924 resultados para Miller, Richard L.


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Conselho Nacional de Desenvolvimento Científico e Tecnolgico (CNPq)

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Fundação de Amparo à Pesquisa do Estado de São Paulo (FAPESP)

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In this communication we report a proof of concept study of the use of cyclic voltammetry with a polyeugenol-modified glassy carbon (GC) electrode to selectively detect L-cysteine in the presence of both DL-homocysteine and glutathione in perchloric acid. The formation of a polyeugenol-modified gold electrode is also reported for the first time.

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The objective of this experiment was to test the efficacy of a probiotic (Efinol (R) L) during transportation of marbled hatchetfish, Carnegiella strigata. Wild specimens were captured from a small stream and transported for 24 h in plastic fish boxes with a probiotic (10 mg L-1) and probiotic-free water. The boxes were sampled at 3. 12 and 24 h of transport. At the end of the experiment, the survival rate was close to.100%) in both treatments. Dissolved oxygen diminished with time in both treatments, but the probiotic group had significantly higher levels. Conductivity. pH and ammonia increased significantly during the transport. demonstrating higher levels in the probiotic-free group. Fish from both treatments presented very high net Na+ and K+ effluxes after 3 h of transport. At 24 h, net K+ effluxes in fish of the probiotic treatment reached values close to zero and a significantly lower Na+ efflux was observed. Cortisol levels in both treatments at 3 and 12 h were significantly higher than that in control samples. Higher body cortisol levels were observed in the probiotic-frec group than that in the probiotic group at 3 and 12 h. The results demonstrate that addition of a probiotic during fish transport improves water quality and leads to fish presenting a lower stress response intensity.

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Conselho Nacional de Desenvolvimento Científico e Tecnolgico (CNPq)

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Abstract Background Bacteria associated with insects can have a substantial impact on the biology and life cycle of their host. The checkerboard DNA-DNA hybridization technique is a semi-quantitative technique that has been previously employed in odontology to detect and quantify a variety of bacterial species in dental samples. Here we tested the applicability of the checkerboard DNA-DNA hybridization technique to detect the presence of Aedes aegypti-associated bacterial species in larvae, pupae and adults of A. aegypti. Findings Using the checkerboard DNA-DNA hybridization technique we could detect and estimate the number of four bacterial species in total DNA samples extracted from A. aegypti single whole individuals and midguts. A. aegypti associated bacterial species were also detected in the midgut of four other insect species, Lutzomyia longipalpis, Drosophila melanogaster, Bradysia hygida and Apis mellifera. Conclusions Our results demonstrate that the checkerboard DNA-DNA hybridization technique can be employed to study the microbiota composition of mosquitoes. The method has the sensitivity to detect bacteria in single individuals, as well as in a single organ, and therefore can be employed to evaluate the differences in bacterial counts amongst individuals in a given mosquito population. We suggest that the checkerboard DNA-DNA hybridization technique is a straightforward technique that can be widely used for the characterization of the microbiota in mosquito populations.

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La ricerca si propone come studio teorico e analitico basato sulla traduzione letteraria e audiovisiva del genere diasporico, esemplificato nel romanzo The Namesake – Lomonimo di J. Lahiri e nel film The Namesake – Il destino nel nome di M. Nair. Si sviluppa, quindi, un doppio percorso di analisi, concentrandosi sulla traduzione interlinguistica di due modalità testuali differenti, quella letteraria (il testo narrativo) e quella audiovisiva (in particolare, il doppiaggio). Lapproccio teorico è di stampo interdisciplinare, come risulta sempre più imprescindibile nel campo dei Translation Studies: infatti, si cerca di coniugare prospettive di natura più linguistica, quali i Descriptive Translation Studies (in particolare, Toury 1995) e lo sviluppo degli studi sui cosiddetti ‘universali traduttivi’, con approcci di stampo più culturalista, in particolare gli studi sulla traduzione post-coloniali, con le loro riflessioni sui concetti di ‘alterità’ e ‘ibridismo’. Completa il quadro teorico di riferimento una necessaria definizione e descrizione del genere diasporico relativo alla cultura indiana, in rapporto sia al contesto di partenza (statunitense) sia al contesto di arrivo (italiano) per entrambi i testi presi in considerazione. La metodologia scelta per lindagine è principalmente di natura linguistica, con ladozione del modello elaborato dallo studioso J. Malone (1988). Lanalisi empirica, accompagnata da una serie di riflessioni teoriche e linguistiche specifiche, si concentra su tre aspetti cruciali per entrambe le tipologie testuali, quali: la resa della naturalezza dei dialoghi nel discorso letterario e in quello filmico, la rappresentazione del multiculturalismo e delle varietà linguistiche caratterizzanti i due testi di partenza e i numerosi riferimenti culturo-specifici delle due opere e la loro traduzione in italiano. Si propongono, infine, alcune considerazioni in ottica intersemiotica in relazione alle tre aree individuate, a integrazione dell’indagine in chiave interlinguistica.

