990 resultados para valore atteso prezzo equo momenti utilità
Resumo:
A chi appartieni quando sai di essere diverso? Quando percorri un sentiero altro dalle battute strade dei tuoi? Quando t’imbarchi o nasci altrove ma sai di non potervi restare per sempre? Vogliamo tutti appartenere o meglio essere parte di qualcosa. Dei nostri supereroi, dei nostri artisti preferiti, di un partito politico, di una famiglia. Appartenere è percorrere un cammino comune, sentire di non essere soli. Gli uomini chiamano “radici” questa filiazione, un sentimento profondo che è un punto di contatto tra l’eterno andare e ritornare a conoscere se stessi. Avere delle radici è fondamentale per non sentirsi persi, per avere un porto sicuro da cui andare e partire. Come per le piante, le radici sono il punto di contatto con il terreno e le origini, ma soprattutto la vera base che permette al tronco e ai rami, quindi a una vita tutta nuova, di crescere sana e forte. Le radici sono l’inizio e la fine del viaggio al centro di se stessi.Ogni parte di questo percorso ha come tema principale una delle domande del libro e cerca di tracciarne possibili risposte, suggestioni, suggerimenti con spunti dall’opera omnia di questo artista e di autori che si sono interessati all’argomento con un approccio letterario o analitico. Le linee guida del primo capitolo saranno le domande “chi siete?” e “da dove venite?”; cercherò di trovare risposte grazie ai saggi echi del mare e di chi ne ha scritto e grazie alle pagine di Tefteri, Non si muore tutte le mattine e Il paese dei coppoloni, nonché le nuove Canzoni della Cupa del cantautore errante. Il secondo e ultimo capitolo invece si sposta dalla grandezza del mare alla quella della montagna, concentrandosi sulle domande “cosa andate cercando?” e “a chi appartenete?”; andrò indagando nell’entroterra delle appartenenze grazie ad altre preziose pagine e mi interrogherò sul valore che possono avere le voci antiche e nuove per una tale ricerca.
Resumo:
Il presente elaborato affronta il modo in cui la canzone della provincia canadese del Québec tratta i temi dello sviluppo sostenibile e dell’ecologia. Il Québec deve gran parte del suo benessere economico e sociale all’utilizzo delle risorse naturali presenti nella parte nord-est del Canada. Negli ultimi decenni, lo sfruttamento sempre maggiore delle risorse del pianeta ha fatto nascere negli esseri umani la consapevolezza di dover prendere provvedimenti a favore di un’economia sostenibile per il rispetto del pianeta. In questo elaborato si è voluto analizzare in che modo questa consapevolezza venga espressa attraverso le canzoni e la musica, due elementi fondamentali della cultura e dell’identità del Québec, innanzitutto proponendo i principali momenti della storia della canzone della provincia canadese e la maniera in cui la relazione con l’ambiente è cambiata nel corso degli anni. Successivamente, si è svolta un analisi dei temi trattati dalla canzone negli ultimi vent’anni, focalizzandosi sulle tematiche legate all’ambiente e allo sviluppo sostenibile: per fare ciò, è stata presa in analisi l’opera di cinque artisti famosi per il loro sostegno alle politiche ambientali in Québec. Le loro canzoni più significative sono state analizzate del punto di vista del contenuto e dal punto di vista lessicale. Infine, ci si è soffermati sul ruolo che la canzone e il francese del Québec ricoprono nella definizione e nella diffusione dell’identità nazionale quebecchese.
