739 resultados para Pressió venosa


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Los torniquetes quirúrgicos se utilizan de forma habitual en los pacientes que requieran isquemia con patologías traumática y ortopédica. Impiden el flujo sanguíneo a una extremidad y permiten a los cirujanos trabajar en un campo quirúrgico exangüe. Facilita la identificación de estructuras y reduce las pérdidas de sangre, de este modo, disminuye el tiempo y las complicaciones quirúrgicas. El torniquete neumático moderno se regula automáticamente y hay protocolos para el ancho, ajustes de presión y duración. Los profesionales de Enfermería deben utilizar un lenguaje común en la atención al paciente y desarrollar procedimientos y protocolos relacionados con el uso seguro de los aparatos de isquemia. La Association of perioperative Registered Nurses (AORN), establece una guía de prácticas recomendadas para el uso del torniquete neumático. Son 18 y representan un nivel óptimo en la práctica clínica. Incluyen recomendaciones relativas al mantenimiento de los equipos de isquemia, evaluación preoperatoria de los pacientes para determinar los riesgos, beneficios y planificar los cuidados, contraindicaciones, tamaños adecuados de los manguitos, protecciones, exanguinación de la extremidad, presiones, tiempos del torniquete, evaluación postoperatoria de los pacientes y formación del personal que utiliza los manquitos de isquemia. Se han descrito diferentes complicaciones, a nivel sistémico: aumento de la presión venosa central, hipertensión arterial, hipotermia transitoria, embolismo pulmonar, trombosis venosa profunda y trastornos metabólicos...

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INTRODUCCIÓN: El Edema Macular (EM) es la principal causa de perdida de agudeza visual en pacientes con Oclusión Venosa Retiniana (OVR); luego del tratamiento, algunos pacientes persisten con mala agudeza visual. OBJETIVO: Realizar una Revisión Sistemática de la Literatura (RSL), para identificar la evidencia existente sobre factores tomográficos que predicen el resultado visual en pacientes con EM secundario a OVR. FUENTE DE LA INFORMACIÓN: PUBMED, MEDLINE, EMBASE, LILACS, COCHRANE, literatura gris. SELECCIÓN DE LOS ESTUDIOS: Ensayos Clínicos Controlados (ECC) y estudios observacionales analíticos. EXTRACCIÓN Y SÍNTESIS DE LOS DATOS: Dos investigadores seleccionaron los artículos de forma independiente. Se realizó una síntesis cualitativa de la información siguiendo las recomendaciones de la declaración PRISMA 2009. MEDIDAS Y DESENLACE PRINCIPAL: Grosor Retiniano Central (GRC), integridad de Banda Elipsoide e Integridad de Membrana Limitante Externa (MLE), determinados por SD OCT. El desenlace principal es la Agudeza Visual Mejor Corregida (AVMC) a los 6, 12,18 y/o 24 meses. RESULTADOS: Se identificaron 872 abstract y se incluyeron 8 artículos en el análisis cualitativo. Seis estudios evaluaron el GRC sin encontrar asociación con resultado visual final. Solo 2 estudios evaluaron y encontraron asociación estadísticamente significativa de la integridad de la MLE con el desenlace visual, Kang, H 2012 (r2 0,51 p 0,000), Rodriguez, F 2014 (p< 0,001). La integridad de la BE fue asociada a pronostico visual en 4 de 5 estudios que evaluaron esta variable, con resultados estadísticamente significativos. La AVMC de base también se asocio con desenlace visual en 4 de 5 estudios que la evaluaron. El mejor modelo que predice el resultado funcional según el estudio de Kang, H 2012 fue: Integridad de MLE, integridad de BE y AVMC de base (R2 0,671 p 0,000), a los 12 meses de seguimiento. CONCLUSION: La evidencia actual sugiere que la integridad de la BE y la MLE son predictores del resultados funcional en pacientes con EM secundario a OVR después de 6 o mas meses de seguimiento. Es necesario la realización de estudios controlados para llegar a resultados mas concluyentes.

