996 resultados para Hernia de disco


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Questo elaborato scritto tratta la classificazione e la modellizzazione della fisica delle galassie. La prima parte illustra la classificazione morfologica delle galassie. Descrivo la classificazione di Hubble perché è la prima in ordine cronologico, la più semplice e la più importante. In seguito espongo le modifiche introdotte da Sandage e De Vaucouleurs. In particolare cerco di giustificare l’importanza delle classificazioni morfologiche come punto di partenza per una comprensione e una modellizzazione della fisica delle galassie. Nella seconda parte mi concentro sulle caratteristiche fotometriche e cinematiche interne relative a due particolari tipi di galassie: le Ellittiche e le Spirali. Approfondisco due argomenti in particolare: i profili di brillanza delle Ellittiche per quanto riguarda le caratteristiche fotometriche delle Ellittiche e le curve di rotazione delle Spirali, per le caratteristiche cinematiche delle Spirali. Questi due argomenti sono stati scelti perché il primo fornisce un modello analitico per descrivere la luminosità delle Ellittiche e il secondo permette di rappresentare, sempre tramite una modellizzazione, la cinematica delle Spirali, in particolar modo del loro disco.

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Il progetto è il proseguimento di una tesi di laurea1 in cui si è studiato un metodo di analisi della salute della pelle non invasivo. A tale scopo si è approfondito il tema della spettroscopia d'impedenza ed è stato realizzato un sistema per la loro misura. Questo sistema prevede l'utilizzo di una parte analogica formata da un generatore di segnale sinusoidale a frequenza variabile e la circuiteria per estrarre i valori efficaci di tensione e corrente e il valore di fase. La parte digitale, invece, condiziona il segnale del blocco analogico agendo su trimmer digitali, acquisisce i dati e li trasmette tramite la UART. Lo strumento effettuava le misurazioni ed inviava continuamente i dati grezzi al computer, tramite un convertitore UART/USB, risultando poco versatile. L'obiettivo del progetto è realizzare una piattaforma software che comunichi con l'hardware, permettendo la configurazione dello strumento e la manipolazione dei dati grezzi ricevuti, svincolando quindi l'utente dai problemi di basso livello. Si è studiato un protocollo di comunicazione che permette la trasmissione di maggiore informazione e sono stati scelti dei comandi mnemonici che lo strumento possa facilmente interpretare. Il progetto prevede quindi una prima fase di modifica del vecchio firmware, in modo che il microcontrollore possa leggere e comprendere i dati ricevuti tramite la UART. Nella seconda fase si è sviluppato il software utilizzando il linguaggio di programmazione Java. Lo sviluppo comprende lo studio delle librerie grafiche offerte da JavaFX (soprattutto per la rappresentazione dei dati grezzi in grafici a due assi), di un metodo di gestione e salvataggio su disco delle impostazioni del sistema, della comunicazione seriale e infine del sistema software nella sua completezza. Alcune prove sperimentali sono infine state svolte per verificare la funzionalità dei due sistemi, firmware e software.

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In questa tesi si vuole fornire una descrizione generale delle dinamiche delle galassie ellittiche e a spirale. Nel primo capitolo si danno informazioni generali sulle grandezze che caratterizzano le galassie e come esse vengono classificate. Nel secondo capitolo si espone il concetto di sistema collisionale, si fa notare come le galassie risultino essere sistemi non collisionali e come questo porti delle semplificazioni nella trattazione di questi oggetti e ne spieghi alcune caratteristiche. Si prosegue andando a considerare le equazioni che descrivono il moto (equazione non collisionale di Boltzmann, equazioni di Jeans, teorema del viriale in forma tensoriale) e le informazioni che si possono ricavare. Nel terzo capitolo ci si concentra sulle galassie ellittiche e sulle principali leggi che le descrivono e dalle quali è possibile ottenere stime riguardo distanza e dimensioni. Il quarto e ultimo capitolo è incentrato sulle galassie a spirale e in particolare sulla dinamica del disco, e come si è giunti all'ipotesi dell'esistenza della materia oscura, e sulla dinamica dei bracci.

