971 resultados para Agro-pastoral eco-tone


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Questo lavoro si è occupato della ricerca e progettazione di un'antenna UWB per la realizzazione di un tag RFID e si colloca all'interno del progetto GRETA (GREen TAgs), finanziato dal MIUR. Le principali caratteristiche richieste al green tag sono: dimensioni complessive di massimo 4-5 cm, assenza di batterie e compatibilità con l'ambiente. L'eco-compatibilità viene garantita tramite la realizzazione dell'antenna al di sopra di un substrato di carta; i limiti derivanti dall'assenza di batterie vengono invece sopperiti tramite realizzazione di energy harvesting, al fine di raggiungere una completa autonomia energetica. Viene sfruttata la tecnica UWB per la comunicazione nella banda (3.1-4.8 GHz); l'energy harvesting si effettua invece a 868 MHz. Sono infine stati ricavati alcuni primi risultati relativi alla potenza rettificabile con la soluzione proposta, tramite realizzazione di un opportuno circuito rettificatore.

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Eco-labels and certification are one of the many environmental policy tools that have been under scrutiny in recent years. This is because the damages of environmental degradation are becoming more apparent over time. Hence there is a pressure to come up with tools that help solve even small parts of the problem. Eco-labels have been around for over 30 years. However the market, the environment and eco-labels have changed drastically during this period. Moreover, in the last 5 years there has been a sudden increase in eco-labels making them more visible in the market and to the average consumer. All this has made evident that little is known about the effectiveness of eco-labels as environmental policy tools. Hence, there is a call to find answers regarding the actual effects of eco-labels on the market and on the environment. While this work cannot address whether eco-labels have an environmental impact it addresses the effects of eco-labels on the markets. Moreover, this work aimed to find the role of law in eco-labelling. In addition, it aims to find a legal solution that would improve the performance of eco-labelling and certification.

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Ottimizzazione della filiera agro-energetica per la valorizzazione degli scarti da potatura. Un esempio nella provincia di trapani

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Characteristics of modern food demand force retailers to acquire more information about product process along the food supply chain to ensure that product are in accordance with consumer preference. Therefore, the product process involves more information flows between buyer and supplier which requires collaborative efforts. These changes translate into several studies on the inter-organizational relationship in agri-food systems. Studies on inter-organizational relationships have been conducted in various academic disciplines, including sociology, psychology, law, economics, marketing, management, and combination of these. Inter-organizational relationships is an interaction between organizations which involved firms horizontally, as well as, vertically. In this study we deal with vertical, buyer-seller relationship which are sometimes referred to chain relationships. We define vertical business relationship in the agriculture-food based sector as “agri-food chain relationships”. The focus is on sustainable inter-organizational relationships in a way that they can be scientifically investigated. We study characteristics which ensure that a relationship is long-lasting and rewarding for all involved parties in the sardinian dairy. We test the theoretical model using structural equation modeling. The results suggest that the most important determinant for the relationships is technology and the price isn’t significant for the relationship governance.

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Soil is a critically important component of the earth’s biosphere. Developing agricultural production systems able to conserve soil quality is essential to guarantee the current and future capacity of soil to provide goods and services. This study investigates the potential of microbial and biochemical parameters to be used as early and sensitive soil quality indicators. Their ability to differentiate plots under contrasting fertilization regimes is evaluated based also on their sensitivity to seasonal fluctuations of environmental conditions and on their relationship with soil chemical parameters. Further, the study addresses some of the critical methodological aspects of microplate-based fluorimetric enzyme assays, in order to optimize assay conditions and evaluate their suitability to be used as a toll to asses soil quality. The study was based on a long-term field experiment established in 1966 in the Po valley (Italy). The soil was cropped with maize (Z. mays L.) and winter wheat (T. aestivum L.) and received no organic fertilization, crop residue or manure, in combination with increasing levels of mineral N fertilizer. The soil microbiota responded to manure amendment increasing it biomass and activity and changing its community composition. Crop residue effect was much more limited. Mineral N fertilization stimulated crop residue mineralization, shifted microbial community composition and influenced N and P cycling enzyme activities. Seasonal fluctuations of environmental factors affected the soil microbiota. However microbial and biochemical parameters seasonality did not hamper the identification of fertilization-induced effects. Soil microbial community abundance, function and composition appeared to be strongly related to soil organic matter content and composition, confirming the close link existing between these soil quality indicators. Microplate-based fluorimetric enzyme assays showed potential to be used as fast and throughput toll to asses soil quality, but required proper optimization of the assay conditions for a precise estimation of enzymes maximum potential activity.

