Materiali utilizzati a lezione nel corso di Teoria della letteratura (LS) "Homo narrator: Per una teoria del sapere narrativo"

I materiali forniti sono specificamente rivolti agli studenti che abbiano frequentato il corso, come integrazione e supporto agli appunti presi durante le lezioni.

Ricezione e Finzione. Una teoria della lettura tra struttura e risposta estetica

Attraverso l’analisi di teorie della lettura “centripete” e “centrifughe”, tra fenomenologia, semiotica e teoria della risposta estetica, questa ricerca punta a definire la lettura come un’esperienza estetica di una variabile e plurale letterarietà, o per essere più precisi, come una relazione estetica ad una funzione nel linguaggio, che di volta in volta diviene immanente e trascendente rispetto al linguaggio, immanente nella percepibilità espressiva del segno e trascendente nella sua ristretta finzionalità o fittività, aperta alla dimensione del senso. Così, la letterarietà è vista, dal punto di vista di una teoria della lettura, come una funzione che nega o sovverte il linguaggio ordinario, inteso come contesto normale, ma anche una funzione che permette il supplemento di senso del linguaggio. Ciò rende la definizione di cosa sia letteratura e di quali testi siano considerabili come letterari come una definizione dipendente dalla lettura, ed anche mette in questione la classica dicotomia tra linguaggio standard e linguaggio deviante, di secondo grado e figurativo, comportamento che distinguerebbe la letteratura. Questi quattro saggi vorrebbero dimostrare che la lettura, come una pratica estetica, è l’espressione di una oscillazione tra una Finzione variabile nei suoi effetti ed una Ricezione, la quale è una risposta estetica controllata dal testo, ma anche una relazione estetica all’artefatto a natura verbale. Solo in questo modo può essere compresa la caratteristica paradossale della lettura, il suo stare tra una percezione passiva ed un’attiva esecuzione, tra un’attenzione aspettuale ed una comprensione intenzionale. Queste modalità si riflettono anche sulla natura dialettica della lettura, come una dialettica di apertura e chiusura, ma anche di libertà e fedeltà, risposta ad uno stimolo che può essere interpretato come una domanda, e che presenta la lettura stessa come una premessa dell’interpretazione, come momento estetico. Così una teoria della lettura dipende necessariamente da una teoria dell’arte che si presenta come funzionale, relativa più al Quando vi è arte?/Come funziona? piuttosto che al Che cosa è Arte?, che rende questo secondo problema legato al primo. Inoltre, questo Quando dell’Arte, che definisce l’opera d’arte come un’arte- all’-opera, dipende a sua volta, in un campo letterario, dalla domanda Quando vi è esperienza estetica letteraria? e dalla sue condizioni, quelle di finzione e ricezione.

Le strategie del camaleonte. Dispositivi mimetici nell'arte contemporanea

Inizialmente teorizzato a partire dall’osservazione degli animali negli studi di etologia di fine Ottocento, il mimetismo si è sviluppato come tekné in una interessante sinergia fra pratica artistica e necessità militare in occasione dei due conflitti mondiali. Attraverso una lettura critica dei testi di Roger Caillois e di Georges Bataille, questa ricerca posiziona il mimetismo nell’ambito della teoria della antivisione e lo inserisce all’interno del discorso anti-oculocentrico che scorre nei canali sotterranei dell’arte del Novecento. Il mimetismo destabilizza il dogma modernista della visualità pura operando un oltrepassamento dei confini identitari e il collasso della logica binaria dell’estetica occidentale fondata sulla opposizione fra soggetto e oggetto, interiorità ed esteriorità, corpo e ambiente. Articolato in tre diverse declinazioni del fare artistico - il paradigma spaziale, il paradigma aptico e il paradigma performativo – il mimetismo veicola un tipo di “presenza” che mette in gioco il corpo ed il contesto extracorporeo in un recupero estetico del valore fenomenologico dell’essere al mondo.

