970 resultados para gastric bypass
Resumo:
The consequences of Helicobacter pylori attachment to human gastric cells were examined by transmission electron microscopy and immunofluorescence microscopy. H. pylori attachment resulted in (i) effacement of microvilli at the site of attachment, (ii) cytoskeletal rearrangement directly beneath the bacterium, and (iii) cup/pedestal formation at the site of attachment. Double-immunofluorescence studies revealed that the cytoskeletal components actin, alpha-actinin, and talin are involved in the process. Immunoblot analysis showed that binding of H. pylori to AGS cells induced tyrosine phosphorylation of two host cell proteins of 145 and 105 kDa. These results indicate that attachment of H. pylori to gastric epithelial cells resembles that of enteropathogenic Escherichia coli. Coccoid H. pylori, which are thought to be terminally differentiated bacterial forms, are capable of binding and inducing cellular changes of the same sort as spiral H. pylori, including tyrosine phosphorylation of host proteins.
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Helicobacter pylori è un batterio Gram-negativo in grado di colonizzare la mucosa gastrica umana e persistere per l'intero arco della vita dell'ospite. E' associato a patologie gastrointestinali, quali gastrite cronica, ulcere gastriche e duodenali, adenocarcinomi e linfomi gastrici. Si tratta di uno dei patogeni più diffusi, presente in circa metà della popolazione mondiale, e il solo che si è adattato a vivere nell'ambiente ostile dello stomaco umano. Molteplici sono i fattori di virulenza che permettono al batterio la colonizzazione della nicchia gastrica e contribuiscono, anche attraverso l' induzione di una risposta infiammatoria, a profonde modificazioni dell' omeostasi gastrica. Queste ultime si associano, ad esempio, all'iperproduzione di fattori proinfiammatori, ad alterazioni sia della regolazione della secrezione acida gastrica sia del ciclo cellulare e della morte cellulare programmata (apoptosi) delle cellule epiteliali gastriche, a disordini nel metabolismo del ferro e a carenze di elementi essenziali. Studi sulla diversità genetica di H. pylori osservata in ceppi isolati da varie regioni del mondo, dimostrano che tale batterio ha avuto una coevoluzione col genere umano attraverso la storia, ed è verosimile che H. pylori sia stato un costituente del microbiota gastrico per almeno 50.000 anni. Scopo della tesi è stato quello di identificare e caratterizzare proteine importanti per la colonizzazione e l'adattamento di H. pylori alla nicchia gastrica. In particolare gli sforzi si sono concentrati su due proteine periplasmatiche, la prima coinvolta nella difesa antiossidante (l'enzima catalasi-like, HP0485), e la seconda nel trasporto di nutrienti presenti nell'ambiente dello stomaco all'interno della cellula (la componente solubile di un ABC transporter, HP0298). La strategia utilizzata prevede un'analisi bioinformatica preliminare, l'ottenimento del gene per amplificazione, mediante PCR, dal genoma dell'organismo, la costruzione di un vettore per il clonaggio, l'espressione eterologa in E. coli e la successiva purificazione. La proteina così ottenuta viene caratterizzata mediante diverse tecniche, quali spettroscopia UV, dicroismo circolare, gel filtrazione analitica, spettrometria di massa. Il capitolo 1 contiene un'introduzione generale sul batterio, il capitolo 2 e il capitolo 3 descrivono gli studi relativi alle due proteine e sono entrambi suddivisi in un abstract iniziale, un'introduzione, la presentazione dei risultati, la discussione di questi ultimi, i materiali e i metodi utilizzati. La catalasi-like (HP0485) è una proteina periplasmatica con struttura monomerica, appartenente ad una famiglia di enzimi a funzione per la maggior parte sconosciuta, ma evolutivamente correlati alla ben nota catalasi, attore fondamentale nella difesa di H. pylori, grazie alla sua azione specifica di rimozione dell'acqua ossigenata. HP0485, pur