839 resultados para Emergency of writing


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L’obbiettivo del lavoro è quello di delimitare uno spazio critico che consenta di ripensare il concetto di modernità nelle culture ispanoamericane degli inizi del XX secolo. In questa direzione, si è deciso di focalizzare l’attenzione su un’opera letteraria, quella dell’uruguaiano Julio Herrera y Reissig, del tutto particolare se comparata al resto delle produzioni estetiche a essa più immediatamente contigue. Tornare a leggere Herrera y Reissig equivale, infatti, nella sostanza, a rimettere mano criticamente a tutta l’epoca modernista, interpretandola non in senso unitario, bensì plurale e frammentario. Spunto di partenza dell’analisi sono state le coordinate culturali comuni in cui quelle estetiche si sono determinate e sviluppate, per poi procedere verso una moltiplicazione di percorsi in grado di rendere conto della sostanziale discrepanza di mezzi e finalità che intercorre fra Julio Herrera y Reissig e gran parte del Modernismo a lui contemporaneo. Mantenendo come base metodologica i presupposti dell’archeologia culturale foucauldiana, è stato possibile rintracciare, nell’opera dell’uruguaiano, un eterogeneo ma costante movimento di riemersione e riutilizzo delle più svariate esperienze del pensiero – estetico e non – occidentale. Nelle particolarità d’uso a cui la tradizione è sottomessa nella scrittura di Herrera y Reissig si è reso così possibile tornare a ragionare sui punti focali dell’esperienza della modernità: il legame fra patrimonio culturale e attualità, la relazione fra sedimentazione tradizionale e novità, nonché, in definitiva, le modalità attraverso le quali alla letteratura è consentito di pensare e dire la propria storia – passata, presente e futura – e, in conseguenza, metabolizzarla, per tornare ad agire attivamente su di essa.

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La goutte et la feuille . Transfigurations de la beauté naturelle dans la littérature européenne : Chateaubriand , Hölderlin et Leopardi . La thèse se présente comme une étude morphologique de l'esthétique de la nature à la fin de 18 ans. Siècle. Le dénominateur commun est une étude comparative des paradigmes scientifiques et des images symboliques utilisés dans la littérature européenne . Sous ce point de vue la thèse identifie les formes originaires de la goutte et de la feuille comme un point de contact entre des moments culturels distincts, même si entrelacés. Un passage particulièrement important du travail est l'analyse structurelle du paysage . Le paysage est le point culminant d'accès aux secrets de l'écriture romantique. Le paysage commence avec la représentation classique du jardin édénique et se termine avec la forêt exotique américaine. Celle-ci est décrite par Chateaubriand, en tant qu’objet d’une KOINONIE stylistique à l’immensité sublime du désert et l'océan . Hölderlin place avec la beauté naturelle devient une harmonie secrète et sombre dans l'inconscient symbolique de l'âme humaine . Leopardi est l'auteur du désenchantement , et pourtant il est encore capable de pressentir empathiquement la mesure de l’imagination envers la beauté naturelle. Avec Léopards , cependant, s’accomplit la séparation finale entre l’EPOS de la beauté naturelle et l’ETHOS de la nature . Cette dernière est une grandeur morale, et au fait elle représente le moment de la dissolution nihiliste, notamment magnitude de l’esthétique typiquement romantique . Après Chateaubriand , Leopardi , et Hölderlin beauté naturelle ne seront plus transfigurant .

