950 resultados para Infectivity of eggs
Resumo:
Conditional gene expression and gene deletion are important experimental approaches for examining the functions of particular gene products in development and disease. The cre-loxP system from bacteriophage P1 has been used in transgenic animals to induce site-specific DNA recombination leading to gene activation or deletion. To regulate the recombination in a spatiotemporally controlled manner, we constructed a recombinant adenoviral vector, Adv/cre, that contained the cre recombinase gene under regulation of the herpes simplex virus thymidine kinase promoter. The efficacy and target specificity of this vector in mediating loxP-dependent recombination were analyzed in mice that had been genetically engineered to contain loxP sites in their genome. After intravenous injection of the Adv/cre vector into adult animals, the liver and spleen showed the highest infectivity of the adenovirus as well as the highest levels of recombination, whereas other tissues such as kidney, lung, and heart had lower levels of infection and recombination. Only trace levels of recombination were detected in the brain. However, when the Adv/cre vector was injected directly into specific regions of the adult brain, including the cerebral cortex, hippocampus, and cerebellum, recombination was detectable at the injection site. Furthermore, when the Adv/cre vector was injected into the forebrains of neonatal mice, the rearranged toxP locus from recombination could be detected in the injected regions for at least 8 weeks. Taken together, these results demonstrate that the Adv/cre vector expressing a functional cre protein is capable of mediating loxP-dependent recombination in various tissues and the recombined gene locus may in some cases be maintained for an extended period. The use of the adenovirus vector expressing cre combined with localized delivery to specific tissues may provide an efficient means to achieve conditional gene expression or knockout with precise spatiotemporal control.
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L’allevamento in cattività dei rettili è in costante crescita negli ultimi anni e richiede conoscenze mediche sempre più specialistiche per far fronte ai numerosi problemi legati a questi animali. Il corretto approccio medico prevede una profonda conoscenza delle specie prese in esame dal momento che la maggior parte delle problematiche riproduttive di questi animali sono legate ad una non corretta gestione dei riproduttori. L’apparato riproduttore dei rettili è estremamente vario a seconda delle specie prese in considerazione. Sauri ed ofidi possiedono due organi copulatori denominati emipeni e posizionati alla base della coda caudalmente alla cloaca che vengono estroflessi alternativamente durante l’accoppiamento per veicolare lo spera all’interno della cloaca della femmina. In questi animali il segmento posteriore renale è chiamato segmento sessuale, perché contribuisce alla formazione del fluido seminale. Tale porzione, durante la stagione dell’accoppiamento, diventa più voluminosa e cambia drasticamente colore, tanto che può essere confusa con una manifestazione patologica. I cheloni al contrario possiedono un unico pene che non viene coinvolto nella minzione. In questi animali. I testicoli sono due e sono situati all’interno della cavità celomatica in posizione cranioventrale rispetto ai reni. I testicoli possono variare notevolmente sia come forma che come dimensione a seconda del periodo dell’anno. Il ciclo estrale dei rettili è regolato, come pure nei mammiferi, dagli ormoni steroidei. La variazione di questi ormoni a livello ematico è stata studiato da diversi autori con il risultato di aver dimostrato come la variazione dei dosaggi degli stessi determini l’alternanza delle varie fasi del ciclo riproduttivo. La relazione tra presenza di uova (anche placentari) ed alti livelli di progesterone suggerisce che questo ormone gioca un ruolo importante nelle riproduzione delle specie ovipare per esempio stimolando la vascolarizzazione degli ovidutti durante i tre mesi in cui si ha lo sviluppo delle uova. Il 17-beta estradiolo è stato descritto come un ormone vitellogenico grazie alla sua capacità di promuovere lo sviluppo dei follicoli e la formazione di strati protettivi dell’uovo. L’aumento del livello di estradiolo osservato esclusivamente nelle femmine in fase vitellogenica è direttamente responsabile della mobilizzazione delle riserve materne in questa fase del ciclo. Va sottolineato come il progesterone sia in effetti un antagonista dell’estradiolo, riducendo la vitellogenesi e intensificando gli scambi materno fetali a livello di ovidutto. Le prostaglandine (PG) costituiscono un gruppo di molecole di origine lipidica biologicamente attive, sintetizzate sotto varie forme chimiche. Sono noti numerosi gruppi di prostaglandine ed è risputo che pesci, anfibi, rettili e mammiferi sintetizzano una o più prostaglandine partendo da acidi grassi precursori. Queste sostanze anche nei rettili agiscono sulla mucosa dell’utero aumentandone le contrazioni e sui corpi lutei determinandone