859 resultados para Mourning dove.


Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Il presente lavoro ha lo scopo di comprendere i processi sottesi ai pattern di coesistenza tra le specie di invertebrati sorgentizi, distinguendo tra dinamiche stocastiche e deterministiche. Le sorgenti sono ecosistemi complessi e alcune loro caratteristiche (ad esempio l’insularità, la stabilità termica, la struttura ecotonale “a mosaico”, la frequente presenza di specie rare ed endemiche, o l’elevata diversità in taxa) le rendono laboratori naturali utili allo studio dei processi ecologici, tra cui i processi di assembly. Al fine di studiare queste dinamiche è necessario un approccio multi-scala, per questo motivi sono state prese in considerazione tre scale spaziali. A scala locale è stato compiuto un campionamento stagionale su sette sorgenti (quattro temporanee e tre permanenti) del Monte Prinzera, un affioramento ofiolitico vicino alla città di Parma. In questa area sono stati valutati l’efficacia e l’impatto ambientale di diversi metodi di campionamento e sono stati analizzati i drivers ecologici che influenzano le comunità. A scala più ampia sono state campionate per due volte 15 sorgenti della regione Emilia Romagna, al fine di identificare il ruolo della dispersione e la possibile presenza di un effetto di niche-filtering. A scala continentale sono state raccolte informazioni di letteratura riguardanti sorgenti dell’area Paleartica occidentale, e sono stati studiati i pattern biogeografici e l’influenza dei fattori climatici sulle comunità. Sono stati presi in considerazione differenti taxa di invertebrati (macroinvertebrati, ostracodi, acari acquatici e copepodi), scegliendo tra quelli che si prestavano meglio allo studio dei diversi processi in base alle loro caratteristiche biologiche e all’approfondimento tassonomico raggiungibile. I campionamenti biologici in sorgente sono caratterizzati da diversi problemi metodologici e possono causare impatti sugli ambienti. In questo lavoro sono stati paragonati due diversi metodi: l’utilizzo del retino con un approccio multi-habitat proporzionale e l’uso combinato di trappole e lavaggio di campioni di vegetazione. Il retino fornisce dati più accurati e completi, ma anche significativi disturbi sulle componenti biotiche e abiotiche delle sorgenti. Questo metodo è quindi raccomandato solo se il campionamento ha come scopo un’approfondita analisi della biodiversità. D’altra parte l’uso delle trappole e il lavaggio della vegetazione sono metodi affidabili che presentano minori impatti sull’ecosistema, quindi sono adatti a studi ecologici finalizzati all’analisi della struttura delle comunità. Questo lavoro ha confermato che i processi niche-based sono determinanti nello strutturare le comunità di ambienti sorgentizi, e che i driver ambientali spiegano una rilevante percentuale della variabilità delle comunità. Infatti le comunità di invertebrati del Monte Prinzera sono influenzate da fattori legati al chimismo delle acque, alla composizione e all’eterogeneità dell’habitat, all’idroperiodo e alle fluttuazioni della portata. Le sorgenti permanenti mostrano variazioni stagionali per quanto riguarda le concentrazioni dei principali ioni, mentre la conduttività, il pH e la temperatura dell’acqua sono più stabili. È probabile che sia la stabilità termica di questi ambienti a spiegare l’assenza di variazioni stagionali nella struttura delle comunità di macroinvertebrati. L’azione di niche-filtering delle sorgenti è stata analizzata tramite lo studio della diversità funzionale delle comunità di ostracodi dell’Emilia-Romagna. Le sorgenti ospitano più del 50% del pool di specie regionale, e numerose specie sono state rinvenute esclusivamente in questi habitat. Questo è il primo studio che analizza la diversità funzionale degli ostracodi, è stato quindi necessario stilare una lista di tratti funzionali. Analizzando il pool di specie regionale, la diversità funzionale nelle sorgenti non è significativamente diversa da quella misurata in comunità assemblate in maniera casuale. Le sorgenti non limitano quindi la diversità funzionale tra specie coesistenti, ma si può concludere che, data la soddisfazione delle esigenze ecologiche delle diverse specie, i processi di assembly in sorgente potrebbero essere influenzati da fattori stocastici come la dispersione, la speciazione e le estinzioni locali. In aggiunta, tutte le comunità studiate presentano pattern spaziali riconoscibili, rivelando una limitazione della dispersione tra le sorgenti, almeno per alcuni taxa. Il caratteristico isolamento delle sorgenti potrebbe essere la causa di questa limitazione, influenzando maggiormente i taxa a dispersione passiva rispetto a quelli a dispersione attiva. In ogni caso