conservando il fold catalasico e il legame al cofattore eme, non può compiere la reazione di dismutazione dell'acqua ossigenata; possiede invece un'attività perossidasica ad ampio spettro, essendo in grado di accoppiare la riduzione del perossido di idrogeno all'ossidazione di diversi substrati. Come la catalasi, lavora ad alte concentrazioni di aqua ossigenata e non arriva a saturazione a concentrazioni molto elevate di questo substrato (200 mM); la velocità di reazione catalizzata rimane lineare anche a questi valori, aspetto che la differenzia dalle perossidasi che vengono in genere inattivate da concentrazioni di perossido di idrogeno superiori a 10-50 mM. Queste caratteristiche di versatilità e robustezza suggeriscono che la catalasi-like abbia un ruolo di scavenger dell'acqua ossigenata e probabilmente anche un'altra funzione connessa al suo secondo substrato, ossia l'ossidazione di composti nello spazio periplasmatico cellulare. Oltre alla caratterizzazione dell'attività è descritta anche la presenza di un ponte disolfuro, conservato nelle catalasi-like periplasmatiche, con un ruolo nell'assemblaggio dell'eme per ottenere un enzima attivo e funzionale. La proteina periplasmatica HP0298, componente di un sistema di trasporto ABC, è classificata come trasportatore di dipeptidi e appartiene a una famiglia di proteine in grado di legare diversi substrati, tra cui di- e oligopeptidi, nichel, eme, glutatione. Benchè tutte associate a trasportatori di membrana batterici, queste proteine presentano un dominio di legame al substrato che risulta essere conservato nei domini extracellulari di recettori specifici di mammifero e uomo. Un esempio sono i recettori ionotropici e metabotropici del sistema nervoso. Per caratterizzare questa proteina è stato messo a punto un protocollo di ligand-fishing accoppiato alla spettrometria di massa. La proteina purificata, avente un tag di istidine, è stata incubata con un estratto cellulare di H. pylori per poter interagire con il suo substrato specifico all'interno dell'ambiente naturale in cui avviene il legame. Il complesso proteina-ligando è stato poi purificato per cromatografia di affinità e analizzato mediante HPLC-MS. L'identificazione dei picchi differenziali tra campioni con la proteina e 5 campioni di controllo ha portato alla caratterizzazione di pentapeptidi particolarmente ricchi in aminoacidi idrofobici e con almeno un residuo carico negativamente. Considerando che H. pylori necessita di alcuni aminoacidi essenziali, per la maggior parte idrofobici, e che lo stomaco umano è particolarmente ricco di peptidi prodotti dalla digestione delle proteine introdotte con il cibo, il ruolo fisiologico di HP0298 potrebbe essere l'internalizzazione di peptidi, con caratteristiche specifiche di lunghezza e composizione, che sono naturalmente presenti nella nicchia gastrica.
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In his latest commentary, Associate Senior Fellow Michael Emerson hails Croatia’s accession to the EU as a fine step forward towards the official goal of integration of the whole of the Balkans into the EU. At the same time, he warns of the folly underway of the serious attention being paid by the European Commission to the newest member state’s petition to construct a multi-million euro bridge over a 9-km stretch of Bosnian land (the ‘Neum corridor’) that inconveniently but temporarily interrupts a non-stop drive along Croatia’s Dalmatian coast.
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As Europeans speed down the road to Dubrovnik, Croatia's treasured jewel of the Adriatic coast, Michael Emerson discusses in a seasonal commentary one topical issue: What to do now over the 9 km of Bosnian coastline that separates north and south Croatia? Several options are under consideration, one of which would mean a very expensive bridge and dubious use of EU structural funds.
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Disbound Original Held in Oak Street Library Facility.