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Bussi Officine è tra i più antichi impianti petrolchimici italiani. I residui di produzione venivano sversati nella discarica I Tre Monti sin dagli anni '70. A circa 2 km di distanza dalla discarica si trova il campo pozzi di Colle S’Angelo, che ha erogato acqua potabile alla città di Pescara fino al 2007. Dal 1992, solventi clorurati sono stati sversati in concentrazioni che variavano nell'ordine di 1x10-1 ppb. Lo scopo di questo lavoro è stato quello di effettuare uno studio piezometrico, sullo stato di contaminazione dell’area ed uno studio isotopico sulle unità acquifere contaminate. Nel 2017 è stato effettuato il campionamento delle acque sotterranee coinvolgendo 8 piezometri situati nelle zone di contaminazione più gravi applicandovi poi la tecnica CSIA per le analisi isotopiche sui contaminanti ed è stato rilevato il livello piezometrico dei piezometri insieme al livello idrico del fiume Pescara per ricostruire la relazione fiume-falda che è stata riscontrata su tutta l’area; l’andamento si presenta però differente: per gli acquiferi più superficiali si osserva un effetto alimentante del fiume rispetto alla falda; nel caso dell’acquifero più profondo, questo effetto è confermato solo nell’area della discarica, la falda diventa poi alimentante rispetto al fiume nei pressi del campo pozzi. I dati isotopici mostrano un trend verso l’arricchimento che aumenta con la distanza dalla zona sorgente di contaminazione, indice di un processo di degradazione attribuibile alle opere messe in atto per la Messa in Sicurezza d’Emergenza che nel tempo avrebbero causato una riduzione del flusso di ossigeno cambiando le condizioni redox, come testimoniano i valori fortemente negativi del potenziale. Per gli isotopi del cloro l’andamento è più complesso ed apparentemente anomalo rispetto al carbonio: il trend è in verso opposto con un progressivo impoverimento dalla zona sorgente, imputabile ad una possibile coesistenza di più processi provocati dalle opere costruite nel 2012.

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Introduzione: L’intervento di Fontan comporta un aumento istantaneo della pressione venosa centrale che causa, nel medio-lungo termine, una forma di epatopatia specifica detta FALD. Il monitoraggio della FALD è complesso ma potrebbe consentire di bloccarne o rallentarne l’insorgenza. Lo studio ha valutato l’efficacia delle modalità di monitoraggio non invasivo. Materiale e metodi: Sei pazienti (età media 24 anni) operati presso l’IRCCS Azienda Ospedaliero Universitaria di Bologna sono stati sottoposti a RMN 4D-Flow e ad Ecodoppler epatico. Sono stati raccolti i dati anagrafici, morfologici, anamnestici e i markers sierologici per il calcolo degli scores MELD-XI, APRI, FIB4, i valori di Shear Stress assiale e circonferenziale e gli indici di pulsatilità e resistenza delle arterie epatica e renale. Risultati: Il tempo trascorso tra la Fontan e lo studio è stato di 17,8 anni. Età media alla Fontan 6,8 anni. Tutti i pazienti avevano un quadro compatibile con epatopatia. I markers sierologici e gli scores MELD-XI,APRI e FIB4 si sono dimostrati di scarsa utilità. All’ecografia tutti i pazienti avevano ecostruttura irregolare, splenomegalia e valori elevati di pulsatilità e resistenza dell’arteria epatica e splenica. La rigidità epatica media è stata di 12,4 Kpa. Alla RMN 4DF lo Shear stress assiale è stato massimo a livello del condotto (0,16 Pa) e minimo a livello delle vene sovra epatiche (0,05 Pa). Lo Shear Stress si è mostrato massimo nei pazienti con emodinamica sfavorevole e peggior quadro ecografico addominale, evidenziando aree di inefficienza energetica. Conclusioni: La combinazione delle diagnostiche di imaging non invasive potrebbe rivelarsi adeguata per il monitoraggio della FALD. In particolare, la RMN 4D Flow potrebbe rivelare aree di inefficienza energetica predisponenti alla FALD. Questo potrebbe indirizzare in modo specifico la terapia dei pazienti operati o addirittura indurre la modifica del disegno della Fontan verso forme più efficienti.