nelle comunità emiliano-romagnole i fattori spaziali spiegano solo una ridotta percentuale della variabilità biologica totale, mentre tutte le comunità risultano influenzate maggiormente dalle variabili ambientali. Il controllo ambientale è quindi prevalente rispetto a quello attuato dai fattori spaziali. Questo risultato dimostra che, nonostante le dinamiche stocastiche siano importanti in tutte le comunità studiate, a questa scala spaziale i fattori deterministici ricoprono un ruolo prevalente. I processi stocastici diventano più influenti invece nei climi aridi, dove il disturbo collegato ai frequenti eventi di disseccamento delle sorgenti provoca una dinamica source-sink tra le diverse comunità. Si è infatti notato che la variabilità spiegata dai fattori ambientali diminuisce all’aumentare dell’aridità del clima. Disturbi frequenti potrebbero provocare estinzioni locali seguite da ricolonizzazioni di specie provenienti dai siti vicini, riducendo la corrispondenza tra gli organismi e le loro richieste ambientali e quindi diminuendo la quantità di variabilità spiegata dai fattori ambientali. Si può quindi concludere che processi deterministici e stocastici non si escludono mutualmente, ma contribuiscono contemporaneamente a strutturare le comunità di invertebrati sorgentizi. Infine, a scala continentale, le comunità di ostracodi sorgentizi mostrano chiari pattern biogeografici e sono organizzate lungo gradienti ambientali principalmente collegati altitudine, latitudine, temperatura dell’acqua e conducibilità. Anche la tipologia di sorgente (elocrena, reocrena o limnocrena) è influente sulla composizione delle comunità. La presenza di specie rare ed endemiche inoltre caratterizza specifiche regioni geografiche.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

La governance del settore alimentare si fonda su una struttura multilivello, ove poteri locali, nazionali, sovranazionali e globali interagiscono. In tale assetto, ogni regolatore è chiamato a proteggere interessi diversi tra loro, tra cui l'ambiente, la salute umana, il benessere animale e la libera concorrenza. La regolazione del settore alimentare, inoltre, impone la considerazione di aspetti etici e culturali, dotati di una forte matrice territoriale. In questo sistema, i valori che entrano in gioco non sono egualmente rappresentati, ma quelli considerati "minori" sono sovente sovrastati dalle esigenze di protezione di un unico interesse: la libera concorrenza su scala globale. Ne deriva che la regolazione del settore alimentare necessita di un nuovo equilibrio. Questo può richiedere sia l'adozione di nuove regole - soprattutto a livello sovranazionale - sia un'interpretazione maggiormente inclusiva dei principi e delle regole già esistenti da parte delle Corti. Tuttavia, risulta maggiormente urgente e di immediata efficacia permettere ai soggetti interessati, siano essi privati o pubblici, di partecipare alla formulazione delle politiche e delle decisioni inerenti il settore alimentare. La partecipazione procedurale è in grado di soddisfare esigenze differenti e talvolta opposte, pertanto essa è regolata dal legislatore a seconda dello scopo finale prefissato. Principalmente, essa è vista come una applicazione diretta dei principi di democrazia e trasparenza; tuttavia, il suo reale impatto sul risultato finale delle decisioni pubbliche può scostarsi considerevolemente da tale paradigma. Lo scopo di tale lavoro è analizzare i diversi modelli partecipativi implementati nei vari livelli di governo, al fine di determinarne il reale impatto sui soggetti interessati e sul bilanciamento degli interessi in gioco. La conclusione dimostra un certo livello di perplessità per ciò che riguarda l'assetto di tali garanzie nella regolazione del settore alimentare, dove lo sviluppo del concetto di democrazia partecipativa e di bilancio tra gli interessi rilevanti è ancora acerbo.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Studiamo l'operatore di Ornstein-Uhlenbeck e il semigruppo di Ornstein-Uhlenbeck in un sottoinsieme aperto convesso $\Omega$ di uno spazio di Banach separabile $X$ dotato di una misura Gaussiana centrata non degnere $\gamma$. In particolare dimostriamo la disuguaglianza di Sobolev logaritmica e la disuguaglianza di Poincaré, e grazie a queste disuguaglianze deduciamo le proprietà spettrali dell'operatore di Ornstein-Uhlenbeck. Inoltre studiamo l'equazione ellittica $\lambdau+L^{\Omega}u=f$ in $\Omega$, dove $L^\Omega$ è l'operatore di Ornstein-Uhlenbeck. Dimostriamo che per $\lambda>0$ e $f\in L^2(\Omega,\gamma)$ la soluzione debole $u$ appartiene allo spazio di Sobolev $W^{2,2}(\Omega,\gamma)$. Inoltre dimostriamo che $u$ soddisfa la condizione di Neumann nel senso di tracce al bordo di $\Omega$. Questo viene fatto finita approssimazione dimensionale.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

