997 resultados para AUTONOMÍA - INVESTIGACIONES


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Nel contesto della progettazione di interventi di difesa da frane di crollo, la tesi è rivolta allo studio del comportamento di opere di protezione dalla caduta massi, con particolare riguardo alle barriere paramassi, strutture metalliche progettate per arrestare blocchi in caduta lungo un versante. Specificamente, il comportamento altamente non lineare di queste strutture è stato osservato mediante modellazione numerica agli elementi finiti con codice di calcolo STRAUS 7 v.2.3.3. La formulazione dei modelli è stata sviluppata a partire dai dati contenuti nel Catasto delle opere di protezione (VISO), recentemente messo a punto dalla Provincia Autonoma di Bolzano, nel contesto di una più ampia procedura di analisi della pericolosità di versante in presenza di opere di protezione, finalizzata ad una appropriata gestione del rischio indotto da frane di crollo. Sono stati messi a punto una serie di modelli agli elementi finiti di alcune tra le tipologie più ricorrenti di barriere paramassi a limitata deformabilità. Questi modelli, sottoposti ad una serie di analisi dinamiche e non-lineari, intese a simulare l’impatto di blocchi aventi massa e velocità nota, hanno permesso di osservare la risposta complessiva di queste strutture in regime dinamico identificando i meccanismi di rottura a partire dall’osservazione della formazione di cerniere plastiche, monitorando contestualmente grandezze rilevanti quali gli spostamenti e le forze mobilitate in fondazione. Questi dati, opportunamente interpretati, possono fornire i parametri necessari all’implementazione di più ampie procedure di analisi del rischio indotto da movimenti frane di crollo.

