998 resultados para relazione funzione dominio codominio spazi Lp spazi di Sobolev analisi funzionale


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Il progetto preliminare realizzato nella tesi, prevede la rifunzionalizzazione dell' edifico ex Caserma dei Carabinieri, in una Comunita' Alloggio per anziani. L'intervento è incentrato sul recupero architettonico, sull'adeguamento igienico-sanitario e al dimensionamento degli spazi della nuova attivita' attraverso l'uso delle normative vigenti. Particolare attenzione è stata data al progetto funzionale nella fase di metaprogettazione.

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In questo elaborato sono state analizzate le distribuzioni dimensionali degli aerosol misurate nella stazione meteorologica di San Pietro Capofiume relative al periodo compreso tra marzo 2002 e ottobre 2013, focalizzando l’attenzione sugli eventi di nucleazione, la crescita delle nuove particelle e la correlazione del fenomeno con i parametri meteorologici del vento, della pioggia, della temperatura e con i dati relativi alla radiazione solare. Le osservazioni del particolato sono state effettuate con un sistema DMPS (Differential Mobility Particle Sizer), che rileva particelle di diametro compreso tra 3 e 660 nm. Si è notato che la formazione delle particelle di diametro compreso tra 3 e 10 nm e 10 e 20 nm dipende fortemente dalla radiazione solare: ad un massimo della radiazione, corrisponde mediamente un aumento della concentrazione delle particelle. Dal confronto delle temperature medie mensili (massime e minime) con la concentrazione delle particelle di diametro compreso tra 100 e 300 nm e 300 e 700 nm, si è visto che all’aumento delle temperature corrisponde una diminuzione della concentrazione delle particelle. Per quanto riguarda il confronto della concentrazione delle particelle con la direzione e la velocità del vento, non si è notata alcuna relazione. L’unico particolare che si è notato è che durante la primavera e l’estate si nota un aumento della concentrazione delle particelle con diametro compreso tra 3 e 10 nm associate a venti provenienti dai quadranti orientali. Poiché le precipitazioni rimuovono gli aerosol dall’atmosfera causando repentini cali nella loro concentrazione, per verificare che i risultati ottenuti non fossero alterati da questi eventi, abbiamo ripetuto tutte le analisi di correlazione con le variabili meteorologiche escludendo i giorni con precipitazione superiore o uguale ad 1 mm. Tuttavia i risultati sono rimasti invariati.

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In the chemical composition of olive oil (Olea europaea L.) it is emphasized the massive presence of oleic acid (over 70%), monounsaturated fatty acid part of the family of omega 9, a 7-8% linoleic acid (omega 6) and a small presence (0.5-1%) of linolenic acid (omega 3). For its high content of monounsaturated fatty acids, olive oil is the most stable and therefore the most suitable for heating, compared to oils with a dominance of polyunsaturated fatty acids. Interest in vitamin E has increased in recent years, thanks to its high antioxidant power and its role against related diseases with age-related, visual, dermatological, cardiovascular disorders Alzheimer’s disease and more. Vegetable oils are a major source of vitamin E through diet (Sayago et al., 2007), especially with the variety of olives “Hojiblanca”. Thanks to unsaturated fatty acids cell oxidation can be prevented: this helps prevent many illness, and even premature aging. So far, the advantages acknowledged to olive oil are those of lowering cholesterol, preventing cardiovascular disease, diabetes and cancer. Among the most recent researches it is important to distinguish the studies carried out on their contribution to the prevention and treatment of breast cancer and Alzheimer’s disease. Researchers found that in addition to the benefi ts that give monounsaturated fats, in extra virgin olive oil, there is a substance called “oleocanthal”, which helps protect nerve cells damaged in Alzheimer’s disease. The importance of this discovery is enormous when one considers that only Alzheimer’s disease affects 30 million people around the world, with a different distribution depending on the type of oil in the diet (Olguín Cordero, 2012). The latest research endorses that oleocanthal works by destroying cancer cells without affecting the healthy ones, as it is stated in the Molecular and Cellular Oncology Journal. Studies carried out in different Spanish universities have concluded that thanks to the antioxidant power of olive oil, a disease such as Alzheimer can be prevented. In conclusion, we can say that the Mediterranean diet rich in extra virgin olive oil greatly infl uences on human health, reducing, delaying or even eliminating several diseases.

