70 resultados para Pronome clítico


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Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior (CAPES)

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Prendendo in esame diverse angolature d’analisi è indagata la situazione attuale della produzione tradizionale della ceramica salentina. La ricerca comprende la descrizione della situazione culturale attuale, l’analisi qualitativa e quantitativa dei dati raccolti sul campo e la costruzione di un quadro generale multidimensionale della rappresentazione di un’area culturale. Il primo capitolo della tesi tratta il problema teorico dei linguaggi specialistici e delle peculiarità a essi legati. La dottoranda fornisce un quadro completo ed esaustivo della bibliografia sia italiana che anglosassone sull’argomento affrontato. Questo capitolo fa da introduzione al problema della comunicazione specialistica nell’ambito della quale si svolgono le interviste. Il secondo capitolo presenta la metodologia utilizzata durante la ricerca svolta sul campo. La metodologia della ricerca sul campo include i metodi etnografici di osservazione partecipante e linguistico antropologici di interviste non strutturate. Il terzo capitolo della tesi è dedicato alla descrizione etnografica del processo produttivo. Questo capitolo ha un valore rilevante per l’intera ricerca poiché oltre ai termini italiani sono riportati tutti i termini tradizionali e descritti dettagliatamente i momenti della produzione. Va dimostrata una profonda conoscenza della lavorazione della ceramica nel Salento non solo nel suo stato attuale ma anche nel passato. Come parte conclusiva di questo capitolo è proposta una riflessione di carattere filosofico e antropologico sul ruolo dell’artigiano come Creatore, proponendo paragoni con la figura del Demiurgo platonico descritto nel “Timeo” e l’analisi del cambiamento dello statuto di oggetto da manufatto a oggetto industriale basandosi sul lavoro di Baudrillard. Il quarto capitolo è strutturato in modo diverso rispetto agli altri perché rappresenta la parte centrale della tesi e propone quattro diversi tipi di analisi linguistica possibile. La prima analisi riguarda l’ideologia linguistica e la sua espressione nel parlato inosservato. E’ fornita la prospettiva teorica sulla problematica di ideologia linguistica e dimostrata la conoscenza dei testi sia di natura sociologica (Althusser, Bourdieu, Gouldner, Hobsbawm, Thompson, Boas) che di natura linguistica (Schieffelin Bambi B., Woolard Kathryn A., Kroskrity Paul V., eds. 1998 Language ideologies : practice and theory. New York Oxford, Oxford University press). Golovko analizza i marcatori spazio-temporali utilizzati dagli artigiani per costruire le tassonomie del pronome “noi” e la contrapposizione “noi” – altri. Questa analisi consente di distinguere i diversi livelli d’inclusione ed esclusione del gruppo. Un altro livello di analisi include la valutazione degli usi del passato e del presente nel parlato per costruire le dimensioni temporali del discorso. L’analisi dei marcatori spazio-temporali consente di proporre una teoria sulla “distanza” tra i parlanti che influisce la scelta del codice oppure la sua modifica (passaggio dal dialetto all’italiano, la scelta della varietà a seconda dell’interlocutore). La parte dedicata all’ideologia si conclude con un’analisi profonda (sia quantitativa che qualitativa) dei verbi di moto che sono stati raggruppati in una categoria denominata dalla Golovko “verbi di fase” che rappresentano usi non standard dei verbi di moto per esprimere il passaggio da una fase all’altra. Il termine “fasale” prende spunto non dalla letteratura linguistica ma dal libro di Van Gennep “Les rites de passage” che discute dell’importanza dei riti di passaggio nella cultura africana e nella ricerca etnografica e folkloristica. È stato rilevato dalla dottoranda che i passaggi da una fase produttiva all’altra hanno un valore particolare anche nella produzione della ceramica e soprattutto negli usi particolari dei verbi di moto. Analizzati in profondità, questi usi particolari rispecchiano non solo fattori linguistici ma anche la visione e la percezione di queste fasi delicate in modo particolare dagli artigiani stessi. Sono stati descritti i procedimenti linguistici come personalizzazione e alienazione dell’oggetto. Inoltre la dottoranda ha dimostrato la conoscenza della letteratura antropologica non solo inerente la zona da lei studiata ma anche di altre come, ad esempio, dell’Africa Sub Sahariana. Nella parte successiva del quarto capitolo viene proposta un’altra chiave di lettura delle problematiche linguistiche: l’analisi del lessico utilizzato dagli artigiani per poter classificare i gruppi identitari presenti nella comunità studiata. E’ proposta l’analisi dei rapporti all’interno dei gruppi professionali che sono generalmente classificati come solidarietà e distinzione. La terminologia ha origine sociologica, infatti viene proposto un quadro teorico degli studi sulla solidarietà (Durkheim, Appandurai, Harré, Zoll) e l’adattamento del termine in questo senso coniato da Bourdieu “la distiction”. L’identità linguistica è affrontata sia dal punto di vista linguistico che dal punto di vista sociologico. Per svolgere l’analisi sulle identità assunte dagli artigiani e poter ricondurre la scelta volontaria e a volte non conscia di uno stile (consistente di un insieme di termini) inteso come espressione d’identità assunta dagli artigiani, la dottoranda riflette sul termine “stile” nella sua accezione sociolinguistica, com’è usuale negli studi anglosasoni di ultima generazione (Coupland, Eckert, Irvine e altri). La dottoranda fornisce una classificazione delle identità e ne spiega la motivazione basandosi sui dati empirici raccolti. La terza parte del quarto capitolo è dedicata all’analisi del linguaggio specialistico degli artigiani e alla descrizione dei tratti solitamente assegnati a questo tipo di linguaggio (monoreferenziaità, trasparenza, sinteticità e altri). La dottoranda svolge un’analisi di carattere semantico dei sinonimi presenti nel linguaggio degli artigiani, analizza il rapporto con la lingua comune, riporta l’uso delle metafore e casi di produttività linguistica. L’ultima parte del quarto capitolo consiste nell’analisi dei tratti non standard nel linguaggio degli artigiani classificati considerando il livello di variazione (lessico, morfologia e morfosintassi e sintassi) e spiegati con gli esempi tratti dalle interviste. L’autrice riflette sui cambiamenti avvenuti nella lingua parlata italiana e nella sua varietà regionale basandosi sui lavori “classici” della linguistica italiana (Berruto, Sobrero, Stehl, Bruni, D’Achille, Berretta, Tempesta e altri) studiandone attentamente i processi evidenziati nella sua descrizione. Lo scopo e l’apice della tesi consiste nell’analisi del repertorio linguistico degli artigiani e la discussione delle dinamiche in corso (livellamento del dialetto, convergenza e divergenza del dialetto, italianizzazione e regionalizzazione dell’italiano). La dottoranda propone un suo schema di rapporti tra italiano e dialetto motivando pienamente la sua teoria. A corollario la tesi è composta anche da un glossario dei termini tecnici e un album fotografico che aumentano l’interesse del lavoro dandogli un valore culturale.

