999 resultados para Lubrificação com Fluido Compressível
Resumo:
Si vuole dimostrare la fattibilità di realizzazione di una serie di misuratori di portata fluidi da applicare principalmente per le misure di portata dei fluidi di un motore in prova al banco. Queste portate di interesse riguardano: liquido di raffreddamento, tipicamente acqua a una temperatura prossima ai 100°C, olio lubrificante, tipicamente ad una temperatura di 150°C, aria di aspirazione, BlowBy, aria che filtra dalle fasce elastiche e dalla camera di combustione passa in coppa e quindi presenta goccioline e vapori d'olio, e possibilmente EGR. La prima fase consiste nel valutare ciò che offre il mercato per rendersi conto di quali sono i livelli di prestazione di misura dei sensori commerciali e il loro prezzo. Dunque, oltre alla consultazione di datasheet, segue una richiesta di preventivi ai fornitori di tali prodotti. Conclusa la fasce di analisi di mercato sopra descritta si avvia la fase di design del misuratore. Dopo l'analisi il principio di misura ottimale risulta quello ultrasonico. In particolare è opportuno effettuare una prima distinzione fra misuratori per liquidi e per gas, i quali naturalmente presenteranno differenze geometriche sia per la compatibilità con l'impianto nel quale verranno montati sia per le caratteristiche del fluido di cui interessa la misura. Disegnata a CAD la geometria i due tubi vengono stampati in 3D, dopodichè vengono montati i trasduttori per la generazione e la ricezione degli ultrasuoni. Si effettuano le prove di laboratorio, per liquidi e poi per gas, nel primo caso misurando la portata acqua messa in circolo da una pompa, nel secondo caso misurando la portata aria di un Ducati al banco motori. I dati acquisiti da varie prove vengono poi elaborati tramite Matlab, e si ricavano conclusioni in termini di rumore, accuratezza, ripetibilità ed infine di conferma che è fattibile realizzarli ad un costo contenuto ma che per riuscirci è necessario molto più sviluppo e ottimizzazione.
Resumo:
Questa tesi si focalizza sullo studio dei modelli fisico-matematici attualmente in uso per la simulazione di fluidi al calcolatore con l’obiettivo di fornire nozioni di base e avanzate sull’utilizzo di tali metodi. La trattazione ha lo scopo di facilitare la comprensione dei principi su cui si fonda la simulazione di fluidi e rappresenta una base per la creazione di un proprio simulatore. E’ possibile studiare le caratteristiche di un fluido in movimento mediante due approcci diversi, l’approccio lagrangiano e l’approccio euleriano. Mentre l’approccio lagrangiano ha lo scopo di conoscere il valore, nel tempo, di una qualsiasi proprietà di ciascuna particella che compone il fluido, l’approccio euleriano, fissato uno o più punti del volume di spazio occupato da quest’ultimo, vuole studiare quello che accade, nel tempo, in quei punti. In particolare, questa tesi approfondisce lo studio delle equazioni di Navier-Stokes, approcciandosi al problema in maniera euleriana. La soluzione numerica del sistema di equazioni differenziali alle derivate parziali derivante dalle equazioni sopracitate, approssima la velocità del fluido, a partire dalla quale è possibile risalire a tutte le grandezze che lo caratterizzano. Attenzione viene riservata anche ad un modello facente parte dell’approccio semi-lagrangiano, il Lattice Boltzmann, considerato una via di mezzo tra i metodi puramente euleriani e quelli lagrangiani, che si basa sulla soluzione dell’equazione di Boltzmann mediante modelli di collisione di particelle. Infine, analogamente al metodo di Lattice Boltzmann, viene trattato il metodo Smoothed Particles Hydrodynamics, tipicamente lagrangiano, secondo il quale solo le proprietà delle particelle comprese dentro il raggio di una funzione kernel, centrata nella particella di interesse, influenzano il valore della particella stessa. Un resoconto pratico della teoria trattata viene dato mediante delle simulazioni realizzate tramite il software Blender 2.76b.