la lisi. La maturità sessuale dei rettili, dipende principalmente dalla taglia piuttosto che dall’età effettiva dell’animale. In cattività, l’alimentazione e le cure dell’allevatore, possono giocare un ruolo fondamentale nel raggiungimento della taglia necessaria all’animale per maturare sessualmente. Spesso, un animale d’allevamento raggiunge prima la maturità sessuale rispetto ai suoi simili in natura. La maggior parte dei rettili sono ovipari, ovvero depongono uova con guscio sulla sabbia o in nidi creati appositamente. La condizione di ovoviviparità è riscontrabile in alcuni rettili. Le uova, in questo caso, vengono ritenute all’interno del corpo, fino alla nascita della progenie. Questa può essere considerata una strategia evolutiva di alcuni animali, che in condizioni climatiche favorevoli effettuano l’ovo deposizione, ma se il clima non lo permette, ritengono le uova fino alla nascita della prole. Alcuni serpenti e lucertole sono vivipari, ciò significa che l’embrione si sviluppa all’interno del corpo dell’animale e che è presente una placenta. I piccoli fuoriescono dal corpo dell’animale vivi e reattivi. La partenogenesi è una modalità di riproduzione asessuata, in cui si ha lo sviluppo dell’uovo senza che sia avvenuta la fecondazione. Trenta specie di lucertole e alcuni serpenti possono riprodursi con questo metodo. Cnemidophorus uniparens, C. velox e C. teselatus alternano la partenogenesi a una riproduzione sessuata, a seconda della disponibilità del maschio. La maggior parte dei rettili non mostra alcuna cura materna per le uova o per i piccoli che vengono abbandonati al momento della nascita. Esistono tuttavia eccezioni a questa regola generale infatti alcune specie di pitoni covano le uova fino al momento della schiusa proteggendole dai predatori e garantendo la giusta temperatura e umidità. Comportamenti di guardia al nido sono poi stati documentati in numerosi rettili, sia cheloni che sauri che ofidi. Nella maggior parte delle tartarughe, la riproduzione è legata alla stagione. Condizioni favorevoli, possono essere la stagione primaverile nelle zone temperate o la stagione umida nelle aree tropicali. In cattività, per riprodurre queste condizioni, è necessario fornire, dopo un periodo di ibernazione, un aumento del fotoperiodo e della temperatura. L’ atteggiamento del maschio durante il corteggiamento è di notevole aggressività, sia nei confronti degli altri maschi, con i quali combatte copiosamente, colpendoli con la corazza e cercando di rovesciare sul dorso l’avversario, sia nei confronti della femmina. Infatti prima della copulazione, il maschio insegue la femmina, la sperona, la morde alla testa e alle zampe e infine la immobilizza contro un ostacolo. Il comportamento durante la gravidanza è facilmente riconoscibile. La femmina tende ad essere molto agitata, è aggressiva nei confronti delle altre femmine e inizia a scavare buche due settimane prima della deposizione. La femmina gravida costruisce il nido in diverse ore. Scava, con gli arti anteriori, buche nel terreno e vi depone le uova, ricoprendole di terriccio e foglie con gli arti posteriori. A volte, le tartarughe possono trattenere le uova, arrestando lo sviluppo embrionale della prole per anni quando non trovano le condizioni adatte a nidificare. Lo sperma, inoltre, può essere immagazzinato nell’ovidotto fino a sei anni, quindi la deposizione di uova fertilizzate può verificarsi senza che sia avvenuto l’accoppiamento durante quel ciclo riproduttivo. I comportamenti riproduttivi di tutte le specie di lucertole dipendono principalmente dalla variazione stagionale, correlata al cambiamento di temperatura e del fotoperiodo. Per questo, se si vuole far riprodurre questi animali in cattività, è necessario valutare per ogni specie una temperatura e un’illuminazione adeguata. Durante il periodo riproduttivo, un atteggiamento caratteristico di diverse specie di lucertole è quello di riprodurre particolari danze e movimenti ritmici della testa. In alcune specie, possiamo notare il gesto di estendere e retrarre il gozzo per mettere in evidenza la sua brillante colorazione e richiamare l’attenzione della femmina. L’aggressività dei maschi, durante la stagione dell’accoppiamento, è molto evidente, in alcuni casi però, anche le femmine tendono ad essere aggressive nei confronti delle altre femmine, specialmente durante l’ovo deposizione. La fertilizzazione è interna e durante la copulazione, gli spermatozoi sono depositati nella porzione anteriore della cloaca femminile, si spostano successivamente verso l’alto, dirigendosi nell’ovidotto, in circa 24-48 ore; qui, fertilizzano le uova che sono rilasciate nell’ovidotto dall’ovario. Negli ofidi il corteggiamento è molto importante e i comportamenti durante questa fase possono essere diversi da specie a specie. I feromoni specie specifici giocano un ruolo fondamentale nell’attrazione del partner, in particolar modo in colubridi e crotalidi. La femmina di queste specie emette una traccia odorifera, percepita e seguita dal maschio. Prima dell’accoppiamento, inoltre, il maschio si avvicina alla femmina e con la sua lingua bifida o