991 resultados para Teoria de corpo esbelto
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Il Soprintendente Alfredo Barbacci fu uomo di poliedrica formazione, perito nell’uso di metodiche innovative di restauro ed esperto delle tecniche di ricomposizione delle forme architettoniche dei complessi monumentali, danneggiati dai bombardamenti del secondo conflitto mondiale. Quel che, questo studio ha inteso indagare e comprendere, attraverso un approccio critico, sostanziato dalle carte d’archivio, è fondamentalmente il contributo, da egli ha offerto circa la valenza storica e architettonica del tessuto connettivo di base della città, da cui si originava - negli anni della sua attività - l’idea ancora inedita di un bene culturale e sociale nuovo: il centro storico tutto, con annessi monumenti, complessi architettonici nobili ed edilizia minore, di base. Dando avvio all’analisi sistematica delle teorie e della prassi di Alfredo Barbacci e alla lettura puntuale dei suoi scritti, sono stati razionalizzati il significato, le valenze e le implicazioni del termine edilizia minore all’interno del più ampio contesto del restauro dell’edilizia monumentale e alla luce degli elementi di tendenza, portati all’attenzione dal dibattito delle diverse scuole di pensiero sul restauro, a partire dai primi anni del sec. XX fino agli anni Settanta dello scorso secolo. Concretamente vi si evidenziano interessanti intuizioni e dichiarazioni, afferenti la necessità di un restauro del tipo integrato, da intendersi come strumento privilegiato di intervento sul tessuto nobile e meno nobile della città antica. Al termine della sua carriera, il contributo del Soprintendente Barbacci al dibattito scientifico si documenta da sé, nella compilazione a sua firma di quella parte della Relazione Franceschini, in cui si dava proposta di un corpo normativo alla necessità di guardare alla città storica come a un bene culturale e sociale, insistendo come al suo interno era d’uopo mantenere, nel corso di interventi restaurativi, un razionale equilibrio tra monumento ed edilizia minore già storicizzata e che non escludesse anche l’apparato paesaggistico di contorno.
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Sono indagate le implicazioni teoriche e sperimentali derivanti dall'assunzione, nella teoria della relatività speciale, di un criterio di sincronizzazione (detta assoluta) diverso da quello standard. La scelta della sincronizzazione assoluta è giustificata da alcune considerazioni di carattere epistemologico sullo status di fenomeni quali la contrazione delle lunghezze e la dilatazione del tempo. Oltre che a fornire una diversa interpretazione, la sincronizzazione assoluta rappresenta una estensione del campo di applicazione della relatività speciale in quanto può essere attuata anche in sistemi di riferimento accelerati. Questa estensione consente di trattare in maniera unitaria i fenomeni sia in sistemi di riferimento inerziali che accelerati. L'introduzione della sincronizzazione assoluta implica una modifica delle trasformazioni di Lorentz. Una caratteristica di queste nuove trasformazioni (dette inerziali) è che la trasformazione del tempo è indipendente dalle coordinate spaziali. Le trasformazioni inerziali sono ottenute nel caso generale tra due sistemi di riferimento aventi velocità (assolute) u1 e u2 comunque orientate. Viene mostrato che le trasformazioni inerziali possono formare un gruppo pur di prendere in considerazione anche riferimenti non fisicamente realizzabili perché superluminali. È analizzato il moto rigido secondo Born di un corpo esteso considerando la sincronizzazione assoluta. Sulla base delle trasformazioni inerziali si derivano le trasformazioni per i campi elettromagnetici e le equazioni di questi campi (che sostituiscono le equazioni di Maxwell). Si mostra che queste equazioni contengono soluzioni in assenza di cariche che si propagano nello spazio come onde generalmente anisotrope in accordo con quanto previsto dalle trasformazioni inerziali. L'applicazione di questa teoria elettromagnetica a sistemi accelerati mostra l'esistenza di fenomeni mai osservati che, pur non essendo in contraddizione con la relatività standard, ne forzano l'interpretazione. Viene proposto e descritto un esperimento in cui uno di questi fenomeni è misurabile.