Resumo:
Il lavoro svolto è stato incentrato sulla traduzione dell’opera Los gatos del papel (2005) dell’autore cubano Enrique Pérez Díaz, una breve raccolta di racconti per bambini con protagonisti i gatti. Il valore e il significato che ha avuto per me questa esperienza di traduzione de Los gatos del papel è incalcolabile e sono veramente felice di avere avuto l’opportunità di tradurlo, di vedere il testo mentre cambiava di lingua ma non di sostanza. La traduzione di un’opera letteraria è un’impresa impegnativa perché il traduttore, il mediatore che permette la comunicazione tra due lingue e culture diverse, deve veicolare il messaggio del testo originale, rendendolo comprensibile a un nuovo destinatario e, al contempo, cercare di rispettare le scelte stilistiche dell’autore
Resumo:
L’intento dell’elaborato è quello di ricavare i limiti teorici ai quali è soggetta l’intensità del campo magnetico delle pulsar. Troveremo due relazioni: una che esprime il valore massimo dell’intensità del campo magnetico per una pulsar, e una che ne esprime il valore minimo. Combineremo infine i nostri due risultati in una disequazione, nella quale l'intensità del campo magnetico di una pulsar è minorata e maggiorata dai due termini trovati. Il valore massimo che può assumere l’intensità del campo magnetico di una pulsar verrà derivato dalla condizione di stabilità espressa dal teorema del viriale per un sistema sferico rotante in presenza di un campo magnetico. Enunceremo inizialmente il teorema del viriale nella sua forma generale, dopodiché ne presenteremo l'espressione in un caso statico in presenza di un campo magnetico. Abbandoneremo poi il caso statico per includere l'effetto della rotazione, non trascurabile nel caso delle pulsar. Dopo aver adattato la condizione di stabilità derivante dal teorema del viriale al nostro modello di pulsar, ricaveremo il valore massimo dell'intensità del campo magnetico. Il valore minimo che può assumere l’intensità del campo magnetico di una pulsar verrà ricavato uguagliando la potenza emessa dalla pulsar mentre ruota (approssimata ad un dipolo rotante) con la perdita di energia rotazionale che si osserva normalmente per questi oggetti. Otterremo alla fine due termini che delimitano i valori che può assumere l’intensità del campo magnetico per una pulsar. Sostituendo alla relazione trovata i valori di raggio e massa tipici per una pulsar, saremo in grado di riscrivere tale relazione unicamente in funzione del periodo di rotazione della pulsar e della sua derivata rispetto al tempo. Sostituiremo i valori di periodo e derivata temporale del periodo di una pulsar esistente per avere un’idea del range di valori sotteso dai due termini trovati.
Resumo:
Lo scopo del mio elaborato è stato quello di valutare se il denaro potesse essere un veicolo di trasmissione di microrganismi. Esistono infatti reperti storici che indicano che il denaro veniva visto come probabile portatore di infezioni fatali come la “morte nera”, la peste bubbonica e le pandemie di polmoniti descritte in Europa. Vi sono anche altri studi che hanno indicato come patogeni isolati con maggiore frequenza dalle banconote microrganismi quali enterobatteri e stafilococchi. In questa sperimentazione mi sono occupato del campionamento microbiologico di banconote di vario taglio, raccolte prevalentemente in piccoli esercizi alimentari, sulle quali è stato fatto un tampone al fine di determinare la presenza di: coliformi totali, E. coli, S. aureus, altri stafilococchi, muffe, lieviti, carica batterica totale. Le analisi condotte hanno mostrato che nelle banconote non sono mai stati isolati ceppi di S. aureus, a differenza di quanto riportato nella letteratura. Simili considerazioni si possono fare anche per E. coli. Per quel che riguarda la carica batterica totale, le banconote più contaminate sono risultate essere quelle da 20 euro (valore medio 474 UFC/cm2). I tamponi microbiologici effettuati sui tagli da 50 euro sono stati gli unici ad essere caratterizzati da una elevata presenza di coliformi totali. In conclusione possiamo affermare che le banconote posso effettivamente costituire un importante veicolo di contaminazione microbica, che può poi trasferirsi anche su altri matrici, come prodotti alimentari. Considerando la pressione che viene esercitata dalle Autorità di controllo su tutte le fasi della catena alimentare, dalla produzione alla vendita al dettaglio, la variabile posta dalle possibili contaminazioni attraverso il maneggiamento e la circolazione delle banconote potrebbe quindi costituire un rischio reale, sia pure non ancora quantificato e forse non quantificabile.
