989 resultados para Sulla, Lucius Cornelius.


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Nella tesi si cerca di dare una nuova chiave di lettura del monumento unico nel suo genere, quanto noto Parliamo del Mausoleo di Teodorico che si erige nelle immediate vicinanze del centro di Ravenna.Il Mausoleo costruito nel v secolo, quando Ravenna è capitale dell’impero d’Occidente e vi si stabilisce Teodorico il Grande. La struttura è stata molto esaminata nel corso del tempo da molti studiosi ma non si ha notizia di una analisi d'insieme. Si è cercato quindi di mettere a fuoco uno degli aspetti più emblematici ed ancor ben lungi da scientifiche certezze: La sua copertura.Si tratta di un monolite con un peso stimato tra le 240 e le 270 Tonnellate proveniente dalle cave di Aurisina in Istria. Numerosi studiosi si sono cimentati nello stipulare le proprie ipotesi sul trasporto e soprattutto sulla sua messa in opera senza giungere ad un univoca conclusione. Si è proceduto poi alla loro schematizzazione in filoni principali senza tralasciare una propria opinione valutandone i pro e i contro anche in base alle conoscenze attuali. Si sono confrontati metodi di trasporto dei monoliti, senza tralasciare l’analisi delle macchine da cantiere dell’epoca a supporto delle ipotesi proposte. Da ultimo mi sono soffermato sul significato semantico delle dentellature di sommità della copertura, o modiglioni: anche per questi elementi vi sono stati e mi auguro ci saranno numerosi dibattiti sul loro aspetto simbolico o quantomeno funzionale. Durante la stesura della è scaturito anche un interessante confronto di idee che testimonia quanto la questione sia ancora articolata ed interessante. Si apre quindi a suggerimenti per spunti futuri specialmente per quanto riguarda indagini diagnostiche strumentali sulla cupola e sulla sua crepa. Mi auguro che raccogliendo e analizzando le principali ipotesi si possa proseguire questo filone investigativo.

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Le zone costiere appartengono alle aree con alta densità di popolazione, nonostante queste regioni siano le più vulnerabili al rischio di onde violente da tempesta e alla tracimazione di esse. In aggiunta, a causa del cambiamento climatico e all’innalzamento del livello del mare, si prevede un incremento nel numero e nell’intensità di tempeste violente. Come risultato, un grande quantitativo di acqua può tracimare, ciò porta all’instabilità e all’allagamento dell’eventuale opera atta alla protezione della costa, un disastro per la sicurezza della popolazione e per l’economia della zona. Per risolvere queste problematiche si è scelta una geometria tipica di difesa della costa e si è compiuta un’analisi di sensitività del modello, analizzando se al variare dei parametri caratteristici del muro paraonde e del relativo parapetto, il modello avverte una variazione della portata di tracimazione. Attraverso questo studio si vuole scoprire qual è la configurazione di cresta che da un punto di vista progettuale è il compromesso migliore tra efficacia della riduzione della portata e sollecitazioni accettabili.

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La presente ricerca di dottorato, attraverso un’indagine multidisciplinare, si pone l’obiettivo di elaborare in chiave pedagogica una riflessione sulla relazione esistente tra la letteratura per l’infanzia, la narrazione, l’esperienza e il limite. La ricerca mira ad analizzare le metafore del limite intese come metafore della caducità, della ferita, della marginalità, della liminalità, della divergenza e dell’alterità. La ricerca si concentra in particolare sulle rappresentazioni metaforiche della relazione educativa tra personaggi mentori e personaggi bambini, colti in attraversamenti e transizioni esistenziali, colti quindi nell’atto di cura della loro natura limitata. L’impianto teorico-interpretativo elaborato è utilizzato per sondare criticamente l’opera di Robert Louis Stevenson e di James Matthew Barrie, autori scelti come rappresentanti emblematici del periodo di soglia a cavallo di secolo, compreso tra il 1880 e il 1914. Attraverso l’applicazione del paradigma indiziario della ricerca storiografica e letteraria, l’indagine raccoglie correlazioni incongrue tra le opere, le biografie e la storia in cui esse si inseriscono, per formulare ipotesi che permettano un’interpretazione delle modificazioni che le rappresentazioni del limite subirono in quel periodo, sul limitare del primo conflitto mondiale.

