992 resultados para Sermons per a funerals-S.XVIII


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Lo scopo del lavoro è di seguire, attraverso la disamina di fonti edite e inedite, le particolarità che, in età moderna, caratterizzarono la “via veneziana” al riscatto dei sudditi veneti che fossero detenuti a vario titolo dai “turchi”, e soprattutto dagli stati «barbareschi» della costa settentrionale africana. In particolare, lo studio si propone di concentrarsi sull'azione dei Provveditori sopra ospedali e luoghi pii. Tale magistratura, formata da tre patrizi ed esistente fin dal 1561 per tutelare gli ospedali maggiori veneziani e le molte altre istituzioni di ricovero esistenti in città, e nel contempo vigilare sulla loro corretta gestione amministrativa ed economica, dal 1588 e fino alla caduta della Repubblica nel 1797 fu incaricata anche del riscatto, aggiungendo quindi alla propria precedente denominazione la formula e al riscatto degli schiavi. A un organo dello Stato veniva dunque assegnata una funzione di controllo e superiore organizzazione, volta ad evitare il disperdersi delle sollecitate donazioni private ed un’eventuale scorretta gestione delle stesse. Il lavoro si focalizza poi sulle modalità con cui avveniva materialmente il riscatto dei sudditi veneti, o “esteri” ma al servizio veneto, che versassero in una condizione di bisogno, seguendo l'azione degli intermediari (spesso mercanti, cristiani o ebrei, o consoli di varie nazioni) che vivevano o si recavano nel territorio delle Reggenze nordafricane e contrattavano il prezzo necessario. Infine la ricerca, concentrandosi sul XVIII secolo, mira a valutare il quadro dei rapporti tra il governo veneziano, la Scuola veneziana della Trinità, dedita al riscatto, e i padri Trinitari, stabilitisi nel 1723 negli Stati veneti. Solo abbastanza tardi, infatti, e per un limitato arco di anni (fino al 1735), anche Venezia, sulla scorta di quanto da tempo praticato da altre potenze europee, decise – per ragioni principalmente di risparmio – di affidarsi per la gestione delle operazioni di riscatto ai religiosi.

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Nella tesi si osserva come nella cultura russa cambiava l’immagine di Roma. Se ancora alla fine del settecento l’antichità romana poteva risultare solamente uno strumento retorico-filologico da utilizzare per fare il proprio discorso più convincente, la generazione dei decabristi la stessa antica romanità la accostava alla cultura e storia russe tramite gli elevati ideali civici. La romanità ora risultava uno strumento di analisi della esperienza storica e politica della Russia anche nel contesto europeo. Da qui nasceva una serie di modelli russi legati all’antica Roma: il Catone di Radiscev, il Bruto dei decabristi, ecc. Vi attingeva generosamente anche una corrente di lirica russo-antica con i suoi ricchi riferimenti agli autori classici, Ovidio, Tacito, Orazio. Nasceva così una specie di Roma antica russa che viveva secondo le sue regole etiche ed estetiche. Con il fallimento dell’esperienza decabrista cambia anche l’approccio alle antichità: ci si distacca dalla visione storico-morale dell’antico, Roma non è più una categoria da emulare, ma una storia a sé stante e chiusa in sé stessa come ogni periodo storico. Essa smette di essere un criterio universale di giudizio etico e morale. Allo stesso tempo, una parte integrante della cultura russa all’epoca era il viaggio a Roma. I russi cresciuti con interesse e amore verso la Roma antica, impazienti ed emozionati, desideravano ora di vedere quella patria dei classici. Era come se fosse un appuntamento fra gli amici di vecchia data. Si affrettava a verificare di persona le muse di storia e di poesia. E con tutto questo si imparavano ad amare tutti i defetti della Roma reale, spesso inospitale, la Roma del dolore e della fatica. La voce importante nel racconto romano dei russi era anche la Roma del cristianesimo, dove ritrovare e ricoprire la propria “anima cristiana”.