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Obiettivi: L’obiettivo dello studio è stato quello di valutare l’utilizzo del cerchiaggio cervicale, in relazione alle diverse indicazioni per cui è stato eseguito, presso la Clinica Ostetrica e Ginecologica del Policlinico Universitario Sant’Orsola-Malpighi di Bologna, tra Gennaio 2001 e Dicembre 2013. Outcome secondario e’ stato quello di paragonare i risultati ottenuti con le più recenti evidenze scientifiche per valutare come esse abbiano influenzato l’utilizzo del cerchiaggio nel nostro centro. Materiali e metodi: valutazione osservazionale di tutte le pazienti sottoposte a cerchiaggio cervicale presso il nostro centro. La popolazione di studio e’ stata suddivisa in 5 gruppi in relazione all’indicazione per cui il cerchiaggio e’ stato eseguito: cerchiaggio elettivo (I), eco indicato (II), d’emergenza (III), in gravidanze gemellari (IV) e in gravidanze trigemine (V). Di tutte le pazienti e’ stato valutato l’outcome della gravidanza (epoca gestazionale al parto, peso neonatale, Apgar score) e l’appropriatezza dell’indicazione al cerchiaggio. Risultati: nel corso dei 13 anni in studio sono stati eseguiti 191 cerchiaggi: 109 nel I gruppo, 24 nel II, 39 nel III, 13 e 6 rispettivamente nel IV e V gruppo. In un caso il cerchiaggio e’ stato eseguito per via laparoscopica prima dell’insorgenza della gravidanza. La distribuzione dei diversi tipi di cerchiaggio e’ cambiata: dal 2007 non vengono seguiti cerchiaggi in gravidanze multiple, sono diminuiti quelli elettivi e sono aumentati i cerchiaggi d’emergenza pur essendo i casi con morbilità materna maggiore: in una paziente si e’ verificato un aborto settico con shock settico materno e si e’ reso necessario un intervento di isterectomia. Conclusioni: l'applicazioni di indicazioni piu' selettive all’esecuzione del cerchiaggio hanno determinato una forte riduzione dell’utilizzo da tale procedura. L'aumento dell'utilizzo del cerchiaggio d’emergenza e' legato al fatto che rappresenta l’ultima chance per convertire un aborto inevitabile in un parto di neonato vivo in casi estremi.

