Gli eventi avversi che possono insorgere nel trattamento riabilitativo volto al recupero della deambulazione nel paziente con Stroke: a Scoping Review

Background: I trattamenti volti al recupero della deambulazione nel paziente post stroke sono ampiamente declinati in letteratura, ma vi sono tanti interrogativi per quanto riguarda gli eventi avversi che possono intercorrere in neuroriabilitazione. Dato l’ampio spettro di opzioni terapeutiche in questo ambito, innanzitutto, è utile comprendere quali trattamenti si dimostrano nocivi nella riabilitazione di un paziente così complesso. Obiettivo: l’obiettivo di questa Scoping Review è quello di indagare la presenza di eventi avversi riportati in letteratura che possono insorgere nella riabilitazione volta al recupero del cammino nel paziente post stroke. Inoltre, si cerca di individuare quali strategie terapeutiche non siano applicabili e sicure nell’ambito della neuroriabilitazione. Metodi: la ricerca è avvenuta consultando più banche dati online come Pubmed, Cochrane Library, PEDro, il motore di ricerca Google Scholar; il tutto tramite ricerca manuale bibliografica. Sono stati poi analizzati gli articoli pertinenti rispetto al nostro quesito di partenza, prendendo in considerazione qualsiasi tipologia di studio e senza porre limiti di lingua. Risultati: sono stati individuati 53 articoli secondo i criteri di eleggibilità, di cui: 28 RCT, 8 Systematic Reviews, 7 studi pilota, 4 meta – analisi, 2 studi cross-sectional, 2 studi osservazionali prospettici, 1 studio preliminare e 1 studio post hoc di 2 RCT. Il processo di selezione degli articoli è stato riportato utilizzando un diagramma di flusso, mentre il loro contenuto è sintetizzato in tabella sinottica. Conclusione: L’analisi degli studi segue l’applicazione della stringa di ricerca. Dall’analisi attuale della letteratura non viene evidenziata l’insorgenza di eventi avversi gravi e trattamento-correlati, che fossero responsabili di un cambiamento nella pratica clinica. Sono stati rilevati invece, alcuni eventi avversi di grado lieve o moderato, non sempre direttamente correlabili al trattamento proposto.

Gli aromi dei vini: origine, variabili che influenzano la percezione e approcci analitici per la loro caratterizzazione

I vini non sono tutti uguali e gli aromi ne esaltano le principali differenze. I profumi o aromi dipendono da molteplici molecole odorose (volatili) presenti nel vino in concentrazioni variabili. Esse creano interazioni complesse tra loro e definiscono l’insieme delle sensazioni olfattive, il cosiddetto “bouquet”. Le principali molecole odorose responsabili dei profumi del vino hanno soglie di percezione che variano anche di molti ordini di grandezza, sulla base dei composti che ne sono responsabili e anche della percezione soggettiva dell’assaggiatore. Riuscire a riconoscere gli aromi che caratterizzano un vino non è una pratica semplice. Servono curiosità, studio, esercizio ed un’esperienza di degustazione adeguata in modo da poter individuare e memorizzare un ampio archivio di profumi e aromi del vino e soprattutto per capirne il loro significato enologico. Questa revisione critica si è concentrata sui composti volatili che contribuiscono all'aroma del vino ed ha fornito una panoramica dei recenti sviluppi nelle tecniche analitiche per l'analisi dei volatili, compresi i metodi usati per discriminare i composti che danno i maggiori contributi all'aroma complessivo. Dopo una revisione bibliografica sulle tipologie di aromi, i difetti e le sensazioni che influiscono sulla percezione del gusto sono stati presi in esame i metodi per l’analisi strumentale della componente volatile dei vini e la degustazione con particolare attenzione all’esame olfattivo. Infine, è stata esaminata la complessità della percezione aromatica che include effetti matrice, fisiologia dell'assaggiatore, interazioni sensoriali intermodali; si è concluso che tutti questi fattori possono influenzare la volatilità dei composti, la persistenza delle percezioni sensoriali e il sapore o l’aroma complessivi percepiti, l’intensità e la qualità.

