958 resultados para predatory mites
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Several recent reports indicate that mobile elements are frequently found in and flanking many wild-type plant genes. To determine the extent of this association, we performed computer-based systematic searches to identify mobile elements in the genes of two "model" plants, Oryza sativa (domesticated rice) and Arabidopsis thaliana. Whereas 32 common sequences belonging to nine putative mobile element families were found in the noncoding regions of rice genes, none were found in Arabidopsis genes. Five of the nine families (Gaijin, Castaway, Ditto, Wanderer, and Explorer) are first described in this report, while the other four were described previously (Tourist, Stowaway, p-SINE1, and Amy/LTP). Sequence similarity, structural similarity, and documentation of past mobility strongly suggests that many of the rice common sequences are bona fide mobile elements. Members of four of the new rice mobile element families are similar in some respects to members of the previously identified inverted-repeat element families, Tourist and Stowaway. Together these elements are the most prevalent type of transposons found in the rice genes surveyed and form a unique collection of inverted-repeat transposons we refer to as miniature inverted-repeat transposable elements or MITEs. The sequence and structure of MITEs are clearly distinct from short or long interspersed nuclear elements (SINEs or LINEs), the most common transposable elements associated with mammalian nuclear genes. Mobile elements, therefore, are associated with both animal and plant genes, but the identity of these elements is strikingly different.
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Anacardic acids, a class of secondary compounds derived from fatty acids, are found in a variety of dicotyledonous families. Pest resistance (e.g., spider mites and aphids) in Pelargonium xhortorum (geranium) is associated with high levels (approximately 81%) of unsaturated 22:1 omega 5 and 24:1 omega 5 anacardic acids in the glandular trichome exudate. A single dominant locus controls the production of these omega 5 anacardic acids, which arise from novel 16:1 delta 11 and 18:1 delta 13 fatty acids. We describe the isolation and characterization of a cDNA encoding a unique delta 9 14:0-acyl carrier protein fatty acid desaturase. Several lines of evidence indicated that expression of this desaturase leads to the production of the omega 5 anacardic acids involved in pest resistance. First, its expression was found in pest-resistant, but not suspectible, plants and its expression followed the production of the omega 5 anacardic acids in segregating populations. Second, its expression and the occurrence of the novel 16:1 delta 11 and 18:1 delta 13 fatty acids and the omega 5 anacardic acids were specific to tall glandular trichomes. Third, assays of the recombinant protein demonstrated that this desaturase produced the 14:1 delta 9 fatty acid precursor to the novel 16:1 delta 11 and 18:1 delta 13 fatty acids. Based on our genetic and biochemical studies, we conclude that expression of this delta 9 14:0-ACP desaturase gene is required for the production of omega 5 anacardic acids that have been shown to be necessary for pest resistance in geranium.
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Fecally dispersed parasites of 12 wild mammal species in Mudumalai Sanctuary, southern India, were studied. Fecal propagule densities and parasite diversity measures were correlated with host ecological variables. Host species with higher predatory pressure had lower parasite loads and parasite diversity. Host body weight, home range, population density, gregariousness, and diet did not show predicted effects on parasite loads. Measures of alpha diversity were positively correlated with parasite abundance and were negatively correlated with beta diversity. Based on these data, hypotheses regarding determinants of parasite community are discussed.
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Parasitic and predatory arthropods often prevent plants from being severely damaged by killing herbivores as they feed on the plants. Recent studies show that a variety of plants, when injured by herbivores, emit chemical signals that guide natural enemies to the herbivores. It is unlikely that herbivore-damaged plants initiate the production of chemicals solely to attract parasitoids and predators. The signaling role probably evolved secondarily from plant responses that produce toxins and deterrents against herbivores and antibiotics against pathogens. To effectively function as signals for natural enemies, the emitted volatiles should be clearly distinguishable from background odors, specific for prey or host species that feed on the plant, and emitted at times when the natural enemies forage. Our studies on the phenomena of herbivore-induced emissions of volatiles in corn and cotton plants and studies conducted by others indicate that (i) the clarity of the volatile signals is high, as they are unique for herbivore damage, produced in relatively large amounts, and easily distinguishable from background odors; (ii) specificity is limited when different herbivores feed on the same plant species but high as far as odors emitted by different plant species and genotypes are concerned; (iii) the signals are timed so that they are mainly released during the daytime, when natural enemies tend to forage, and they wane slowly after herbivory stops.
