999 resultados para Tragedia francesa


Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Ce travail n'a pas pour but d'établir une histoire du choeur tragique pour ainsi dire 'd'anthologie', mais bien plutôt de tracer un parcours sélectif et dynamique, en suivant l'évolution de ses formes et de ses fonctions dans la tragédie italienne, à partir du début du XVIe siècle jusqu' à la production alfiérienne et au retour du choeur dans le théâtre de Manzoni ; à cela s'ajoute un exercice en dehors du genre dramatique tel que le Dialogo di Federico Ruysch e delle sue mummie dans les Operette morali di Giacomo Leopardi. Dans la première partie - la plus ample et complexe, portant sur l'emploi du choeur dans la tragédie de la Renaissance - on essaye de cerner le contexte qui favorise la persistance d'un espace choral en examinant plusieurs commentaires de la Poétique aristotélicienne, et des essais de théorie dramaturgique comme Della poesia rappresentativa de Angelo Ingegneri, ou le Discorso intorno al comporre de Giambattista Giraldi Cinzio. À côté de la discussion sur le rôle du choeur on envisage aussi le profil formel des sections chorales, en s'appuyant sur l'analyse métrique, dans le cadre plus général du 'petrarchismo metrico', et en particulier de la réception de la chanson pétrarquesque. Interroger la présence de trois constantes thématiques - par exemple la forme de l'hymne à Éros - signifie en suite relever l'importance de Sophocle pour le théâtre de la Renaissance dans la perspective du choeur. Cette première section est complétée par un chapitre entièrement consacré à Torquato Tasso et à son Re Torrismondo, qui présente un troisième chant choral de grande épaisseur philosophique, central dans l'économie du drame et analysé ici à travers un exercice de lecture qui utilise à la fois les instruments de la stylistique, de l'intertextualité, et de l'intratextualité concernant l'entier corpus poétique et philosophique tassien, de ses Rime aux Dialoghi. La deuxième section, qui commence par une exploration théorique de la question du choeur, conduite par exemple sur les textes de Paolo Beni e Tommaso Campanella, a pour cible principale de expliquer comment le choeur assume le rôle d'un vrai 'personnage collectif' dans le théâtre de Federico Della Valle : un choeur bien installé dans l'action tragique, mais conservant au même temps les qualités lyriques et philosophiques d'un chant riche de mémoire culturelle et intertextuelle, de la Phaedra de Sénèque à la Commedia dantesque dans la Reina di Scozia, centre principal de l'analyse et coeur du catholicisme contreréformiste dellavallien. Dans la troisième partie le discours se concentre sur les formes de la métamorphose, pour ainsi dire, du choeur : par exemple la figure du confident, conçu comme un substitut du groupe choral dans les discussions des théoriciens et des auteurs français - voir Corneille, D'Aubignac, Dacier - et italiens, de Riccoboni à Calepio et Maffei. Cependant dans cette section il est surtout question de la définition de l'aria mélodramatique compris comme le 'nouveau choeur' des Modernes, formulée par Ranieri Calzabigi et par Metastasio. Il s'agit donc ici de mettre en relation l'élaboration théorique contenue dans la Dissertazione de Calzabigi et dans l'Estratto de l'Arte poetica de Metastasio avec le premier et unique essai tragique de jeunesse de ce dernier, le Giustino, et le livret de son Artaserse. On essaye de montrer le profond lien entre l'aria et l'action dramatique : donc c'est le dramma musicale qui est capable d'accueillir la seule forme de choeur - l'aria - encore possible dans le théâtre moderne, tandis que le choeur proprement tragique est désormais considéré inutilisable et pour ainsi dire hors-contexte (sans toutefois oublier qu'à la fin du siècle Vittorio Alfieri essayait de ne pas renoncer au choeur dans sa traduction des Perses d'Eschyle ; et surtout