998 resultados para Batterie al gel di piombo,Calcolo del rendimento
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Introduzione : Plinio il Giovane erogò una somma di denaro per costruire una biblioteca e assicurarne il funzionamento. Una cittadina donò al Municipio di Balerna due case di appartamenti con lo scopo di mantenervi pigioni moderate e di mettere i vani a disposizione quale abitazione primaria per la popolazione del Comune. Questi due esempi illustrano casi di donazioni gravate da un onere. Da essi si evince che la donazione modale consta di due elementi: un dono e una finalità posta allo stesso. Una tale donazione esemplifica l'idea di alterità dell'unità, come Giano - dio del Pantheon romano - il quale è rappresentato con due volti, che gli permettevano di vedere il passato e di scrutare il futuro. Così, il presente lavoro - anch'esso paradigma dell'alterità dell'unità - si prefigge lo scopo di creare un ponte tra il passato e il potenziale futuro, sulla scorta anche di testi filosofici e letterari, senza tacere la sua dimensione giuridica. Un'invocazione a Giano si giustifica: anche Seneca, nel suo canzonatorio poema sulla trasformazione in zucca dell'imperatore Claudio - l'Apocolocintosi - narra che il dio patrocinò l'interessato, siccome abile oratore e aduso all'arte forense poiché i suoi due volti indicano in senso metaforico - e ironico - la capacità di esaminare le questioni sotto tutti i loro aspetti. Ciò posto, giovi considerare che la donazione modale è costituita di due scorciatoie cognitive che espongono la sua alterità: l'una, il dono, rimanda all'idea di gratuità, di benevolenza, di amicizia, di reciprocità; l'altra, l'onere, riconduce all'onerosità, allo scambio, al contratto, alla commutatività. Così, per enucleare l'unità della donazione gravata da un onere occorre chinarsi sulla sua alterità e percorrere i cammini che essa propone: la gratuità e l'onerosità, per poi ridurre gli esiti nell'unitarietà dell'istituto. Il presente lavoro vaglia invero la donazione modale. Esso è nondimeno condito di riflessioni più generali inerenti alla teoria dei contratti e alla filosofia del diritto, in una digressione temporale che dal diritto romano porta al diritto svizzero, passando per alcuni glossatori e umanisti e, anche, attraverso alcune legislazioni regionali del XIX secolo. Donde un lavoro che, in ultima analisi, abbraccia più tematiche, suddivise come esposto in appresso. Il primo capitolo, di introduzione al tema, è un compendio della terminologia latina del dono, ottenuto individuando esempi addotti dalle fonti giuridiche e fatti narrati da scrittori latini. Dacché la legge si palesa mediante uno scritto insieme di segni che esprimono concetti - mi è parso opportuno soffermarmi sulle sfaccettature linguistiche del "dono". La società romana era tributaria di molteplici rapporti di amicizia, i cui contenuti hanno poi dato adito ai cosiddetti contratti gratuiti. A Roma, la gratuità era un concetto bicefalo. Esisteva una gratuità propriamente detta e una gratuità qualificata di lucrativa. L'una escludeva l'altra. Esse godevano di un campo d'applicazione autonomo e indipendente. Queste due nozioni sono l'oggetto del secondo capitolo. Dato che la donazione modale è una commistione tra gratuità e onerosità, dopo aver esposto i criteri della gratuità, il terzo capitolo si incentra sull'analisi del modus testamentario e del concetto di donazione remuneratoria. Lungo le pagine del quarto capitolo, preludio al nucleo stesso della tesi, si tratteggia lo sviluppo giuridico della donazione nel diritto romano: da causa di atti a contratto indipendente. Dopo avere tracciato i contorni degli elementi che si fondono nel concetto di donazione gravata da un onere (dono, gratuità, onerosità), il quinto capitolo contiene la base del presente studio: l'analisi della donazione modale. Assemblando i risultati emersi nei capitoli precedenti, si definisce