986 resultados para Inteligência fluida e cristalizada
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Semi-supervised learning is a classification paradigm in which just a few labeled instances are available for the training process. To overcome this small amount of initial label information, the information provided by the unlabeled instances is also considered. In this paper, we propose a nature-inspired semi-supervised learning technique based on attraction forces. Instances are represented as points in a k-dimensional space, and the movement of data points is modeled as a dynamical system. As the system runs, data items with the same label cooperate with each other, and data items with different labels compete among them to attract unlabeled points by applying a specific force function. In this way, all unlabeled data items can be classified when the system reaches its stable state. Stability analysis for the proposed dynamical system is performed and some heuristics are proposed for parameter setting. Simulation results show that the proposed technique achieves good classification results on artificial data sets and is comparable to well-known semi-supervised techniques using benchmark data sets.
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The ubiquity of time series data across almost all human endeavors has produced a great interest in time series data mining in the last decade. While dozens of classification algorithms have been applied to time series, recent empirical evidence strongly suggests that simple nearest neighbor classification is exceptionally difficult to beat. The choice of distance measure used by the nearest neighbor algorithm is important, and depends on the invariances required by the domain. For example, motion capture data typically requires invariance to warping, and cardiology data requires invariance to the baseline (the mean value). Similarly, recent work suggests that for time series clustering, the choice of clustering algorithm is much less important than the choice of distance measure used.In this work we make a somewhat surprising claim. There is an invariance that the community seems to have missed, complexity invariance. Intuitively, the problem is that in many domains the different classes may have different complexities, and pairs of complex objects, even those which subjectively may seem very similar to the human eye, tend to be further apart under current distance measures than pairs of simple objects. This fact introduces errors in nearest neighbor classification, where some complex objects may be incorrectly assigned to a simpler class. Similarly, for clustering this effect can introduce errors by “suggesting” to the clustering algorithm that subjectively similar, but complex objects belong in a sparser and larger diameter cluster than is truly warranted.We introduce the first complexity-invariant distance measure for time series, and show that it generally produces significant improvements in classification and clustering accuracy. We further show that this improvement does not compromise efficiency, since we can lower bound the measure and use a modification of triangular inequality, thus making use of most existing indexing and data mining algorithms. We evaluate our ideas with the largest and most comprehensive set of time series mining experiments ever attempted in a single work, and show that complexity-invariant distance measures can produce improvements in classification and clustering in the vast majority of cases.
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Il sisma del 6 aprile ha palesato delle criticità già presenti nel territorio aquilano. Dopo l'emergenza ci si chiede quindi quale debba essere il futuro della città. Quello che risulta più evidente è sicuramente la scomparsa di un'interdipendenza tra città e territorio circostante che era invece alla base della nascita stessa del nucleo storico. Questo era infatti concepito inizialmente come una serie di entità eterogenee separate, 99 rioni che avrebbero ospitato la popolazione di altrettanti villaggi e castelli, ed arriva nel corso dei secoli ad inglobare un territorio molto più ampio di centri minori che si riconoscono nel capoluogo. Anche con la successiva crescita non si è mai sentita la necessità di provvedere ad uno sviluppo organizzato attraverso la realizzazione di servizi, ma si è sempre cercato di mantenere il centro storico come unico contenitore, non solo per la città ma per l'intero territorio. Così lo sviluppo fuori le mura è avvenuto soprattutto per mano privata generando una periferia caotica e disorganizzata come risposta alla domanda di alloggi, a cui non è mai stato