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Le galassie spirali hanno la forma di un disco, con un nucleo globulare più o meno prominente detto bulge e alcune braccia a spirale che si avvolgono attorno ad esso. Il tutto è in rotazione attorno all'asse del disco, con una velocità angolare che varia dal centro alla periferia. Le spirali vengono designate con la lettera S, seguita da una lettera (a, b o c) a seconda dell'importanza dei bracci. Nelle spirali di tipo Sa, i bracci sono piuttosto stretti e il nucleo è preponderante, nelle Sb invece i bracci sono più prominenti e nelle Sc sono ancora più importanti rispetto al nucleo e hanno anche un aspetto piu' "diffuso". Le spirali barrate, che si indicano con la notazione SB seguita dalle lettere a, b o c, sono identiche alle precedenti, salvo per il fatto che le braccia partono dalle estremità di una barra di stelle e gas che attraversa diametralmente il bulge, anziché direttamente da questo. Il contenuto di queste galassie a spirale è piuttosto disomogeneo; la densità della materia diminuisce dal centro verso la periferia. Inoltre possiedono una grande quantità di gas mischiato a polvere, dal quale si formano tutt'ora molte nuove stelle. Le stelle sono concentrate nel nucleo, nei bracci e in un alone di ammassi globulari disposti intorno alla galassia. Inoltre, questo gas è soggetto a processi violenti come l'esplosione di supernoavae, che vi immettono grandi quantità di energia e altro materiale, perciò la materia interstellare è disposta in modo piuttosto irregolare, concentrata in nubi di varie dimensioni. E da queste nubi si formano le stelle. Nella prima parte dell'elaborato ci occuperemo del mezzo interstellare: temperatura e densità differenziano le fasi dell' ISM, da qui discendono i vari processi di emissione/assorbimento che vedremo nella seconda parte. Principalmente andremo ad analizzare cinque bande di emissione (banda X, ottica, radio, gamma e infrarossa) e vedremo come appaiono tipicamente le galassie a spirale a lunghezze d'onda differenti, quali sono i processi in gioco e come il mezzo interstellare sia fondamentale in quasi ogni tipo di processo. A temperature elevate, esso è responsabile dell'emissione X della galassia, mentre regioni più fredde, formate da idrogeno ionizzato, sono responsabili delle righe di emissione presenti nello spettro ottico. Il campo magnetico, tramite le sue interazioni con elettroni relativistici è la principale fonte dell'emissione radio nel continuo di una galassia a spirale, mentre quella in riga è dovuta a idrogeno atomico o a gas freddo. Vedremo infine come raggi cosmici e polvere, che fanno sempre parte del mezzo interstellare, siano rispettivamente la causa principale dell'emissione gamma e infrarossa.

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Una curva di Jordan è una curva continua nel piano, semplice e chiusa. Lo scopo della tesi è presentare tre teoremi riguardanti le curve di Jordan. Il teorema dei quattro vertici afferma che ogni curva di Jordan regolare di classe C^2 ha almeno quattro punti in cui la curvatura orientata ha un massimo o un minimo locali. Il teorema della curva di Jordan asserisce che una curva di Jordan divide il piano esattamente in due parti, l'interno e l'esterno della curva. Secondo il teorema di Schönflies, la chiusura dell'interno di una curva di Jordan è omeomorfa a un disco chiuso.

