994 resultados para Eduardo De Filippo dialetto identità lingua


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O Estágio Pedagógico (EP) representa para os professores estagiários uma importante oportunidade para por em prática os conteúdos aprendidos ao longo da sua formação académica, e que servem de base para a sua intervenção enquanto profissional do ensino da Educação Física (EF). Através deste trabalho propomos-mos a apresentar, fundamentar e refletir o EP de EF realizado na Escola Básica dos 2º e 3º Ciclos Dr. Eduardo Brazão de Castro, ao longo do ano letivo 2012/2013. A prática letiva incluiu o planeamento, realização e controlo/avaliação de atividades físicas, da aptidão física e dos conhecimentos relativos aos processos de elevação e manutenção da aptidão física em duas turmas (7º2 e 12º PSI). Este domínio incluiu ainda a construção de um instrumento para a observação de aulas. Para além da atividade letiva, o EP englobou outras atividades, nas quais o papel do professor estagiário foi de grande relevo para a sua concretização. As atividades de integração no meio abrangeram a caracterização da turma, o estudo caso e a ação de extensão curricular, que promoveu a inter-relação entre professores, encarregados de educação e alunos em torno da promoção do desporto na natureza e da multidisciplinaridade. A atividade de intervenção na comunidade escolar destinou-se a toda a comunidade educativa e procurou promover a criação de hábitos de vida saudáveis, o desenvolvimento do espírito crítico, estético, cultural e a interação entre a Escola e a Comunidade. As atividades de natureza científico-pedagógica abordaram o ensino dos desportos de natureza na escola (ação individual) e a realização da avaliação diagnóstica em EF (ação coletiva), com o intuito de contribuir para a formação contínua dos professores de EF da Região. A realização do EP e de todas as atividades que o compõem revelou-se fundamental para a formação contínua do professor, na medida em que contribuiu para a preparação do mesmo para atuar perante múltiplas situações.

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Questo elaborato mira ad analizzare i rapporti tra la Francia, in quanto colonizzatore in Africa, e il Ciad e l'influenza da essa esercitata sul piano religioso,linguistico e culturale. In primis viene presentata la situazione linguistico-culturale del Ciad, diviso internamente tra Nord e Sud. Poi vengono confrontati il sistema scolastico francese e quello arabo sia dal punto di vista dell'organizzazione che di partecipazione e importanza, e analizzate le conflittualità tra questi due sistemi. Infine, dopo essersi concentrati sui problemi dell'istruzione in Ciad, si dibatte sulla possibilità di risolvere le situazioni di conflitto che lo stato presenta.

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Il presente lavoro vuole sensibilizzare al problema socio-linguistico dell’insegnamento dell’italiano come lingua seconda: si mostra un panorama della situazione, partendo dall’insegnamento in sé, presentando le tecniche ed i metodi non finalizzati al mero insegnamento, ma anche all’accoglienza della famiglia e alla crescita serena del bambino appena arrivato; si passa, poi, alla descrizione del contesto in cui opera la didattica interculturale, un contesto che presenta varie problematicità, dal sofferto arrivo in una terra straniera, alla necessità di adattamento nel gruppo dei pari e nel sistema scolastico, sia dal punto sociale che dal punto di vista linguistico. Il soggetto di questa tesina sono i bambini, perché un mondo che funzioni bene deve saper ruotare attorno a loro. I protagonisti del "caso particolare" di cui si parla nel titolo sono due bambini cinesi arrivati in Italia da poco e dei quali viene raccontata la loro prima esperienza di studio dell'italiano nel loro nuovo Paese.

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Questa tesi è un'analisi del linguaggio in relazione alle questioni di genere, con un focus finale sulla rappresentazione dei femminicidi da parte delle testate giornalistiche italiane, diviso in quattro parti. Il primo capitolo è sull'origine della misoginia in Occidente. Il secondo parla della Critical Discourse Analysis, un approccio all'analisi critica del discorso che fa capire quanto il linguaggio influenzi la società e possa essere usato per farlo. Il terzo capitolo parla dell'intreccio tra lingua e ideologia, la prima parte si focalizza sulla linguistica e la seconda sul sessismo della lingua italiana. La quarta parte è un'analisi del linguaggio di molti articoli di giornale dell'anno 2016 su due casi di femminicidio in Italia, in particolare sulle rappresentazioni (che risultano stereotipate) di vittime e carnefici.