dato l'onere, se non in fase progettuale, di sopperire alle necessità urbane di servizi e infrastrutture e soprattutto ad una totale mancanza di pianificazione di sviluppo futuro. Con la completa distruzione del centro storico è scomparso il cuore pulsante del territorio aquilano, a cui è subito seguito anche lo spegnimento della periferia, che gravitava e si appoggiava su di esso per la sua sopravvivenza. A questo punto la scelta di agire sulla prima periferia, in una zona di cerniera con il centro storico, diventa una scelta fondamentale, poiché questa diventa una possibilità per dare luogo ad una rinascita non solo della città dentro le mura ma dell'Aquila moderna. Poiché questo sia possibile è chiaro come l'attenzione maggiore debba rivolgersi non solo alla risposta della domanda abitativa, ma anche alla progettazione di spazi per la collettività, servizi a diversa scala e sedi per il piccolo e medio commercio per rendere possibili nuove opportunità sociali ed economiche. In quest'ottica risulta indispensabile mantenere un collegamento, fisico e visivo, con il centro storico, attraverso la riqualificazione della fascia verde a ridosso delle mura e la sua naturale prosecuzione al di là della strada nell'area di progetto. Una delle problematiche principali è stata inoltre la definizione o meno di un confine. La scelta è stata quella di una struttura aperta: una maglia senza un limite preciso ma con una chiara direzionalità che si rifà a quella del centro storico e che risulta la più adatta ad accogliere gli sviluppi futuri della città. Il progetto cerca quindi di interfacciarsi sempre con quelle che sono le preesistenze (come nel caso della Chiesa di S. Maria Mediatrice), per cui si perde una lettura chiusa del quartiere, a favore di un intervento che vuole essere una ricucitura piuttosto che un'imposizione al luogo. Diretta conseguenza è stata quindi la scelta di lavorare sugli spazi aperti, diversificandoli e caratterizzandoli a seconda delle situazioni, intesi come elementi di relazione, generatori di una fluida sequenza di luoghi, in cui l'edificio che vi trova sede non può essere scisso dal contesto circostante, ma ne diventa elemento complementare. Lo spazio assume così diverse declinazioni nel passaggio dal pubblico al privato, privo di cesure nette, alla ricerca di un abitare collettivo senza rinunce alla propria individualità. Alla varietà dei luoghi, si affianca anche la progettazione diversificata degli alloggi, per rispondere alle contemporanee esigenze dell'abitare.
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Ogni luogo, ogni città, reca i segni dell’evoluzione e della trasformazione dettata dal tempo. In alcuni casi il passato viene visto con un’accezione negativa, in altri positiva a tal punto da monumentalizzarla. Nel caso della città di Verucchio non è possibile mettere in ombra il valore, e la forza della Rocca del Sasso, che per la sua storia e la sua posizione, che la rende visibile sia dall’interno che dall’esterno del centro storico, la attesta come simbolo della città. Allo stesso tempo questa città di piccole dimensioni possiede un ricco passato che non è rintracciabile all’interno della città storica ma che emerge dal verde, nonchè dagli spazi nascosti sotto il parco che cinge perimetralmente la città. Questi momenti della storia, importanti e riconoscibili, possono essere connessi nonostante sia notevole il salto temporale che li divide. Lo strumento deve essere una forma che li unisca, uno spazio pubblico, limitato ma aperto, distinguibile ma integrato nel paesaggio, un nuovo “layer” che si sovrapponga a quelli precedenti esaltandone il valore. Il tema della direzione, del percorso, è alla base dei ragionamenti e delle soluzioni proposte per la realizzazione di un museo archeologico. A differenza dei luoghi pubblici come la piazza o il teatro, in questo caso l’esposizione prevede che l’utente si muova negli ambienti, che segua in maniera dinamica una serie di spazi, di figure, di affacci, che devono essere in grado si susseguirsi in maniera fluida, attraverso un “respiro” che mantenga alta l’attenzione del visitatore. Adottato questo tema si ha la possibilità di declinarlo più volte, attraverso non solo la disposizione degli spazi ma anche con la posizione dei volumi e degli assi che li generano. Il progetto del nuovo museo si pone in una zona che può essere definita come “di cerniera” tra il centro storico e il parco archeologico. A livello territoriale questa può essere giudicata una zona critica, poiché sono più di trenta i metri di dislivello tra queste due zone della città. La sfida è quindi quella di trasformare la lontananza da problema a opportunità e relazionarsi con la