730 resultados para Prodotti vegani


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Nello studio condotto si è voluto indagare in modo preliminare la fattibilità dal punto di vista normativo e tecnico di attuare operazioni di recupero di materia su scarti prodotti dagli stabilimenti di molluschicoltura di Goro, con il fine di inserirli in un progetto più ampio di costruzione di barriere sommerse a protezione del litorale. Attraverso dati produttivi è stato analizzato innanzitutto il contesto territoriale nel quale si colloca questa attività. E' stato ripercorso il destino ambientale che attende gli scarti in uscita all'impianto e con l'ausilio delle normative in materia di rifiuti si è cercato di delineare possibili scenari migliorativi rientranti nei principi dell'economia circolare, mostrandone i rispettivi vantaggi e requisiti. Ipotizzata l'alternativa migliore, infine si sono studiate le caratteristiche tecniche del capulerio al fine di destinarlo ad un impiego in campo edile, attraverso prove condotte in laboratorio e studi presenti in letteratura.

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La richiesta dei consumatori di prodotti sostenibili, le lotte per il cambiamento climatico e l'importanza che viene data alla sostenibilità dal mondo finanziario hanno fatto sì che la politica intraprendesse iniziative sulle tematiche sostenibili e di conseguenza le imprese hanno adottato azioni in linea con i criteri ESG. Anche se per le aziende intraprendere un percorso sostenibile non sia economicamente conveniente e per raggiungere determinati obiettivi servono sforzi e tempi lunghi, sono consapevoli dei benefici nel medio-lungo termine a livello economico, di reputazione e vantaggio competitivo. Queste iniziative però si concentrano prevalentemente sul primo anello della supply chain e le società che operano in un mercato globale fanno difficoltà a rispettare le differenti norme giuridiche non compatibili negli Stati in cui è presente la propria value chain. Per risolvere questi problemi la della Commissione Europea il 23/02/2022 ha proposto la direttiva sulla Corporate Sustainability Due Diligence, che impone l’obbligo per le imprese di implementare un processo di due diligence in tutta la value chain per prevenire effetti negativi e potenziali sui diritti umani e sull’ambiente. L’obiettivo dell'elaborato è di analizzare la direttiva di due diligence per comprendere quanto le aziende di oggi siano pronte al monitoraggio di un’intera catena del valore. Il caso studio scelto per lo scopo è quello dell’azienda Fincantieri S.p.A. la quale ha intrapreso da qualche anno un percorso di sostenibilità. Attraverso il confronto fra le azioni in atto dell'azienda e la direttiva, dalla trattazione emerge che la sfida più grande che Fincantieri dovrà affrontare sarà la condivisione delle pratiche già in atto nei livelli più profondi della supply chain. L’approvazione della direttiva, incentivando anche indirettamente le aziende ad operare in ottica di sostenibilità, aiuterà a perseguire l'obiettivo di due diligence in un percorso di crescita e miglioramento con i fornitori

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L’adroterapia è una tecnica di cura tumorale basata sull’irraggiamento della zona cancerosa tramite ioni pesanti e particelle cariche. Queste permettono di massimizzare il danno nella zona tumorale e limitare invece quello subito dalle cellule sane. Il più grande ostacolo risiede nella limitata reperibilità di informazioni in letteratura sulla frammentazione del target. I frammenti così prodotti infatti hanno una mobilità di µm e per questo motivo sono molto difficili da rivelare. In questo contesto nel 2017 l’esperimento FOOT, approvato dall’INFN nasce con l’obiettivo di misurare la sezione d’urto differenziale di tutti i prodotti emessi dalla frammentazione nucleare fra il fascio ed il paziente. Operando in condizione di cinematica inversa l’esperimento riesce a rivelare questi frammenti ed a misurarne l’abbondanza e l’energia. E’ stata effettuata a questo proposito, un’analisi dati volta ad eliminare le frammentazioni in aria precedenti ed interne al rivelatore MSD per poter ottenere misure più accurate delle sezioni d’urto di frammentazione.