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Lo scopo della dissertazione “Formazione e pratica del pensiero orchestrale di Hector Berlioz. Caratteri poetici e strategie del suono” è quello di indagare i tratti essenziali del pensiero di Berlioz in merito all’orchestra riprendendo in considerazione gli elementi della sua educazione giovanile. In particolare, le nozioni ricavate dai suoi insegnanti di composizione Le Sueur e Reicha e dai corsi di medicina brevemente frequentati a Parigi sono indagate con approccio rinnovato, alla luce di nuovi filoni di studio indagati dalla musicologia negli anni più recenti. Sono analizzate anche le recensioni di Berlioz, alla ricerca di elementi che aiutino a comprendere la sua musica con le argomentazioni destinate a quella altrui. È analizzato anche il percorso della trattatistica che da un iniziale approccio di tipo pratico tipico del XVIII secolo, giunge con il trattato di Berlioz a una forte connotazione poetica delle risorse strumentali e orchestrali. Nella seconda parte della dissertazione sono analizzate invece alcune opere di Berlioz e alcune questioni generali concernenti il suo modo di scrivere per l’orchestra, specialmente in relazione ad altri parametri musicali. Nella dissertazione notevole attenzione è data al rapporto fra questioni tecniche e poetiche, proponendo un approccio leggermente rinnovato.

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Lo studio si tratta di mettere in evidenza il cambiamento che ha subito il termine Oriente nel secolo XX in alcuni testi della letteratura italiana contemporanea. L’opera di Edward Said, L’Orientalismo è un testo di riferimento per i nostri studi. Nel quale abbiamo focalizzato l’attenzione su alcuni aspetti salienti: il concetto di orientalismo; l’interesse nei confronti dell’Oriente sul piano politico, scientifico, letterario; l’impossibilità di separare lo studioso dalle circostanze biografiche e sociali. Siamo riusciti, quindi, a stabilire che il cambiamento dell’immagine orientale dipende da tre fattori: lo scrittore (emittente), il soggetto (la fonte) ed il lettore (destinatario), dai quali si origina l’oggetto (il testo). Basandoci su questi tre elementi abbiamo cercato di inquadrare l’interesse letterario per l’Oriente vista da una triplice prospettiva: imperialismo, fascino ed erotismo. Per studiare le prime due prospettive, abbiamo scelto due opere. La prima presenta l’immagine dell’imperialismo, si tratta di Sanya, La moglie egiziana e il Romanzo dell’Oriente Moderno (1927) di Bruno Corra. La seconda prospettiva dove troviamo l’immagine dell’Oriente fascinoso è nello scritto di Annie Vivanti, La terra di Cleopatra (1925). Il punto centrale della tesi si tratta di studiare Annie Messina (1910-1996), è una scrittrice che ha uno stile peculiare ed un approccio tutto suo al tema dell’Oriente. I testi studiati sono : "Il mirto e la rosa" (1982), "Il banchetto dell'emiro" (1997) e "La principessa e il wâlî" (1996), tutti pubblicati dalla casa editrice Sellerio.L’unico pubblicato da Mondadori è "La palma di Rusafa" (1989). L’ultima parte del lavoro abbiamo esposto un profilo storico e socio-religioso della letteratura erotica araba. In cui abbiamo rintracciato le origini dell’immagine erotico dell’Oriente e il tema dell’omosessualità, mettendo a confronto il testo omosessuale di Messina con la letteratura italiana contemporanea.

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La definizione di «scrittura dell’interpretazione» comprime in una sola locuzione la descrizione dell’oggetto principale del nostro studio, ovvero il problema della trascrizione musicale, descritta, non tanto come un determinato genere musicale, quanto come una ragione di osmosi e interferenze tra il fatto compositivo e quello interpretativo. Ad una traversata di quel territorio ci si appresta incentrando la trattazione intorno alla figura e all’opera del giovane compositore e direttore Bruno Maderna, autore di diverse trascrizioni della cosiddetta musica antica (dall’Odhecaton A, Monteverdi, Viadana, Frescobaldi, Legrenzi, ed altri ancora). Attraverso gli esempi presentati si intende mostrare come l’approccio maderniano alla trascrizione musicale si giustifichi a partire dalla sua stessa teoria e pratica dell’interpretazione musicale, più che in base a concetti forti definiti sul versante della scrittura, quali ad esempio quelli di analisi e parodia. Pari attenzione si offre al contesto storico degli anni in cui egli gravita, opera e si afferma come musicista (1946-1952 circa), dedicando ampio spazio alle figure di Gian Francesco Malipiero, Angelo Ephrikian e Luigi Nono, autori a loro volta di trascrizioni e revisioni di opere del Cinquecento, del Seicento e del Settecento. Intorno ai loro rapporti viene fornita una documentazione significativa, in buona parte inedita o poco conosciuta dagli studiosi, resa disponibile grazie alle ricerche d’archivio di cui si avvantaggia la nostra trattazione.