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Questa tesi si propone di ripensare una parte della città di Bogotà, dopo un’attenta analisi del suo sviluppo storico ed evolutivo. L’intento è sia quello di contrastare lo sprawl urbano e gli effetti negativi che esso produce, sia quello di migliorare la vivibilità delle città, tentando di limitare i problemi della città diffusa. In particolare, studiando i piani urbanistici e il loro concretizzarsi all’interno della città, si sono volute dare soluzioni al crescente bisogno di alloggi, causato dall’aumento di popolazione. L’attenzione si è quindi focalizzata sull’area nord, in cui il carattere urbano è più debole e fortemente frammentato dal passaggio dell’attuale autopista Norte, infrastruttura che separa e divide due parti della città e che il progetto vuole provare a ricollegare dal punto di vista identitario. L’idea del masterplan è stata studiata riferendosi al piano pilota di Le Corbusier e più nello specifico alla sua teoria del settore che prevedeva all’interno di ogni quartiere strutturato da una griglia precisa di strade, differenti funzioni, che il maestro chiama categorie fondamentali dell’urbanistica: abitare, lavorare, circolare e coltivare il corpo e lo spirito; è proprio in relazione a quest’ultima categoria che si è pensato di progettare un nuovo polo accentratore per Bogotá legato alle arti, prevedendo una riconnessione con il centro attraverso, soprattutto, un sistema di aree verdi e pubbliche strutturate a formare un sistema gerarchico di parchi, che vede l’autopista come asse principale di sviluppo. La scelta di progettare un edificio con una vocazione pubblica importante è stata dettata dalla volontà di dislocare in un quartiere meno centrale un nuovo polo attrattore per gli abitanti di tutta la città, in questo modo si è cercato di valorizzare il settore nord, fino ad oggi così marginale e periferico.
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A pesquisa tem como foco o estudo da formação docente em Educação Física, cujo objetivo foi verificar, na proposta da Motricidade Humana, a superação ou permanência do mecanicismo moderno. A pesquisa foi delineada por um levantamento bibliográfico e documental, contendo descrição, exploração e análises dos documentos oficiais do Conselho Nacional de Educação e do Ensino Superior. Foi realizado uma análise comparativa entre duas grades curriculares atuais de universidades federais com a grade de 1939,do primeiro curso de Educação Física. Para o desenvolvimento da pesquisa foram elaborados três capítulos. O primeiro capítulo introduz a temática do mecanicismo em dois momentos, inicialmente, apresenta a posição da fundamentação cartesiana do mecanicismo, que servirá para entender os impactos deste último na estruturação da área da Educação Física. O capítulo dois versou sobre a crise da Educação Física e a expansão da teoria da Motricidade Humana no seu interior que significou a primeira tentativa mais elaborada de superar o mecanicismo cartesiano da área. No terceiro capítulo é posto em destaque a questão da formação docente em Educação Física, retomando, primeiramente o período mecanicista, em segundo lugar a crise do modelo da década de 1980 e a superação pela motricidade Humana. Neste mesmo capítulo apreciamos os textos dos documentos oficiais e das Diretrizes, sempre com o intuito de examinar se houve ou não a superação do mecanicismo. A análise demonstrou que estes documentos absorveram após 1980 as ideias da teoria da Motricidade Humana. Entretanto, uma vez que no âmbito da pratica formativa prevalece a tendência mecanicista, fomos conduzidos a realizar a comparação de grades curriculares, que nos levam mais próximo da prática sem deixar a esfera da formação docente. Essa investida sobre as grades foi importante para mostrar a lacuna entre a absorção temática da Motricidade Humana nas Diretrizes e a prática docente. Para além de uma confrontação de teoria e prática notamos que as diretrizes dão a impressão de superar o mecanicismo na inclusão da temática da motricidade, enquanto que as grades mantém desde o seu alicerce os traços seculares do mecanicismo moderno. O que resulta em outras palavras, não obstante a concepção de superação do mecanicismo, a formação recebe formato com traços predominantemente mecanicista. Digamos agora o essencial: em todo esse movimento teórico prático de superação, retomada e repetição fomos guiados pela temática do corpo, que demonstra com veemência que o seu tratamento nas diferentes bases formativas ainda é mecanicista.(AU)
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The objective of this research is to describe and analyze in literary corpus, the way we conceptualize emotions, especially anger. Using the assumptions of the call Cognitive Theory of Metaphor, present a general overview of cognition metaphor on the basis of Cognitive Linguistics, and in a deeper way, we analyze the metaphorical conceptualization of anger. The proposal embodied mind, prevalent in current cognitive science, is fundamental for studies involving mental simulation. Recent research shows that the metaphor is the result of cognitive processes that involve our perception sensorimotor combined with socio-cultural experiences. The ability to build via frequency standards for our experiments is crucial to our language, including metaphorical constructions. Such constructions are the result of cognitive processes that involve the relationship between image schemas and frames. Image schemas comes from our sensorimotor experience, which lists the limits of our bodies to the limits of our surroundings, and frames, in turn, comes from our ability to stock sociocultural events. The metaphorical construction is the result of this constant relationship between body, mind and culture, situating us in bodily experiences and cultural. By analyzing five national literary works, we created an analytical framework on how anger is understood, specifically in Portuguese language. The results are important to understand, through language, how culture is part of our cognition, in conjunction with the sensorimotor aspects.