conformazione del territorio senza risultare eccessivamente impattanti ed invasivi su quest’ultimo. Poiché la città di Verucchio possiede già un museo archeologico, inserito all’interno dell’ex convento e della chiesa di Sant’Agostino, il percorso archeologico, che vede il museo progettato come fulcro del tutto, prevede che il turista abbia la possibilità di conoscere la civiltà villanoviana visitando sia il museo di progetto che quello esistente, avendo questi differenti allestimenti che non creano delle “sovrapposizioni storiche”, poiché sono uno tematico e l’altro cronologico. Il museo esistente si inserisce all’interno di un edificio esistente, adattando inevitabilmente i propri spazi espositivi alla sua conformazione. La realizzazione di un una nuova struttura porterebbe a una migliore organizzazione degli spazi oltre che ad essere in grado di accogliere anche i reperti presenti all’interno dei magazzini dell’ex convento e dei beni culturali di Bologna. La necropoli Lippi è solo una delle necropoli individuate perimetralmente alla città e i reperti, rilevati, catalogati e restaurati, sono in numero tale da poter essere collocati in una struttura museale adeguata. Il progetto si sviluppa su più fronti: l’architettura, l’archeologia ed il paesaggio. Il verde è una componente fondamentale del sistema della città di Verucchio, risulta essere un elemento di unione, che funge talvolta da perimetro del centro, talvolta da copertura della nuda roccia dove l’inclinazione del terreno non ha permesso nel tempo la realizzazione di edifici e strutture urbane, si mette in contrapposizione con la forma e i colori della città.
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Finalità principale della Tesi è stata lo sviluppo di una linea di evidenza chimica che ha previsto la elaborazione di tre distinte procedure analitiche per la determinazione di caffeina con HPLC - MS, una delle quali messa a punto per matrici ambientali inorganiche (acque dolci e salate) e due delle quali specifiche per matrici biologiche (emolinfa e tessuti di Mytilus galloprovincialis). Esse sono state applicate a diversi casi di studio, cominciando dall’analisi di acque di mare prelevate al largo di Cesenatico (FC) e soggette in seguito ad aggiunta di varie concentrazioni di caffeina ai fini di analisi eco-tossicologiche. Le vasche, suddivise in quattro condizioni sperimentali, costituivano l’ambiente di esposizione di esemplari di Mytilus galloprovincialis, sottoposti a test con batterie di biomarker; campionando e analizzando le acque delle diverse vasche in diversi momenti nell’arco di una settimana di durata dell’esperimento, è stato possibile osservare una discrepanza significativa tra le concentrazioni predisposte e quelle effettivamente riscontrate, dovuta alla presenza di valori di fondo elevati (≈ 100 ng/l) nella matrice ambientale. Si è anche notata una cinetica di decadimento della sostanza di tipo esponenziale, più rapida dei casi di letteratura, ipotizzando che ciò avvenisse, oltre che per i normali fenomeni di termodegradazione e fotodegradazione, per l’attività di filtrazione dei molluschi. In seguito sono state raccolte aliquote di acqua presso i punti di immissione e di uscita dall’impianto di depurazione di Cervia (RA), nonchè campioni di acque superficiali, sia dolci che salate, riscontrando un ottimo abbattimento della sostanza da parte dell’impianto (≈ 99 %) e concentrazioni ambientali simili ai valori di fondo dell’esperimento (≈100 ng/l), inferiori rispetto a casi di letteratura per analoga matrice, anche a causa di intense precipitazioni atmosferiche in corrispondenza del prelievo. A suggello delle analisi relative alle acque si è provveduto ad esaminare anche acque di rubinetto, acque di rubinetto soggette a deionizzazione ed un’acqua minerale naturale imbottigliata e commercializzata, rilevando la presenza dello stimolante in ciascuno dei campioni (per ciò che concerne acque della rete idrica a valori simili a quelli ambientali, mentre per acque deionizzate ridotti di circa il 50% e per l’acqua imbottigliata testata abbattuti di oltre l’80%). Le ultime considerazioni sono state relative all’analisi di matrici biologiche mediante le procedure specificamente messe a punto; in questo caso, sia nell’emolinfa che nei tessuti prelevati dai mitili al termine dell’esperimento, si è osservato un bioaccumulo di caffeina che, per ciò che concerne la matrice fluida, è risultato correlato alla concentrazione di esposizione delle vasche, mentre relativamente ai tessuti si è evidenziato del tutto uniforme tra le condizioni sperimentali, facendo ipotizzare un bioaccumulo avvenuto nell’habitat marino, dovuto ai valori ambientali presenti.