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Brigitte Schwaiger può certamente essere definita una scrittrice fuori dal comune, la quale soffrì per tutta la vita di disturbi psichici, arrivando persino a commettere il suicidio nel 2010. Tra le caratteristiche più significative della sua scrittura emerge l’impiego del dialetto, uno strumento capace di conferire autenticità ai suoi personaggi, definendone i tratti e infondendo vita ai loro dialoghi. Il presente elaborato seguirà due percorsi paralleli. Attraverso una proposta di traduzione della prima parte di "Liebesversuche" [Tentativi d’amore] di Brigitte Schwaiger, l’elaborato si propone di analizzare, da un lato, tutto ciò che comporta la traduzione di una voce singolare come la Schwaiger, la cui vita e, naturalmente, opera letteraria furono profondamente influenzate da un sentimento di emarginazione. Dall’altro lato, l’elaborato svilupperà una riflessione sulla traduzione in italiano del dialetto viennese, elemento che caratterizza in maniera decisiva il racconto oggetto della traduzione. La prima parte dell’elaborato sarà dedicata a Brigitte Schwaiger e a una riflessione sulle sue opere più importanti: "Perché il mare è salato?" e "Lasciarsi cadere". In seguito l’attenzione si sposterà su un’analisi tematica e testuale di Liebesversuche, il racconto oggetto della traduzione, a cui seguirà un capitolo dedicato all’uso del dialetto nella prosa e alla traduzione del dialetto. In conclusione sarà riportata la proposta di traduzione della prima parte di "Liebesversuche" con il testo originale a fronte.

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Pratica riabilitativa innovativa che associa alle cure tradizionali l’interazione con l’animale, la terapia con il mezzo del cavallo ha riscosso negli ultimi anni un notevole successo ed è oggi una realtà sempre più popolare e riconosciuta anche in Italia. Autorità nel campo e nella ricerca rimangono però Paesi quali Stati Uniti, Francia e Belgio, a cui si devono molte delle pubblicazioni scientifiche a riguardo. Il presente elaborato ha per oggetto una riflessione sulla lingua speciale impiegata nel settore, con particolare attenzione alla multidisciplinarità e alla pluriappartenenza che ne caratterizzano la terminologia in contesti di comunicazione esperto-esperto e che possono generare notevoli difficoltà traduttive. Punto di riferimento per l’analisi linguistica è il volume “Thérapies avec le cheval”, scritto ed edito dalla F.E.N.T.A.C. (Fédération nationale de thérapies avec le cheval), di cui sono stati tradotti alcuni estratti a dimostrazione di quanto osservato. Il lavoro si articola in sei capitoli: il primo traccia una panoramica del settore della TMC in Italia, con rimandi alla realtà francese; il secondo, dedicato allo studio della terminologia, presenta una prima sezione incentrata sulla multidisciplinarità e una seconda sulla pluriappartenenza; il terzo capitolo contiene il testo a fronte tratto dal volume già menzionato e il quarto la proposta di traduzione; il quinto è di commento alle scelte traduttive; il sesto è riservato alle conclusioni.

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In un paese come l’Italia sempre più investito dal fenomeno del multiculturalismo come conseguenza dell’immigrazione, la lingua è elemento di scambio culturale e linguistico, determinante nella negoziazione delle identità diverse che si incontrano. L’apprendimento e, di conseguenza, la conoscenza della lingua del paese ospitante, costituiscono per l’immigrato il primo fattore di integrazione nonché vettore della propria cultura e dei propri valori, difficilmente trasmissibili ai parlanti nativi nella lingua d’origine. Essendo dunque la questione della lingua per gli immigrati, una prospettiva di indagine di estrema importanza e attualità, ho deciso di farne l’oggetto della mia tesi di fine percorso di studi universitario. Partirò con un’analisi della nascita dell’italiano come lingua di studio e dunque come lingua seconda, sino ad arrivare ai risultati ottenuti dalla linguistica e dalla glottodidattica. Analizzerò quelli che erano i destinatari e i docenti dell’italiano L2 di un tempo, e quelli che invece sono oggi i principali protagonisti dello studio della nostra lingua e i nuovi insegnanti, mettendo in luce le diversità nei metodi e negli scopi. Presenterò i fenomeni e i fattori coinvolti nell’italiano L2 degli immigrati e quelli derivanti dall’incontro delle lingue d’origine di quest’ultimi con la lingua italiana. Non mancherà infatti la riflessione sugli altri attori in gioco, noi italiani, in quanto società ospitante, che nella nostra messa in scena quotidiana, attraverso i comportamenti linguistici, esterniamo il nostro sentimento nei riguardi degli immigrati, sia esso di inclusione o di esclusione. Infine farò un excursus sulla letteratura dell’immigrazione, la quale rappresenta la concretizzazione di quanto verrà detto sulla questione della lingua, analizzando infatti attraverso le varie fasi storiche, proprio le diverse visioni degli scrittori e quindi dei protagonisti delle loro opere in merito alla propria identità linguistica.

