms, and well offshore from the surf zone down to 200 m. Also on or near coral reefs (like Kish Island in Persian Gulf). Common in shallow sandy areas. Occasionally hooked by anglers, more often seen by divers; can deliver a strong shock. Flesh is edible. T. sinuspersici can survive for hours after being stranded on the beach. Little is known of the life history of the Gulf torpedo. It is a sluggish predator of bony fishes. At night it actively hunts for food, sculling slowly through the water about a meter above the bottom; during the day it usually rests on the bottom and opportunistically ambushes unwary prey. It uses its broad pectoral fins to envelop the target fish before delivering an electric shock to stun it. Usually solitary, they may form groups during the mating season. Reproduction is a placental viviparous, with the developing embryos initially surviving on their yolk sacs, and then on enriched uterine fluid produced by the mother. Litters of 9-22 young are birthed in the summer. Newborns measure about 10 cm wide; males mature at a disc width of 39 cm and females at 45 cm.
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Pempheris vanicolensis has reported for the first time from Persian Gulf (Kish Island). Various aspects of the biology of P. vanicolensis Cuvier & Valenciennes, a recent Lessepsian (Suez Canal) immigrant into the Mediterranean, are given. Red Sea and Mediterranean populations were compared, and the results indicate that the spawning season is shortened in the Mediterranean, continuing from April to September, as opposed to year-round in the Red Sea. Descriptions of a ripe ovary and post-larva from the Mediterranean are given. Individuals reach a mean size of 10.8 cm in their first year, and 14.4 cm in the second year. Little change has occurred in the diet of the immigrant population, and both populations feed nocturnally, chiefly on larval and adult stages of planktonic crustaceans. Direct underwater observations on the diurnal behavior of the species show that the fish leave their daytime cave shelter at sunset, congregate at a nearby site and then migrate inshore and disperse into small groups to feed. Before dawn, they reassemble at the cave's entrance, and finally enter it at sunrise, after the school has built up. Observations on Persian Gulf sweepers show that the fish are segregated into size groups, ranging 15–18 cm adults at depths of 3 m.
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Estudos baseados nas características testiculares estão altamente relacionados com a eficiência reprodutiva de varias espécies. Assim, o projeto desenvolvido teve como objetivo identificar as células do epitélio seminífero, caracterizar histologicamente suas associações, que formam os estádios, e determinar a frequência destes. Os fragmentos de testículos, com 30, 45, 60, 75, 90, 105, 120, 150 dias foram coletados no Centro de Multiplicação da Universidade Federal Rural do Semi-Árido (UFERSA), Mossoró/ RN. Passando pelos processos de fixação, lavagens em soluções de concentrações crescentes de álcoois (70-100%), desidratação em xilol, inclusão em Histosec®, preparação das lâminas histológicas, colorações em Hematoxilina e Eosina (HE) e suas fotomicrografias para a caracterização dos núcleos celulares do epitélio germinativo e a definição dos oitos estágios do ciclo do epitélio seminífero (CES) baseados no Método da Morfologia Tubular. Das faixas etárias analisadas todos os animais de 90-150 dias de idade apresentaram todos os estádios do CES. Os estádios I e III foram os que apresentaram maior e menor freqüência, respectivamente. Os animais caracterizados como pré-púberes (30 dias), púberes (45-90 dias de idade) e pós-púberes (105150 dias de idade) apresentaram os estádios I, VIII e IV com uma maior freqüência, respectivamente.