896 resultados para compost, SPME, naso elettronico


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Le recenti restrizioni, che sono state imposte negli ultimi anni, in termini di emissioni hanno dato modo di portare innovazioni tecnologiche nel campo automotive. In particolare, è stata fatta molta strada nel campo dei sistemi di propulsione con lo scopo di ridurre gli inquinanti dovuti ai motori termici tramite l’utilizzo di veicoli ibridi ed elettrici. Oltre a questo, è cresciuta la ricerca anche per tematiche quali: nuove strategie di iniezione, nuovi tipi di combustibile e di motori e analisi più dettagliate dei processi di combustione. Queste innovazioni sono andate di pari passo con uno sviluppo tecnologico riguardante il controllo elettronico presente nel veicolo, il quale permette una maggiore precisione rispetto a quello meccanico. Al fine migliorare l’accuratezza del controllo elettronico è quindi fondamentale l’utilizzo dei segnali provenienti dai sensori, in modo tale da poter individuare e correggere eventuali problemi. Questo progetto ha infatti l’obiettivo di sviluppare strategie per l’analisi e il trattamento di una grande mole di dati, in modo tale da avere un controllo preciso ed automatizzato in modo tale da rendere la procedura meno soggetta ad errori e più veloce. Nello specifico il progetto di tesi è stato incentrato sull’implementazione di nuovi trigger, i quali hanno lo scopo di valutare i segnali in modo tale che non siano presenti problemi per la calibrazione del veicolo. In particolare, sono stati implementati trigger riguardanti il misfire e il controllo dei componenti di un veicolo ibrido, come per esempio il BSG e la batteria a 48V. Il tool fornisce quindi la possibilità di essere sempre aggiornato, ma anche di restituire risultati sempre più precisi potendo aumentare il numero delle funzioni e delle condizioni in essi presenti, con la possibilità, un giorno, di poter realizzare a bordo l’intero processo di calibrazione del motore.

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Analisi meccanica e microstrutturale a temperatura ambiente e alta temperatura (400 °C) dell'acciaio inossidabile AISI 316L prodotto tramite additive manufacturing (Laser Powder Bed Fusion) e rivestito con un sistema multistrato composto da nichelatura al fosforo e diamond like carbon. Il materiale è stato testato meccanicamente tramite prove di trazione, fatica a basso numero di cicli e durezza. Queste hanno dimostrato come il rivestimento non modifica significativamente le proprietà a trazione del materiale (sia a 20°C che a 400 °C) mentre allunga notevolmente la vita a fatica del provino a temperatura ambiente. Le analisi di durezza hanno evidenziato il diverso comportamento del rivestimento a temperatura ambiente e a 400 °C in quanto, alla temperatura di 300 °C, subisce una ricristallizzazione che ne determina un indurimento. L'analisi microstrutturale ha previsto l'osservazione del materiale al microscopio ottico ed elettronico a scansione FEG-SEM, la quale ha permesso di identificare i melt pool, grani colonnari e struttura cellulare che compongono il materiale. La struttura cellulare scompare a 400 °C mentre i melt pool ed i grani colonnari restano invariati. Oltre a queste analisi sono state svolte anche delle osservazioni per quanto riguarda le superfici di frattura del materiale le quali hanno mostrato una tipologia di frattura duttile nei provini di trazione mentre i campioni a fatica presentano una tipica frattura a fatica, ovvero che comprende un innesco, una zona di propagazione della cricca ed una zona di rottura di schianto. I campioni rivestiti presentavano l'innesco nella zona interfacciale tra substrato e rivestimento a causa delle tensioni residue, nonostante l'adesione del rivestimento con l'acciaio fosse ottimale.