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La tesi tratta la storia veterotestamentaria di Iefte (Jdg 10,6-12,7). Il lavoro è diviso in due parti: la prima concerne la formazione del testo biblico e propone una nuova analisi critico-testuale del passo attraverso il confronto tra TM, LXX, Vg e altre fonti. Questo raffronto esamina i rapporti tra il TM e il modello ebraico dei LXX e le differenze tra le diverse recensioni dei LXX; inoltre, lo studio del lessico e dei temi in esso presenti porta alla formulazione di una nuova ipotesi sul tempo della composizione e sulla contestualizzazione storica e letteraria dell'episodio all'interno del corpus biblico. La seconda parte si concentra sulla storia delle interpretazioni del passo nel mondo latino e greco dal I secolo d.C. all'inizio del V secolo, e ha portato alla costituzione di un dossier di brani, esaminati nel loro contesto, che commentano o citano l'episodio. L'attenzione al contesto ha permesso di risolvere alcuni problemi che finora hanno impedito la ricostruzione del percorso esegetico del brano (attribuzione di alcuni frammenti catenari, datazione del De virginitate di Ambrogio, ecc.) Questo nuovo approccio di ricerca combina un'analisi completa dell'episodio biblico con uno studio approfondito della sua esegesi. Rivela così, da un lato, le scelte effettuate durante la composizione di un testo scritturistico problematico, e, dall'altro, i diversi meccanismi utilizzati dagli esegeti per spiegare il significato di una storia in cui la bontà di Dio, che ha tollerato il sacrificio umano, è messa in discussione.

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La nozione di ambiente non è una nozione recente. Al giorno d’oggi il riferimento all’ambiente compare in maniera sempre più diffusa nei dibattiti, nelle opere scientifiche e artistiche, negli spazi di divulgazione e sempre più entra all’interno degli spazi affettivi individuali e all’interno delle teorie e delle prassi politiche individuali e collettive. L’ambiente tanto entra nel campo assiologico, quanto vi entra come elemento fragile, indissociabile dall’azione antropica individuale e collettiva, attraverso ciò che noi riassumiamo con la nozione di crisi ambientale. La crisi ambientale permette di riaprire degli ambiti di valore e di interesse nel presente, allo stesso tempo provoca una reinterpretazione e un riorientamento delle teorie e delle prassi del passato. Dal nostro presente di crisi ambientale, è possibile rintracciare delle figure che, nel passato, hanno rappresentato l’inerenza degli enti con il loro ambiente e, tra questi, dell’uomo con il suo ambiente di vita. Sono due le principali figure attraverso le quali si intende riprendere un rapporto con il nostro passato letto attraverso la crisi ambientale: la figura dell’interfaccia come ciò che demarca un rapporto di inerenza e di separazione tra un interno e un esterno che hanno un rapporto tra loro necessario e tuttavia contingente, e la figura della relazione di “esposizione”, tramite la quale si vuole pensare a forme di soggettività vulnerabili, esposte alle relazioni e ai concatenamenti nei quali sono inserite e che tuttavia non possono che esporre a loro volta le altre soggettività e l’ambiente di vita comune a continue modificazioni. Tramite i concetti di interfaccia e di esposizione abbiamo potuto seguire il prodursi di forme di sapere relative all’inerenza tra forme e modi dell’interiorità rispetto all’ambiente che si sono prodotte nella storia e che sono emerse tramite la provocazione di un passato indotto dalla trasformazione che è il nostro presente di crisi ambientale.

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Nell’epoca di profonda transizione dell’era «pos-moderna», il modello tradizionale di legalità che conferisce al Parlamento il monopolio in materia penale entra in crisi in ragione della frammentazione delle fonti del diritto - a livello nazionale e sovranazionale - nonché delle spinte di globalizzazione capaci di incidere, ormai, ben oltre il mero piano economico. A fronte della incapacità del legislatore di rispondere in termini effettivi alla urgenza di razionalizzare e riformare il sistema penale, quindi, il potere giudiziario ha assunto una funzione di sostanziale supplenza, generando inevitabili attriti con il nullum crimen e i suoi corollari. Ne deriva che il Giudice di legittimità sempre più si preoccupa di assicurare la prevedibilità dei mutamenti interpretativi, specie se in malam partem, tenendo a mente gli ultimi approdi della giurisprudenza di Strasburgo in riferimento all’art. 7 CEDU. In particolare, tanto nelle motivazioni delle decisioni quanto nei contributi dottrinali, si diffonde graduale il riferimento a istituti propri del modello di common law: la recente riforma dell’art. 618, co 1 bis, c.p.p., del resto, è stata descritta a più voci come l’avvio della diffusione nell’ordinamento interno della c.d. “cultura del precedente”. In tale frangente, diviene utile approfondire l’opportunità dell’accostamento tra il modello di common law e di civil law, conducendo uno studio comparato tra i due ordinamenti quanto all’esercizio del potere punitivo che intende esaminare l’opportunità di acquisire rimedi propri della esperienza secolare del diritto judge-made in un ordinamento governato dalla soggezione del giudice alla legge.