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L’adroterapia è una terapia medica oncologica che consiste nell’irraggiamento della massa tumorale tramite un fascio di particelle cariche, come protoni o ioni pesanti. Ad oggi però, non è ancora stata fatta una stima completa degli effetti causati dagli eventi di frammentazione nucleare tra le particelle del fascio e i nuclei del corpo umano. A tale scopo è nato nel 2017 l’esperimento FOOT (FragmentatiOn Of Target), con l’obiettivo di misurare la sezione d’urto differenziale di tutti i prodotti emessi nella frammentazione nucleare tra il fascio e il paziente. In questa tesi sono stati analizzati i dati acquisiti relativi all’interazione tra un fascio di ioni ossigeno a 400MeV/n su un bersaglio di grafite. Per ottenere una misura quanto migliore delle sezioni d’urto è necessario eliminare gli eventi di frammentazione che avvengono tra il fascio e i nuclei dell’aria posta tra i rivelatori dell’apparato sperimentale. Confrontando l’energia rilasciata in due rivelatori consecutivi si può capire se nell’aria posta fra questi vi sono stati tali eventi.

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Circa 2500 anni fa, a Magnesia, l’uomo scopriva la magnetite, un minerale del ferro che ha un contenuto di metallo particolarmente alto. Fu così che l’umanità venne a contatto per la prima volta, più o meno consapevolmente, con gli effetti dei campi magnetici. Già il filosofo greco Talete di Mileto nel VI secolo a.C. descrisse gli effetti di tali pietre, ma l’umanità non smise di esserne affascinata. Un esempio astronomicamente noto di campo magnetico su ampia scala è quello terrestre: il nostro pianeta si può pensare come un grosso magnete con un campo di BE ≈ 0.3...0.5G, che tra le altre cose ci protegge dalle particelle ad altissima energia intrappolandole nelle cosiddette fasce di Van Allen. Vi sono poi campi magnetici molto più intensi, a partire da quelli generati in altri pianeti, come Giove, o di stelle e altri corpi celesti particolarmente densi, che possono raggiungere i 10^15G. Ma i campi magnetici sono largamente diffusi anche in tutto lo spazio interstellare e intergalattico, dove hanno valori molto inferiori, che sfiorano i pochi μG. Come si può intuire, un così ampio spettro di valori si traduce in un’altrettanto ricca gamma di metodi di rilevazione. In particolare, in questo elaborato, ci concentreremo soprattutto sui metodi di studio dei campi magnetici meno intensi, la cui conoscenza si basa sulle proprietà osservabili della radiazione di sincrotrone, principalmente indi- viduabili dai dati radio. Dedichiamo quindi un breve capitolo alla derivazione dello spettro della radiazione suddetta (Capitolo 2), preceduto da un accenno alle proprietà energetiche dei plasmi magnetizzati (Capitolo 1). Ci occupiamo infine per l’intero Capitolo 3 di alcuni tra i più diffusi metodi diagnostici, preferendo, come già anticipa- to quelli che analizzano gli spettri prodotti da elettroni relativistici in moto in campi magnetici, ma attraversando comunque gli effetti dei plasmi magnetizzati sulla propagazione della luce e sulla separazione delle righe spettrali.

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Le lesioni del sistema nervoso periferico, causate da eventi traumatici o da patologie degenerative, costituiscono un danno che può portare alla perdita di specifiche funzionalità motorie o sensoriali. In questi casi, la terapia chirurgica è necessaria per riparare la perdita di continuità assonale. Il gold standard operatorio attuale è costituito dal trapianto nella sede lesionata di un nervo da donatore o dallo stesso soggetto affetto dal danno. Recentemente, un approccio basato su tecniche di ingegneria dei tessuti propone l’impianto di biomateriali modellati come condotti che favoriscano la rigenerazione assonale. Ne è un esempio chiaro un recente lavoro di ricerca, nel quale Cheng et al. propongono una strategia basata sull’impiego di scaffold piezoelettrici prodotti attraverso una tecnica di "casting annealing displacement " che utilizza Polivinilidenfluoruro (PVDF) e Policaprolattone (PCL). Confrontando in vitro scaffold in PCL, in PVDF e PCL/PVDF, in particolare analizzandone le proprietà piezoelettriche e quelle meccaniche, si rilevano i vantaggi della copolimerizzazione. Questi risultati di interesse vengono inoltre confermati dai risultati funzionali ottenuti con l’impianto in vivo in topi con una lesione di 15 mm al nervo sciatico.