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La sintaxis de una lengua se halla motivada semántica y pragmáticamente. La dimensión pragmática establece qué formas lingüísticas -y sus significados- son más apropiadas para qué contexto. En este trabajo intentamos mostrar cómo el lenguaje es modelado por la cultura cuando lo pragmático es etnopragmático. Los sesgos en la frecuencia relativa de uso de los clíticos de tercera persona en distintas variedades del español americano constituyen un ámbito adecuado. La naturaleza deíctica de los clíticos del español hace que se pongan en juego al menos dos tipos de dimensión pragmática: la dimensión referencial y la dimensión relacional. El valor que cobra la referencia es, ciertamente, cultural, asignado por la comunidad. En efecto, es esperable que diferentes grupos culturales asignen diferentes valores a los mismos referentes y que estos valores culturales influyan en la conformación de los paradigmas de la lengua. Ejemplificaremos la propuesta mediante la observación de la expansión del empleo de le y la ausencia del clítico en el campo de los acusativos en el español guaranítico argentino y del uso categórico y variable de los clíticos respecto de algunos verbos en el español de bolivianos residentes en la Argentina

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La sintaxis de una lengua se halla motivada semántica y pragmáticamente. La dimensión pragmática establece qué formas lingüísticas -y sus significados- son más apropiadas para qué contexto. En este trabajo intentamos mostrar cómo el lenguaje es modelado por la cultura cuando lo pragmático es etnopragmático. Los sesgos en la frecuencia relativa de uso de los clíticos de tercera persona en distintas variedades del español americano constituyen un ámbito adecuado. La naturaleza deíctica de los clíticos del español hace que se pongan en juego al menos dos tipos de dimensión pragmática: la dimensión referencial y la dimensión relacional. El valor que cobra la referencia es, ciertamente, cultural, asignado por la comunidad. En efecto, es esperable que diferentes grupos culturales asignen diferentes valores a los mismos referentes y que estos valores culturales influyan en la conformación de los paradigmas de la lengua. Ejemplificaremos la propuesta mediante la observación de la expansión del empleo de le y la ausencia del clítico en el campo de los acusativos en el español guaranítico argentino y del uso categórico y variable de los clíticos respecto de algunos verbos en el español de bolivianos residentes en la Argentina