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Le formiche svolgono un importante ruolo all’interno degli ecosistemi ed alcune specie sono considerate keystone in quanto in grado di modificare la componente biotica e/o abiotica dell’ecosistema stesso. Sono animali ubiquitari che hanno colonizzato molteplici ambienti, compresi gli agroecosistemi. Negli agroecosistemi spesso svolgono un ruolo impattante determinando la diffusione o il regresso di specie di artropodi, alcune delle quali dannose alle colture. La presente ricerca tiene conto di un’ampia visione dei rapporti ecoetologici intercorrenti tra le formiche e la componente biotica di un ecosistema, utilizzando il concetto di rete multitrofica. In quest’ottica, si è pensato di costruire un sistema multitrofico costituito da una specie vegetale di interesse agrario (Cucumis sativus), dai suoi fitofagi naturali, divisi in fitomizi (afidi) (Aphis gossypii e Myzus persicae) e fitofagi masticatori (bruchi del lepidottero Mamestra brassicae), formiche (Formica pratensis) e predatori afidofagi (Aphidolets aphidimyza). Il sistema multitrofico è stato utilizzato sia per studiare l’aggressività delle formiche, sia per verificare l’esistenza di una comunicazione interspecifica tra le formiche e le piante (allelochimici). Gli studi sull’aggressività sono consistiti nel: • Verificare il livello di aggressività delle formiche nei confronti di un fitofago masticatore, competitore degli afidi nello sfruttare la pianta ospite. • Verificare se la presenza di afidi mutualisti fa variare il livello di aggressività delle formiche verso il competitore. • Verificare se esiste aggressività verso un predatore di afidi, i quali, secondo il paradigma della trofobiosi, dovrebbero essere difesi dalle formiche in cambio della melata. • Verificare se il predatore ha evoluto strategie volte ad eludere il controllo delle formiche sugli insetti che si approcciano alla colonia di afidi. Gli studi sui rapporti piante-formiche sono stati effettuati mediante olfattometro, osservando la risposta delle formiche alle sostanze volatili provenienti da piante infestate in modo differente con i fitofagi del sistema. Attraverso il trappolaggio e l’analisi gas-cromatografica delle sostanze prodotte dalle piante oggetto di studio abbiamo quindi individuato tipo e quantità di ogni composto volatile. Oltre alle piante di cetriolo, per questi esperimenti sono state utilizzate anche piante di patata (Solanum tuberosum). Dagli esperimenti sull’aggressività è risultato che le formiche manifestano un elevato potenziale predatorio, eradicando completamente la presenza dei bruchi sulle piante. Questo livello di aggressività tuttavia non cresce con la presenza degli afidi mutualisti che dovrebbero essere difesi dai competitori. Le formiche inoltre non sono in grado di sopprimere i predatori afidofagi che ipotizziamo riescano ad effettuare un camuffamento chimico, assumendo gli odori degli afidi dei quali si nutrono. I risultati degli esperimenti in olfattometro mostrano una chiara risposta positiva delle formiche verso gli odori di alcune delle piante infestate. Vi sono delle differenze nella risposta in funzione della specie di fitofago presente e della specie di pianta utilizzata. Nei trattamenti in cui erano presenti le piante di C. sativus, gli esperimenti in olfattometro hanno mostrato che le formiche rispondono in modo significativo agli odori emessi dalle piante in cui vi era la presenza del fitofago masticatore M. brassicae, solo o in associazione con A. gossypii. La presenza dei soli afidi, sia mutualisti (A. gossypii) sia non mutualisti (M. persicae), non ha invece indotto una risposta significativa nelle formiche rispetto agli odori delle piante non infestate. Nei trattamenti in cui erano presenti le piante di S. tuberosum la scelta delle formiche è stata significativa verso gli odori emessi dalle piante infestate con ciascuna delle singole specie di erbivori rispetto alle piante non infestate. Gli esperimenti sull’analisi delle sostanze volatili emesse dalle piante hanno confermato che gli organismi vegetali sono una vera centrale di produzione biochimica, infatti ben 91 composti volatili diversi sono stati individuati dall’analisi gas-cromatografica delle piante di cetriolo e 85 in quelle di patata. Dalle elaborazioni effettuate, rispettivamente 27 e 4 di essi sono prodotti esclusivamente dalle piante attaccate dai fitofagi. In generale, il cambiamento più consistente è dato dalla quantità di alcune sostanze volatili emesse dalle piante infestate rispetto a quelle integre che determina un cambiamento nei rapporti tra le sostanze che compongono i volatiles. E’ probabile che l’effetto attrattivo esercitato sulle formiche sia dato da un Blend di sostanze più che dai singoli composti presenti
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Sandinista ideology and its political culture are born in 1927, with the refusal of the Pacto del Espino Negro by Augusto César Sandino, while its disappearance can be placed in 1999, date of the signature of the Liberal-Sandinista pact with which –effectively- the two main protagonist of nicaraguan politics at that time, Daniel Ortega and Arnoldo Alemán, halt the democratization process of Nicaragua, so putting on ice also its political development. Meanwhile, in the lapse of time between these two pacts, the most intense, feverish, dramatic and participated period of political history of the Central American country develops: an anti-imperialist guerrilla warfare ended in a bloodbath; a dynastic dictatorship of predatory authoritarianism for more than 40 years; a popular revolution that throws down the dictatorship; a decade of revolutionary government attacked by a counter-revolutionary war; an electoral defeat that will lead to a season of “pactismo” that will end the Sandinista anomaly and that will give an opening to something that we could consider –not with a certain difficulty- its pretence. The aim of this essay consists in analyzing how it has been possible that a political experience like the Sandinista Front , created not only for gaining power and for revolutionizing politically, socially and economically Nicaragua, but also for changing radically cultural, ethic and moral perspective of the country and its people, arrived being the contrary of what had been posed as the horizon to aspire...