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All’ascolto dell’incompiuto Matrimonio di Musorgskij, Borodin aveva sentenziato lapidariamente: «une chose manquée». Uguale commento viene riservato tuttora alla produzione operistica di Sergej Rachmaninov. In questo caso però non ci troviamo di fronte a un teatro rivoluzionario che si trova costretto a fare un passo indietro rispetto ai principi programmatici di cui si vuol far portatore, bensì a un potenziale inespresso, a un profilo drammaturgico mai giunto a piena maturazione. Levidente eterogeneità della produzione operistica lasciataci in eredità dal compositore non permette infatti di determinarne con chiarezza lelinee guida’ e ne rende problematica la collocazione nel contesto musicale a lui coevo. Scopo della presente dissertazione è indagare lapprendistato e il debutto operistico del compositore russo attraverso lanalisi di materiale documentario, testi letterari, partiture nonché delle fonti critiche in lingua russa, difficilmente accessibili per lo studioso italiano. Il cuore dell’elaborato è un’analisi dettagliata di Aleko, un atto unico presentato nel 1892 dal compositore come prova finale al corso di ‘Libera composizione’ del Conservatorio di Mosca. Lopera viene considerata nel suo complesso come organismo drammatico-musicale autonomo (rapporto fonte/libretto, articolazione interna, sistema delle forme, costellazione dei personaggi, distribuzione delle voci, ecc.), ma inquadrata al contempo nel più ampio contesto del teatro musicale coevo (recezione critica sia da parte della pubblicistica coeva sia da parte della storiografia musicale). Viene fornita in appendice un’edizione del libretto con traduzione a fronte. Incorniciano lanalisi dell’opera un capitolo in cui si offre una rilettura estetica del ‘caso Rachmaninov’ e un aperçu sulla produzione operistica matura del compositore, alla luce delle riflessioni proposte nel corso della dissertazione.

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Attraverso un excursus storico, teorico e metodologico, questa tesi di dottorato analizza la nascita, gli sviluppi e lattuale dimensione costitutivo-identitaria dei Performance Studies, un ambito di ricerca accademica che, nato negli Stati Uniti alla fine degli anni Settanta, ha sempre palesato una natura restia nei confronti di qualunque tentativo definitorio. Se i Performance Studies concepiscono la performance sia come oggetto d’analisi sia come lente metodologica, e se, come evidenziato da Richard Schechner, praticamente tutto può essere “elevato a performance” e quindi indagato secondo le categorie analitiche di questa disciplina, ecco allora che, con uno slittamento transitivo e “meta-metodologico”, questa ricerca dottorale ha scelto come proprio oggetto di studio i Performance Studies stessi, osservandoli “as performance” e avvalendosi degli strumenti metodologici suggeriti dal suo stesso oggetto d’analisi. Questo lavoro indaga come loggetto di studio dei Performance Studies sia, seguendo la teoria schechneriana, il “behaved behavior”, e dunque come di conseguenza, il repertorio, prima ancora che larchivio, possa essere considerato il fedele custode delle “pratiche incorporate”. Soffermandosi su esempi di “reenactment” performativo come quelli messi in atto da Marina Abramović e Clifford Owens, così come sui tentativi condotti dalla sezione dell’Intangible Cultural Heritage dell’UNESCO, suggerisce validi esempi di “archiviazione” della performance. Lelaborato prende poi in esame casi che esemplificano la proficua identificazione tra “studiare performance” e “fare performance”, sottolinea il ruolo cruciale e imprenscindibile determinato dal lavoro di ricerca sul campo inteso come “osservazione partecipante”, ed evidenzia il costante coinvolgimento sociale e politico assunto dai Performance Studies. Questa dissertazione affronta e supporta lefficacia dei Performance Studies nel proporsi come uno strumento innovativo in grado di analizzare un mondo sempre più performativo nelle sue dinamiche. La loro natura tanto interdisciplinare quanto interculturale sembra farne una lente adeguata attraverso cui promuovere livelli diversi di performance dialogica tra culture localmente distinte ma globalmente assimilabili.