Resumo:
Le informazioni di tipo geografico caratterizzano più dell'80% dei dati utilizzati nei processi decisionali di ogni grande azienda e la loro pervasività è in costante aumento. La Location Intelligence è un insieme di strumenti, metodologie e processi nati con l'obiettivo di analizzare e comprendere a pieno il patrimonio informativo presente in questi dati geolocalizzati. In questo progetto di tesi si è sviluppato un sistema completo di Location Intelligence in grado di eseguire analisi aggregate dei dati georeferenziati prodotti durante l'operatività quotidiana di una grande azienda multiservizi italiana. L’immediatezza dei report grafici e le comparazioni su serie storiche di diverse sorgenti informative integrate generano un valore aggiunto derivante dalle correlazioni individuabili solo grazie a questa nuova dimensione di analisi. In questo documento si illustrano tutte le fasi caratterizzanti del progetto, dalla raccolta dei requisiti utente fino all’implementazione e al rilascio dell’applicativo, concludendo con una sintesi delle potenzialità di analisi generate da questa specifica applicazione e ai suoi successivi sviluppi.
Resumo:
Questa tesi tratta nello specifico lo studio di un impianto micro-ORC, capace di sfruttare acqua alla temperatura di circa 70-90°C come sorgente termica. Questo sistema presenta una potenza dichiarata dal costruttore pari a 3kW e un rendimento del 9%. In primo luogo, si descrivono le caratteristiche principali dei fluidi organici, in particolare quelle del freon R134a, impiegato nel banco prova. Vengono illustrati dettagliatamente l’impianto e la sensoristica utilizzata per le misurazioni delle varie grandezze fisiche. Tramite esse, con l’utilizzo di un programma di acquisizione dati appositamente relizzato in ambiente LabVIEW, è stato possibile calcolare in tempo reale tutti i parametri di funzionamento, necessari per la caratterizzazione del sistema. Per una veloce ed efficiente elaborazione dei dati registrati durante le prove in laboratorio, è stato realizzato un programma in linguaggio VBA. L’utilizzo di questo codice ha permesso, in primo luogo, di individuare e correggere eventuali errori di calcolo e acquisizione presenti in ambiente LabVIEW e, in secondo luogo, si è reso indispensabile per comprendere il funzionamento dell’impianto nelle varie fasi, come accensione, spegnimento e produzione di potenza. Sono state inoltre identificate le modalità di risposta del sistema al variare dei comandi impostabili dall’utente, quali il numero di giri della pompa e la variazione della temperatura della sorgente calda. Si sono poi osservate le risposte del sistema al variare delle condizioni esterne, come ad esempio la temperatura dell’acqua di condensazione. Una specifica prova è stata analizzata in questo elaborato. Durante tale prova il sistema ha lavorato in forte off-design, erogando una potenza elettrica pari a 255 W, raggiungendo un basso valore del rendimento (pari a 1.8%). L’analisi dei dati ha portato ad identificare nuovi limiti di funzionamento, legati ad esempio alla quantità di fluido interna al sistema.
Resumo:
Le prestazioni meccaniche di una miscela di conglomerato bituminoso dipendono principalmente dai materiali che la compongono e dalla loro interazione. La risposta tenso-deformativa delle sovrastrutture stradali è strettamente legata al comportamento reologico del legante bituminoso e dalla sua interazione con lo scheletro litico. In particolare nelle pavimentazioni drenanti, a causa dell’elevato contenuto di vuoti, il legame che si crea tra il legante (mastice bituminoso) e l’aggregato è molto forte, per questo motivo è importante migliorarne le prestazioni. Additivando il mastice con polverino di gomma da PFU (pneumatici fuori uso), non solo si migliorano prestazioni, resistenza alle deformazioni permanenti ed elastoplasticità del materiale, ma si sfruttano anche materiali di recupero, portando vantaggi anche dal punto di vista ambientale. In quest’ottica la ricerca effettuata nella tesi si pone come obiettivo l’analisi reologica e lo studio di mastici additivati con polverino di gomma ricavato da PFU, per la realizzazione di conglomerati bituminosi drenanti. In particolare, partendo da un bitume di base, sono stati preparati due mastici: il primo ottenuto miscelando bitume modificato e filler calcareo, il secondo aggiungendo al precedente anche il polverino di gomma. Tale studio è stato eseguito mediante l’utilizzo del DSR (Dynamic Shear Rheometer – UNI EN 14770), con il quale sono state affrontate tre prove: Amplitude Sweep test, per la valutazione del valore di deformazione di taglio γ entro il quale il materiale si mantiene all’interno del campo di viscoelasticità lineare (Linear visco-elasticity, LVE); Frequency Sweep test, per l’estrapolazione delle master curves; Multiple stress Creep Recovery, per valutare la resistenza del materiale alle deformazioni permanenti. Dall’analisi dei dati è stato possibile definire il comportamento reologico di entrambi i mastici e, in seconda analisi, confrontarne le caratteristiche e le prestazioni.
