998 resultados para Cura místico-religiosa


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Este estudo investiga a otimização da resistência ao cisalhamento no plano de juntas de sobreposição co-curadas do compósito termoplástico unidirecional auto-reforçado de polietileno de baixa densidade reciclado reforçado por fibras de polietileno de ultra alto peso molecular através da relação desta resistência com os parâmetros processuais de prensagem a quente para a conformação da junta (pressão, temperatura, tempo e comprimento). A matriz teve sua estrutura química analisada para verificar potenciais degradações devidas à sua origem de reciclagem. Matriz e reforço foram caracterizados termicamente para definir a janela de temperatura de processamento de junta a ser estudada. A elaboração das condições de cura dos corpos de prova foi feita de acordo com a metodologia de Projeto de Experimento de Superfície de Resposta e a relação entre a resistência ao cisalhamento das juntas e os respectivos parâmetros de cura foi obtida através de equação de regressão gerada pelo método dos Mínimos Quadrados Ordinários. A caracterização mecânica em tração do material foi analisada micro e macromecanicamente. A análise química da matriz não demonstrou a presença de grupos carboxílicos que evidenciassem degradação por ramificações de cadeia e reticulação advindos da reciclagem do material. As metodologias de ensaio propostas demonstraram ser eficazes, podendo servir como base para a constituição de normas técnicas. Demonstrou-se que é possível obter juntas com resistência ótima ao cisalhamento de 6,88 MPa quando processadas a 1 bar, 115°C, 5 min e com 12 mm. A análise da fratura revelou que a ruptura por cisalhamento das juntas foi precedida por múltiplas fissuras longitudinais induzidas por sucessivos debondings, tanto dentro quanto fora da junta, devido à tensão transversal acumulada na mesma, proporcional a seu comprimento. A temperatura demonstrou ser o parâmetro de processamento mais relevante para a performance da junta, a qual é pouco afetada por variações na pressão e tempo de cura.

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L’insorgere della pandemia da COVID-19 ha comportato una pesante riorganizzazione delle strutture ospedaliere e lo stesso sistema delle cure oncologiche è stato ripensato cercando di garantire, da un lato, la sicurezza dei pazienti e del personale sanitario e, dall’altro, la continuità delle cure. Il progetto analizza l’impatto di questa riorganizzazione sulle traiettorie di malattia dei pazienti oncologici e sul lavoro di cura dei diversi attori coinvolti nella definizione di queste traiettorie. La ricerca, focalizzata sul contesto ospedaliero emiliano-romagnolo, si è svolta tramite la realizzazione di interviste qualitative a personale sanitario ospedaliero, associazioni di volontariato, pazienti e caregiver. La gestione del rischio Covid ha comportato un consistente impegno in termini di safety work da parte del personale sanitario. Inoltre, le limitazioni degli accessi agli ambienti ospedalieri, imposte come misure di sicurezza, hanno comportato l’esclusione di familiari e associazioni di volontariato dagli ospedali e, di conseguenza, una maggiore solitudine del paziente in tutte le fasi del percorso di cura. L’assistenza fornita da queste figure ricomprende una componente di “lavoro invisibile” che la situazione pandemica ha permesso di far emergere. Infatti, i familiari supportano indirettamente e informalmente il lavoro del personale sanitario all’interno dello stesso ambiente ospedaliero. I professionisti intervistati hanno riconosciuto il venir meno di questo supporto. La risposta del personale ospedaliero, e infermieristico in particolare, si è articolata in due direzioni al fine di sopperire a queste mancanze: da un lato, incrementando la componente di sentimental work, e quindi di supporto emotivo ai pazienti; dall’altro, attraverso buone pratiche orientate a rispondere ai bisogni dei pazienti, intesi non solo in senso biomedico, ma anche psicologico e relazionale. Possiamo quindi concludere che, sotto certi aspetti, la pandemia è stata contrastata con una maggiore umanizzazione delle cure oncologiche e una maggiore attenzione ai bisogni dei pazienti intesi nella loro interezza e complessità.

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Questo studio si concentra su tre direttrici fondamentali: la monomania religiosa, la medicina legale e il diritto penale nell'Italia postunitaria. Nell’ambito di un contesto temporale ben definito, i cui estremi cronologici coincidono con l’Unificazione italiana (1861) e con i primi anni del XX secolo, si sono approfondite le numerose implicazioni mediche e giuridiche della malattia mentale nella forma di monomania religiosa. In particolare, prendendo spunto da una serie di condotte criminali frutto di suggestione religiosa o di deliri ascetici in soggetti diagnosticati come ‛monomani’, si sono indagati i risvolti giuridico-processuali di alcune vicende fortemente rappresentative di tali percorsi. L'ampia documentazione d'archivio recuperata consente di verificare l'orientamento della magistratura all'indomani dell'entrata in vigore del Codice penale per il Regno d'Italia (1889). Nei casi esaminati, alla diagnosi di alienazione mentale degli imputati seguiva la dichiarazione di non imputabilità e l'affidamento degli stessi all'Autorità amministrativa che ne disponeva il ricovero in manicomio.