La Sequenza Sismica Emiliana del 2012 ha colpito la zona compresa tra Mirandola e Ferrara con notevoli manifestazioni cosismiche e post-sismiche secondarie, soprattutto legate al fenomeno della liquefazione delle sabbie e alla formazione di fratturazioni superficiali del terreno. A fronte del fatto che la deformazione principale, osservata tramite tecniche di remote-sensing, ha permesso di individuare la posizione della struttura generatrice, ci si è interrogati sul rapporto tra strutture profonde e manifestazioni secondarie superficiali. In questa tesi è stato svolto un lavoro di integrazione di dati a varia scala, dalla superficie al sottosuolo, fino profondità di alcuni chilometri, per analizzare il legame tra le strutture geologiche che hanno generato il sisma e gli effetti superficiali percepiti dagli osservatori. Questo, non solo in riferimento allo specifico del sisma emiliano del 2012, ma al fine di trarre utili informazioni in una prospettiva storica e geologica sugli effetti di un terremoto “tipico”, in una regione dove le strutture generatrici non affiorano in superficie. Gli elementi analizzati comprendono nuove acquisizioni e rielaborazioni di dati pregressi, e includono cartografie geomorfologiche, telerilevamenti, profili sismici a riflessione superficiale e profonda, stratigrafie e informazioni sulla caratterizzazione dell’area rispetto al rischio sismico. Parte dei dati di nuova acquisizione è il risultato dello sviluppo e la sperimentazione di metodologie innovative di prospezione sismica in corsi e specchi d’acqua continentali, che sono state utilizzate con successo lungo il Cavo Napoleonico, un canale artificiale che taglia ortogonalmente la zona di massima deformazione del sisma del 20 Maggio. Lo sviluppo della nuova metodologia di indagine geofisica, applicata ad un caso concreto, ha permesso di migliorare le tecniche di imaging del sottosuolo, oltre a segnalare nuove evidenze co-sismiche che rimanevano nascoste sotto le acque del canale, e a fornire elementi utili alla stratigrafia del terreno. Il confronto tra dati geofisici e dati geomorfologici ha permesso di cartografare con maggiore dettaglio i corpi e le forme sedimentarie superficiali legati alla divagazione fluviale dall’VIII sec a.C.. I dati geofisici, superficiali e profondi, hanno evidenziato il legame tra le strutture sismogeniche e le manifestazioni superficiali seguite al sisma emiliano. L’integrazione dei dati disponibili, sia nuovi che da letteratura, ha evidenziato il rapporto tra strutture profonde e sedimentazione, e ha permesso di calcolare i tassi geologici di sollevamento della struttura generatrice del sisma del 20 Maggio. I risultati di questo lavoro hanno implicazioni in vari ambiti, tra i quali la valutazione del rischio sismico e la microzonazione sismica, basata su una caratterizzazione geomorfologico-geologico-geofisica dettagliata dei primi 20 metri al di sotto della superficie topografica. Il sisma emiliano del 2012 ha infatti permesso di riconoscere l’importanza del substrato per lo sviluppo di fenomeni co- e post-sismici secondari, in un territorio fortemente eterogeneo come la Pianura Padana.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

The causal relationship between Human Papilloma Virus (HPV) infection and cervical cancer has motivated the development, and further improvement, of prophylactic vaccines against this virus. 70% of cervical cancers, 80% of which in low-resources countries, are associated to HPV16 and HPV18 infection, with 13 additional HPV types, classified as high-risk, responsible for the remaining 30% of tumors. Current vaccines, Cervarix® (GlaxoSmithKline) and Gardasil®(Merk), are based on virus-like particles (VLP) obtained by self-assembly of the major capsid protein L1. Despite their undisputable immunogenicity and safety, the fact that protection afforded by these vaccines is largely limited to the cognate serotypes included in the vaccine (HPV 16 and 18, plus five additional viral types incorporated into a newly licensed nonavalent vaccine) along with high production costs and reduced thermal stability, are pushing the development of 2nd generation HPV vaccines based on minor capsid protein L2. The increase in protection broadness afforded by the use of L2 cross-neutralizing epitopes, plus a marked reduction of production costs due to bacterial expression of the antigens and a considerable increase in thermal stability could strongly enhance vaccine distribution and usage in low-resource countries. Previous studies from our group identified three tandem repeats of the L2 aa. 20-38 peptide as a strongly immunogenic epitope if exposed on the scaffold