Resumo:
La tesi ha l'obiettivo di analizzare e ottimizzare i flussi di approvvigionamento in un'azienda che produce su commessa: CT Pack S.r.L, specializzata nella realizzazione di macchine automatiche per il packaging di biscotti, gelato e cioccolato. Per raggiungere l'obiettivo si è preso come riferimento il modello proposto dal BPR (Business Process Reengineering): sono stati analizzati i principali attori coinvolti, in particolare fornitori e magazzino, mediante l'uso di KPI definiti ad hoc. Sulla base di questi sono stati individuati due processi critici: il primo riguarda la gestione del magazzino, che presenta un'elevata quantità di codici non movimentati anche a causa del processo di gestione del materiale avanzato al termine di ciascuna commessa; il secondo riguarda il materiale a consumo, che impiega i magazzinieri per un tempo eccessivo, è caratterizzato da giacenze per il 30% non movimentate e da supermarket collocati in officina ridondanti e caratterizzati da bassi tassi di utilizzo (anche sotto il 50%). Per risolvere questi problemi ed effettuare una riprogettazione si fa affidamento agli strumenti proposti dal project management: si imposta quindi un progetto che ha l'obiettivo di ridurre nel breve periodo il valore di magazzino mediante lo smaltimento attraverso diverse vie di codici non utilizzati e agisce nel lungo periodo per evitare che le criticità si ripropongano. Mediante la riprogettazione della gestione dei resi di produzione si prevede un maggior controllo, grazie al lavoro congiunto di ufficio tecnico e ufficio acquisti. La nuova gestione del materiale a consumo ha in se alcune delle tecniche proposte dalla lean production (il kanban, per esempio) e integra il fornitore nella catena di approvvigionamento, garantendo un maggior controllo sulle quantità, un risparmio di circa 7 h/mese di lavoro per i magazzinieri e una riduzione delle giacenze del 46%.
Resumo:
In questo lavoro di tesi sono stati affrontati argomenti relativi ai due principali sistemi di allevamento avicolo nel territorio nazionale; l’allevamento effettuato con sistema intensivo e quello attuato con sistema alternativo. Questi due tipi di sistemi sono stati messi a confronto. Inizialmente sono state riportate informazioni sulle attuali normative comunitarie che regolano il commercio e la produzione della carne avicola; di seguito sono stati riportati dati statistici riguardanti la produzione e la commercializzazione di questo prodotto sia a livello nazionale, che a livello globale. Per ognuno dei due tipi di allevamento sono stati approfonditi aspetti riguardanti le caratteristiche qualitative della carne avicola, in particolare riferimenti sulla composizione chimica, sul valore nutritivo e sugli indici di qualità. Sono state prese in esame anche le caratteristiche proprie di ogni tipo di allevamento, come la tecnica e la gestione d’allevamento, e per ognuno di essi sono state riportate le principali differenze che caratterizzano questi due diversi sistemi di allevamento. Successivamente per ognuno dei due sistemi, sono state riportate le principali problematiche igienico-sanitarie, fra cui diverse patologie, tecnopatie, e parassitosi riscontrate sia in fase di allevamento, che in fase di macellazione e commercializzazione. Infine è stata fatta un’analisi comparativa nella quale sono stati messi a confronto i due sistemi di allevamento e nella quale sono stati riportati i metodi e i suggerimenti di riduzione del rischio microbiologico e sanitario in fase di allevamento e di macellazione.
