819 resultados para Crime and criminals


Relevância:

80.00% 80.00%

Publicador:

Resumo:

Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior (CAPES)

Relevância:

80.00% 80.00%

Publicador:

Resumo:

Pós-graduação em Ciências Sociais - FCLAR

Relevância:

80.00% 80.00%

Publicador:

Resumo:

Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior (CAPES)

Relevância:

80.00% 80.00%

Publicador:

Resumo:

The study articulates the relations of power / knowledge in the production of crime and operationalization of the law, the subtle way in which technologies of gender naturalize actions and reactions in relationships, partnerships and daily struggles between staff and prisoners and the processes of subjectivity in contemporaneity . This study has as epistemological matrix the genealogy proposed by Michel Foucault, who has allowed diverse pathways as document reviews, semi-structured interviews, performance groups and courses. The interweaving of the forces and discourses has engendered the impact of technologies on gender, especially masculinity, in the present relations between staff and prisoners. The impact of this relationship puts on display the modulations of subjectivity in a continuum of oscillation between normalizing and singularizing modes of subjectification.

Relevância:

80.00% 80.00%

Publicador:

Resumo:

Fundação de Amparo à Pesquisa do Estado de São Paulo (FAPESP)

Relevância:

80.00% 80.00%

Publicador:

Resumo:

Pós-graduação em Direito - FCHS

Relevância:

80.00% 80.00%

Publicador:

Resumo:

This paper seeks to explore how victims of crime and defendants are portrayed in sexual assault cases. Lately, more and more voices have been raised in appal against values demonstrated in court decisions and we’ve seen the implementation of a new sexual assault legislation in attempt to increase people’s sexual integrity. Yet, at the same time, there is still a tremendously low amount of reported sexual assaults that go to trial and even fewer result in conviction. This paper is not an attempt to scrutinize the legal system, but to draw attention to what values are portrayed in sexual assault cases. The purpose is to examine the court decisions under consideration to see if and what values are portrayed. My paper can in no way allow generalization; it is merely a small sample of reality. The data consists of four court decisions from Östersund’s Tingsrätt; two of them resulting in conviction and two of them in dismissal. The data was collected systematically and undergoes a discourse analysis; hence it is a qualitative study. The result of the analysis is that although somewhat subtle, the court decisions do indeed portray stereotypical gender roles, particularly regarding victims’ prior sexual history, women’s room to manoeuvre and their given life conditions

Relevância:

80.00% 80.00%

Publicador:

Resumo:

La realizzazione di questa ricerca ha come obiettivo principe lo studio approfondito dell’istituto della riabilitazione penale all’interno del panorama legislativo italiano, con riferimento al contesto bolognese, e nella legislazione belga; inoltre si pone come scopo l’analisi dell’interazione autore-vittima del reato, con una particolare attenzione al risarcimento elargito alla persona offesa dal reato e alla figura della vittima prima nel sistema penale, poi nel procedimento specifico che porta alla riabilitazione del condannato. Il punto di partenza del lavoro di ricerca intrapreso è costituito da un’accurata ricerca bibliografica inerente agli argomenti trattati, al fine di poter approfondire una buona parte della letteratura italiana e belga esistente in materia. La fase successiva della ricerca è stata quella di reperire informazioni riguardanti l’ambito di studio da approfondire, cioè la riabilitazione, secondo una direttrice empirica. Pertanto, per quanto concerne la realtà italiana, sono stati analizzati, tramite una griglia di rilevazione costruita ad hoc, i fascicoli processuali relativi alla riabilitazione presenti negli archivi del Tribunale di Sorveglianza di Bologna (2004-2009); la situazione belga è invece stata studiata reperendo dati, riferiti alla réhabilitation pénal, rintracciati presso il “Service Public Fédéral Justice - Bureau Permanent Statistiques et Mesure de la charge de travail (BPSM)” (2008-2009), sia livello nazionale che delle cinque Corti di appello. Inoltre, al fine di ottenere un ulteriore punto di vista empirico riguardante l’istituto della riabilitazione penale, sono state effettuate delle interviste semi-strutturate al Presidente del Tribunale di Sorveglianza Dott. Francesco Maisto e al Sostituto Procuratore Generale di Liège Mr. Nicolas Banneux. Infatti l’esperienza lavorativa e il particolare ruolo ricoperto da questi “osservatori privilegiati”, competenti di riabilitazione e particolarmente sensibili alle tematiche criminologiche e vittimologiche, li pone direttamente in contatto con l’istituto e la procedura della riabilitazione, determinando in loro una profonda padronanza dell’oggetto di ricerca.