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This critical/creative project considers Stéphane Mallarmé’s critical poems in his 1897 Divagations as an invitation to explore the notion of criticism and the relationship between the conceptual and the nonconceptual aspects of writing and thinking. Informed by Emmanuel Levinas’s ethics of the face, Walter Benjamin’s essay “The Task of theTranslator” and the myth of Orpheus, I consider ways to approach that which may not be said or thought by following Mallarmé’s method of combining poetry and criticism to create a wandering, unclassifiable text where we may imagine the nonconceptual as a remoteness, as the presence of an absence.

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Finnish immigrants are often seen as labor activists, even “radicals,” and key players in the “left-right” political divide, thus indicating a real presence on the “other” side of the economy. How did successive historians build these now-standard views? This paper takes a sweeping tour of writing on Finnish Canadian workers, tracing the evolution of these assessments. Archives and histories provided basic notions of “the” Finnish Canadian and were key sources as professional scholars – many Finns themselves – began their work. In Canada, new academics – Varpu Lindstrom most prominently – wrote about women, arts and culture, intellectual activity, and the impact of Finns as “exceptional” historical actors in socioeconomic terms. But, have historians of Finnish Canadian workers built a convincing case? Examination of Finnish Canadian “economic” historiography offers insights into the Finnish Canadian “story,” and the nature of generalization in immigrant and ethnic history.

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Several non-invasive and novel aids for the detection of (and in some cases monitoring of) caries lesions have been introduced in the field of 'caries diagnostics' over the last 15 years. This chapter focusses on those available to dentists at the time of writing; continuing research is bound to lead to further developments in the coming years. Laser fluorescence is based on measurements of back-scattered fluorescence of a 655-nm light source. It enhances occlusal and (potentially) approximal lesion detection and enables semi-quantitative caries monitoring. Systematic reviews have identified false-positive results as a limitation. Quantitative light-induced fluorescence is another sensitive method to quantitatively detect and measure mineral loss both in enamel and some dentine lesions; again, the trade-offs with lower specificity when compared with clinical visual detection must be considered. Subtraction radiography is based on the principle of digitally superimposing two radiographs with exactly the same projection geometry. This method is applicable for approximal surfaces and occlusal caries involving dentine but is not yet widely available. Electrical caries measurements gather either site-specific or surface-specific information of teeth and tooth structure. Fixed-frequency devices perform best for occlusal dentine caries but the method has also shown promise for lesions in enamel and other tooth surfaces with multi-frequency approaches. All methods require further research and further validation in well-designed clinical trials. In the future, they could have useful applications in clinical practice as part of a personalized, comprehensive caries management system.