dans un essai tragique comme l'Alceste seconda ou dans sa tramelogedia, l'Abele). Comme conclusion une section contenant des remarques qui voudrait juste indiquer trois possibles directions de recherche ultérieure : une comparaison entre Manzoni et Leopardi - dans la perspective de leur intérêt pour le choeur et de la différence entre le sujet lyrique manzonien et celui léopardien ; une incursion dans le livret du mélodrame verdien, afin de comprendre la fonction du choeur manzonien et sa persistance dans le texte pour l'opéra ; et enfin quelque note sur la réception du choeur manzonien et du Coro di morti léopardien dans le XXe siècle, en assumant comme point d'observation la poésie de Carlo Michelstaedter, Andrea Zanzotto et Franco Fortini. Il lavoro non intende tracciare una storia 'da manuale' del coro tragico, ma piuttosto indicare un percorso selettivo e dinamico, seguendo l'evoluzione delle sue forme e delle sue funzioni nella tragedia italiana, a partire dall'inizio del sedicesimo secolo per arrivare alla produzione alfieriana e al ritorno del coro nel teatro di Manzoni; a ciò si aggiunge una prova estranea al genere drammatico come il Dialogo di Federico Ruysch e delle sue mummie nelle Operette morali di Giacomo Leopardi. Nella prima parte - la più ampia e complessa, riguardante l'impiego del coro nella tragedia rinascimentale - si cerca di ricostruire il contesto che favorisce la persistenza dello spazio corale attraverso l'esame di diversi commenti alla Poetica aristotelica, e di alcuni saggi di teoria drammaturgica come Della poesia rappresentativa di Angelo Ingegneri, o il Discorso intorno al comporre di Giambattista Giraldi Cinzio. La discussione sul ruolo del coro è affiancata dall'esame del profilo formale delle sezioni corali, grazie a un'indagine metrica nel quadro del più ampio petrarchismo metrico cinquecentesco, e in particolare nel quadro della ricezione della formacanzone petrarchesca. Interrogare la presenza di tre costanti tematiche - per esempio la forma dell'inno a Eros - significherà in seguito rilevare l'importanza di Sofocle per il teatro rinascimentale anche nella prospettiva angolata del coro. Questa prima sezione è completata da un capitolo interamente dedicato a Torquato Tasso e al suo Re Torrismondo, che presenta un terzo canto corale di grande spessore stilistico e filosofico, centrale nell'economia del dramma e analizzato qui attraverso un esercizio di lettura che si serve degli strumenti della stilistica e dell'intertestualità, oltre che del rapporto intratestuale fra i vari luoghi del corpus tassiano, dalle Rime ai suoi Dialoghi. La seconda sezione, che si avvia con un'esplorazione teorica della questione del coro nel Seicento - condotta per esempio sui testi di Paolo Beni e Tommaso Campanella - ha per fulcro la descrizione di un coro quale 'personaggio collettivo' nelle tragedie di Federico Della Valle: un coro ben inserito nell'azione tragica, ma che conserva allo stesso tempo le qualità liriche e filosofiche di un canto ricco di memoria culturale e intertestuale, dalla Fedra di Seneca alla Commedia dantesca, nella sua Reina di Scozia, centro dell'analisi e cardine del cattolicesimo controriformista dellavalliano. Nella terza sezione il discorso si concentra sulle forme della metamorfosi, per così dire, del coro: per esempio la figura del confidente, interpretato come un sostituto del gruppo corale nelle discussioni di teorici e autori francesi - Corneille, D'Aubignac, Dacier - e italiani, da Riccoboni a Calepio e Maffei. Ma qui ci si rivolge anzitutto alla definizione dell'aria melodrammatica, sentita quale 'nuovo coro' dei Moderni da Ranieri Calzabigi e Pietro Metastasio. Si tratterà dunque di mettere in relazione l'elaborazione teorica svolta nella Dissertazione di Calzabigi e nell'Estratto dell'arte poetica di Metastasio con il primo e unico - e giovanile - tentativo tragico di quest'ultimo, il