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El objetivo de la presente investigación, el catálogo y estudio de las gramáticas de italiano destinadas a hispanohablantes de los siglos XVIII y XIX, se encuadra en el macrosector gramaticográfico de la historiografía lingüística, en el cual el estudio de las gramáticas de las lenguas dirigidas a hablantes nativos y a hablantes extranjeros, con los consiguientes cruces y trasvases de tradiciones gramaticales, es de significativo interés como destacan: (i) las tesis doctorales defendidas en los últimos quince años; (ii) los proyectos de investigación dirigidos y coordinados por prestigiosos estudiosos del sector; (iii) los congresos organizados para destacar y compartir las principales actualizaciones en torno a los estudios gramaticográficos; y (iv) las publicaciones que surgen de los tres puntos anteriores. El estudio presenta dos partes centrales: la primera (constituida por los capítulos 2 y 3) es la de catálogo y estudio de las diecinueve gramáticas que conforman el corpus en base a ocho áreas descriptivas (1. información catalográfica, 2. autor, 3. editor, 4. hiperestructura, 5. elementos peritextuales, gramaticales y didácticos, 6. variedad de textos y su secuencia didáctica, 7. caracterización, fuentes e influencias, y 8. localización); la segunda (capítulo 4) es la de estudio gramaticográfico de conjunto de los datos más relevantes de las areas de estudio utilizadas en las dos primeras partes. De este modo, daremos un panorama de conjunto sobre (i) la cronología de las obras y sus ediciones y rempresiones; (ii) la nacionalidad, profesión, condición religiosa, etc. de autores; (iii) la geografía de ediciones y editores; (iv) la descripción hiperestructural de las obras; (v) la estructura de los elementos peritextuales; (vi) las partes gramaticales y elementos que las componen; (vii) el verbo: definiciones y paradigma verbal; (vii) los elementos didácticos; (viii) las líneas de descripción gramatical; (ix) la localización de las gramáticas en las bibliotecas españolas.

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Il Palazzo Borsari, ora Palazzo Rossi, situato a Finale Emilia in provincia di Modena, viene edificato intorno alla fine del XVIII secolo. A partire dal 2012 il Palazzo muta il suo valore identitario: da edificio rappresentativo della città, che conserva esternamente il suo aspetto originario, a testimonianza del sisma che colpisce gravemente Finale Emilia. La prima parte di questa Tesi riguarda la conoscenza del manufatto,acquisita a seguito di un lavoro di ricerca archivistica condotto parallelamente ad un rilievo che combina diverse tecnologie. La seconda parte riguarda, invece, la valutazione del rischio sismico,eseguita secondo le direttive delle “Linee Guida per la valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale – allineamento alle nuove Norme tecniche per le costruzioni” (D.M. 14/01/2008). Il calcolo è stato condotto fino al livello di conoscenza LV1, che consiste nell’analisi qualitativa e nella valutazione con modelli meccanici semplificati. Le prime due parti sono state punto di partenza per il progetto di restauro, sviluppato secondo un duplice aspetto: da un lato il consolidamento e la conservazione del manufatto, dall’altro il reintegro delle lacune secondo una rilettura di ciò che resta e il recupero dell’immagine persa.

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Il configurarsi di Genova come approdo e luogo di passaggio per mete assai più note e la presenza nella città delle architetture alessiane tardo rinascimentali e alcune collezioni artistiche di rilievo presero ad attirare visitatori da tutta Europa, in un flusso che, a partire già dal XVI secolo, non aveva conosciuto grandi interruzioni nonostante i rischi del viaggio. Il patrimonio locale, specialmente quello figurativo, non aveva ancora una sua identità artistica e territoriale fuori dalle mura cittadine e pertanto l’attenzione dei visitatori fu dunque fino ad allora rivolta quasi unicamente ai grandi nomi legati al gusto coevo e al collezionismo europeo dell’epoca. Scopo di questo saggio è quello di puntualizzare la fortuna o sfortuna critica di alcuni specifici artisti emersi, sia pur episodicamente, da alcune relazioni di viaggiatori e di alcuni ricorrenti ›luoghi dell’arte‹.