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Il calore contenuto in profondità negli ammassi rocciosi può essere estratto attraverso un sistema geotermico che prevede l’inserimento di tubazioni in corrispondenza del rivestimento del tunnel, all'interno del quale circola un fluido termovettore che assorbe calore dalle pareti circostanti. Il caso di studio analizzato è la Galleria di Mules, un tunnel scavato in metodo tradizionale all'interno del Granito di Bressanone, che funge come unica finestra di accesso sul lato italiano alla Galleria di Base del Brennero (BBT). Essa si sviluppa in direzione ovest-est per una lunghezza pari circa a 1780 m. In fase di esercizio. Attraverso una caratterizzazione geologica e idrogeologica dell’area di interesse, prove di laboratorio su campioni e rilevazioni delle temperature all’interno della galleria, è stato possibile delineare un quadro geotermico dell’area di interesse. I dati raccolti hanno permesso di ricavare un modello 3D delle temperature dell’area e, attraverso un’apposita procedura di calcolo, quantificare il potenziale energetico estraibile dal tratto di galleria considerato. Sulla base dei risultati ottenuti, è stato realizzato uno schema dettagliato della disposizione del circuito sorgente, adattato sul progetto definitivo del rivestimento interno alla Galleria di Mules. In assenza di potenziali utenze termiche nelle vicinanze del portale di accesso, si è ipotizzato di destinare la risorsa geotermica ad una pavimentazione stradale dotata di sistema snow and ice melting. La pavimentazione permetterà il collegamento fra la strada SS12 e l’imbocco del tunnel. E’ stata effettuata una stima dei costi di investimento dell’intero sistema a pompa di calore e, sulla base del fabbisogno energetico dell’utenza considerata, sono stati valutati i costi di esercizio, confrontandoli con altre possibili soluzioni. Lo studio ha dimostrato la fattibilità tecnico-economica di soluzioni di questo tipo e si pone come primo passo per approfondimenti futuri.
Resumo:
Es posible condensar la interpretación del pasado prehispánico construido durante más de la mitad del siglo XX -y que sirvió como base para la construcción científica posterior-, en una fuerte correspondencia entre identidad étnica y cultura material. La etnicidad se manifestaba en un conjunto de ítems materiales dejados por una unidad social altamente homogénea, donde estas características funcionaban a modo de marcadores de diferencias. Sin embargo, el análisis –en este caso estilístico- del registro alfarero de momentos Tardíos e Inka del Noroeste Argentino nos da cuenta de un proceso significativamente más complejo, donde la práctica identitaria se manifiesta como un proceso dinámico, fluido y contingente. La combinación y recombinación en una misma pieza de elementos del diseño asociados tradicionalmente con manifestaciones estilísticas definidas (Belén, Santa María, Famabalasto), parece ser la norma más que la excepción en las representaciones tardías. Proponemos entonces, reevaluar la construcción de identidades tomando como eje estructurador el papel de la práctica social.