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Oggetto centrale della presente ricerca è il rapporto che, attraverso il progetto, Byrne stabilisce di volta in volta con il territorio, identificando le origini di un atteggiamento di tipo geografico in una serie di esperienze e di sperimentazioni che maturano all’interno della cultura architettonica portoghese. La riflessione teorica e la pratica sono per Byrne strettamente legati nella definizione di una metodologia progettuale. Da questo punto di vista è determinante il suo interesse per le teorie sulla razionalizzazione delle metodologie del progetto sviluppate negli anni Sessanta in Inghilterra. L’architettura come strumento di conoscenza ha origine da un processo di analisi e di interpretazione che passa attraverso una lettura complessiva del territorio. Questo processo vede l’impiego di strumenti specifici come: il disegno, l’ordine dato dalla geometria, l’impiego di spazi matrice e la rispondenza a un programma preciso. La presente ricerca si concentra sul tema della residenza e propone di individuare una linea di continuità che, ben al di là dei caratteri linguistici esplorati attraverso ciascuno dei progetti oggetto di analisi, accompagni la riflessione attraverso cui Gonçalo Byrne si confronta con la geografia. Tali progetti sono indagati nella loro configurazione spaziale, concentrandosi nell’individuazione di soluzioni ricorrenti derivanti dalla relazione tra architettura ed elementi condizionanti locali, che trovano espressione in una serie di temi (frammentazione, imposizione, mimesi, innesto) costantemente presenti e indagati dall’autore attraverso il confronto con la ricerca progettuale, condotta negli stessi anni sia in ambito portoghese che europeo. Paradigmatici, a questo proposito, sono i progetti per Chelas (1972) e per Casal das Figueiras (1975), assunti come elementi di confronto e di verifica degli strumenti che l’architetto utilizza per l’interpretazione del luogo. La lettura e l’analisi del progetto mirano ad approfondire le relazioni fra architettura e geografia come elementi di originalità nell’opera di Byrne, individuandone le influenze socio-culturali e i riferimenti progettuali.

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L’alga dinoflagellata Symbiodinium spp. è il simbionte di Balanophyllia europaea. Lo scopo di questo Studio è valutare l’acclimatamento e il grado di plasticità fisiologica di B. europaea in condizioni naturalmente acidificate in funzione della simbiosi con Symbiodinium spp. I polipi derivano da popolazioni naturali che vivono in prossimità del cratere sottomarino di Panarea, caratterizzato da emissioni costituite per il 99% da anidride carbonica, condizioni che acidificano l’acqua creando un gradiente stabile di pH/pCO2. Sono stati valutati parametri correlati con la fotosintesi algale ed è stata misurata la variazione della diversità relativa dei cladi di Symbiodinium spp. I risultati mostrano che l’aumento di pCO2 e la riduzione di pH agevolano l’incremento della densità delle cellule algali nel corallo, mantenendo invariata la capacità fotosintetica della singola cellula algale. È stata poi evidenziata una riduzione della diversità di cladi presenti nei campioni a pH acido. Gli esemplari di B. europaea che vivono in un ambiente con valori pH previsti per il 2100 hanno raggiunto un nuovo equilibrio omeostatico in cui la maggiore densità algale garantisce un (maggiore) apporto nutrizionale per sostenere la fitness dell’olobionte. L’aumento dell’attività fotosintetica delle alghe potrebbe mitigare gli effetti dell’acidosi nelle cellule dell’ospite esposte ad elevate pCO2 perché sottrae CO2 all’ambiente intracellulare. La riduzione della diversità di Symbiodinium spp. mostra che il 99% delle alghe presenti nel tessuto del corallo appartiene a un clade estremamente resistente (A1 Med) e quindi in grado di fornire una maggiore tolleranza allo stress ambientale. Però, la conseguente perdita di flessibilità della partnership simbiotica potrebbe essere dannosa nel caso di future condizioni ambientali mutate. I risultati ottenuti devono essere interpretati nell’insieme delle modificazioni fisiologiche e morfologiche osservate in B. europaea lungo il gradiente di Panarea.