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Il telerilevamento satellitare costituisce una delle tecniche di osservazione maggiormente efficace nel monitoraggio e nello studio dell'estensione del manto nevoso. Il manto ricopre un ruolo di estrema importanza quale risorsa idrica per gli ecosistemi e per le applicazioni agricole e industriali. Inoltre, è un indicatore climatologico in un contesto di cambiamenti climatici regionali e globali. In questo senso, la copertura nevosa è da considerarsi come una importante risorsa economica e sociale. Lo scopo della presente tesi è di produrre mappe di copertura nevosa giornaliere per la stima dell'estensione del manto nevoso della regione Emilia-Romagna e di analizzare la sua variabilità spazio-temporale nel periodo 2000-2020. Le mappe sono state sviluppate sulla base dei prodotti di neve, M*D10A1, del sensore MODIS, che consistono in mappe di classificazione della copertura in funzione dell'indice NDSI. Inizialmente, è stato costruito un albero decisionale con criteri a soglia multipla in grado di rielaborare la classificazione della superficie del sensore e produrre mappe di copertura nevosa sulla base di tre classi: neve, no-neve e nube. L'accuratezza delle mappe è stata validata tramite test statistici effettuati confrontandole con i dati di altezza del manto nevoso in situ di 24 stazioni meteorologiche, per il periodo di compresenza dei dati 2000-2012. I risultati della procedura di validazione hanno mostrato come, in generale, vi sia buon accordo tra il dato satellitare e la rispettiva osservazione al suolo, soprattutto nei pressi di stazioni lontane da vegetazione sempreverde e/o di ambiente urbano. Infine, è stata valutata la variabilità climatologica dell'estensione del manto nevoso tramite l'elaborazione degli indici di neve SCF, SCD e diversi indici SCA. L'attenzione è stata particolarmente focalizzata sugli indici di massima estensione invernale del manto, del valore mediano e del numero di giorni con estensione superiore al 39.5% della regione.

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Lo studio si basa sull’analisi di campioni di neve superficiale (0-3 cm) e sub-superficiale (3-6 cm) raccolti nei pressi della “clean area” di Concordia Station, nel plateau Antartico, e di campioni di deposizione raccolti a seguito di eventi di precipitazione nello stesso sito. Il sito di campionamento “clean area” è designato allo studio dei valori di fondo nel plateau antartico, poiché ritenuto privo di contaminazione antropica. L’obiettivo è la quantificazione delle concentrazioni in ultra-tracce di mercurio per lo studio di eventuali patterns relativi al ciclo geochimico dell’elemento nei periodi interessati da radiazione solare. Inoltre, per studiare i processi che controllano il ciclo del mercurio nel plateau Antartico sono stati considerati sia i parametri meteorologici che le variazioni di elementi chimici usati per tracciare le possibili sorgenti emissive ed i meccanismi di scambio che avvengono per il mercurio all’interfaccia aria-neve. Le analisi sono state svolte con ICP-SFMS, una tecnica di spettrometria in grado di rilevare concentrazioni nell’ordine del ppt. A causa dei limiti di rilevazione molto bassi, tutte le provette usate per le analisi e la conservazione dei campioni sono state trattate al fine di minimizzare la contaminazione. I campioni destinati alle analisi di mercurio sono stati trattati con acido, seguendo la procedura per la stabilizzazione di metalli volatili. Il lavoro svolto non ha identificato particolari processi di trasporto e di scambio mentre invece riporta episodi di contaminazione della “clean area” dovuti in parte alla non usuale provenienza del vento ed in parte al crescente impatto antropico dovuto alle attività delle stazioni di ricerca. Lo studio ha messo in luce le problematiche legate al possibile impatto della base di ricerca Concordia Station sui processi naturali evidenziando la necessità di ulteriori studi e approfondimenti sul tema della contaminazione della designata “area pulita” per il campionamento di neve.

