984 resultados para Armas e vaoes. A guerra na lírica de Arquíloco


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Il mio elaborato è focalizzato sulla storia dell’Estonia durante l’occupazione nazista, il periodo che ricoprì gli anni tra il 1941 al 1944. Il lavoro parte dalla descrizione della panoramica storica generale della seconda guerra mondiale in Estonia per passare al racconto dettagliato di uno degli strumenti di terrore utilizzato dai nazisti: i campi di concentramento. In questo lavoro mi soffermo sulle peculiarità dell’organizzazione dei più importanti campi di concentramento, che erano in funzione in tutto il territorio del paese in vari periodi della guerra e sulle categorie degli internati, dedicando una particolare attenzione ai deportati ebrei e all’Olocausto. Nonostante l’insieme dei campi estoni sia solo una piccola macchia nella mappa di tutti i campi creati dai nazisti nei territori occupati, esso fa parte di una delle tappe storiche più tragiche per il paese. La cosa che spesso viene dimenticata in Estonia e completamente sconosciuta all’estero. Pertanto, l’obiettivo che mi ero prefissata era quello di avvicinare il lettore italiano alla storia della seconda guerra mondiale in Estonia, non tramite una descrizione generale del regime, ma focalizzandosi sulla piccola realtà dei deportati nei campi di concentramento. Il tema del mio elaborato è strettamente legato agli aspetti del collaborazionismo, della memoria e dell’interpretazione della storia del paese. Sono gli argomenti che, come si vedrà, causano ancora problematiche nel paese baltico e pertanto sono molto attuali.

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Dal 1936 al 1939 la Spagna dovette fare i conti con gli orrori di una guerra che aveva diviso in due il paese, sia ideologicamente che geograficamente, facendogli vivere una tragedia ancora oggi tangibile nel tessuto sociale e politico della penisola iberica. Questo conflitto, che aveva suscitato l’interesse di molti, raggiunse un livello tale di sperimentazione, sia in campo militare, sia in quello civile, da essere considerato un banco di prova per la seconda guerra mondiale. Il progetto di tesi, attraverso l’analisi e il sottotitolaggio di due documentari, uno anarchico e l’altro franchista, intende presentare una ricerca che ha come focus primario lo studio della propaganda cinematografica durante il periodo della guerra civile spagnola. Il cinema che, proprio negli anni Trenta, si era definitivamente affermato anche grazie all’introduzione del sonoro, fu presto considerato un potente mezzo di comunicazione divenendo un’arma di persuasione della quale, entrambi gli schieramenti con tempistiche diverse, si servirono per indottrinare la popolazione e giustificare la propria azione militare. Il cinema, pertanto, fu messo al servizio della guerra. Nel primo capitolo di questo elaborato verrà presentato il quadro storico di riferimento con la definizione delle cause, dell’evoluzione e delle ideologie in campo durante il conflitto. Il secondo capitolo si concentrerà sull’analisi dei due sistemi di propaganda, quella repubblicana e quella nazionalista, con un’attenzione principale nei confronti della propaganda cinematografica e delle sue diverse espressioni politiche nella penisola iberica. In questo capitolo si farà, inoltre, accenno alla produzione cinematografica internazionale riferita al conflitto spagnolo durante gli anni della guerra e in quelli immediatamente successivi. Infine, nel terzo e ultimo capitolo, si prenderanno in analisi i due documentari sottotitolati (“Los Aguiluchos de la FAI por tierras de Aragón, Reportaje nº1, Estampas de la revolución antifascista” e “La Liberación de Madrid”, con la presentazione dell’analisi tecnica e contenutistica degli stessi. Per concludere, verranno indicate le strategie traduttive impiegate durante la fase di traduzione e riportati esempi concreti ad esse riferite.

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Dissertazione sull'immigrazione italiana in Francia dopo la seconda guerra mondiale, con una descrizione delle principali destinazioni scelte dagli italiani e le cause che hanno spinto gli italiani ad emigrare. In seguito vengono analizzate le condizioni di lavoro e i settori in cui gli italiani erano più impiegati, concludendo con una riflessione sull'integrazione all'interno della società francese degli italiani e più in generale sull'immigrazione di oggi

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La tesi si compone di una proposta di traduzione dei primi due capitoli del romanzo per ragazzi "Maikäfer, flieg!" di Christine Nöstlinger. Ad una breve introduzione segue un capitolo contenente alcune informazioni circa l’autrice e la sua opera, segue poi un’analisi del testo di partenza e delle sue caratteristiche. Il quarto capitolo contiene la proposta di traduzione e infine il quinto capitolo si compone di un commento alla traduzione, nel quale vengono esplicate le strategie adottate nel corso del processo traduttivo.

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Taking as a starting point Antonio Sanchez Jimenez's recent work on the myth of Jason in Lope de Vega's El Vellocino de Oro, this article examines the myths of Jason and Leander in Juan de Miramontes Zuazola's epic, Armas antarticas (1608-1609). After exploring the explicit allusions to the myths in the epic, I analyse an implicit reference to Leander in the portrayal of Tome Hernandez, the only survivor of the failed sixteenth-century Spanish settlements in the Strait of Magellan. As it turns out, Hernandez was rescued by the English pirate, Thomas Cavendish. In evoking the myth of Leander on the southern coast of Chile, Armas antarticas recalls Alonso de Ercilla's self-description in La Araucana (1569, 78, 89) as analysed by Ricardo Padron. However, I contend that the representation of Hernandez is best understood in comparison to Juan Boscan's Leandro (1543), the fullest and most widely disseminated Spanish version of the tale in the sixteenth century. Appealing to the Leander myth allows Armas antarticas to turn away from a focus on the role of greed in colonization. Yet shadows of Jason still lurk behind the portrayal of Hernandez, which raise other serious ethical questions for the Spanish Empire concerning piracy and loyalty as these play out in the Strait of Magellan. This essay shows that the poetic portrayal of Hernandez and Cavendish ends up exhibiting the same ambiguities associated with piracy as analysed by Daniel Heller-Roazen.