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Negli ultimi anni si è sviluppata una forte sensibilità nei confronti del rischio che il dissesto idrogeologico comporta per il territorio, soprattutto in un paese come il nostro, densamente abitato e geologicamente fragile. Il rischio idrogeologico In Italia infatti è diffuso in modo capillare e si presenta in modo differente a seconda dell’assetto geomorfologico del territorio. Tra i fattori naturali che predispongono il nostro territorio a frane ed alluvioni, rientra la conformazione geologica e geomorfologica, caratterizzata da un’orografia giovane e da rilievi in via di sollevamento. A seguito del verificarsi di una serie di eventi calamitosi (Piemonte 1994, Campania 1998 e 1999, Sovereto 2000, Alpi centrali 2000 e 2002) sono state emanate leggi specifiche finalizzate all’individuazione e all’applicazione di norme, volte a prevenire e contenere i gravi effetti derivanti dai fenomeni di dissesto. Si fa riferimento in particolare, alle leggi n°267 del 3/08/1998 e 365/2000 che hanno integrato la legge 183/1989. In questo modo gli enti territoriali (Regioni, Autorità di bacino) sono stati obbligati a predisporre una adeguata cartografia con perimetrazione delle aree a differente pericolosità e rischio. Parallelamente continuano ad essere intrapresi, promossi e finanziati numerosi studi scientifici volti allo studio dei fenomeni ed alla definizione più puntuale delle condizioni di rischio, oltre alle iniziative volte alla creazione di un efficace sistema di allertamento e di sorveglianza dei fenomeni e alla messa a punto di una pianificazione di emergenza volta a coordinare in modo efficace la risposta delle istituzioni agli eventi. In questo contesto gli studi su validi approcci metodologici per l’analisi e la valutazione del rischio possono fornire un supporto al processo decisionale delle autorità preposte alla gestione del territorio, identificando gli scenari di rischio e le possibili strategie di mitigazione, e individuando la soluzione migliore in termini di accettabilità sociale e convenienza economica. Nel presente elaborato si vuole descrivere i temi relativi alla valutazione della pericolosità, del rischio e della sua gestione, con particolare attenzione ai fenomeni di instabilità dei versanti e nello specifico ai fenomeni di crollo da pareti rocciose che interessano il territorio della Provincia Autonoma di Bolzano. Il fenomeno della caduta massi infatti è comunemente diffuso in tutte le regioni di montagna e lungo le falesie costiere, ed in funzione dell’elevata velocità con cui si manifesta può costituire una costante fonte di pericolo per le vite, i beni e le attività umane in zone generalmente molto attive dal punto di vista del turismo e delle grandi vie di comunicazione. Il territorio della Provincia Autonoma di Bolzano è fortemente interessato da questo problema, sia per la morfologia montuosa della provincia che per le infrastrutture che sempre più occupano zone di territorio un tempo poco urbanizzate. Al fine di pervenire ad una legittima programmazione delle attività di previsione e prevenzione, il Dipartimento dei Lavori Pubblici della Provincia, ha scelto di utilizzare una strategia che prevedesse un insieme di attività dirette allo studio ed alla determinazione delle cause dei fenomeni calamitosi, alla identificazione dei rischi, ed alla determinazione delle zone del territorio soggette ai rischi stessi. E’ nato così, con l’operatività dell’Ufficio Geologia e Prove Materiali, il supporto del Dipartimento Opere Pubbliche e della Ripartizione Protezione Civile e la collaborazione scientifica del DISTART – Università degli Studi di Bologna, Alma Mater Studiorum, il progetto VISO che riguarda i pericoli generati da frane di crollo, ribaltamento, scivolamento di porzioni di pareti rocciose e caduta massi. Il progetto ha come scopo la valutazione del pericolo, della vulnerabilità e del rischio e dell’effettiva funzionalità delle opere di protezione contro la caduta massi lungo la strada statale del Brennero. Il presente elaborato mostra l’iter per l’individuazione del rischio specifico che caratterizza un particolare tratto stradale, così come è stato pensato dalla Provincia Autonoma di Bolzano all’interno di una strategia di previsione e prevenzione, basata su metodi il più possibile oggettivi, ed estesa all’intera rete stradale di competenza provinciale. Si esamina l’uso di metodologie diverse per calcolare l’intensità di un fenomeno franoso che potrebbe potenzialmente svilupparsi su un versante e si osserva in che modo la presenza di opere di protezione passiva influisce sull’analisi di pericolosità. Nel primo capitolo viene presentata una panoramica sui fenomeni di crollo descrivendo i fattori principali che li originano e gli interventi di protezione posti a difesa del versante. Si esaminano brevemente le tipologie di intervento, classificate in opere attive e passive, con particolare attenzione alle barriere paramassi., che si collocano tra gli interventi di difesa passivi e che stanno diventando il tipo di intervento più frequentemente utilizzato. Nel capitolo vengono descritte dal punto di vista progettuale, prendendo in esame anche la normativa di riferimento nonché le nuove linee guida per la certificazione CE delle barriere, nate negli ultimi anni per portare ad una facile comparabilità dei vari prodotti sottoposti ad impatti normalizzati, definendo con chiarezza i livelli energetici ai quali possono essere utilizzati i vari prodotti e, nel contempo, fornendo informazioni assolutamente indispensabili per la buona progettazione degli stessi. Nel capitolo successivo si prendono in esame i temi relativi alla valutazione della pericolosità e del rischio, l’iter procedurale di analisi del rischio adottato dalla Provincia Autonoma di Bolzano in relazione alle frane da crollo