999 resultados para Matèria, Teoria cinètica de la
Resumo:
Nella regione del TIR, le transizioni spettrali vibro-rotazionali della CO2 sono sfruttate per ricavare la distribuzione di P e T negli esperimenti spaziali. Oltre all’importanza di questi due parametri, la loro conoscenza è necessaria per ricavare la distribuzione di qualsiasi molecola dalle sue transizioni spettrali. Per ricavare P e T si assume di conoscere il VMR della CO2. L’accuratezza con cui si ricava la distribuzione della CO2 insieme a quelle di P e T non è sufficiente. Inoltre, il VMR della CO2 aumenta nel corso degli anni. Per questo, in questa tesi si propone una nuova strategia per misurare la CO2 usando uno strumento satellitare a scansione del lembo. L’idea è quella di sfruttare le transizioni rotazionali pure dell’O2 nella regione del FIR per ricavare P e T. Poiché queste transizioni traggono origine da un momento di dipolo magnetico la loro forza di riga è molto bassa. Tuttavia, grazie alla grande abbondanza dell’O2 in atmosfera e alla lunghezza dei cammini ottici, queste transizioni sono tra le più intense nello spettro atmosferico del FIR. Il satellite considerato è posto su un’orbita quasi polare e lo strumento osserva l’emissione del lembo atmosferico in direzione opposta a quella di volo. Lo strumento ipotizzato è uno spettrometro a trasformata di Fourier con due porte di output ospitanti un detector per la regione del FIR e uno per quella del TIR. La risoluzione spettrale è di 0.004 cm-1. Mentre il NESR è di 5 nW. Il campionamento geometrico verticale dell’atmosfera è di 3 Km mentre quello orizzontale è di circa 100 Km. Usando la teoria dell’optimal estimation sono stati selezionati due set di intervalli spettrali da analizzare, uno per la regione del FIR e l’altro per la regione del TIR. Con queste ipotesi sono stati effettuati test di retrieval su osservati simulati per valutare le performance del sistema ipotizzato. Si è dimostrato che le transizioni della CO2 nella regione del TIR non sono sufficienti per ricavare P e T insieme al proprio VMR con precisione soddisfacente e che l’uso dell’informazione derivante dal FIR fa aumentare la qualità del retrieval. Le performance dell’esperimento permettono di ricavare il VMR della CO2 con una precisione di circa 1 ppm tra 10 Km e 60 Km con una risoluzione verticale di 3 Km e una orizzontale di circa 2.5° di latitudine. Si è quindi dimostrato la validità della strategia proposta in questo studio.
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Le superfici di suddivisione sono un ottimo ed importante strumento utilizzato principalmente nell’ambito dell’animazione 3D poichè consentono di definire superfici di forma arbitraria. Questa tecnologia estende il concetto di B-spline e permette di avere un’estrema libertà dei vincoli topologici. Per definire superfici di forma arbitraria esistono anche le Non-Uniform Rational B-Splines (NURBS) ma non lasciano abbastanza libertà per la costruzione di forme libere. Infatti, a differenza delle superfici di suddivisione, hanno bisogno di unire vari pezzi della superficie (trimming). La tecnologia NURBS quindi viene utilizzata prevalentemente negli ambienti CAD mentre nell’ambito della Computer Graphics si è diffuso ormai da più di 30 anni, l’utilizzo delle superfici di suddivisione. Lo scopo di questa tesi è quello di riassumere, quindi, i concetti riguardo questa tecnologia, di analizzare alcuni degli schemi di suddivisione più utilizzati e parlare brevemente di come questi schemi ed algoritmi vengono utilizzati nella realt`a per l’animazione 3D.
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Nel presente lavoro viene descritto come è stata ottimizzata, a livello software e hardware, la procedura di controllo della pressione in uno strumento manometrico utilizzato per la misura della quantità di idrogeno assorbita e desorbita da parte di metalli. Dopo una breve introduzione sulle caratteristiche dell'idrogeno che lo rendono così appetibile dal punto di vista energetico, viene esposta la teoria alla base del processo di formazione di idruri metallici. Vengono dunque descritte le due principali tecniche di caratterizzazione di questi sistemi, ovvero le cinetiche e le isoterme pressione-composizione (PCI), e il metodo di misura adottato, ovvero quello volumetrico. Successivamente si passa alla descrizione delle componenti hardware del sistema, per poi soffermarsi sull'analisi dettagliata dell'algoritmo del software implementato, spiegando i problemi affrontati e le soluzioni adottate, riportando anche alcune formule utili ricorrenti. Infine, vengono esposti i risultati ottenuti da misure di cinetiche e PCI per il sistema MgH2 (idruro di magnesio).
