999 resultados para inibitori, istone, deacetilasi, cellule, neoplastiche, terapia, antitumorale


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Nell'ambito della terapia medico-nucleare si fa uso di radionuclidi legati a molecole di interesse biologico per poter irradiare le cellule cancerogene di un determinato tessuto, al fine di provocarne l'inattivazione e la morte. Il 223Ra-cloruro è un radiofarmaco di recente introduzione volto al trattamento di metastasi ossee dovute al tumore della prostata. Esso è un emettitore alfa ed è ottenuto tramite un generatore caricato con 227Ac/227Th all'equilibrio. Il radiofarmaco, oltre al breakthrough del progenitore, può contenere anche tracce di 226Ra e 228Th, derivanti dal suo processo produttivo. In questo lavoro di tesi è stato valutato il valore di purezza radionuclidica del 223Ra-cloruro, ricercando la presenza dei suddetti contaminanti, attraverso l'analisi del radiofarmaco mediante uno spettrometro gamma con rivelatore HPGe. Nonostante in uno dei lotti sia stata effettivamente rilevata la presenza del progenitore 227Ac, le misure eseguite hanno comunque confermato l'alto valore di purezza radionuclidica riportato nel Summary of Product Characteristics (SPC) del radiofarmaco. Ciò conferma che non viene somministrata una dose di radiazione ingiustificata al paziente dovuta alla presenza dei contaminanti e semplifica la relativa gestione dei rifiuti radioattivi e le procedure autorizzative.

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Negli ultimi decenni la nanotecnologia contestualizzata nel campo medico ha rivolto le sue applicazioni alla cura e alla diagnosi del cancro. In questo elaborato di tesi sono passati in rassegna lo stato dell'arte riguardante le attuali metodologie di cura e di diagnosi nonché le caratteristiche biologiche fondamentali del cancro.Inoltre sono approfonditi tutti gli aspetti innovativi e le potenzialità della nanomedicina e delle nanotecnologie che negli anni hanno dato risultati promettenti e che in futuro potranno consentire un nuovo tipo di approccio diagnostico-terapeutico multidisciplinare basato su una diagnosi precoce e su una terapia personalizzata.

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Nelle matrici ambientali sono spesso presenti xenoestrogeni, molecole sintetiche o di origine naturale ad attività estrogenica in grado di alterare il normale equilibrio ormonale di organismi esposti, incidendo negativamente su alcune funzioni vitali come la riproduzione ed il metabolismo. Diverse sostanze chimiche presenti in ambiente, tra cui alcune molecole ad attività estrogenica, sono anche potenziali composti genotossici, in grado, cioè, di interagire con il DNA ed esercitare effetti anche a lungo termine come l’insorgenza di tumori nei vertebrati, uomo compreso. L’obiettivo del presente lavoro di tesi è stato quello di mettere a punto ed utilizzare due saggi biologici, il saggio E-screen ed il test dei micronuclei, per valutare la presenza di xenoestrogeni e composti genotossici in campioni di acque prelevate prima e dopo i trattamenti di potabilizzazione, utilizzando cellule MCF-7 di adenocarcinoma mammario come modello sperimentale in vitro. Le indagini biologiche sono state condotte sulla base di una convenzione di ricerca con la Società acquedottistica Romagna Acque- Società delle fonti e hanno previsto tre campagne di monitoraggio. I campioni di acqua sperimentale, raccolti prima e dopo i trattamenti presso diversi impianti di potabilizzazione, sono stati preventivamente filtrati, estratti in fase solida, fatti evaporare sotto leggero flusso di azoto, ed infine, saggiati sulle cellule. Il test E-screen, di cui abbiamo dimostrato un elevato livello di sensibilità, ha permesso di escludere la presenza di composti ad attività estrogenica nei campioni esaminati. Allo stesso modo, i risultati del test dei micronuclei hanno dimostrato l’assenza di effetti genotossici, confermando la buona qualità delle acque analizzate. Nell’ambito delle attività di monitoraggio, le indagini biologiche risultano essenziali per la valutazione di una potenziale contaminazione ambientale, in quanto forniscono informazioni anche quando non sono state condotte analisi chimiche. Inoltre, anche quando le analisi chimiche siano state condotte, i test biologici informano della potenzialità tossica di una matrice causata eventualmente da sostanze non oggetto del saggio chimico. Infine, i test biologici permettono di identificare eventuali sinergie tra più contaminanti presenti nelle acque, affermandosi come test da condurre in maniera complementare ai saggi chimici. I test biologici come quelli impiegati nel lavoro di tesi sono molto sensibili ed informativi, ma necessitano della definizione di protocolli standardizzati per garantirne un’uniforme applicazione alle acque ad uso potabile, almeno a livello nazionale.

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I cardiomiociti derivanti da cellule staminali pluripotenti indotte (hiPSC-CMs) costituiscono un nuovo approccio per lo studio delle proprietà delle cellule cardiache sia degli individui sani che di quelli affetti da malattie ereditarie e possono rappresentare inoltre una piattaforma in vitro per la scoperta di nuovi farmaci e terapie rigenerative. Il grande impatto delle hiPSC-CMs nell’ambito della ricerca si deve soprattutto alle loro proprietà elettrofisiologiche: queste cellule non solo esprimono fenotipi genici e proprietà delle correnti ioniche tipiche delle cellule cardiache, ma sono anche in grado di riprodurre fenomeni aritmici, come le EAD, a seguito della somministrazione di farmaci. Grazie anche alla grande potenza di calcolo oggi disponibile è possibile supportare la pratica in vitro con modelli in silico, abbattendo sia i costi che i tempi richiesti dagli esperimenti in laboratorio. Lo scopo di questo lavoro è quello di simulare il comportamento delle hiPSC-CMs di tipo ventricolare in risposta alla somministrazione di farmaci che interagiscono con la corrente di potassio IKr, principale responsabile della ripolarizzazione cardiaca. L’assunzione di certi farmaci può comportare infatti una riduzione della IKr, con conseguente prolungamento della fase di ripolarizzazione del potenziale d’azione cardiaco. Questo meccanismo è causa dell’insorgenza della sindrome del QT lungo di tipo 2, che in casi estremi può degenerare in aritmie gravi. Ciò suggerisce che queste cellule rappresentano un importante strumento per la valutazione del rischio pro-aritmico che può essere facilitata da simulazioni in silico effettuate utilizzando modelli computazionali basati su dati fisiologici.