e si delimita questo istituto, si elabora la sua maturazione storica e concettuale. L'incedere della tesi, in ambito svizzero, segue quasi pedissequamente la struttura romanistica del primo titolo. Dopo una presentazione di alcune legislazioni del XIX secolo, nel preludio, il secondo capitolo si concentra sulla nozione di gratuità, quale può essere estrapolata dal Codice civile, dal Codice delle obbligazioni e dalla Legge federale sulla esecuzione e sul fallimento. Il terzo capitolo tratta dell'onerosità, limitata al Codice civile e, principalmente, all'onere successorio. La tesi si chiude, nel quarto capitolo, con una digressione sulla donazione gravata da un onere nel diritto svizzero. In questo lavoro i quesiti di fondo, cui si cerca di fornire una risposta, riguardano la natura e la struttura dell'istituto in esame: di che tipo di contratto si tratta? È gratuito, lucrativo o oneroso? Come risponde il donatario inadempiente? Permettetemi un'avvertenza preliminare: i testi letterari, giuridici e filosofici su cui poggia il primo titolo sono vecchi di un paio di millenni, e, prima di giungere nelle nostre biblioteche e nelle nostre case, hanno subito un percorso tortuoso. Alcuni sono stati alterati, altri modificati. Errori di trascrizione si sommano ad adeguamenti alle nuove realtà storiche. Ciò premesso, i testi letterari e filosofici sono presentati nelle versioni indicate nelle pagine della bibliografia e non sono stati l'oggetto di particolari attenzioni interpolazionistiche, critiche che affiorano tuttavia per i frammenti giuridici più interessanti per il presente lavoro.
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Para este trabajo se ha querido mirar afuera de los límites del arte tal y como se concibe en occidente. Dicho de otra forma, con mirar más allá no se hace referencia al arte de otras culturas, pues, de hecho, no nos movemos de la nuestra. Lo que se pretende a continuación, es la contemplación en la producción “artística” que se crea al margen de los dominios del “arte” oficial. Con esto puede parecer que nos inclinemos hacia las manifestaciones antisistemas que surgen en ambientes no institucionales como las paredes de las calles de las ciudades o en espacios de Internet. Por el contrario, se quiere tener en cuenta a aquellos individuos que, no perteneciendo al mundo del arte, pero impulsados por las mismas fuerzas expresivas que siente un artista “profesional”, generan imágenes plásticas de gran ímpetu y valor estético, tales como los niños, los pacientes y discapacitados mentales a causa de psicopatologías o trastornos, o visionarios y médiums espirituales. En definitiva, se prestará atención a individuos social y culturalmente marginados.
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La tesi propone l'edizione critica dele traduzioni del Bellum Catilinae e del Bellum Iugurthinum di Sallustio eseguite dall'umanista ferrarese Ludovico Carbone intorno agli anni '70 del Quattrocento. I testi sono accompagnati dagli apparati delle varianti e delle correzioni d'autore; dal testo latino dell'edizione Ernout, con la segnalazione in corsivo delle parti in cui pare evidente che l'umanista aveva di fronte un testo latino diverso; e da note di commento in cui si riportano eventualmente lezioni della tradizione dell'opera sallustiana che potrebbero essere all'origine della traduzione. Nell'introduzione viene delineato il ruolo svolto da Ludovico Carbone nella Ferrara del secondo Quattrocento, tra corte, università e vita cittadina; particolare attenzione è data alle osservazioni sulla lingua italiana dell'umanista e alla sua frequentazione della letteratura in volgare. L'esame della tradizione e della diffusione dell'opera di Sallustio ha lo scopo di comprendere il significato della scelta operata dal traduttore e di cercar di capire che tipo di modello poteva trovarsi di fronte. I due volgarizzamenti sono inseriti nel contesto storico