998 resultados para BRASIL - POLITICA ECONOMICA - 2003-2009
Resumo:
La ricerca è stata incentrata su di una fonte di grande importanza per una più puntuale comprensione della vita del regno di Federico II: il Quaternus excadenciarum Capitinate. Essa ha tenuto presenti le altre fonti coeve: Liber Augustalis, Registro della Cancelleria di Federico II degli anni 1239-1240, fonti cronachistiche. Il Quaternus è un inventario di talune particolari categorie di beni demaniali, le excadencie, la cui concessione è scaduta e pertanto ritornano al fisco. Tali beni sono situati in 33 località del Giustizierato di Capitanata. Senza data, è stato redatto tra il 1249 e il 1250 (risultano inseriti i beni confiscati a Pier della Vigna, bollato di tradimento nel febbraio 1249). Obiettivo della ricerca è stato duplice: 1) analizzare e approfondire le questioni di natura giuridico-istituzionale ed economica implicate nel documento e tentare di ricostruire uno spaccato della Capitanata del XIII sec.; 2) offrire una nuova e più corretta edizione del testo. La prima parte dello studio ha inteso inquadrare il documento nel contesto delle esigenze proprie delle monarchie del tempo di tenere sotto controllo i beni immobili di ciascun regno ed analizzare la politica economica fridericiana (capp. I, II). La seconda parte è stata dedicata agli approfondimenti innanzi ricordati. Essa è struttura in sette capitoli (I. Il Quaternus excadenciarum Capitinate; II. Beni e diritti costituenti le excadencie Capitinate; III. Il Quaternus come specchio di una politica dispotica; IV. La gestione delle excadencie; V. Pesi e misure; VI. Monete e valori; VII. Il Quaternus come documento sullo stato della Capitanata nel XIII secolo). In appendice: tabelle che offrono per ciascuna delle 33 località considerate, puntuali indicazioni dei beni e diritti censiti, dei nomi dei titolari delle concessioni (spesso personaggi di rango) e delle relative rendite.
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This thesis is primarily based on three core chapters, focused on the fundamental issues of trade secrets law. The goal of this thesis is to come up with policy recommendations to improve legal structure governing trade secrets. The focal points of this research are the following. What is the optimal scope of trade secrets law? How does it depend on the market characteristics such as degree of product differentiation between competing products? What factors need to be considered to balance the contradicting objectives of promoting innovation and knowledge diffusion? The second strand of this research focuses on the desirability of lost profits or unjust enrichment damage regimes in case of misappropriation of a trade secret. A comparison between these regimes is made and simple policy implications are extracted from the analysis. The last part of this research is an empirical analysis of a possible relationship between trade secrets sharing and misappropriation instances faced by firms.
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Obiettivo del lavoro è quello di legare tra di loro due aspetti che storicamente sono sempre stati scollegati. Il primo è il lungo dibattito sul tema “oltre il PIL”, che prosegue ininterrottamente da circa mezzo secolo. Il secondo riguarda l’utilizzo dei sistemi di misurazione e valutazione della performance nel settore pubblico italiano. Si illustra l’evoluzione del dibattito sul PIL facendo un excursus storico del pensiero critico che si è sviluppato nel corso di circa cinquanta anni analizzando le ragioni assunte dagli studiosi per confutare l’utilizzo del PIL quale misura universale del benessere. Cogliendo questa suggestione l’Istat, in collaborazione con il CNEL, ha avviato un progetto per individuare nuovi indicatori da affiancare al PIL, in grado di misurare il livello non solo della crescita economica, ma anche del benessere sociale e sostenibile, con l’analisi degli indicatori riferiti a 12 domini di benessere individuati. Al progetto Istat-CNEL si è affiancato il progetto UrBES, promosso dall’Istat e dal Coordinamento dei sindaci metropolitani dell’ANCI, che hanno costituito una rete di città metropolitane per sperimentare la misurazione e il confronto sulla base di indicatori di benessere urbano equo e sostenibile, facendo proprio un progetto del Comune di Bologna e di Laboratorio Urbano (Centro di documentazione, ricerca e proposta sulle città), che ha sottoposto a differenti target un questionario on line, i cui risultati, con riferimento alle risposte fornite alle domande aperte, sono stati elaborati attraverso l’utilizzo di Taltac, un software per l’analisi dei testi, al fine di individuare i “profili” dei rispondenti, associando i risultati dell’elaborazione alle variabili strutturali del questionario. Nell’ultima parte i servizi e progetti erogati dal comune di Bologna sono stati associati alle dimensioni UrBES, per valutare l’impatto delle politiche pubbliche sulla qualità della vita e sul benessere dei cittadini, indicando le criticità legate alla mancanza di dati adeguati.