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La sintaxis de una lengua se halla motivada semántica y pragmáticamente. La dimensión pragmática establece qué formas lingüísticas -y sus significados- son más apropiadas para qué contexto. En este trabajo intentamos mostrar cómo el lenguaje es modelado por la cultura cuando lo pragmático es etnopragmático. Los sesgos en la frecuencia relativa de uso de los clíticos de tercera persona en distintas variedades del español americano constituyen un ámbito adecuado. La naturaleza deíctica de los clíticos del español hace que se pongan en juego al menos dos tipos de dimensión pragmática: la dimensión referencial y la dimensión relacional. El valor que cobra la referencia es, ciertamente, cultural, asignado por la comunidad. En efecto, es esperable que diferentes grupos culturales asignen diferentes valores a los mismos referentes y que estos valores culturales influyan en la conformación de los paradigmas de la lengua. Ejemplificaremos la propuesta mediante la observación de la expansión del empleo de le y la ausencia del clítico en el campo de los acusativos en el español guaranítico argentino y del uso categórico y variable de los clíticos respecto de algunos verbos en el español de bolivianos residentes en la Argentina

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La sintaxis de una lengua se halla motivada semántica y pragmáticamente. La dimensión pragmática establece qué formas lingüísticas -y sus significados- son más apropiadas para qué contexto. En este trabajo intentamos mostrar cómo el lenguaje es modelado por la cultura cuando lo pragmático es etnopragmático. Los sesgos en la frecuencia relativa de uso de los clíticos de tercera persona en distintas variedades del español americano constituyen un ámbito adecuado. La naturaleza deíctica de los clíticos del español hace que se pongan en juego al menos dos tipos de dimensión pragmática: la dimensión referencial y la dimensión relacional. El valor que cobra la referencia es, ciertamente, cultural, asignado por la comunidad. En efecto, es esperable que diferentes grupos culturales asignen diferentes valores a los mismos referentes y que estos valores culturales influyan en la conformación de los paradigmas de la lengua. Ejemplificaremos la propuesta mediante la observación de la expansión del empleo de le y la ausencia del clítico en el campo de los acusativos en el español guaranítico argentino y del uso categórico y variable de los clíticos respecto de algunos verbos en el español de bolivianos residentes en la Argentina

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O presente estudo pretende articular conhecimentos entre a Terapia da Fala e a Linguística, através de uma investigação observacional. Tendo por componente empírica uma amostra constituída por 150 crianças em idade escolar (dos 5 anos e 7 meses aos 10 anos), sem dificuldades no desenvolvimento da linguagem e que frequentam escolas públicas do concelho do Funchal da ilha da Madeira, selecionadas de acordo com a localização, número total de alunos e ranking, procura-se avaliar o seu desempenho linguístico, através da aplicação da Grelha de Avaliação da Linguagem, nível escolar (GOL-E). Os resultados da análise quantitativa mostram que o desenvolvimento da linguagem das crianças madeirenses não se distancia dos valores percentuais observados em crianças continentais, nos vários domínios considerados na GOL-E - semântico, morfossintático e fonológico. Do ponto de vista qualitativo, constata-se o uso significativo de variantes linguísticas não padrão em português (verbo ir na 3ª pessoa do singular no presente do indicativo, assim como o uso do clítico se). Relativamente aos fatores que poderão influenciar o desenvolvimento da linguagem, podemos observar que a idade da criança, as habilitações literárias dos pais e o número de membros do agregado familiar são os mais importantes na variação do desenvolvimento da linguagem. Já no que concerne às variáveis não ordinais, nota-se significância estatística da influência do tipo de família, naturalidade do Professor e localização da escola.