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Considerando l'elevato grado di inquinamento del pianeta e la forte dipendenza delle attività antropiche dai combustibili fossili, stanno avendo notevole sviluppo e incentivazione gli impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. In particolare, la digestione anaerobica è in grande diffusione in Italia. Lo studio in oggetto si prefigge l'obiettivo di determinare, mediante analisi di Life Cycle Assessment (LCA), i carichi ambientali di un impianto di digestione anaerobica, e della sua filiera, per valutarne l'effettiva ecosostenibilità. L'analisi considera anche gli impatti evitati grazie all'immissione in rete dell'energia elettrica prodotta e all'utilizzo del digestato in sostituzione dell'urea. Lo studio analizza sei categorie d'impatto: Global warming potential (GWP), Abiotic depletion potential (ADP), Acidification potential (AP), Eutrophication potential (EP), Ozone layer depletion potential (ODP) e Photochemical oxidant formation potential (POFP). I valori assoluti degli impatti sono stati oggetto anche di normalizzazione per stabilire la loro magnitudo. Inoltre, è stata effettuata un'analisi di sensitività per investigare le variazioni degli impatti ambientali in base alla sostituzione di differenti tecnologie per la produzione di energia elettrica: mix elettrico italiano, carbone e idroelettrico. Infine, sono stati analizzati due scenari alternativi all'impianto in esame che ipotizzano la sua conversione ad impianto per l'upgrading del biogas a biometano. I risultati mostrano, per lo scenario di riferimento (produzione di biogas), un guadagno, in termini ambientali, per il GWP, l'ADP e il POFP a causa dei notevoli impatti causati dalla produzione di energia elettrica da mix italiano che la filiera esaminata va a sostituire. I risultati evidenziano anche quanto gli impatti ambientali varino in base alla tipologia di alimentazione del digestore anaerobica: colture dedicate o biomasse di scarto. I due scenari alternativi, invece, mostrano un aumento degli impatti, rispetto allo scenario di riferimento, causati soprattutto dagli ulteriori consumi energetici di cui necessitano sia i processi di purificazione del biogas in biometano sia i processi legati alla digestione anaerobica che, nel caso dello scenario di riferimento, sono autoalimentati. L'eventuale conversione dell'attuale funzione dell'impianto deve essere fatta tenendo anche in considerazione i benefici funzionali ed economici apportati dalla produzione del biometano rispetto a quella del biogas.

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Il cancro colorettale (CRC) rimane la prima causa di morte nei paesi occidentali.Dal 15% al 25% dei pazienti affetti da CRC presenta metastasi epatiche sincrone (CRLM) al momento della diagnosi.La resezione epatica radicale rimane l’unica terapia potenzialmente curativa in presenza di CRLM con una sopravvivenza a 5 anni compresa tra il 17% ed il 35% ed a 10 anni tra il 16% e il 23% rispettivamente. La tempistica ottimale per la resezione chirurgica in caso di presentazione sincrona di CRC è controversa.Questo studio intende dimostrare che le resezioni epatiche ecoguidate radicali ma conservative simultanee ad una resezione colorettale rappresentano una tecnica sicura ed efficace nei pazienti con CRC avanzato. 48 pazienti sono stati sottoposti ad una resezione simultanea colorettale ed epatica. L’età media +SD (range) era di 64,2+9,7 (38-84).Un solo paziente è deceduto entro 30 giorni. La mortalità post operatoria è stata complessivamente del 2,1%. Nove pazienti (18,8%) hanno sviluppato una o più complicanza ,4 (8,3%) di grado III-IV sec. Clavien-Dindo e 5 (10,4%) di grado I-II. La durata complessiva dell’intervento chirurgico simultaneo è stata di 486,6+144,0 (153-804) minuti.Questo studio conferma che le resezioni colorettali ed epatiche simultanee possono essere eseguite senza un significativo aumento della morbilità e mortalità perioperatorie, anche in pazienti sottoposti ad una resezione anteriore ultrabassa ed in quelli in cui sia indicato il clampaggio intermittente dell’ilo epatico. L’IOUS è efficace nel ridurre l’estensione della resezione epatica in pazienti sia con CRLM anche multiple e bilobari .Poichè le complicanze maggiori sono frequenti dopo resezioni epatiche maggiori simultanee, riducendo l’estensione della resezione del parenchima epatico si può avere un impatto favorevole sul decorso post operatorio.Le resezioni epatiche ecoguidate radicali ma conservative simultanee ad una resezione colorettale sono una tecnica sicura ed efficace in pazienti con carcinoma colorettale avanzato e andrebbero considerate l’opzione primaria in casi selezionati

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Il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici ci portano ad adottare atteggiamenti molto più rispettosi nei confronti dell'ambiente facendo un punto fermo della salvaguardia delle risorse naturali. In ambito di dialisi, tuttavia, il consumo idrico sembra ampiamente ignorato dalle questioni relative ai rifiuti medici creati da un'unica apparecchiatura. Se stimiamo una popolazione che riceve cure dialitiche di circa 2 milioni di pazienti in tutto il mondo, allora un "servizio di dialisi mondiale" avrebbe utilizzato circa 156 miliardi di litri di acqua. L’obiettivo di questo elaborato è fornire informazioni riguardo alle ultime tecniche in ambito di emodialisi per la progettazione di un sistema di eco-dialisi finalizzato alla riduzione del consumo idrico associato alla terapia.