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School teachers in the discipline of Physical Education, we find ourselves constantly in question of methodological and epistemological issues of practice. This research aims to identify human body understanding, movement and theoretical learning proposed by examining the work of Jean Le Boulch and his approach to Physical Education. We seek to indicate epistemological elements about Physical Education theory and practice, believing that this approach and dialog comes to contribute with this field of knowledge. Boulch, a French teacher of Physical Education, Medicine and Psychology, had an important influence in Brazilian Physical Education during the 1970s and 1980s. His main contribution was teaching courses and knowledge about psychomotricity. Boulch’s studies helped to build knowledge of human movement; considering his importance in people’s development and a critic to a mechanistic view of body and movement. Our reflections will be based on the concepts brought from psychokinetics presented in the bibliographic references of Le Boulch in Brazil, and other references developed by him in this country including conferences, lectures and interviews. This reflection includes the debaters of his work. We chose a theoretical approach referring to the Phenomenology of philosopher Maurice Merleau-Ponty (1999) as a methodological reference considering the influence of his thought in Le Boulch studies. This thesis examines the learning and practice of teaching the Physical Education field of knowledge. We conclude that the body being an entity that exists for itself in the world and that contact with the world starts from human movement. Ultimately, new trains of thought for the teaching of physical education can be set from the reflection of phenomenological concepts brought by Le Boulch in his theory.
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Entre los años 30 y 40 del siglo pasado, México vio surgir de las cenizas de la revolución mexicana, una figura singular. Frida Kahlo es descrita hasta la fecha de hoy, por el imaginario social – en sus pinturas, en sus fotografías – como una mujer que ha marcado una época y se ha convertido en un símbolo de luchas, y esto se extiende hasta la contemporaneidad. Se ha creado en torno a la pintora mexicana, varias imágenes sociales que se describen en el juego dialógico entre sus obras y sus interlocutores. Teniendo por referencia estas afirmaciones, la investigación aquí presentada ha tomado como procedimiento realizar un análisis de seis cartas escritas por Frida a sus interlocutores amados/amantes – tres hombres con los que estuvo involucrada, emocionalmente, durante diferentes períodos de su vida – y, como objetivo, hacer un mapeo de los ethé construidos por ella en enunciados en los cuales ella "pinta" verbalmente una imagen de sí misma que se revela en las opciones léxicas elegidas para hablar de amor, de traición, de amistad, de dolor y de su estar en el mundo. Por lo tanto, hemos refinado una imagen estética e ideológica de Frida Kahlo que se cubre de pasionalidades distintas y de diversos grados dialógicos. Hay, en el recorte temporal y axiológico que hicimos para esta investigación, una mujer de naturaleza amante y que transformó ese amor en el tono de sus enfrentamientos con los interlocutores con quienes estuvo involucrada emocionalmente. Nuestro análisis está anclado en los postulados teóricos del Análisis Dialógico del Discurso (ADD), cuyo teórico base es el filósofo ruso Mikhail Bakhtin (2003, 2009, 2013) – sobre todo cuando se trata de estilo – y en la teoría de la enunciación de Maingueneau (2008, 2005) y Charaudeau (2006) – en lo que se refiere al ethos discursivo. Esta investigación se inserta en el área de Lingüística Aplicada y tiene un enfoque cualitativo-interpretativo.
