Beiträge zur Orographie und Hydrographie von Estland.

Results of a leveling survey in Estonia.

Acta et commentationes Universitatis dorpatensis.

Title varies slightly.

Geschäftsordnung der Kleinen- oder St. Antonii-Gilde zu Dorpat.

Mode of access: Internet.

Bericht über die Ergebnisse des vergleichenden 3-jährigen Düngungsversuches zu Roggen im ersten, Gerste im zweiten und Hafer im dritten Jahr.

Sonderabdruck aus der Baltischen Wochenschrift für Landwirtschaft, Gewerbfleiss & Handel in Dorpat, 1 1888, Nr. 41; 1889, Nr. 48; 1890, Nr. 51 und 52.

Sitzungsberichte.

List of members included.

Spesa pubblica in Sanità, Istruzione e Ricerca: efficienza, efficacia e determinanti

La ricerca intende analizzare l’efficacia della spesa pubblica, l’efficienza e le loro determinanti nei settori della Sanità, dell’Istruzione e della Ricerca per 33 paesi dell’area OCSE. L’analisi ha un duplice obiettivo: da un lato un confronto cross country e dall’altro un confronto temporale, prendendo in considerazione il periodo che va dal 1992 al 2011. Il tema della valutazione dell’efficacia e dell’efficienza della spesa pubblica è molto attuale, soprattutto in Europa, sia perché essa incide di quasi il 50% sul PIL, sia a causa della crisi finanziaria del 2008 che ha spinto i governi ad una riduzione dei bugdet e ad un loro uso più oculato. La scelta di concentrare il lavoro di analisi nei settori della Sanità, dell’Istruzione e della Ricerca e Sviluppo deriva da un lato dalla loro peculiarità di attività orientate al cliente (scuole, ospedali, tribunali) dall’altro dal ruolo strategico che essi rappresentano per lo sviluppo economico di un paese. Il lavoro è articolato in tre sezioni: 1. Rassegna dei principali strumenti metodologici utilizzati in letteratura per la misurazione della performance e dell’efficienza della spesa pubblica nei tre settori. 2. Valutazione e confronto dell’efficienza e della performance della spesa pubblica dal punto di vista sia temporale sia cross-country attraverso la costruzione di indicatori di performance e di efficienza della spesa pubblica (per approfondire l'indice dell'efficienza ho applicato la tecnica DEA "bootstrap output oriented" con indicatori di output ed input non simultanei mentre l’evoluzione dell’efficienza tra i periodi 2011-2002 e 2001-1992 è stata analizzata attraverso il calcolo dell’indice di Malmquist). 3. Analisi delle variabili esogene che influenzano l’efficienza della spesa pubblica nei settori Salute, Istruzione e Ricerca e Sviluppo attraverso una regressione Tobit avente come variabile dipendente i punteggi di efficienza DEA output oriented e come variabili esogene alcuni indicatori scelti tra quelli presenti in letteratura: l’Indicatore delle condizioni socioeconomiche delle famiglie (costruito e applicato da OCSE PISA per valutare l’impatto del background familiare nelle performance dell’apprendimento), l’Indicatore di fiducia nel sistema legislativo del paese, l’Indicatore di tutela dei diritti di proprietà, l’Indicatore delle azioni di controllo della corruzione, l’Indicatore di efficacia delle azioni di governo, l’Indicatore della qualità dei regolamenti, il PIL pro-capite. Da questo lavoro emergono risultati interessanti: non sempre alla quantità di risorse impiegate corrisponde il livello massimo di performance raggiungibile. I risultati della DEA evidenziano la media dei punteggi di efficienza corretti di 0,712 e quindi, impiegando la stessa quantità di risorse, si produrrebbe un potenziale miglioramento dell’output generato di circa il 29%. Svezia, Giappone, Finlandia e Germania risultano i paesi più efficienti, più vicini alla frontiera, mentre Slovacchia, Portogallo e Ungheria sono più distanti dalla frontiera con una misura di inefficienza di circa il 40%. Per quanto riguarda il confronto tra l’efficienza della spesa pubblica nei tre settori tra i periodi 1992-2001 e 2002-2011, l’indice di Malmquist mostra risultati interessanti: i paesi che hanno migliorato il loro livello di efficienza sono quelli dell’Est come l’Estonia, la Slovacchia, la Lituania mentre Paesi Bassi, Belgio e Stati Uniti hanno peggiorato la loro posizione. I paesi che risultano efficienti nella DEA come Finlandia, Germania e Svezia sono rimasti sostanzialmente fermi con un indice di Malmquist vicino al valore uno. In conclusione, i risultati della Tobit contengono indicazioni importanti per orientare le scelte dei Governi. Dall’analisi effettuata emerge che la fiducia nelle leggi, la lotta di contrasto alla corruzione, l’efficacia del governo, la tutela dei diritti di proprietà, le condizioni socioeconomiche delle famiglie degli studenti OECD PISA, influenzano positivamente l’efficienza della spesa pubblica nei tre settori indagati. Oltre alla spending review, per aumentare l’efficienza e migliorare la performance della spesa pubblica nei tre settori, è indispensabile per gli Stati la capacità di realizzare delle riforme che siano in grado di garantire il corretto funzionamento delle istituzioni.