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I cambiamenti e le innovazioni sociali, che hanno caratterizzato il secolo scorso, hanno generato mutamenti significativi nella struttura dei consumi, legati in particolare a una maggiore consapevolezza dei consumatori e allo scoppio della crisi economica. Assume sempre maggiore importanza, all’interno delle politiche di brand management, il ruolo della Responsabilità Sociale d’Impresa, che spinge la Grande Distribuzione Organizzata a proporre prodotti con più alti standard qualitativi e di sicurezza. Il caso analizzato è quello della linea biologica ViviVerde Coop, la cui offerta di prodotti biologici a private label ha avuto un impatto molto positivo sul mercato. L’analisi dell’elasticità della curva di domanda di alcuni di questi prodotti nel periodo gennaio 2010-maggio 2012 rivela diversi valori positivi e maggiori di 1, indice del fatto che il prezzo non abbia avuto effetti negativi sulle vendite dei prodotti considerati. Tale evidenza risulta rilevante proprio in un periodo di profonda crisi economica che ha interessato, in modo significativo, anche i consumi alimentari.
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Il capitale sociale e la qualità istituzionale sono due fenomeni che, da circa venti anni, hanno assunto il ruolo di protagonisti all’interno delle scienze sociali. Anche se per molto tempo sono stati analizzati separatamente, già dalla loro definizione è possibile intuire come essi rappresentino due facce della stessa medaglia. Questo lavoro ha l’obiettivo di comprendere quale è le relazione che lega il capitale sociale e la qualità istituzionale all’interno delle regioni dell’Unione Europea. Nonostante buona parte della letteratura si sia maggiormente dedicata all’analisi dei due fenomeni a livello nazionale, in questo elaborato si ritiene che la dimensione territoriale regionale sia l’unità di misura più idonea per analizzarli entrambi. La prima parte del lavoro analizza il capitale sociale sia da un punto di vista definitorio che da un punto di vista più prettamente empirico, suddividendolo in diversi elementi. Il capitale sociale è un fenomeno estremamente multidimensionale, analizzarne solo una parte condurrebbe ad un’analisi parziale ed approssimativa. All’interno del testo vengono individuate cinque dimensioni, utilizzate successivamente per la creazione di un nuovo indice di capitale sociale regionale. Nella seconda parte si affronta il tema delle istituzioni e della qualità istituzionale. Dopo aver definito le istituzioni, si provvede ad effettuare una rassegna degli indici più comunemente utilizzati per misurarne la qualità, selezionando l’European Quality of Government Index del Quality of Government Institute di Göteborg come il più appropriato, sia per la sua definizione di governance che per l’unità di analisi prescelta. Nella terza parte, infine, in seguito ad un’analisi di quella parte di letteratura che ritiene i due fenomeni indissolubilmente legati ed utilizzando l’indice di capitale sociale regionale sviluppato nel primo capitolo, si propone una risposta, sicuramente parziale e non definitiva, alla domanda che da vent’anni anima questo interessante filone di ricerca: che relazione sussiste tra qualità istituzionale e capitale sociale?
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Il presente lavoro si compone di tre capitoli, tra loro autonomi e allo stesso tempo intrinsecamente collegati. Nel primo capitolo si è voluto offrire una panoramica dello scenario agroalimentare italiano e della sua rilevanza nel sistema economico nazionale. Per fare ciò si è partiti da una disamina del contesto economico mondiale per poi centrare il discorso sull’andamento congiunturale dell’agroalimentare nazionale, analizzato secondo i principali indicatori macroeconomici. Successivamente vengono presentati gli attori del sistema agroalimentare, rilevando per ciascuno di essi le proprie specificità e tendenze. L’ultima parte del primo capitolo è un focus specifico sul ruolo giocato dall’agroalimentare italiano nel commercio e nei mercati internazionali. Nel secondo capitolo si è approntata una mappatura territoriale e per comparti delle principali specializzazioni commerciali del settore agroalimentare delle regioni italiane. Tramite l'utilizzo di appositi indici di specializzazione si è analizzata la realtà agroalimentare delle regioni italiane, mettendone in evidenza la struttura competitiva e approssimandola tramite l’analisi dei vantaggi comparati di cui gode. Infine, nel terzo capitolo, si è ampliato il campo d'analisi tentando di misurare il livello di internazionalizzazione delle regioni italiane, non solo in ambito agroalimentare, ma considerando l'intero sistema territoriale regionale. Si è tentato di fare ciò tramite tre strumenti: l’analisi delle componenti principali (PCA o ACP), il Mazziotta-Pareto Index e il Wroclaw taxonomic method. I risultati ottenuti tramite le tre modalità di elaborazione hanno permesso di approfondire la conoscenza del livello di internazionalizzazione registrato dalle regioni italiane, mettendo in luce ulteriori filoni di ricerca della tematica osservata.
