997 resultados para Moura, Emilio 1902-1971


Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

The prehistoric cemetery of Barshalder is located along the main road on the boundary between Grötlingbo and Fide parishes, near the southern end of the island of Gotland in the Baltic Sea. The cemetery was used from c. AD 1-1100. The level of publication in Swedish archaeology of the first millennium AD is low compared to, for instance, the British and German examples. Gotland’s rich Iron Age cemeteries have long been intensively excavated, but few have received monographic treatment. This publication is intended to begin filling this gap and to raise the empirical level of the field. It also aims to make explicit and test the often somewhat intuitively conceived results of much previous research. The analyses deal mainly with the Migration (AD 375–540), Vendel (AD 520–790) and Late Viking (AD 1000–1150) Periods. The following lines of inquiry have been prioritised. 1. Landscape history, i.e. placing the cemetery in a landscape-historical context. (Vol. 1, section 2.2.6) 2. Migration Period typochronology, i.e. the study of change in the grave goods. (Vol. 2, chapter 2) 3. Social roles: gender, age and status. (Vol. 2, chapter 3) 4. Religious identity in the 11th century, i.e. the study of religious indicators in mortuary customs and grave goods, with particular emphasis on the relationship between Scandinavian paganism and Christianity.. (Vol. 2, chapter 4) Barshalder is found to have functioned as a central cemetery for the surrounding area, located on peripheral land far away from contemporary settlement, yet placed on a main road along the coast for maximum visibility and possibly near a harbour. Computer supported correspondence analysis and seriation are used to study the gender attributes among the grave goods and the chronology of the burials. New methodology is developed to distinguish gender-neutral attributes from transgressed gender attributes. Sub-gender grouping due to age and status is explored. An independent modern chronology system with rigorous type definitions is established for the Migration Period of Gotland. Recently published chronology systems for the Vendel and Viking Periods are critically reviewed, tested and modified to produce more solid models. Social stratification is studied through burial wealth with a quantitative method, and the results are tested through juxtaposition with several other data types. The Late Viking Period graves of the late 10th and 11th centuries are studied in relation to the contemporary Christian graves at the churchyards. They are found to be symbolically soft-spoken and unobtrusive, with all pagan attributes kept apart from the body in a space between the feet of the deceased and the end of the over-long inhumation trench. A small number of pagan reactionary graves with more forceful symbolism are however also identified. The distribution of different 11th century cemetery types across the island is used to interpret the period’s confessional geography, the scale of social organisation and the degree of allegiance to western and eastern Christianity. 11th century society on Gotland is found to have been characterised by religious tolerance, by an absence of central organisation and by slow piecemeal Christianisation.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Questa ricerca ha l’obiettivo di dare nuovi contributi alla conoscenza della pittura di paesaggio francese nell’Ottocento attraverso lo studio dell’opera di Paul Flandrin (1811-1902). Flandrin si colloca al crocevia di esperienze fondamentali nella ricerca artistica di metà Ottocento: l’eredità di Camille Corot, l’insegnamento di Jean-Auguste Dominique Ingres, la pratica del lavoro en plein air, la tradizione del paesaggio neoclassico. Il corpus di opere del pittore lionese Paul Flandrin (1811-1902) ricostruito in questa tesi è frutto di una sistematica operazione di ricerca sul campo e viene in seguito analizzato alla luce dei recenti studi sulla pittura di paesaggio neoclassico in Francia nel XIX secolo. La ricerca si fonda su una grande quantità di materiale inedito: dipinti, disegni, taccuini di studio en plein air, corrispondenza con colleghi e amici. Da questa ricerca la fisionomia artistica di Paul Flandrin emerge ben individuata singolarmente e al tempo stesso ancorata al contesto storico-artistico attraverso le relazioni con i colleghi, l’utilizzo di determinate tecniche, la frequentazione di mete comuni ai paesaggisti suoi contemporanei, la decisa presa di posizione a favore del paesaggio neoclassico.