Enrico Prampolini tra arte e architettura. Teorie, progetti e Arte Polimaterica

Obiettivo principale della ricerca è quello di aggiungere un tassello mancante, attraverso una nuova chiave di lettura, alla complessa attività artistico-teorica dell’artista futurista Enrico Prampolini (1894-1956). Questa tesi, oltre a riordinare e raccogliere tutto ciò che riguarda l’architettura e il rapporto di quest’ultima con le arti nell'opera di Prampolini, coglie l’occasione per puntualizzarne aspetti ancora poco esplorati, grazie anche all'analisi inedita dei documenti originali dell'artista conservati presso il CRDAV del Museo d’arte contemporanea di Roma. Partendo dall'analisi dei rapporti dell’artista modenese con le avanguardie straniere, la ricerca prosegue con la presa in esame dei manifesti, degli scritti e degli articoli noti e inediti legati alla teoria architettonica nella produzione dell’artista modenese. Il nucleo centrale della ricerca è costituito dagli elementi inediti emersi presso l’Archivio Prampolini consistenti in relazioni di progetti architettonici per un Piano urbanistico del Centro Alberghiero di Castel Fusano (1938) e per due alberghi nel centro di Roma (1938-1939). La seconda parte della ricerca si concentra sull'analisi del rapporto tra arte e architettura nel Futurismo e sul fondamentale contributo dato in tal senso da Prampolini, in particolare attraverso la “plastica murale”, come completamento dell’architettura futurista e fascista e la concezione dell’Arte Polimaterica. Nell'ultima parte della ricerca si affronta infine l'analisi del rapporto tra arte e architettura gestito in ambito istituzionale in Italia tra le due guerre, con l’emanazione, nel 1942, della legge detta “del 2%”. Aspetto finora inedito delle vicende legate alla “legge del 2%” è l'emergere del ruolo centrale di Prampolini nel contribuire al dibattito che portò alla sua approvazione, e non secondariamente nella ricerca di migliori condizioni economiche e maggiori occasioni di lavoro per gli artisti. La figura di Enrico Prampolini emerge dunque, da questa ricerca, come un nodo fondamentale per comprendere alcuni degli aspetti ancora inesplorati della cultura artistico-architettonica italiana degli anni Venti-Quaranta.

Il memristor, un'innovazione nel campo dell'intelligenza artificiale: Analisi dello stato dell'arte e prospettive future

Questo elaborato concerne la revisione della letteratura scientifica relativa alla teorizzazione e realizzazione tecnologica del memristor, un nuovo componente elettronico teorizzato nel 1971 e realizzato solo nel 2008 nei laboratori della HP (Hewlett Packard, Palo Alto, California). Dopo una descrizione in termini matematici della teoria fisica alla base del dispositivo e del suo funzionamento, viene descritta la sua realizzazione tecnologica e il corrispettivo modello teorico. Succesivamente il lavoro discute la possibile analogia tra il funzionamento del memristor ed il funzionamento di neuroni e sinapsi biologiche all'interno del Sistema Nervoso Centrale. Infine, vengono descritte le architetture recentemente proposte per l'implementazione di reti neurali artificiali fondate su un sistema computazionale parallelo e realizzate mediante sistemi ibridi transistors/memristors.

A arte e o obsceno.

Inclui notas bibliográficas.

Il libro dell'arte. Elementi di estetica e di letteratura ad uso delle scuole medie di secondo grado

v.1. La lingua e lo stile, a cura di A. Pellizzari.--v.2. Teoria e storia dei componimenti letterari, a cura di D. Guerr. 2. ed., riv.

ESPIRITUALIDADE E ARTE: Um estudo do Processo de Transcendência na Produção e Contemplação da Cerâmica

O presente estudo, objeto desta dissertação de mestrado, visa demonstrar a transcendência que ocorre na produção e contemplação da cerâmica. Em outras palavras, apresentar o vínculo entre Espiritualidade e Arte e, para tanto, os conceitos sobre espiritualidade pontuados por Leonardo Boff e de Meishu-Sama constituem os pontos de apoio para o estudo. Acrescentamos igualmente as considerações de Meishu-Sama relativamente à arte, as quais constituem a forma central para estruturação da pesquisa. Todo o processo de produção da Arte Cerâmica desde a escolha da argila até as queimas é descrito na dissertação. Concomitantemente, a fase de contemplação da obra é igualmente levada em consideração a partir do resfriamento do forno até o encontro do ceramista com sua obra. Paralelamente à teoria acerca da transcendência, espiritualidade e arte, fotografias explicam as fases do fazer cerâmico, e peças de cerâmicas auxiliam na compreensão do que pretendemos analisar a presença da espiritualidade durante a produção de uma obra artística aqui, mais especificamente, a cerâmica.

Arte y política : Un estudio comparativo de Jacques Rancière y Nelly Richard para el arte latinoamericano

En este artículo se indagan y comparan las teorías de Jacques Rancière y Nelly Richard sobre la relación entre arte y política desde el pensamiento posfundacional, y se producen reflexiones y análisis de manifestaciones artísticas latinoamericanas vanguardistas o críticas en diálogo con ambas. Para ello, se parte de una presentación de las teorías de Rancière y Richard en términos generales, se focaliza en las ideas que dichos autores ;tienen de la política y, específicamente, en la conceptualización que hacen del arte y su relación con la política. Al mismo tiempo, se desarrolla una interpretación de producciones artísticas desde una mirada centrada en sus diversas conexiones con lo político, más allá del contenido temático de estas. Se utiliza la perspectiva metodológica cualitativa transdisciplinaria, que articula distintas áreas de conocimiento (filosofía política, sociología, historia del arte). En el caso de los desarrollos de Jacques Rancière, se recurre a herramientas teóricas metropolitanas para resituarlas y repensarlas en función del arte de Latinoamérica. En este sentido, se trata de potenciar sus ideas en el análisis de casos ;locales. En cuanto a la teoría de Nelly Richard, sus conceptos de arte crítico y vanguardista se ponen en relación con el arte latinoamericano. Finalmente, se propone una comparación en la cual se destacan similitudes y diferencias conceptuales entre ambos en combinación con análisis de casos para abrir el panorama analítico e interpretativo que vincule teorías actuales con estudios de manifestaciones artísticas locales