Relevância:

80.00% 80.00%

Publicador:

Resumo:

La presente indagine mira ad esaminare, in chiave innovativa, i rapporti tra l’Europa ed un reato prettamente europeo: il negazionismo. Sviluppatosi in maniera assolutamente predominante nel nostro continente, le ragioni della sua diffusione sono molteplici. Al di là della lotta a razzismo ed antisemitismo, il motivo principale va identificato nel ruolo “fondativo” che riveste la memoria dell’Olocausto in Europa, collocata nel cuore dell’universo valoriale su cui si reggono i due principali attori europei, ovverosia l’Unione europea e la Corte europea dei diritti dell’uomo. La ricerca, dunque, ruota attorno a due poli tematici. Da un lato, sono state esaminate le politiche normative dell’Unione europea in materia di razzismo e xenofobia, entro cui spicca la promozione dell’incriminazione del negazionismo “allargato”, cioè esteso alle condotte di negazione non solo dell’Olocausto, ma anche degli altri crimini internazionali. Dall’altro lato, l’analisi della trentennale giurisprudenza della Corte di Strasburgo in materia ha evidenziato come, con riguardo alle manifestazioni negazioniste, sia stato elaborato uno “statuto speciale”, che si risolve nel perentorio diniego di tutela per questa categoria di opinioni, sottratte a monte all’ordinario giudizio di bilanciamento in quanto giudicate incompatibili con i valori sottesi alla CEDU. Lo scopo di questo lavoro riposa nel tentativo di individuare le interazioni tra questi due sistemi istituzionali, per interpretare una tendenza che converge con nettezza verso un incremento della repressione penale della parola. Da questo complesso intreccio di norme e principi, di hard law e soft law, sarà possibile enucleare la natura giuridica ed il contenuto delle richieste di incriminazione rivolte agli Stati membri. Una volta appurato che agli Stati è concesso di restringere il campo di applicazione del reato di negazionismo, adottando degli indici di pericolosità delle condotte, sarà analizzata la tenuta di questi “elementi opzionali del reato” alla luce dei principi penalistici di tassatività, materialità, offensività e laicità.

Relevância:

80.00% 80.00%

Publicador:

Resumo:

La ricerca è dedicata a verificare se e come, a livello dell’Unione europea, la lotta alla criminalità (ed in particolare quella organizzata) venga condotta nel rispetto di diritti e libertà fondamentali, e se la cooperazione tra Stati membri su questo fronte possa giungere a promuovere standard omogenei ed elevati di tutela degli stessi. Gli ambiti di cooperazione interessati sono principalmente quello giudiziario in materia penale e quello di polizia, e la ritrosia degli Stati a cedere all’Unione competenze in materia si è accompagnata ad un ritardo ancora maggiore dell’emersione, nell’ambito degli stessi, della dimensione dei diritti. Ciò ha reso molto difficile lo sviluppo completo ed equilibrato di uno “spazio di libertà, sicurezza e giustizia” (art. 67 TFUE). L’assetto istituzionale introdotto dal Trattato di Lisbona e l’attribuzione di valore giuridico vincolante alla Carta hanno però posto le basi per il superamento della condizione precedente, anche grazie al fatto che, negli ambiti richiamati, la salvaguardia dei diritti è divenuta competenza ed obiettivo esplicito dell’Unione. Centrale è per la ricerca la cooperazione giudiziaria in materia penale, che ha visto la ricca produzione normativa di stampo repressivo recentemente bilanciata da interventi del legislatore europeo a finalità garantista e promozionale. L’analisi degli strumenti nella prospettiva indicata all’inizio dell’esposizione è quindi oggetto della prima parte dell’elaborato. La seconda parte affronta invece la cooperazione di polizia e quello degli interventi volti alla confisca dei beni e ad impedire il riciclaggio, misure – queste ultime - di particolare rilievo soprattutto per il contrasto al crimine organizzato. Sottesi all’azione dell’Unione in queste materie sono, in modo preponderante, due diritti: quello alla salvaguardia dei dati personali e quello al rispetto della proprietà privata. Questi, anche in ragione delle peculiarità che li caratterizzano e della loro natura di diritti non assoluti, sono analizzati con particolare attenzione.