Resumo:
En el siguiente artículo trataremos de analizar algunas de las estrategias de intervención política y cultural a través del uso y apropiación de las tecnologías de la información y la comunicación y las prácticas que contribuyen a reorganizar las relaciones de poder en organizaciones indígenas en el territorio argentino. Partimos del supuesto que en la última década distintos Pueblos indígenas en la República Argentina han irrumpido en diferentes espacios políticos organizativos en donde el uso y apropiación de las TIC ha cumplido un rol preponderante en dicho proceso, favoreciendo el empoderamiento de las organizaciones antes mencionadas. Por ello, reconocemos que el acceso a Internet y las tecnologías digitales en general ha permitido a las organizaciones indígenas difundir propuestas, visibilizar sus problemáticas históricas y/o establecer relaciones más directas ya sea con actores indígenas como no indígena. Como señala Doueihi (2010) opera un desplazamiento de la esfera pública tal como la conocemos, a un conjunto fluido de esferas públicas que se superponen. Sin embargo, consideramos que las tecnologías por sí mismas no generan transformaciones políticas, culturales y/o sociales, sino que es a través de las prácticas sociales en que estén insertas y los usos y apropiaciones que hagan de las mismas, que permitirán reorganizar las relaciones de poder o generar transformaciones sociales. En este sentido, cabe mencionar que las distintas estrategias de intervención política, cultural y organizativa que despliegan las organizaciones que analizamos, mantienen un correlato tanto en el territorio como en las producciones comunicacionales que desarrollan en las páginas web, radios, producciones audiovisuales etc. Es por ello, consideramos a estos grupos sociales como organizaciones indígenas de base que desarrollan acciones en torno a sus agendas políticas, sus producciones comunicacionales y sus identidades colectivas
Resumo:
Las funciones universitarias incluyen docencia, investigación y extensión. Integrando ellas, decidimos difundir conocimientos científicos impartidos y generados por la UBA a alumnos de 4º grado de una escuela primaria porteña. De esta forma, surgió esta experiencia innovadora perteneciente a la serie "De la Universidad a la Escuela". Objetivos: Estimular el interés de los niños por el cuidado de la salud, la Medicina y disciplinas afines. Propiciar la apertura a la investigación científica. Contenidos: Microorganismos comunes en infecciones infantiles, su identificación microscópica, toma de muestras y cultivo en medios apropiados. Normas de cuidado de la salud y conocimientos acerca de la existencia e investigación de distintos productos antimicrobianos en relación con el tratamiento y prevención de infecciones. Desarrollo: Se realizaron clases teóricas y prácticas en el laboratorio de la escuela. Se seleccionó un conjunto de técnicas, enfoques y procedimientos usados habitualmente por investigadores y profesionales de la salud. Se reprodujeron los pasos técnicos fundamentales que condujeron al equipo al que pertenece la investigadora al hallazgo de actividad antimicrobiana en plantas autóctonas argentinas. Para todo esto, se realizó una adecuación al nivel educativo de los destinatarios. Aportes: La experiencia extiende socialmente la labor universitaria, promueve el contacto fluido entre distintos niveles educativos, enriquece la curricula de enseñanza primaria en relación con disciplinas afines a la Medicina y educa para la salud, en consonancia con las recomendaciones de la OMS.
Resumo:
Ante la solicitud del Departamento de Español de la Universidad de Leiden, el Area de Español de la Escuela de Lenguas organizó e implementó dos cursos intensivos ?nivel intermedio y nivel avanzadode sesenta horas de español durante el mes de junio y julio de 2011. En este trabajo, presentamos la propuesta llevada a cabo exitosamente por un grupo de profesoras seleccionadas especialmente para realizar esta tarea. Así, se describen, entre otros aspectos, el criterio de selección de los contenidos gramaticales y culturales más relevantes, el proceso de elaboración de los cuadernillos de actividades, el modo en que se encaró la coordinación de las tareas y el monitoreo del funcionamiento de los cursos con la implementación de un sistema de comunicación fluido entre las responsables de llevar a cabo la propuesta. Finalmente, se comentan los resultados obtenidos y las posibilidades concretas de contar con la continuidad de los cursos en los próximos años
Resumo:
La presente ponencia es producto de mi proyecto de tesis que se encuentra en pleno proceso de construcción. La educación posee una forma de organización tradicional que es la escuela. Y la escuela, como organización, regula formalmente las relaciones entre los diferentes actores que en su contexto interactúan, pero simultáneamente existen canales informales de comunicación que rara vez son descriptos pero si, asiduamente, utilizados por los sujetos escolares. Intuyo que las relaciones sociales se fundan en la comunicación - concebida como multidimensional - y que la educación como institución social que atraviesa el territorio de la organización escolar otorga un formato singular a los procesos comunicativos entre los actores escolares, quienes imprimen en sus cuerpos las señas de la cultura organizacional y las señas de su propia cultura. Esta investigación versa sobre la dimensión comunicativa del cuerpo en el contexto organizacional del Colegio de Educación Polimodal Nº 6, de la ciudad de Presidencia Roque Sáenz Peña, provincia del Chaco. La propuesta es la de explorar las dimensiones de la comunicación corporal, develando la perspectiva oculta que se vislumbra en el cruce de las nociones de cuerpo, comunicación y organización. En este caso se emplea el termino "Comunicación corporal" para que el cuerpo recupere el protagonismo en la interacción social y supere el segundo plano que le asigna el termino comunicación no verbal que tiene amplia difusión en la literatura académica. La comunicación no verbal(1) describe todos los acontecimientos de la comunicación humana que trascienden las palabras dichas o escritas pero que pueden interpretarse desde el lenguaje (Knapp, 1980:41). El cuerpo en tanto construcción social es permanentemente resignificado y es portador de un poderoso potencial comunicativo. Comunicación corporal que debe ser interpretada en un contexto determinado para poder develar los significados asignados y compartidos por un colectivo social. Las organizaciones son construcciones sociales formadas por sujetos que contribuyen entre si y cuya configuración pretende responder a necesidades que emergen en una determinada coyuntura histórica persiguiendo el logro de objetivos en común. Puede considerarse a la escuela como un espacio de cruce de culturas, este vivo, fluido y complejo cruce se produce entre las propuestas de la cultura pública, las determinaciones de la cultura académica, los influjos de la cultura social, las presiones cotidianas de la cultura escolar y las características de la cultura juvenil de los alumnos. En este escenario de tensiones esta involucrada la Educación Física ocupando posiciones que varían de una realidad escolar a otra.
Resumo:
En este artículo, que es parte de una investigación mayor dedicada al estudio del desarrollo eléctrico de la provincia de Córdoba entre 1958 y 1966(1), se analiza el papel jugado por el cooperativismo en el proceso de electrificación y los resultados de la política estatal de fomento de ese tipo de instituciones. La encargada de implementar esa política, por expresa delegación del Estado local, fue la Empresa Provincial de Energía de Córdoba (EPEC); es por ello que la misma, ocupa un lugar destacado en la instalación y desarrollo de estas entidades. En las fuentes consultadas, especialmente las memorias y balances de la organización pública, anteriormente nombrada, hemos encontrado información detallada sobre la ayuda financiera y los préstamos de equipos realizados a las cooperativas, tendientes a favorecer la expansión del servicio a las zonas rurales adyacentes a las localidades en las que estaban radicadas; como así también respecto del desarrollo de la infraestructura eléctrica provincial a través de la cual, las asociaciones distribuirían el fluido.
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En este artículo, que es parte de una investigación mayor dedicada al estudio del desarrollo eléctrico de la provincia de Córdoba entre 1958 y 1966(1), se analiza el papel jugado por el cooperativismo en el proceso de electrificación y los resultados de la política estatal de fomento de ese tipo de instituciones. La encargada de implementar esa política, por expresa delegación del Estado local, fue la Empresa Provincial de Energía de Córdoba (EPEC); es por ello que la misma, ocupa un lugar destacado en la instalación y desarrollo de estas entidades. En las fuentes consultadas, especialmente las memorias y balances de la organización pública, anteriormente nombrada, hemos encontrado información detallada sobre la ayuda financiera y los préstamos de equipos realizados a las cooperativas, tendientes a favorecer la expansión del servicio a las zonas rurales adyacentes a las localidades en las que estaban radicadas; como así también respecto del desarrollo de la infraestructura eléctrica provincial a través de la cual, las asociaciones distribuirían el fluido.