con il mento, ne percorre tutto il corpo per captare i feromoni. Dopo tale comportamento, avviene la copulazione vera e propria con la apposizione delle cloache; gli emipeni vengono utilizzati alternativamente e volontariamente dal maschio. Durante l’ovulazione, il serpente aumenterà di volume nella sua metà posteriore e contrazioni muscolari favoriranno lo spostamento delle uova negli ovidotti. In generale, se l’animale è oviparo, avverrà una muta precedente alla ovo deposizione, che avviene prevalentemente di notte. Gli spermatozoi dei rettili sono morfologicamente simili a quelli di forme superiori di invertebrati. La fecondazione delle uova, da parte di spermatozoi immagazzinati nel tratto riproduttivo femminile, è solitamente possibile anche dopo mesi o perfino anni dall’accoppiamento. La ritenzione dei gameti maschili vitali è detta amphigonia retardata e si ritiene che questa caratteristica offra molti benefici per la sopravvivenza delle specie essendo un adattamento molto utile alle condizioni ambientali quando c’è una relativa scarsità di maschi conspecifici disponibili. Nell’allevamento dei rettili in cattività un accurato monitoraggio dei riproduttori presenta una duplice importanza. Permette di sopperire ad eventuali errori di management nel caso di mancata fertilizzazione e inoltre permette di capire quale sia il grado di sviluppo del prodotto del concepimento e quindi di stabilire quale sia il giorno previsto per la deposizione. Le moderne tecniche di monitoraggio e l’esperienza acquisita in questi ultimi anni permettono inoltre di valutare in modo preciso lo sviluppo follicolare e quindi di stabilire quale sia il periodo migliore per l’accoppiamento. Il dimorfismo sessuale nei serpenti è raro e anche quando presente è poco evidente. Solitamente nei maschi, la coda risulta essere più larga rispetto a quella della femmina in quanto nel segmento post-cloacale vi sono alloggiati gli emipeni. Il maschio inoltre, è generalmente più piccolo della femmina a parità di età. Molti cheloni sono sessualmente dimorfici sebbene i caratteri sessuali secondari siano poco apprezzabili nei soggetti giovani e diventino più evidenti dopo la pubertà. In alcune specie si deve aspettare per più di 10 anni prima che il dimorfismo sia evidente. Le tartarughe di sesso maschile tendono ad avere un pene di grosse dimensioni che può essere estroflesso in caso di situazioni particolarmente stressanti. I maschi sessualmente maturi di molte specie di tartarughe inoltre tendono ad avere una coda più lunga e più spessa rispetto alle femmine di pari dimensioni e la distanza tra il margine caudale del piastrone e l’apertura cloacale è maggiore rispetto alle femmine. Sebbene la determinazione del sesso sia spesso difficile nei soggetti giovani molti sauri adulti hanno dimorfismo sessuale evidente. Nonostante tutto comunque anche tra i sauri esistono molte specie come per esempio Tiliqua scincoides, Tiliqua intermedia, Gerrhosaurus major e Pogona vitticeps che anche in età adulta non mostrano alcun carattere sessuale secondario evidente rendendone molto difficile il riconoscimento del sesso. Per garantire un riconoscimento del sesso degli animali sono state messe a punto diverse tecniche di sessaggio che variano a seconda della specie presa in esame. L’eversione manuale degli emipeni è la più comune metodica utilizzata per il sessaggio dei giovani ofidi ed in particolare dei colubridi. I limiti di questa tecnica sono legati al fatto che può essere considerata attendibile al 100% solo nel caso di maschi riconosciuti positivi. L’eversione idrostatica degli emipeni esattamente come l’eversione manuale degli emipeni si basa sull’estroflessione di questi organi dalla base della coda, pertanto può essere utilizzata solo negli ofidi e in alcuni sauri. La procedura prevede l’iniezione di fluido sterile (preferibilmente soluzione salina isotonica) nella coda caudalmente all’eventuale posizione degli emipeni. Questa tecnica deve essere eseguita solo in casi eccezionali in quanto non è scevra da rischi. L’utilizzo di sonde cloacali è il principale metodo di sessaggio per gli ofidi adulti e per i sauri di grosse dimensioni. Per questa metodica si utilizzano sonde metalliche dello spessore adeguato al paziente e con punta smussa. Nei soggetti di genere maschile la sonda penetra agevolmente al contrario di quello che accade nelle femmine. Anche gli esami radiografici possono rendersi utili per il sessaggio di alcune specie di Varani (Varanus achanturus, V. komodoensis, V. olivaceus, V. gouldi, V. salvadorii ecc.) in quanto questi animali possiedono zone di mineralizzazione dei tessuti molli (“hemibacula”) che possono essere facilmente individuate nei maschi. Diversi studi riportano come il rapporto tra estradiolo e androgeni nel plasma o nel liquido amniotico sia un possibile metodo per identificare il genere sessuale delle tartarughe. Per effettuare il dosaggio ormonale, è necessario prelevare un campione di sangue di almeno 1 ml ad animale aspetto che rende praticamente impossibile utilizzare questo metodo di sessaggio nelle tartarughe molto piccole e nei neonati. L’ecografia, volta