1000 resultados para renda proveniente da pesca
Resumo:
Máster en Gestión Sostenible de Recursos Pesqueros
Resumo:
[ES] El presente estudio aborda la pesquería de nasas con base en el Puerto de Mogán (isla de Gran Canaria, años 1989-99) con la finalidad de formalizar las bases de un marco conceptual para el control y la gestión integral y multiespecífica de la misma. Los autores usan datos inéditos de la pesca con nasas, introducen el concepto de especie indicadora en dinámica de poblaciones de peces explotados. Se infiere que las especies indicadoras pueden utilizarse, individualmente o en conjunto, para evaluar la evolución temporal del sistema pesquero a corto y medio plazo.
Resumo:
Máster en Gestión Sostenible de Recursos Pesqueros
Resumo:
[ES] La evolución del poder de pesca de la flota artesanal con base en el puerto de Arguineguín, desde mediados del Siglo XX, ha tenido un impacto negativo en el estado de los recursos del sur y suroeste de la isla de Gran Canaria. El incremento escalonado en el poder de pesca, pasando primero por la motorización de las embarcaciones (1950- 1970), los cambios en los materiales de construcción de artes y trampas utilizadas (1960-1970), mejora de las infraestructuras portuarias y de asistencia a los buques (1980-1990), hasta la introducción de equipamiento electrónico y mejoras de las embarcaciones (1990-2010), han ido siempre acompañadas de fases breves de aumentos en las capturas, seguidos por periodos más prolongados de decrecimiento de los rendimientos.
Resumo:
[ES] foro organizado por la Universidad de Las Palmas de Gran Canaria y la Comisión de Pesca de la Unión Europea celebrado en la Facultad de Ciencias del Mar de la Universidad de Las Palmas de Gran Canaria, el 25 de enero de 2013. Presenta el acto el Rector de la Universidad de Las Palmas de Gran Canaria, don José Regidor García, el Decano de la Facultad de Ciencias del Mar, don Melchor González Dávila, el Presidente de la Comisión de Pesca del Parlamento Europeo, don Gabriel Mato Adrover, el Secretario General de Pesca del Ministerio de Agricultura, Alimentación y Medio Ambiente, don Carlos Domínguez, finalmente el Consejero de Agricultura, Ganadería, Pesca y Aguas del Gobierno Canario, Juan Ramón Hernández. Asimismo, se desarrollaron tres ponencias que recogieron algunos de los aspectos más relevantes en estos momentos, como son la pesca artesanal, en la que José Pascual Fernández, del Instituto Universitario de Ciencias Políticas y Sociales de la Universidad de La Laguna, puso el acento en las experiencias existentes en cogestión y gobernanza. La economía de la pesca en Canarias fue otro de los puntos tratados, a través de la ponencia desarrollada por Javier Macías, representante de la consultoría de pesca, CANAEST, así como la opinión de la Consejería de Agricultura, Ganadería y Pesca del Cabildo de Gran Canaria, a través de la exposición que realizarán Alejandro Báez y María Marrero. La nueva propuesta de gestión pesquera para Gran Canaria, a cargo del Centro de Investigación en Biodiversidad y Gestión Ambiental del Departamento de Biología de la Universidad de Las Palmas de Gran Canaria (Bioges), en la figura de José Juan Castro, fue otro de los puntos abordados.
Resumo:
[ES] El mundo de la pesca y de los pescadpres ha estado, desde muy antiguo, envuelto en una dualidad que titubea entre la probreza y la opulencia, entre los héroes solitarios, que se juegan la vida en un mundo hostil, y los piratas que saquean el mar hasta esquilmarlo. Sin embargo, y partiendo de que todas estas situaciones y aptitudes se codean diariamente en nuestros océanos, es verdad que la pesca está plagada de circunstancias que van más allá de las simplemente bucólicas o las absolutamente malditas. La pesca es el único sustento de cientos de miles de familias desde el primer al tercer mundo, auqnue de forma mayoritaria en este último, que sufrirán en primera instancia las consecuencias de la irracionalidad, perpretada en todo el planeta, y que ha llevado la productividad del océano al borde, si no lo ha superado ya, de la sostenibilidad. Desgraciadamente, los culpables de tal sinrazón no se encuentran únicamente enrolados en los barcos de pesca, sino que piratas y mercenarios integran también las huestes de científicos, gestores y políticos con responsabilidades en pesca. Es posible incluso que sean los pescadores los únicos que han hecho su trabajo bien, pescar, aunque quizás con egoismo desmedido. (JJ Castro, Prefacio)
Resumo:
Máster en Gestión Sostenible de los Recursos Pesqueros
Resumo:
Doctor en Biología por la Universidad de Las Palmas de Gran Canari. Es profesor titular del Departamento de Ciencias forestales de la Universidad Nacional de Colombia (Medellín).
