990 resultados para Réentrée stable périodique et quasi-périodique


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Elemento centrale della presente tesi dottorale è il costrutto di perspective taking, definibile come l’abilità, emergente nei bambini intorno a 4-5 anni, di assumere la prospettiva altrui secondo tre differenti dimensioni: emotiva, cognitiva e percettiva (Bonino, Lo Coco, Tani, 1998; Moll e Meltzoff, 2011). Dalla letteratura emerge come il perspective taking, in quanto abilità di comprensione sociale, rivesta un ruolo adattivo e sia fondamentale per lo sviluppo, non solo intellettivo, ma anche per la formazione di adeguate capacità relazionali e sociali (Jenkins e Astington, 2000; Weil et al., 2011). Sulla base di tali considerazioni, alcuni ricercatori si sono interrogati sulla possibilità di insegnare questa abilità, elaborando specifiche e differenti procedure di intervento finalizzate ad incrementare l’abilità di perspective taking sia in bambini a sviluppo normativo (Cigala e Mori, 2015), sia in gruppi di bambini a sviluppo atipico (Fisher e Happé, 2005; Heagle e Rehfeldt, 2006; Paynter e Peterson, 2012). A partire da una prospettiva teorica socio-costruzionista, secondo cui l’acquisizione del perspective taking si configura come un’impresa di co-costruzione continua, all’interno di interazioni quotidiane con figure significative per il bambino, si è deciso di analizzare il perspective taking non solo in relazione a variabili individuali (genere, età del bambino, regolazione emotiva, abilità sociali) ma anche e soprattutto a variabili contestuali quali le caratteristiche del contesto familiare (caratteristiche disposizionali e stili genitoriali di socializzazione emotiva, presenza di fratelli). Sono stati in particolare indagati un contesto familiare normativo ed uno caratterizzato da maltrattamento psicologico, contrassegnato dalla reiterazione di comportamenti inadeguati (critiche svalutanti, denigrazione, umiliazione, minacce verbali, indifferenza) nei confronti del minore, che convogliano sul bambino l’idea di non essere amato e di avere poco valore. Con i termini “a sviluppo tipico” si intendono i bambini per i quali non sussista una diagnosi clinica e con quelli di “famiglie normative” ci si riferisce a nuclei per i quali non ci siano state segnalazioni da parte dei Servizi Educativi e Sociali di riferimento, indipendentemente dalle caratteristiche della composizione del nucleo familiare (nucleare, estesa, multipla, ricostituita o ricomposta). Tale studio rientra in un ampio progetto di ricerca e formazione che ha coinvolto più di 250 prescolari frequentanti 8 scuole dell’infanzia e 15 comunità terapeutiche e di accoglienza mamma-bambino, situate in differenti province del Nord Italia. Il gruppo dei partecipanti alla ricerca si è composto di 256 bambini in età prescolare, compresa quindi tra 3 e 5 anni (M=54,39; DS=5,705): 128 maschi (M=54,08; DS=5,551) e 128 femmine (M=54,70; DS=5,860). In particolare, 213 bambini appartenevano a famiglie normative e 43 a nuclei familiari caratterizzati dalla presenza di maltrattamento psicologico. Oltre ai bambini, la ricerca ha previsto il coinvolgimento di 155 coppie di genitori, 43 madri ospitate in comunità, 18 insegnanti e 30 operatori. Obiettivo centrale è stato l’indagine della possibilità di poter promuovere il perspective taking in bambini di età prescolare a sviluppo tipico appartenenti a due differenti tipologie di contesto familiare (normativo e psicologicamente maltrattante), attraverso l’applicazione di uno specifico percorso di training di natura “ecologica” all’interno della scuola dell’infanzia e della comunità, assimilabile a quelli di tipo evidence based. In particolare è stata prevista una procedura quasi sperimentale di tipo pre-test, training, post-test e follow-up. Dopo una preliminare valutazione dello sviluppo del perspective taking nelle sue tre componenti, in bambini appartenenti ad entrambi i contesti, si è voluto verificare l’esistenza di eventuali relazioni tra questa abilità ed alcune capacità socio-emotive dei bambini, con particolare riferimento alla disposizione prosociale, rilevate nel contesto scolastico attraverso differenti metodologie (osservazioni dirette non partecipanti, questionari self report compilati dalle insegnanti). Inoltre, data l’importanza del contesto familiare per lo sviluppo di tale abilità, la ricerca ha avuto lo scopo di verificare l’esistenza di eventuali relazioni tra le abilità di perspective taking mostrate dai bambini e gli stili di socializzazione emotiva delle figure familiari, caratteristiche di entrambi i contesti (maltrattante e non maltrattante). È stato inoltre previsto uno studio di confronto tra i due campioni rispetto alle dimensioni indagate. I risultati ottenuti sono stati particolarmente interessanti. Innanzitutto, le esperienze di training hanno determinato, in entrambi i contesti, miglioramenti nell’abilità dei prescolari di mettersi nei panni altrui. Tale training ha inoltre dimostrato effetti positivi sulla competenza sociale dei bambini, che, a seguito del percorso, hanno manifestato un incremento dei comportamenti prosociali ed una diminuzione di quelli aggressivi. Per lo studio in contesto normativo, è stato inoltre dimostrato un mantenimento delle abilità acquisite a seguito del training attraverso un follow-up a distanza di 4 mesi dal termine dell’intervento. Il positivo esito di tale percorso sembra quindi rappresentare un’importante risorsa per i prescolari, soprattutto in caso di situazioni in cui l’abilità di perspective taking risulti deficitaria. Il confronto dei due gruppi a seguito del training ha evidenziato come non siano emerse differenze significative, rispetto al perspective taking, ad eccezione della dimensione emotiva, in cui le prestazioni dei prescolari maltrattati sono risultate inferiori, come già evidenziato prima del training. Tali risultati non giungono però inaspettati, poiché, sebbene il percorso abbia agito significativamente sull’abilità di comprensione delle emozioni altrui di questi bambini, non si configura come sufficiente a ristrutturare così profondamente le problematiche presentate. Interessanti sono stati altresì i risultati ottenuti dall’analisi degli stili di socializzazione emotiva, dei genitori (madri e padri) dei prescolari non maltrattati e delle mamme dei bambini residenti in comunità. In particolare è emerso come, stili accettanti e di tipo coaching nei confronti delle emozioni negative dei bambini, siano positivamente correlati con il perspective taking dei figli, e come all’opposto, stili rifiutanti rispetto alle espressioni emotive negative dei propri bambini, mostrino correlazioni negative con le abilità di perspective taking dei figli. Oltre ad interessi di ordine teorico e metodologico, è possibile quindi affermare come, il presente lavoro di tesi, sia stato guidato da fini applicativi, affinché la ricerca scientifica possa tradursi in pratiche educative quotidiane da applicare ai contesti di vita significativi per i bambini.