Giustino, e con il libretto del suo Artaserse. L'intenzione è quella di mostrare il profondo legame tra l'aria e l'azione drammatica: è perciò il dramma musicale che è capace di accogliere la sola forma di coro - l'aria - ancora possibile nel teatro moderno, mentre il vero e proprio coro tragico si rassegna ormai a essere considerato inutile e per così dire fuori contesto (senza dimenticare, tuttavia, che al chiudersi del secolo Vittorio Alfieri tentava di non rinunciare al coro nella sua traduzione dei Persiani di Eschilo; e soprattutto in un tentativo tragico come la sua Alceste seconda o nella tramelogedia Abele). In conclusione una più veloce sezione che vorrebbe semplicemente indicare qualche altra possibile direzione di ricerca: un confronto fra Manzoni e Leopardi - nella prospettiva del coro interesse per il coro, e della differenza fra il soggetto lirico manzoniano e quello leopardiano; un'incursione nel libretto del melodramma verdiano, per misurarvi la funzione del coro manzoniano e la sua persistenza nel testo operistico; e infine qualche appunto sulla ricezione del coro manzoniano e del Coro di morti di Leopardi nel Novecento, assumendo quale punto d'osservazione la poesia di Carlo Michelstaedter, Andrea Zanzotto e Franco Fortini.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Novos táxons são descritos: do Equador, Cotyschnolea gen. nov., espécie-tipo, Cotyschnolea minuta sp. nov. (Loja); Mimasyngenes murutinga sp. nov. (Manabi); Stereomerus hovorei sp. nov. (Manabi) e da Bolívia, Estola timbauba sp. nov. (Santa Cruz); Inermestoloides mocoia sp. nov. (Santa Cruz). Estola medionigra Breuning, 1940 é redescrita e registrada pela primeira vez na Guiana Francesa.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Desde a revolução francesa que as cidades são vistas como espaços de democracia e de cidadania, espaços de civilização e o lugar por excelência da afirmação do espaço público (Innerarity, 2010). Actualmente, o debate sobre o impacto da globalização económica e cultural nas cidades leva-nos a pensá-las como uma organização espacial fragmentada, onde grupos dominantes controlam a maioria dominada através da gestão planificada e privatização dos espaços a partir de políticas “excluidoras”. Procuramos expor neste artigo as implicações sociais que as estruturas sociais dualizadas podem trazer às sociedades – à sociedade praiense, analisando as práticas de ocupação dos territórios urbanos e a sua relação com o surgimento de comportamento grupal juvenil delinquente, bem como as representações dos bairros para os seus jovens, sentido como um espaço comunitário de convivialidade e aprendizagem e da Cidade da Praia, espaço urbano em transformação, marcado pela emergência de uma nova ordem sócio-espacial, assente na desigualdade social e pobreza urbana. Instigamos, também, uma reflexão sobre as repercussões que uma possível substituição do modelo sócioespacial da cidade morabeza, um lugar de integração (Innerarity, 2010), caracterizada por mecanismos dissimuladores de distâncias sociais, pelo modelo sócio-espacial da “cidade partida”3 (Ventura, 1994), assinalada pela segregação espacial, agregação selectiva, onde vigora a lei do mais forte, lugar em que a violência – física e/ou simbólica – nos é apresentada como a forma de relação social por excelência.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Desde a revolução francesa que as cidades são vistas como es- paços de democracia e de cidadania, espaços de civilização e o lugar por excelência da afirmação do espaço público (Innerarity, 2010). Actualmente, o debate sobre o impacto da globalização económica e cultural nas cidades leva-nos a pensá-las como uma organização espacial fragmentada, onde grupos dominantes controlam a maioria dominada através da gestão planificada e privatização dos espaços a partir de políticas “excluidoras1”. Procuramos expor neste artigo as implicações