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by Israel Herbert Levinthal

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Durante la época colonial, los grandes comerciantes en el Perú se comportaron como un grupo muy dinámico que desarrollaron importantes negocios en el área de la comercialización y se dedicaron, además, a prestar dinero al gobierno de turno. El presente trabajo tiene por objetivo, identificar los conflictos que se suscitaron por la guerra de Independencia y cómo la elite mercantil fue transformándose con la llegada de comerciantes extranjeros, que se instalaron en Lima al ver esta plaza interesante para la expansión de sus actividades. Veremos también algunos estudios de casos, especialmente comerciantes extranjeros que nos permitirán analizar la dinámica empresarial de los mismos

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Durante la época colonial, los grandes comerciantes en el Perú se comportaron como un grupo muy dinámico que desarrollaron importantes negocios en el área de la comercialización y se dedicaron, además, a prestar dinero al gobierno de turno. El presente trabajo tiene por objetivo, identificar los conflictos que se suscitaron por la guerra de Independencia y cómo la elite mercantil fue transformándose con la llegada de comerciantes extranjeros, que se instalaron en Lima al ver esta plaza interesante para la expansión de sus actividades. Veremos también algunos estudios de casos, especialmente comerciantes extranjeros que nos permitirán analizar la dinámica empresarial de los mismos

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Durante la época colonial, los grandes comerciantes en el Perú se comportaron como un grupo muy dinámico que desarrollaron importantes negocios en el área de la comercialización y se dedicaron, además, a prestar dinero al gobierno de turno. El presente trabajo tiene por objetivo, identificar los conflictos que se suscitaron por la guerra de Independencia y cómo la elite mercantil fue transformándose con la llegada de comerciantes extranjeros, que se instalaron en Lima al ver esta plaza interesante para la expansión de sus actividades. Veremos también algunos estudios de casos, especialmente comerciantes extranjeros que nos permitirán analizar la dinámica empresarial de los mismos

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Fil: Jumar, Fernando. Universidad Nacional de La Plata. Facultad de Humanidades y Ciencias de la Educación; Argentina.

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Distribution, density, and feeding dynamics of the pelagic tunicate Salpa thompsoni have been investigated during the expedition ANTARKTIS XVIII/5b to the Eastern Bellingshausen Sea on board RV Polarstern in April 2001. This expedition was the German contribution to the field campaign of the Southern Ocean Global Ocean Ecosystems Dynamics Study (SO-GLOBEC). Salps were found at 31% of all RMT-8 and Bongo stations. Their densities in the RMT-8 samples were low and did not exceed 4.8 ind/m**2 and 7.4 mg C/m**2. However, maximum salp densities sampled with the Bongo net reached 56 ind/m**2 and 341 mg C/m**2. A bimodal salp length frequency distribution was recorded over the shelf, and suggested two recent budding events. This was also confirmed by the developmental stage composition of solitary forms. Ingestion rates of aggregate forms increased from 2.8 to 13.9 µg (pig)/ind/day or from 0.25 to 2.38 mg C/ind/day in salps from 10 to 40 mm oral-atrial length, accounting for 25-75% of body carbon per day. Faecal pellet production rates were on average 0.08 pellet/ind/h with a pronounced diel pattern. Daily individual egestion rates in 13 and 30 mm aggregates ranged from 0.6 to 4.8 µg (pig)/day or from 164 to 239 µg C/day. Assimilation efficiency ranged from 73 to 90% and from 65 to 76% in 13 and 30 mm aggregates, respectively. S. thompsoni exhibited similar ingestion and egestion rates previously estimated for low Antarctic (~50°S) habitats. It has been suggested that the salp population was able to develop in the Eastern Bellingshausen Sea due to an intrusion into the area of the warm Upper Circumpolar Deep Water