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Ci proponiamo di introdurre i risultati principali della teoria canonica delle perturbazioni. In particolare, studiamo la riduzione generale di sistemi unidimensionali e la teoria di Birkhoff nel caso multidimensionale. Come ulteriori sviluppi, descriviamo anche il teorema KAM.
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Si consideri un insieme X non vuoto su cui si costruisce una sigma-algebra F, una trasformazione T dall'insieme X in se stesso F-misurabile si dice che conserva la misura se, preso un elemento della sigma-algebra, la misura della controimmagine di tale elemento è uguale a quella dell'elemento stesso. Con questa nozione si possono costruire vari esempi di applicazioni che conservano la misura, nell'elaborato si presenta la trasformazione di Gauss. Questo tipo di trasformazioni vengono utilizzate nella teoria ergodica dove ha senso considerare il sistema dinamico a tempi discreti T^j x; dove x = T^0 x è un dato iniziale, e studiare come la dinamica dipende dalla condizione iniziale x. Il Teorema Ergodico di Von Neumann afferma che dato uno spazio di Hilbert H su cui si definisce un'isometria U è possibile considerare, per ogni elemento f dello spazio di Hilbert, la media temporale di f che converge ad un elemento dell'autospazio relativo all'autovalore 1 dell'isometria. Il Teorema di Birkhoff invece asserisce che preso uno spazio X sigma-finito ed una trasformazione T non necessariamente invertibile è possibile considerare la media temporale di una funzione f sommabile, questa converge sempre ad una funzione f* misurabile e se la misura di X è finita f* è distribuita come f. In particolare, se la trasformazione T è ergodica si avrà che la media temporale e spaziale coincideranno.
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Il presente elaborato è costituito da quattro capitoli. Nel primo, dopo aver esposto una breve panoramica della letteratura cinese moderna, ci si concentra innanzitutto sulla presentazione della figura dell’autore Su Tong (苏童 Sūtóng), delle sue opere e della loro ricezione da parte del pubblico italiano. Nella stessa sezione, viene introdotto il progetto della casa editrice Canongate Books all’interno del quale si inscrive il romanzo oggetto della traduzione della tesi. Inoltre, per permettere ad un potenziale lettore italiano di comprendere meglio la struttura narrativa del testo, si è scelto di fornire una descrizione del mito originale di Mengjiangnü (孟姜女 Mèngjiāngnǚ) a cui si è ispirato l’autore durante la stesura del libro in questione, oltre che dei principali temi culturali in esso presenti. Il secondo capitolo propone la traduzione integrale del romanzo “Binu” (碧奴 Bìnú) dell’autore Su Tong. Nel terzo capitolo, oltre a delineare un profilo della traduttrice brasiliana Fernanda Abreu e delle opere di cui essa si è occupata (con particolare riferimento al testo “A mulher que chora”), viene presentato un breve panorama sull’attuale situazione della letteratura cinese moderna in Brasile ed in Portogallo, oltre che sull’utilizzo dell’inglese come lingua pivot per la sua diffusione. Per facilitare l’approfondimento di un argomento così esteso, si è optato per la suddivisione dell’ultima parte in diversi sotto-capitoli. La sezione prevede innanzitutto l’esposizione della teoria alla base delle scelte adottate nella traduzione italiana del romanzo “Binu”. Successivamente, dopo aver presentato le principali differenze tra la lingua cinese e quella portoghese, oltre alle problematiche traduttive che da esse derivano, ci si è concentrati sullo svolgimento di un confronto tra le strategie adottate nella resa italiana dell’opera e tra quelle impiegate nella versione portoghese. Nel fare ciò, ovviamente si è tenuto conto dell’utilizzo della versione inglese da parte di Fernanda Abreu, oltre che dei diversi elementi culturali che caratterizzano le due lingue. Infine, dopo aver brevemente descritto quelle che sono le principali fasi da affrontare quando si decide di avanzare la proposta di traduzione di un testo editoriale, è stata valutata una possibile pubblicazione italiana del romanzo “Binu”, tenendo in considerazione le opere dello stesso autore già tradotte nel nostro Paese.