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This dissertation will be marked by our proposal to hold a theoretical perspective to the classical mind-body problem, and more precisely for the defense of the idea that consciousness (or conscious mind) emerges from the interaction and integration relationships between body proper, brain and environment. This purpose will lead us to assume an alternative position with respect to the more traditional perspectives to the mind-body problem, ie an alternative perspective not only in relation to the dualistics forms of mind-body, but also in regards to the reductive physicalists, which usually reduces mind to brain. Aiming to support a position that both avoid the idea that mind and body are distinct substances and the theory that the brain explains the consciousness in its totality, we will dedicate an important part of this work to explain how the structure of consciousness depends significantly of the body proper and the bodily information mechanisms as well as the environment and the physiological mechanisms through which we place ourselves in space, in front of us and the other bodies (organic and inorganic). Given that the relationship between brain, body and environment involves different mental levels — from the most primitive and unconscious mental mechanisms until conscious and sophisticated levels — we will proceed to the task of assuming a model to explain in what sense these levels contribute to that our instincts and the most sophisticated dimensions of our mental life are part of the one and the same process, which is why we will structure our argument from the ideia that mind, self, and consciousness are the different hierarchical levels which make up the totality of our psychic life and therefore organic one. Imbued with this conceptual approach, we will advance to the focus of this work, namely the reasons that will lead us to give a prominent role to the body proper and the environment in the constitution of the conscious mind, or even the reasons that will lead us to defend the thesis according to which we are embodied and situated, as well as the reasons that will lead us to reject the theoretical positions that dichotomize man and world. In order to support the thesis that we are embodied and situated, and therefore with the purpose of overcoming the theoretical paradigms that dichotomize consciousness and world, we will turn out to the authors and the perspectives we believe to be more successful in this endeavor, including the phenomenological approaches to bodily self-consciousness, the enactivists perspectives and the researches dedicated to mapping the interaction and integration relationships between brain, body and environment. To achieve our goals, the dissertation will be divided into two chapters: the first chapter will emphasize in what way the structuring of consciousness depends on the body proper and the environment, while in the second chapter we will resort to the phenomenological dimensions of bodily self-consciousness, emphasizing the bodily information channels that provide us the immediate certainty, in a first person perspective, that the self is bodily in a non-metaphorical sense.
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The actor is an actor during all the phases of creation and development of his character. (S) He goes beyond the moment of interpreting. In this sense, in her (his) daily life, the actor may use her (his) potential to extract from reality the necessary elements for the work of creation. This is a theoretical research which focus on the concept of presence in the actor s work, stretching the concept beyond the scene, encompassing different components such as the body, the word, the silence, the technique and the acting as the actor s stance in regards to his own reality. The objective of such stance is to integrate him (her) self in the environment, balancing his (hers) inner life with the outside life flow. To reach this objective, the research drew theoretical resources from the concept of presence in the actor s work according to BROOK, BARBA, GROTOWSKI and MNOUCHKINE and the studies on reception theory in ISER, 1996; GUMBRECHT, 2010. Thus, the dialogue between reader and actor high lights both as receivers in this work. A practical description of a street theater Kamchàtka show, featured by the Kamchàtka Company is used as an example of the research on the presence. The elements localized in this show are: play, listening, word, silence, meaning, relationship with here and now and the effects of the said presence
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Dissertação (mestrado)—Universidade de Brasília, Faculdade de Educação, Programa de Pós-Graduação em Educação, 2016.
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The actor is an actor during all the phases of creation and development of his character. (S) He goes beyond the moment of interpreting. In this sense, in her (his) daily life, the actor may use her (his) potential to extract from reality the necessary elements for the work of creation. This is a theoretical research which focus on the concept of presence in the actor s work, stretching the concept beyond the scene, encompassing different components such as the body, the word, the silence, the technique and the acting as the actor s stance in regards to his own reality. The objective of such stance is to integrate him (her) self in the environment, balancing his (hers) inner life with the outside life flow. To reach this objective, the research drew theoretical resources from the concept of presence in the actor s work according to BROOK, BARBA, GROTOWSKI and MNOUCHKINE and the studies on reception theory in ISER, 1996; GUMBRECHT, 2010. Thus, the dialogue between reader and actor high lights both as receivers in this work. A practical description of a street theater Kamchàtka show, featured by the Kamchàtka Company is used as an example of the research on the presence. The elements localized in this show are: play, listening, word, silence, meaning, relationship with here and now and the effects of the said presence
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Dissertação de Mestrado apresentada ao Instituto Superior de Psicologia Aplicada para obtenção de grau de Mestre na especialidade de Psicologia Clínica.
