974 resultados para Colonia


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Aunque los conjuntos de vivienda social carecen en Europa de un nivel de protección patrimonial comparable a otras áreas urbanas, las negociaciones que surgen a raíz del anuncio de su remodelación o rehabilitación resultan inexplicables si no se supone su aceptación como patrimonio por parte de algunos de los actores implicados. Nos encontraríamos entonces no con un repertorio patrimonial consolidado, sino ante un proceso de patrimonialización, entendido no sólo como el paso de la categoría de no-patrimonio a la de patrimonio mediante la protección jurídica o urbanística, sino también como la construcción del consenso social suficiente en torno la posesión de ciertos valores preexistentes, así como la producción y reproducción social e histórica de estos valores. Ante el incipiente proceso de patrimonialización de determinados Barrios de Promoción Oficial madrileños, la tesis aborda dos cuestiones fundamentales, los mecanismos que conducen a su construcción social e histórica como nuevos elementos patrimoniales, y la evolución y estado actual del conjunto de elementos eventualmente patrimonializables, los Barrios de Promoción Oficial madrileños. De esta forma, propone un modelo teórico del proceso de patrimonialización de los conjuntos de vivienda social, basado en la identificación de discursos, valores, sujetos y etapas, así como de su relación con las características físicas y sociales originales de los barrios y su evolución hasta la actualidad. Para ello, se reconstruye la evolución física, social y de la protección patrimonial de los Barrios de Promoción Oficial madrileños, y se analizan tres procesos concretos de patrimonialización, la participación de la Colonia del Tercio y Terol en la defensa ciudadana de las Colonias Históricas madrileñas (1973-1979), la incorporación de criterios patrimoniales en la rehabilitación integral del Poblado Dirigido de Caño Roto (1991-2004), y la protección patrimonial como obstáculo para la remodelación de la U.V.A. de Hortaleza (2004-2015). ABSTRACT Comparatively speaking, few social housing estates are legally protected as cultural heritage in Europe. However, when a physical intervention is announced, the ensuing negotiation often defies explanation unless one assumes that the estate is regarded as cultural heritage by some of the players involved. Therefore, one should not so much talk of social housing as heritage, but of the process of patrimonialisation, which refers not only to the change of these estates from the status of non-heritage to that of cultural heritage through their legal recognition, but also to the process that leads to the acknowledgment of certain values in these estates, and even the social and cultural shaping of these values. This thesis tackles two main issues: the mechanisms that lead to the social and historical construction of new heritage elements or repertoires, and the evolution and current status of the Barrios de Promoción Oficial in Madrid. It proposes a theoretical model of the process of patrimonialisation of social housing estates, based on the identification of discourses, values, subjects and phases, as well as its relationship with the original physical and social features of these estates and their further evolution up to the present. In order to do so, the changes in the physical and social features of the Barrios de Promoción Oficial and in their heritage protection are reconstructed, and three particular processes are analysed. These are the role of Colonia del Tercio y Terol in the citizens’ movement for the preservation of the Colonias Históricas in Madrid (1973-1979), the incorporation of conservation criteria in the refurbishment of Poblado Dirigido de Caño Roto (1991-2004), and heritage as an obstacle to urban renewal in U.V.A. de Hortaleza (2004-2015).