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I sistemi software nati dall'esigenza di supportare agevolmente ed efficacemente il lavoro cooperativo, in particolare quelli orientati al supporto di azioni di soccorso in scenari di emergenza, appaiono tutt'ora fortemente limitati e frammentati. In molti casi vengono affrontate solamente specifiche dimensioni del problema complessivo, anche se il livello al quale è giunto lo sviluppo tecnologico e i risultati osservati in ambito di ricerca permettono di delineare soluzioni complete e significative per l'impiego in ambiti reali. Tale tipologia di sistemi è stata scelta per il grande interesse che desta sia dal punto di vista accademico, essendo costituita da molteplici sotto--sistemi spesso eterogenei che debbono necessariamente interagire e supportare l'azione umana, sia dal punto di vista industriale, interpretando la necessità crescente di iniettare nel maggior numero possibile di livelli sociali la forte dipendenza (il supporto allo stesso tempo) dalle scienze tecnologiche ed informatiche, per rafforzare e talvolta estendere le possibilità dell'essere umano in quanto tale. Dopo una prima fase in cui verrà delineato un quadro concettuale piuttosto dettagliato circa i principali elementi e problematiche che caratterizzano la classe di sistemi considerati, sarà dato spazio alla validazione di tali principi e considerazioni emerse, confrontandosi con la progettazione e sviluppo in forma prototipale di un sotto--sistema relativo ad un caso di studio reale, significativo per l'ambito di applicazione, nato dalla collaborazione con l'Università degli Studi di Bologna di un'azienda della regione Emilia--Romagna. Il sistema software realizzato vuole essere innanzi tutto la risposta alle esigenze emerse nel caso di studio trattato, in modo tale da potersi sostituire agli attuali limitati supporti alla cooperazione, ma anche un esperimento che possa essere considerato un artefatto centrale da utilizzare come base di conoscenza condivisa, in cui vengano fattorizzati i concetti e meccanismi chiave, fondamentali per sviluppi futuri.

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The aim of this study was to analyse the cerebral venous outflow in relation to the arterial inflow during a Valsalva manoeuvre (VM). In 19 healthy volunteers (mean age 24.1 +/- 2.6 years), the middle cerebral artery (MCA) and the straight sinus (SRS) were insonated by transcranial Doppler sonography. Simultaneously the arterial blood pressure was recorded using a photoplethysmographic method. Two VM of 10 s length were performed per participant. Tracings of the variables were then transformed to equidistantly re-sampled data. Phases of the VM were analysed regarding the increase of the flow velocities and the latency to the peak. The typical four phases of the VM were also found in the SRS signal. The relative flow velocity (FV) increase was significantly higher in the SRS than in the MCA for all phases, particularly that of phase IV (p < 0.01). Comparison of the time latency of the VM phases of the MCA and SRS only showed a significant difference for phase I (p < 0.01). In particular, there was no significant difference for phase IV (15.8 +/- 0.29 vs. 16.0 +/- 0.28 s). Alterations in venous outflow in phase I are best explained by a cross-sectional change of the lumen of the SRS, while phases II and III are compatible with a Starling resistor. However, the significantly lager venous than the arterial overshoot in phase IV may be explained by the active regulation of the venous tone.