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Ce mémoire vise à analyser le processus de construction de l'identité collective du mouvement queer à Montréal dans un contexte francophone. Bien que plusieurs travaux portent en partie sur les groupes militants queers québécois, aucune recherche ne s'est employée à comprendre comment les militant.es queers à Montréal se constituent comme un collectif qui développe une identité. Pour analyser le processus de construction de l'identité collective du mouvement queer montréalais, je m'appuie sur la théorie de Melucci (1985; 1996), qui définit l'identité collective d'un mouvement selon plusieurs axes : les champs d'action, les moyens employés et les fins visées, ainsi que le mode d'organisation. Afin de répondre à cette question de recherche, j'ai effectué une recherche documentaire ainsi que sept entrevues avec des militant.es queers montréalais.es francophones. L'analyse des données a été faite grâce à divers travaux qui portent sur les champs d'action, les valeurs, les fins et moyens, le mode d'organisation de mouvements contemporains anti-autoritaires et anti-oppressifs, ainsi qu'en fonction de trois dimensions élaborées par Melucci (1985) : le conflit, la solidarité et les limites du système. Je conclus que l'identité collective comme processus s'articule autour de plusieurs enjeux : premièrement, la diversité des champs d'action, les valeurs anti-oppressives, les relations d'affinités, le mode de vie alternatif et le mode d'organisation anti-oppressif des militant.es queers permettent au mouvement de créer une solidarité interne, d'affirmer une position anti-autoritaire qui brise les limites du système dominant et de se différencier du mouvement LGBT mainstream. Par ailleurs, les actions militantes concrètes qui réalisent le changement dans l'ici et maintenant participent à créer une solidarité et une reconnaissance entre militant.es, ainsi qu'à mettre en lumière un conflit avec le système dominant oppressif. Enfin, les perspectives francophones sur le mouvement queer ne semblent pas donner au bilinguisme du mouvement un rôle fondamental dans la construction de son identité collective. Cependant, l'intérêt marqué des militant.es francophones comparativement aux militant.es anglophones pour la politique institutionnelle fait émerger de nouvelles interrogations sur l'impact que pourrait avoir le mélange des cultures francophone et anglophone à Montréal sur la culture politique et l'identité du mouvement.

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Éditorial en réponse à l'article suivant : Cossette, L. (2014). Science et égalité des sexes ne sont pas inconciliables. Revue de psychoéducation, 43(1), 155-159.

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En La lengua de las mariposas y El lápiz del carpintero Manuel Rivas presenta conflictos y personajes inmersos en el contexto de violencia y opresión desatados por el accionar de las fuerzas franquistas triunfantes en Galicia. Por su parte, uno de los hilos narrativos desarrollados por Eduardo Sacheri en La pregunta de sus ojos, se interna en la relación entre el delito, la impunidad y el castigo en el marco de la violencia estatal que se instala en Argentina en los años anteriores al golpe militar de 1976. En los tres relatos los comportamientos indignos o criminales, cuya génesis es inseparable del terror impuesto por una dictadura u otras formas de violencia emanadas de un poder opresor, disparan interrogantes de complejas respuestas. El concepto de zona gris que acuñó Primo Levi en su obra dedicada a testimoniar su experiencia de deportado en Auschwitz ofrece una vía de reflexión para volver más inteligible la respuesta del ser humano en situaciones límite.

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"Dedicado a su memoria."

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