che investono le strade della rete provinciale ed in particolare viene descritto il progetto VISO (Viability Information Operating System), nato allo scopo di implementare un catasto informatizzato che raccolga indicazioni sul patrimonio delle opere di protezione contro la caduta massi e di rilevare e valutare il pericolo, la vulnerabilità, il rischio e l’effettiva funzionalità delle opere di protezione contro la caduta massi lungo le strade statali e provinciali. All’interno dello stesso capitolo si espone come, nell’ambito del progetto VISO e grazie alla nascita del progetto europeo Paramount ” (Improved accessibility reliability and safety of Alpine tran sport infrastructure related to mountainous hazard in a changing climate) si è provveduto, con l’aiuto di una collega del corso di laurea, a raccogliere i dati relativi all’installazione delle barriere paramassi sul territorio della Provincia Autonoma di Bolzano. Grazie ad un’analisi di archivio effettuata all’interno delle diverse sedi del servizio strade della Provincia Autonoma di Bolzano, si è presa visione (laddove presenti) delle schede tecniche delle barriere collocate sul territorio, si sono integrati i dettagli costruttivi contattando le principali ditte fornitrici e si è proceduto con una classificazione delle opere, identificando alcuni modelli di “barriere-tipo che sono stati inseriti nel database PARAMOUNT, già creato per il progetto VISO. Si è proseguito associando a tali modelli le barriere provviste di documentazione fotografica rilevate in precedenza dall’istituto di Geologia della Provincia Autonoma di Bolzano e inserite in VISO e si è valutata la corrispondenza dei modelli creati, andando a verificare sul posto che le barriere presenti sul territorio ed inserite nel database (tramite modello), effettivamente coincidessero, nelle misure e per le caratteristiche geometrico-costruttive, ai modelli a cui erano state associate. Inoltre sono stati considerati i danni tipici a cui può essere soggetta una barriera paramassi durante il suo periodo di esercizio poiché tali difetti andranno ad incidere sulla valutazione dell’utilità del sistema di difesa e di conseguenza sulla valutazione della pericolosità del versante(H*). Nel terzo capitolo si è esposta una possibile integrazione, mediante il software di calcolo RocFall, della procedura di valutazione dell’analisi di pericolosità di un versante utilizzata nell’ambito del progetto VISO e già analizzata in dettaglio nel secondo capitolo. Il software RocFall utilizza un metodo lumped mass su schema bidimensionale basato su ipotesi semplificative e consente di effettuare simulazioni probabilistiche di fenomeni di caduta massi, offrendo importanti informazioni sull’energia che si sviluppa durante il crollo, sulle velocità raggiunte e sulle altezze di rimbalzo lungo tutto il versante considerato, nonché sulla distanza di arresto dei singoli massi. Si sono realizzati dei profili-tipo da associare al versante, considerando il pendio suddiviso in tre parti : parete verticale (H = 100 m) lungo la quale si sviluppa il movimento franoso; pendio di altezza H = 100 m e angolo pari ai quattro valori medi della pendenza indicati nella scheda di campagna; strada (L = 10 m). Utilizzando il software Cad si sono realizzati 16 profili associando la pendenza media del versante a 4 morfologie individuate grazie all’esperienza dell’Istituto di Geologia e Prove materiali della Provincia Autonoma di Bolzano; si è proceduto importando tali profili in RocFall dove sono state aggiunte informazioni riguardanti la massa del blocco e l’uso del suolo, ottenendo 256 profili-tipo ai quali è stata associata una sigla definita come segue : morfologia (1, 2, 3, 4) _ pendenza (37, 53, 67, 83 gradi) _ uso del suolo (A, B, C, D) _ massa (a,b,c,d). Fissando i parametri corrispondenti al peso del masso ( inserito al solo scopo di calcolare la velocità rotazionale e l’energia cinetica ) e considerando, per ogni simulazione, un numero di traiettorie possibili pari a 1000, avendo osservato che all’aumentare di tale numero (purchè sufficientemente elevato) non si riscontrano variazioni sostanziali nei risultati dell’analisi, si è valutato come i parametri uso del suolo (A;B;C;D), morfologia (1;2;3;4) e pendenza (37°;53°;67°;83°) incidano sulla variazione di energia cinetica, di altezza di rimbalzo e sulla percentuale di massi che raggiunge la strada, scegliendo come punto di riferimento il punto di intersezione tra il pendio e la strada. Al fine di realizzare un confronto tra un profilo reale e un profilo-tipo, sono stati utilizzati 4 profili posti su un versante situato nel Comune di Laives, noto per le frequenti cadute di massi che hanno raggiunto in molti casi la strada. Tali profili sono stati visionati in sede di sopralluogo dove si è provveduto alla compilazione delle schede di campagna (impiegate per valutare l’intensità del fenomeno che potenzialmente si sviluppa dal versante) e all’individuazione dei profili-tipo corrispondenti. Sono state effettuate analisi di simulazione per entrambe le tipologie di profilo, e sono stati confrontati i risultati ottenuti in termini di Energia cinetica; altezza di rimbalzo e percentuale dei blocchi in corrispondenza della strada. I profili reali sono stati importati in RocFal in seguito ad estrapolazione dal modello digitale del terreno (ottenuto da analisi con Laser Scanner) utilizzando l’ estensione Easy Profiler nel software Arcmap. Infine si è valutata la possibilità di collocare eventuali barriere paramassi su un profilo reale, si è proceduto effettuando una analisi di simulazione di caduta massi in RocFall, importando in excel i valori corrispondenti all’andamento dei massimi dell’Energia cinetica e dell’altezza di rimbalzo lungo il pendio che forniscono una buona indicazione circa l´idonea ubicazione delle opere di protezione.