que as estruturas sociais dualizadas podem trazer às sociedades – à sociedade praien- se, tomando o bairro da Achada Grande Trás como recorte analíti- co –, analisando as práticas de ocupação dos territórios urbanos e a sua relação com o surgimento de comportamento grupal juvenil delinquente, bem como as representações desse bairro para os seus jovens, sentido como um espaço comunitário de convivialidade e aprendizagem e da Cidade da Praia, espaço urbano em transforma- ção, marcado pela emergência de uma nova ordem sócio-espacial, as- sente na desigualdade social e pobreza urbana.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Esta Licenciatura constitui uma etapa fundamental que prepara os formandos para a entrada no mundo do trabalho. Segundo o paradigma internacional a Licenciatura em Línguas,Literaturas e Culturas estabelece as bases para o prosseguimento de estudos, quer a nível de mestrado e doutoramento, quer a nível de formações profissionalizantes complementares nos Ramos de Ensino, Turismo e Tradução. A Licenciatura em Línguas, Literaturas e Culturas desenvolve-se a partir de um tronco comum, constituído por um conjunto de disciplinas científicas-base, de introdução aos estudos de Literatura, Linguística e Cultura comuns ao domínio da Língua Portuguesa, Inglesa e Francesa, sendo cada uma orientada nos dois anos seguintes em três percursos Ensino, Tradução, Turismo e Mediação Turística, totalizando nove saidas profissionais. Serve a presente para apresentar em termos sumários o relatório final do estágio de Promoção Cultural, do Curso de Estudos Cabo-verdianos e Portugueses, realizado na Escola Secundária Dr. José Augusto Pinto, sob a orientação do Sr. Professor Anildo Coronel e supervisão da Dra. Professora Rosa Elina Aguilar Pazos.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

O gênero Trichonius Bates, 1864 e suas espécies são redescritos. Oito espécies são reconhecidas, das quais cinco novas são descritas: Trichonius minimus sp. nov., T. bellus sp. nov. e T. griseus sp. nov. da Guiana Francesa e Brasil; T. affinis sp. nov. (Mato Grosso), e T. atlanticus sp. nov. (Bahia, Minas Gerais) do Brasil. São fornecidas chave para identificação das espécies e ilustrações.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Três espécies são reconhecidas: Melipona (Michmelia) fuliginosa Lepeletier, 1836, de larga distribuição, do Suriname e Guiana Francesa até o sudeste do Brasil e noroeste da Argentina, M. (Michmelia) titania Gribodo, 1893 (revalidado), endêmica do oeste da Amazônia, e M. (Michmelia) fallax sp. nov., do noroeste do Equador até a América Central. Melipona fuliginosa distingue-se pela pilosidade dos tergos metassomáticos II-V, tanto do macho como da operária, densa e plumosa, e pelo primeiro tarsômero da perna III do macho mais largo que longo. Em M. titania e M. fallax sp. nov., a pilosidade dos tergos II-V é escassa e simples, não-plumosa, e o primeiro tarsômero tão longo quanto largo ou mais longo que largo. Operárias de Melipona titania e M. fallax sp. nov. separam-se pela forma do penicilo, que é fortemente sinuoso em M. titania, e nos machos de M. fallax sp. nov. as órbitas internas dos olhos são paralelas, enquanto em M. titania as órbitas são convergentes embaixo. Novos registros geográficos, dados bionômicos e uma chave para identificação das espécies são apresentados. Adicionalmente, são feitos comentários sobre o padrão biogeográfico e sobre as glândulas tergais das rainhas.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Novas espécies descritas de Trinidad and Tobago: Plocaederus dozieri sp. nov. (Cerambycini, Cerambycina), Anelaphus trinidadensis sp. nov. (Elaphidionini), Piezocera rufula sp. nov. (Piezocerini), Assycuera marcelae sp. nov. and Ceralocyna venusta sp. nov. (Trachyderini, Ancylocerina). Neocompsa pallida sp. nov. (Ibidionin) é descrita de Trinidad and Tobago e da Venezuela. Ommata (O.) gallardi Peñaherrera & Tavakilian, 2004 (Rhinotragini), descrita originalmente da Guiana Francesa, é registrada para Trinidad and Tobago.