Arte y política : Un estudio comparativo de Jacques Rancière y Nelly Richard para el arte latinoamericano

En este artículo se indagan y comparan las teorías de Jacques Rancière y Nelly Richard sobre la relación entre arte y política desde el pensamiento posfundacional, y se producen reflexiones y análisis de manifestaciones artísticas latinoamericanas vanguardistas o críticas en diálogo con ambas. Para ello, se parte de una presentación de las teorías de Rancière y Richard en términos generales, se focaliza en las ideas que dichos autores ;tienen de la política y, específicamente, en la conceptualización que hacen del arte y su relación con la política. Al mismo tiempo, se desarrolla una interpretación de producciones artísticas desde una mirada centrada en sus diversas conexiones con lo político, más allá del contenido temático de estas. Se utiliza la perspectiva metodológica cualitativa transdisciplinaria, que articula distintas áreas de conocimiento (filosofía política, sociología, historia del arte). En el caso de los desarrollos de Jacques Rancière, se recurre a herramientas teóricas metropolitanas para resituarlas y repensarlas en función del arte de Latinoamérica. En este sentido, se trata de potenciar sus ideas en el análisis de casos ;locales. En cuanto a la teoría de Nelly Richard, sus conceptos de arte crítico y vanguardista se ponen en relación con el arte latinoamericano. Finalmente, se propone una comparación en la cual se destacan similitudes y diferencias conceptuales entre ambos en combinación con análisis de casos para abrir el panorama analítico e interpretativo que vincule teorías actuales con estudios de manifestaciones artísticas locales

Arte y política : Un estudio comparativo de Jacques Rancière y Nelly Richard para el arte latinoamericano

En este artículo se indagan y comparan las teorías de Jacques Rancière y Nelly Richard sobre la relación entre arte y política desde el pensamiento posfundacional, y se producen reflexiones y análisis de manifestaciones artísticas latinoamericanas vanguardistas o críticas en diálogo con ambas. Para ello, se parte de una presentación de las teorías de Rancière y Richard en términos generales, se focaliza en las ideas que dichos autores ;tienen de la política y, específicamente, en la conceptualización que hacen del arte y su relación con la política. Al mismo tiempo, se desarrolla una interpretación de producciones artísticas desde una mirada centrada en sus diversas conexiones con lo político, más allá del contenido temático de estas. Se utiliza la perspectiva metodológica cualitativa transdisciplinaria, que articula distintas áreas de conocimiento (filosofía política, sociología, historia del arte). En el caso de los desarrollos de Jacques Rancière, se recurre a herramientas teóricas metropolitanas para resituarlas y repensarlas en función del arte de Latinoamérica. En este sentido, se trata de potenciar sus ideas en el análisis de casos ;locales. En cuanto a la teoría de Nelly Richard, sus conceptos de arte crítico y vanguardista se ponen en relación con el arte latinoamericano. Finalmente, se propone una comparación en la cual se destacan similitudes y diferencias conceptuales entre ambos en combinación con análisis de casos para abrir el panorama analítico e interpretativo que vincule teorías actuales con estudios de manifestaciones artísticas locales

Performatividad y arte computacional. Hacia una “DIY society”

El artículo analiza la figura del prosumidor desde los estudios visuales a partir de la combinación de la teoría de los actos de habla y los nuevos medios. El objetivo es evaluar si la distinción entre productores y consumidores, estrategias y tácticas de Michel de Certeau continúa siendo operativa en las interfaces gráficas de la cultura global de la información de Scott Lash. Para ello distingue dos tipos de performatividad de los actos de habla: la performatividad top-down del software, y la bottom-up de los juegos del lenguaje y las formas de vida. Estos tipos se aplican al análisis del discurso de los eslóganes que aparecen en los sitios web de las iniciativas “open” y de economía colaborativa, ya que las primeras están dedicadas a la producción de bienes inmateriales y las segundas a la producción de bienes materiales. El desarrollo muestra cómo los dos tipos de performatividad transforman el análisis textual de los estudios literarios y cinematográficos en una metodología capaz de investigar acciones materiales, humanas y no humanas. Las conclusiones describen el surgimiento de nuevas convenciones narrativas de poder y control ajenas a la ficción que apuntan a una “DIY society”.