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Al giorno d'oggi è diventato necessario conoscere varie lingue visto che viviamo ormai in un mondo sempre più interconnesso. L'inglese è diventata la lingua dominante, ma quali sono i rischi che ne derivano? E' veramente necessario utilizzare una "lingua terza" anche tra locutori di lingue della stessa famiglia? In Europa soprattutto, sembra che il multilinguismo sia diventato un ostacolo più che una ricchezza e c'è sempre più la tendenza ad accettare l'imposizione dell'inglese.Tuttavia ci sono metodi di didattica linguistica come l'"intercomprensione" che potrebbero permettere di riscoprire l'importanza delle famiglie linguistiche. Ciò permetterebbe di rivalutare e valorizzare le proprie radici culturali (attraverso la lingua) che rischiano di andare perdute per via di una massificazione culturale provocata dall'inglese. Pertanto questa tesi partirà da un'analisi complessiva delle lingue nel mondo (ecolinguistica, teorie di Louis-Jean Calvet), arriverà ad analizzare la situazione nell'Unione Europea e il ruolo dell'inglese giungendo infine a proporre l'intercomprensione (nello specifico il metodo EuRom5) come possibile mezzo di salvaguardia delle lingue nella loro diversità.

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Surgical repair of the rotator cuff repair is one of the most common procedures in orthopedic surgery. Despite it being the focus of much research, the physiological tendon-bone insertion is not recreated following repair and there is an anatomic non-healing rate of up to 94%. During the healing phase, several growth factors are upregulated that induce cellular proliferation and matrix deposition. Subsequently, this provisional matrix is replaced by the definitive matrix. Leukocyte- and platelet-rich fibrin (L-PRF) contain growth factors and has a stable dense fibrin matrix. Therefore, use of LPRF in rotator cuff repair is theoretically attractive. The aim of the present study was to determine 1) the optimal protocol to achieve the highest leukocyte content; 2) whether L-PRF releases growth factors in a sustained manner over 28 days; 3) whether standard/gelatinous or dry/compressed matrix preparation methods result in higher growth factor concentrations. 1) The standard L-PRF centrifugation protocol with 400 x g showed the highest concentration of platelets and leukocytes. 2) The L-PRF clots cultured in medium showed a continuous slow release with an increase in the absolute release of growth factors TGF-β1, VEGF and MPO in the first 7 days, and for IGF1, PDGF-AB and platelet activity (PF4=CXCL4) in the first 8 hours, followed by a decrease to close to zero at 28 days. Significantly higher levels of growth factor were expressed relative to the control values of normal blood at each culture time point. 3) Except for MPO and the TGFβ-1, there was always a tendency towards higher release of growth factors (i.e., CXCL4, IGF-1, PDGF-AB, and VEGF) in the standard/gelatinous- compared to the dry/compressed group. L-PRF in its optimal standard/gelatinous-type matrix can store and deliver locally specific healing growth factors for up to 28 days and may be a useful adjunct in rotator cuff repair.

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A range of arylgold compounds have been synthesized and investigated as single-component catalysts for the hydrophenoxylation of unactivated internal alkynes. Both carbene and phosphine-ligated compounds were screened as part of this work, and the most efficient catalysts contained either JohnPhos or IPr/SIPr. Phenols bearing either electron-withdrawing or electron-donating groups were efficiently added using these catalysts. No silver salts, acids, or solvents were needed for the catalysis, and either microwave or conventional heating afforded moderate to excellent yields of the vinyl ethers.

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