protein thioredoxin (Trx). The aim of this thesis work is the improvement of the Trx-L2 vaccine formulation with regard to cross-protection and thermostability, in order to identify an antigen suitable for a phase I clinical trial. By testing Trx from different microorganisms, we selected P. furiosus thioredoxin (PfTrx) as the optimal scaffold because of its sustained peptide epitope constraining capacity and striking thermal stability (24 hours at 100°C). Alternative production systems, such as secretory Trx-L2 expression in the yeast P. pastoris, have also been set-up and evaluated as possible means to further increase production yields, with a concomitant reduction of production costs. Limitations in immune-responsiveness caused by MHC class II polymorphisms –as observed, for example, in different mouse strains- have been overcome by introducing promiscuous T-helper (Th) epitopes, e.g., PADRE (Pan DR Epitope), at both ends of PfTrx. This allowed us to obtain fairly strong immune responses even in mice (C57BL/6) normally unresponsive to the basic Trx-L2 vaccine. Cross-protection was not increased, however. I thus designed, produced and tested a novel multi-epitope formulation consisting of 8 and 11 L2(20-38) epitopes derived from different HPV types, tandemly joined into a single thioredoxin molecule (“concatemers”). To try to further increase immunogenicity, I also fused our 8X and 11X PfTrx-L2 concatemers to the N-terminus of an engineered complement-binding protein (C4bp), capable to spontaneously assemble into ordered hepatmeric structures, previously validated as a molecular adjuvant. Fusion to C4bp indeed improved antigen presentation, with a fairly significant increase in both immunogenicity and cross-protection. Another important issue I addressed, is the reduction of vaccine doses/treatment, which can be achieved by increasing immunogenicity, while also allowing for a delayed release of the antigen. I obtained preliminary, yet quite encouraging results in this direction with the use of a novel, solid-phase vaccine formulation, consisting of the basic PfTrx-L2 vaccine and its C4bp fusion derivative adsorbed to mesoporus silica-rods (MSR).

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Esta pesquisa procurou descrever, analisar e comparar as cerimônias mortuárias e as representações coletivas de católicos brasileiros da morte e do luto. Tivemos por objetivo estudar os sistemas simbólicos desenvolvidos em várias sociedades, começando com as culturas tribais, passando depois para o cristianismo dos primeiros séculos, antes da instauração do processo de institucionalização que originou o cristianismo católico e durante ele. Analisamos as práticas e representações católicas relacionadas com a morte e o morrer, na Idade Média, Idade Moderna e Contemporânea, tanto na Europa como no Brasil. O objetivo também foi apresentar os ritos mortuários como formas de dar sentido à vida, de reforçar e manter a coesão social, em que indivíduos vivem constantemente os desarranjos gerados pela presença da morte que arrebata um dos seus semelhantes provocando um desequilíbrio social. Ao realizar tal pesquisa sobre os rituais mortuários católicos, a meta consistiu em avançar um pouco mais no conhecimento sobre um fenômeno social religioso nem sempre abordado pelos pesquisadores: a morte do crente, as práticas mortuárias dos grupos católicos, seus hábitos e discurso quanto ao morto, dentro de um cenário brasileiro que se torna cada vez mais urbano e secularizado.(AU)

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

O presente trabalho trata de uma investigação sobre a presença e o processo do luto por morte nas escolas e, também, como professores, coordenadores e diretores podem apoiar estudantes enlutados. Um significativo índice de mortes de estudantes demonstra que o processo experimentado por estudantes enlutados é realidade presente nas escolas. Por sua relevância, entende-se ser fundamental que o tema seja considerado na educação escolar. A opção metodológica para o desenvolvimento do estudo pautou-se pela realização de uma revisão da literatura para teoricamente traçar uma perspectiva histórica e social fundamentada principalmente em Paiva (2011), Kovács (2003), Franco (2002), Kübler-Ross (1996). Optou-se, também, por usar noticiários e documentários. Para a realização da pesquisa empírica, a investigação teve como campo 2 escolas públicas da Grande São Paulo e 23 sujeitos entre os quais professores, coordenador e diretores. Desse universo, 13 sujeitos eram da escola A e 10 da escola B; todos atuando diretamente com os alunos. Realizouse, em uma primeira etapa, a aplicação de um questionário estruturado, respondido inicialmente pelos 23 sujeitos. Na segunda etapa da