al ritrovamento degli emipeni, sembra essere un metodo molto preciso, per la determinazione del sesso nei serpenti. Uno studio compiuto presso il dipartimento di Scienze Medico Veterinarie dell’Università di Parma, ha dimostrato come questo metodo abbia una sensibilità, una specificità e un valore predittivo positivo e negativo pari al 100%. La radiografia con mezzo di contrasto e la tomografia computerizzata possono essere utilizzate nel sessaggio dei sauri, con buoni risultati. Uno studio, compiuto dal dipartimento di Scienze Medico Veterinarie, dell’Università di Parma, ha voluto mettere a confronto diverse tecniche di sessaggio nei sauri, tra cui l’ecografia, la radiografia con e senza mezzo di contrasto e la tomografia computerizzata con e senza mezzo di contrasto. I risultati ottenuti, hanno dimostrato come l’ecografia non sia il mezzo più affidabile per il riconoscimento degli emipeni e quindi del sesso dell’animale, mentre la radiografia e la tomografia computerizza con mezzo di contrasto siano tecniche affidabili e accurate in queste specie. Un metodo valido e facilmente realizzabile per il sessaggio dei cheloni anche prepuberi è la cistoscopia. In un recente studio la cistoscopia è stata effettuata su quindici cheloni deceduti e venticinque cheloni vivi, anestetizzati. In generale, questo metodo si è dimostrato non invasivo per le tartarughe, facilmente ripetibile in diversi tipi di tartarughe e di breve durata. Tra le principali patologie riproduttive dei rettili le distocie sono sicuramente quelle che presentano una maggior frequenza. Quando si parla di distocia nei rettili, si intendono tutte quelle situazioni in cui si ha una mancata espulsione e deposizione del prodotto del concepimento entro tempi fisiologici. Questa patologia è complessa e può dipendere da diverse cause. Inoltre può sfociare in malattie sistemiche a volte molto severe. Le distocie possono essere classificate in ostruttive e non ostruttive in base alle cause. Si parla di distocia ostruttiva quando si verificano delle condizioni per cui viene impedito il corretto passaggio delle uova lungo il tratto riproduttivo (Fig.13). Le cause possono dipendere dalla madre o dalle caratteristiche delle uova. Nel caso di distocia non ostruttiva le uova rinvenute sono solitamente di dimensioni normali e la conformazione anatomica della madre è fisiologica. L’eziologia è da ricercare in difetti comportamentali, ambientali e patologici. Non esistono sintomi specifici e patognomonici di distocia. La malattia diviene evidente e conclamata solamente in presenza di complicazioni. Gli approcci terapeutici possibili sono vari a seconda della specie animale e della situazione. Fornire un’area adeguata per la nidiata: se la distocia non è ostruttiva si può cercare di incoraggiare l’animale a deporre autonomamente le uova creando un idoneo luogo di deposizione. Il trattamento medico prevede la stimolazione della deposizione delle uova ritenute mediante l’induzione con ossitocina. L’ossitocina viene somministrata alle dosi di 1/3 UI/kg per via intramuscolare. Uno studio condotto presso l’Università veterinaria di Parma ha comparato le somministrazioni di ossitocina per via intramuscolare e per via intravenosa, confrontando le tempistiche con le quali incominciano le contrazioni e avviene la completa ovodeposizione e dimostrando come per via intravenosa sia possibile somministrare dosi più basse rispetto a quelle riportate solitamente in letteratura ottenendo comunque un ottimo risultato. Nel caso in cui il trattamento farmacologico dovesse fallire o non fosse attuabile, oppure in casi di distocia ostruttiva è possibile ricorrere alla chirurgia. Per stasi follicolare si intende la incapacità di produrre sufficiente quantità di progesterone da corpi lutei perfettamente funzionanti. Come per la distocia, l’eziologia della stasi follicolare è variegata e molto ampia: le cause possono essere sia ambientali che patologiche. La diagnosi clinica viene fatta essenzialmente per esclusione. Come per la distocia, anche in questo caso l’anamnesi e la raccolta del maggior quantitativo di informazioni è fondamentale per indirizzarsi verso il riconoscimento della patologia. Per prolasso si intende la fuoriuscita di un organo attraverso un orifizio del corpo. Nei rettili, diversi organi possono prolassare attraverso la cloaca: la porzione terminale dell’apparato gastroenterico, la vescica urinaria, il pene nel maschio (cheloni) e gli ovidutti nella femmina. In sauri e ofidi gli emipeni possono prolassare dalle rispettive tasche in seguito ad eccesiva attività sessuale97. La corretta identificazione del viscere prolassato è estremamente importante e deve essere effettuata prima di decidere qualsiasi tipologia di trattamento ed intervento. Nei casi acuti e non complicati è possibile la riduzione manuale dell’organo, dopo un accurato lavaggio e attenta pulizia. Se questo non dovesse essere possibile, l’utilizzo di lubrificanti e pomate antibiotiche garantisce all’organo una protezione efficiente. Nel caso in cui non si sia potuto intervenire celermente e l’organo sia andato incontro a infezione e congestione venosa prolungata con conseguente necrosi, l’unica soluzione è l’amputazione