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Funzione P di Weierstrass e le sue principali proprietà.

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Come spesso accade, il tempo e le circostanze cambiano, e quella che fu ideata come città ideale, la città giardino all’italiana dove ville e villini si perdevano nella pineta, si troverà a fare i conti con le due guerre mondiali e con una società che cambia, dove gli abitanti stagionali di élite per i quali era stata ideata convivranno con i nuovi cittadini-turisti con hotel ed edifici multipiano. Di fronte al mare, un’infinita distesa di stabilimenti balneari realizzati in pochissimi anni senza alcuna regola se non quella di saturare al massimo la porzione di concessione data loro dall’Amministrazione Comunale inibiscono quasi completamente la visione del mare. Un piccolo spazio di risulta si frastaglia tra la netta recinzione delle strutture alberghiere e il caotico bordo creato dall’accostamento delle varie concessioni marittime con vuoti e pieni in costante disallineamento gli uni dagli altri. Da queste osservazioni, dalla necessità di ristabilire un contatto con il mare, quello che un tempo era un luogo di passeggiate, pubblico ed accessibile a tutti, nasce l’idea di questo progetto di tesi. Al di là del canalino, la prima parte del secondo arenile vede il costituirsi di una fascia tra città consolidata e spiaggia configurando uno spazio pubblico sopraelevato, una passeggiata lungomare, al di sotto della quale poter ripensare e ricollocare gli spazi per gli stabilimenti balneari. In connessione con la passeggiata, un anello infinito, una piazza circolare, inclinata fino a permetterci di arrivare a toccare l’acqua, configura un nuovo spazio per accogliere attività temporanee per la comunità. Nella seconda parte del secondo arenile, laddove l’erosione marina minaccia fortemente la porzione litoranea, viene proposta una rinaturalizzazione ristabilendo il sistema dunale, partendo dalla porzione ancora esistente in corrispondenza della ex Colonia Varese.

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La città di Buenos Aires nasconde al suo interno numerose forze che si respingono e si amalgamano in un movimento continuo. L’area della Villa 31 rappresenta un nodo centrale in cui la città stocastica e la città deterministica si confrontano. In questo luogo, a lungo abbandonato, gli abitanti hanno dato vita ad un’altra città. Confrontarsi con questa realtà, significa analizzarne la storia e le vicissitudini politiche che la caratterizzano, ascoltare le voci di chi la vive e di ciò che la circonda. È necessario andare oltre ciò che è visibile e misurabile. Il progetto utilizza una metodologia in grado di astrarre la natura più intima del luogo, conservarla e restituirle nuovi spazi. Secondo il principio per cui, ogni essere umano ha diritto ad una casa degna in cui accrescere la propria persona e con la premessa che sia necessario uno stravolgimento del sistema economico-politico, il progetto offre una nuova visione della Villa 31. Grandi spazi verdi invadono il territorio e lo riconnettono al resto della città. Le abitazioni, dapprima ammucchiate le une alle altre, crescono in verticale attraverso un polmone che prolunga la vita pubblica dalla strada fino all’ultimo piano degli edifici. Le tradizioni della popolazione rimangono intatte e trovano nuovi e più grandi spazi in cui realizzarsi. Ogni abitante disporrà della libertà e dei mezzi per sostenere il suo focolare e mantenere lo spirito di unione e comunità che li contraddistingue.