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Nel redarre la tesi si è perseguito l'intento di illustrare la teoria alla base delle onde gravitazionali e dei metodi che ne consentono la rivelazione. È bene tenere presente che con il seguente elaborato non si sta proponendo, in alcun modo, una lettura da sostituire ad un testo didattico. Pur tuttavia, si è cercato di presentare gli argomenti in maniera tale da emulare l'itinerario formativo di uno studente che, per la prima volta, si approcci alle nozioni, non immediatamente intuitive, ivi descritte. Quindi, ogni capitolo è da interpretarsi come un passo verso la comprensione dei meccanismi fisici che regolano produzione, propagazione ed infine rivelazione delle perturbazioni di gravità. Dopo una concisa introduzione, il primo capitolo si apre con il proposito di riepilogare i concetti basilari di geometria differenziale e relatività generale, gli stessi che hanno portato Einstein ad enunciare le famose equazioni di campo. Nel secondo si introduce, come ipotesi di lavoro standard, l'approssimazione di campo debole. Sotto questa condizione al contorno, per mezzo delle trasformazioni dello sfondo di Lorentz e di gauge, si manipolano le equazioni di Einstein, ottenendo la legge di gravitazione universale newtoniana. Il terzo capitolo sfrutta le analogie tra equazioni di campo elettromagnetiche ed einsteiniane, mostrando con quanta naturalezza sia possibile dedurre l'esistenza delle onde gravitazionali. Successivamente ad averne elencato le proprietà, si affronta il problema della loro propagazione e generazione, rimanendo sempre in condizioni di linearizzazione. È poi la volta del quarto ed ultimo capitolo. Qui si avvia una dissertazione sui processi che acconsentono alla misurazione delle ampiezze delle radiazioni di gravità, esibendo le idee chiave che hanno condotto alla costruzione di interferometri all'avanguardia come LIGO. Il testo termina con uno sguardo alle recenti scoperte e alle aspettative future.
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In questo lavoro vogliamo studiare l'evoluzione dell'elettromagnetismo classico ed i fondamenti teorici della teoria classica del campo elettromagnetico. Riprenderemo i risultati sperimentali principali costruendo una teoria coerente dell'interazione elettromagnetica sfruttando il formalismo Lagrangiano già sviluppato per i sistemi meccanici. Lo studio delle proprietà del campo elettromagnetico è di fondamentale importanza per la fisica teorica: la sua relativa semplicità lo rende un buon candidato per lo sviluppo del formalismo necessario alla descrizione dei sistemi ad infiniti gradi di libertà. Questo servirà inoltre come punto di partenza per lo sviluppo di teorie di campo quantistiche più avanzate.
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El propósito de este trabajo es obtener un antioxidante natural a partir de las semillas de uva (Vitis vinifera L.), para emplear en alimentos. Para ello se compararon distintos solventes para la extracción de fenoles de las semillas de la uva, de modo de obtener el extracto más concentrado en compuestos activos con la mínima degradación de su poder antioxidante durante el proceso de obtención. La concentración de fenoles totales de los extractos se determinó por el método Folin Ciocalteu. El poder reductor de los extractos se midió empleando el método de Oyaizu. Una vez seleccionado el solvente más adecuado para la extracción, se analizó la cinética de extracción, optimizando el tiempo de tratamiento. El extracto fue concentrado al vacío, y se veríficó la conservación del poder reductor en el extracto concentrado, por el método de Oyaizu. El extracto de semillas concentrado y sin concentrar se empleó en un sistema real sujeto a oxidación, tal como el jugo de manzanas. El grado de oxidación del jugo se midió por el método de Özoglu. El extracto concentrado fue deshidratado por secado en lecho de espuma y por liofilizado. En ambos casos se verificó el efecto del tratamiento de secado sobre el poder reductor. Finalmente, se evaluó la actividad antioxidante del extracto líquido concentrado de semillas de vid, respecto de otros antioxidantes comerciales como ácido ascórbico y dióxido de azufre. El sustrato oxidable fue el jugo de manzanas, y el grado de oxidación se midió por el método de Özoglu. El análisis estadístico de los datos se realizó mediante el análisis de la