116 resultados para Granática Generativa
Resumo:
L’idea fondamentale da cui prende avvio la presente tesi di dottorato è che sia possibile parlare di una svolta nel modo di concettualizzare e implementare le politiche sociali, il cui fuoco diviene sempre più la costruzione di reti di partnership fra attori pubblici e privati, in cui una serie di soggetti sociali plurimi (stakeholders) attivano fra loro una riflessività relazionale. L’ipotesi generale della ricerca è che, dopo le politiche improntate a modelli statalisti e mercatisti, o un loro mix, nella politica sociale italiana emerga l’esigenza di una svolta riflessiva e relazionale, verso un modello societario, sussidiario e plurale, e che di fatto – specie a livello locale – stiano sorgendo molte iniziative in tal senso. Una delle idee più promettenti sembra essere la creazione di distretti sociali per far collaborare tra loro attori pubblici, privati e di Terzo settore al fine di creare forme innovative di servizi per la famiglia e la persona. La presente tesi si focalizza sul tentativo della Provincia di Trento di distrettualizzare le politiche per la famiglia. Tramite l’analisi del progetto “Trentino – Territorio Amico della Famiglia” e di una sua verticalizzazione, il Distretto Famiglia, si è studiato l’apporto delle partnership pubblico-privato nella formazione di strumenti innovativi di governance che possano determinare una svolta morfogenetica nell’elaborazione di politiche per la famiglia. Le conclusioni del lavoro, attraverso una comparazione tra esperienze territoriali, presentano la differenziazione delle partnership sociali, in base ad alcuni variabili (pluralità di attori, pluralità di risorse, shared project, capitale sociale, decision making, mutual action, logiche di lavoro relazionale, sussidiarietà). Le diverse modalità di gestione delle partnership (capacitante, professionale e generativa) sintetizzano i portati culturali, strutturali e personali coinvolti nelle singole costruzioni. Solo le partnership che interpretano il loro potenziale regolativo e promozionale secondo la riflessività relazionale tendono a generare beni comuni nel contesto sociale.
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Lo scopo della tesi è quello di affrontare la progettazione con un approccio,quanto più attuale e per certi versi avanguardista, chiamato Parametric design (progettazione parametrica), accoppiato efficacemente col concetto di Arte generativa (in questo caso Architettura). Già nel 1957 Luigi Moretti affrontò il tema dell’architettura parametrico-generativa fondando l’IRMOU (Istituto per la Ricerca Matematica e Operativa applicata all'Urbanistica) e oggi è una mentalità molto diffusa nei più grandi studi del mondo. Il tema non è solo tecnologico o informatico strumentale, ma è proprio un modo di pensare e immaginare il possibile, costruito o naturale che sia. E’ un modo di vivere la propria creatività. L’aggettivo “generativa” è legato al fatto che l’arte in esame è generata seguendo regole preimpostate e ben definite dal progettista, coerentemente agli obiettivi e alle finalità del progetto. L’evoluzione delle stesse, seguendo relazioni molto semplici, può dar vita a risultati sorprendenti e inaspettati, dotati di una notevole complessità che però, se letta nell’insieme, è perfettamente in armonia con l’idea progettuale di partenza. Il fascino di questa materia è il legame entusiasmante che crea tra architettura, ingegneria, poesia, filosofia, matematica, biologia, fisica, pittura ecc ecc. Questo perché i concetti di evoluzione, di relazione e di generazione appartengono a tutto ciò che ci circonda, e quindi alla concezione umana di vita. E’ possibile in questo modo permeare il costrutto progettuale con principi e regole oggettivamente riconoscibili e apprezzabili dallo spettatore perché instrisi di una forte veridicità processuale. Il titolo "Oxymoron" è la traduzione inglese della figura retorica ossimoro,la quale è strettamente connessa all’ispirazione progettuale: proviene dall’indagine approfondita di processi evolutivi (distruttivi in questo caso) caratterizzanti realtà naturali che, esplorate con sempre più accuratezza, determinano morfologie e forme aventi profonde radici strutturali. La distruzione che crea lo spazio. La genesi stessa della forma segue predominanti algoritmi