pesquisa, utilizou-se como método a entrevista de aprofundamento com uma amostra de 10 profissionais (dois diretores, uma coordenadora e sete professores). Após responderem ao questionário, esses profissionais desejaram participar espontaneamente dessa segunda etapa, para que se pudesse obter maior aprofundamento das questões relacionadas à investigação. Por meio da análise de conteúdo dos relatos obtidos, foram construídos três temas: significado em perder uma pessoa por morte; facilidades e/ou dificuldades em lidar com as questões de luto/morte na escola; papel de gestores e educadores frente às manifestações de luto entre estudantes na escola. Como referências para análises dos dados, elencaram-se Queiroz (2003) e Demartini (2001). A pesquisa permitiu averiguar a presença e o processo de luto por morte nas escolas e como professores, coordenadores e diretores abordam o tema da morte, do luto e da perda. A pesquisa procurou também conhecer e refletir sobre os significados que os educadores têm acerca do luto e morte no contexto escolar. Esse conhecimento possibilitou conhecer como alguns professores e outros profissionais da educação trabalham (ou não) com o processo do luto na escola. As análises construídas a partir dos temas revelaram que alguns profissionais que vivenciam ou vivenciaram a dor pela perda por morte têm dificuldades em lidar com o tema na escola por não saberem lidar com essa situação. Outra questão considerada é a falta de apoio da escola e a falta de preparo dos profissionais ao lidar com o luto na escola. Os relatos apresentam a morte interdita de jovens como uma realidade presente nas escolas e ocupando cada vez mais espaço. Esse assunto desafiador não se encerra. Há muitas ações que a escola necessita realizar. Este trabalho propõe caminhos para novas investigações e desafios.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

O presente estudo teve por objetivos: a) Caracterizar uma amostra de adolescentes participantes de projetos sociais de uma Instituição de uma cidade do litoral paulista; b) Investigar aspectos da estrutura e dinâmica de adolescentes oriundos de famílias monoparentais, convencionais e de outras configurações familiares e, c) Compreender as relações estabelecidas com as figuras parentais por esses adolescentes pertencentes à essas diferentes organizações familiares.Para isso foi realizado inicialmente uma caracterização do perfil desses adolescentes e, posteriormente estudado seis casos de adolescentes de 12 a 18 anos participantes de Projetos Sociais do Terceiro Setor(Ong) pertencentes a diferentes formas de organizações familiares. Esses adolescentes freqüentavam a Instituição, local onde foram coletados os dados. Foram utilizados como instrumentos a entrevista semi-estruturada e o Teste de Apercepção Temática. De modo geral, os resultados mostraram que os adolescentes de famílias convencionais, ou seja, que possuem o pai e mãe no seio familiar conseguiram introjetar a imago paterna de forma mais integrada e, transitam pela adolescência de maneira mais estável. O esforço frente à elaboração dos lutos é vivenciado condizendo com a dita Síndrome da Adolescência Normal . Já os jovens pertencentes a famílias em que o pai não se faz presente no seio familiar, as defesas e as angustias apresentam-se condizentes aos estágios mais primitivos do desenvolvimento. Conclui-se que são necessários mais estudos frente a esta demanda para que o trabalho preventivo possa criar condições de um bom desenvolvimento psíquico para que este jovem passe pela adolescência e, chegue à vida adulta de maneira integrada.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

O presente estudo teve por objetivos: a) Caracterizar uma amostra de adolescentes participantes de projetos sociais de uma Instituição de uma cidade do litoral paulista; b) Investigar aspectos da estrutura e dinâmica de adolescentes oriundos de famílias monoparentais, convencionais e de outras configurações familiares e, c) Compreender as relações estabelecidas com as figuras parentais por esses adolescentes pertencentes à essas diferentes organizações familiares.Para isso foi realizado inicialmente uma caracterização do perfil desses adolescentes e, posteriormente estudado seis casos de adolescentes de 12 a 18 anos participantes de Projetos Sociais do Terceiro Setor(Ong) pertencentes a diferentes formas de organizações familiares. Esses adolescentes freqüentavam a Instituição, local onde foram coletados os dados. Foram utilizados como instrumentos a entrevista semi-estruturada e o Teste de Apercepção Temática. De modo geral, os resultados mostraram que os adolescentes de famílias convencionais, ou seja, que possuem o pai e mãe no seio familiar conseguiram introjetar a imago paterna de forma mais integrada e, transitam pela adolescência de maneira mais estável. O esforço frente à elaboração dos lutos é vivenciado condizendo com a dita Síndrome da Adolescência Normal . Já os jovens pertencentes a famílias em que o pai não se faz presente no seio familiar, as defesas e as angustias apresentam-se condizentes aos estágios mais primitivos do desenvolvimento. Conclui-se que são necessários mais estudos frente a esta demanda para que o trabalho preventivo possa criar condições de um bom desenvolvimento psíquico para que este jovem passe pela adolescência e, chegue à vida adulta de maneira integrada.