951 resultados para progetto urbano, green network,scalo San Donato, Bologna.


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Il progetto si concentra principalmente sullo studio formale e funzionale del carter di una nuova tipologia di macchina industriale per il trattamento superficiale (coating) continuo di prodotti famaceutici. I punti di interesse sono stati: la scelta del materiale, la forma del carter, l'interazione con l'utente, la visualizzazione della macchina finita, la proposta di un piano comunicativo e di una strategià d'identità del prodotto.

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Mi sono occupato di confezionamento di bevande, un settore che utilizza largamente il PET. Il progetto di tesi consiste in un processo che serve a ideare nuove forme di contenitore in PET attraverso strumenti di ricerca e innovazione.

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Partendo da un progetto su un servizio di trasporto di beni ortofrutticoli tramite bus, il mio progetto di tesi è andato a concentrarsi sui contenitori in cui si collocano frutta e verdura, tenendo in particolare considerazione la protezione degli stessi e un trasporto facilitato da parte dell'utente. Nel documento sono inoltre presenti la relazione del tirocinio svolto presso Open Project S.r.l. e la spiegazione sul progetto del portfolio lavori.

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Il progetto attiene a una riqualificazione di una corte residenziale pubblica appartenente ad Acer Modena. Il progetto vuole incrementare le relazioni sociali creando un progetto di spazi condivisi collaborativo e interattivo partendo dal tema del verde e della natura.

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Studiare il rapporto tra pedagogia ed architettura per ridisegnare la scuola Panoramica a Riccione. I principi guida di Gianfranco Zavalloni, educatore cesenate, maestro di scuola materna e dirigente scolastico, autore de “La pedagogia della lumaca, sono la base su cui fonda il progetto. Natura, lavoro manuale e gioco sono le parole chiavi, nonchè i punti cardini delle teorie del cesenate. L'applicazione di questi concetti uniti a uno studio sui legami di tipo pubblico e privato che si innescano all'interno di un edificio scolastico sono l'ossatura portante del progetto. Il risultato è un edificio innovativo, a diretto contatto con la natura e attento ai principi di sostenibilità e di risparmio energetico.

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La disciplina del Risk Management assume recentemente un significato ed un peso crescenti nel panorama delle organizzazioni pubbliche e private. Nel campo delle costruzioni pubbliche, in particolare, l’attuazione di processi strutturati di Gestione del Rischio potrebbe portare ad un efficientamento significativo del processo di costruzione e gestione. Obiettivo di questa tesi è verificare in che modo i risultati di un’applicazione strutturata di un processo di Gestione del Rischio possono essere impiegati dal gruppo di management per perseguire scelte più consapevoli, precise e circostanziate rispetto ai metodi tradizionali di gestione del processo. L’analisi parte da uno studio comparativo dei metodi e delle norme tecniche di Risk Management proposte in ambito internazionale. I risultati ottenuti vengono poi applicati al caso studio relativo al progetto di insediamento del Tecnopolo di Bologna presso l’area nota come Ex-Manifattura Tabacchi. L’applicazione delle tecniche al caso di studio è strutturata come una esecuzione completa del processo di Valutazione del Rischio. La fase di Identificazione viene svolta tramite un’analisi della letteratura, la sottoposizione al giudizio degli esperti, e si conclude con una categorizzazione dei rischi mediante Risk Breakdown Structure. La fase di Quantificazione del Rischio è attuata tramite una prima fase di analisi qualitativa con la somministrazione di un questionario on-line ad una platea di soggetti competenti; seguita da un’analisi quantitativa svolta con il software “RiskyProject®” per realizzare una analisi di Montecarlo ed analisi di sensitività. Al termine vengono esaminate alcune possibili misure di trattamento specifiche per un rischio definito prioritario. I risultati proposti mostrano come sia possibile ottenere in fase preliminare una descrizione consapevole delle incertezze del progetto, e che tale consapevolezza può essere utilizzata con lo scopo di migliorare la qualità e l’efficacia dell’intero processo.