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The thesis analyses and examines the relevant developments of EU law since the EU institutions have been granted competence in matters of entry and residence of nationals of third countries within the space of the European Union, as governed by Title IV of the Treaty establishing the European Community (now Title V of the Treaty on the Functioning of the European Union) and by the ensuing norms. Based on these data my research aims to reconstruct the current state of EU legislation in matters of entry and residence of third country nationals in order to establish the extent of the EU’s competence into immigration and asylum, also in relation to the erosion of the Member States’ competence into the same areas. The most significant sign of this evolution is the recognition of the right of third-country nationals who are long-term residents to move and reside within the territory of other Member States. The increased use of the EU’s territory by third country nationals has led to the problem of the evolution of the concept of EU citizenship, and in particular to the most significant content of the question, namely the right to move freely. With regard to this aspect EU citizenship could be free from the requirement of nationality of a Member State, so as to be strictly related to the right of free use of the territory, as established by the internal market. This concept could also include the nationals of third countries.

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Grazie al continuo affinamento dell'elettronica di consumo e delle tecnologie di telecomunicazione, ad oggi sempre più "cose" sono dotate di capacità sensoriali, computazionali e comunicative, si parla così di Internet delle cose e di oggetti "smart". Lo scopo di questo elaborato è quello di approfondire e illustrare questo nuovo paradigma nell'ambito dell'automotive, evidenziandone caratteristiche, potenzialità e limiti. Ci riferiremo quindi più specificatamente al concetto di Internet dei veicoli per una gestione ottimale della mobilità su strada. Parleremo di questa tecnologia non solo per il supporto che può dare alla guida manuale, ma anche in funzione del concetto di guida autonoma, di come quest'ultima beneficerà di un'interconnessione capillare di tutti gli utenti, i veicoli e le infrastrutture presenti sulla strada, il tutto in un'ottica cooperativa. Illustreremo quali sono le principali sfide per raggiungere uno scenario del genere e quali potrebbero essere le implicazioni più rilevanti.

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Caratteristiche hardware di un rover terrestre (progetto SHERPA). Implementazione tramite il framework ROS di un algoritmo di alto livello di navigazione autonoma basato su due possibili algoritmi di basso livello: LOS (Lightweight Object Streaming developed by BlueBotics) o Navigation Stack. Sviluppo di una Control Ground Station (Java) basata su: protocollo SSH2 oppure sfruttando la libreria LOS.