Resumo:
Diversas espécies de anuros da família Leptodactylidae se reproduzem em corpos dágua sazonais, temporários e mantidos exclusivamente por chuvas. Em períodos de estiagem prolongada a poça pode secar completamente, ocasionando elevadas taxas de mortalidade de ovos e girinos dessas espécies, podendo exercer forte pressão seletiva na evolução de mecanismos de resistência e sobrevivência nas fases iniciais do desenvolvimento. Algumas espécies de girinos conseguem sobreviver cerca de cinco dias fora dágua o que pode proporcionar uma adaptação vantajosa, porque possibilita a sobrevivência dos girinos por um período que pode ser suficiente para a reincidência de novas chuvas e restabelecimento do corpo dágua. Apesar dessa capacidade de sobrevivência, pouco se sabe sobre as possíveis modificações que a desidratação pode causar na locomoção e na morfologia durante o desenvolvimento desses animais. O presente trabalho teve como objetivo avaliar o efeito do estresse hídrico: (1) no nível de sobrevivência e perda de massa corpórea; (2) no desempenho locomotor; (3) na morfologia externa (morfometria linear) e interna, analisando tanto o volume total quanto o volume visceral (estereologia); e (4) no tempo até metamorfose após o estresse. Utilizamos girinos de duas espécies de anuros, Leptodactylus fuscus (Leptodactylinae) e Physalaemus nattereri (Leiuperinae), ambas as espécies se reproduzem em corpos dágua temporários, em áreas com estação seca definida estando, portanto sujeitas as mesmas pressões seletivas. Além disso, as duas espécies apresentam modos reprodutivos diferentes, podendo apresentar diferentes graus de resistência ao estresse hídrico. Os girinos das duas espécies foram divididos em dois grupos, os que ficaram em água (grupo controle) e os que foram submetidos ao estresse hídrico (grupo tratamento), por três períodos de tempo (12, 24 e 72 horas). Houve diferenças significativas para valores de perda de massa entre os grupos controle e tratamento em ambas as espécies, sendo o grupo tratamento que mais perdeu massa corpórea em todos os períodos, além disso, quase metade dos girinos de P. nattereri morreram em 36 horas de estresse. Não houve diferenças significativas para os dados de desempenho locomotor e volume total entre os grupos testado para girinos de L. fuscus, mas houve diferenças morfometricas significantes nos componentes relacionados a cauda e no volume visceral, onde, o intestino do grupo tratamento foi menor que do controle. Já em P. nattereri, houve diferenças significativas entre os grupos testados para desempenho locomotor, volume total, morfometria da cauda e volume visceral, sendo o estomago e anexo do tratamento maior que do controle. Nossos resultados sugerem que a exposição ao estresse hídrico não afeta significativamente a morfologia e o desempenho locomotor dos girinos de L. fuscus. No entanto, girinos de P. nattereri apresentaram uma sensibilidade ao estresse hídrico prolongado, principalmente sobre o seu desempenho locomotor.
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Salmonella sp. é um dos principais microrganismos causadores de surtos de enfermidades transmitidas por alimentos associados ao consumo de ovos e de alimentos formulados com este ingrediente. Ovos desidratados são largamente utilizados pelas indústrias de alimentos, por oferecer maior praticidade e maior padronização em relação ao produto \"in natura\". Apesar do processo tecnológico de desidratação do ovo incluir uma etapa de pasteurização, existe um risco de haver microrganismos sobreviventes, já que a pasteurização é feita em temperatura branda. Além disso, a pasteurização pode destruir os fatores intrínsecos antimicrobianos presentes na clara, possibilitando a multiplicação de microrganismos que sobreviveram ao processo de pasteurização ou que contaminaram o produto após a pasteurização. O controle da Aa do produto desidratado e o tempo de armazenamento são, portanto, fatores fundamentais para o controle da multiplicação de microrganismos indesejáveis. Nesse estudo, avaliou-se a cinética de multiplicação de Salmonella experimentalmente adicionada a ovo em pó Aa ajustada para 0,4, 0,6, 0,8 e 0,9, durante o armazenamento em quatro temperaturas: 8°C, 15°C, 25°C e 35°C. Os resultados indicaram que S. Enteritidis é capaz de sobreviver por longo tempo (pelo menos 56 dias) em ovo em pó com Aa próximo de 0,4 quando armazenado a 8°C, 15° e a 25°C. Essa sobrevivência é menor (até 28 dias) quando o armazenamento é feito a 35°C. No ovo em pó com Aa em tomo de 0,6 ou 0,8, S. Enteritidis sobrevive por menos tempo do que no produto com Aa de cerca de 0,4, independentemente da temperatura de armazenamento. No produto com Aa de cerca de 0,9, há grande multiplicação de S. Enteritidis quando o armazenamento é feito a 15°C, 25°C ou 35°C. Nesse produto, o armazenamento a 8°C impede a multiplicação do patógeno. Verificou-se também que Salmonella Radar, resistente a diversos antibióticos, apresentou o mesmo comportamento que S. Enteritidis nas amostras de ovo estudadas.