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Fin dalla loro scoperta, le galassie ellittiche hanno sempre suscitato grande curiosità da parte degli astronomi, in quanto strutture dotate di dinamiche alquanto complesse. Spesso considerate meno affascinanti delle galassie a disco, esse vantano molteplici caratteristiche di carattere morfologico e radiativo; noi le osserviamo sulla Terra e fuori dall’atmosfera con ogni tipo di strumento, dato che tutto lo spettro elettromagnetico ne testimonia la presenza e, in molti casi, la piena attività nucleare. Obiettivo della presente dissertazione è fornire una panoramica generale riguardo le forme di emissione delle galassie ellittiche, approfondendo particolarmente i meccanismi principali e le modalità fisiche. Inizialmente vedremo brevemente come queste galassie vengono classificate e le leggi empiriche che ne descrivono alcuni importanti parametri osservativi; successivamente analizzeremo separatamente le tre bande (Ottica, X e Radio) in cui l’emissione è prominente, soffermandoci sui relativi meccanismi dominanti (rispettivamente: emissione di Corpo Nero, Bremsstrahlung e Sincrotrone) e le peculiarità.

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We performed 124 measurements of particulate matter (PM(2.5)) in 95 hospitality venues such as restaurants, bars, cafés, and a disco, which had differing smoking regulations. We evaluated the impact of spatial separation between smoking and non-smoking areas on mean PM(2.5) concentration, taking relevant characteristics of the venue, such as the type of ventilation or the presence of additional PM(2.5) sources, into account. We differentiated five smoking environments: (i) completely smoke-free location, (ii) non-smoking room spatially separated from a smoking room, (iii) non-smoking area with a smoking area located in the same room, (iv) smoking area with a non-smoking area located in the same room, and (v) smoking location which could be either a room where smoking was allowed that was spatially separated from non-smoking room or a hospitality venue without smoking restriction. In these five groups, the geometric mean PM(2.5) levels were (i) 20.4, (ii) 43.9, (iii) 71.9, (iv) 110.4, and (v) 110.3 microg/m(3), respectively. This study showed that even if non-smoking and smoking areas were spatially separated into two rooms, geometric mean PM(2.5) levels in non-smoking rooms were considerably higher than in completely smoke-free hospitality venues. PRACTICAL IMPLICATIONS: PM(2.5) levels are considerably increased in the non-smoking area if smoking is allowed anywhere in the same location. Even locating the smoking area in another room resulted in a more than doubling of the PM(2.5) levels in the non-smoking room compared with venues where smoking was not allowed at all. In practice, spatial separation of rooms where smoking is allowed does not prevent exposure to environmental tobacco smoke in nearby non-smoking areas.

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Fgfrl1 (also known as Fgfr5; OMIM 605830) homozygous null mice have thin, amuscular diaphragms and die at birth because of diaphragm hypoplasia. FGFRL1 is located at 4p16.3, and this chromosome region can be deleted in patients with congenital diaphragmatic hernia (CDH). We examined FGFRL1 as a candidate gene for the diaphragmatic defects associated with 4p16.3 deletions and re-sequenced this gene in 54 patients with CDH. We confirmed six known coding single nucleotide polymorphisms (SNPs): c.209G > A (p.Pro20Pro), c.977G > A (p.Pro276Pro), c.1040T > C (p.Asp297Asp), c.1234C > A (p.Pro362Gln), c.1420G > T (p.Arg424Leu), and c.1540C > T (p.Pro464Leu), but we did not identify any gene mutations. We genotyped additional CDH patients for four of these six SNPs, including the three non-synonymous SNPs, to make a total of 200 chromosomes, and found that the allele frequency for the four SNPs, did not differ significantly between patients and normal controls (p > or = 0.05). We then used Affymetrix Genechip Mouse Gene 1.0 ST arrays and found eight genes with significantly reduced expression levels in the diaphragms of Fgfrl1 homozygous null mice when compared with wildtype mice-Tpm3, Fgfrl1 (p = 0.004), Myl2, Lrtm1, Myh4, Myl3, Myh7 and Hephl1. Lrtm1 is closely related to Slit3, a protein associated with herniation of the central tendon of the diaphragm in mice. The Slit proteins are known to regulate axon branching and cell migration, and inhibition of Slit3 reduces cell motility and decreases the expression of Rac and Cdc42, two genes that are essential for myoblast fusion. Further studies to determine if Lrtm1 has a similar function to Slit3 and if reduced Fgfrl1 expression can cause diaphragm hypoplasia through a mechanism involving decreased myoblast motility and/or myoblast fusion, seem indicated.