99% - Dall’1% dell'idea al 99% della fase Pre-Seed: ciò che serve sapere (e forse non tutti dicono) su questo percorso, visto dalla prospettiva di un Service Designer

Oggigiorno, quando una persona “ha un’idea” e vuole concretizzarla si rivolge agli incubatori: la diffusa metodologia Lean Startup è determinante nel far comprendere agli aspiranti founders la portata della propria “idea” abbattendo i rischi. Tuttavia, ci sono due problemi: accedere ai percorsi di incubazione non è scontato e, una volta concluso il percorso, si hanno diverse conoscenze per passare dalla validazione alla fase Seed, ma non sufficienti per un’efficace Execution. Partendo dalla personale esperienza del progetto Climby, si cercherà di dare un’overview sugli aspetti più importanti da considerare, evidenziando ciò che si potrebbe sottovalutare. Il fine è dunque supportare chi “ha un’idea” nell’intraprendere il percorso di incubazione in modo più consapevole e illustrare i limiti dei percorsi stessi, suggerendo approfondimenti di immediata applicazione ed utilità nelle diverse fasi citate, come integrazioni tratte dal Service Design. Pertanto, sarà posta particolare attenzione a ciò che è stato appreso in prima persona, considerando errori e aspetti positivi del percorso di un’“idea” nata nel 2019 e trasformatasi drasticamente durante l’incubazione, fino a ciò che accade dopo il Pitch Day. In tal modo, si intende anche esplicitare alcuni aspetti importanti, talvolta trascurati, ma rilevanti per le scelte da compiere prima ancora di iniziare un percorso. Il fine, quindi, è quello di produrre un contenuto complementare agli autorevoli scritti che trattano di Lean Startup, invece di proporne trattazione alternativa. Infine, conducendo queste riflessioni, si proporrà anche un confronto più specifico tra le metodologie e gli strumenti di Lean Startup e Service Design e - anticipando le conclusioni - suggerendo che sarebbe interessante approfondire l’integrazione di questi due ambiti, di cui emerge ancora una forte mancanza di reciproca conoscenza e che, invece, potrebbero rappresentare reciprocamente una risorsa se considerati senza visioni di parte.

Melhoria da atenção à saúde da pessoa idosa na equipe 2 da UBS Ernesto Che Guevara, Umbaúba- SE

A importância do acompanhamento do processo do envelhecimento se dá pela transição demográfica que está acontecendo, a expectativa de vida aumentou e a promoção da saúde e prevenção de doenças pode propiciar uma melhor qualidade de vida. O objetivo da intervenção é melhora a assistência à pessoa idosa da equipe 2 na UBS Ernesto Che Guevara no município de Umbaúba. A metodologia utilizada foi o estabelecimento de metas relacionadas aos objetivos específicos para serem alcançadas no período de dezesseis semanas, período em que se desenvolveu a intervenção. Foram desenvolvidas ações coletivas, onde orientações sobre a prevenção de doenças e promoção à saúde foram o foco. Atendimento ambulatorial para os idosos cadastrados, matriciamento com rede municipal de saúde e assistência social. O resultado alcançado foi uma melhoria da assistência, uma vez que, no município não havia uma assistência adequada ao idoso saudável, como também foi possível sugerir melhorias nos registros e promover um atendimento integral ao idoso. O número de idosos na área de abrangência é de 1600 idosos, sendo que estes só eram assistidos, antes da intervenção, caso apresentasse doença clínica. A intervenção cadastrou no primeiro mês de atuação 15,3% (n= 245), no segundo mês 18,4% (n=295), no terceiro mês 21,6% (n=346) e no quarto mês 27,1% (n=434) idosos. Destes 50 são acamados ou possuem algum problema de locomoção e receberam visita domiciliar. Assim como, 420 idosos tiveram sua avaliação multidimensional rápida realizada e a solicitação de exames complementares promovendo uma atenção ampla à pessoa idosa. Os indicadores que não alcançaram o resultado pretendido foi assistência odontológica com 17% (n=23), pois não havia assistência odontológica no início da intervenção e a distribuição de caderneta da pessoa idosa que não foi comtemplada na intervenção porque o município dispõe de outro instrumento de registros, os demais indicadores avaliados possibilitaram avaliar a pessoa idosa em sua integralidade. Conclui-se que intervenções como esta promovem o despertar da gestão, bem como das equipes de saúde da família quanto à importância de propiciar um melhor conhecimento da área de abrangência, bem como promover um envelhecimento saudável.

Atividade motora adaptada : o conhecimento produzido nos programas Stricto Sensu em Educação Física no Brasil

Universidade Estadual de Campinas . Faculdade de Educação Física

A ginastica em Campinas : suas formas de expressão da decada de 20 a decada de 70

Universidade Estadual de Campinas. Faculdade de Educação Física

Resurrection of Anopheles goeldii from synonymy with Anopheles nuneztovari (Diptera, Culicidae) and a new record for Anopheles dunhami in the Brazilian Amazon