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Esta dissertação é um estudo sobre o fenômeno da profecia e da glossolalia no cristianismo primitivo a partir da Primeira Carta aos Coríntios. O movimento cristão emergiu como uma seita judaica, mas amadureceu em um contexto greco-romano, sendo profundamente alterado pela cultura e tradições ocidentais. Por um lado, sofreu as influências das tradições israelitas antigas e do Judaísmo do período do Segundo Templo, sendo herdeiro tanto das diversas manifestações revelatórias extáticas, apocalípticas, escatológicas e sapienciais, quanto da inteligibilidade e da autoridade como critérios de verificação da profecia. Por outro, sofreu as influências das tradições greco-romanas, embora em menor grau, visto que, no que diz respeito ao conceito e à atuação do profeta e à função social da profecia, há diferenças fundamentais em relação ao mundo helenístico. Tais divergências explicam, em parte, o conflito entre a compreensão de Paulo acerca da profecia e da glossolalia e a compreensão de certos grupos dentro da comunidade de Corinto que acentuavam a importância do êxtase como manifestação revelatória e, conseqüentemente, de um status privilegiado. De acordo com 1Cor 14,1-19, o critério distintivo para Paulo é a edificação da assembléia . Não se trata propriamente da superioridade de um dom sobre o outro, mas da sua utilidade no contexto cúltico. Quem fala em línguas ora a Deus e edifica a si mesmo, mas aquele que profetiza edifica, exorta e consola a assembléia. Neste sentido, é preferível profetizar a falar em línguas, a menos que sejam interpretadas. Do ponto de vista da Antropologia, a glossolalia é considerada, segundo alguns pesquisadores, um substrato de um estado alterado de consciência, observado principalmente nas mulheres, o que sugere uma presença significativa das mesmas na composição da comunidade de Corinto, inclusive nas posições de liderança. Do ponto de vista dos estudos sociológicos, os fenômenos extáticos manifestam-se sobretudo em grupos marginalizados, dotando-os de um poder místico que os fortalece em períodos de acentuada dilaceração do tecido social.(AU)

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Esta dissertação é um estudo sobre o fenômeno da profecia e da glossolalia no cristianismo primitivo a partir da Primeira Carta aos Coríntios. O movimento cristão emergiu como uma seita judaica, mas amadureceu em um contexto greco-romano, sendo profundamente alterado pela cultura e tradições ocidentais. Por um lado, sofreu as influências das tradições israelitas antigas e do Judaísmo do período do Segundo Templo, sendo herdeiro tanto das diversas manifestações revelatórias extáticas, apocalípticas, escatológicas e sapienciais, quanto da inteligibilidade e da autoridade como critérios de verificação da profecia. Por outro, sofreu as influências das tradições greco-romanas, embora em menor grau, visto que, no que diz respeito ao conceito e à atuação do profeta e à função social da profecia, há diferenças fundamentais em relação ao mundo helenístico. Tais divergências explicam, em parte, o conflito entre a compreensão de Paulo acerca da profecia e da glossolalia e a compreensão de certos grupos dentro da comunidade de Corinto que acentuavam a importância do êxtase como manifestação revelatória e, conseqüentemente, de um status privilegiado. De acordo com 1Cor 14,1-19, o critério distintivo para Paulo é a edificação da assembléia . Não se trata propriamente da superioridade de um dom sobre o outro, mas da sua utilidade no contexto cúltico. Quem fala em línguas ora a Deus e edifica a si mesmo, mas aquele que profetiza edifica, exorta e consola a assembléia. Neste sentido, é preferível profetizar a falar em línguas, a menos que sejam interpretadas. Do ponto de vista da Antropologia, a glossolalia é considerada, segundo alguns pesquisadores, um substrato de um estado alterado de consciência, observado principalmente nas mulheres, o que sugere uma presença significativa das mesmas na composição da comunidade de Corinto, inclusive nas posições de liderança. Do ponto de vista dos estudos sociológicos, os fenômenos extáticos manifestam-se sobretudo em grupos marginalizados, dotando-os de um poder místico que os fortalece em períodos de acentuada dilaceração do tecido social.(AU)