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L’immissione di sostanze chimiche nell'ambiente marino è fonte di grandi preoccupazioni in tutto il mondo e in particolare nel Mar Mediterraneo, un bacino semichiuso in cui si concentrano forti pressioni demografiche, urbane e industriali. I cetacei sono suscettibili allo stress chimico e tendono ad accumulare nei propri tessuti corporei grandi quantità di contaminanti tossici come i metalli pesanti. Il presente lavoro si è concentrato sulla possibile relazione tra gli elementi traccia (Hg, As, Cu, Cd, Se, Pb) e gli ormoni (T3, T4, cortisolo) individuati nel blubber e nel melone di Stenella coeruleoalba. I 34 individui analizzati sono stati trovati spiaggiati lungo le coste di Liguria, Campania e Calabria tra il 2014 e il 2019. Per i metalli pesanti si è fatta una digestione acida a microonde dei tessuti e infine una spettroscopia di emissione al plasma (ICP-OES). Per l’analisi degli ormoni è stato eseguito il test ELISA. Lo studio ha rivelato la validità delle matrici impiegate, blubber e melone, nella ricerca degli elementi prestabiliti. Non si evidenziano tuttavia significative differenze nei livelli di metalli e di ormoni in funzione della profondidi campionamento nel blubber. Sono però stati osservati delle interessanti relazioni tra i contaminanti e lo stato di salute degli animali che hanno confermato il potenziale immunotossico dei metalli pesanti. Quindi, si può ritenere che la presente ricerca abbia dimostrato come il monitoraggio non invasivo di blubber da specie altamente protette può fornire valide informazioni relativamente al loro stato di salute e di esposizione a contaminanti. Una conoscenza più approfondita degli effetti dei metalli pesanti sull’omeostasi ormonale per riuscire a stabilire una relazione dose – effetto, e di come questa relazione poi si rifletta sullo stato di salute dell’animale, risulta di fondamentale importanza nell’ottica di attuazione di piani di conservazione della specie minacciata.

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Lo sviluppo della tesi intende analizzare tre tematiche che si ritengono essere cruciali nel ruolo che il diritto penale può avere per tutelare l’ambiente: in primo luogo la focalizzazione delle responsabilità in materia ambientale, tanto della persona fisica quanto della persona giuridica/ente in cui è maturata la violazione, sia essa meramente contravvenzionale, quanto delittuosa, di pericolo o di danno. In secondo luogo la prevenzione: strutturare sistemi organizzati per cogliere allerte e strutturare metodi organizzati di gestione del rischio-reato è la risposta cui l’ordinamento tende per anticipare la commissione di fattispecie dotate di potenzialità dannose a diffusività esponenziale, anche per il tramite di ipotesi di reati presupposto “sentinella”, idonei a far eventualmente scattare strumenti di prevenzione di reati più gravi, cui le stesse sono, nella prassi, prodromiche. Da ultimo, la riparazione: l’analisi delle tendenze legislative e, conseguentemente, dottrinali e giurisprudenziali di spazi per percorsi condivisi di riparazione del danno cagionato all’ambiente da parte tanto di persone fisiche quanto (e soprattutto, nell’intendimento del presente lavoro) da parte degli enti, strutture collettive che, ove organizzate, costituiscono le prime realtà a presidio tanto della prevenzione, quanto della riparazione dell’eventuale danno cagionato all’ambiente e spesso verificatosi nell’ambito della propria attività produttiva, ove lo scopo della massimizzazione del profitto deve necessariamente fare i conti, al giorno d’oggi, con la sostenibilità ambientale.