Nucleotide sequences of the internal transcribed spacer 2 (ITS2) rDNA and partial sequences of the cytochrome coxidase subunit I (COI) mtDNA and white gene nDNA were obtained from specimens of Anopheles nuneztovari A collected in Macapá (state of Amapá), Óbidos, Prainha and Almeirim (state of Pará), Itacoatiara and Parintins (state of Amazonas), Brazil, and compared with previously published sequences of A. nuneztovari s.l. Results of the Bayesian phylogenetic analyses performed using either COI or combined ITS2, COI and white gene sequences suggest that An. nuneztovari B/C is distinct from specimens obtained in the Amazonas/Solimões River basin. Anopheles goeldii, currently in synonymy with An. nuneztovari, was described from individuals collected in Belterra (= Fordlândia) in the Tapajós River, state of Pará, Southern Amazonas River. Morphological comparisons of the characteristics of the male genitalia indicated that An. nuneztovari A and An. goeldii are similar but distinct from An. nuneztovariB/C by the apex of the aedeagus. In considering the results of the phylogenetic analyses and morphological comparisons, An. goeldii is resurrected from synonymy with An. nuneztovari. Additionally, Anopheles dunhamiis reported for the first time in Parintins. This species can be distinguished from An. goeldiiby characters of the male genitalia and molecular data

Stability and ergodicity of piecewise deterministic Markov processes

The main goal of this paper is to establish some equivalence results on stability, recurrence, and ergodicity between a piecewise deterministic Markov process ( PDMP) {X( t)} and an embedded discrete-time Markov chain {Theta(n)} generated by a Markov kernel G that can be explicitly characterized in terms of the three local characteristics of the PDMP, leading to tractable criterion results. First we establish some important results characterizing {Theta(n)} as a sampling of the PDMP {X( t)} and deriving a connection between the probability of the first return time to a set for the discrete-time Markov chains generated by G and the resolvent kernel R of the PDMP. From these results we obtain equivalence results regarding irreducibility, existence of sigma-finite invariant measures, and ( positive) recurrence and ( positive) Harris recurrence between {X( t)} and {Theta(n)}, generalizing the results of [ F. Dufour and O. L. V. Costa, SIAM J. Control Optim., 37 ( 1999), pp. 1483-1502] in several directions. Sufficient conditions in terms of a modified Foster-Lyapunov criterion are also presented to ensure positive Harris recurrence and ergodicity of the PDMP. We illustrate the use of these conditions by showing the ergodicity of a capacity expansion model.

Characterization of Hepatitis B virus (HBV) genotypes in patients from Rondonia, Brazil

Background: Hepatitis B virus (HBV) can be classified into nine genotypes (A-I) defined by sequence divergence of more than 8% based on the complete genome. This study aims to identify the genotypic distribution of HBV in 40 HBsAg-positive patients from Rondonia, Brazil. A fragment of 1306 bp partially comprising surface and polymerase overlapping genes was amplified by PCR. Amplified DNA was purified and sequenced. Amplified DNA was purified and sequenced on an ABI PRISM (R) 377 Automatic Sequencer (Applied Biosystems, Foster City, CA, USA). The obtained sequences were aligned with reference sequences obtained from the GenBank using Clustal X software and then edited with Se-Al software. Phylogenetic analyses were conducted by the Markov Chain Monte Carlo (MCMC) approach using BEAST v.1.5.3. Results: The subgenotypes distribution was A1 (37.1%), D3 (22.8%), F2a (20.0%), D4 (17.1%) and D2 (2.8%). Conclusions: These results for the first HBV genotypic characterization in Rondonia state are consistent with other studies in Brazil, showing the presence of several HBV genotypes that reflects the mixed origin of the population, involving descendants from Native Americans, Europeans, and Africans.

Prevalence of non-communicable diseases in Brazilian children: follow-up at school age of two Brazilian birth cohorts of the 1990's

Background: Few cohort studies have been conducted in low and middle-income countries to investigate non-communicable diseases among school-aged children. This article aims to describe the methodology of two birth cohorts, started in 1994 in Ribeirao Preto (RP), a more developed city, and in 1997/98 in Sao Luis (SL), a less developed town. Methods: Prevalences of some non-communicable diseases during the first follow-up of these cohorts were estimated and compared. Data on singleton live births were obtained at birth (2858 in RP and 2443 in SL). The follow-up at school age was conducted in RP in 2004/05, when the children were 9-11 years old and in SL in 2005/06, when the children were 7-9 years old. Follow-up rates were 68.7% in RP (790 included) and 72.7% in SL (673 participants). The groups of low (<2500 g) and high (>= 4250 g) birthweight were oversampled and estimates were corrected by weighting. Results: In the more developed city there was a higher percentage of non-nutritive sucking habits (69.1% vs 47.9%), lifetime bottle use (89.6% vs 68.3%), higher prevalence of primary headache in the last 15 days (27.9% vs 13.0%), higher positive skin tests for allergens (44.3% vs 25.3%) and higher prevalence of overweight (18.2% vs 3.6%), obesity (9.5% vs 1.8%) and hypertension (10.9% vs 4.6%). In the less developed city there was a larger percentage of children with below average cognitive function (28.9% vs 12.2%), mental health problems (47.4% vs 38.4%), depression (21.6% vs 6.0%) and underweight (5.8% vs 3.6%). There was no difference in the prevalence of bruxism, recurrent abdominal pain, asthma and bronchial hyperresponsiveness between cities. Conclusions: Some non-communicable diseases were highly prevalent, especially in the more developed city. Some high rates suggest that the burden of non-communicable diseases will be high in the future, especially mental health problems.