[Review of] Ivo Mijnssen, The Quest for an Ideal Youth in Putin’s Russia I. Back to Our Future! History, Modernity and Patriotism According to Nashi, 2005–2012. Soviet and Post-Soviet Politics and Society, Stuttgart: Ibidem Verlag, 2012, 202pp., e 34.90 p/b

THE YOUTH MOVEMENT NASHI (OURS) WAS FOUNDED IN THE SPRING of 2005 against the backdrop of Ukraine’s ‘Orange Revolution’. Its aim was to stabilise Russia’s political system and take back the streets from opposition demonstrators. Personally loyal to Putin and taking its ideological orientation from Surkov’s concept of ‘sovereign democracy’, Nashi has sought to turn the tide on ‘defeatism’ and develop Russian youth into a patriotic new elite that ‘believes in the future of Russia’ (p. 15). Combining a wealth of empirical detail and the application of insights from discourse theory, Ivo Mijnssen analyses the organisation’s development between 2005 and 2012. His analysis focuses on three key moments—the organisation’s foundation, the apogee of its mobilisation around the Bronze Soldier dispute with Estonia, and the 2010 Seliger youth camp—to help understand Nashi’s organisation, purpose and ideational outlook as well as the limitations and challenges it faces. As such,the book is insightful both for those with an interest in post-Soviet Russian youth culture, and for scholars seeking a rounded understanding of the Kremlin’s initiatives to return a sense of identity and purpose to Russian national life.The first chapter, ‘Background and Context’, outlines the conceptual toolkit provided by Ernesto Laclau and Chantal Mouffe to help make sense of developments on the terrain of identity politics. In their terms, since the collapse of the Soviet Union, Russia has experienced acute dislocation of its identity. With the tangible loss of great power status, Russian realities have become unfixed from a discourse enabling national life to be constructed, albeit inherently contingently, as meaningful. The lack of a Gramscian hegemonic discourse to provide a unifying national idea was securitised as an existential threat demanding special measures. Accordingly, the identification of those who are ‘notUs’ has been a recurrent theme of Nashi’s discourse and activity. With the victory in World War II held up as a foundational moment, a constitutive other is found in the notion of ‘unusual fascists’. This notion includes not just neo-Nazis, but reflects a chain of equivalence that expands to include a range of perceived enemies of Putin’s consolidation project such as oligarchs and pro-Western liberals.The empirical background is provided by the second chapter, ‘Russia’s Youth, the Orange Revolution, and Nashi’, which traces the emergence of Nashi amid the climate of political instability of 2004 and 2005. A particularly note-worthy aspect of Mijnssen’s work is the inclusion of citations from his interviews with Nashicommissars; the youth movement’s cadres. Although relatively few in number, such insider conversations provide insight into the ethos of Nashi’s organisation and the outlook of those who have pledged their involvement. Besides the discussion of Nashi’s manifesto, the reader thus gains insight into the motivations of some participants and behind-the-scenes details of Nashi’s activities in response to the perceived threat of anti-government protests. The third chapter, ‘Nashi’s Bronze Soldier’, charts Nashi’s role in elevating the removal of a World War II monument from downtown Tallinn into an international dispute over the interpretation of history. The events subsequent to this securitisation of memory are charted in detail, concluding that Nashi’s activities were ultimately unsuccessful as their demands received little official support.The fourth chapter, ‘Seliger: The Foundry of Modernisation’, presents a distinctive feature of Mijnssen’s study, namely his ethnographic account as a participant observer in the Youth International Forum at Seliger. In the early years of the camp (2005–2007), Russian participants received extensive training, including master classes in ‘methods of forestalling mass unrest’ (p. 131), and the camp served to foster a sense of group identity and purpose among activists. After 2009 the event was no longer officially run as a Nashi camp, and its role became that of a forum for the exchange of ideas about innovation, although camp spirit remained a central feature. In 2010 the camp welcomed international attendees for the first time. As one of about 700 international participants in that year the author provides a fascinating account based on fieldwork diaries.Despite the polemical nature of the topic, Mijnssen’s analysis remains even-handed, exemplified in his balanced assessment of the Seliger experience. While he details the frustrations and disappointments of the international participants with regard to the unaccustomed strict camp discipline, organisational and communication failures, and the controlled format of many discussions,he does not neglect to note the camp’s successes in generating a gratifying collective dynamic between the participants, even among the international attendees who spent only a week there.In addition to the useful bibliography, the book is back-ended by two appendices, which provide the reader with important Russian-language primary source materials. The first is Nashi’s ‘Unusual Fascism’ (Neobyknovennyi fashizm) brochure, and the second is the booklet entitled ‘Some Uncomfortable Questions to the Russian Authorities’ (Neskol’ko neudobnykh voprosov rossiiskoivlasti) which was provided to the Seliger 2010 instructors to guide them in responding to probing questions from foreign participants. Given that these are not readily publicly available even now, they constitute a useful resource from the historical perspective.