e culturale di Ferrara, che vide in questi anni un'intensa attività di traduzione - spesso su diretta richiesta del principe -, tra i cui autori si distinsero Matteo Maria Boiardo e Niccolò Leoniceno. Inoltre, per una comprensione più completa dell'operazione del Carbone, viene ricostruita la figura del dedicatario delle due traduzioni, Alberto d'Este, e la sua importanza all'interno della storia di Ferrara sia dal punto di vista politico che cultuale; operazione che permette di aggiungere elementi utili a una datazione più precisa delle opere qui pubblicate. Una parte centrale del lavoro riguarda l'analisi delle modalità di traduzione che mostra come l'operazione del Carbone, pur mantenendosi molto rispettosa del testo di partenza, abbia ambizioni letterarie. Lo sforzo del traduttore è incentrato in particolar modo sulla resa dei vocaboli e sul ritmo del periodare. E' interessante notare come l'umanista, la cui prosa latina ha un periodare ampio e ricco di subordinate su modello ciceroniano, in volgare mantenga queste caratteristiche stilistiche solo nelle lettere dedicatorie, mentre nella traduzione il suo stile si uniforma in gran parte al modello di Sallustio. La Nota al testo dà conto dei rapporti tra i manoscritti e dei criteri di edizione delle due opere. Nella Nota linguistica si trova un'analisi sistematica e approfondita della lingua del manoscritto autografo del Catilinario, mentre per gli altri manoscritti sono segnalati gli usi linguistici solo in funzione di una loro collocazione geografica. Un esame contrastivo delle abitudini linguistiche dei copisti rispetto a quelle del Carbone è alla base della scelta del manoscritto da utilizzare per l'edizione del Giugurtino, per il quale non si dispone di un autografo. Un capitolo è dedicato all'analisi delle varianti evolutive del manoscritto londinese contenente il Catilinario. Lo studio del lessico utilizzato nelle traduzioni ha portato alla costituzione del Glossario, che - attraverso un confronto con numerosi vocabolari e testi di area ferrarese o limitrofa - registra e illustra le più significative forme dialettali, i tecnicismi e i latinismi particolarmente crudi, rari o il cui significato si discosta da quello assunto più frequentemente in volgare. Si segnalano alcuni termini le cui prime attestazioni compaiono nella lingua volgare proprio in questo periodo.
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La reconstrucció de les pautes de consum d"aliments durant el bronze final i la primera edat de ferro, tant si són de caire domèstic com si no, passa per un anàlisi exhaustiu de les diferents dades arqueològiques. En primer lloc, tenim els espais destinats al consum. Les circumstàncies pròpies del registre arqueològic a Catalunya durant aquests períodes fa que, depèn del territori, aquest nivell d"anàlisi sigui més o menys evident. Així, en territoris on existeix una tradició arquitectònica en pedra i, fins i tot, dissenys urbanístics ben definits (entorn del Segre i l"Ebre), aquest problema resulta relativament fàcil de tractar en funció de la conservació de la resta d"elements i la particularitat de les estructures analitzades. Això ha permès caracteritzar certes pràctiques.de consum diferenciades del que podria ser propi d"un àmbit domèstic en jaciments com Barranc de Gàfols (habitacions 1 y 2), la Moleta del Remei (habitació 7), Tossal Redó (habitació 1), San Cristóbal (habitació 2), Sant Jaume Mas d"en Serrà (habitacions 3 i 4), l"edifici de Turó del Calvari de Vilalba dels Arcs o Genó (habitació 2) (Lucas 1989; López Cachero 1998; Sanmartí et al. 2000; Fatás 2004-05; Garcia 2005; Sardà 2008). Aquesta situació contrasta amb el que passa a la resta del litoral català on les estructures negatives són pràcticament l"única evidència del poblament existent i on resulta molt complicat, fins i tot, la documentació de qualsevol espai habitacional que ens permeti avançar en aquesta direcció.