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L’intensificarsi della concorrenza globale, il rapido sviluppo delle tecnologie e le mutevoli richieste dei clienti hanno portato a una tendenza verso maggiori differenze nei requisiti dei clienti, maggiore necessità di personalizzazione, cicli di vita dei prodotti sempre più brevi e la necessità di una rapida introduzione di nuovi prodotti. I produttori devono tenere conto di queste nuove tendenze e devono essere in grado di fronteggiarle per ottenere un vantaggio competitivo. I sistemi di produzione riconfigurabili RMS sono adatti nella gestione di queste richieste in quanto il sistema può essere continuamente riconfigurato per adattarsi alle richieste del mercato in termini di volumi richiesti e personalizzazione esatta dai clienti. Lo sviluppo effettivo di RMS risulta, ad oggi, molto impegnativo per le aziende e questo è il principale motivo per il quale si ricorre ancora a sistemi di produzione maggiormente tradizionali come DMS e FMS. Questo elaborato definisce le caratteristiche fondamentali ed i principi di progettazione dei RMS, facendone un confronto con quelle dei sistemi DMS e FMS. Successivamente, partendo da un esempio industriale e seguendo i principi fondamentali dei RMS, si sviluppano dei concept di linea produttiva, con celle e stazioni idonee allo sviluppo di un sistema riconfigurabile. In ultima analisi, presso il laboratorio dell’Università di Aalborg, in Danimarca, vengono condotte prove pratiche sulla linea di produzione riconfigurabile Festo. Queste hanno permesso di mettere in luce gli aspetti di forza e le criticità di tali sistemi. Infine, vengono proposte idee per rendere più efficaci i RMS e vengono brevemente illustrate altre possibili tipologie di riconfigurazione in cui viene completamente stravolto il concetto di linea di produzione odierno.

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Con le crescenti esigenze di personalizzazione, la capacità di prevedere con precisione la domanda di un numero sempre maggiore di prodotti è diventata una delle caratteristiche fondamentali che l’azienda manufatturiera moderna deve possedere. L’esigenza dunque di fornire una gamma di prodotti sempre più vasta, contenendo i costi associati alla realizzazione e alla giacenza dei prodotti finiti e contemporaneamente riducendo al minimo i tempi di risposta alla domanda, non viene pienamente soddisfatta da nessuna delle due politiche produttive che rappresentano i due approcci più classici, ossia le due strategie Make-To-Stock (MTS) e Make-To-Order (MTO). Per rispondere a questa esigenza di personalizzazione è stata proposta un’ulteriore politica produttiva nota come Delayed Product Differentiation (DPD) basata sul concetto delle piattaforme di prodotto, ossia delle strutture comuni a più prodotti diversi che, tramite l’aggiunta dei componenti, permettono di ottenere la gamma di prodotti finali richiesti. Il seguente lavoro di tesi si pone lo scopo di studiare, tramite un algoritmo ideato e sviluppato con l’ausilio del linguaggio di programmazione di Matlab, il caso di un sistema che già adotta l’approccio DPD per riuscire a trovare una soluzione al problema di estendere il catalogo iniziale degli articoli presenti, avendo una lista di prodotti nuovi da analizzare e dovendo scegliere quali aggiungere e quali invece eliminare, stabilendo come modificare le piattaforme per l’aggiunta di essi.

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I contenuti e i servizi offerti dal Web hanno subito negli anni una costante e continua evoluzione, dovuti alla maggiore disponibilità di dispositivi in grado di navigarlo. Oggi i requisiti e le aspettative che gli utenti hanno nei confronti delle applicazioni Web sono sempre maggiori, desiderano un accesso ai contenuti sempre più rapido, interfacce semplici e facili da usare, oltre che reattive, e che tali contenuti siano accessibili da una vasta gamma di dispositivi che presentino sempre più funzionalità. Le aziende devono essere pronte a rispondere a queste esigenze e a fornire agli utenti finali la miglior esperienza possibile, rimanendo aggiornati sulle tecnologie per la creazione di applicazioni Web. Questo è ancora più importante per un'azienda possiede più prodotti, sviluppati da team diversi che usano tecnologie diverse. Per alcune aziende è importante che i propri prodotti, sebbene trattino tematiche differenti, si presentino con interfacce che rimandino al proprio marchio, non solo grazie al nome o al logo, quanto più nei componenti utilizzati per creare le interfacce. Succede così che i vari team devono progettare e sviluppare i componenti nella propria tecnologia, in modo che abbiano le stesse funzionalità, stesso stile e stesso comportamento in ogni situazione. Il più delle volte questo è difficile da realizzare e anche costoso da mantenere. Riuscire a centralizzare lo sviluppo di questi elementi in un unico punto aiuta l'azienda a mantenere bassi i costi di manutenzione e a rendere omogenea l'esperienza degli utenti tra i vari prodotti. Obiettivo del lavoro svolto è illustrare le potenzialità e l'utilità fornite dall'introduzione di una suite di componenti personalizzati, seguendo lo standard dei Web Component, all'interno dei prodotti forniti da una grande impresa. L'analisi si concentra sulll'esperienza di chi utilizza tali componenti all'interno dei propri progetti per creare l'interfaccia utente da presentare poi agli utenti finali.