DERIVING METALLICITIES FROM THE INTEGRATED SPECTRA OF EXTRAGALACTIC GLOBULAR CLUSTERS USING THE NEAR-INFRARED CALCIUM TRIPLET

The Ca II triplet (CaT) feature in the near-infrared has been employed as a metallicity indicator for individual stars as well as integrated light of Galactic globular clusters (GCs) and galaxies with varying degrees of success, and sometimes puzzling results. Using the DEIMOS multi-object spectrograph on Keck we obtain a sample of 144 integrated light spectra of GCs around the brightest group galaxy NGC 1407 to test whether the CaT index can be used as ametallicity indicator for extragalactic GCs. Different sets of single stellar population models make different predictions for the behavior of the CaT as a function of metallicity. In this work, the metallicities of the GCs around NGC 1407 are obtained from CaT index values using an empirical conversion. The measured CaT/metallicity distributions show unexpected features, the most remarkable being that the brightest red and blue GCs have similar CaT values despite their large difference in mean color. Suggested explanations for this behavior in the NGC 1407 GC system are (1) the CaT may be affected by a population of hot blue stars, (2) the CaT may saturate earlier than predicted by the models, and/or (3) color may not trace metallicity linearly. Until these possibilities are understood, the use of the CaT as a metallicity indicator for the integrated spectra of extragalactic GCs will remain problematic.

On molecular chirality within naturally occurring secondary organic aerosol particles from the central Amazon Basin

In this perspectives article, we reflect upon the existence of chirality in atmospheric aerosol particles. We then show that organic particles collected at a field site in the central Amazon Basin under pristine background conditions during the wet and dry seasons consist of chiral secondary organic material. We show how the chiral response from the aerosol particles can be imaged directly without the need for sample dissolution, solvent extraction, or sample preconcentration. By comparing the chiral-response images with optical images, we show that chiral responses always originate from particles on the filter, but not all aerosol particles produce chiral signals. The intensity of the chiral signal produced by the size resolved particles strongly indicates the presence of chiral secondary organic material in the particle. Finally, we discuss the implications of our findings on chiral atmospheric aerosol particles in terms of climate-related properties and source apportionment.

Identifying Multiquark Hadrons from Heavy Ion Collisions

Identifying hadronic molecular states and/or hadrons with multiquark components either with or without exotic quantum numbers is a long-standing challenge in hadronic physics. We suggest that studying the production of these hadrons in relativistic heavy ion collisions offers a promising resolution to this problem as yields of exotic hadrons are expected to be strongly affected by their structures. Using the coalescence model for hadron production, we find that, compared to the case of a nonexotic hadron with normal quark numbers, the yield of an exotic hadron is typically an order of magnitude smaller when it is a compact multiquark state and a factor of 2 or more larger when it is a loosely bound hadronic molecule. We further find that some of the newly proposed heavy exotic states could be produced and realistically measured in these experiments.

Delocalized water and fluoride contributions to Dyson orbitals for electron detachment from the hydrated fluoride anion

The experimental vertical electron detachment energy (VEDE) of aqueous fluoride, [F(-)(H(2)O)], is approximately 9.8 eV, but spectral assignment is complicated by interference between F(-) 2p and H(2)O 1b(1) orbitals. The electronic structure of [F(-)(H(2)O)] is analyzed with Monte Carlo and ab initio quantum-mechanical calculations. Electron-propagator calculations in the partial third-order approximation yield a VEDE of 9.4 eV. None of the Dyson orbitals corresponding to valence VEDEs consists primarily of F 2p functions. These results and ground-state atomic charges indicate that the final, neutral state is more appropriately described as [F(-)(H(2)O)(+)] than as [F(H(2)O)]. (C) 2010 American Institute of Physics. [doi: 10.1063/1.3431081]

Alternative fidelity measure between quantum states

We propose an alternative fidelity measure (namely, a measure of the degree of similarity) between quantum states and benchmark it against a number of properties of the standard Uhlmann-Jozsa fidelity. This measure is a simple function of the linear entropy and the Hilbert-Schmidt inner product between the given states and is thus, in comparison, not as computationally demanding. It also features several remarkable properties such as being jointly concave and satisfying all of Jozsa's axioms. The trade-off, however, is that it is supermultiplicative and does not behave monotonically under quantum operations. In addition, metrics for the space of density matrices are identified and the joint concavity of the Uhlmann-Jozsa fidelity for qubit states is established.