Resumo:
Objetivo: Describir los hábitos alimenticios de una comunidad universitaria. Material y métodos: Se llevó a cabo un estudio descriptivo transversal. El instrumento utilizado fue un cuestionario de frecuencias de consumo, administrado por entrevista personal a una muestra accidental de 147 personas. Constaba de cuatro secciones: 1) número de comidas y lugar donde se realizan, 2) patrones de consumo de los distintos grupos de alimentos, 3) modos de preparación de los alimentos, 4) datos de identificación y demográficos. Resultados: En comparación con el patrón de Vivanco y Palacios, nuestra muestra se caracteriza por: alto consumo de carnes (4 veces/semana), disminución del consumo de huevos (2v/sem.), incremento del consumo de hidratos de carbono complejos (5v/sem.), consumo ligeramente inferior de frutas (5v/sem.), ingesta insuficiente de verduras (4v/sem), legumbres (2v/sem) y pescados (2,5v/sem). Conclusiones y Recomendaciones: Atendiendo a los estudios referenciados, es conveniente disminuir el consumo de carnes, aumentando los aportes de pescados, verduras, hortalizas y legumbres, alimentos que, habiendo sido habituales en nuestra dieta mediterránea, parecen haber sido abandonados en beneficio de la conformación de una dieta que tiende a la homogeneización cultural.
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BACKGROUND The Kato-Katz technique is recommended for the diagnosis of helminth infections in epidemiological surveys, drug efficacy studies and monitoring of control interventions. We assessed the comparability of the average amount of faeces generated by three Kato-Katz templates included in test kits from two different providers. METHODS Nine hundred Kato-Katz thick smear preparations were done; 300 per kit. Empty slides, slides plus Kato-Katz template filled with stool and slides plus stool after careful removal of the template were weighed to the nearest 0.1 mg. The average amount of stool that was generated on the slide was calculated for each template, stratified by standard categories of stool consistency (i.e. mushy, soft, sausage-shaped, hard and clumpy). RESULTS The average amount of stool generated on slides was 40.7 mg (95 % confidence interval (CI): 40.0-41.4 mg), 40.3 mg (95 % CI: 39.7-40.9 mg) and 42.8 mg (95 % CI: 42.2-43.3 mg) for the standard Vestergaard Frandsen template, and two different templates from the Chinese Center for Disease Control and Prevention (China CDC), respectively. Mushy stool resulted in considerably lower average weights when the Vestergaard Frandsen (37.0 mg; 95 % CI: 34.9-39.0 mg) or new China CDC templates (37.4 mg; 95 % CI: 35.9-38.9 mg) were used, compared to the old China CDC template (42.2 mg; 95 % CI: 40.7-43.7 mg) and compared to other stool consistency categories. CONCLUSION The average amount of stool generated by three specific Kato-Katz templates was similar (40.3-42.8 mg). Since the multiplication factor is somewhat arbitrary and small changes only have little effect on infection intensity categories, it is suggested that the standard multiplication factor of 24 should be kept for the calculation of eggs per gram of faeces for all investigated templates.
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Zooplankton samples were taken in five depth strata using a Multinet type Midi, with 50 µm nets. The samples were taken during the second leg only, three times at station 1, two times at station 2 and once at station 3. Zooplankton were identified to species / genus and life-stage, and at least 300 individuals were counted per sample. 10 individuals of each stage / species were measured and the numbers of eggs counted.
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Treatise on preservation of eggs; refers to various methods of preserving eggs dating back to the Roman Empire and Renaissance; describes in detail methods in use in England and France during late 1700-early 1800; includes citations from numerous experts (i.e. Reaumur, Parmentier, European agricultural journals, etc.). Footnote on p. 55 from R.D. Peschier of Geneva, doctor of chemistry and medicine, cites an example of eggs preserved for six years in lime-water.