A Arte de Governar: o exercício do poder pelo saber segundo Michael Foucault

As obras de Michel Foucault exercem influencia em várias áreas das ciências humanas. O mesmo fato se repetiu em teoria das organizações, onde as idéias foucaultianas estão sendo empregadas fundamentalmente para trazer novas luzes para as discussões sobre poder nas organizações. A despeito da influência significativa na área, não há discussões sobre como as obras de Michel Foucault estão sendo utilizadas. A presente dissertação de mestrado tem por objetivo sistematizar os estudos que utilizaram as idéias de Michel Foucault em teoria das organizações, problematizá-los e indicar alguns caminhos para o desenvolvimento desse tipo de análise. De uma forma geral, percebemos que a produção acadêmica em teoria das organizações baseadas nas obras de Michel Foucault tratam majoritariamente das disciplinas e deixam de lado outros aspectos da analítica do poder. Ademais, percebemos que há uma adoção simplificada da analítica do poder e uma junção acriteriosa de conceitos e noções oriundas de diferentes matrizes epistemológicas, além da inadequação da designação “pósmoderno” para classificar as obras de Michel Foucault e suas utilizações em teoria das organizações. Como possíveis desenvolvimentos, indicamos as possibilidades de análise que podem ser abertas na teoria das organizações pelo uso das noções de biopolítica e governamentalidade. / The works of Michel Foucault exert influence in various areas of the humanities. The same thing happened in organization theory, Foucauldian where ideas are being used primarily to bring new light to the discussions about power in organizations. Despite the significant influence in the area, there are discussions about the works of Michel Foucault are being used. This dissertation aims to systematize the studies that used the ideas of Michel Foucault in organization theory, problematize them and indicate some directions for developing this type of analysis. In general, we find that the academic production in the theory of organizations based on the writings of Michel Foucault deal mostly of disciplines and leave out other aspects of analytical power. Moreover, we realize that there is an adoption of simplified analytical power of an indiscriminate and a junction of concepts and notions from different epistemological matrices, besides the inadequacy of the term "postmodern" to classify the works of Michel Foucault and its uses in organizational theory. As possible developments, indicate the possibilities of analysis that can be opened in organization theory by using the notions of biopolitics and governmentality.

Introdução à teoria da cor

The study of Color Perception is a basic requirement for students in the areas that have main joints in the visual context. Therefore, the Color Theory is essential to a wide range of programs, ranging from the Design to Architecture. This book was designed to assist, on the one hand, the teacher of the courses that involve Color Theory, and on the other, the students of these courses, mainly in the process of the symbolic cultural construction of color. Professionals will also find here importante information for implementing color on their projects.

A narrativa histórica de Alexandre Wollner sobre o design brasileiro em sua relação com arte, indústria e tecnologia

This work aims to investigate the historical narratives in which the graphic designer Alexandre Wollner assembled about the development of its own profession in Brazil, focusing the ways in which his discourse points relations among design (with greater emphasis in graphic design) and visual arts, the industrial development and notions about technology. Firstly, the theoretical setup searched for dialogues with design historians, with Mikhail Bakhtin, specially his concepts about “ideology” and “discourse’, and the theory of Field Autonomy by Pierre Bourdieu applied in the artistic practice. Following, the relation between Wollner’s own journey and the Brazilian industrial development is shown, and, at last, three of his historical texts are studied, which are written in different moments (1964; 1983; 1998), being those in which the analyzed author wished to point out the origens, events and names that are more remarkable. Throughout the work, it is pointed the importance of Wollner’s contact with the modernist european ideologies that share an abstract and rationalist matrix found at Hochschule für Gestaltung Ulm (HfG Ulm), the german design school from the city of Ulm, in the 1950s. Such modernist discourse understood the practice of design as a method with scientific character, being then different of some other more recurring artistic professional practices in some productive sectors. Wollner aimed to apply such ideals in his professional practice, being the foundation of the paulista office forminform, in 1958, one of his first expressions of such posture, and in his academic practice, helping the foundation of the Escola Superior de Desenho Industrial (ESDI), in Rio de Janeiro, in 1963. Such modernist ideals went along with moments of the Brazilian industrial development during the government of Juscelino Kubitschek (1956–1961) and the “Economical Miracle” from the military government (1968–1973). Wollner argued about the need for the development of national design as a technological and productive differential that would help the growth of national industry, based on Ulm’s project model concept. It is defended that Wollner’s professional and intelectual path, in his efforts of thinking a history of Brazilian design through the choice of pioneers in the area, was founded on an “ideal model” of design, leaving aside the modernist experiences from the 1950s. Such posture would indicate a search for validation of his own profession that was beginning to become more evident in Brazilian productive means, aiming the creation of a differential space in comparison with pre-established practices, usually link to graphic artists from the time.