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La presente investigación forma parte de un ciclo integrado por siete investigaciones precedentes, cuyas referencias están incluidas en el apartado de antecedentes. Dichas investigaciones cuentan con los informes de avance y finales aprobados. Su objetivo principal es conocer y describir la complejidad de la región de frontera estudiada (Triple Frontera entre Argentina, Brasil y Paraguay) ), el núcleo duro de las relaciones directas, y las acciones propias, que desde la región, protagonizan organizaciones y movimientos sociales en relación a las cada vez mas intensas amenazas de intervención militar/”humanitaria”, por parte del poder hegemónico de Estados Unidos y la intensificación de los controles estatales nacionales que responden a las presiones internacionales. ¿Qué lugar ocupa en las estrategias de la hegemonía imperial esta región? y ¿cuales son las respuestas locales tanto en acciones como en representaciones?. El proyecto posee las siguientes sub-áreas con sus respectivos coordinadores a) Centro de estudios de la población paraguaya en Argentina (CEDAPPA); b) Centro de Estudios de Antropología y Derecho (mediante un convenio de cooperación e investigadores adscriptos) y c) Área de estudios de Historia Regional El presente proyecto es la novena etapa de una secuencia que incluye ocho proyectos precedentes del programa de incentivos. Todos, menos el último, fueron bianuales y el octavo, que finalizó en el 2012, trianual. La nómina completa de estos proyectos es la siguiente: Proyectos pertenecientes al Programa de Incentivos: "Integración Regional Fronteriza: sectores vulnerables frente al impacto global. Políticas y acciones alternativas" UNaM, Sec. de Investigación FHCS. 1994-96.Informes de avance y final aprobados. Código: H-16-001 “Hanuin I” (“Hacer nuestra la integración”) En este proyecto se adoptó este nombre general que luego se repitió en toda la secuencia y que proviene de un lema formulado en un encuentro de movimientos sociales de los cuatro países del MERCOSUR.. “Estrategias de una red de movimientos sociales argentinos, brasileños y paraguayos en el marco de la integración regional fronteriza. Factores de cohesión y de conflicto”. Sec. de Invs. y Posgrado, 1996/1998.Informes de avance y final aprobados. Código: H-16-033, “Hanuin II”. “Los movimientos sociales en la integración regional. Relaciones transfronterizas de solidaridad y lucha. La cuestión agraria integral. Secretaría de Investigación y Postgrado, FHYCS, UNaM.1999-2000 Código: H-16-034, “Hanuin III”. “Interacciones transfronterizas, procesos socioculturales emergentes en el contexto de la integración. Los movimientos sociales ante el impacto del Mercosur. (Arg., Br. y Par.) (2001-2002). Código: H-16- 035 “Hanuin IV”. 4 “Procesos transfronterizos complejos: El caso de la Triple Frontera. Movimientos y organizaciones sociales, grupos “bajo sospecha”, control y políticas públicas. (2003-2005). Código: H-16- 135., “Hanuin V”. “Hegemonías y resistencias en el sistema mundo. Estados y procesos transfronterizos. El caso de la Triple frontera. (2006-2007) Código: H-16-198. Incluye el proyecto de Voluntariado CEDAPA. Convenio entre la UNaM (FHYCS) y la Comisión de Verdad y Justicia del Paraguay “Hanuin VI”. “Antropología de los procesos transfronterizos: La Triple Frontera en el sistema mundo. Complejidad y resistencia regional” Incluye el proyecto de Voluntariado CEDAPA. Convenio entre la UNaM (FHYCS) y la Comisión de Verdad y Justicia del Paraguay. (2008-2009). 16-H-245. “Hanuin VII”. “ Antropología de las relaciones transnacionales en las regiones de frontera. Hegemonía y resistencia en el sistema mundo” Incluye el proyecto CEDAPPA, Historia Regional, convenio con el CEDEAD. (2010-2012) “Hanuin VIII”,cod. 16-H-312 La inclusión de esta iformación procura ofrecer a los posibles evaluadores datos sobre la secuencia que hoy finaliza su etapa 2010-2012, pero que se continuará en el proyecto Hanuin IX que ya fue presentado. Tambien se abre una nueva instancia con la formulación de un programa que convierte a los subproyectos en proyectos.. Dicho programa lleva por título: “Investigaciónes interdisciplinarias sobre las regiones de frontera. Estado, sistemas socioculturales y terrorios” (2013/15). Una de las conclusiones del proyecto que reseñamos, fue presisamente, la necesidad de ampliar las líneas de investigación con equipos de mayor autonomía que puedan, además, atender las exigencias de creciente incorporación de auxiliares, becarios, tesistas, investigadores adscriptos o invitados.

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Entre 1998 y 2001 realicé trabajo de campo en el Departamento de Belén, en el Oeste dela provincia de Catamarca (NOA), con el objetivo de caracterizar los cambios sociales y las consecuencias que el aprovechamiento del yacimiento minero Bajo de la Alumbrera produce en la localidad. Esta información fue sistematizada en mi tesis de maestría (Mastrangelo 2004) y me permitió precisar que, para completar la descripción de lo que pasaba localmente, era necesario incluir en el campo empírico además de a los pobladores locales y a la empresa, al Estado (provincial y nacional) y al Banco Mundial que estaban implementando la política de desregulación minera al mismo tiempo que establecían las condiciones para lo que denominan “una minería sustentable”. Así fue que tomando entrevistas a funcionarios del Banco Mundial y el Estado argentino comencé a participar de un proyecto de investigación ejecutado por el Banco Mundial y la República Argentina. El año de participación como “técnica” en el “proyecto del Banco” fue usado para realizar trabajo de campo etnográfico entre los funcionarios estatales y representantes del Banco Mundial. En la tesis presento la información allí recogida interpretada en base a conceptos teóricos sobre la política, la ideología y la hegemonía elaborados por CliffordGeertz (1997), MijailBajtin (1999), Ernesto Laclau (1996) y SlavojZizek (1992). El contenido se presenta en dos grandes secciones temáticas. En la primera de ellas Describo las características y los problemas que los pobladores de Belén atribuyen a la minera y las formas en que la empresa toma relación con ellos e interviene en la realidad local (contratando fuerza de trabajo, generando encadenamientos con la economía local y realizando donaciones). En la segunda me detengo en la descripción y el análisis de cómo esos problemas locales son interpretados por instituciones globalizantes (el Estado –- y el Banco Mundial), haciendo énfasis en las descripción de las prácticas y representacionesque acompañan la entrega de los créditos que el Banco Mundial otorgó al Estado argentino para la modernización de las instituciones públicas relacionadas con la minería (Proyectos PASMA I y II, préstamo de 69,5 millones de dólares desembolsados entre1995 y 2001).