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Some believe that provision of private property rights in wildlife on private land provides a powerful economic incentive for nature conservation because it enables property owners to market such wildlife or its attributes. If such marketing is profitable, private landholders will conserve the wildlife concerned and its required habitat. But land is not always most profitably used for exploitation of wildlife, and many economic values of wildlife (such as non-use economic values) cannot be marketed. The mobility of some wildlife adds to the limitations of the private-property approach. While some species may be conserved by this approach, it is suboptimal as a single policy approach to nature conservation. Nevertheless, it is being experimented with, in the Northern Territory of Australia where landholders had a possibility of harvesting on their properties a quota of eggs and chicks of red-tailed black cockatoos for commercial sale. This scheme was expected to provide an incentive to private landholders to retain hollow trees essential for the nesting of these birds but failed. This case and others are analysed. Despite private-property failures, the long-term survival of some wildlife species depends on their ability to use private lands without severe harassment, either for their migration or to supplement their available resources, for example, the Asian elephant. Nature conservation on private land is often a useful, if not essential, supplement to conservation on public lands. Community and public incentives for such conservation are outlined.
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When investigating strategies for Helicoverpa armigera (Hubner) control, it is important to understand oviposition behaviour. Cotton (Gossypium hirsutum) was sown into standing wheat (Triticum astivum L.) stubble in a closed arena to investigate the effect of stubble on H. armigera moth behaviour and oviposition. Infrared cameras were used to track moths and determine whether stubble acted as a physical barrier or provided camouflage to cotton plants, thereby reducing oviposition. Searching activity was observed to peak shortly before dawn (03:00 and 04:00 h) and remained high until just after dawn (4 h window). Moths spent more time resting on cotton plants than spiralling above them, and the least time flying across the arena. While female moths spent more time searching for cotton plants growing in wheat stubble, the difference in oviposition was not significant. As similar numbers of eggs were laid on cotton plants with stubble (3.5/plant SE +/- 0.87) and without stubble (2.5/plant SE +/- 0.91), wheat stubble does not appear to provide camouflage to cotton plants. There was no significant difference in the location of eggs deposited on cotton plants with and without stubble, although more eggs were laid on the tops of cotton leaves in wheat stubble. As the spatial and temporal distribution of eggs laid on the cotton plant is a crucial component of population stability, eggs laid on the upper side of leaves on cotton plants may be more prone to fatalities caused by environmental factors such as wind and rain. Therefore, although stubble did not influence the number of eggs laid, it did affect their distribution on the plant, which may result in increased mortality of eggs on cotton plants sown into standing wheat stubble.
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Juvenile hormone (JH) is crucial for the stimulation and progression of oogenesis from emergence to the previtellogenic resting stage in female Aedes aegypti mosquitoes. Juvenile hormone has been suggested to be among the many substances transferred form the male accessory glands to the female during copulation but no evidence for this has previously been provided. Quantification of JH III in the accessory glands of males and in the bursae copulatrix and spermathecae of mated females was performed using HPLC-FD. These amounts were measured in relation to the quality of adult sugar feeding in the male. The effect of this variable transfer was measured on two fecundity markers that occur during the previtellogenic stage of oogenesis, specifically follicular resorption and ovarian lipids. Male mosquitoes provided with 20% sucrose contained ~ 60% greater amount of JH in the accessory glands and transferred 4 fmol more JH during copulation than males provided with 3% sucrose. These differences resulted in a nearly 40% reduction in follicular resorption and an approximate 3-fold increase in lipid content in the ovaries of mated females during the previtellogenic stage. These results suggest that the contribution of JH from the male is dependent on the quality of nutrition obtained during adult sugar feeding. Female fecundity is likely responsive to these variable previtellogenic effects, possibly resulting in a difference in the number of eggs laid. Improvements in female reproductive output may have wider implications in the transmission of diseases attributed to this important arbovirus vector.
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The thrush beach, Mimus gilvus (Aves: Mimidae) is a passerine widely distributed in Central and South America. In Brazil occurs mainly in the areas of the resting and vegetation near the beach. In southeastern Brazil this species has disappeared, mainly due to urbanization. Many attributes of their reproductive biology are unknown, especially in relation to reproductive success. During the years 2010-2011, 2011-2012 and 2014-2015 were made visits to the area of restinga forest in Centro de Lançamento da Barreira do Inferno (CLBI), located between the cities of Natal and Parnamirim-RN (5 ° 54'S 35 ° 10'W ) where they were made systematic searches to trying describe reproductive biology of the characteristics of M. gilvus, estimate their reproductive success using the Mayfield method, and identify the main factors that influence their reproductive success in environment the resting. For this, forty fifth active nests monitored were used. Only during the breeding season of 2011-2012 and 2014-2015 were made systematic visits to the study area. The reproductive period ranged August to March. Clutch size ranged from two, three and six eggs (n = 22). Broods of two eggs were more common, with an average of eggs laid per nest of 2 ± 0,51 (n = 20 nests). The incubation period was approximately 13 ± 1,9 days (n = 11 nests). The period of stay of the nestlings was approximately 11 ± 1,6 days (n = 9 nests). With approximately 11 days old the nestlings were able to leave the nest. The apparent success was 37,8% and the success estimated by Mayfield method was 26,6%. Predation was the main cause of loss of nests in the study area. The daily survival rates (TDS) were obtained from 0,9593 incubation and 0,9313 for nestling period respectively. Survival estimates for each period was 0,5827 for incubation and 0,4571 for nestling period. The cumulative average rainfall for each month influenced negatively the hatching rates of M. gilvus nests. In addition, the number hatch eggs among the most rainy season (rainy season) and the period of lowest rainfall (dry season) were different. The number of lost nests of M. gilvus was lower in scrubs than cactus, which may account for the largest number of nests of this species found in scrubs. Survival rates in nestling period were lower compared with the incubation period. The fact that the survival rates nests of M. gilvus be lower in the nestling period compared to the incubation period may result from increased activity of adults during this phase of the nest, which in turn would increase predation rates. M. gilvus seems to avoid the rainy season during their reproduction, concentrated most of their nests in periods of low rainfall.