matematici governati e corretti da variabili di diversa natura che definiscono l'enviroment di influenze interagenti ed agenti sul campione di studio. In questo caso la ricerca è focalizzata su processi erosivi fisici e chimici, di agenti esterni (quali vento e sali rispettivamente) ,di cui materiali inorganici, quali minerali e aggregati degli stessi (rocce), sono soggetti. In particolare, l’interesse è approfondito su fenomeni apparentemente emergenti dei tafoni e dei cosiddetti Micro canyon. A tal scopo si sfrutterà un metodo di soft kill option (SKO) di ottimizzazione topologica (optimization topology) attraverso gli strumenti informatici più idonei quali software di modellazione parametrica e di calcolo computazionale. La sperimentazione sta proprio nell'utilizzare uno strumento concepito per uno scopo, con un'ottica strettamente ingegneristica, per un'altra meta, ossia ricavare e ottenere se possibile un metodo di lavoro o anche solo un processo generativo tale da riprodurre o simulare casi e situazioni riscontrabili in natura negli eventi soggetti a erosione. Il tutto coerente con le regole che stanno alla base della genesi degli stessi. Il parallelismo tra singolarità naturale e architettura risiede nella generazione degli spazi e nella combinazione di questi. L’ambizioso obiettivo è quello di innescare un ciclo generativo, che messo in comunicazione diretta con un contesto variegato ed eterogeneo, dia vita a una soluzione progettuale dall'alto contenuto morfologico e spaziale.
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El presente trabajo esboza una crítica con base empírica y conceptual al análisis de la construcción pasiva basado en la operación contrabando (smuggling) propuesto por Collins (2005). En primer lugar, se exponen los argumentos de tipo empírico, los cuales se basan en aspectos de la construcción pasiva española (y de otras lenguas romance de sujeto nulo) que la derivación de Collins no permite explicar. Los fenómenos más salientes que se discuten son: (i) la imposibilidad de dar cuenta de los sujetos postverbales en la pasiva de lenguas romance de sujeto nulo (e.g. fueron detenidos los asaltantes) dado el ascenso del Sintagma de Participio a la posición de especificador de Voz (contra Belletti 2009); (ii) el obligatorio tratamiento como argumento verbal del complemento agente que impide dar cuenta de su comportamiento ante islas de extracción débiles (e.g. *por el docente, no sabe Juan por qué fue desaprobada María); (iii) y la imposibilidad de explicar el arrastre de la preposición (pied-piping) ante movimiento del nominal que recibe interpretación de argumento externo a la periferia izquierda (e.g. ¿por quién fueron arrestados los asaltantes?). Los argumentos conceptuales se basan, principalmente, en la inexistencia de requerimientos gramaticales para varias de las suboperaciones y movimientos de los que depende esta derivación de la pasiva. Además, se defienden las observaciones de Gehrke y Grillo (2007) con respecto a la naturaleza ad-hoc del análisis (que, en términos técnicos, se reducen a que las computaciones propuestas por Collins requieren "ver hacia adelante" (look-ahead) en la derivación). Ante estas consideraciones, se defiende el análisis de la construcción pasiva presentado durante el auge del modelo GB (Jaeggli 1986, Baker et al. 1989), el cual, sin ser perfecto, resulta mucho más consistente con respecto al requerimiento de adecuación descriptiva de toda teoría gramatical
Resumo:
En trabajos anteriores (Romero, 2008a y b, Alabart Lago, L., P. Díaz y G. Herrera, 2012, Alabart Lago, L. y Herrera, G., 2013) se intentó mostrar que el mecanismo interpretativo que propone la TR podría resultar adecuado como uno de los sistemas externos (también interpretativos) postulados por la GG, más precisamente, el sistema llamado CI. La relación que intentamos establecer tendrá en cuenta lo siguiente como marco teórico: a) En TR se afirma que la interpretación de un enunciado se deriva de las estructuras sintácticas, y esta derivación se realiza "en paralelo" con la derivación de estructuras llevada a cabo por las operaciones del componente sintáctico. b) En las últimas propuestas de la GG, extensiones y revisiones del PM propuesto en Chomsky (1995) no solo se dejan de lado los niveles de representación internos SP y ES sino también