898 resultados para Remote sensing - Data acquisitions
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In this paper, we describe the evaluation of a method for building detection by the Dempster-Shafer fusion of LIDAR data and multispectral images. For that purpose, ground truth was digitised for two test sites with quite different characteristics. Using these data sets, the heuristic model for the probability mass assignments of the method is validated, and rules for the tuning of the parameters of this model are discussed. Further we evaluate the contributions of the individual cues used in the classification process to the quality of the classification results. Our results show the degree to which the overall correctness of the results can be improved by fusing LIDAR data with multispectral images.
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Proceedings of the 11th Australasian Remote Sensing and Photogrammetry Conference
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Proceedings of the 11th Australasian Remote Sensing and Photogrammetry Conference
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Proceedings of the 11th Australasian Remote Sensing and Photogrammetry Conference
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La Sequenza Sismica Emiliana del 2012 ha colpito la zona compresa tra Mirandola e Ferrara con notevoli manifestazioni cosismiche e post-sismiche secondarie, soprattutto legate al fenomeno della liquefazione delle sabbie e alla formazione di fratturazioni superficiali del terreno. A fronte del fatto che la deformazione principale, osservata tramite tecniche di remote-sensing, ha permesso di individuare la posizione della struttura generatrice, ci si è interrogati sul rapporto tra strutture profonde e manifestazioni secondarie superficiali. In questa tesi è stato svolto un lavoro di integrazione di dati a varia scala, dalla superficie al sottosuolo, fino profondità di alcuni chilometri, per analizzare il legame tra le strutture geologiche che hanno generato il sisma e gli effetti superficiali percepiti dagli osservatori. Questo, non solo in riferimento allo specifico del sisma emiliano del 2012, ma al fine di trarre utili informazioni in una prospettiva storica e geologica sugli effetti di un terremoto “tipico”, in una regione dove le strutture generatrici non affiorano in superficie. Gli elementi analizzati comprendono nuove acquisizioni e rielaborazioni di dati pregressi, e includono cartografie geomorfologiche, telerilevamenti, profili sismici a riflessione superficiale e profonda, stratigrafie e informazioni sulla caratterizzazione dell’area rispetto al rischio sismico. Parte dei dati di nuova acquisizione è il risultato dello sviluppo e la sperimentazione di metodologie innovative di prospezione sismica in corsi e specchi d’acqua continentali, che sono state utilizzate con successo lungo il Cavo Napoleonico, un canale artificiale che taglia ortogonalmente la zona di massima deformazione del sisma del 20 Maggio. Lo sviluppo della nuova metodologia di indagine geofisica, applicata ad un caso concreto, ha permesso di migliorare le tecniche di imaging del sottosuolo, oltre a segnalare nuove evidenze co-sismiche che rimanevano nascoste sotto le acque del canale, e a fornire elementi utili alla stratigrafia del terreno. Il confronto tra dati geofisici e dati geomorfologici ha permesso di cartografare con maggiore dettaglio i corpi e le forme sedimentarie superficiali legati alla divagazione fluviale dall’VIII sec a.C.. I dati geofisici, superficiali e profondi, hanno evidenziato il legame tra le strutture sismogeniche e le manifestazioni superficiali seguite al sisma emiliano. L’integrazione dei dati disponibili, sia nuovi che da letteratura, ha evidenziato il rapporto tra strutture profonde e sedimentazione, e ha permesso di calcolare i tassi geologici di sollevamento della struttura generatrice del sisma del 20 Maggio. I risultati di questo lavoro hanno implicazioni in vari ambiti, tra i quali la valutazione del rischio sismico e la microzonazione sismica, basata su una caratterizzazione geomorfologico-geologico-geofisica dettagliata dei primi 20 metri al di sotto della superficie topografica. Il sisma emiliano del 2012 ha infatti permesso di riconoscere l’importanza del substrato per lo sviluppo di fenomeni co- e post-sismici secondari, in un territorio fortemente eterogeneo come la Pianura Padana.
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Most of the common techniques for estimating conditional probability densities are inappropriate for applications involving periodic variables. In this paper we apply two novel techniques to the problem of extracting the distribution of wind vector directions from radar scatterometer data gathered by a remote-sensing satellite.
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The number of remote sensing platforms and sensors rises almost every year, yet much work on the interpretation of land cover is still carried out using either single images or images from the same source taken at different dates. Two questions could be asked of this proliferation of images: can the information contained in different scenes be used to improve the classification accuracy and, what is the best way to combine the different imagery? Two of these multiple image sources are MODIS on the Terra platform and ETM+ on board Landsat7, which are suitably complementary. Daily MODIS images with 36 spectral bands in 250-1000 m spatial resolution and seven spectral bands of ETM+ with 30m and 16 days spatial and temporal resolution respectively are available. In the UK, cloud cover may mean that only a few ETM+ scenes may be available for any particular year and these may not be at the time of year of most interest. The MODIS data may provide information on land cover over the growing season, such as harvest dates, that is not present in the ETM+ data. Therefore, the primary objective of this work is to develop a methodology for the integration of medium spatial resolution Landsat ETM+ image, with multi-temporal, multi-spectral, low-resolution MODIS \Terra images, with the aim of improving the classification of agricultural land. Additionally other data may also be incorporated such as field boundaries from existing maps. When classifying agricultural land cover of the type seen in the UK, where crops are largely sown in homogenous fields with clear and often mapped boundaries, the classification is greatly improved using the mapped polygons and utilising the classification of the polygon as a whole as an apriori probability in classifying each individual pixel using a Bayesian approach. When dealing with multiple images from different platforms and dates it is highly unlikely that the pixels will be exactly co-registered and these pixels will contain a mixture of different real world land covers. Similarly the different atmospheric conditions prevailing during the different days will mean that the same emission from the ground will give rise to different sensor reception. Therefore, a method is presented with a model of the instantaneous field of view and atmospheric effects to enable different remote sensed data sources to be integrated.