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Sea lice continue to be one of the largest issues for the salmon farming industry and the use of ballan wrasse (Labrus bergylta) as a biological control is considered to be one of the most sustainable solutions in development. Broodstock management has proved challenging in the initial phases due to the significant lack of understanding of basic reproductive physiology and behaviour in the species. The aim of the study was to monitor captive breeding populations throughout a spawning season to examine timing and duration of spawning,quantify egg production, and look at seasonal changes in egg quality parameters as well as investigate the parental contribution to spawning events. A clear spawning rhythm was shown with 3-5 spawning periods inclusive of spawning windows lasting 1-9 days followed by inter spawning intervals of 8-12 days. Fertilization rate remained consistently high (> 87.5%) over the spawning season and did not differ significantly between spawning populations. Hatch rate was variable (0-97.5 %), but peaked in the middle of the spawning season. Meanoocyte diameter and gum layer thickness decreased slightly over the spawning season with no significant differences between spawning populations. Fatty acid (FA) profile of eggs remained consistent throughout the season and with the exception of high levels of ARA (3.8 ± 0.5 % of total FA) the FA profile was similar to that observed in other marine fish species. Parental contribution analysis showed 3 out of 6 spawning events to be single paired mating while the remaining 3 had contributions from multiple parents. Furthermore, the proposed multiple batch spawning nature of this species was confirmed with proof of a single femalecontributing to two separate spawning events. Overall this work represents the first comprehensive data set of spawning activity of captive ballan wrasse, and as such and will be helpful in formulating sustainable broodstock management plans for the species.
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La campagne PELGAS participe à la gestion du stock d’anchois du Golfe de Gascogne, en réalisant une évaluation directe à la mer de la biomasse d’anchois. Pour déterminer la biomasse totale, des appareils acoustiques envoyant des ultra-sons dans l’eau pour détecter les bancs de poisson sont utilisés. Ensuite des pêches sont effectuées sur les zones détectées pour déterminer la composition des bancs (espèces, poids, longueurs…). En parallèle, les oeufs d’anchois sont comptés. A partir des données récoltées de 2000 à 2015, j’ai pu réaliser des cartes de distribution spatiale des anchois et de leurs oeufs, ainsi que des analyses statistiques afin de comprendre les différences de distribution entre les deux. Il s’avère que les oeufs sont plus au large que les anchois, ce qui est dû à une question de poids moyen et de fécondité. Les anchois les plus gros seraient plus féconds et se localisent plus au large, d’où la répartition des oeufs plus éloignées des côtes que la biomasse totale d’anchois. La fécondité et le poids des anchois font parties des paramètres qui ont une influence sur la distribution des oeufs.
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Vitamin A deficiency is a serious public health problem in developing countries, and it causes death and blindness among children in the developing countries. The fortification of food could be an important source of vitamins to control deficiency. 60 Coturnix coturnix japonica quails were used in a randomized design with duration of seven weeks. The birds were assigned into five treatments with four repetitions. The objective was to evaluate the influence of the supplementation with different levels of retinyl palmitate (2,000 IU, 4,000 IU, 8,000IU and 16,000 IU) in quails under the levels of retinyl in egg yolks. The method used to dose retinyl in yolks of quail eggs was High Performance Liquid Chromatography and the enzymatic method to quantify the cholesterol concentration. The weight and production of eggs was significantly modified by the supplementation with retinyl in the birds. The results showed a gradual increase in the incorporation of retinyl in the egg yolk as a response to the supplementation, reaching values 384% higher than the control values. By the end of the supplementations a significant reduction in the concentrations of retinyl in the eggs yolk was observed. The most lasting supplementations were with 8,000 IU and 16,000 IU which lasted for three weeks. The cholesterol content in eggs was not significantly modified. The consumption of one egg enriched with 16000UI of retinol palmitate in the present study, by day, would probably reach 10 and 7,3% of the daily recommendations of this micronutrient for children of 1 to 3 years of age, and for 4 to 8 years, respectively. The nutritional value of eggs, related to the vitamin A, can be improved by supplementation of quails