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Diseñar y validar un protocolo de evaluación que sirva para estimar la competencia curricular en el área de matemáticas al final de la Educación Primaria o al inicio de la secundaria obligatoria. Es decir, lo que se pretende es construir un test de rendimiento en matemáticas que será baremado, tanto clásicamente como según la más moderna respuesta al ítem. 603 estudiantes de sexto de Educación Primaria en el Sector Educativo del Nalón (Asturias). Se trabaja con un error muestral muy pequeño (1,5 por ciento) y un nivel de confianza del 95 por ciento. Previamente a la aplicación del instrumento se realizó un estudio piloto con el fin de realizar una primera depuración de ítems para construir y validar estadísticamente una prueba que permitiera estimar el nivel curricular del alumnado en el área de matemáticas al final de la Educación Primaria. El trabajo se inicio con el análisis del currículo del área en tercer ciclo: decretos de mínimos y curricular de Educación Primaria. También se revisaron los documentos elaborados por el MEC, libros de texto de la principales editoriales y el material de refuerzo y recuperación disponible en el EOEP-Nalón (Asturias). Estas tareas sirven para diseñar la tabla de especificaciones de la prueba y construir un primera banco de ítems. Se diseña una matriz de especificaciones con un total de 46 entradas organizadas en dos ejes: a) Bloques de contenidos: numeración, operaciones, geometría, medidas y organización de la información; b) Capacidades matemáticas: conocimientos básicos, algoritmos, estrategias intermedias y resolución de problemas. El protocolo de evaluación implementado en la aplicación final consistió en una batería de 41 preguntas. A los 34 ítems seleccionados de la prueba piloto se unieron 7 más. El análisis de los resultados se llevo a cabo del programa SPSS V.8.0. Se calculan estadísticos de posición y dispersión, puntuaciones típicas y transformadas, ajuste a normalidad y descarte de diferencias entre los grupos de corte de la muestra. Buscando definir las características métricas se estiman los índices de fiabilidad y validez externa. a) La batería del estudio presenta buenos índices de fiabilidad, tanto en los coeficientes de test referidos a la norma, como al criterio; b) El valor del índice de fiabilidad es siempre una primera aproximación al estudio de unidimensionalidad de la escala. Un alfa superior a 0,86 parece indicar cierto grado de unidimensionalidad, lo que permitiría intentar el ajuste de los datos a algún modelo derivado de la Teoría de Respuesta al Ítem , y superar de esta forma los rudimentos de la Teoría Clásica de Respuesta a los Test; c) Se pueden establecer puntos de corte a partir del rendimiento en la prueba para identificar, tanto alumnos con dificultades en el área, como a posibles talentos matemáticos.
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PremessaSebbene numerosi studi prospettici, controllati e randomizzati abbiano dimostrato il successo della ventilazione non-invasiva a pressione positiva (NIV) in casi selezionati di insufficienza respiratoria acuta ipercapnica (IRA) in setting con intensità di cura differenti, i dati di pratica clinica relativi all’uso della NIV nel “mondo reale” sono limitati. Scopo Riportare i risultati della nostra esperienza clinica sulla NIV nell’IRA applicata nell’Unità di Terapia Semi-Intensiva Respiratoria (UTSIR) allocata all’interno dell’Unità Operativa di Pneumologia di Arezzo negli anni 1996-2006 in termini di: tollerabilità, effetti sui gas ematici, tasso di successo e fattori predittivi del fallimento.MetodiTrecentocinquanta dei 1484 pazienti (23.6%) consecutivamente ammessi per IRA nella nostra Unità Operativa di Pneumologia durante il periodo di studio hanno ricevuto la NIV in aggiunta alla terapia standard, in seguito al raggiungimento di criteri predefiniti impiegati di routine.RisultatiOtto pazienti (2.3%) non hanno tollerato la NIV per discomfort alla maschera, mentre i rimanenti 342 (M: 240, F: 102; età: mediana (interquartili) 74.0 (68.0-79.3) anni; BPCO: 69.3%) sono stati ventilati per >1 ora. I gas ematici sono significativamente migliorati dopo 2 ore di NIV (media (deviazione standard) pH: 7.33 (0.07) versus 7.28 (7.25-7.31), p<0.0001; PaCO2: 71.4 (15.3) mmHg versus 80.8 (16.6) mmHg, p<0.0001; PaO2/FiO2: 205 (61) versus 183 (150-222), p<0.0001). La NIV ha evitato l’intubazione in 285/342 pazienti (83.3%) con una mortalità ospedaliera del 14.0%. Il fallimento della NIV è risultato essere predetto in modo indipendente dall’Apache III (Acute Physiology and Chronic Health Evaluation III) score, dall’indice di massa corporea e dal fallimento tardivo della NIV (> 48 ore di ventilazione) dopo iniziale risposta positiva.ConclusioniSecondo la nostra esperienza clinica di dieci anni realizzata in una UTSIR, la NIV si conferma essere ben tollerata, efficace nel migliorare i gas ematici e utile nell’evitare l’intubazione in molti episodi di IRA non-responsivi alla terapia standard.