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INTRODUCTION In iliosacral screw fixation, the dimensions of solely intraosseous (secure) pathways, perpendicular to the ilio-sacral articulation (optimal) with corresponding entry (EP) and aiming points (AP) on lateral fluoroscopic projections, and the factors (demographic, anatomic) influencing these have not yet been described. METHODS In 100 CTs of normal pelvises, the height and width of the secure and optimal pathways were measured on axial and coronal views bilaterally (total measurements: n=200). Corresponding EP and AP were defined as either the location of the screw head or tip at the crossing of lateral innominate bones' cortices (EP) and sacral midlines (AP) within the centre of the pathway, respectively. EP and AP were transferred to the sagittal pelvic view using a coordinate system with the zero-point in the centre of the posterior cortex of the S1 vertebral body (x-axis parallel to upper S1 endplate). Distances are expressed in relation to the anteroposterior distance of the S1 upper endplate (in %). The influence of demographic (age, gender, side) and/or anatomic (PIA=pelvic incidence angle; TCA=transversal curvature angle, PID-Index=pelvic incidence distance-index; USW=unilateral sacral width-index) parameters on pathway dimensions and positions of EP and AP were assessed (multivariate analysis). RESULTS The width, height or both factors of the pathways were at least 7mm or more in 32% and 53% or 20%, respectively. The EP was on average 14±24% behind the centre of the posterior S1 cortex and 41±14% below it. The AP was on average 53±7% in the front of the centre of the posterior S1 cortex and 11±7% above it. PIA influenced the width, TCA, PID-Index the height of the pathways. PIA, PID-Index, and USW-Index significantly influenced EP and AP. Age, gender, and TCA significantly influenced EP. CONCLUSION Secure and optimal placement of screws of at least 7mm in diameter will be unfeasible in the majority of patients. Thoughtful preoperative planning of screw placement on CT scans is advisable to identify secure pathways with an optimal direction. For this purpose, the presented methodology of determining and transferring EPs and APs of corresponding pathways to the sagittal pelvic view using a coordinate system may be useful.
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Exposure to air pollutants in urban locales has been associated with increased risk for chronic diseases including cardiovascular disease (CVD) and pulmonary diseases in epidemiological studies. The exact mechanism explaining how air pollution affects chronic disease is still unknown. However, oxidative stress and inflammatory pathways have been posited as likely mechanisms. ^ Data from the Multi-Ethnic Study of Atherosclerosis (MESA) and the Mexican-American Cohort Study (2003-2009) were used to examine the following aims, respectively: 1) to evaluate the association between long-term exposure to ambient particulate matter (PM) (PM10 and PM2.5) and nitrogen oxides (NO x) and telomere length (TL) among approximately 1,000 participants within MESA; and 2) to evaluate the association between traffic-related air pollution with self-reported asthma, diabetes, and hypertension among Mexican-Americans in Houston, Texas. ^ Our results from MESA were inconsistent regarding associations between long-term exposure to air pollution and shorter telomere length based on whether the participants came from New York (NY) or Los Angeles (LA). Although not statistically significant, we observed a negative association between long-term air pollution exposure and mean telomere length for NY participants, which was consistent with our hypothesis. Positive (statistically insignificant) associations were observed for LA participants. It is possible that our findings were more influenced by both outcome and exposure misclassification than by the absence of a relationship between pollution and TL. Future studies are needed that include longitudinal measures of telomere length as well as focus on effects of specific constituents of PM and other pollutant exposures on changes in telomere length over time. ^ This research provides support that Mexican-American adults who live near a major roadway or in close proximity to a dense street network have a higher prevalence of asthma. There was a non-significant trend towards an increased prevalence of adult asthma with increasing residential traffic exposure especially for residents who lived three or more years at their baseline address. Even though the prevalence of asthma is low in the Mexican-origin population, it is the fastest growing minority group in the U.S. and we would expect a growing number of Mexican-Americans who suffer from asthma in the future. Future studies are needed to better characterize risks for asthma associated with air pollution in this population.^