Resumo:
Environ 90% des composés produits industriellement sont fabriqués à l’aide de catalyseurs. C’est pourquoi la conception de catalyseurs toujours plus performants pour améliorer les procédés industriels actuels est toujours d’intérêt. De la grande variété de complexes avec des métaux de transition rapportés jusqu’à présent, les complexes zwitterioniques attirent notre attention par leurs activités catalytiques souvent supérieures aux complexes cationiques normaux. Un complexe métallique zwitterionique est un fragment métal-ligand neutre où la charge positive est située sur le centre métallique et où la charge négative est délocalisée sur un des ligands liés au métal. Nous proposons la synthèse de ligands anioniques phosphine comportant des groupements borates et boratabenzènes. Cette dernière espèce est un cycle à 6 membres où l’un des atomes de carbone est remplacé par un atome de bore et qui est négativement chargé. La capacité de ces phosphines anioniques à se lier à un centre métallique à l’aide de la paire libre du phosphore est due à la nature du lien P-B qui défavorise l’interaction entre la paire libre du phosphore et l’orbitale p vide du bore. Les propriétés de di-tert-butylphosphido-boratabenzène (DTBB) comme ligand phosphine anionique hautement donneur et encombré ainsi que la découverte de ses modes de coordination inhabituels pour stabiliser les métaux de transition insaturés ont été étudiés au cours de ce travail. De nouvelles perspectives sur les modes de coordination de phosphido-boratabenzène et la force de l’interaction du lien P-B seront discutées ainsi que les applications catalytiques. Nous avons d’abord étudié la coordination η1 avec des complexes de fer, ce qui nous a fourni des données quantitatives précieuses sur la capacité du DTBB d’agir comme ligand très donneur par rapport aux autres ligands donneurs bien connus. La capacité du DTBB à changer de mode de coordination pour soutenir les besoins électroniques du métal a été démontrée par la découverte d’une nouvelle espèce ferrocenyl phosphido-boratabenzène et sa nucléophilie a été étudiée. Au meilleur de notre connaissance, aucun exemple d’un ligand boratabenzène coordonné aux métaux du groupe 11 n’existe dans la littérature. Voilà pourquoi nous avons décidé d’explorer les modes de coordination du ligand DTBB avec Cu(I), Ag(I) et Au(I). A notre grande surprise, le ligand DTBB est capable de stabiliser les métaux du groupe 11 aux états d’oxydation faibles par une liaison MP qui est une coordination du type η1, un mode de coordination guère observé pour les ligands boratabenzène. Pendant nos travaux, notre attention s’est tournée vers la synthèse d’un complexe de rhodium(I) afin de tester son utilité en catalyse. A notre grande satisfaction, le complexe Rh-DTBB agit comme un précatalyseur pour l’hydrogénation des alcènes et alcynes à la température ambiante et à pression atmosphérique et son activité est comparable à celle du catalyseur de Wilkinson. Dans un désir d’élargir les applications de notre recherche, notre attention se tourna vers l’utilisation des composés du bore autres que le boratabenzène. Nous avons décidé de synthétiser une nouvelle espèce phosphido-borate encombrée. Lorsqu’elle réagit avec des métaux, l’espèce phosphido-borate subit un clivage de la liaison P-B. Toutefois, cette observation met en évidence la singularité et les avantages de la stabilité de la liaison P-B lors de l’utilisation du fragment boratabenzène. Ces observations enrichissent notre compréhension des conditions dans lesquelles la liaison P-B du ligand DTBB peut être clivée. Ces travaux ont mené à la découverte d’un nouveau ligand ansa-boratabenzène avec une chimie de coordination prometteuse.