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La rilevanza del vento come fattore chiave del terroir, in grado di influenzare la composizione delle uve e del vino, è stata sorprendentemente trascurata. Il lavoro di Tesi ha studiato, per la prima volta, l’influenza del vento sulla composizione delle bacche discutendone i possibili meccanismi d’azione sulla composizione aminoacidica e le conseguenti implicazioni enologiche. È stato valutato l’effetto su viti, della cv Sangiovese, del vento artificiale e della riduzione del vento rispetto un controllo caratterizzato dal vento naturale. Le prove sono state condotte in un vigneto situato a Pesaro a pochi chilometri dal Mare Adriatico, nel quale è stata effettuata una caratterizzazione dei venti e delle brezze. Sulle viti sono stati analizzati i parametri produttivi mentre sulle bacche campionate sono state effettuate le analisi dei principali parametri tecnologici e dei composti azotati (aminoacidi, ammine e ammonio). Le viti sottoposte al vento artificiale hanno manifestato un aumento della concentrazione dei composti azotati totali (aminoacidi e ammonio) rispetto al controllo. In particolare, i cambiamenti hanno coinvolto la concentrazione degli aminoacidi essenziali: lisina, treonina, triptofano, valina, leucina, isoleucina importanti per la loro implicazione nei processi fisiologici. Sulla base dei risultati ottenuti con il lavoro di Tesi e delle informazioni riportate in bibliografia è stato proposto un modello che illustra la possibile azione del vento sulla traslocazione di aminoacidi verso i grappoli. Il vento, oltre al noto effetto positivo sul microclima, ha prodotto un’incredibile influenza sulle bacche con rilevanti implicazioni agronomiche ed enologiche, quest’ultime correlate positivamente al processo fermentativo, alla possibilità di ridurre l’utilizzo di coadiuvanti enologici ed alla qualità dei vini ottenuti.

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Il presente elaborato intende valutare l’influenza che i sistemi di assistenza alla guida (ADAS) hanno sul comportamento dei conducenti, con particolare attenzione alla distrazione ed al workload (carico di lavoro fisico e mentale) che essi provocano. Lo studio si concentrerà in particolare sull’analisi del comportamento di guida dei conducenti a bordo di un veicolo dotato di Adaptive Cruise Control.

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Il seguente lavoro analizza l’influenza che il biochar ha nel ciclo dell’azoto nei suoli, in particolare in riferimento alla possibilità di diminuire il fenomeno di lisciviazione dei nitrati dato il continuo aumento in agricoltura dell’uso di fertilizzanti azotati. La scelta di questo tipo di ammendante è dovuta alle sue ampie potenzialità d’impiego e si pone in un percorso di economia circolare con la valorizzazione delle biomasse di scarto. Il lavoro si divide in un’approfondita ricerca bibliografica con elaborazione critica delle informazioni e una parte sperimentale. Si sono analizzate le interazioni che il biochar ha sui vari processi che compongono il ciclo dell’azoto. Sono stati riportati e discussi i principali metodi di determinazione delle capacità adsorbenti del biochar oltre ad un’analisi e una descrizione dei più comuni modelli di isoterme di adsorbimento. Si è testata la capacità adsorbente, tramite test di screening in batch, di sette tipi di biochar che presentavano origine e sintesi differenti. I biochar hanno presentato adsorbimenti molto modesti nei confronti dei nitrati evidenziando solo una diminuzione della quantità di nitrati rilasciati dal biochar stesso. Per quanto concerne l’ammonio, invece, i biochar hanno presentato percentuali di adsorbimento tra il 60-70% con un massimo del 80%.