varianza; cuando no fue posible emplear el mencionado análisis, debido a que no se verificaban los supuestos básicos para su aplicación, se empleó la prueba de Kruskal –Wallis. En todos los casos, se utilizó el programa Statgraphics plus ®4.0. Para obtener un extracto antioxidante a partir de semillas de vid se utilizó una ex-tracción con agua a 90ºC, durante 4 horas. La relación sólido- líquido empleada fue de 1g de semillas enteras por 10 ml de solvente. El extracto obtenido presentaba una concentración de 12,587 mg de fenoles totales por gramo de semillas de uva extractadas y un poder reductor de 1,290 unidades. Como consecuencia del análisis de la cinética de extracción, el tiempo de tratamiento se redujo de 4 horas a 3 horas. La concentración del extracto se realizó al vacío a 60ºC, verificándose un aumen-to del poder reductor en el extracto concentrado, comprobado sobre jugo de manzanas. Comparando el extracto concentrado y el extracto sin concentrar se observa que la concentración de fenoles totales aumentó 29,57 veces, mientras que el poder reductor aumentó 37,39 veces. El deshidratado del extracto por medio del lecho de espuma permitió conservar el poder reductor del mismo, no ocurrió lo mismo en el deshidratado por liofilizado, donde se produjo un deterioro del poder reductor. Para un mismo contenido de fenoles totales agregado al jugo de manzanas, el ex-tracto líquido sin concentrar produjo un 28,4% de inhibición de la oxidación, mientras que el de extracto líquido concentrado produjo un 51,5 % de inhibición de la oxidación del jugo de manzanas. El extracto de semillas de vid, aplicado como antioxidante en jugo de manzanas, inhibió el desarrollo de la oxidación en un 31,51%, considerando 24 horas el tiempo de tratamiento. Este desempeño supera al ácido ascórbico, que en iguales condiciones, inhibió el desarrollo de la oxidación en un 2,6%. Pero en las condiciones de tra-bajo, el dióxido de azufre resulta mejor antioxidante que ambos, ya que logró inhibir el desarrollo de la oxidación en un 97,40 %.
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El objetivo del siguiente trabajo fue seleccionar cepas de levaduras para uso enológico mediante métodos simples aplicables en laboratorios básicos de enología. Las Cátedras de Microbiología y Enología de la Facultad de Ciencias Agrarias, UNCuyo, cuentan con un cepario de levaduras provenientes de viñedos de Departamentos vitícolas de la Provincia de Mendoza: Luján de Cuyo, Tupungato, Maipú y Junín. Se tomó una muestra representativa de 40 aislados. En cada levadura se evaluaron características tecnológicas que establecen la eficiencia de la misma en el proceso de fermentación (tolerancia al etanol, poder de fermentación, cinética de fermentación, resistencia el anhídrido sulfuroso, formación de sedimento, factor killer, preferencia de consumo de glucosa y fructosa, producción de espuma, formación de film o anillo) y cualitativas que ayudan a determinar la composición química y la participación en las cualidades sensoriales de los vinos (actividad β-glucosidasa, formación de ácido acético y producción de ácido sulfhídrico). Los ensayos se realizaron por triplicado. Los parámetros estadísticos fueron calculados en InfoStat, para el agrupamiento de datos se utilizó el programa NTSyS 2.0 mediante el coeficiente UPGMA. De la muestra de cepas utilizadas en este trabajo, pocas fueron las que presentaron todas las características enológicas deseadas para llevar a cabo una fermentación vínica, asimismo, no existe un criterio único de selección, en consecuencia se plantea una necesidad de evaluar levaduras en función de las características del mosto y del vino que se desea elaborar. Del análisis de los resultados se concluye que hay una cepa que cumple con los requerimientos enológicos propuestos para elaborar vinos blancos y puede ser usada también para fermentaciones lentas o detenidas, otra cepa óptima para vinificaciones tintas y al igual que el aislado anterior puede intervenir cuando es necesario reanudar fermentaciones o aumentar le velocidad de las mismas, se hallaron además 2 levaduras aptas para vinificaciones tintas. Por último, cabe destacar, que estos ensayos son suficientes para cumplir los objetivos planteados en este trabajo, pero si se desea trabajar a nivel comercial deben realizarse pruebas moleculares de identificación y ensayos de vinificación a mayor escala.