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Veteran endurance athletes have an increased risk of developing atrial fibrillation (AF), with a striking male predominance. We hypothesized that male athletes were more prone to atrial and ventricular remodeling and investigated the signal-averaged P wave and factors that promote the occurrence of AF. Nonelite athletes scheduled to participate in the 2010 Grand Prix of Bern, a 10-mile race, were invited. Of the 873 marathon and nonmarathon runners who were willing to participate, 68 female and 70 male athletes were randomly selected. The runners with cardiovascular disease or elevated blood pressure (>140/90 mm Hg) were excluded. Thus, 121 athletes were entered into the final analysis. Their mean age was 42 ± 7 years. No gender differences were found for age, lifetime training hours, or race time. The male athletes had a significantly longer signal-averaged P-wave duration (136 ± 12 vs 122 ± 10 ms; p <0.001). The left atrial volume was larger in the male athletes (56 ± 13 vs 49 ± 10 ml; p = 0.001), while left atrial volume index showed no differences (29 ± 7 vs 30 ± 6 ml/m²; p = 0.332). In male athletes, the left ventricular mass index (107 ± 17 vs 86 ± 16 g/m²; p <0.001) and relative wall thickness (0.44 ± 0.06 vs 0.41 ± 0.07; p = 0.004) were greater. No differences were found in the left ventricular ejection fraction (63 ± 4% vs 66 ± 6%; p = 0.112) and mitral annular tissue Doppler e' velocity (10.9 ± 1.5 vs 10.6 ± 1.5 cm/s; p = 0.187). However, the tissue Doppler a' velocity was higher (8.7 ± 1.2 vs 7.6 ± 1.3 cm/s; p < 0.001) in the male athletes. Male athletes had a higher systolic blood pressure at rest (123 ± 9 vs 110 ± 11 mm Hg; p < 0.001) and at peak exercise (180 ± 15 vs 169 ± 19 mm Hg; p = 0.001). In the frequency domain analysis of heart rate variability, the sympatho-vagal balance, represented by the low/high-frequency power ratio, was significantly greater in male athletes (5.8 ± 2.8 vs 3.9 ± 1.9; p < 0.001). Four athletes (3.3%) had at least one documented episode of paroxysmal AF, all were men (p = 0.042). In conclusion, for a comparable amount of training and performance, male athletes showed a more pronounced atrial remodeling, a concentric type of ventricular remodeling, and an altered diastolic function. A higher blood pressure at rest and during exercise and a higher sympathetic tone might be causal. The altered left atrial substrate might facilitate the occurrence of AF.

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Endurance athletes have an increased risk of developing atrial fibrillation (AF) at 40 to 50 years of age. Signal-averaged P-wave analysis has been used for identifying patients at risk for AF. We evaluated the impact of lifetime training hours on signal-averaged P-wave duration and modifying factors. Nonelite men athletes scheduled to participate in the 2010 Grand Prix of Bern, a 10-mile race, were invited. Four hundred ninety-two marathon and nonmarathon runners applied for participation, 70 were randomly selected, and 60 entered the final analysis. Subjects were stratified according to their lifetime training hours (average endurance and strength training hours per week × 52 × training years) in low (<1,500 hours), medium (1,500 to 4,500 hours), and high (>4,500 hours) training groups. Mean age was 42 ± 7 years. From low to high training groups signal-averaged P-wave duration increased from 131 ± 6 to 142 ± 13 ms (p = 0.026), and left atrial volume increased from 24.8 ± 4.6 to 33.1 ± 6.2 ml/m(2) (p = 0.001). Parasympathetic tone expressed as root of the mean squared differences of successive normal-to-normal intervals increased from 34 ± 13 to 47 ± 16 ms (p = 0.002), and premature atrial contractions increased from 6.1 ± 7.4 to 10.8 ± 7.7 per 24 hours (p = 0.026). Left ventricular mass increased from 100.7 ± 9.0 to 117.1 ± 18.2 g/m(2) (p = 0.002). Left ventricular systolic and diastolic function and blood pressure at rest were normal in all athletes and showed no differences among training groups. Four athletes (6.7%) had a history of paroxysmal AF, as did 1 athlete in the medium training group and 3 athletes in the high training group (p = 0.252). In conclusion, in nonelite men athletes lifetime training hours are associated with prolongation of signal-averaged P-wave duration and an increase in left atrial volume. The altered left atrial substrate may facilitate occurrence of AF. Increased vagal tone and atrial ectopy may serve as modifying and triggering factors.