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Nel seguente elaborato viene trattata la tematica del pacemaker, vista in prima battuta come funzione di autogenerazione elettrica da parte del cuore, con la descrizione dei fenomeni fisiologici alla base di questo fenomeno. Poi successivamente viene data una panoramica sugli studi che hanno portato alla realizzazione dei primi prototipi o dispositivi elettronici utili a sopperire a mancanze o a disturbi legati al sistema di conduzione. In particolare, si evidenzia come la sede dello stimolo, ovvero il nodo senoatriale, sia stata in modo efficiente sostituito da apparecchi biocompatibili e facilmente impiantabili, poiché di piccole dimensioni. Tuttavia, a causa, ad esempio, di alcuni limiti imposti dal consumo di potenza o dal degradarsi della batteria, ci si è chiesti se si potessero trovare delle alternative, altresì utili, per il ripristino dell’attività cardiaca. Per queste ragioni, come suggerito dal titolo, la trattazione di questo elaborato va ad incentrarsi su un ambito diverso ma complementare, quello biologico; in particolare, vengono messi in luce i principali approcci che si sono susseguiti nel corso dei decenni nello studio e nella ricerca per il ripristino dell’autostimolazione del battito, come alternative o compartecipazione, all’impianto di dispositivi elettronici. Viene messo il focus sul concetto di Biopacemaker, il quale riassume la commistione che c’è stata e che tuttora si cerca di fortificare tra l’ambito elettronico e quello legato alla biologia, alla genetica ed all’ingegneria tissutale.

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Questo elaborato tratta il ruolo dei transistor elettrochimici microfabbricati (OECTs) nel campo della Bioelettronica. Nello specifico, il focus della tesi ruota attorno alla categoria di OECTs basati su poli(3,4-etilenediossitiofene)(PEDOT) con drogaggio a base di poli(3,4-etilenediossitiofene)(PSS) a dare il PEDOT:PSS. Nella struttura del seguente elaborato, il primo capitolo è dedicato all’introduzione dei polimeri conduttori organici; materiali che hanno suscitato interesse grazie alle loro proprietà conduttive coniugate a un’alta stabilità, costi di produzione convenienti e alta riproducibilità; infine la biocompatibilità e le proprietà di trasduzione di informazioni attinenti al campo della biologia in segnale elettronico li ha resi lo strumento di maggior interesse nel campo della bioelettronica. Particolare focus è posto sulla categoria degli OECTs basati su PEDOT:PSS, sulle loro caratteristiche, la modellizzazione ed il ruolo del polimero d’interesse. Ciò è trattato nel secondo capitolo assieme ai regimi di funzionamento di questi dispositivi. Nel seguito si sono riportate le procedure seguite per la realizzazione dei dispositivi studiati: dalla preparazione del substrato ai processi litografici mirati alla creazione di un pattern per il circuito, fino alla deposizione per spin-coating del polimero in soluzione. Si sono descritti e chiariti il ruolo degli elementi del dispositivo, quali elettrodi ed elettrolita nella conducibilità del canale. Si è proceduto a descrive il set up strumentale e la strumentazione. Nell’ultimo capitolo si descrivono le misure sperimentali svolte e si commentano i risultati. Le misure svolte sul dispositivo constano innanzitutto della caratterizzazione dello stesso, previa analisi a vari voltaggi forniti sul gate e per varie geometrie del canale.

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Quando si pensa alla figura di un medico, non lo si può immaginare senza uno stetoscopio alle sue spalle. Lo stetoscopio è uno strumento molto semplice ma molto importante, inventato in Francia nel 1816 da René Théophile Hyacinthe Laennec, permise di poter auscultare ed analizzare i rumori generati dai battiti cardiaci ottenendo suoni più puliti e rendendo meno invasiva la procedura, precedentemente svolta posizionando l'orecchio sul petto del paziente. Nel 1970 David Littman migliorò notevolmente la struttura dello stetoscopio precedente, creando lo strumento che noi tutti conosciamo. Grazie alla rapida evoluzione dell'elettronica negli ultimi anni si hanno oggi a disposizione una moltitudine di nuovi ed efficaci sensori, alcuni dei quali trovano impiego nell'ambito dell'ingegneria biomedica. In particolare, si è pensato di utilizzare queste nuove tecnologie per la progettazione e lo sviluppo di uno stetoscopio elettronico. Il forte vantaggio di uno stetoscopio elettronico, rispetto al classico biomeccanico, risiede nell'elaborazione, nel filtraggio e nell'amplificazione del segnale che si può applicare all'auscultazione, oltreché nella possibilità di poter registrare il segnale acquisito, rendendo questo dispositivo uno strumento potenzialmente efficace per la telemedicina. In questo elaborato verrà trattato lo sviluppo di uno stetoscopio elettronico, evidenziando tutti i problemi e le criticità riscontrate durante il progetto in ogni punto di vista, software, hardware e signal processing. Tutto ciò non prima di una consistente introduzione necessaria per comprendere la tipologia di segnale d'interesse e l'analisi di alcuni tipi di dispositivi presenti in commercio e non, da cui si è tratta ispirazione. Seguirà un analisi critica dei risultati ottenuti, confrontando i segnali ottenuti dal dispositivo progettato con quelli ottenuti in reparto utilizzando due dispositivi commerciali, analizzando le differenze, punti di forza e di debolezza.