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Il 19 settembre 2021 si sono formati in poche ore 7 tornado tra Lombardia ed Emilia Romagna, 4 dei quali di intensità F2. Una simile sequenza di tornado in Pianura Padana non ha precedenti. Il caso studio è stato analizzato sia dal punto di vista delle osservazioni che attraverso simulazioni numeriche ad altissima risoluzione con la catena modellistica BOLAM-MOLOCH, allo scopo di comprendere i meccanismi fisici che hanno portato alla genesi delle supercelle tornadiche. E' stata verificata la capacità del modello MOLOCH di simulare accuratamente lo sviluppo delle supercelle, alla luce dei modelli teorici in letteratura. Tramite le osservazioni al suolo, è stato osservato come durante l'evento sulla Pianura Padana si sia creato un "punto triplo", ossia una convergenza tra tre masse d'aria con caratteristiche diverse, nei pressi di dove si sono verificati i tornado. Per l'innesco della convezione è stato fondamentale il contributo di un cut-off low in quota, associato a un fronte freddo al suolo sulla pianura lombarda. Inoltre, l'avvezione di aria umida e instabile dall'Adriatico verso i settori di innesco, in prossimità della superficie, ha rivestito un ruolo rilevante. In Emilia invece è stata probabilmente determinante una convergenza tra il flusso instabile di origine adriatica e il flusso sud-occidentale sceso dagli Appennini. Per quanto riguarda l'intensificazione e il successivo sviluppo delle supercelle e dei tornado, sono state individuate due sorgenti principali di vorticità orizzontale: la vorticità baroclina che si è generata lungo il fronte freddo in Lombardia e la vorticità generata dallo shear verticale in presenza di un low-level jet. La circolazione nei bassi strati atmosferici ha trasportato la vorticità generata da entrambe queste sorgenti verso i sistemi convettivi in Lombardia, dove il processo di tilting ha trasformato la vorticità orizzontale in vorticità verticale ciclonica.

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Nel seguente elaborato è stata trattata l’analisi di un flusso bifase, newtoniano, incomprimibile, turbolento attraverso i dati ricavati tramite una simulazione numerica diretta (DNS) del flusso. I due fluidi, aventi le stesse caratteristiche di densità e viscosità, sono stati separati da un’interfaccia caratterizzata da una tensione superficiale costante. Sono quindi stati paragonati i risultati ottenuti da tale simulazione con quelli ricavati da una DNS di flusso bifase precedentemente svolta, avente stesse proprietà dei fluidi ma diversa altezza dell’interfaccia. Attraverso tale confronto, si è notato come la presenza di un’interfaccia abbia modificato in maniera rilevante il comportamento della turbolenza nei pressi di quest’ultima, incrementando la portata volumetrica del flusso. In particolare si è osservato come, ad un maggiore spessore del fluido lubrificante (fluido avente spessore minore tra i due), seguisse una portata volumetrica maggiore.