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Lo studio ha indagato l’impatto delle reti di distribuzione idrica sulla qualità dell’acqua ed il supporto che in questo ambito possono fornire i modelli numerici nella redazione dei Piani di Sicurezza delle Acque (PSA) o Water Safety Plan (WSP). In una prima fase, esso è stato analizzato prendendo atto del percorso normativo europeo e nazionale e delle linee guida fornite dall’Organizzazione Mondiale di Sanità (OMS) e dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) che hanno portato i Piani di Sicurezza delle Acque nell’ambito del controllo delle acque potabili, tenendo conto, anche, dei vari soggetti coinvolti e delle problematiche generate dai cambiamenti climatici. In una seconda fase, si è analizzato il caso studio della rete di distribuzione idrica della città di Cesena, fornito dal gestore HERA S.p.A., modellando la qualità dell’acqua attraverso il programma EPANET 2.2. Questa analisi è stata sviluppata successivamente alla calibrazione del modello idraulico. Per gli aspetti che richiedono una georeferenziazione è stato utilizzato il programma open source QGIS, mentre per le analisi dei dati e le elaborazioni statistiche relative al campionamento del cloro residuo e delle portate immesse dalle fonti idriche è stato utilizzato il linguaggio R. E' stato quindi possibile creare mappe georeferenziate per diversi momenti della giornata del tempo di permanenza dell'acqua nella rete di distribuzione, delle concentrazioni di cloro residuo dell'acqua prelevata dagli utenti e analizzare il ruolo dei serbatoi di compenso.

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In ambito biomedicale una delle applicazioni che ad oggi sta riscuotendo un interesse crescente è lo studio di dispositivi performanti per il rilascio controllato di farmaci. La realizzazione di materiali nanofibrosi a base di polimeri di origine naturale e sintetica costituisce una strada molto interessate. In particolare, la cheratina, che può essere ricavata da un’ampia quantità di sottoprodotti delle industrie zootecniche e tessili, presenta ottima biocompatibilità e caratteristiche che le consentono di svolgere il ruolo di carrier per molteplici tipologie di sostanze. La fragilità e la difficile processabilità della cheratina possono essere migliorate mediante miscelazione con polimeri di origine sintetica, come il poli(butilene succinato) (PBS), un poliestere alifatico biodegradabile e biocompatibile, caratterizzato da un buona stabilità termica e da ampia lavorabilità. Nel presente lavoro di Tesi sono state realizzate miscele e membrane elettrofilate a base di PBS e cheratina a diversa composizione, ed è stato valutato l'effetto della composizione sulle proprietà chimico-fisiche delle membrane elettrofilate e sulla cinetica di rilascio di farmaci. Per prima cosa è stata analizzata la stabilità della cheratina nel solvente; sono state quindi svolte analisi sul comportamento reologico delle miscele in tre rapporti di peso ed i tappetini elettrofilati sono stati caratterizzati da un punto di vista morfologico (SEM), termico (TGA e DSC) e meccanico (prove di trazione e di adesione). Le prove di rilascio sono state effettuate impiegando rodamina, una molecola modello, e le membrane sono state analizzate prima e dopo il rilascio tramite FTIR, per valutare eventuali variazioni compositive. Dai risultati ottenuti, emerge che è stato possibile modulare sia le proprietà delle membrane sia i profili di rilascio, agendo semplicemente sulla composizione delle miscele, ad indicare un’ampia versatilità per applicazioni in ambito di rilascio controllato di farmaco.

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Questo elaborato si propone di analizzare alcune caratteristiche della mediazione linguistico-culturale in Italia applicando una prospettiva di genere a una serie di interviste condotte con sette mediatrici. Dopo aver definito alcuni concetti introdotti dagli studi di genere ed applicabili alla ricerca etnografica, viene inquadrata la mediazione da un punto di vista teorico, trattando della sua nascita ed evoluzione nel nostro paese. Le prospettive di genere caratterizzano l’analisi sia dal punto di vista teorico, poiché la ricerca sul campo è stata condotta in modo situato e attraverso una metodologia femminista e queer, sia dal punto di vista contenutistico, attraverso l’analisi del ruolo giocato dall’identità di genere all’interno del processo di mediazione linguistico-culturale. Oltre a questa caratteristica, nell’elaborato vengono esplorati altri elementi emersi dalle interviste condotte con le mediatrici linguistico-culturali, quali la definizione del ruolo della mediatrice e il suo difficile posizionamento, l’importanza del percorso di migrazione personale per il lavoro di mediazione, il carico psicologico ed emotivo della professione e l’insorgenza del trauma vicario, la mediazione per casi di violenza di genere e di tratta di esseri umani e la mediazione con donne transgender. L’analisi dei dati viene corredata dalla letteratura di riferimento, evidenziando punti di forza e carenze della mediazione linguistico-culturale in Italia.