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Objective: The purpose of this study was to examine the effectiveness of a new analysis method of mfVEP objective perimetry in the early detection of glaucomatous visual field defects compared to the gold standard technique. Methods and patients: Three groups were tested in this study; normal controls (38 eyes), glaucoma patients (36 eyes), and glaucoma suspect patients (38 eyes). All subjects underwent two standard 24-2 visual field tests: one with the Humphrey Field Analyzer and a single mfVEP test in one session. Analysis of the mfVEP results was carried out using the new analysis protocol: the hemifield sector analysis protocol. Results: Analysis of the mfVEP showed that the signal to noise ratio (SNR) difference between superior and inferior hemifields was statistically significant between the three groups (analysis of variance, P<0.001 with a 95% confidence interval, 2.82, 2.89 for normal group; 2.25, 2.29 for glaucoma suspect group; 1.67, 1.73 for glaucoma group). The difference between superior and inferior hemifield sectors and hemi-rings was statistically significant in 11/11 pair of sectors and hemi-rings in the glaucoma patients group (t-test P<0.001), statistically significant in 5/11 pairs of sectors and hemi-rings in the glaucoma suspect group (t-test P<0.01), and only 1/11 pair was statistically significant (t-test P<0.9). The sensitivity and specificity of the hemifield sector analysis protocol in detecting glaucoma was 97% and 86% respectively and 89% and 79% in glaucoma suspects. These results showed that the new analysis protocol was able to confirm existing visual field defects detected by standard perimetry, was able to differentiate between the three study groups with a clear distinction between normal patients and those with suspected glaucoma, and was able to detect early visual field changes not detected by standard perimetry. In addition, the distinction between normal and glaucoma patients was especially clear and significant using this analysis. Conclusion: The new hemifield sector analysis protocol used in mfVEP testing can be used to detect glaucomatous visual field defects in both glaucoma and glaucoma suspect patients. Using this protocol, it can provide information about focal visual field differences across the horizontal midline, which can be utilized to differentiate between glaucoma and normal subjects. The sensitivity and specificity of the mfVEP test showed very promising results and correlated with other anatomical changes in glaucomatous visual field loss. The intersector analysis protocol can detect early field changes not detected by the standard Humphrey Field Analyzer test. © 2013 Mousa et al, publisher and licensee Dove Medical Press Ltd.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Ultraviolet (UV) radiation potentially damages the skin, the immune system, and structures of the eye. A useful UV sun protection for the skin has been established. Since a remarkable body of evidence shows an association between UV radiation and damage to structures of the eye, eye protection is important, but a reliable and practical tool to assess and compare the UV-protective properties of lenses has been lacking. Among the general lay public, misconceptions on eye-sun protection have been identified. For example, sun protection is mainly ascribed to sunglasses, but less so to clear lenses. Skin malignancies in the periorbital region are frequent, but usual topical skin protection does not include the lids. Recent research utilized exact dosimetry and demonstrated relevant differences in UV burden to the eye and skin at a given ambient irradiation. Chronic UV effects on the cornea and lens are cumulative, so effective UV protection of the eyes is important for all age groups and should be used systematically. Protection of children's eyes is especially important, because UV transmittance is higher at a very young age, allowing higher levels of UV radiation to reach the crystalline lens and even the retina. Sunglasses as well as clear lenses (plano and prescription) effectively reduce transmittance