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O presente estudo pretende articular conhecimentos entre a Terapia da Fala e a Linguística, através de uma investigação observacional. Tendo por componente empírica uma amostra constituída por 150 crianças em idade escolar (dos 5 anos e 7 meses aos 10 anos), sem dificuldades no desenvolvimento da linguagem e que frequentam escolas públicas do concelho do Funchal da ilha da Madeira, selecionadas de acordo com a localização, número total de alunos e ranking, procura-se avaliar o seu desempenho linguístico, através da aplicação da Grelha de Avaliação da Linguagem, nível escolar (GOL-E). Os resultados da análise quantitativa mostram que o desenvolvimento da linguagem das crianças madeirenses não se distancia dos valores percentuais observados em crianças continentais, nos vários domínios considerados na GOL-E - semântico, morfossintático e fonológico. Do ponto de vista qualitativo, constata-se o uso significativo de variantes linguísticas não padrão em português (verbo ir na 3ª pessoa do singular no presente do indicativo, assim como o uso do clítico se). Relativamente aos fatores que poderão influenciar o desenvolvimento da linguagem, podemos observar que a idade da criança, as habilitações literárias dos pais e o número de membros do agregado familiar são os mais importantes na variação do desenvolvimento da linguagem. Já no que concerne às variáveis não ordinais, nota-se significância estatística da influência do tipo de família, naturalidade do Professor e localização da escola.

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Contiene: Diálogo céltico transpirenaico é hiperboreo entre el corresponsal del censor, y su maestro de latinidad (30 p.)

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En el marco de la gramática contrastiva entre inglés y castellano, asumimos la perspectiva generativista, según la cual la sintaxis humana resulta de procesos derivacionales que combinan, por medio de mecanismos innatos, elementos capaces de codificar significados primitivos. Trabajamos con datos, ya sea reales o inventados, que ilustran los distintos tipos de oraciones ?gramaticales? posibles en una lengua natural. Nos centramos en la noción de ?ergatividad?, utilizada por distintas teorías para explicar fenómenos sintácticos y semánticos no siempre coincidentes. Desde el Funcionalismo/Cognitivismo norteamericano, Scott DeLancey (2001) compara distintas lenguas y distingue morfológicamente los sujetos ?agentivos? en estructuras causadas de los sujetos ?afectados? en estructuras no causadas. Según la Lingüística Sistémica Funcional (Halliday 1985, 2004), la ergatividad abarca, no sólo la presencia o ausencia de Causa en un proceso particular, sino también la relación causal que vincula distintos procesos entre sí. El esquema ergativo de Halliday incluye, además de pares constituidos por eventos de cambio de estado no causados y de causa externa, eventos inergativos de causa externa, y eventos transitivos instigados por otro proceso, expresado lingüísticamente o bien inferido. Desde la perspectiva de la Semántica Relacional (Mateu, 2002), reducimos el número de ?constructos primitivos? disponibles de tres a dos. Consideramos dos alternancias: la ergativo-transitiva y la causa interna/externa con inergativos. No vinculamos ni sintáctica ni derivacionalmente las construcciones transitivas con los eventos inferidos que las instigan. Justificamos la relación derivacional que vincula las construcciones pasivas estáticas con las construcciones ergativas de verbos naturalmente alternantes, por un lado, y, con las construcciones transitivas de verbos de ?locatum? y de inergativos, por el otro. Reanalizamos, respecto de la bibliografía canónica, la naturaleza del clítico ?se? en las construcciones ergativas españolas. Este análisis orienta de manera teórica el abordaje de las construcciones pertinentes, y ofrece equivalencias posibles que pueden resultar útiles para la traducción

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En el marco de la gramática contrastiva entre inglés y castellano, asumimos la perspectiva generativista, según la cual la sintaxis humana resulta de procesos derivacionales que combinan, por medio de mecanismos innatos, elementos capaces de codificar significados primitivos. Trabajamos con datos, ya sea reales o inventados, que ilustran los distintos tipos de oraciones ?gramaticales? posibles en una lengua natural. Nos centramos en la noción de ?ergatividad?, utilizada por distintas teorías para explicar fenómenos sintácticos y semánticos no siempre coincidentes. Desde el Funcionalismo/Cognitivismo norteamericano, Scott DeLancey (2001) compara distintas lenguas y distingue morfológicamente los sujetos ?agentivos? en estructuras causadas de los sujetos ?afectados? en estructuras no causadas. Según la Lingüística Sistémica Funcional (Halliday 1985, 2004), la ergatividad abarca, no sólo la presencia o ausencia de Causa en un proceso particular, sino también la relación causal que vincula distintos procesos entre sí. El esquema ergativo de Halliday incluye, además de pares constituidos por eventos de cambio de estado no causados y de causa externa, eventos inergativos de causa externa, y eventos transitivos instigados por otro proceso, expresado lingüísticamente o bien inferido. Desde la perspectiva de la Semántica Relacional (Mateu, 2002), reducimos el número de ?constructos primitivos? disponibles de tres a dos. Consideramos dos alternancias: la ergativo-transitiva y la causa interna/externa con inergativos. No vinculamos ni sintáctica ni derivacionalmente las construcciones transitivas con los eventos inferidos que las instigan. Justificamos la relación derivacional que vincula las construcciones pasivas estáticas con las construcciones ergativas de verbos naturalmente alternantes, por un lado, y, con las construcciones transitivas de verbos de ?locatum? y de inergativos, por el otro. Reanalizamos, respecto de la bibliografía canónica, la naturaleza del clítico ?se? en las construcciones ergativas españolas. Este análisis orienta de manera teórica el abordaje de las construcciones pertinentes, y ofrece equivalencias posibles que pueden resultar útiles para la traducción