se considera prescindible la interfaz FL (Chomsky, 2005). Las estructuras generadas se transfieren a los sistemas externos en cuanto rasgos formales de las Categorías Funcionales son valorados. Mantendremos la noción de que el sistema computacional es relativamente irrestricto y que sus operaciones son condicionadas solo por Atracción y las llamadas "condiciones de legibilidad" impuestas por los sistemas externos, fundamentalmente el Principio de Interpretación Completa (PIC). c) Tendremos en cuenta la propuesta de Leonetti y Escandell Vidal (2004), que sostiene que las CCFF de la GG pueden considerarse equivalentes a las Categoría Procedimentales propuestas por la TR. En este sentido consideraremos válida la afirmación de Chomsky (1998) acerca de que las CCFF centrales (C, T, v y D) tienen propiedades semánticas. d) Otro factor que tendremos en cuenta es la noción de fase en la derivación, considerándola correcta en los términos expuestos en Chomsky (2001 y 2005) y Gallego (2007 y 2009), con ciertas modificaciones. Nuestra hipótesis puede resumirse en lo siguiente: Las operaciones de extracción de inferencias propuestas por TR se aplican durante la derivación sintáctica independientemente de que se haya transferido o no una fase. Es más, esperamos poder demostrar que algunos mecanismos inferenciales imponen ciertas condiciones que afectan a la valoración de los rasgos de las CCFF. Pretendemos también intentar mostrar que además de los núcleos de fase reconocidos, C y v, debe considerarse fase a SD, porque contiene rasgos específicos de cuyo cotejo y valoración se desprende el valor que recibirán otros rasgos en el curso de la derivación. Con estos fundamentos esperamos poder elaborar una descripción de cómo interactúan ambos sistemas en la derivación de una oración y la asignación (casi simultánea) de significado
Resumo:
En el presente trabajo analizamos las particularidades de las construcciones en las que el verbo caer selecciona una cláusula reducida (CR). Un problema general, fuera de los límites de este trabajo, es el de determinar la naturaleza categorial de las CR y los tipos posibles. De modo general, asumiremos los contextos de CR propuestos por Moro (1995) y los casos de construcciones consideradas en Mateu (2002) como construcciones resultativas simples, por ejemplo: (1) Juan puso a María nerviosa. (2) Juan cayó enfermo. Para (2), se pueden proponer dos tipos de análisis: caer como verbo de ascenso o caer como un verbo con una estructura léxico-sintáctica en la que se produce un proceso de incorporación del Trayecto en el verbo nulo. No obstante, hay una serie de ejemplos en los que parece no poder adoptarse la configuración propuesta para (2), tales como: (3) Juan cayó en Barcelona. en las que el sentido de caer se equipara al de llegar. En este sentido, siguiendo a Mateu (2010), puede proponerse para (3) una estructura léxico sintáctica inacusativa que codifique direccionalidad. Nuestro objetivo es analizar las ventajas de asumir una u otra estructura léxico sintáctica y dar un posible análisis para las expresiones en las que caer configura expresiones de carácter idiomático, como (4) y (5): (4) Juan cayó en la trampa. (5) Juan me cae bien
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Desde la publicación del artículo pionero de Perlmutter (1978), numerosos trabajos han investigado las propiedades semánticas y sintácticas de dichas construcciones (Burzio 1981, 1986, Levin y Rappaport Hovav 1995, Mendikoetxea 1999, Alexiadou et al 2004) y actualmente es universalmente aceptado que el sintagma determinante seleccionado por un verbo inacusativo es a la vez sujeto sintáctico y objeto nocional originado en la posición de complemento del SV con rol temático de TEMA o PACIENTE (Chomsky 1981, 1995, Hale y Keyser 1991). De manera que la posición canónica del sujeto de las construcciones inacusativas es la de complemento interno del verbo. Sin embargo, tanto en lenguas de orden rígido como el inglés como en lenguas de orden flexible como el español, dicho argumento interno puede sufrir desplazamientos hacia otras posiciones más elevadas en la derivación. El presente trabajo intenta analizar las causas de tales desplazamientos y las posiciones pre- y posverbales en que se realiza fonológicamente el SD de las construcciones inacusativas. Se estudiarán primeramente las inversiones que se producen en el nivel inferior, en los sintagmas SV y ST. Luego se examinarán las inversiones producidas en el margen izquierdo de la oración en los sintagmas funcionales jerarquizados según la llamada Cartografía Oracional en la periferia izquierda de la oración (Rizzi 1997). Para ello se investigarán las realizaciones fonológicas de un corpus de datos específicamente diseñado para elicitar construcciones inacusativas no guionadas siguiendo el modelo Métrico Autosegmental (Pierrehumbert 1980, Beckman & Pierrehumbert 1986, Beckman et al 2005, D'Imperio et al 2005, Face y D'Imperio 2005)