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Se trata de una investigación interdisciplinaria referida a la relación medios masivos-política-sociedad. Partimos de la constatación que en la primera parte fue presentado como hipótesis: dos palabras claves caracterizan la situación del presente, autonomía e incertidumbre. La primera se refiere al imperativo de tomar a cargo la organización de la propia vida de manera solitaria y precaria, los individuos deben "producir, escenificar y remendar" sus propias biografías (Beck, Castel, Ehrenberg, Touraine, Fitoussi-Rosanvallon, Lechner, Minujin), en parte, consecuencia de la crisis de las instituciones, que algunos han llamado "desinstitucionalización" (debilitamiento o desaparición de los juicios de normalidad que se aplicaban a conductas regidas por instituciones y, en el plano personal, vivencia de pérdida de apoyaturas psíquicas que orientan las conductas del sujeto), nos conduce al segundo término - la incertidumbre-: ausencia de sustitutos de estas pautas, referencias, cuyas consecuencias es una enorme situación de vulnerabilidad. Sobre esta base de incertidumbre, vulnerabilidad y obligada autonomía, cobra importancia la acción de los medios masivos que llegan a disputar autoridad a las instituciones vigentes.

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Los cambios operados en la Argentina de la última década van desde la Reforma del Estado a una desocupación que supera los índices históricos. La llamada Municipalización del Estado, como uno de los cambios relevantes, será nuestro objeto de estudio. La pregunta que nos guía es si la descentralización operada fortalece la capacidad de gestión de los municipios o si sólo implica transferencia de responsabilidades sin autonomía ni recursos. Promover un desarrollo local mediante programas dirigidos a dualizar las regiones urbanas, creando islotes de modernidad exportadora en océanos de pobreza, produce altas tasas de desocupación, pauperización y desintegración social.

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El eje temático que orienta la dirección y sentido de este libro es el clásico 'problema' que advierte todo el pensamiento antiguo y que, desde diversas concepciones, ha intentado resolver lo que podríamos denominar el tema de la apariencia-realidad, o tal vez parecer-ser. El Dr. Boeri dirige su mirada hacia los pensadores clásicos griegos y helenísticos y penetra hondo en sus textos no con un interés meramente histórico, sino, como él mismo lo advierte, filosófico y sistemático.

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Nos proponemos en este trabajo tensionar los conceptos de discapacidad, sujeto y educación desde las miradas interdisciplinarias de un equipo que trabaja en una institución de escolaridad especial. Las concepciones epistemológicas que subyacen a las prácticas en la educación especial, como en otros campos, generan acciones y efectos de viejas y nuevas teorías. Revisamos estos supuestos y la naturalización de las prácticas y de las perspectivas. Como equipo hacemos referencia a la necesidad de un proceso permanente de construcción del rol, que permita pensarnos, interactuar, interrogarnos y discutir las diferentes intervenciones institucionales y comunitarias. Así, la conformación interdisciplinaria del equipo nos permite beneficiarnos con una mirada crítica hacia la diversidad y conformar una multiplicidad de observaciones sobre el objeto, lo que implica un capital simbólico muy importante. En éste trabajo es nuestro interés reflexionar acerca de las prácticas interprofesionales en los ámbitos donde se desarrollan los procesos educativos, tendientes a generar procesos de subjetivación y de construcción de ciudadanía posibilitando instancias de autonomía en los alumnos.