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El presente artículo postula algunas reflexiones teóricas e historiográficas sobre los métodos y los procedimientos tanto narrativos como filosóficos leídos en los historiadores de la Antiguedad. También hace, este texto, una revisión historiográfica de las principales corrientes y los principales autores de la ciencia histórica occidental de los tres últimos siglos, proponiendo que acaso el ánimo de originalidad que impulsó a muchos de estos movimientos intelectuales —la filología germánica del siglo XVIII, la Ilustración, el romanticismo, el positivismo, la escuela de Annales, etc.— tuviera un acervo precursor, quizás inconsciente, en el trabajo de historiadores del mundo Antiguo, como en el caso de ese Eutropio al que aquí se traduce del latín.-----This article proposes some theoretical and historiographical thoughts about both narrative and philosophic methods and procedures read in the Ancient historians. A historiographical review of the main currents and authors of the west historic science in the last three centuries is also carried out, proposing that the intent of originality that inspired many of such intellectual movements –18th century Germanic Philology, Enlightenment, Romanticism, Positivism, School of Annales, etc.– could have had a precursor heritage, unconsciously possibly, in the works of the Ancient world historians, as is the case of Eutropius, translated here from Latin.
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Cédula Real de Felipe V de 18 de enero de 1734 en la que concede una nueva extensión de 10 años de la pensión de 500 ducados anuales al Colegio Mayor del Rosario, pensión ya otorgada en la Cédula Real de 19 de septiembre de 1715 y renovada por la Cédula Real de 2 de abril de 1726. La pensión fue concedida debido a la escasez de las rentas del Colegio Mayor, situación que no permitía la manutención de los colegiales, ni de las cátedras. Además de la pensión, el Rey concedía de nuevo al Colegio Mayor la exención del tributo de la media anata. El rector del Colegio Mayor del Rosario José Ignacio Flórez Vanegas pide en 1746 una copia de la cédula Real de 1734; además ordena hacer interrogatorios para corroborar los problemas económicos del Colegio Mayor y pedir al Rey de España una nueva pensión.
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En la presente investigación se estudió la organización administrativa y territorial de la República Bolivariana de Venezuela, para poder identificar si se podían definir y catalogar a Venezuela como un Estado federal como manda su Constitución, o si por el contrario, podríamos estar hablando de una organización distinta llámese autonómica o unitaria, o simplemente un modelo federal diferente al dual influenciado por las diferentes formas de organización.
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Contribuir al estudio de la inteligencia y del car??cter en los cursos de Preescolar y Primero de EGB, desde una perspectiva pedag??gica para conseguir una orientaci??n escolar y profesional basada en el desarrollo integral de la persona. 131 sujetos pertenecientes a un colegio de clase media de Salamanca. Est??n distribuidos en los cursos de Primero de EGB y Preescolar. Todos son de sexo masculino. Se realiza un estudio te??rico de la inteligencia, una descripci??n y fundamentaci??n del WISC, y adem??s se analiza el car??cter mediante la gu??a de observaci??n GOC . Despu??s se procede a un estudio experimental con el objetivo de aplicar los tests y obtener los resultados de la muestra, los cuales se utilizan para finalizar con el an??lisis de los casos . Escala de inteligencia Wechsler Intelligence Scale For Children (WISC) y Gu??a de Observaci??n del Car??cter de Giovenale Dho. Se aplica al alumnado seleccionado el test WISC y al profesorado la gu??a GOC y con los resultados obtenidos se estudian las diferencias entre los diversos grupos y la relaci??n anal??tica y sint??tica de la asociaci??n entre variables. Finalmente se realiza un estudio anal??tico de casos: uno de Preescolar y otro de Primero. Para la realizaci??n de estos an??lisis, se presentan en primer lugar los baremos, y a continuaci??n, el perfil psicol??gico de la inteligencia y del car??cter. Los baremos son propios de la investigaci??n, los cuales est??n realizados sobre una muestra nacional de mil sujetos que no se ajusta exactamente a la muestra de este estudio. Adem??s est??n hechos a partir de escalas de endecatipos.. 