Tíz év az Európai Unióban - az új tagországok agrárteljesítményei = A decade in the EU: the agricultural performances of the new member-states

Több mint tíz év telt el az Európai Unió 2004. évi kibővülése óta. A tízéves évforduló jó lehetőséget kínált a mérlegkészítésre, annak vizsgálatára, hogy a legfrissebb elérhető adatok tükrében milyen fejlődési pályát tudhatnak maguk mögött az új tagországok mezőgazdasági szektorai. Írásunk célja a tíz kelet- európai EU-tagállam agrárteljesítményének értékelése, illetve ez alapján a csatlakozás nyerteseinek, illetve veszteseinek azonosítása. A rendelkezésre álló adatokat a többdimenziós faktoranalízis módszerével feldolgozva arra az eredményre jutottunk, hogy Lengyelország, Észtország és Litvánia hármasa tekinthető az agrárcsatlakozás abszolút nyertesének, míg a többi új tagállam nem volt képes teljes mértékben kihasználni a csatlakozás adta lehetőségeket. Az eredményekből az is látható, hogy a magas hozzáadott értékű termékekre való szakosodás jó stratégiának bizonyult, mert gyorsabb fejlődést biztosított, mint a mezőgazdasági alaptermékekre való koncentrálás. ____ The period of over ten years since the 2004 round of EU accessions provides a good opportunity to assess and take stock of agricultural developments in the new member- States, in light of the latest available data. The paper sets out to assess their agricultural performances and to identify the winners and losers by accession in this regard. Ranking individual country performances using Parallel Factor Analysis (PARAFAC) suggests that Poland, Estonia and Lithuania can be considered as winners, whereas the other countries failed to use the potentials of membership to the full. The results also suggest that focusing on agri-food products with a high added value proved a good development strategy for the sector. Countries that concentrated on producing agri-food raw materials lagged behind.