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In un mondo in cui tutto è connesso, in cui l’intensificazione di scambi commerciali su scala mondiale ha permesso di ottenere merci e prodotti provenienti da ogni paese e in cui l’abbattimento delle frontiere ha facilitato lo spostamento di persone, si è diffusa l’dea che la globalizzazione, rivendicando l’uomo moderno come flessibile, mobile e accomodante, abbia spazzato via i sentimenti della Sehnsucht e dell’Heimweh rilegandoli al passato. Lo scopo di questo studio è dimostrare che questi sentimenti sono presenti ancora oggi come allora. Dopo una breve introduzione sulle parole intraducibili nel primo capitolo, il secondo si concentra sull’approfondimento e sull’analisi di una di queste: la parola intraducibile Sehnsucht. A tal proposito viene spiegato il significato della parola con l'aiuto di esempi e definizioni, viene presentato uno studio psicologico di questo sentimento e vengono analizzate alcune delle sue numerose varianti. Nel terzo capitolo l’attenzione è rivolta proprio a una di queste varianti: la Sehnsucht nach Heimat, Heimweh (nostalgia di casa) e la sua percezione nel mondo globalizzato. Quest’ultimo capitolo, verte in particolare sulle differenze e le somiglianze tra il sentimento di nostalgia provato da chi lascia volontariamente la sua casa e il suo paese (che sia per svago, per studio, per lavoro o semplicemente per fare una nuova esperienza all’estero) e il sentimento di nostalgia percepito invece, da chi è costretto a farlo per cause non dipendenti dalla sua volontà (che sia per una guerra, per una crisi economica, per problemi finanziari o per motivi politici). Per spiegare al meglio questa differenza è stata condotta un’analisi di due racconti brevi che spiegano le rispettive situazioni. Per i primi è stato scelto il racconto breve di Sibylle Berg Hauptsache weit, per i secondi invece, die Sehnsucht fährt schwarz di Rafik Schami.

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Strappare Lungo i Bordi, serie TV animata scritta e diretta dal fumettista romano Zerocalcare e distribuita da Netflix, offre un interessante spunto di riflessione sulle difficoltà dell'adattamento di prodotti audiovisivi culturalmente specifici. Dopo aver offerto un quadro generale sulla nascita e lo sviluppo della pratica del doppiaggio e sulle problematiche della traduzione audiovisiva, verranno trattati più approfonditamente i temi della traduzione di variazioni linguistiche, nello specifico i dialetti, e dello humour, così da facilitare uno studio di questi elementi all'interno del prodotto in questione. Infine, attraverso l'analisi di traduzioni scelte, si potranno osservare le varie strategie che il traduttore ha utilizzato durante l'adattamento del dialetto romanesco e dell'elemento umoristico presenti in Strappare Lungo i Bordi.

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Negli ultimi anni sta diventando sempre più insistente la necessità di sviluppare nuovi materiali in grado di sostituire le comuni plastiche derivanti dal petrolio con bioplastiche ottenute da biopolimeri che spesso vengono rinforzate mediante riutilizzo di scarti agricoli, come fibre di bambù, in grado di conferire proprietà meccaniche migliori, dando vita ai biocompositi. In particolare, una delle risorse rinnovabili più promettenti al giorno d'oggi è la cellulosa, come quella contenuta nella fibra di bambù, che, usata come filler rinforzante, permette di ottenere biocompositi con caratteristiche meccaniche e termiche migliori rispetto alle matrici polimeriche pure tipo PHB e PLA. Questa nuova generazione di biocompositi può essere vista come evoluzione dei vecchi compositi e punta l’attenzione alla sostenibilità ed ecoefficienza ponendosi sul mercato come prodotti sostenibili, ecologici e competitivi, utilizzabili in svariati ambiti, dal packaging alimentare ai complementi d’arredo, dall’automotive all’edilizia, dall’industria tessile alle applicazioni biomedicali. Lo scopo di questo lavoro di Tesi è stato quello di realizzare e caratterizzare dal punto di vista termico e meccanico biocompositi a base di PLA con tre percentuali crescenti di filler naturale ed a base di PHB con le stesse percentuali di filler. I sei biocompositi sono stati realizzati tramite plastografo Brabender. In seguito, sono state effettuate le seguenti prove: 1) Calorimetria a scansione differenziale (DSC); 2) Stampaggio ad iniezione per la realizzazione dei campioni secondo la normativa; 3) Prove di trazione, al fine di capire se il filler avesse modificato il modulo di Young e l’allungamento a rottura della matrice pura; 4) Prove di impatto, effettuate per studiare la tenacità del materiale al variare delle diverse percentuali di filler; 5) Microscopio a scansione elettronica (SEM), con lo scopo di osservare l’adesione matrice-filler.