Resumo:
En este trabajo se intenta iniciar una exploración en el estatuto de las interfaces entre los niveles de descripción lingüísticos, particularmente léxico, morfosintaxis y el que provisoriamente llamaremos semántica - pragmática. Partimos de observar que en dos modelos teóricos se pone aparentemente en cuestión la necesidad de la Forma Lógica como interfaz entre las propiedades lexicales articuladas en la sintaxis y la interpretación completa de una expresión. Nos referimos por una parte al Programa Minimalista iniciado por Chomsky (1995), que tiene como objetivo central reducir a lo indispensable los elementos y operaciones que intervienen en la derivación de una expresión lo cual tiene la consecuencia de que se torna deseable que queden como niveles de representación solo aquellos que resulten indispensables. Con los conceptos de Materialización o Transferencia Múltiple (Uriagereka, 1999) y derivación por fases (Chomsky, 2008 y Gallego, 2010) la propuesta del nivel de FL se vuelve prescindible. Por otra parte, en la Teoría de la Relevancia de Sperber y Wilson (1986) y trabajos subsiguientes, si bien en principio se afirma que la interpretación semántico- pragmática se deriva de una representación llamada Forma Lógica, esta no aparece claramente definida y no equivale a la concepción corriente que se acepta en la Gramática Generativa (May, 1985). Además, hay factores importantes en la TR que hacen surgir ideas distintas; por ejemplo, que los procesos de interpretación se dan "en paralelo" a la derivación sintáctica, que la postulación de las Categorías Procedimentales como "instrucciones de procesamiento", propuesta de Leonetti y Escandell Vidal (2004), lleva a suponer que habría elementos en la derivación sintáctica que desencadenan procesos de interpretación antes de que la derivación llegue a la interfaz de FL y, por último, que varias investigaciones en progreso (Escandell-Vidal, 2002, Leonetti y Escandell Vidal, 2006, Leonetti, 2007muestran que la interpretación completa de un enunciado es inducida por estructuras sintácticas específicas, no por factores contextuales como proponen ciertas corrientes de la pragmática. Teniendo en cuenta que de acuerdo a Chomsky (1998 y 2008) algunas CCFF son núcleos de fase y que una fase "agotada" se transfiere inmediatamente para reducir el trabajo computacional subsiguiente, la transferencia de cada fase permitiría iniciar un proceso de interpretación de "partes" de la expresión, lo cual lleva a suponer que la interfaz FL no llega a derivarse en forma completa, por lo tanto este nivel de interfaz resultaría superfluo
Resumo:
El presente trabajo pretende continuar la línea general inaugurada por Krivochen y Luder (2012) en el desarrollo de herramientas formales para el estudio de las lenguas clásicas, en particular la lengua latina. Tales herramientas, desarrolladas a partir de métodos axiomático-formales, son puestas a prueba con los datos concretos y nos ayudan a comprender mejor no solamente el funcionamiento de una lengua como sistema sino el sustrato cognitivo-biológico que posibilita el desarrollo de tal sistema. Nuestro foco en este trabajo será la noción de "localidad" en las derivaciones sintácticas, que ha sido el centro de gran parte de los estudios de orientación chomskyana durante la última década. Basándonos en problemas concretos que aparecen en la consideración de ejemplos atestiguados en los textos, proporcionaremos una explicación alternativa a la ortodoxia chomskyana. El objetivo es proveer al lector de una serie de herramientas teóricas explícitas que pueda utilizar en el análisis de la localidad en la lengua latina