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A necessidade por recursos alimentares move os insetos predadores na busca por presas, para garantir a sobrevivência. Existem vários fatores que podem influenciar o comportamento de busca e escolha por presas e, sob determinadas circunstâncias, o inseto pode escolher se alimentar de presas não alvo, como, por exemplo, inimigos naturais e assim prejudicar a população de organismos benéficos. Garantir a estabilidade do agroecossistema é uma forma de manter as populações de pragas em níveis compatíveis com a ação de inimigos naturais e, consequentemente obter o sucesso no controle biológico. Programas bem sucedidos de manejo de pragas requerem previamente a realização de estudos sobre comportamento de insetos. Com o intuito de compreender os fatores que governam o comportamento predatório e as interações ecológicas entre Harmonia axyridis e Chrysoperla externa, considerando a presença de Diaphorina citri como presa, objetivou-se estudar o efeito de interações intraguilda sobre a predação de D. citri, experimentalmente e utilizando modelos estatísticos para compreender a dinâmica de interações tróficas no contexto de potenciais guildas presentes em citros. Três experimentos distintos foram realizados para investigar o comportamento dos insetos predadores. Foram realizados testes com escolha entre larvas dos predadores C. externa e H. axyridis e testes com e sem escolha comparando machos e fêmeas do predador H. axyridis, a fim de investigar padrões de escolha de presas. O segundo experimento foi realizado para investigar o comportamento predatório entre larvas de segundo instar dos predadores sob diferentes densidades de D. citri como presa. As combinações foram: sem escolha de presas intraguilda, combinações com escolha de presas intraguilda e combinações com a presença de dois predadores da mesma espécie para possibilitar o canibalismo. As densidades de D. citri utilizadas foram 5, 10, 15, 30, 60, 80. No último experimento avaliou-se a interação entre larvas de C. externa e H. axyridis, ao longo do desenvolvimento, simulando a existência de apenas uma presa, como fonte de alimento. O desenvolvimento dos predadores foi avaliado e comparado utilizando-se duas presas diferentes, ninfas de D. citri e ovos de Ephestia kuehniella para cada larva de primeiro instar dos predadores C. externa e H. axyridis. As combinações de predadores foram as mesmas citadas no experimento anterior. Observou-se a duração do desenvolvimento larval nas diferentes combinações de predadores e presa, bem como o percentual de predações intraguilda e canibalismos ocorridos. Nem a densidade de presas, nem o tipo de presa ofertada influenciou o comportamento das larvas dos predadores para a realização de predação intraguilda ou canibalismo. O principal fator foi a diferença de idade que reflete no tamanho dos predadores, podendo direcionar a predação intraguilda ou o canibalismo e até mesmo acelerar o ciclo de desenvolvimento do predador intraguilda envolvido. Predadores em estágio inicial de vida buscaram por qualquer tipo de presa para garantir sua sobrevivência, não demonstrando qualquer padrão em suas escolhas. No caso dos adultos de H. axyridis, há diferença de comportamento entre os sexos, dependendo da densidade de presas disponíveis, fêmeas poderão ser mais ágeis na busca e consumo de presas.
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A new interaction between insects and carnivorous plants is reported from Brazil. Larvae of the predatory flower fly Toxomerus basalis (Diptera: Syrphidae: Syrphinae) have been found scavenging on the sticky leaves of several carnivorous sundew species (Drosera, Droseraceae) in Minas Gerais and São Paulo states, SE Brazil. This syrphid apparently spends its whole larval stage feeding on prey trapped by Drosera leaves. The nature of this plant-animal relationship is discussed, as well as the Drosera species involved, and locations where T. basalis was observed. 180 years after the discovery of this flower fly species, its biology now has been revealed. This is (1) the first record of kleptoparasitism in the Syrphidae, (2) a new larval feeding mode for this family, and (3) the first report of a dipteran that shows a kleptoparasitic relationship with a carnivorous plant with adhesive flypaper traps. The first descriptions of the third instar larva and puparium of T. basalis based on Scanning Electron Microscope analysis are provided.