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En el Tractatus de locis dialecticis, Alonso de la Veracruz (1507-1584) promueve una reforma de la teoría de los tópicos que se caracteriza por la combinación de algunos de los elementos más expresivos de tradiciones rivales y aparentemente antagónicas como es el caso de la dialéctica humanista y de la lógica escolástica. Para determinar si tales elementos estarían articulados de manera integrada y coherente en la teoría propuesta por Fray Alonso, evaluamos la compatibilidad entre las definiciones escolástica y agricoliana de tópico, visto que ambas igualmente fueron asimiladas por el Tractatus de locis dialecticis. En el estudio aquí presentado, defendemos que Alonso de la Veracruz concilia tales definiciones, concibiendo los tópicos bajo una perspectiva prioritariamente epistémica. En seguida, averiguamos lo que llevó a Fray Alonso a enaltecer las innovaciones de la dialéctica humanista y, al mismo tiempo, insistir en el uso de las proposiciones máximas, ignorando diversas críticas a ellas dirigidas por Rodolfo Agrícola. Acreditamos que tal dificultad puede ser dilucidada mediante la hipótesis de que Alonso de la Veracruz habría optado por el mantenimiento de las máximas en razón del importante papel por ellas ejercido en la fundamentación de las inferencias entimemáticas. Finalmente, investigamos las razones por las cuales la taxonomía alonsina de los tópicos no es inviabilizada por la presencia de trazos de las teorías escolástica y humanista de los tópicos. En ese contexto, asumimos que la clasificación de los tópicos sustentada por Fray Alonso no es corrompida por su carácter híbrido, una vez que ella compatibilizaría las doctrinas más relevantes de las tradiciones escolástica y humanista.
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Yo nunca te prometí la eternidad, de Tununa Mercado, propone una serie de historias, de exilios y exiliados, encastradas unas en otras, así como el texto deviene historia expandida de otro texto de la autora, En estado de memoria, escrito durante su propio exilio en México. De suerte que, más allá de la cuestión biográfica, el proceso de escritura se convierte, en su relato -en la maniera de su relato-, en motivo, trama y argumento últimos de la narrativa de Mercado. El procedimiento, todo un estilo, impide pensar en una clasificación genérica tradicional para sus textos e inventa así, sobre ellos, una nueva patria -una matria- para las lenguas del exilio. El presente trabajo pretende mostrar la articulación de los diferentes exilios, y entonces las diferentes definiciones de exilio puestas en juego en Yo nunca te prometí la eternidad, que producen un género no habitual a la producción de escritura en la Argentina de reflexión filosófico literaria. Espacio de cruce, pasaje de fronteras, hibridaciones genéricas, polifonía discursiva, los textos de Mercado escriben un mapa diverso sobre el mapa de la convención geográfica para hacer lugar a aquellos sobre los que se escribe y también para quien escribe.
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Através dos conceitos de habitus, campo social de capital cultural este trabalho busca demonstrar a teoria de Pierre Bourdieu e sua importância na pesquisa sociológica. Sua construçao teórica entrelaça conceitos chave que se completam e se fundem num conjunto interdependente que faz com que a teoria da açao seja sempre viva e aplicável a realidades distintas. Uma teoria que pode ser utilizada pontualmente na análise de uma sociedade, na sua formaçao e constituiçao, no entendimento de seus agentes, seus valores e costumes. Partindo de suas experiências pessoais, guiado por sua intuiçao e dono de uma percepçao ímpar Bourdieu conseguiu instituir uma teoria sólida e racional que possibilita investigar, teorizar e entender as peculiaridades das sociedades, modos de vida e sistemas de pensamento. As diferenças entre os povos e as manifestaçoes culturais presentes no convívio humano foram construídas coletivamente e se perpetuam no tempo. Enquanto muitos falam da constante evoluçao e mutaçao do ser humano, Bourdieu coloca a construçao da personalidade individual vinculada aos preceitos e a ordenaçao arraigada dos modos de vida de cada sociedade e dos campos sociais nela existentes, bem como torna nítida a influência da escolarizaçao na formaçao do indivíduo social