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Es la intención de este trabajo aportar reflexiones y poner en perspectiva la complejidad de avanzar en una Educación para la Diversidad que haga posible la inclusión y con ello el derecho universal a la Educación como bien social. En este momento histórico las diversidades han tomado voz y forma, al cuestionar nuestro modo de pensar la vida social. Las culturas, los sujetos, los géneros, los lenguajes, los imaginarios y las formas de habitar un mundo diverso, encuen tran eco en la sociedad de la información, en apariencia un mundo sin fronteras. Frente a las transformaciones tecnológicas y económicas del siglo XXI cabe preguntarse cuál es nuestra sensibilidad ante la diferencia, cuanto hemos avanzado en la capacidad para reconocer a “los Otros", que sabemos de sus sueños y frustraciones, como nos estamos preparando para convivir “ Nosotros y los Otros", en un mundo polifónico. Frente a estas problemáticas el aporte interdisciplinario permitirá buscar modelos alternativos que rompan este círculo a través de dispositivos de inclusión social reduciendo los temores y mitos que han impulsado en otras ocasiones a marginar a las personas. El contenido interdisciplinar de la Educación Especial ha permitido y requiere la convergencia de disciplinas, entre ellas la Terapia Ocupacional.

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Debido al índice de enfermedades ocupacionales y accidentes de trabajos observados y registrados en el Hospital Enfermeros Argentinos de General Alvear, se puede inferir que el personal de enfermería posee escaso conocimiento teórico y práctico sobre los factores de riesgo que deben tenerse en cuenta al momento de prevenir accidentes laborales causados por las incorrectas posturas corporales y el uso inadecuado de la fuerza al trabajar con pacientes que necesitan ser trasladados de un lugar a otro. Es por ello que el personal de enfermería debe poseer una habilidad técnica que permita aplicarlo en el área que se representa, tanto como para el paciente, como para beneficio personal. Lo ideal es que se conozcan los factores de riesgo y que se puedan prevenir los accidentes de trabajo.

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Fil: Beliera, Anabel. Universidad Nacional de La Plata. Facultad de Humanidades y Ciencias de la Educación; Argentina.

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El régimen neoliberal de acumulación y de reproducción de las clases fundamentales dejó afuera de los privilegios a más de la mitad de la población. Sus desgarradoras consecuencias no demoraron en hacerse visibles en nuestro continente y se desarrollaron fuertes procesos de lucha contra el mismo. En nuestro país fueron numerosas las investigaciones orientadas a comprender las continuidades y rupturas en las prácticas políticas de las clases subalternas frente a los cambios estructurales, sin embargo la mayoría centró su mirada en la provincia de Buenos Aires, contándose con escasa bibliografía respecto a otras provincias argentinas. Consideramos que Neuquén es un espacio social que presenta particularidades interesantes para pensar este problema. En este trabajo analizaremos las acciones colectivas de los trabajadores del Hospital Castro Rendón [HCR] de Neuquén Capital, recuperando los sentidos que los actores les adjudican a sus prácticas militantes y a sus formas de organización. A partir de observaciones participantes y entrevistas semi-estructuradas en profundidad realizadas a los/as trabajadores/as del HCR, se analizaron la estructura de oportunidades políticas, los procesos de enmarcación y la conformación de estructuras de movilización que están implicadas en sus acciones colectivas, para poder dar cuenta de las continuidades y rupturas en las protestas de los trabajadores del hospital de mayor complejidad de la provincia

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El fenómeno migratorio ha sido tratado a partir de diferentes estudios históricos, sociológicos, demográficos y antropológicos. Muchas veces estos abordajes solo ofrecen respuestas parciales a las problemáticas que conforman la migración. Nuestras investigaciones se centraron en el estudio de grupos de inmigrantes caboverdeanos en Argentina, aportando modelos sobre la organización e interacción de esos grupos, con el fin de explorar temas críticos, como inmigración y familia, identidad y etnicidad, entre otros. Luego de años de trabajo hemos ajustado metodologías, sobre todo las derivadas de la antropología tradicional, buscando alternativas, "reciclando" premisas, pautas y técnicas de otras disciplinas como la psicología (en particular la terapia familiar de orientación sistémica). En este trabajo reflexionamos sobre algunas cuestiones metodológicas, particularmente el uso de genogramas puestos en práctica en el estudio del parentesco y de la familia caboverdeana en un contexto migratorio, cuyo análisis fue uno de los objetivos planteados en el proyecto de investigación sobre el mencionado grupo en la Argentina

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Ramón Gómez de la Serna escribió a finales de los años 40 y principios de los 50 las Cartas a mí mismo, publicadas en conjunto en 1956. La escritura de dichas cartas le sirve al autor de terapia narrativa. Analizaré cómo se muestra su obsesión por la muerte, los testimonios contradictorios de la soledad experimentada en América y diversas alusiones que reflejan felicidad e infelicidad en una escritura literaria que oscila entre la tristeza y lo lúdico, en la cual abundan las greguerías