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La circolazione sanguigna nell’organismo umano sfrutta un meccanismo ad hoc per trasportare gli scarti e tutte le sostanze necessarie al metabolismo cellulare. Il cuore rappresenta la pompa che dà al sangue la spinta per scorrere nei vasi e il ventricolo sinistro è la cavità cardiaca che contribuisce di più allo svolgimento di questo lavoro. Il modello pulsatile utilizzato in questo elaborato per la circolazione sistemica deriva dalla semplificazione di un modello a parametri concentrati precedentemente pubblicato. Nell’analogo elettrico di questo modello sono state incluse la resistenza al ritorno venoso, la resistenza al deflusso aortico e la resistenza arteriolare sistemica. Inoltre, la funzione di pompa del ventricolo è definita dalla complianza ventricolare tempo-variante e dal suo inverso, l’elastanza. Le valvole ventricolari sono simulate da due diodi e le capacità venose e arteriose tengono conto del comportamento elastico dei rispettivi compartimenti. Considerando il lavoro delle valvole, il ciclo cardiaco è stato suddiviso in sette intervalli temporali, per ciascuno dei quali è stato disegnato un analogo elettrico che descrive il comportamento degli elementi circuitali in quello specifico intervallo temporale. Attraverso l’applicazione delle leggi di Kirchoff agli analoghi elettrici sopra citati si scrivono le equazioni differenziali nelle funzioni incognite carica elettrica sulla complianza ventricolare e tensione arteriosa. Per ottenere le espressioni analitiche della soluzione delle equazioni differenziali si approssima l’elastanza con una funzione lineare a tratti e si utilizzano i teoremi per la risoluzione delle equazioni differenziali di ordine uno non omogenee. Le espressioni analitiche vengono implementate su Matlab, che consente di ottenere dei grafici della pressione venosa, arteriosa e ventricolare, dell’elastanza, del volume ventricolare e della portata aortica anche in risposta ad una diminuzione della resistenza arteriolare sistemica.

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Caso clínico do Curso de Atualização do Manejo Clínico da Dengue, ofertado pela Secretaria de Vigilância em Saúde e Universidade Aberta do Sistema Único de Saúde - UNASUS. Apresenta caso de paciente com quadro clínico suspeito de dengue, inicialmente classificado como A, mas que evolui com aparecimento de um sinal de alarme importante, a dor abdominal (Quintanilha, 2010; Vita et al., 2009). O Sr. Geraldo é então classificado como C e passa a receber hidratação venosa. O caso discute o volume da hidratação, tanto na fase de expansão (20 ml/kg/h nas primeiras duas horas) quanto na fase de manutenção, na qual o volume precisa ser reduzido para 25 ml/kg em 6 horas e a necessidade de manter hidratação parenteral por pelo menos 48h. Ressalta também a importância do acompanhamento periódico do hematócrito para ajustes do volume de hidratação, evitando-se assim a sobrecarga hídrica que pode resultar em congestão ou a administração insuficiente de líquidos que pode levar à hipotensão ou ao choque.

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Uma dúvida comum entre médicos é sobre a necessidade de profilaxia em casos de tromboembolismo, em pacientes acamados, no âmbito da Atenção Primária à Saúde, especialmente, em relação à trombose venosa profunda e ao tromboembolismo pulmonar. Este vídeo integra a coleção de “Pílulas da Sabedoria” do TelessaúdeRS/UFRGS, que reúne conteúdos com avaliações críticas da literatura sobre posições e/ou recomendações controversas. Foi criado para apresentar o posicionamento do TelessaúdeRS/UFRGS sobre procedimento e quando é necessário.

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Este módulo do curso EAD de Avaliação e tratamento de feridas na Atenção Primária à Saúde: abordagem através do Programa Telessaúde, produzido pela equipe do TelessaúdeRS/UFRGS oferece aos profissionais de Saúde orientações sobre tratamento de feridas provocadas por úlceras varicosas – ulceração cutânea causada por varizes em que há excessiva pressão hidrostática no sistema venoso superficial da perna. O vídeo apresenta informações sobre as características das úlceras varicosas e principais formas de tratamento.

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Caso clínico do Curso de Atualização do Manejo Clínico da Dengue, ofertado pela Secretaria de Vigilância em Saúde e Universidade Aberta do Sistema Único de Saúde - UNASUS. Apresenta caso de paciente com quadro clínico suspeito de dengue, inicialmente classificado como A, mas que evolui com aparecimento de um sinal de alarme importante, a dor abdominal. O Sr. Geraldo é então classificado como C e passa a receber hidratação venosa. O caso discute o volume da hidratação, tanto na fase de expansão (20 ml/kg/h nas primeiras duas horas) quanto na fase de manutenção, na qual o volume precisa ser reduzido para 25 ml/kg em 6 horas e a necessidade de manter hidratação parenteral por pelo menos 48h. Ressalta também a importância do acompanhamento periódico do hematócrito para ajustes do volume de hidratação, evitando-se assim a sobrecarga hídrica que pode resultar em congestão ou a administração insuficiente de líquidos que pode levar à hipotensão ou ao choque.