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The purpose of this paper is to introduce ideas that have emerged during the course of writing a book on Swedish welfare in the 1990s. The book is the result of many years of writing about two subjects: Swedish drug policy and the Swedish welfare state. The one very specialised, the other, more general. I first became interested in Swedish drug policy on a research visit to Örebro Län in 1986. A social worker showed me a copy of the county's drug policy programme and explained the significance of the 'restrictive line'. I have spent the years since that visit, trying to understand and explain the Swedish goal of a drug-free society (Gould 1988, 1994, 1996b). I only began to write about the welfare state in Sweden in the early 1990s, just as things were beginning to go wrong for the economy (Gould 1993a, 1993b, 1996a, 1999). For the last few years I have intended to write a book on the events covered by the period 1991-1998 - the years of a Bourgeois and a Social Democratic Government -which would bring the two halves of my work together. Material for this study has been accumulated over many years. A number of research visits have been made; large numbers of academics, politicians, civil servants, journalists, unemployed people, social workers and their clients have been interviewed; and extensive use has been made of academic, administrative and public libraries. Since September 1991 I have systematically collected articles from Dagens Nyheter about social services, social insurance, health care, employment, social issues and problems, the economy and politics. The journal Riksdag och Departement (Parliament and Ministry), which summarises a wide range of public documents, has been invaluable. Friends and informal contacts have also given me insights into the Swedish way of life. The new book is based upon all of these experiences. This paper will begin with a brief account of major global social and economic changes that have occurred in the last twenty years. This is intended to provide a background to the more recent changes that have occurred in Swedish society in the last decade. It will be suggested that the changes in Sweden, particularly in the field of welfare, have been less severe than elsewhere and that this is due to political, institutional and cultural resistance. The paper will conclude by arguing that Sweden, as an exemplar of an Apollonian modern society, has had much to fear from the Dionysian characteristics of postmodernity.

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The Codex Biblioteca Casanatense 1409 which has for a long time been neg- lected in Parzival scholarship, transmits German translations of three continuations of Chre ́tien de Troyes‘ Roman de Perceval ou Le Conte du Graal together with the last two books (XV/XVI) of Wolfram von Eschenbach’s Parzival. This article supports the for- merly casually made assumption that the Casanatense manuscript is in fact a direct copy of Codex Donaueschingen 97, the so called Rappoltsteiner Parzifal. As is to be shown, marks in the Donaueschingen codex, as well as significant copying errors in the Casanatense text and its treatment of initials suggest a direct relationship of the two witnesses. The notion of ,writing scene‘ (Schreibszene) with its implications of linguistic semantics, instrumentality, gesture and self reflection, proposed in modern literary scholarship, can help to understand peculiarities of the copying process in the Casanatensis, such as the numerous conceptual abbreviations and the adaptations in the handling of headings. In the final part of the article, the hypothesis is corroborated, that the copy of the Casa- natensis might have been produced in the surroundings of Lamprecht von Brunn (ca. 1320–1399), bishop of Strasburg and Bamberg, and counsellor of the emperor Charles IV.

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When considering data from many trials, it is likely that some of them present a markedly different intervention effect or exert an undue influence on the summary results. We develop a forward search algorithm for identifying outlying and influential studies in meta-analysis models. The forward search algorithm starts by fitting the hypothesized model to a small subset of likely outlier-free studies and proceeds by adding studies into the set one-by-one that are determined to be closest to the fitted model of the existing set. As each study is added to the set, plots of estimated parameters and measures of fit are monitored to identify outliers by sharp changes in the forward plots. We apply the proposed outlier detection method to two real data sets; a meta-analysis of 26 studies that examines the effect of writing-to-learn interventions on academic achievement adjusting for three possible effect modifiers, and a meta-analysis of 70 studies that compares a fluoride toothpaste treatment to placebo for preventing dental caries in children. A simple simulated example is used to illustrate the steps of the proposed methodology, and a small-scale simulation study is conducted to evaluate the performance of the proposed method. Copyright © 2016 John Wiley & Sons, Ltd.

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Se intenta mostrar la estrecha relación que tienen los conceptos de "antropología filosófica" y de "historia de las ideas", entendiendo que en Ardao la práctica hermenéutica es realizada por la comunidad latinoamericana, es decir, el sujeto concebido tanto en su espacialidad como en su temporalidad. Espacialidad y temporalidad que se caracterizan por su diferencia respecto al proceso histórico de "unificación" global de la razón. Las particularidades culturales de las diversas comunidades de sujetos que son objeto de prácticas hermenéuticas deben ser comprendidas a partir del descentramiento postcopernicano que permite superar el dualismo anta lógico que establecía una dicotomía entre el espacio, el tiempo y los modos de producción simbólicos. Así, podemos interpretar que la técnica de la escritura y los textos como "tejidos fisiológicos", según Ardao, son producidos en una comunidad y constituyen la exterioridad histórica de su "pensamiento" en su expresión y significación material.