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Questa relazione di laurea accompagna la carta geologica e la sezione ad essa associata e discute i risultati ottenuti durante il rilevamento svolto durante la terza settimana di Giugno 2022. L’areale di studio è situato a N-NE di Passo Rolle, nella zona del Monte Castellazzo e della Cima Costazza. Qui affiorano, dal basso verso l’alto stratigrafico, le Arenarie di Val Gardena, la Formazione a Bellerophon, la Formazione del Werfen e, infine, il Complesso Indifferenziato. La maggior parte degli affioramenti considerati appartengono alla Formazione del Werfen. La successione rilevata è caratterizzata da una blanda inclinazione di strato verso NW. I contatti tra le varie Formazioni risultano stratigrafici e non viene rilevata la presenza di particolari strutture tettoniche se non nella porzione SW in cui intervengono una faglia incerta normale e una faglia certa normale con andamento NNW-SSE riconducibile al sistema di faglie associato alla linea di Passo Rolle. All’interno dell’areale affiorano anche diversi dicchi mafici di probabile età Ladinica che intrudono e tagliano la successione permotriassica. L’analisi di uno di questi ha permesso la sua caratterizzazione petrografica e geochimica tramite microscopia ottica ed elettronica (con microanalisi). La struttura è porfirica, con fenocristalli di plagioclasio e clinopirosseno che rappresentano quasi il 50% dell’area della sezione sottile considerata. Al microscopio ottico polarizzatore si osservano anche minerali opachi e cristalli di olivina quasi completamente sostituita da minerali secondari. La composizione chimica (elementi maggiori) del campione è stata ottenuta attraverso la microanalisi effettuata al microscopio elettronico a scansione di quaranta aree di circa 0,8x0,5 mm. I risultati permettono di classificare il dicco mafico come shoshonite, varietà ricca di K2O di andesite basaltica.

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Il seguente elaborato di tesi espone ed analizza le nuove strategie introdotte nell’hub logistico dell’azienda SIT S.p.A., multinazionale che produce e commercializza dispositivi intelligenti per il controllo meccanico ed elettronico del gas e per la misurazione dei consumi. Tali strategie hanno l’obiettivo di migliorare l’efficienza del magazzino, intervenendo su due attività, la pallettizzazione e lo stoccaggio. Inizialmente è stato creato uno strumento per misurare correttamente i due KPI principali utilizzati nel magazzino per valutarne il livello di servizio: il tempo medio che intercorre tra la ricezione di un pallet ed il suo stoccaggio e il tempo medio per effettuare un’operazione di picking. Successivamente si è intervenuti sulla pallettizzazione, con una nuova procedura guidata dalle etichette, che riduce le possibilità di errore dell’operatore, e sullo stoccaggio, per il quale si è passati da una strategia random ad una per classi, basata sul livello di movimentazione dei materiali, aggiungendo anche un vincolo per l’altezza di materiali e bin. L’aggiornamento dei due processi è volto al miglioramento dell’efficienza del magazzino, abbassando anche i tempi dei KPI. Per entrambe le strategie si è rilevata, tramite test, una riduzione del tempo necessario per il completamento, oltre ad un generale aumento dell’efficienza dell’hub logistico.