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Software bot per l’automatizzazione dell’acquisto su piattaforme retail (tech). Un sistema scritto interamente in Python riguardante web scraping, richieste HTTP, l’utilizzo di Cookie per il processo di checkout, sistemi di sicurezza, captcha, acquisto di un articolo in maniera autonoma, un sistema di autenticazione per la commercializzazione, sistema di log degli errori, sistema di notifiche. Il tutto sulla base di un cambiamento sociale che ha portato sempre più prodotti ad essere limitati rendendo difficile all’acquisto.

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A partire dal 1992, nell’industria elettronica giapponese, ha iniziato a diffondersi il sistema produttivo Seru Seisan: “Seru” in giapponese significa “organismo cellulare” e difatti questa modalità di produzione si basa sulla lavorazione di prodotti all’interno di celle. Esse sono formate da brevi tratti di nastro trasportatore, a seguito dello smantellamento di lunghe linee di assemblaggio, in cui lavorano un numero limitato di operatori multi-skilled. All’interno di un Seru possono essere lavorate più tipologie di prodotto ed ogni prodotto lavorato viene completato all’interno della cella stessa. Questo sistema produttivo a bassa automazione si rivela particolarmente adatto per operazioni di assemblaggio e consente di fronteggiare la dinamicità del mercato caratterizzata da elevata varietà e bassi volumi: il layout di un Seru, infatti, può essere riconfigurato rapidamente e richiede bassi investimenti in attrezzatura. In questo elaborato vengono presentati i Seru Seisan, descrivendone le principali caratteristiche e configurazioni unitamente alla loro origine. Dal momento che molti tentativi di applicazione di tale sistema produttivo risultano infruttuosi, soprattutto al di fuori del Giappone, viene proposto un quadro generale per l’implementazione e un algoritmo euristico per risolvere il problema di formazione e assegnazione degli operatori alle celle, minimizzando il costo totale di cross-training e bilanciando il carico di lavoro. Infine, viene presentato il lavoro di ricerca del presente elaborato che ha l’obiettivo di dimostrare il modello analitico che sta alla base del funzionamento di un Seru Divisionale, arrivando a stimare la produttività di una produzione multiprodotto. La formula a cui si giunge viene testata in due casi numerici reali, mostrando come alla progressiva diminuzione del numero di operatori all’interno di una cella, si ottenga un aumento della produttività della cella stessa.

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Il presente elaborato si propone di raccogliere e dettagliare il lavoro svolto presso l’azienda Motori Minarelli durante il tirocinio curricolare. Minarelli ha dato l’avvio ad un nuovo progetto di nome ISSIMO e conseguentemente si è trovata ad approcciare una nuova tipologia di prodotto da assemblare attraverso linea di montaggio: una bicicletta elettrica. Il compito dell’azienda bolognese era quello di progettare e implementare la linea produttiva per la commercializzazione dell’e-bike. Al giorno d’oggi una buona progettazione del ciclo produttivo è alla base per la generazione di prodotti eccellenti e di qualità, per questo il ciclo di assemblaggio è stato definito tramite l’applicazione di una serie di algoritmi euristici di line balancing, per definire la struttura della linea di montaggio e la sequenza di produzione. Si è divisa la trattazione in quattro parti distinte: la prima parte è una analisi storica che parte dalla nascita della catena di montaggio sino alla teoria degli algoritmi di bilanciamento; la seconda parte permette di calarsi nel contesto aziendale; la terza parte dettaglia il progetto ISSIMO nei dettagli e la quarta parte, quella sperimentale, mostra l’applicazione degli algoritmi alla linea di assemblaggio in esame.