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Sulla spinta dell’approvazione della legge italiana 47/2017 “Disposizioni in materia di misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati”, questo lavoro è teso ad affrontare le complesse aspettative genitoriali e parentali sviluppatesi intorno al processo di categorizzazione MSNA di cui questa legge è diventata approdo giuridico. Le controverse aspettative di accompagnamento legatesi alla denominazione di “non accompagnato”, prese come aspetto scontato e assiomatico in molta parte della letteratura scientifica che utilizza l’acronimo, sono state qui intese come un nodo ambiguo e questionabile. Attraverso una ricerca e una metodologia antropologico-etnografica queste rappresentazioni contradditorie sono esplorate a partire da un “crocevia di campi” da queste interessati in un territorio amministrativo dell’Italia Settentrionale variamente frequentato tra 2018 e 2021. Insieme ad ambienti, metodi e sfide della ricerca locale, una prima sezione situa storicamente e contestualmente la categoria MSNA come fenomeno in sé piuttosto che come efficace espressione descrittiva di soggetti. Le due sezioni successive, dedicate rispettivamente alla neo-realtà di tutela volontaria e a quella di una comunità socio-educativa/di tipo familiare rivolta a persone di minore età, interrogano invece questi ambienti come spazi e tempi di elaborazione prima e negoziazione poi di rappresentazioni e pratiche relazionali e parentali molteplici.

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Questa tesi propone un indagine sulla memoria del retorno a partire da una prospettiva critica che assume il “sud globale di lingua portoghese” come spazio storico e concettuale di riferimento. Si riflette sull'idea di specificità attribuita alla colonizzazione promossa dal Portogallo in Africa tenendo conto delle contraddizioni associate al movimento migratorio innescato dal processo violento di decolonizzazione dell’Africa portoghese.
 Le memorie trauamatiche sul retorno espongono la violenza come componente costitutiva della realtà coloniale ma ripropongono anche dinamiche che permettono l’occultamento del razzismo. L'esplorazione della “soffitta”, assunta come metafora della memoria familiare custodita nello spazio domestico, accompagna quella dell’archivio pubblico. L’analisi dell’archivio ufficiale e della memoria familiare riflette il tentativo di stabilire un dialogo tra storia e memoria superando la logica di antitesi che tradizionalmente le contrappone. Utilizzando il concetto criticamente problematico di “postmemoria” si riflette sulla riconfigurazione del rapporto con il passato in funzione di un’idea di “eredità come compito” assunto nel presente). La possibilità di “salvare” il passato dalla progressiva scomparsa dei testimoni comporta un pericolo di abuso ideologico connaturato al processo di trasmissione. La traduzione delle memorie coloniali sul retorno dallo spazio intimo allo spazio del dibattito pubblico mostra la relazione tra la costruzione della mitologia familiare e l’adozione del discorso lusotropicale. Il tentativo di definire la natura indecifrabile del retornado comporta la possibilità di sanzionare la violenza coloniale negando una responsabilità collettiva riferita al colonialismo. Si presenta il tentativo di configurare i termini di una questione post-coloniale portoghese dai contorni opachi. Questa tesi approda ad una conclusione aperta, articolata sul rischio sempre presente di appropriazione delle categorie critiche post-coloniali da parte dell’ideologia egemonica. Attraverso le (post)memorie (post)coloniali la denuncia del razzismo in quanto eredità permanente e la riconfigurazione dell’archivio coloniale costituiscono operazioni possibili, necessarie, ma non per questo scontate o prive di rischi.