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El presente trabajo pretende continuar la línea general inaugurada por Krivochen y Luder (2012) en el desarrollo de herramientas formales para el estudio de las lenguas clásicas, en particular la lengua latina. Tales herramientas, desarrolladas a partir de métodos axiomático-formales, son puestas a prueba con los datos concretos y nos ayudan a comprender mejor no solamente el funcionamiento de una lengua como sistema sino el sustrato cognitivo-biológico que posibilita el desarrollo de tal sistema. Nuestro foco en este trabajo será la noción de "localidad" en las derivaciones sintácticas, que ha sido el centro de gran parte de los estudios de orientación chomskyana durante la última década. Basándonos en problemas concretos que aparecen en la consideración de ejemplos atestiguados en los textos, proporcionaremos una explicación alternativa a la ortodoxia chomskyana. El objetivo es proveer al lector de una serie de herramientas teóricas explícitas que pueda utilizar en el análisis de la localidad en la lengua latina
Resumo:
El presente trabajo esboza una crítica con base empírica y conceptual al análisis de la construcción pasiva basado en la operación contrabando (smuggling) propuesto por Collins (2005). En primer lugar, se exponen los argumentos de tipo empírico, los cuales se basan en aspectos de la construcción pasiva española (y de otras lenguas romance de sujeto nulo) que la derivación de Collins no permite explicar. Los fenómenos más salientes que se discuten son: (i) la imposibilidad de dar cuenta de los sujetos postverbales en la pasiva de lenguas romance de sujeto nulo (e.g. fueron detenidos los asaltantes) dado el ascenso del Sintagma de Participio a la posición de especificador de Voz (contra Belletti 2009); (ii) el obligatorio tratamiento como argumento verbal del complemento agente que impide dar cuenta de su comportamiento ante islas de extracción débiles (e.g. *por el docente, no sabe Juan por qué fue desaprobada María); (iii) y la imposibilidad de explicar el arrastre de la preposición (pied-piping) ante movimiento del nominal que recibe interpretación de argumento externo a la periferia izquierda (e.g. ¿por quién fueron arrestados los asaltantes?). Los argumentos conceptuales se basan, principalmente, en la inexistencia de requerimientos gramaticales para varias de las suboperaciones y movimientos de los que depende esta derivación de la pasiva. Además, se defienden las observaciones de Gehrke y Grillo (2007) con respecto a la naturaleza ad-hoc del análisis (que, en términos técnicos, se reducen a que las computaciones propuestas por Collins requieren "ver hacia adelante" (look-ahead) en la derivación). Ante estas consideraciones, se defiende el análisis de la construcción pasiva presentado durante el auge del modelo GB (Jaeggli 1986, Baker et al. 1989), el cual, sin ser perfecto, resulta mucho más consistente con respecto al requerimiento de adecuación descriptiva de toda teoría gramatical
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En el cruce entre lo semántico-aspectual y lo comunicativo, estudiamos la expresión de la impersonalidad en un corpus de Córdoba, Argentina, de los siglos XVI y XVII (Masih 2009). Nos basamos en estudios gramaticales derivados de la lingüística generativa, básicamente del modelo de P&P (Principios y Parámetros), y proponemos un acercamiento a la semántica configuracional no centrado exclusivamente en la sintaxis, de modo que focalizamos la noción de agente, independientemente de la función de sujeto. De allí que incluyamos determinadas construcciones con ?se?, de contenido impersonal, como las pasivas, medias y algunas ergativas y trabajemos con la noción de sujeto derivado. Como nos interesan los casos en que el hablante elige una forma impersonal en la que puede incluirse o excluirse, según su propósito comunicativo, dejamos de lado las impersonales naturales y consideramos, en cambio, las de agente indeterminado o genérico y las impersonales de segunda persona. Entendemos que la generalización del agente implícito tiene incidencia en el aspecto léxico e investigamos la relación posible entre clases aspectuales de verbos y tipos de construcciones impersonales. En la conclusión caracterizamos el corpus en base a los datos obtenidos acerca de la frecuencia de uso de los distintos tipos de estructuras impersonales.