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Applicazione dei metodi di valutazione degli indici di vulnerabilità sismica V e di danno ID, messi a punto dal Dipartimento di Architettura dell'Università di Bologna, su un edificio isolato in muratura portante situato nel Comune di San Felice sul Panaro, analizzandone inoltre le caratteristiche di apparecchiatura muraria ed individuando un indice di qualità muraria IQM.

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L’attenzione di questa tesi si pone sulla progettazione e lo sviluppo di un automa per il controllo di sistemi a pilotaggio remoto. Punto di partenza dell'intero progetto è stata l'analisi del quadrirotore programmato ed utilizzato dai ricercatori del progetto SHERPA. Le funzionalità evidenziate dall'analisi sono state poi elaborate secondo l'approccio con Attuatore Generalizzato ed implementate in Codesys. Questo software si compone di una parte di controllo, una di simulazione ed una o più interfacce grafiche dedicate all'interazione con l'utente. L'utilizzo di Codesys ha permesso di implementare un automa modulare e riusabile, base di partenza per i futuri progetti di automi aerei. L'automa realizzato consente infine di simulare il comportamento di un generico sistema a pilotaggio remoto e di osservarne la sequenza logica con cui le azioni vengono eseguite.

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Questa tesi si occupa della realizzazione, in ottica Modern UI, di una nuova interfaccia per l'applicazione Android del sistema domotico Home Manager. Dopo una prima fase di analisi preliminare, si affronta la progettazione dell'app, dall'analisi dei requisiti - ivi incluso il nuovo strumento di sviluppo da utilizzare, Android Studio - alla successiva analisi e progettazione della nuova soluzione, seguita da implementazione e collaudo.

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As we look around a scene, we perceive it as continuous and stable even though each saccadic eye movement changes the visual input to the retinas. How the brain achieves this perceptual stabilization is unknown, but a major hypothesis is that it relies on presaccadic remapping, a process in which neurons shift their visual sensitivity to a new location in the scene just before each saccade. This hypothesis is difficult to test in vivo because complete, selective inactivation of remapping is currently intractable. We tested it in silico with a hierarchical, sheet-based neural network model of the visual and oculomotor system. The model generated saccadic commands to move a video camera abruptly. Visual input from the camera and internal copies of the saccadic movement commands, or corollary discharge, converged at a map-level simulation of the frontal eye field (FEF), a primate brain area known to receive such inputs. FEF output was combined with eye position signals to yield a suitable coordinate frame for guiding arm movements of a robot. Our operational definition of perceptual stability was "useful stability," quantified as continuously accurate pointing to a visual object despite camera saccades. During training, the emergence of useful stability was correlated tightly with the emergence of presaccadic remapping in the FEF. Remapping depended on corollary discharge but its timing was synchronized to the updating of eye position. When coupled to predictive eye position signals, remapping served to stabilize the target representation for continuously accurate pointing. Graded inactivations of pathways in the model replicated, and helped to interpret, previous in vivo experiments. The results support the hypothesis that visual stability requires presaccadic remapping, provide explanations for the function and timing of remapping, and offer testable hypotheses for in vivo studies. We conclude that remapping allows for seamless coordinate frame transformations and quick actions despite visual afferent lags. With visual remapping in place for behavior, it may be exploited for perceptual continuity.

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Las características urbanísticas de las expansiones urbanas postindustriales desarrolladas en las últimas décadas en numerosas ciudades españolas presentan diferencias notables con las de barrios centrales y pericentrales más compactos preexistentes. Con el fin de estudiar cómo son percibidas por los ciudadanos de Vitoria-Gasteiz dichas diferencias urbanísticas, se realizaron 250 encuestas a residentes en los barrios compactos de la ciudad sobre sus preferencias entre el paisaje urbano de su barrio y el de los barrios postindustriales. Se observó que la gran mayoría de los encuestados prefirieron su compacto barrio en aspectos de sociabilidad, accesibilidad a servicios y bienestar global. Los resultados obtenidos se contrastaron con los de un estudio previo en el que una encuesta similar fue realizada a residentes en un barrio postindustrial. Se discuten las implicaciones de los resultados para desarrollar una práctica urbanística más sostenible y que integre la percepción de los usuarios de la ciudad.