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En el marco de la gramática contrastiva entre inglés y castellano, asumimos la perspectiva generativista, según la cual la sintaxis humana resulta de procesos derivacionales que combinan, por medio de mecanismos innatos, elementos capaces de codificar significados primitivos. Trabajamos con datos, ya sea reales o inventados, que ilustran los distintos tipos de oraciones ?gramaticales? posibles en una lengua natural. Nos centramos en la noción de ?ergatividad?, utilizada por distintas teorías para explicar fenómenos sintácticos y semánticos no siempre coincidentes. Desde el Funcionalismo/Cognitivismo norteamericano, Scott DeLancey (2001) compara distintas lenguas y distingue morfológicamente los sujetos ?agentivos? en estructuras causadas de los sujetos ?afectados? en estructuras no causadas. Según la Lingüística Sistémica Funcional (Halliday 1985, 2004), la ergatividad abarca, no sólo la presencia o ausencia de Causa en un proceso particular, sino también la relación causal que vincula distintos procesos entre sí. El esquema ergativo de Halliday incluye, además de pares constituidos por eventos de cambio de estado no causados y de causa externa, eventos inergativos de causa externa, y eventos transitivos instigados por otro proceso, expresado lingüísticamente o bien inferido. Desde la perspectiva de la Semántica Relacional (Mateu, 2002), reducimos el número de ?constructos primitivos? disponibles de tres a dos. Consideramos dos alternancias: la ergativo-transitiva y la causa interna/externa con inergativos. No vinculamos ni sintáctica ni derivacionalmente las construcciones transitivas con los eventos inferidos que las instigan. Justificamos la relación derivacional que vincula las construcciones pasivas estáticas con las construcciones ergativas de verbos naturalmente alternantes, por un lado, y, con las construcciones transitivas de verbos de ?locatum? y de inergativos, por el otro. Reanalizamos, respecto de la bibliografía canónica, la naturaleza del clítico ?se? en las construcciones ergativas españolas. Este análisis orienta de manera teórica el abordaje de las construcciones pertinentes, y ofrece equivalencias posibles que pueden resultar útiles para la traducción

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Esta tese analisa quatro comunidades leigas católicas na região do Grande ABC e que denominamos Arranjos Comunitários Alternativos Católicos. São comunidades extra paroquiais constituídas a partir de um fundador e organizadas autonomamente no que diz respeito a um sistema moral, cúltico, símbólico e de networks. Sintonizadas com a modernidade contemporânea e sob a fiscalização do clero local, os arranjos católicos caracterizam-se por uma vida regrada, hierarquizada, voltada ao atendimento de um público-alvo específico recompondo, adaptando, combinando a doutrina religiosa católica com práticas de glossolalia, de cura e libertação da alma. Analisamos por meio de uma pesquisa etnográfica as estruturas organizacionais dos arranjos, os antecedentes sócio-religiosos dos seus membros e sua capacidade de adaptação frente ao entorno social. Constatou-se que os arranjos católicos são espaços que permitem às suas lideranças exercerem com maior autonomia sua catolicidade de caráter mais intimista e espiritualizada. Entendemos que os arranjos católicos são um tipo de catolicismo de consultoria auxiliando os seus clientes na chamada cura interior , ao mesmo tempo que, dispositivos ou braços auxiliadores da ICAR, a fim de mantê-la estrategicamente na modernidade contemporânea. Os elementos que dão coesão e força simbólica às comunidades em questão são analisadas com categorias durkheimianas e bourdianas. Tais elementos, como os sites, emblemas e os santos baluartes, tornaram-se importantes referenciais que direcionam o cotidiano dos arranjos católicos.