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El oasis bajo riego del río Mendoza, en la provincia argentina del mismo nombre -al igual que casi todas las ciudades en la actualidadpresenta problemas de avance de la urbanización sobre las tierras agrícolas, multiplicidad de usuarios y disminución de la disponibilidad del recurso hídrico, tanto en cantidad como en calidad. Si bien se destinan esfuerzos e inversiones tendientes a asegurar la disponibilidad de agua (mejora de eficiencias, ahorro de agua) no pasa lo mismo en relación con la preservación de su calidad. La agricultura mendocina resulta víctima de la contaminación producida por la urbanización y la industria a través del vuelco (puntual y/o difuso) de sus efluentes a la red de riego. Estudios realizados en el Oasis Norte de Mendoza pusieron de manifiesto la existencia de altos niveles de contaminación fosfatada en las aguas del río Mendoza. El presente trabajo tuvo como objetivo evaluar la evolución espacio-temporal y detectar las fuentes de esta contaminación. Los resultados del diagnóstico basado en una serie de muestreos realizados en 2003 - 2009 ponen de relieve la existencia de una moderada contaminación por fosfatos en las aguas del río Mendoza que riegan el Oasis Norte provincial. Asimismo, se detectaron niveles considerablemente altos de fosfatos en tres sitios específicos del oasis: 1. la superficie regadía servida por los canales Cacique Guaymallén y Jocolí -se observa un incremento de seis veces el contenido de fosfatos del agua: de 0,2 mg L-1 (R I) a 1,2 mg L-1 (C II)-; en este último sitio sólo se riega un pequeño sector que se aproxima a las 7.300 ha; 2. la superficie regada por el Colector Pescara aguas abajo del punto D VIII (1.250 ha), en la que los valores medios arrojaron un contenido diecisiete veces mayor (8,5 mg L-1 ) que los del sitio D I (0,49 mg L-1 ) que recibe desagües agrícolas y urbano pluviales; 3. la zona del Bajo río Mendoza (en esta zona se registró un aumento de dieciséis veces más fosfatos entre la parte media y la cola del sistema, con valores medios de 0,2 mg L-1 en el sitio R II y de 3,25 mg L-1 en R III).
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En el período 2003-2009 parecieran reducirse en Argentina los niveles de desigualdad de ingresos respecto de la década de 1990. En ocasiones, dicha dinámica distributiva suele relacionarse a ciertas políticas públicas aplicadas por el Estado. Sin embargo, creemos que, generalmente, estos análisis no contemplan el impacto diferenciado de las políticas de ingresos -tales como el Salario Mínimo vital y Móvil, la Asignación Universal por Hijo, el Plan Jefes, el Plan Familias, entre otras- sobre los trabajadores que pertenecen a diferentes estratos al interior de los sectores populares. En el presente trabajo, intentamos realizar una estratificación social por clases sociales, similar a la propuesta por Torrado (1994), para evaluar dos cuestiones clave en relación a las políticas de ingresos aplicadas en la última década. Primero, pretendemos medir el impacto diferencial de las políticas mencionadas sobre los diferentes estratos al interior de los sectores populares. En segundo lugar, la estratificación mencionada nos permite indagar sobre el origen de estas políticas públicas y en qué medida las mismas son el resultado de las estrategias de lucha de los diferentes estratos que conforman las clases populares. La fuente de información prioritaria para realizar el estudio será la Encuesta Permanente de Hogares diseñada por el INDEC
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El género ha sido uno de los factores centrales en la construcción de desigualdades. Se han estructurado distinciones sociales y culturales entre los hombres y las mujeres para convertir diferencias biológicas del sexo en jerarquías de poder, de estatus y de ingresos. La presente ponencia es parte de los resultados del grupo de investigación de UBACyT E-005, que ha estudiado el correlato existente entre políticas públicas destinadas a las mujeres desocupadas, jefas de hogar y pobres y el objetivo explícito de reducción de las desigualdades. El estudio describe el período temporal 2003-2009, período donde se establecieron programas de estas características por parte del Ministerio de Trabajo y el Ministerio de Desarrollo Social, que se fortalecieron y aceleraron a partir de la crisis; tales son los casos del Sistemas de Protección al Desempleo (contributivos y no contributivos), la protección social al empleo (acciones de capacitación y recalificación, terminalidad educativa e incentivos a la generación de empleo), preservación y formalización laboral, institucionalización de servicios públicos de empleo, promoción y desarrollo de economías solidarias, asignación universal por hijo, y el impacto del sistema integrado previsional argentino (SIPA)