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Fetal echocardiography was initially used to diagnose structural heart disease, but recent interest has focused on functional assessment. Effects of extracardiac conditions on the cardiac function such as volume overload (in the recipient in twin-twin transfusion syndrome), a hyperdynamic circulation (arterio-venous malformation), cardiac compression (diaphragmatic hernia, lung tumours) and increased placental resistance (intrauterine growth restriction and placental insufficiency) can be studied by ultrasound and may guide decisions for intervention or delivery. A variety of functional tests can be used, but there is no single clinical standard. For some specific conditions, however, certain tests have shown diagnostic value.

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Irritation of inguinal nerves with laparoscopic hernia repair may cause chronic neuralgia and hypoesthesia. Hypoesthesia in particular is generally not assessed objectively. We objectively investigated hypoesthesia and chronic pain after transabdominal preperitoneal inguinal hernia repair (TAPP) with titanium spiral tacks (STs) compared with tissue adhesive (TA) for mesh fixation.

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Postoperative fascial dehiscence and open abdomen are severe postoperative complications and are associated with surgical site infections, fistula, and hernia formation at long-term follow-up. This study was designed to investigate whether intraperitoneal implantation of a composite prosthetic mesh is feasible and safe.

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BACKGROUND: Ilioinguinal and iliohypogastric nerve blocks may be used in the diagnosis of chronic groin pain or for analgesia for hernia repair. This study describes a new ultrasound-guided approach to these nerves and determines its accuracy using anatomical dissection control. METHODS: After having tested the new method in a pilot cadaver, 10 additional embalmed cadavers were used to perform 37 ultrasound-guided blocks of the ilioinguinal and iliohypogastric nerve. After injection of 0.1 ml of dye the cadavers were dissected to evaluate needle position and colouring of the nerves. RESULTS: Thirty-three of the thirty-seven needle tips were located at the exact target point, in or directly at the ilioinguinal or iliohypogastric nerve. In all these cases the targeted nerve was coloured entirely. In two of the remaining four cases parts of the nerves were coloured. This corresponds to a simulated block success rate of 95%. In contrast to the standard 'blind' techniques of inguinal nerve blocks we visualized and targeted the nerves 5 cm cranial and posterior to the anterior superior iliac spine. The median diameters of the nerves measured by ultrasound were: ilioinguinal 3.0x1.6 mm, and iliohypogastric 2.9x1.6 mm. The median distance of the ilioinguinal nerve to the iliac bone was 6.0 mm and the distance between the two nerves was 10.4 mm. CONCLUSIONS: The anatomical dissections confirmed that our new ultrasound-guided approach to the ilioinguinal and iliohypogastric nerve is accurate. Ultrasound could become an attractive alternative to the 'blind' standard techniques of ilioinguinal and iliohypogastric nerve block in pain medicine and anaesthetic practice.

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Familial hypomagnesemia with hypercalciuria and nephrocalcinosis is an autosomal recessive renal tubular disorder characterized by renal magnesium wasting, hypercalciuria, advanced nephrocalcinosis and progressive renal failure. Mutations in the paracellin-1 (CLDN16) gene have been defined as the underlying genetic defect. The tubular disorders and progression in renal failure are usually resistant to magnesium substitution and hydrochlorothiazide therapy, but hypomagnesemia may improve with advanced renal insufficiency. We present a patient with a homozygous truncating CLDN16 gene mutation (W237X) who had early onset of renal insufficiency despite early diagnosis at 2 months. He also had additional abnormalities including horseshoe kidney, neonatal teeth, atypical face, cardiac abnormalities including coarctation of the aorta associated with atrial and ventricular septal defects, umbilical hernia and hypertrichosis. To the best of our knowledge, this is the youngest case diagnosed as familial hypomagnesemia with hypercalciuria and nephrocalcinosis and the first case having such additional congenital abnormalities independent of the disease itself.