Resumo:
Grabación realizada por Ciencia compartida (Biblioteca Universitaria)
Resumo:
Grabación realizada por Ciencia compartida (Biblioteca Universitaria)
Resumo:
L’importanza dell’acqua nel territorio ravennate è facilmente riscontrabile nella sua storia: la città sorge letteralmente in mezzo all’acqua, composta da fiumi, canali e specchi d’acqua, mutati profondamente nel corso del tempo grazie alle bonifiche e all’opera dell’uomo. Diventa, quindi, fondamentale uno studio di come la città abbia convissuto, si sia adattata all’acqua e di come l’uomo abbia cambiato la conformazione della città nel tempo in base al sistema idrico. Ora Ravenna ha, per cosi dire, perso il suo carattere di città marittima, ciò che prima si trovava a diretto contatto con il mare ora risulta distaccato e le tracce di questa evoluzione si sono via via perse col passare degli anni. L’unico collegamento al mare e alle zona lagunare limitrofa al porto rimane il canale Candiano, un collegamento che porta l’acqua fino al confine del centro storico. Il porto che prima rivestiva un ruolo importante e di sopravvivenza, in quanto il mercato ittico rappresentava un punto nodale nella vita della città e dei suoi abitanti, ora ha cambiato la sua destinazione a crocevia del commercio e di materie prime utilizzate dalle industrie sorte lungo le sponde del canale Candiano. Il museo delle acque vuole essere perciò un salto nel passato, riscoprendo e valorizzando l’antico legame tra uomo, città e acqua. Alla luce dello stato di fatto, dei cambiamenti e degli studi condotti sull’area, andiamo ora a chiarire gli aspetti basilari e generatori dell’edificio museale: - L’ingresso verrà posto lungo l’asse viario proveniente dalla città e dal mausoleo di Teodorico. - L’intero progetto verrà immerso nel verde, e collegato al vicino parco di Teodorico. - Il museo verrà realizzato all’interno di una piazza urbana che diverrà il fulcro della nuova cittadella della cultura. Prima di tutto è importante capire cosa si vuole esporre all’interno del museo e a che tipo di visitatore le mostre sono dedicate. Il museo prevede per lo più mostre permanenti dedicate al tema dell’acqua. L’esposizione si dividerà principalmente in due parti, la prima riguarderà le lagune costiere presenti nelle zone del porto di Ravenna, la seconda dedicata al Mare saranno quindi idealmente due percorsi differenti. Il percorso inizierà al primo piano con una sala completamente buia nella quale verranno presentati gli aspetti principali dei fondali. Nel caso delle lagune, saranno esposte le stratificazione e composizione dei fondali con carotaggi e pannelli illustrativi dell’evoluzione nel tempo, gli aspetti chimici e soprattutto idraulici di questo sistema. Il tutto sarà improntato per far comprendere l’importanza delle lagune, grazie alle quali è possibile il corretto funzionamento del porto, dovuto elle maree. Al secondo piano del Museo verrà illustrata la vita all’interno della laguna, quindi le specie presenti, sia animali che vegetali, siano esse naturali o introdotte dall’uomo, come nel caso degli allevamenti di vongole filippine, determinando le dinamiche di conservazione di questo patrimonio faunistico e naturalistico, con attività di analisi legate al centro ricerche. Si provvederà in questo senso anche a controllare i vari livelli massimi di inquinamento delle attività industriali presenti nel canale. Al terzo piano si andranno ad analizzare e mostrare gli aspetti che legano queste zone alle attività umane, che possiamo riunire in due settori principali quali la pesca e la navigazione. Verranno esposti utilizzando modelli in scala, cartellonistica, pannelli illustrativi ed immagini e tutta una serie di oggetti che illustrano le relazioni tre l’uomo e il luogo. Ci sarà una sezione dedicata alle imbarcazioni utilizzate per il guado dei canali, fino ai più piccoli strumenti usati proprio nelle attività di pesca. Al quarto piano si concluderà l’esposizione cercando di lasciare l’aspetto scientifico e ci si dedicherà all’evoluzione del porto dalle origini con il suo mercato ittico, fino ai giorni nostri in cui i traffici di materie prime destinate alle industrie sono l’aspetto principale. Il percorso museale si eleva a spirale, è formato da due rampe quadrate che servono i piani e che si intrecciano senza mai toccarsi. Questo permette al visitatore di scegliere il percorso che più gli interessa e nel modo che vuole, non è obbligato né dall’architettura né dal percorso espositivo, è quindi un sistema molto flessibile rispetto quello del museo classico, può capitare che due visitatori entrino nel museo insieme, inizino il giro in senso opposto, e non si incontrino mai, questa idea risulta complessa e nuova in un edificio che almeno esternamente sembra molto regolare e schematico. Per quanto riguarda la parte dell’illuminazione, che ha avuto anch’essa un ruolo molto importante all’interno del progetto del museo, l’idea è quella di rendere un effetto di risalita dalle profondità del mare fino alla superficie, man mano che si sale lungo il percorso espositivo. Per fare ciò, è stato svolto uno studio attento delle aperture, lasciando il primo piano espositivo cieco ed aprendo il secondo e il terzo piano in maniera da avere un progressivo aumento di luce nelle sale. Le finestre sono state posizionate compatibilmente con la composizione esterna dei prospetti, alla ricerca di un giusto equilibrio tra pieni e vuoti e tra composizione e tecnica.