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Ferrara è tra le città con le quali Piero Bottoni (1903-1973) ha istaurato un rapporto proficuo e duraturo che gli permise di elaborare molti progetti e che fu costante lungo quasi tutta la parabola professionale dell’autore milanese. Giunto nella città estense nei primi anni Trenta, vi lavorò nei tre decenni successivi elaborando progetti che spaziavano dalla scala dell’arredamento d’interni fino a quella urbana; i diciannove progetti studiati, tutti situati all’interno del centro storico della città, hanno come tema comune la relazione tra nuova architettura e città esistente. Osservando un ampio spettro di interventi che abbracciava la progettazione sull'esistente come quella del nuovo, Bottoni propone una visione dell'architettura senza suddivisioni disciplinari intendendo il restauro e la costruzione del nuovo come parti di un processo progettuale unitario. Sullo sfondo di questa vicenda, la cultura ferrarese tra le due guerre e nel Dopoguerra si caratterizza per il continuo tentativo di rendere attuale la propria storia rinascimentale effettuando operazioni di riscoperta che con continuità, a discapito dei cambiamenti politici, contraddistinguono le esperienze culturali condotte nel corso del Novecento. Con la contemporanea presenza durante gli anni Cinquanta e Sessanta di Bottoni, Zevi, Pane, Michelucci, Piccinato, Samonà, Bassani e Ragghianti, tutti impegnati nella costruzione dell’immagine storiografica della Ferrara rinascimentale, i caratteri di questa stagione culturale si fondono con i temi centrali del dibattito architettonico italiano e con quello per la salvaguardia dei centri storici. L’analisi dell’opera ferrarese di Piero Bottoni è così l’occasione per mostrare da un lato un carattere peculiare della sua architettura e, dall’altro, di studiare un contesto cultuale provinciale al fine di mostrare i punti di contatto tra le personalità presenti a Ferrara in quegli anni, di osservarne le reciproche influenze e di distinguere gli scambi avvenuti tra i principali centri della cultura architettonica italiana e un ambito geografico solo apparentemente secondario.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Questa breve tesi, incentrata sulla persona e sulle opere di Emilio Tadini, ha come scopo quello di mettere in evidenza e rivelare al pubblico contemporaneo un uomo dalle mille sfaccettature, spesso relegato al solo ambito della pittura, che può essere, invece, a pieno titolo definito come un artista poliedrico. Dopo un breve excursus volto a fornire qualche riferimento biografico, il contesto storico nel quale agisce, e la stretta relazione da lui instaurata tra la scrittura e la pittura, si esaminerà la sua traduzione di Re Lear di William Shakespeare, pubblicata da Einaudi. Il dramma verrà analizzato dapprima in una chiave di lettura alternativa che nasce dal considerarlo come una tragedia della parola, per poi scandagliarlo nei minimi particolari attraverso l’approfondimento delle varie tematiche – l’amore, la morte, la pazzia e la cecità. Un importante supporto è dato dalla traduzione di Agostino Lombardo per Garzanti, mezzo per uno studio comparato e contrastivo tra le due proposte di resa in italiano. In seguito, si illustreranno le scelte traduttive di Emilio Tadini, partendo dall’assunto di una parola volta a ridurre la Distanza, l’Alterità e di un traduttore-funambolo, costantemente sull’orlo di una doppia vertigine – il rimanere troppo fedeli e il discostarsi eccessivamente dal testo fonte. Prima di procedere a una rassegna dei punti salienti di alcuni suoi scritti, in particolare, de La tempesta, e de La deposizione, si confronteranno il Re Lear e La Tempesta shakespeariana, cercando di dimostrare come quest’ultimo prenda le mosse dagli avvenimenti del primo. Infine, si cercherà di concepire il Prospero di Tadini come una summa moderna tra i due personaggi principali delle opere in questione – Lear da un lato e Prospero dall’altro –, evidenziando l’importanza della voce e della figura del mediatore-guida, in grado di spaziare all’interno della distanza, servendosi di parole scelte sulla base delle proprie esperienze personali.