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Questo lavoro di tesi verte sulla progettazione architettonica di un grattacielo ad uso misto nel cuore di Dubai. E’ stato scelto come sito di collocazione proprio Dubai in quanto fiorente cittadina in grande e continua espansione. In uno skyline così eterogeneo, caratterizzato da grattacieli imponenti, è stato possibile progettare un edificio dall’importante volumetria e dalla particolare conformazione. Partendo da un modello di riferimento in campo biologico, il Saguaro Cactus, si è tratto spunto al fine di creare un ambiente che, seppure nella sua imponenza, potesse, dal suo interno, trasmettere un senso di spazio fluido e continuo ai suoi fruitori. A raggiungimento di tal scopo si è pensato ad una superficie fluida, continua, scanalata che avvolgesse tutta la struttura, creando rientranze, aggetti ed aperture trattandone
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In questo progetto di tesi saranno applicate tecniche appartenenti al campo della bioingegneria, indirizzate al riconoscimento delle attività motorie e all’analisi del movimento umano. E' stato definito un protocollo di ricerca necessario per il raggiungimento degli obiettivi finali. Si è quindi implementata un’App Android per l’acquisizione e il salvataggio dei dati provenienti dai principali sensori di Smartwatch e Smartphone, utilizzati secondo le modalità indicate nel protocollo. Successivamente i dati immagazzinati nei dispositivi vengono trasferiti al Pc per effettuarne l’elaborazione off-line, in ambiente Matlab. Per facilitare la seguente procedura di sincronizzazione dei dati intra e inter-device, tutti i sensori sono stati salvati, dall’App Android, secondo uno schema logico definito. Si è perciò verificata la possibilità del riconoscimento del contesto e dell’attività nell’uso quotidiano dei dispositivi. Inoltre si è sviluppato un algoritmo per la corretta identificazione del numero dei passi, indipendentemente dall’orientamento del singolo dispositivo. Infatti è importante saper rilevare in maniera corretta il numero di passi effettuati, soprattutto nei pazienti che, a causa di diverse patologie, non riescono ad effettuare una camminata fluida, regolare. Si è visto come il contapassi integrato nei sistemi commerciali per il fitness più diffusi (Smartwatch), pecca soprattutto in questa valutazione, mentre l’algoritmo, appositamente sviluppato, è in grado di garantire un’analisi accettabile a prescindere dal tipo di attività svolta, soprattutto per i dispositivi posizionati in L5. Infine è stato implementato un algoritmo, che sfrutta il filtro di Kalman e un modello biomeccanico appositamente sviluppato, per estrapolare l’evoluzione dell’angolo Tronco-Coscia. Avere a disposizione tale informazione e perciò conoscere la biomeccanica e la cinematica del corpo umano, rende possibile l’applicazione di questa procedura in svariati campi in ambito clinico e non.
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Questo lavoro ha lo scopo di presentare l’implementazione e la valutazione di un’applicazione Android che permetta la riproduzione di uno streaming auto-adattante conforme allo standard DASH sfruttando le funzionalità offerte dal player ”ExoPLayer” a cui viene aggiunta la funzionalità di caching e condivisione dei relativi segmenti tramite WiFi-Direct. Questo al fine di raggiungere diversi obiettivi come la riduzione dell’utilizzo di reti mobili, l’aumento della qualità e/o una riproduzione più fluida. Si è inoltre sviluppato un simulatore in C++ che permette di valutare il comportamento dell’applicazione, l’algoritmo usato per la scelta dei segmenti, e i vantaggi correlati.