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Chibo, è una parola nuova apparsa su Internet cinese negli ultimi anni. Da quando è stato introdotto nella Cina dalla Corea del Sud nel 2014, ha rapidamente occupato un posto nel cyberspazio cinese, innescando l'ondata di febbre chibo nazionale. Con lo sviluppo della tecnologia di Internet mobile, la domanda di tutti i tipi di applicazioni di Internet mobile viene gradualmente stimolata. L'Internet mobile plasma costantemente una nuova forma di vita sociale e cambia impercettibilmente la vita quotidiana degli utenti di Internet mobile. Il sviluppo rapido delle piattaforme di streaming live e di video in formato breve gettano le basi per il sviluppo rapido della tendenza di chibo in Cina. Nella società cinese odierna, il miglioramento della produttività porta una crescita economica rapida, il tenore di vita delle persone è stato notevolmente migliorato e i bisogni materiali sono stati pienamente soddisfatti. Tuttavia, i bisogni spirituali ed emotivi dell'intera società sono in una fase che non è in armonia con il livello materiale. La solitudine e l'ansia sono esperienze psicologiche comuni tra i gruppi giovanili cinesi, che è uno dei motivi più importanti per cui chibo può diventare popolare tra i giovani. La prevalenza di chibo riflette la solitudine dei gruppi urbani giovani nell'onda dello sviluppo rapido sociale ed economico. Oltre ai fattori psicologici, i fattori culturali e mediatici nell'ambiente dei nuovi media, i fattori economici sono anche uno dei motivi importanti per promuovere lo sviluppo rapido e la diffusione di chibo. Spinta da interessi enormi dietro chibo, la piattaforma di commercio elettronico raggiunge un rapporto di cooperazione con la piattaforma di live streaming e la piattaforma di video breve, e la combinazione delle due parti promuove efficacemente l'innovazione del modello di vendita dell'economia alimentare online.

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Este objeto começa destacando a importância do treinamento de cirurgiões-dentistas para o atendimento inicial do trauma de face. Ressalta que, se os traumas de face se não forem reparados de maneira e no momento adequados, podem evoluir para sérias sequelas estéticas e funcionais. Orienta que o conhecimento e a realização de um simples procedimento de contenção temporária estabiliza o paciente, prepara-o para um tratamento com o especialista e permite um melhor prognóstico. Detalha questões sobre anatomia da face bem como relembra princípios gerais do tratamento das fraturas. Destaca a divisão da abordagem em três fases: pré-trauma, com os cuidados de prevenção; atendimento do traumatizado, nas primeiras horas do ocorrido, considerado como momento ideal; tratamento pós-trauma, considerado nos casos em que se passou um tempo a mais do que o indicado para o traumatizado receber o devido tratamento, o que pode provocar sequelas. Orienta sobre tipos de trauma de face, segundo sua localização e região da face afetada, explicando sobre fratura nasal, fratura alvéolo dentária, fratura de mandíbula e terço médio da face, esta classificada em Le Fort I, Le Fort II, Le Fort III, além de abordar questões sobre fratura do complexo naso-orbitoetmoidal, fratura do complexo zigomático-maxilar e fratura do arco zigo¬mático. Trata questões rela¬cionadas à avaliação inicial e às ações possíveis para estabilização do quadro clínico. Em seguida, explica proce¬dimentos subsequentes para uma investigação mais aprofundada. Orienta que, antes da avaliação física completa e da obtenção detalhada do histórico do trauma, deve-se ter atenção às lesões que exigem cuidados imediatos – perguntas quanto à existência de alergias ou doenças crônicas e uso de medicamentos devem ser questionadas antes da administração de qualquer medicamento inicial. Orienta sobre perguntas que podem facilitar a compreensão do fato causador do trauma. Ressalta que, dependendo da complexidade do quadro clínico, existem cuidados essenciais no tratamento inicial, orientando sobre contusões (equimoses e hematomas), feridas (abrasões e lacerações), dentes avulsionados e fraturas. Em relação ao atendimento sequencial e encaminhamentos, lembra que cada fratura apresenta sinal, sintoma e tratamento específicos, que devem ser conhecidos pelas equi¬pes de saúde para que possam agilizar o primeiro atendi¬mento e necessários encaminhamentos. Conclui apresentando anexos sobre opções para a prescrição medicamentosa, prevenção pelo uso de vacinas e sobre a importância do conhecimento de como medicar uma criança.