of UV radiation. However, an important share of the UV burden to the eye is explained by back reflection of radiation from lenses to the eye. UV radiation incident from an angle of 135°-150° behind a lens wearer is reflected from the back side of lenses. The usual antireflective coatings considerably increase reflection of UV radiation. To provide reliable labeling of the protective potential of lenses, an eye-sun protection factor (E-SPF®) has been developed. It integrates UV transmission as well as UV reflectance of lenses. The E-SPF® compares well with established skin-sun protection factors and provides clear messages to eye health care providers and to lay consumers. © 2014 Behar-Cohen et al, This work is published by Dove Medical Press Ltd.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

In this paper, we examine the injunction issued by the prominent politician, broadcaster and older people's advocate, Baroness Joan Bakewell, to engage in ‘death talk’. We see positive ethical potential in this injunction, insofar as it serves as a call to confront more directly the prospects of death and dying, thereby releasing creative energies with which to change our outlook on life and ageing more generally. However, when set against a culture that valorises choice, independence and control, the positive ethical potential of such injunctions is invariably thwarted. We illustrate this with reference to one of Bakewell's interventions in a debate on scientific innovation and population ageing. In examining the context of her intervention, we affirm her intuition about its positive ethical potential, but we also point to an ambivalence that accompanies the formulation of the injunction – one that ultimately blunts the force and significance of her intuition. We suggest that Gilleard and Higgs' idea of the third age/fourth age dialectic, combined with the psycho-analytic concepts of fantasy and mourning, allow us to express this intuition better. In particular, we argue that the expression ‘loss talk’ (rather than ‘death talk’) better captures the ethical negotiations that should ultimately underpin the transformation processes associated with ageing, and that our theoretical contextualisation of her remarks can help us see this more clearly. In this view, deteriorations in our physical and mental capacities are best understood as involving changes in how we see ourselves, i.e. in our identifications, and so what is at stake are losses of identity and the conditions under which we can engage in new processes of identification.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Background: The aim of this study was to describe bilateral visual outcomes and the effect of incomplete follow-up after 3 years of ranibizumab therapy for neovascular age-related macular degeneration. Secondarily, the demands on service provision over a 3-year period were described. Methods: Data on visual acuity, hospital visits, and injections were collected over 36 months on consecutive patients commencing treatment over a 9-month period. Visual outcome was determined for 1) all patients, using last observation carried forward for missed visits due to early discontinuation and 2) only those patients completing full 36-month follow-up. Results: Over 3 years, 120 patients cumulatively attended hospital for 1,823 noninjection visits and 1,365 injection visits. A visual acuity loss of <15 letters (L) was experienced by 78.2% of patients. For all patients (n=120), there was a mean loss of 1.68 L using last observation carried forward for missing values. Excluding five patients who died and 30 who discontinued follow-up, mean gain was 1.47 L. In bilateral cases, final acuity was on average 9 L better in second eyes compared to first eyes. Also, 91% of better-seeing eyes continued to be the better-seeing eye. Conclusion: We have demonstrated our approach to describing the long-term service provision and visual outcomes of ranibizumab therapy for neovascular age-related macular degeneration in a consecutive cohort of patients. Although there was a heavy burden with very frequent injections and clinic visits, patients can expect a good level of visual stability and a very high chance of maintaining their better-seeing eye for up to 3 years. © 2014 Chavan et al. This work is published by Dove Medical Press Limited.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Vado, ma dove? W.A. Mozart (1756-1791) Auf dem Strom Franz Schubert (1797-1828) Canciones clásicas españolas Fernando Obradors (1897-1945) Del cabello más sutil La mi sola, Laureola Al amor INTERMISSION Quatre Poémes Hindous Maurice Delage (1879-1961) I. Madras II. Lahore III. Benares IV. Jeypur Wild Swans Ricky Ian Gordon (b. 1956) The Red Dress Once I Was