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La interpretación propuesta por P. Clastres en su muy conocido artículo "Intercambio y poder: filosofía de la jefatura indígena" (En "La sociedad contra el Estado"), acerca de la selección de los liderazgos indígenas en América del Sur -y especialmente en las Tierras Bajas Sudamericanas- intentó dar cuenta de una concepción de las jefaturas dinámica y fluida, cuyo fundamento respondía a las modalidades del intercambio y la redistribución. Sin embargo, el paulatino proceso de cooptación de líderes y manipulación de los mecanismos de selección de jefaturas, producto del avance de los frentes regionales y nacionales de expansión sobre áreas indígenas, ha operado y aún lo hace a través de su cristalización y congelamiento. Estos procesos exógenos de construcción de jefaturas apelan, sin embargo, a un supuesto respeto de la organización socio-política indígena, citando inclusive fuentes etnográficas para respaldar su accionar. Esta ponencia no se encamina a sumar una nueva revisión crítica del texto de Clastres, ya excesivamente analizado y puesto en cuestión, sino a una revisión de las intervenciones externas a la sociedad guaraní, considerando muy especialmente las que se han verificado en Misiones (Argentina) desde 1960 a la actualidad.
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Este artículo pretende establecer una diferenciación entre corriente y tradición pedagógica para sugerir una posible relación con la Educación Especial en tanto campo de problemas multidisciplinar , sin descartar las relaciones en su ángulo de modalidad educativa, de conjuntos de servicios y apoyos o de conocimiento profesional para la atención educativa de los sujetos con discapacidad. La intención de fondo consiste en plantear algunas “bases" para reflexionar e investigar sistemáticamente sobre las corrientes pedagógicas de la Educación Especial en las distintas tradiciones pedagógicas, lo cual aportará a la objetivación del campo al tiempo que otorga las condiciones de posibilidad para sumergirse en el acontecer de una historicidad pedagógica en permanente movimiento (aunque no se restrinja, a mediano plazo, únicamente a la pedagogía) y en interconexión fluida con otras culturas y sociedades. De esta manera, el texto puede entenderse como una reflexión de pedagogía general o como una aproximación pedagógica comparada sobre la Educación Especial en América Latina.
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Alejandro Korn es una figura insoslayable en la cultura filosófica nacional y latinoamericana. Ocupó la cátedra universitaria en Buenos Aires y en La Plata. En la primera dictó Historia de la Filosofía, donde expuso las "Lecciones" que hoy se publican, alrededor de 1918. El mismo año en el que resultó elegido decano de la Facultad de Filosofía y Letras. El documento consta de treinta y cuatro Lecciones, de ágil y fluida interpretación, con un estilo dialogal. Estas Lecciones poseen distintos tipos de valores: son un documento de época, discurren desde los presocráticos hasta el ingreso en el siglo XX con peculiar enfoque, pues es una historia por problemas según la mirada del profesor; nos advierten de ciertas cuestiones que en la segunda década del siglo aparecían como imperiosas de plantear filosóficamente; muestran modos pedagógicos de enseñanza de la materia, con lo cual son parte de la historia de la educación superior en Argentina y en Latinoamérica. Al mismo tiempo se constatan ejes conceptuales sobre los que giró el pensamiento de Korn a lo largo de sus meditaciones. Madurez y coherencia una vez superado el positivismo de su etapa de formación universitaria.