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Tutkimuksen kohteena on (uus)kreationistinen älykkään suunnittelun (Intelligent Design) teoria. Tutkimus on luonteeltaan teoreettinen ja lukeutuu kognitiivisen uskonnontutkimuksen alaan. Näkökulmana on tarkastella älykkään suunnittelun teorian mukaista ajattelua ihmisen intuitiivisena taipumuksena ymmärtää luontoa ja luonnossa esiintyviä mekanismeja. Esimerkkinä intuitiivisesta päättelystä tarkastellaan erityisesti kansanomaisen psykologian (folk psychology) ja kansanomaisen biologian (folk biology) mukaista ajattelua. Tutkimuksessa kysytään: ilmeneekö älykkään suunnittelun teoriassa mahdollisesti kansanomaisen psykologian ja biologian mukaista ajattelua? Ensimmäiseksi käsitteellistetään älykkään suunnittelun teoria ja esitellään tutkimuksen aineisto. Esille tulevat yhteydet Yhdysvaltojen uskonnolliseen ilmapiiriin, kristillisten kreationististen suuntausten jatkumoon sekä evoluutioteoriaan. Aineisto koostuu älykkään suunnittelun teoriaa kehitelleen Michael J. Behen todistajanlausunnosta Doverin oikeudenkäynnissä, jossa arvioitavana oli älykkään suunnittelun teorian mahdollinen tieteellisyys ja uskonnollisuus. Tutkimuksen teoreettisessa viitekehyksessä määritellään tarkemmin, minkälaisiin ajattelutapoihin kansanomaisella, tieteellisellä ja uskonnollisella ajattelulla tutkimuksessa viitataan. Tämän jälkeen esitellään teoreettiset työvälineet - kansanomaisen psykologia ja biologia. Teoriaosuudessa tarkennetaan myös kansanomaisen, tieteellisen ja uskonnollisen ajattelun suhdetta intuitiiviseen ja intuitionvastaiseen ajatteluun, sekä määritellään kolmas termi epäintuitiivisuus. Teoriaosuus perustuu pääasiassa kognitiivisen uskonnontutkimuksen alaan lukeutuvien tutkijoiden, kuten Scott Atranin, Pascal Boyerin, Robert N. McCauleyn ja Ilkka Pyysiäisen julkaisuihin. Tutkimuksessa tarkastellaan myös evoluutioteorian ymmärtämistä tutkineen E. Margaret Evansin tutkimuksia. Analyysissä teoreettisia huomioita havainnollistetaan aineistosta löydettyjen esimerkkien kautta. Teoriaohjaavan sisällönanalyysin kautta Behen todistajanlausunnosta nostetaan esille erityisesti kansanomaisen psykologian ja biologian mukaiset ajattelun tavat. Analyysissä tarkastellaan, mitä tutkimuslöydösten avulla voidaan selittää älykkään suunnittelun teorian edustamasta kreationistisesta ajattelusta. Tutkimustuloksena esitetään, että älykkään suunnittelun teoria mukailee monilta osin sekä kansanomaista psykologiaa että kansanomaista biologiaa. Älykkään suunnittelun teoriassa muodostetaan intuitiivinen ideakokonaisuus maailmasta/ eliökunnasta ja sen aiheuttaneesta intuitionvastaisesta toimijasta. Mahdolliset epäintuitiiviset elementit, kuten luonnonvalinta ja kristillinen teologia, ovat teoriassa olemattomat. Tutkimuksessa osoitetaan, että kreationistista ajattelua voidaan perustellusti tarkastella ihmiselle intuitiivisena taipumuksena ymmärtää luontoa.