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La flavescenza dorata è una malattia di interesse globale che causa ogni anno ingenti danni alle coltivazioni e di conseguenza comporta sostanziali perdite economiche in viticoltura. Il primo obiettivo che questo elaborato si è posto è stato fornire uno strumento utile a identificare la malattia anche prima che essa manifesti i suoi sintomi; in quest’ottica la spettroscopia si è rivelata particolarmente promettente. In secondo luogo si è valutata se la distanza dal bosco potesse essere un fattore di incidenza della flavescenza dorata. Per quanto riguarda il primo aspetto, lo scopo è stato raggiunto con l’identificazione di diversi composti biochimici che potrebbero essere sfruttati come indicatori per l’identificazione del fitoplasma; anche la presenza di un’area boschiva potrebbe incidere nella diffusione della flavescenza dorata. È bene sottolineare che l’elaborato è stato svolto con una prospettiva agroecologica, cercando valide alternative ai metodi di lotta tradizionali che prevedono l’uso di composti chimici e lo sfalcio del cotico erboso, utile a garantire la sopravvivenza e la funzionalità di un ambiente agroecologico. Le conclusioni tratte stimolano indagini future, per approfondire le pionieristiche tematiche investigate.

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INTRODUZIONE: Un’inadeguata informazione in gravidanza può condurre ad una sovrastima della percezione del rischio materno-fetale da parte della paziente. OBIETTIVI: Dimostrare l’impatto di un colloquio medico con operatori esperti nel campo delle infezioni materno-fetali sull’ansia materna e sulla propensione della paziente a interrompere la gravidanza. DISEGNO DELLO STUDIO: Studio monocentrico osservazionale prospettico di coorte su una serie consecutiva di 185 pazienti con diagnosi confermata di malattia infettiva in gravidanza. Il livello di preoccupazione materna è stato investigato tramite tre questionari sottoposti alla paziente prima e dopo il colloquio medico con operatori esperti e in seguito alla diagnostica ecografica di approfondimento. RISULTATI: 171 pazienti (92.4%) hanno compilato la Scala Visuo-Analogica (VAS) sulla preoccupazione materna prima e in seguito al colloquio medico, e ciò ha mostrato decremento significativo nel livello di ansia (VAS, −25,8; CI 95%, da−29,9 a −21,7). Livelli più alti di preoccupazione hanno presentato meno margine di riduzione, e le infezioni ad alto rischio di danno fetale si sono mostrate correlate ad un minore decremento nello stato di ansia materna. Nel gruppo delle 82 pazienti (53,2%) che hanno eseguito una diagnostica ecografica di secondo livello, la preoccupazione materna è risultata significativamente minore rispetto a quella registrata dopo il consulto medico (VAS, −16,6; CI del 95%, da−22,9 a −10,3). Si è inoltre mostrata una diminuzione della propensione all’interruzione di gravidanza prima e dopo il colloquio medico (VAS, −19,4; intervallo di confidenza del 95%, da−23,6 a −15,2). Nelle 73 pazienti (45,1%) che hanno eseguito una ecografia morfologica di secondo livello, si è mostrata una riduzione nella tendenza all’interruzione di gravidanza (VAS, −13.4; CI 95%, da−19,1 a −7.7). CONCLUSIONI: Un colloquio medico esperto nel campo delle infezioni materno-fetali può diminuire l’ansia materna migliorando la qualità della vita durante la gestazione, e ridurre la propensione della paziente all’interruzione volontaria di gravidanza.

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Il presente lavoro consiste in uno studio della tradizione manoscritta dei Discorsi sacri (= DS) di Elio Aristide. Nel primo capitolo si presenta una descrizione dettagliata dei testimoni superstiti (tutti collazionati integralmente), talvolta ridatati su base paleografica; nel secondo si dimostra l’esistenza di un archetipo (O) a monte della trasmissione dell’opera aristidea; nel terzo, quarto e quinto si ricostruiscono gli stemmata codicum delle tradizioni, rispettivamente, di DS 1-2 (bipartita), 3-5 (monopartita) e 6 (monopartita); nel sesto – e ultimo – capitolo si ricostruisce la storia della circolazione dei DS dall’epoca di Areta di Cesarea al tardo XV sec. A completamento e supporto della ricerca sono offerte numerose tavole dei manoscritti esaminati nonché un indice dei codici collazionati.