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En el siguiente artículo trataremos de analizar algunas de las estrategias de intervención política y cultural a través del uso y apropiación de las tecnologías de la información y la comunicación y las prácticas que contribuyen a reorganizar las relaciones de poder en organizaciones indígenas en el territorio argentino. Partimos del supuesto que en la última década distintos Pueblos indígenas en la República Argentina han irrumpido en diferentes espacios políticos organizativos en donde el uso y apropiación de las TIC ha cumplido un rol preponderante en dicho proceso, favoreciendo el empoderamiento de las organizaciones antes mencionadas. Por ello, reconocemos que el acceso a Internet y las tecnologías digitales en general ha permitido a las organizaciones indígenas difundir propuestas, visibilizar sus problemáticas históricas y/o establecer relaciones más directas ya sea con actores indígenas como no indígena. Como señala Doueihi (2010) opera un desplazamiento de la esfera pública tal como la conocemos, a un conjunto fluido de esferas públicas que se superponen. Sin embargo, consideramos que las tecnologías por sí mismas no generan transformaciones políticas, culturales y/o sociales, sino que es a través de las prácticas sociales en que estén insertas y los usos y apropiaciones que hagan de las mismas, que permitirán reorganizar las relaciones de poder o generar transformaciones sociales. En este sentido, cabe mencionar que las distintas estrategias de intervención política, cultural y organizativa que despliegan las organizaciones que analizamos, mantienen un correlato tanto en el territorio como en las producciones comunicacionales que desarrollan en las páginas web, radios, producciones audiovisuales etc. Es por ello, consideramos a estos grupos sociales como organizaciones indígenas de base que desarrollan acciones en torno a sus agendas políticas, sus producciones comunicacionales y sus identidades colectivas
Resumo:
Las funciones universitarias incluyen docencia, investigación y extensión. Integrando ellas, decidimos difundir conocimientos científicos impartidos y generados por la UBA a alumnos de 4º grado de una escuela primaria porteña. De esta forma, surgió esta experiencia innovadora perteneciente a la serie "De la Universidad a la Escuela". Objetivos: Estimular el interés de los niños por el cuidado de la salud, la Medicina y disciplinas afines. Propiciar la apertura a la investigación científica. Contenidos: Microorganismos comunes en infecciones infantiles, su identificación microscópica, toma de muestras y cultivo en medios apropiados. Normas de cuidado de la salud y conocimientos acerca de la existencia e investigación de distintos productos antimicrobianos en relación con el tratamiento y prevención de infecciones. Desarrollo: Se realizaron clases teóricas y prácticas en el laboratorio de la escuela. Se seleccionó un conjunto de técnicas, enfoques y procedimientos usados habitualmente por investigadores y profesionales de la salud. Se reprodujeron los pasos técnicos fundamentales que condujeron al equipo al que pertenece la investigadora al hallazgo de actividad antimicrobiana en plantas autóctonas argentinas. Para todo esto, se realizó una adecuación al nivel educativo de los destinatarios. Aportes: La experiencia extiende socialmente la labor universitaria, promueve el contacto fluido entre distintos niveles educativos, enriquece la curricula de enseñanza primaria en relación con disciplinas afines a la Medicina y educa para la salud, en consonancia con las recomendaciones de la OMS.