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En trabajos anteriores (Romero, 2008a y b, Alabart Lago, L., P. Díaz y G. Herrera, 2012, Alabart Lago, L. y Herrera, G., 2013) se intentó mostrar que el mecanismo interpretativo que propone la TR podría resultar adecuado como uno de los sistemas externos (también interpretativos) postulados por la GG, más precisamente, el sistema llamado CI. La relación que intentamos establecer tendrá en cuenta lo siguiente como marco teórico: a) En TR se afirma que la interpretación de un enunciado se deriva de las estructuras sintácticas, y esta derivación se realiza "en paralelo" con la derivación de estructuras llevada a cabo por las operaciones del componente sintáctico. b) En las últimas propuestas de la GG, extensiones y revisiones del PM propuesto en Chomsky (1995) no solo se dejan de lado los niveles de representación internos SP y ES sino también se considera prescindible la interfaz FL (Chomsky, 2005). Las estructuras generadas se transfieren a los sistemas externos en cuanto rasgos formales de las Categorías Funcionales son valorados. Mantendremos la noción de que el sistema computacional es relativamente irrestricto y que sus operaciones son condicionadas solo por Atracción y las llamadas "condiciones de legibilidad" impuestas por los sistemas externos, fundamentalmente el Principio de Interpretación Completa (PIC). c) Tendremos en cuenta la propuesta de Leonetti y Escandell Vidal (2004), que sostiene que las CCFF de la GG pueden considerarse equivalentes a las Categoría Procedimentales propuestas por la TR. En este sentido consideraremos válida la afirmación de Chomsky (1998) acerca de que las CCFF centrales (C, T, v y D) tienen propiedades semánticas. d) Otro factor que tendremos en cuenta es la noción de fase en la derivación, considerándola correcta en los términos expuestos en Chomsky (2001 y 2005) y Gallego (2007 y 2009), con ciertas modificaciones. Nuestra hipótesis puede resumirse en lo siguiente: Las operaciones de extracción de inferencias propuestas por TR se aplican durante la derivación sintáctica independientemente de que se haya transferido o no una fase. Es más, esperamos poder demostrar que algunos mecanismos inferenciales imponen ciertas condiciones que afectan a la valoración de los rasgos de las CCFF. Pretendemos también intentar mostrar que además de los núcleos de fase reconocidos, C y v, debe considerarse fase a SD, porque contiene rasgos específicos de cuyo cotejo y valoración se desprende el valor que recibirán otros rasgos en el curso de la derivación. Con estos fundamentos esperamos poder elaborar una descripción de cómo interactúan ambos sistemas en la derivación de una oración y la asignación (casi simultánea) de significado
Resumo:
En el presente trabajo analizamos las particularidades de las construcciones en las que el verbo caer selecciona una cláusula reducida (CR). Un problema general, fuera de los límites de este trabajo, es el de determinar la naturaleza categorial de las CR y los tipos posibles. De modo general, asumiremos los contextos de CR propuestos por Moro (1995) y los casos de construcciones consideradas en Mateu (2002) como construcciones resultativas simples, por ejemplo: (1) Juan puso a María nerviosa. (2) Juan cayó enfermo. Para (2), se pueden proponer dos tipos de análisis: caer como verbo de ascenso o caer como un verbo con una estructura léxico-sintáctica en la que se produce un proceso de incorporación del Trayecto en el verbo nulo. No obstante, hay una serie de ejemplos en los que parece no poder adoptarse la configuración propuesta para (2), tales como: (3) Juan cayó en Barcelona. en las que el sentido de caer se equipara al de llegar. En este sentido, siguiendo a Mateu (2010), puede proponerse para (3) una estructura léxico sintáctica inacusativa que codifique direccionalidad. Nuestro objetivo es analizar las ventajas de asumir una u otra estructura léxico sintáctica y dar un posible análisis para las expresiones en las que caer configura expresiones de carácter idiomático, como (4) y (5): (4) Juan cayó en la trampa. (5) Juan me cae bien
Resumo:
Desde la publicación del artículo pionero de Perlmutter (1978), numerosos trabajos han investigado las propiedades semánticas y sintácticas de dichas construcciones (Burzio 1981, 1986, Levin y Rappaport Hovav 1995, Mendikoetxea 1999, Alexiadou et al 2004) y actualmente es universalmente aceptado que el sintagma determinante seleccionado por un verbo inacusativo es a la vez sujeto sintáctico y objeto nocional originado en la posición de complemento del SV con rol temático de TEMA o PACIENTE (Chomsky 1981, 1995, Hale y Keyser 1991). De manera que la posición canónica del sujeto de las construcciones inacusativas es la de complemento interno del verbo. Sin embargo, tanto en lenguas de orden rígido como el inglés como en lenguas de orden flexible como el español, dicho argumento interno puede sufrir desplazamientos hacia otras posiciones más elevadas en la derivación. El presente trabajo intenta analizar las causas de tales desplazamientos y las posiciones pre- y posverbales en que se realiza fonológicamente el SD de las construcciones inacusativas. Se estudiarán primeramente las inversiones que se producen en el nivel inferior, en los sintagmas SV y ST. Luego se examinarán las inversiones producidas en el margen izquierdo de la oración en los sintagmas funcionales jerarquizados según la llamada Cartografía Oracional en la periferia izquierda de la oración (Rizzi 1997). Para ello se investigarán las realizaciones fonológicas de un corpus de datos específicamente diseñado para elicitar construcciones inacusativas no guionadas siguiendo el modelo Métrico Autosegmental (Pierrehumbert 1980, Beckman & Pierrehumbert 1986, Beckman et al 2005, D'Imperio et al 2005, Face y D'Imperio 2005)
Resumo:
En este trabajo se intenta iniciar una exploración en el estatuto de las interfaces entre los niveles de descripción lingüísticos, particularmente léxico, morfosintaxis y el que provisoriamente llamaremos semántica - pragmática. Partimos de observar que en dos modelos teóricos se pone aparentemente en cuestión la necesidad de la Forma Lógica como interfaz entre las propiedades lexicales articuladas en la sintaxis y la interpretación completa de una expresión. Nos referimos por una parte al Programa Minimalista iniciado por Chomsky (1995), que tiene como objetivo central reducir a lo indispensable los elementos y operaciones que intervienen en la derivación de una expresión lo cual tiene la consecuencia de que se torna deseable que queden como niveles de representación solo aquellos que resulten indispensables. Con los conceptos de Materialización o Transferencia Múltiple (Uriagereka, 1999) y derivación por fases (Chomsky, 2008 y Gallego, 2010) la propuesta del nivel de FL se vuelve prescindible. Por otra parte, en la Teoría de la Relevancia de Sperber y Wilson (1986) y trabajos subsiguientes, si bien en principio se afirma que la interpretación semántico- pragmática se deriva de una representación llamada Forma Lógica, esta no aparece claramente definida y no equivale a la concepción corriente que se acepta en la Gramática Generativa (May, 1985). Además, hay factores importantes en la TR que hacen surgir ideas distintas; por ejemplo, que los procesos de interpretación se dan "en paralelo" a la derivación sintáctica, que la postulación de las Categorías Procedimentales como "instrucciones de procesamiento", propuesta de Leonetti y Escandell Vidal (2004), lleva a suponer que habría elementos en la derivación sintáctica que desencadenan procesos de interpretación antes de que la derivación llegue a la interfaz de FL y, por último, que varias investigaciones en progreso (Escandell-Vidal, 2002, Leonetti y Escandell Vidal, 2006, Leonetti, 2007muestran que la interpretación completa de un enunciado es inducida por estructuras sintácticas específicas, no por factores contextuales como proponen ciertas corrientes de la pragmática. Teniendo en cuenta que de acuerdo a Chomsky (1998 y 2008) algunas CCFF son núcleos de fase y que una fase "agotada" se transfiere inmediatamente para reducir el trabajo computacional subsiguiente, la transferencia de cada fase permitiría iniciar un proceso de interpretación de "partes" de la expresión, lo cual lleva a suponer que la interfaz FL no llega a derivarse en forma completa, por lo tanto este nivel de interfaz resultaría superfluo