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Razão de uma escolha: a importância do periódico O Portuguez e do seu redactor João Bernardo da Rocha Loureiro no desencadear da Revolução Liberal portuguesa de 1820, que deu início ao processo que colocou fim à monarquia absoluta e desencadeou a desconstrução do Antigo Regime em Portugal. Nesta panorâmica, e tendo como horizonte de chegada a fruição da liberdade, pode dizer-se que, enquanto sistema de significações colectivas, o imaginário do redactor Rocha Loureiro parece actuar como reacção ao poder dissolvedor da inteligência, como regulador que satisfaz a busca apaixonada de um grupo ou sociedade que persegue a sua identidade da qual a liberdade é elemento constituinte, fundamental e fundamentador. A liberdade define-se pela ausência de limitação às garantias necessárias para o harmonioso desenvolvimento do indivíduo. Antes de mais a liberdade é, na sua essência, uma ausência de limitação, sendo simultaneamente uma determinação positiva e espontânea da vontade de liberdade em que cada um procura atingir o fim racional de que está possuído. O indivíduo deseja a liberdade com vista a alcançar o melhor possível do seu ser. Na essência, a vontade de liberdade de cada um confunde-se com a vontade colectiva que encontra a sua expressão no poder político.
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La Red de Responsables y Facilitadores Ambientales es un programa de la Secretaría de Medio Ambiente de la Provincia de Santa Fe y se ha implementado para generar capacidades de resolución de conflictos desde una a Gestión Ambiental Integrada, generando una vinculación de mutua colaboración entre el Gobierno Provincial y el resto de los municipios y comunas. Nuestra Provincia desde el año 2008 se configura a partir de una Regionalización por Nodos: Rosario, Santa Fe, Reconquista, Rafaela y Venado Tuerto, lo cual posibilita la articulación, concentración, distribución y redistribución de capacidades, información y recursos. Esta situación particular territorial permite focalizar una gestión ambiental integral que permita la promoción del aprendizaje de pasos a seguir frente a conflictos ambientales construyendo una ciudadanía responsable y comprometida en los cinco nodos. La metodología implementada desde la Red consiste en la investigación-acción participativa, la cual está orientada a propiciar una mayor compresión de la realidad ambiental local y regional y su relación con la comunidad y el Estado. Respecto a los resultados, desde el año 2009 hasta la actualidad, se realizan: Cursos de Auxiliares en Gestión Ambiental, Talleres específicos para grupos de localidades con problemáticas comunes, una incipiente aproximación hacia acciones para un Ordenamiento Territorial Ambiental en el Arroyo Frías y la existencia de canales de comunicación fluida, lo cual se fundamenta en el trabajo coordinado entre la gestión local y provincial. Para concluir, se identificaron mejores prácticas en la gestión en: modos de intervención en el territorio con un abordaje colectivo trabajando la noción de conflicto ambiental transversalmente, se visualizó la naturaleza como recurso limitado, se trabajó desde lo local combinando el saber y el hacer, y se construyeron alternativas de resolución de conflictos integrales que fortalecieron la Ciudadanía Ambiental
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Expongo algunos resultados preliminares de mis indagaciones sobre un primer período que abarca desde la década de 1870, en que se van gestando algunas políticas aisladas para el sector rural hasta la de 1940 en que el problema hídrico en el campo se combinó con el surgimiento del conurbano que rodea a la actual Ciudad Autónoma de Buenos Aires. Pero como espero continuar estos trabajos hasta el presente y la realidad se impone en las situaciones de desastre que hemos sufrido en mi provincia en los últimos años, y continuamos sufriendo con la inundación de los últimos meses, presento trabajos de otras disciplinas que me permiten pensar en ciertas tendencias seculares en la gestión del recurso hídrico.
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O presente artigo tem por motivação a aproximação da flânerie à lomografia na contemporaneidade. Por isso, parte se do conceito de flâneur, a figura do caminhante e explorador que surge nas cidades modernas, termo cunhado por Charles Baudelaire (1996) e revisitado posteriormente por Walter Benjamin (1995). Contemporaneamente, Susan Sontag (2004) associa o flâneur ao fotógrafo, conceituação que se aproxima da pesquisa empírica realizada neste paper. Por meio do rolé lomográfico, evento promovido pela loja Lomography, buscou-se analisar as impressões produzidas por meio do consumo imagético do cenário urbano, da cidade do Rio de Janeiro, e tentar relacionar com o conceito de Inteligência Territorial