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New dredge-disposal techniques may serve the dual role of aiding sand by-passing across coastal inlets, and beach nourishment, provided the dredged sediments placed seaward of the surf zone move shoreward into that zone. During the summer of 1976, 26,750 cubic meters of relatively coarse sediment was dredged from New River Inlet, North Carolina, moved down coast by a split-hull barge, and placed in a 215-meter coastal reach between the 2- and 4-meter depth contours. Bathymetric changes on the disposal piles and in the adjacent beach and nearshore area were studied for a 13-week period (August to November 1976) to determine the modification of the surrounding beach and nearshore profile, and the net transport direction of the disposal sediment. The sediment piles initially created a local shoal zone with minimum depths of 0.6 meter. Disposal sediment was coarser (Mn = 0.49 millimeter) than the native sand at the disposal site (Mn = 0.14 millimeter) and coarser than the composite mean grain size of the entire profile (Mn = 0.21 millimeter). Shoaling and breaking waves caused rapid erosion of the pile tops and a gradual coalescing of the piles to form a disposal bar located seaward (= 90 meters) of a naturally occurring surf zone bar. As the disposal bar relief was reduced, the disposal bar-associated breaker zone was restricted to low tide times or periods of high wave conditions.
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"Supported by grant number 83-IJ-CX-0064, awarded to the Department of Environmental, Population and Organismic Biology, University of Colorado, by the National Institute of Justice, Department of Justice, under the Omnibus Crime Control and Safe Streets Act of 1968, as amended."--T.p. verso.
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Description based on: 1993.
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Mode of access: Internet.
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Based upon observations of the digestive processes of Alexis St. Martin.
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Recent research suggests that the retrospective review of the International Classification of Disease (ICD-9-CM) codes assigned to a patient episode will identify a similar number of healthcare-acquired surgical-site infections as compared with prospective surveillance by infection control practitioners (ICP). We tested this finding by replicating the methods for 380 surgical procedures. The sensitivity and specificity of the ICP undertaking prospective surveillance was 80% and 100%, and the sensitivity and specificity of the review of ICD-10-AM codes was 60% and 98.9%. Based on these results we do not support retrospective review of ICD-10-AM codes in preference prospective surveillance for SSI. (C) 2004 The Hospital Infection Society. Published by Elsevier Ltd. All rights reserved.
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Since the introduction of synthetic vascular grafts in the 1960s, only two-stage endothelial cell seeding has demonstrated any significant improvement over conventional vascular grafts, and its benefits have yet to be demonstrated on a large scale. Tissue engineering is a rapidly expanding field with great potential, but efforts to construct tissue-engineered arterial grafts have, to date, yielded little clinical success. This review explores the latest approaches to the construction of a superior vascular graft, along with its potential for use in the clinic in the future.
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Background Health-related quality of life (HRQOL) among long-term survivors of coronary artery bypass surgery is an important outcome that has been little studied at the population level. Methods A postal survey was conducted in 1999 to 2000 in patients 6 to 20 years after coronary artery bypass graft (CABG) surgery in Western-Australia. A random stratified sample of 2500 was drawn from 8910 patients who had their first CABG surgery in 1980 to 1993. Health-related quality of life was measured with Short Form 36 and EuroQol visual analogue scale. Results Response was 82% (n = 2061). Health-related quality of life declined with age and was similar for men and women, although scores for women were worse for physical functioning. Compared with Australian population norms, the age- and sex-standardized scores of survivors of CABG were generally worse, mainly in the physical domain. Reported angina at the time of follow-up (33%), symptoms of heart failure equivalent to New York Heart Association (NYHA) classes II to IV (34%), and comorbidities such as diabetes and hypertension were associated with poorer HRQOL. For both men and women without angina or heart failure at follow-up, HRQOL was no different from that of the general population. Conclusion Overall, the quality of life among long-term survivors of CABG is worse than that of the general population, the difference being mainly attributable to recurrent symptoms and comorbidities. Quality of life for those without angina or heart failure at follow-up was equivalent to the population norms, providing an incentive to maximize efforts to abolish angina and ameliorate heart failure symptoms.