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I pazienti affetti da patologie oncologiche avanzate hanno un'esperienza di sintomi multipli spesso concomitanti tra loro. Lo scopo di questo progetto è quello di valutare come, nel contesto di un’ambulatorio integrato di Radioterapia e Cure Palliative (rep), sia possibile descrivere e quantificare i sintomi riportati dal paziente attraverso uno strumento di analisi convalidato, nello specifico l’Edmonton Symptom Assessment System (ESAS) al fine di costruire una proposta terapeutica ottimizzata per il singolo paziente. Da aprile 2016 ad aprile 2020, sono stati analizzati gli accessi al rep per un totale di 519 accessi, quindi abbiamo selezionato solo le visite dei pazienti che avevano completato totalmente lo strumento ESAS per la valutazione dei sintomi. La popolazione in studio era quindi composta da 212 pazienti, di questi 120 erano uomini, 92 erano donne, l'età media era di 72 anni, del totale il 36% era stato sottoposto a radioterapia. I principali risultati ottenuti dall'analisi dei dati relativi alla popolazione in studio sono stati i seguenti: 1) il 25% dei pazienti muore entro 2,2 mesi, il 60% entro 6 mesi; 2) la popolazione maschile ha un rischio di morte più elevato rispetto alla popolazione femminile; 3) Esiste una chiara differenza negli indici di correlazione tra la popolazione femminile e quella maschile 4) I principali sintomi correlati sono: dolore, mancanza di appetito, ansia, sonnolenza; 5) Il sintomo del dolore non è associato ad un aumento del rischio di morte, mentre la mancanza di appetito e sonnolenza sono associati ad un aumento del rischio di morte. In conclusione, i dati a nostra disposizione hanno dimostrato che un'analisi approfondita dei sintomi attraverso lo strumento ESAS è fattibile e necessaria portando informazioni fondamentali per una gestione ottimale del paziente, dandoci la possibilità di muoverci verso l'opportunità di trattamenti sempre più personalizzati e individualizzati in base alle caratteristiche dei singoli pazienti.

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I compositi a matrice polimerica rinforzati con fibre di carbonio (Carbon fiber reinforced polymers, CFRP) posseggono proprietà meccaniche uniche rispetto ai materiali convenzionali, ed un peso decisamente inferiore. Queste caratteristiche, negli ultimi decenni, hanno determinato un crescente interesse nei confronti dei CFRP che ha portato a numerose applicazioni in settori come l’industria aerospaziale e l’automotive. Le sollecitazioni cui i CFRP laminati sono soggetti durante la vita d’uso possono causare fenomeni di delaminazione che, portando ad una drastica riduzione delle proprietà meccaniche del materiale, ne compromettono l’integrità strutturale. Nel presente lavoro di tesi, sono state integrate in laminati CFRP membrane elettrofilate da blend polimeriche con capacità di self-healing. Le migliori condizioni da applicare in fase di cura del composito sono state approfonditamente investigate mediante analisi termica (DSC). Per verificare la capacità di autoriparazione dei laminati modificati, è stata valutata la tenacità a frattura interlaminare in Modo I e Modo II prima e dopo il trattamento di attivazione del self-healing.

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Parte da aula 4 do curso Via Saúde, do Canal Minas Saúde, que aborda a importância da mobilização social para o combate a tuberculose. Durante o vídeo são respondidas dúvidas sobre o combate, tratamento e a cura da doença. O vídeo apresenta também informações sobre o programa estadual de pneumologia sanitária.

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O Diabetes Mellitus (DM) é uma síndrome de etiologia múltipla, decorrente da falta de insulina e/ou incapacidade da insulina exercer adequadamente seus efeitos. O estudo tem como objetivo sensibilizar o portador de Diabetes Mellitus para a aquisição de comportamentos de adesão ao autocuidado através de atividade e trabalho multidisciplinar de formação. Trata-se de um projeto de intervenção que acontece em uma Unidade Básica de Saúde da Família no Município de Curaçá, no interior da Bahia, que através de encontros de uma equipe multiprofissional com grupos de diabéticos, explora a importância do autocuidado para prevenção de complicações do diabetes, bem como orienta o controle dos fatores que podem interferir na sua condição patológica. Dessa forma, o presente trabalho fortalecerá e ampliará o nível de conhecimento do grupo, enfatizando a continuidade desta intervenção como forma de contribuir para a ampliação de estratégias para a promoção do autocuidado em diabetes.