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La violencia en todas sus dimensiones ha ocupado tarde o temprano la pluma de los escritores del Caribe y de América Latina, quienes con estilos disímiles y diversas estrategias discursivas encontraron en la labor literaria la libertad expresiva negada, en la mayoría de los casos, por su contexto social. La relativa distancia temporal de estos acontecimientos no significa que los intelectuales de los ’90 hasta el presente hayan dado una vuelta de página a la historia de tales sucesos cuyas consecuencias aún hoy se advierten y padecen. La literatura de Colombia y de la República Dominicana no son una excepción. Señorita del escritor colombiano Gonzalo España (1996) filtra la violencia de los años cincuenta de su país a través de la memoria de un niño, voz narrativa que actúa como un catalizador positivo del pasado. Mudanza de los sentidos de Ángela Hernández (2001) se distingue por la inocente perspectiva de una niña quien, al relatar el mundo de la tiranía de Rafael Leonidas Trujillo en la República Dominicana, cuenta su propia historia. Los distintos ritmos narrativos, el particular lenguaje y las diversas estrategias literarias permitirán analizar la importancia de elegir una perspectiva infantil para relatar los hechos de la violencia. La ruptura con los tradicionales personajes colectivos de las novelas que ficcionalizan hechos y personajes históricos amplía las posibilidades críticas y reflexivas que la expresión literaria ofrece sobre los hechos sociales y sobre el mismo arte de escribir.

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Se refiere la ubicación temporal de Domingo Faustino Sarmiento en la generación de 1837, llamada también por Ricardo Rojas “generación de los proscriptos". Momento en el que Sarmiento adoptó las célebres categorías de “civilización" y “barbarie". La importancia de la escritura adquirió entonces una decisiva función civilizadora, que en su caso tuvo las características de una imperiosa necesidad proyectada en piezas autobiográficas, folletos, folletines, narraciones, libros, anticipos de novelas, biografías, ensayos, cartas y ejercicios periodísticos. La Argentina tuvo en él al gran polemista que creía en la eficacia de la palabra escrita como praxis social. Dentro de este marco se ubica la significación concedida al periodismo para la formación de los ciudadanos, la responsabilidad de su ejercicio y la ética que le cabe, según se refleja en su artículo “El diarismo", de 1841, aunque a veces ese ejercicio incurriera en los modos que criticaba.

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En este artículo se analiza el desarrollo de las políticas paisajísticas en España, especialmente en su etapa actual, cuando el paisaje se ha convertido en un instrumento importante para la diagnosis y el desarrollo del territorio. En primer lugar, se estudian las diferentes etapas en la evolución de las políticas del paisaje en España, desde el periodo donde el paisaje sólo tenía un significado artístico y cultural (principios del siglo XX) hasta la firma y ratificación por España del Convenio Europeo del Paisaje (CEP) que establece un marco común para las políticas paisajísticas europeas. Se realiza un análisis crítico de los planteamientos del CEP y de los problemas de su implementación en España. Se hace hincapié en la problemática de la democracia y participación pública en la toma de decisiones políticas en materia de ordenación del territorio y paisaje que recomienda el CEP y las dificultades para llevar a cabo las medidas que allí se proponen. Como conclusión, se realiza una reflexión sobre la integración del paisaje en las políticas de ordenación del territorio europeas como una manifestación de la emergencia de las formas más democráticas de gestión del territorio y sobre los nuevos retos de las investigaciones paisajísticas.