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La tesi ha come oggetto lo studio e la progettazione di un edificio industriale in carpenteria metallica localizzato a Bologna. Definizione ed analisi dei carichi con successiva progettazione e verifica del manto di copertura costituito da un doppio laminato in acciaio strutturale zincato preverniciato che racchiude uno strato di poliuretano espanso ad alta densità con funzione isolante. Progettazione e verifica degli arcarecci in base alla larghezza della fascia di loro pertinenza e ai carichi gravanti sulla copertura. Progettazione e verifica della trave reticolare calcolando singolarmente ed in modo distinto le prime 3 capriate come rappresentative di tutte le tipologie di combinazione di carico a seconda che gli arcarecci che gravano sulla capriata appoggino su 2 o 3 capriate. Progettazione e verifica delle aste della trave reticolare che in relazione all’estesa luce di interasse dei portali verrà realizzata in parte tramite l’adozione di saldature ed in parte tramite bullonature.Progettazione e verifica della baraccatura laterale con scelta del pacchetto coibentato, dell’arcareccio di gronda e di parete e dimensionamento del rompitratta. Progettazione e verifica delle colonne laterali sulle quali grava il peso della sovrastante trave reticolare in combinazione all’azione di taglio e momento provocato dal vento. Progettazione e verifica dei montanti di facciata, o false colonne. Verifica della colonna angolare che sarà soggetta ad uno stato di sollecitazione pluriassiale dovuta all’azione del vento. Progetto e verifica del controventamento di falda e dei controventamenti di parete per limitare il più possibile l’inflessione e lo sbandamento dei correnti superiori delle capriate. Verifica di tutti i collegamenti della capriata: per facilitare le operazioni di trasporto e montaggio si è scelto di dividere la capriata in due metà interamente saldate.Verifica del collegamento di base tra pilastro e plinto di fondazione. Progetto e verifica del plinto di fondazione.

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Questa tesi offre un contributo strategico e progettuale al processo di sviluppo del Piano Strategico per il centro storico della città di Faenza. L’argomento, l’ambito di intervento e il focus progettuale sono condivisi con l’amministrazione locale. L’oggetto è la rigenerazione del “comparto dei licei”, una porzione fortemente identitaria e riconoscibile del centro, che costituisce un nodo irrisolto da tempo. L’area è caratterizzata da notevoli potenzialità: adiacente alla zona pedonale/monumentale/commerciale, densamente popolata, frequentata dagli studenti delle numerose scuole secondarie presenti. Ciononostante, le condizioni positive sono inespresse e restano forti le criticità, evidenziate dalla presenza di alcuni edifici pubblici indecisi, non utilizzati e in stato di parziale abbandono. La tesi propone una analisi qualitativa delle questioni aperte e sviluppa un approccio trasversale basato sulla messa in rete degli spazi a vocazione pubblica, con particolare attenzione al sistema delle corti e alla connessione degli spazi interclusi. Vengono stabiliti chiari criteri di approccio e viene proposta una strategia di intervento basata su più livelli: urbanistica, architettura, identità dei luoghi e connotazione dello spazio pubblico, strategia di riuso degli spazi, assetto della mobilità.

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Il seguente lavoro si inserisce all’interno del dibattito riguardante gli interventi sul patrimonio costruito dei centri storici minori, in cui il tema della tutela non riguarda tanto le singole emergenze architettoniche quanto l’intero edificato storico, nei suoi caratteri architettonici, tipologici e costruttivi. In questo contesto, il progetto di recupero deve cercare di conciliare la tutela dei caratteri storici con un processo trasformativo, capace di rispondere alle nuove esigenze di uso, prestazione, sicurezza e sostenibilità. È all’interno di questa tematica che si propone il caso studio della sede municipale di Civitella del Tronto, un complesso edilizio di originario impianto conventuale, prospicente la chiesa di San Francesco. Obiettivo del seguente lavoro è lo sviluppo di una proposta progettuale per la rifunzionalizzazione e il miglioramento prestazionale dell’aggregato edilizio e, più in generale, per la riqualificazione dell’area, prevedendo, insieme ai locali destinati alla pubblica amministrazione, nuovi spazi a servizio della comunità. In ragione delle importanti vulnerabilità strutturali e pure delle incongruenze architettoniche che sono emerse dall’analisi dello stato attuale, il progetto proposto segue una duplice linea di intervento: da un lato, limitatamente alle porzioni comprendenti alcune superfetazioni in c.c.a, quella della sostituzione, ossia della demolizione e ricostruzione, dall’altro, quella conservativa, finalizzata alla messa in sicurezza della parte storica. Entrambe le fasi di lavoro, sia la fase conoscitiva, di rilievo e analisi dello stato di fatto, che quella progettuale, saranno presentate con l’ausilio di elaborati grafici quali piante, sezioni, dettagli costruttivi e viste renderizzate.