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Novos táxons em Acanthocinini sul-americanos (Coleoptera, Cerambycidae). São descritos e figurados os novos táxons: Trichonyssodrys nessimiani sp. nov. do Brasil (Bahia a Santa Catarina), Amniscites tavakiliani sp. nov. da Guiana Francesa and A. amboroensis sp. nov. da Bolívia (Cochabamba e Santa Cruz); Trichonius inusitatus sp. nov. e Lophopoenopsis itatiaiensis sp. nov. do Brasil (Rio de Janeiro) e Luteolepturges gen. nov., espécie tipo L. galbus sp. nov., do Brasil (Amazonas, Rondônia), Peru e Equador.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Novos táxons descritos em Cerambycinae, Eligmodermini: Eligmoderma lara sp. nov. da Venezuela; Elaphidiini: Cratericus gen. nov., espécie-tipo, C. divaricatus sp. nov., da Jamaica. Em Lamiinae, Desmiphorini: Capillicornis gen. nov., espécie-tipo, C. basilaris sp. nov. do Equador; Cotycicuiara acuminata sp. nov. do Panamá; C. guiana sp. nov. da Guiana Francesa; Eupromerini: Puanama skillmani sp. nov. do Brasil (Rondônia). Novos registros são feitos para Temnopis martinezi Martins, 1995 (Oemini) e Estoloides (E.) aurantius Martins & Galileo, 2010 (Desmiphorini). A localidade-tipo de Hovorelus adiectus Galileo & Martins, 2010 (Prioninae, Anacolini) é corrigida e novos dados são acrescentados.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

A ligação entre as práticas pedagógicas nas escolas e os novos meios informáticos e tecnológicos constitui hoje o centro dos debates acerca do que significam estes últimos num mundo globalizado e a forma como eles são ou serão usados numa educação que se pretende emancipadora. Será este texto, por isso, uma partilha com os leitores das reflexões em torno destas questões, suscitadas por investigação anterior e pelo decurso de investigação de ensino on-line na Universidade Jean Piaget de Cabo verde. Não se pretende, por isso, conclusiva, mas apenas como um passo no caminho a desbravar.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Treball de recerca realitzat per alumnes d’ensenyament secundari i guardonat amb un Premi CIRIT per fomentar l'esperit científic del Jovent l’any 2010. El treball pretén explicar la situació de la llengua occitana en el segle XIII i reivindicar avui dia la rica herència cultural d' aquesta llengua sense Estat, el seu paper fonamental en els orígens de la lírica trobadoresca i el tractament discriminatori que pateix a França. El treball, síntesi d'un projecte més ambiciós, es divideix en tres blocs: l'estudi de la civilització occitana del XII- XIII, de la seva lírica i l'anàlisi pràctic de la poesia de sis autors/es. La metodologia passa per llegir diversos llibres, sintetitzar el tema i contrastar les fonts; acudir a un curs intensiu de Llengua Occitana al CAOC; transcriure en vers la traducció en prosa dels poemes que donava Martí de Riquer i analitzar-los; atesa la seva escassetat, crear mapes a partir del Google Earth i Microsoft Office Visio; concertar entrevistes; intentar contactar amb l'Acadèmia Francesa. Com a resultat el treball toca diverses branques: història, societat, llengua i literatura, emmarcades en la societat feudal. Ajuda a la comprensió de la fin amors, base de tota la poesia amorosa de l'època. S'ha intentat menystenir la lacre del masclisme en el llenguatge i en l'elecció d'autors, tot i que fins i tot s'ha vist reflectit en els repertoris de poesies, més extensos en els trobadors que en les trobadores. Serveix per mostrar el veritable drama que viu l'Occità, que, des d'un lloc literàriament privilegiat, ara es troba en una situació molt pitjor que la que viu el Català.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