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Este objeto começa destacando a importância do treinamento de cirurgiões-dentistas para o atendimento inicial do trauma de face. Ressalta que, se os traumas de face se não forem reparados de maneira e no momento adequados, podem evoluir para sérias sequelas estéticas e funcionais. Orienta que o conhecimento e a realização de um simples procedimento de contenção temporária estabiliza o paciente, prepara-o para um tratamento com o especialista e permite um melhor prognóstico. Detalha questões sobre anatomia da face bem como relembra princípios gerais do tratamento das fraturas. Destaca a divisão da abordagem em três fases: pré-trauma, com os cuidados de prevenção; atendimento do traumatizado, nas primeiras horas do ocorrido, considerado como momento ideal; tratamento pós-trauma, considerado nos casos em que se passou um tempo a mais do que o indicado para o traumatizado receber o devido tratamento, o que pode provocar sequelas. Orienta sobre tipos de trauma de face, segundo sua localização e região da face afetada, explicando sobre fratura nasal, fratura alvéolo dentária, fratura de mandíbula e terço médio da face, esta classificada em Le Fort I, Le Fort II, Le Fort III, além de abordar questões sobre fratura do complexo naso-orbitoetmoidal, fratura do complexo zigomático-maxilar e fratura do arco zigo¬mático. Trata questões rela¬cionadas à avaliação inicial e às ações possíveis para estabilização do quadro clínico. Em seguida, explica proce¬dimentos subsequentes para uma investigação mais aprofundada. Orienta que, antes da avaliação física completa e da obtenção detalhada do histórico do trauma, deve-se ter atenção às lesões que exigem cuidados imediatos – perguntas quanto à existência de alergias ou doenças crônicas e uso de medicamentos devem ser questionadas antes da administração de qualquer medicamento inicial. Orienta sobre perguntas que podem facilitar a compreensão do fato causador do trauma. Ressalta que, dependendo da complexidade do quadro clínico, existem cuidados essenciais no tratamento inicial, orientando sobre contusões (equimoses e hematomas), feridas (abrasões e lacerações), dentes avulsionados e fraturas. Em relação ao atendimento sequencial e encaminhamentos, lembra que cada fratura apresenta sinal, sintoma e tratamento específicos, que devem ser conhecidos pelas equi¬pes de saúde para que possam agilizar o primeiro atendi¬mento e necessários encaminhamentos. Conclui apresentando anexos sobre opções para a prescrição medicamentosa, prevenção pelo uso de vacinas e sobre a importância do conhecimento de como medicar uma criança.

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O módulo aborda temas relevantes para a prática odontológica na Atenção Básica, tais como as dores de origem endodôntica e de origem periodontal, bem como traumas dental e de face. Na unidade sobre dor de origem endodôntica são abordados subsídios para as práticas diagnósticas e terapêuticas no cuidado a pessoas portadoras deste tipo de dor. A unidade sobre dor de origem periodontal e de mucosa enfoca este evento comum do cotidiano do profissional dentista, ressaltando a importância de diagnosticar e promover a conduta necessária para sua prevenção e tratamento. A unidade sobre trauma dental inicia destacando que as situações de traumatismo dental são eventos agudos cada vez mais frequentes na clínica odontológica da Atenção Básica, e aponta as principais intervenções e ações preventivas, que podem ser realizadas tanto no âmbito individual quanto no coletivo. A unidade sobre trauma de face destaca a importância do treinamento de cirurgiões-dentistas para o atendimento inicial desse trauma, orienta sobre tipos de trauma de face, fraturas do complexo naso-orbitoetmoidal, do complexo zigomático-maxilar e do arco zigomático, além de abordar procedimentos terapêuticos pertinentes.