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Ante la solicitud del Departamento de Español de la Universidad de Leiden, el Area de Español de la Escuela de Lenguas organizó e implementó dos cursos intensivos ?nivel intermedio y nivel avanzadode sesenta horas de español durante el mes de junio y julio de 2011. En este trabajo, presentamos la propuesta llevada a cabo exitosamente por un grupo de profesoras seleccionadas especialmente para realizar esta tarea. Así, se describen, entre otros aspectos, el criterio de selección de los contenidos gramaticales y culturales más relevantes, el proceso de elaboración de los cuadernillos de actividades, el modo en que se encaró la coordinación de las tareas y el monitoreo del funcionamiento de los cursos con la implementación de un sistema de comunicación fluido entre las responsables de llevar a cabo la propuesta. Finalmente, se comentan los resultados obtenidos y las posibilidades concretas de contar con la continuidad de los cursos en los próximos años
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La presente ponencia es producto de mi proyecto de tesis que se encuentra en pleno proceso de construcción. La educación posee una forma de organización tradicional que es la escuela. Y la escuela, como organización, regula formalmente las relaciones entre los diferentes actores que en su contexto interactúan, pero simultáneamente existen canales informales de comunicación que rara vez son descriptos pero si, asiduamente, utilizados por los sujetos escolares. Intuyo que las relaciones sociales se fundan en la comunicación - concebida como multidimensional - y que la educación como institución social que atraviesa el territorio de la organización escolar otorga un formato singular a los procesos comunicativos entre los actores escolares, quienes imprimen en sus cuerpos las señas de la cultura organizacional y las señas de su propia cultura. Esta investigación versa sobre la dimensión comunicativa del cuerpo en el contexto organizacional del Colegio de Educación Polimodal Nº 6, de la ciudad de Presidencia Roque Sáenz Peña, provincia del Chaco. La propuesta es la de explorar las dimensiones de la comunicación corporal, develando la perspectiva oculta que se vislumbra en el cruce de las nociones de cuerpo, comunicación y organización. En este caso se emplea el termino "Comunicación corporal" para que el cuerpo recupere el protagonismo en la interacción social y supere el segundo plano que le asigna el termino comunicación no verbal que tiene amplia difusión en la literatura académica. La comunicación no verbal(1) describe todos los acontecimientos de la comunicación humana que trascienden las palabras dichas o escritas pero que pueden interpretarse desde el lenguaje (Knapp, 1980:41). El cuerpo en tanto construcción social es permanentemente resignificado y es portador de un poderoso potencial comunicativo. Comunicación corporal que debe ser interpretada en un contexto determinado para poder develar los significados asignados y compartidos por un colectivo social. Las organizaciones son construcciones sociales formadas por sujetos que contribuyen entre si y cuya configuración pretende responder a necesidades que emergen en una determinada coyuntura histórica persiguiendo el logro de objetivos en común. Puede considerarse a la escuela como un espacio de cruce de culturas, este vivo, fluido y complejo cruce se produce entre las propuestas de la cultura pública, las determinaciones de la cultura académica, los influjos de la cultura social, las presiones cotidianas de la cultura escolar y las características de la cultura juvenil de los alumnos. En este escenario de tensiones esta involucrada la Educación Física ocupando posiciones que varían de una realidad escolar a otra.
Resumo:
Las funciones universitarias incluyen docencia, investigación y extensión. Integrando ellas, decidimos difundir conocimientos científicos impartidos y generados por la UBA a alumnos de 4º grado de una escuela primaria porteña. De esta forma, surgió esta experiencia innovadora perteneciente a la serie "De la Universidad a la Escuela". Objetivos: Estimular el interés de los niños por el cuidado de la salud, la Medicina y disciplinas afines. Propiciar la apertura a la investigación científica. Contenidos: Microorganismos comunes en infecciones infantiles, su identificación microscópica, toma de muestras y cultivo en medios apropiados. Normas de cuidado de la salud y conocimientos acerca de la existencia e investigación de distintos productos antimicrobianos en relación con el tratamiento y prevención de infecciones. Desarrollo: Se realizaron clases teóricas y prácticas en el laboratorio de la escuela. Se seleccionó un conjunto de técnicas, enfoques y procedimientos usados habitualmente por investigadores y profesionales de la salud. Se reprodujeron los pasos técnicos fundamentales que condujeron al equipo al que pertenece la investigadora al hallazgo de actividad antimicrobiana en plantas autóctonas argentinas. Para todo esto, se realizó una adecuación al nivel educativo de los destinatarios. Aportes: La experiencia extiende socialmente la labor universitaria, promueve el contacto fluido entre distintos niveles educativos, enriquece la curricula de enseñanza primaria en relación con disciplinas afines a la Medicina y educa para la salud, en consonancia con las recomendaciones de la OMS.