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O principal objetivo deste estudo busca verificar a cobertura do Sistema de Saúde da Família e do Sistema de Cadastramento e Acompanhamento de Pacientes Hipertensos e Diabéticos em Minas Gerais. As doenças cardiovasculares são a principal causa de mortalidade no mundo contemporâneo. A revisão de literatura traz os temas políticas de saúde, modelos de atenção à saúde, sistemas de informação em saúde e os agravos selecionados quais sejam, diabetes e hipertensão. O cenário do estudo compreende a unidade básica do Município de Itajubá e tratando-se de uma pesquisa exploratória, de caráter quanti-qualitativa, cuja coleta dos dados foi realizada através de fontes secundárias. Neste sentido, o presente trabalho objetiva propor melhorar do cadastramento e acompanhamento dos hipertensos e diabéticos na Unidade de Saúde da cidade de Itajubá-MG. Busca-se assim garantir maior eficiência na adesão eacompanhamento dos usuários, através da busca ativa e efetiva dos agentes comunitários de saúde, do controle da pressão arterial e glicêmica, aumentando a efetividade do Programa Hiperdia.

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Administration of fractionated doses of irradiation is part of the adjutant therapy for CNS tumours such as craniopharyngiomas and pituitary adenomas. It can maximise cure rates or expand symptom-free period. Among the adverse effects of radiotherapy, the induction of a new tumour within the irradiated field has been frequently described. The precise clinical features that correlate irradiation and oncogenesis are not completely defined, but some authors have suggested that tumors are radiation induced when they are histologically different from the treated ones, arise in greater frequency in irradiated patients than among normal population and tend to occur in younger people with an unusual aggressiveness. In this article, we report a case of a papillary astrocytoma arising in a rather unusual latency period following radiotherapy for craniopharyngioma.

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We report on two epileptic patients who developed acute psychosis after the use of topiramate (TPM). One patient exhibited severe psychomotor agitation, heteroaggressiveness, auditory and visual hallucinations as well as severe paranoid and mystic delusions. The other patient had psychomotor agitation, depersonalization, derealization, severe anxiety and deluded that he was losing his memory. Both patients had to be taken to the casualty room. After interruption of TPM in one patient and reduction of dose in the other, a full remission of the psychotic symptoms was obtained without the need of antipsychotic drugs. Clinicians should be aware of the possibility of development of acute psychotic symptoms in patients undergoing TPM treatment.

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The objective of this study was to analyze the point of view of parents in relation to the cochlear implant, their level of information concerning the implant, its risks and benefits, and their expectations towards their children's future. Ten parents of deaf children candidate for the cochlear implant at Unicamp's Clinical Hospital were interviewed. Based on a qualitative approach, a content analysis showed that the majority of parents seek the cure for deafness, and consequently, the acquisition of speech with the cochlear implant. For these families, the cochlear implant is seen both as the solution to their children's deafness and as a path for a better future. It has been evidenced that during the acquisition of knowledge about the implant, parents experienced anxiety and anguish when faced with the risks and benefits of the procedure, and the need to choose between performing and not performing the cochlear implant.

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Purpose: Amblyopia is the most common form of visual problem in children and for more than 250 years occlusion therapy is the standard treatment. Thus our purpose is to identify the factors that influence the outcome of amblyopia treatment with occlusion therapy. Methods: We reviewed 169 amblyopic children seen in the outpatient clinic of amblyopia of the Campinas State University, between January 1996 and May 1998. Patients were analyzed regar-ding sex, age at start of treatment (3 groups), affected eye, type of amblyopia (strabismic, anisometropic, visual depri-vation, associated), follow-up, initial visual acuity (light, moderate, severe), compliance with treatment (good, poor) and outcome (fully treated, partially treated, not treated). Results: Compliance was not seen to be significantly related to age at start of treatment (p=0.68) or initial visual acuity (p=0.82). 52.67% of the patients were fully treated while 19.52% were partially treated and 27.81% were not treated. Children recorded as showing good compliance had a significantly better outcome than those with poor complian-ce (p=0.0009). Neither the age at start of treatment (p=0.39) nor the initial visual acuity (p=0.30) were significantly corre-lated with the final outcome. Conclusions: We concluded that the main factor affecting the final outcome of amblyopia treatment is compliance.

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Universidade Estadual de Campinas . Faculdade de Educação Física

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