Relevância:

80.00% 80.00%

Publicador:

Resumo:

This research was focused around the intersection of two discourses: that of marginality and that of ideology. Ponomarev analysed works by Alexander Zinoviev, Vladimir Maximov and Eduard Limonov - three writers representing different groups of Soviet dissidence - from the viewpoint of the concept, drawn from anthropological theory, of marginal man. Using a methodology he describes as ideological analysis, Ponomarev showed that the ideologies of both the writers and their characters are marginal, lying as they do between official Soviet and western democratic ideologies. He showed that the works and the 'creative behaviour' of the three writers did not change after 1991, when their ideas seemed victorious. Marginality is shown to be a permanent characteristic and is linked with the main ideas of the dissident movement in the USSR. On the basis of this marginality, Ponomarev identified some common traits in dissident ideas and drew up a model of dissident ideology. This general model of dissident ideology seems to be one of the special Russian variants of the marginal ideologies of intelligentsia and could be compared to the ideology of Rodon Raskolnikov, the central character in Dostoevsky's Crime and Punishment. The discourse of ideology in the USSR in the 1970s-1980s and in 1990s Russia thus appeared as a process in which the elements of the official Soviet ideology were gradually superseded by those of the dissident ideology linked with the ideology of the underground, the Russian version of the post-modern. Marginal ideologies won and became mainstream but did not lose their basic marginal traits. Ponomarev concludes that the gap between the 'state ideology' and the dissident ideology, taken together with the special Russian version of postmodernity has shaped the current literary process in Russia, making the figure of the marginal man into the main writer type.

Relevância:

80.00% 80.00%

Publicador:

Relevância:

80.00% 80.00%

Publicador:

Resumo:

One of the most influential statements in the anomie theory tradition has been Merton’s argument that the volume of instrumental property crime should be higher where there is a greater imbalance between the degree of commitment to monetary success goals and the degree of commitment to legitimate means of pursing such goals. Contemporary anomie theories stimulated by Merton’s perspective, most notably Messner and Rosenfeld’s institutional anomie theory, have expanded the scope conditions by emphasizing lethal criminal violence as an outcome to which anomie theory is highly relevant, and virtually all contemporary empirical studies have focused on applying the perspective to explaining spatial variation in homicide rates. In the present paper, we argue that current explications of Merton’s theory and IAT have not adequately conveyed the relevance of the core features of the anomie perspective to lethal violence. We propose an expanded anomie model in which an unbalanced pecuniary value system – the core causal variable in Merton’s theory and IAT – translates into higher levels of homicide primarily in indirect ways by increasing levels of firearm prevalence, drug market activity, and property crime, and by enhancing the degree to which these factors stimulate lethal outcomes. Using aggregate-level data collected during the mid-to-late 1970s for a sample of relatively large social aggregates within the U.S., we find a significant effect on homicide rates of an interaction term reflecting high levels of commitment to monetary success goals and low levels of commitment to legitimate means. Virtually all of this effect is accounted for by higher levels of property crime and drug market activity that occur in areas with an unbalanced pecuniary value system. Our analysis also reveals that property crime is more apt to lead to homicide under conditions of high levels of structural disadvantage. These and other findings underscore the potential value of elaborating the anomie perspective to explicitly account for lethal violence.