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Los indicadores de sostenibilidad climática constituyen herramientas fundamentales para complementar las políticas de ordenamiento del territorio urbano y pueden beneficiar la calidad de vida sus habitantes. En el presente trabajo se diseñó un indicador climático urbano para la ciudad de Bahía Blanca considerando variables meteorológicas y análisis de la percepción social. El mismo permitió delimitar la ciudad en cuatro regiones bien diferenciadas entre sí. A partir de entonces, se realizó una propuesta sostenible para mitigar los efectos adversos del clima a partir de la aplicación del método DPSIR. Las mismas estuvieron destinadas a mejorar las condiciones de vida de la población. Los resultados permitieron considerar que una pronta implementación de la misma junto con una activa participación de los actores sociales y los tomadores de decisiones es necesaria para mejorar las condiciones actuales en la que se encuentra la ciudad. Con las medidas propuestas, la población local sabrá cómo actuar ante la ocurrencia de distintos eventos extremos, eventos de desconfort climático, etc. Al ser un método sencillo, la metodología aplicada en este estudio puede replicarse en otras ciudades del mundo con el objetivo de mejorar la calidad de vida de los habitantes.

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En este trabajo se calcula la tasa media de incisión fluvial del río Darro (Granada, España) durante el periodo 1890-2010 en su tramo urbano (sector Alhambra-Valparaíso). Para ello se han utilizado fotografías históricas en las que aparece dicho río, a partir de las cuales se ha podido determinar la posición del cauce en el momento en el que se realizaron las fotografías. La comparación con los escenarios actuales de tales imágenes ha permitido determinar la diferencia de altura del cauce a través de medidas de cotas absolutas realizadas mediante teodolito. Esta metodología ha permitido estimar de modo cuantitativo un índice de encajamiento vertical medio del río de 1,05 cm/año para el periodo histórico considerado.

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La reafirmación del modelo político-administrativo ciudadano tras la fase arcaica colonial abre una nueva etapa de prosperidad en la antigua fundación tiria. El esplendor de Gadir en el s. V a.C. se refleja en los textos clásicos y en los hallazgos arqueológicos y, sin embargo, nuestros conocimientos sobre el desarrollo histórico de la ciudad de época púnica son muy limitados. El horizonte arcaico comienza a esclarecerse tras los hallazgos del Teatro Cómico que han sacado a la luz los restos de la fundación tiria y, sin embargo, la ciudad posterior continúa siendo una gran incógnita. ¿A qué lugar se traslada la población una vez que se abandona el asentamiento primitivo? ¿Quiénes son los individuos enterrados en los excepcionales sarcófagos antropoides? ¿Qué relación jerárquica existe entre el asentamiento insular y los situados en tierra firme? ¿Qué papel jugó la industria y comercialización de las salazones? Los interrogantes planteados son múltiples y no hacen más que evidenciar la incapacidad del paradigma tradicional para explicar el desarrollo histórico de la Gadir postcolonial y la necesidad de buscar nuevos modelos interpretativos.

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Analysis of the word lancea, of Hispanic origin after Varro, and of place names, people´s names and personal names derived from it. It confirms that the spear was the most important weapon in the Bronze Age, belonging to the iuventus and used as heroic and divine symbol. This analysis confirms also the personality of the Lusitanians, a people related to the Celts but with more archaic archaeological, linguistic and cultural characteristics originated in the tradition of the Atlantic Bronze in the II millennium BC. It is also relevant to better know the organisation of Broze and Iron Age societies and the origin of Indo-Europeans peoples in Western Europe and of pre-Roman peoples of Iberia.