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Aquest article recull les aportacions abocades al voltant de la literatura com a eina per construir les identitats, personals (de gènere i/o sexual) i col·lectives (i/o nacionals) en el fòrum de debat del II Simposi d’Ensenyament de la Literatura i la Llengua. A partir de la proposta de diverses preguntes bastírem ponts de conversa referents a qüestions com ara la formació del professorat en qüestions de gènere, l'explicitació o no a l'aula les diverses formes de desig sexual, el trencament dels tòpics masculí/femení, el paper cabdal de l'etnopoètica com a eina per construir la identitat nacional o la delimitació i popularització dels símbols i mites col·lectius. El text inclou també propostes de textos per a treballar a l'aula els aspectes sobre els quals reflexionem.
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O crescimento espraiado e periférico das cidades nos países dependentes, tal qual o Brasil, tem reproduzido um movimento de segregação socioespacial das classes de baixos rendimentos, as quais são relegadas a condições ambientais insalubres. Nos países centrais do capitalismo, sob formas distintas, se observa também desde os anos 1960 discussões com respeito à expansão urbana para áreas cada vez maiores, seja por fenômenos como o urban sprawl anglo-saxão, ou a urbanização difusa, dos países da Europa latina. Diante desse quadro, com a publicação do Livro Verde sobre o Ambiente Urbano, documento elaborado em 1990 pela Comissão das Comunidades Européias para fornecer subsídios à elaboração das políticas urbano-ambientais, tem se propagado a ideia de que a promoção de “cidades compactas” seria uma solução adequada para reverter o atual estágio de expansão urbana para novas áreas, aumentando as densidades demográficas em áreas infraestruturadas, sobretudo por meio da reabilitação de edificações e terrenos ociosos localizados nos centros tradicionais, os quais tem passado por processos de abandono, perda de população e deterioração física do patrimônio edificado. Tendo isso em vista, na presente comunicação temos por objetivo analisar como a temática ambiental tem se inserido no contexto das discussões sobre a requalificação de centros antigos com foco na promoção de habitações para as classes populares. Para tal realizamos revisão da literatura sobre o tema proposto bem como procuramos identificar os princípios que tem regido tais políticas com relação ao tema ambiental. A relevância do tema encontra-se na necessidade de buscar caminhos alternativos a política habitacional e urbana brasileira, a qual tem reproduzido um modelo predatório de reprodução do espaço urbano.
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A cidade de Porto Seguro que se localiza no Brasil, no sul da Bahia, apresenta potencial de grande atração turística. O turismo em Porto Seguro é marcado por contradições que potencializam desigualdades e violências, associadas ao tráfico de drogas. Tal paradoxo eleva Porto Seguro a décima posição entre as cidades mais violentas do Brasil, situação de vulnerabilidade social, negação de direitos humanos e efetivação de um turismo predatório. O trabalho compreende pontualmente os dois lados desta situação, o primeiro apresenta a fetichização de Porto Seguro como um lugar idílico, o outro lado apresenta os elevados índices de criminalidade ligada ao tráfico de drogas. A metodologia deste estudo utilizou o cruzamento de dados estatísticos oficiais e pesquisas de campo. O estudo conclui que há um grande abismo entre a cidade ideal vendida e fetichizada como paraíso turístico reificado por uma mídia mercantil, e a cidade real ignorada por esta mesma mídia, e onde a população vive ao meio de um fogo cruzado que se monta e um diagrama de controles negociados, ilegalismos na expansão do tráfico de drogas e de uma economia ilícita que se inclui na economia turística.
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social stressors typically elicit two distinct behavioural responses in vertebrates: an active response (i.e., "fight or flight") or behavioural inhibition (i.e., freezing). Here, we report an interesting exception to this dichotomy in a Caribbean cleaner fish, which interacts with a wide variety of reef fish clients, including predatory species. Cleaning gobies appraise predatory clients as potential threat and become stressed in their presence, as evidenced by their higher cortisol levels when exposed to predatory rather than to non-predatory clients. Nevertheless, cleaning gobies neither flee nor freeze in response to dangerous clients but instead approach predators faster (both in captivity and in the wild), and interact longer with these clients than with non-predatory clients (in the wild). We hypothesise that cleaners interrupt the potentially harmful physiological consequences elicited by predatory clients by becoming increasingly proactive and by reducing the time elapsed between client approach and the start of the interaction process. The activation of a stress response may therefore also be responsible for the longer cleaning service provided by these cleaners to predatory clients in the wild. Future experimental studies may reveal similar patterns in other social vertebrate species when, for instance, individuals approach an opponent for reconciliation after a conflict.
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Vols. 1, 2, 5-7, 9 reprinted 1922; v. 3, 1927; and vols. 4, 8, 10, 1923.