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El gasterópodo marino Patella ferruginea se encuentra incluido en los Catálogos Español y Andaluz de Especies Amenazadas en la categoría “En peligro de extinción”. En 2008 fue aprobada la Estrategia de Conservación Nacional de la especie que establece la realización de un seguimiento de la población cada cuatro años. En Andalucía se ha realizado en 2010 el seguimiento de la especie empleando dos tipos de metodología: los “Controles de crecimiento”, mediante marcaje de ejemplares, y los “Censos exhaustivos” en “Tramos” de costa, para intentar detectar todos los individuos presentes. En el censo de 2010 se han muestreado unos 21 km de costa en 34 localidades, un 5% del litoral andaluz con presencia de la especie, lo que constituye un esfuerzo considerable, pero asumible para el control periódico de la misma. La densidad media detectada es muy baja, de 0,048 ind./m. El mayor número de individuos se encuentra en Cádiz y la población mejor estructurada en la isla de Alborán. Se estima que el tamaño actual de la población en Andalucía ronda los 1.800 ejemplares, lo que constituye un aumento con respecto a inventarios anteriores. Sin embargo, el contingente es muy reducido para garantizar la supervivencia de la especie. La categoría de protección propuesta por el Libro Rojo de los Invertebrados de Andalucía, “En peligro crítico” (MORENO y ARROYO, 2008), debe considerarse, por lo tanto, la más adecuada para la lapa ferruginosa siguiendo los criterios de valoración de la UICN (2001).

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(Sa)-Binam-D-prolinamide (20 mol%), instead of (Sa)-binam-L-prolinamide, in combination with chloroacetic acid (100 mol%) is an efficient organocatalyst for the direct aldol reaction between α-keto esters as electrophiles and alkyl and α-functionalised ketones, under quasi solvent-free conditions, providing access to highly functionalised chiral quaternary γ-keto α-hydroxyesters with up to 92% ee.