L'étude des risques naturels est devenu un sujet de débat entre les géographes physiques français, de plus en plus conscients de l'exposition croissante des sociétés aux risques naturels et du besoin d'évaluer leurs compétences et leurs moyens d'intervention. Mais l'étude des risques naturels a aussi été un sujet récurrent dans l'histoire de la géographie française. Cet article prétend être une approche au traitement qu'a reçu ce thème dans les Annales de Géographie depuis sa création jusqu'h aujourd’hui. Après avoir distingué trois étapes (1891-1930, 1930-1975 et 1975-1991) on a établi les rapports existants entre les différents moments de la géographie française et l'étude des risques naturels et on a analysé autant le contenu des notices sur les divers évènements catastrophiques que les travaux des auteurs les plus représentatifs. I1 s'agit, en résumé, de proposer une réflexion sur la façon dont la géographie française a abordé ce sujet

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

En 1979 Y. Lacoste a publié dans la revue "Hérodote" un article surprenant intitulé "A bas Vidal ... Viva Vidal" qui exhumait la dernière œuvre de Vidal de la Blache: La france de I'Est (Loraine-Alsace) (1917). Dans cet article, Lacoste faisait l'éloge de certains aspects économiques, sociaux et surtout géopolitiques, non traités dans le traditionnel modèle vidalien. Nous tenterons d'approfondir dans cet essai l'une des questions qu'a induite l'article de Lacoste, a savoir la place qu'occupe la Géographie Politique dans l'école vidalienne. Les différents travaux et actions des disciples de Vidal ont fait preuve d’un grand intérêt pour la Géographie Politique en abandonnant provisoirement le schéma descriptif prope à la géographie régionale française. À la fin de la première guerre mondiale, le problème frontalier de l'Alsace-Loraine devient l'axe central de La France de I'Est; On a fait ressortir les éléments géopolitiques de cette œuvre a fin de démontrer que l'aspect géopolitique de l'école vidalienne est méconnu

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

A ideia de elaborar dramatizações a partir de Tradições Orais surgiu em 2004 durante a preparação para a conclusão do bacharelato nesta Escola, após os primeiros contactos com as obras do dramaturgo francês, Alfred Jarry. Em 2005, para a tese de licenciatura, sob tema Estudos Comparativos da Dramaturgia de Alfred Jarry Com as Fábulas Caboverdianas de Lobo e Chibinho começamos, de forma entusiástica, a vasculhar o comportamento e a psicologia de algumas personagens de Jarry. Concluímos que as estórias do Lobo e Chibinho que se contavam em Cabo Vede (CV) não eram mais do que decalques das dramaturgias Jarrianas. Verificamos óbvias semelhanças entre estes dois heróis arquétipos. Ubu, que numa perfeita pronúncia francesa seria Iubú, está muito próxima do Iôbu, que quer dizer Lobo. O próprio Lobo, pela acentuada dislexia de que padece, pela asnice que o caracteriza, não consegue pronunciar certas consoantes, como: ―c‖, ―l‖, ―r‖, ―s‖ ou ―z‖. Por exemplo: palácio, diz paiáxio; rapariga, iapaíga; esposa, espoja. Ele tem dificuldade em pronunciar o seu próprio nome pelo que substitui os ―Ls‖ pelo ―Is‖, chamando-se a si próprio de Iôbu em vez de Lobo. Estas caraterísticas são comuns entre ambos. O próprio Jarry, numa carta dirigida ao encenador Lugné-Poe, em 1896, recomenda o seguinte: ―5° Adoption d‘un ‗accent‘ ou mieux d'une ‗voix‘ spéciale pour le personnage principal‖. (Cf. a carta integral no anexo). E no prefácio de As Aventuras de Nhu Lobo, p.7, pode-se constatar essas evidências, conforme escreveu a Prof. Eugénia Vasques: ―… estas aventuras do antitético par pícaro Senhor Lobo (Nhu Lobo) e seu sobrinho Xibinho estão para a literatura de Cabo Verde como Ubu-Rei (peça estreada em 1896), de Alfred Jarry (1873-1907), estará para a cultura francesa ou As Aventuras do Soldado Schweik (escritas entre 1921-23), de Jaroslav Hasek (1883-1923), para a cultura checa.‖ [sic.]