1) Respecto a la inteligencia, aparece, por una parte, una clara superioridad de los cursos de Primero respecto al curso de Preescolar en todas las pruebas del Wisc. 2) En lo referente al car??cter, se advierten dos tipos claramente diferenciados, que son: extroversi??n e introversi??n. Esta orientaci??n del car??cter es constante y aparece tanto en Preescolar como en Primero. En la muestra utilizada se nota una superioridad de las medias y desviaciones t??picas de los dos primeros respecto a Preescolar, pero esta superioridad es s??lo aparente ya que en pocas variables llega a ser significativa. Tambi??n entre Primero A y Primero b existen diferencias significativas en todos los casos, lo cual puede ser debido, con gran probabilidad, a que el curso de Primero A es m??s heterog??neo que el de Primero B y por lo tanto existe mayor dispersi??n. 3) En cuanto a las evaluaciones, ??stas solo se han tenido en cuenta en los dos cursos de Primero, ya que en Preescolar el proceso de evaluaci??n es distinto. Existe una ligera superioridad en Primero A respecto de Primero B puesta de manifiesto significativamente en determinadas ??reas: Lenguaje, Matem??ticas, Din??mica y Religi??n. Sin embargo, esta diferencia se debe al sistema de evaluaci??n del profesorado. Los resultados que ofrecen los tests nunca pueden ser tomados como algo definitivo ni aislados del contexto social, familiar y cultural en el que se desarrolla el ni??o. En este estudio, esta cuesti??n se acent??a por tratarse de una muestra de ni??os de Preescolar y Primero de EGB, porque son sujetos que no tienen configurada su personalidad de una forma definitiva y est??n sometidos a un proceso de desarrollo evolutivo.
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Esta innovación obtuvo un premio de la Consejería de Educación de la Comunidad de Madrid en 2004
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Se resalta la importancia de este autor desde el punto de vista de sus aportaciones al ámbito de la educación del tartamudo, destacando el enfoque eminentemente educativo que adopta siempre en todas sus actuaciones relacionadas con la reeducación de este problema y remarcando la preocupación constante que manifiesta para que se acometa su tratamiento tempranamente con apoyo desde la familia y la escuela.
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Resumen tomado de la publicación
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L’objecte d’aquesta tesi es l’estudi del canvi de llengua que es produeix en l’obra poètica de Pere Gimferrer. Per arribar-hi haurem d’activar un itinerari complex – crític, teòric i metodològic -. La problemàtica que presentem intenta resoldre una qüestió central: tractar d’elucidar si aquest canvi de llengua – del castellà al català, i més tard, del català al castellà – implica necessàriament un canvi d’estil, o si, en canvi, l’estil de poeta resta estable tot i haver canviat la llengua d’escriptura. Si la recerca està orientada a trobar una possible resposta a aquesta qüestió, nosaltres ens proposem com a punt de partida l’anàlisi de les conseqüències que comporta l’escriure en diferents llengües a la modernitat. Per aquesta raó, en la tesi es desenvolupen teòricament les nocions de “frontera”, “extraterritorialitat”, o “llengua estrangera” que ens seran útils per a portar a terme la nostra anàlisi. A la darrera part, a través de la lexicometria, presentem un apropament exhaustiu a les particularitats lèxiques i sintagmàtiques de l’obra de Pere Gimferrer. Finalment, proposem una resposta a la problemàtica proposada.
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Los organismos de derechos humanos del Perú han subrayado que la (re)institucionalización democrática del país requiere que las políticas públicas integren y sirvan a la gente y no al revés; que la definición del rumbo de tales políticas refleje la participación substantiva de las y los ciudadanos y que, por tanto, estos -en especial los más pobres- no sigan siendo excluidos de las decisiones que les conciernen; que la legislación refleje y no confronte los estándares internacionales de protección de la dignidad a los que voluntariamente se comprometió el Perú; que se erradique el racismo, la impunidad y la discriminación, así como que prime, por sobre todo, el deber primario de respetar y proteger todos los derechos humanos, prestando especial atención a los derechos económicos, sociales y culturales (DESC).