Resumo:
In questa tesi si sono analizzati campioni di olio di oliva ottenuti anche mediante processo di co- frangitura tra olive e sottoprodotto del pomodoro, al fine di ottenere un olio ricco in licopene. Appena prodotti, gli oli di oliva possono mostrare un aspetto opalescente a causa della presenza di particelle solide e micro-gocce di acqua di vegetazione, che possono contenere microrganismi, principalmente lieviti, provenienti dalla carposfera delle olive che passano nell’olio durante la loro frantumazione. A seconda delle specie di lievito e delle specifiche attività metaboliche possono influenzare anche negativamente la qualità dell’olio. In questo contesto, le attività di laboratorio alla base di questo elaborato sono state finalizzate alla caratterizzazione tecnologica di 30 ceppi di lieviti isolati da olio di oliva prodotto presso il Campus di Scienze degli Alimenti dal gruppo di ricerca della dott.ssa Bendini. In particolare, gli isolati sono stati caratterizzati mediante analisi RAPD-PCR e se ne sono valutate alcune attività enzimatiche quali l’attività proteasica, lipasica, β-glucosidasica, pectinasica e poligalatturonasica e la capacità di degradare alcuni composti fenolici. Sebbene i risultati di questa sperimentazione siano preliminari, sono promettenti in quanto da tale matrice si sono isolati numerosi ceppi che presentano un’ampia e differenziata gamma di attività enzimatiche che potrebbero essere sfruttate per il recupero e/o valorizzazione di componenti organiche ad alto valore dei sottoprodotti dell’industria alimentare.
Resumo:
L'elaborato nasce dalla partecipazione al progetto dell'Università di Bologna, sull'Osservatorio aziendale. Un metodo di ricerca trasversale, focalizzato sulla prospettiva manageriale e sulle capacità che le aziende sono in grado di sviluppare al loro interno, mediante una raccolta dati esaustiva, sistematica e periodica. In particolare l'indagine si è incentrata nell'individuazione del livello di sostenibilità, intesa come ambientale, sociale ed economica, per le aziende del territorio Emiliano-Romagnolo, nel settore della grande distribuzione. In seguito si è analizzato i principali marchi con l'obiettivo di individuare le azioni intraprese e i progetti che sono stati sviluppati e che si intendono sviluppare. Dopo uno studio incentrato nell'ambito della letteratura sul concetto di sostenibilità, si è cercato di comprendere come la grande distribuzione alimentare si pone all'interno di questa tematica, cercando di individuare le principali certificazioni ambientali e sociali, e i punti in comune o di differenziazione di questo settore merceologico, rispetto agli altri. La raccolta delle informazioni è stata effettuata attraverso l'analisi dei siti ufficiali delle aziende selezionate e, laddove presenti, attraverso i Bilanci Sociali/Sostenibili e gli altri documenti disponibili. In particolare sono state considerate quattro aziende del settore della grande distribuzione alimentare, del nostro territorio, andando ad analizzarne: informazioni generali sull'azienda da analizzare, certificazioni ambientali, certificazioni sociali, energia, risorse primarie, gestione rifiuti, impatto ambientale, reporting, welfare, responsabilità sociale, supply chain e valore per il consumatore.
Resumo:
L'elaborato tratta il ruolo del porto di Ravenna nell'import/export di prodotti ortofrutticoli. Dopo una accurata analisi dei dati, lo studio delle rotte marittime e l'uso di Dbms per gestire un database complesso, si propone un modello di programmazione lineare intera su un problema di ship routing, ship scheduling e full ship-load balancing. L'obiettivo è di massimizzare il profitto derivante da un prezzo di vendita e soggetto ai vari costi della logistica. Il modello sceglie la rotta ottimale da effettuare, in termini di ordine di visita dei vari porti che hanno un import e un export dei prodotti studiati. Inoltre, è in grado di gestire lo scorrere del tempo, fornendo come soluzione il giorno ottimale di visita dei vari porti considerati. Infine, trova la ripartizione ottima del numero di container a bordo della nave per ogni tipologia di prodotto.
Resumo:
La tesi si sviluppa attraverso 5 capitoli volti a mostrare l'importanza della valutazione economica del marchio. Si andrà a definire il concetto di marchio e di brand licensing per passare così a descrivere uno dei principali metodi di valutazione: il Relief from Royalty, che pone come input chiave di tale valutazione il tasso di royalty. Si è inoltre svolta un'analisi di tale tasso, in 2 settori merceologici diversi ma collegati, per poter evidenziare i termini che incidono maggiormente sul suo valore e quindi sul valore del marchio.