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As Doenças Cardiovasculares (DCVs) têm sido causa de adoecimento e óbitos na população mundial devido a vários fatores na qualidade de vida dos indivíduos como falta de acompanhamento médico, alimentação desiquilibrada e ausência de exercícios físicos. Ao se analisar as principais causas de morte ocorridas no município de Itapecerica, constata-se que as DCVs representa uma porcentagem acentuada dessas causas de óbitos da população local. O diagnóstico situacional realizado pela equipe do PSF Lázaro Medeiros identificou 07 problemas na área de abrangência classificando-os segundo importância, urgência, capacidade de enfrentamento e impacto na saúde da população de Itapecerica. Foram levantados dados sobre os riscos e incidentes de DCVs na população local, bem como sobre outras doenças e fatores agravantes a elas correlacionadas como Hipertensão, Diabetes, Infarto Agudo do Miocárdio, Trombose Venosa Profunda, Tabagismo, Sedentarismo, Dislipidemia, entre outros. Portanto, o presente trabalho buscou elaborar um Plano de Intervenção para a prevenção e acompanhamento das Doenças Cardiovasculares, buscando a prevenção e a redução das complicações do risco cardiovascular prevalente, priorizando o estímulo a hábitos e estilos de vida saudáveis na comunidade do PSF Lázaro Mendeiros, município de Itapecerica, Minas Gerais. Foi realizada uma revisão bibliográfica nas bibliotecas virtuais do LILACS, SCIELO, WIKIPEDIA, sendo pesquisados artigos publicados entre os anos 2000 e 2012 utilizados os seguintes descritores: Doenças cardiovasculares, Diabetes Mellitus, Infarto do Miocárdio, Tabagismo, Estilo de Vida Sedentário e Hipertensão. Além de artigos, também foram pesquisados trabalhos de conclusão do Curso de Especialização em Saúde da Família (CEASF) da UFMG e textos e manuais técnicos do Ministério da Saúde. Assim, partindo do pressuposto de que em se tratando de saúde a prevenção ainda é o melhor remédio, o Plano de Intervenção apresentou ações que visam a prevenção e acompanhamento da saúde da população, um atendimento mais efetivo para aqueles indivíduos que já se encontram no grupo de risco e mudança nos hábitos dos demais.

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Delfim Moreira é um município localizado na região Sul do estado de Minas Gerais em que atuam três equipes da Estratégia de Saúde da Família (ESF). Este trabalho se refere à equipe Ação e Participação, que é responsável por 617 famílias cadastradas, todas residentes em área rural. O objetivo foi elaborar uma proposta de intervenção para reduzir a prevalência de feridas crônicas em membro inferior por meio do controle do diabetes mellitus e da otimização da circulação venosa em membros inferiores na população adscrita por essa equipe. O projeto justifica-se pelo impacto que as feridas de membro inferior vêm ocasionando na qualidade de vida dos usuários e de seus familiares e na dificuldade em seu manejo. O método utilizado para elaboração do diagnóstico situacional foi a estimativa rápida, em que foi possível determinar os problemas de saúde que mais afetam os usuários do território. Para o plano de ação foram seguidos os seguintes passos: definição do problema, priorização de problemas, descrição do problema selecionado, explicação do problema, seleção dos "nós críticos", desenho das operações, identificação dos recursos críticos, análise de viabilidade do plano, elaboração do plano operativo e gestão do plano. As feridas crônicas em membros inferiores representam um problema de saúde com alta prioridade para enfrentamento pela equipe Ação e Participação, a qual deve atuar de forma integral e prezar pela atuação multiprofissional, identificando as causas e os "nós críticos" relacionados, para colocar em prática a intervenção proposta.