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En el período 2003-2009 parecieran reducirse en Argentina los niveles de desigualdad de ingresos respecto de la década de 1990. En ocasiones, dicha dinámica distributiva suele relacionarse a ciertas políticas públicas aplicadas por el Estado. Sin embargo, creemos que, generalmente, estos análisis no contemplan el impacto diferenciado de las políticas de ingresos -tales como el Salario Mínimo vital y Móvil, la Asignación Universal por Hijo, el Plan Jefes, el Plan Familias, entre otras- sobre los trabajadores que pertenecen a diferentes estratos al interior de los sectores populares. En el presente trabajo, intentamos realizar una estratificación social por clases sociales, similar a la propuesta por Torrado (1994), para evaluar dos cuestiones clave en relación a las políticas de ingresos aplicadas en la última década. Primero, pretendemos medir el impacto diferencial de las políticas mencionadas sobre los diferentes estratos al interior de los sectores populares. En segundo lugar, la estratificación mencionada nos permite indagar sobre el origen de estas políticas públicas y en qué medida las mismas son el resultado de las estrategias de lucha de los diferentes estratos que conforman las clases populares. La fuente de información prioritaria para realizar el estudio será la Encuesta Permanente de Hogares diseñada por el INDEC
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El género ha sido uno de los factores centrales en la construcción de desigualdades. Se han estructurado distinciones sociales y culturales entre los hombres y las mujeres para convertir diferencias biológicas del sexo en jerarquías de poder, de estatus y de ingresos. La presente ponencia es parte de los resultados del grupo de investigación de UBACyT E-005, que ha estudiado el correlato existente entre políticas públicas destinadas a las mujeres desocupadas, jefas de hogar y pobres y el objetivo explícito de reducción de las desigualdades. El estudio describe el período temporal 2003-2009, período donde se establecieron programas de estas características por parte del Ministerio de Trabajo y el Ministerio de Desarrollo Social, que se fortalecieron y aceleraron a partir de la crisis; tales son los casos del Sistemas de Protección al Desempleo (contributivos y no contributivos), la protección social al empleo (acciones de capacitación y recalificación, terminalidad educativa e incentivos a la generación de empleo), preservación y formalización laboral, institucionalización de servicios públicos de empleo, promoción y desarrollo de economías solidarias, asignación universal por hijo, y el impacto del sistema integrado previsional argentino (SIPA)
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The Volga River discharge consists of the waters transferred by fast currents through channels and the waters which are passing through the shallow areas of the delta overgrown by cane. Using the hydrochemical data, it is possible to track distribution of the waters modified by 'biofilters' of macrophytes in the delta shallows starting from the external edge of the delta. The main distinctive features of these waters are the high content of dissolved oxygen, the abnormally high values of the pH, and the low content of dissolved inorganic carbon (both total and as CO2). These waters extend in the shape of 1 to 3-km-wide strips at a distance of 20-40 km from the outer border of the delta. The analysis of the data obtained during the expeditions run by the Institute of Oceanology of the Russian Academy of Sciences in 2003-2009, along with archived and published data, show that such 'modified' waters occur almost constantly along the outer edge of the Volga River delta.
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In this study, ICESat altimetry data are used to provide precise lake elevations of the Tibetan Plateau (TP) during the period of 2003-2009. Among the 261 lakes examined ICESat data are available on 111 lakes: 74 lakes with ICESat footprints for 4-7 years and 37 lakes with footprints for 1 -3 years. This is the first time that precise lake elevation data are provided for the 111 lakes. Those ICESat elevation data can be used as baselines for future changes in lake levels as well as for changes during the 2003-2009 period. It is found that in the 74 lakes (56 salt lakes) examined, 62 (i.e. 84%) of all lakes and 50 (i.e. 89%) of the salt lakes show tendency of lake level increase. The mean lake water level increase rate is 0.23 m/year for the 56 salt lakes and 0.27 m/year for the 50 salt lakes of water level increase. The largest lake level increase rate (0.80 m/year) found in this study is the lake Cedo Caka. The 74 lakes are grouped into four subareas based on geographical locations and change tendencies in lake levels. Three of the four subareas show increased lake levels. The mean lake level change rates for subareas I, II, III, IV, and the entire TP are 0.12, 0.26, 0.19, -0.11, and 0.2 m/year, respectively. These recent increases in lake level, particularly for a high percentage of salt lakes, supports accelerated glacier melting due to global warming as the most likely cause.