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We have observed a large spin splitting between "spin" +1 and -1 heavy-hole excitons, having unbalanced populations, in undoped GaAs/AlAs quantum wells in the absence of any external magnetic field. Time-resolved photoluminescence spectroscopy, under excitation with circularly polarized light, reveals that, for high excitonic density and short times after the pulsed excitation, the emission from majority excitons lies above that of minority ones. The amount of the splitting, which can be as large as 50% of the binding energy, increases with excitonic density and presents a time evolution closely connected with the degree of polarization of the luminescence. Our results are interpreted on the light of a recently developed model, which shows that, while intraexcitonic exchange interaction is responsible for the spin relaxation processes, exciton-exciton interaction produces a breaking of the spin degeneracy in two-dimensional semiconductors.

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Tese de doutoramento, Linguística (Linguística Educacional), Universidade de Lisboa, Faculdade de Letras, 2016

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Based on models and proxy data it has been proposed that salinity-driven stratification weakened in the subarctic North Pacific during the last deglaciation, which potentially contributed to the deglacial rise in atmospheric carbon dioxide. We present high-resolution subsurface temperature (TMg/Ca) and subsurface salinity-approximating (d18Oivc-sw) records across the last 20,000 years from the subarctic North Pacific and its marginal seas, derived from combined stable oxygen isotopes and Mg/Ca ratios of the planktonic foraminiferal species Neogloboquadrina pachyderma (sin.). Our results indicate regionally differing changes of subsurface conditions. During the Heinrich Stadial 1 and the Younger Dryas cold phases our sites were subject to reduced thermal stratification, brine rejection due to sea-ice formation, and increased advection of low-salinity water from the Alaskan Stream. In contrast, the Bølling-Allerød warm phase was characterized by strengthened thermal stratification, stronger sea-ice melting, and influence of surface waters that were less diluted by the Alaskan Stream. From direct comparison with alkenone-based sea surface temperature estimates (SSTUk'37), we suggest deglacial thermocline changes that were closely related to changes in seasonal contrasts and stratification of the mixed layer. The modern upper-ocean conditions seem to have developed only since the early Holocene.

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The stable isotope study of monospecific planktonic foraminifer samples recovered at Sites 541 and 543 during Deep Sea Drilling Project Leg 78A indicates a warming during the early Pliocene about 4.7 to 4.3 Ma. The changes in the late Pliocene oxygen isotope record around 2.9 to 2.7 Ma coincide with changes in the circulation pattern resulting from the closure of the Panama seaway and the beginning of the Northern Hemisphere glaciation. The Pleistocene record is characterized by 0.5 to 1.0 per mil fluctuations in the d18O record. These fluctuations reflect salinity changes, rather than temperature changes, as indicated by Globigerinoides ruber and G. sacculifer abundances. The salinity changes may be explained by a drifting of (1) the highly saline Central Water Mass of the southern Sargasso Sea, and (2) lower-salinity ocean water displaced by the northward shift of the Intertropical Convergence Zone into the Caribbean region during cooler intervals.

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Delta18O values of pore waters from the northern Barbados accretionary prism range from -0.3 to -3.6? and reflect pervasive reaction of volcanic ash to form smectite within the sedimentary sequence and continued low temperature alteration of basalt in the underlying ocean crust with the overprint of diffusive exchange between water in the sediment pores and the open ocean. Delta D values of pore waters in sediments sampled seaward of the deformation front drop from +5? at the sediment surface to -6? at the deepest levels sampled. These changes may also be related to alteration processes but remain largely enigmatic. Sediment deformation caused by impingement of the Caribbean plate on the Atlantic plate has instigated migration of chemically and isotopically distinct fluid along faults and coarse-grained sedimentary beds; delta18O values of pore waters are also locally affected by thrust stacking which increases diffusive pathlengths and possibly modifies diagenetic reaction rates in Pleistocene sediments. Migrating fluids are distinguished by anomalous delta18O values that are as much as 1? higher than those of surrounding fluids. Uncertainties in hydrogen isotope fractionation resulting from processes occurring under these conditions hinder identification of the hydrogen isotope composition of expelled fluid. Stable isotope analyses of pore waters help constrain the fluid migration history of the accretionary prism by limiting the source of fluids, the paths along which fluid flows, and the timing of faulting and subsequent fluid flow.