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Le formiche svolgono un importante ruolo all’interno degli ecosistemi ed alcune specie sono considerate keystone in quanto in grado di modificare la componente biotica e/o abiotica dell’ecosistema stesso. Sono animali ubiquitari che hanno colonizzato molteplici ambienti, compresi gli agroecosistemi. Negli agroecosistemi spesso svolgono un ruolo impattante determinando la diffusione o il regresso di specie di artropodi, alcune delle quali dannose alle colture. La presente ricerca tiene conto di un’ampia visione dei rapporti ecoetologici intercorrenti tra le formiche e la componente biotica di un ecosistema, utilizzando il concetto di rete multitrofica. In quest’ottica, si è pensato di costruire un sistema multitrofico costituito da una specie vegetale di interesse agrario (Cucumis sativus), dai suoi fitofagi naturali, divisi in fitomizi (afidi) (Aphis gossypii e Myzus persicae) e fitofagi masticatori (bruchi del lepidottero Mamestra brassicae), formiche (Formica pratensis) e predatori afidofagi (Aphidolets aphidimyza). Il sistema multitrofico è stato utilizzato sia per studiare l’aggressività delle formiche, sia per verificare l’esistenza di una comunicazione interspecifica tra le formiche e le piante (allelochimici). Gli studi sull’aggressività sono consistiti nel: • Verificare il livello di aggressività delle formiche nei confronti di un fitofago masticatore, competitore degli afidi nello sfruttare la pianta ospite. • Verificare se la presenza di afidi mutualisti fa variare il livello di aggressività delle formiche verso il competitore. • Verificare se esiste aggressività verso un predatore di afidi, i quali, secondo il paradigma della trofobiosi, dovrebbero essere difesi dalle formiche in cambio della melata. • Verificare se il predatore ha evoluto strategie volte ad eludere il controllo delle formiche sugli insetti che si approcciano alla colonia di afidi. Gli studi sui rapporti piante-formiche sono stati effettuati mediante olfattometro, osservando la risposta delle formiche alle sostanze volatili provenienti da piante infestate in modo differente con i fitofagi del sistema. Attraverso il trappolaggio e l’analisi gas-cromatografica delle sostanze prodotte dalle piante oggetto di studio abbiamo quindi individuato tipo e quantità di ogni composto volatile. Oltre alle piante di cetriolo, per questi esperimenti sono state utilizzate anche piante di patata (Solanum tuberosum). Dagli esperimenti sull’aggressività è risultato che le formiche manifestano un elevato potenziale predatorio, eradicando completamente la presenza dei bruchi sulle piante. Questo livello di aggressività tuttavia non cresce con la presenza degli afidi mutualisti che dovrebbero essere difesi dai competitori. Le formiche inoltre non sono in grado di sopprimere i predatori afidofagi che ipotizziamo riescano ad effettuare un camuffamento chimico, assumendo gli odori degli afidi dei quali si nutrono. I risultati degli esperimenti in olfattometro mostrano una chiara risposta positiva delle formiche verso gli odori di alcune delle piante infestate. Vi sono delle differenze nella risposta in funzione della specie di fitofago presente e della specie di pianta utilizzata. Nei trattamenti in cui erano presenti le piante di C. sativus, gli esperimenti in olfattometro hanno mostrato che le formiche rispondono in modo significativo agli odori emessi dalle piante in cui vi era la presenza del fitofago masticatore M. brassicae, solo o in associazione con A. gossypii. La presenza dei soli afidi, sia mutualisti (A. gossypii) sia non mutualisti (M. persicae), non ha invece indotto una risposta significativa nelle formiche rispetto agli odori delle piante non infestate. Nei trattamenti in cui erano presenti le piante di S. tuberosum la scelta delle formiche è stata significativa verso gli odori emessi dalle piante infestate con ciascuna delle singole specie di erbivori rispetto alle piante non infestate. Gli esperimenti sull’analisi delle sostanze volatili emesse dalle piante hanno confermato che gli organismi vegetali sono una vera centrale di produzione biochimica, infatti ben 91 composti volatili diversi sono stati individuati dall’analisi gas-cromatografica delle piante di cetriolo e 85 in quelle di patata. Dalle elaborazioni effettuate, rispettivamente 27 e 4 di essi sono prodotti esclusivamente dalle piante attaccate dai fitofagi. In generale, il cambiamento più consistente è dato dalla quantità di alcune sostanze volatili emesse dalle piante infestate rispetto a quelle integre che determina un cambiamento nei rapporti tra le sostanze che compongono i volatiles. E’ probabile che l’effetto attrattivo esercitato sulle formiche sia dato da un Blend di sostanze più che dai singoli composti presenti

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Los dramáticos cambios y avances tecnológicos, científicos y en las comunicaciones de los pasados 50 años han enfrentado a Puerto Rico con escenarios marcadamente complejos. A pesar de que la globalización tiende a ser considerada como un conjunto de variables económicas, este concepto trasciende esos límites y abarca otros aspectos fundamentales de la sociedad, tales como la política, la ideología, la comunicación, el medioambiente y la cultura, cuyos efectos han sido, y previsiblemente serán, críticos en muchos ámbitos en Puerto Rico. Por otro lado, desde su colonización en 1507 hasta el presente, Puerto Rico ha mantenido un estatus político de territorio o colonia bajo España o Estados Unidos de América y no han existido acuerdos para su autodeterminación como nación soberana o para su completa anexión a los Estados Unidos. El propósito principal de esta investigación es indagar en este marco general y analizar cuáles han sido los efectos de la globalización sobre el sector económicoindustrial y laboral de Puerto Rico, haciendo un recorrido por la macroeconomía, la cultura, la sociedad y la situación política. Ello nos ha llevado a documentar cómo la situación política afecta al desarrollo del sector industrial y, en consecuencia, al progreso de la Isla. El trabajo concluye evidenciando la relación que se establece entre los factores económicos, sociales y políticos y mostrando la necesidad de resolver la encrucijada del estatus colonial de Puerto Rico, lo cual implica la puesta en marcha de un proceso de reflexión colectiva, al que este trabajo pretende contribuir, que en última instancia culmine con la puesta en práctica de reformas en lo social, político y económico...

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Presentación realizada para VIII Trobades del Seminari d’Estudis sobre la Ciència: L’oci, el turisme, i la salut en als municipis valencians, San Vicente del Raspeig, 26-27 mayo 2011.

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En el presente artículo se estudian las relaciones existentes en materia de hospitales entre la disciplina de la arquitectura y la ciencia de la medicina en el periodo de las eras Moderna y Contemporánea (1450-1950), es decir: las influencias entre ambas a través de sus respectivos avances y descubrimientos; particularizado para Occidente y para las tierras valencianas. El recorrido jalona los tipos arquitectónicos hospitalarios cruciforme, radial, pabellonario y colonia, y los coloca en correspondencia paralela a las teorías médicas hipocrática y galénica, la miasmática, la taxonomía y la nosología, para finalizar con las teorías del higienismo (sanitary movement) y la teoría microbiana de las enfermedades con los cambios que esta última introduce, junto a otros de índole técnica. Esto supone un cierto distanciamiento entre arquitectura y medicina a partir del siglo XX. Con la revolución industrial el tiempo era dinero; con la revolución sanitaria el tiempo sería vida. A ello se añaden las relaciones entre las curas por hidroterapia, talasoterapia y climatoterapia con los balnearios termales y los marinos. Se asiste a la doble evolución: del enfrentamiento a la enfermedad como un acto de cura de agudos y la arquitectura vinculada entendida como una máquina para curar (los hospitales), al planteamiento de la salud como un acto de tratamiento de crónicos y prevención, entendiendo la arquitectura vinculada como residencias o lugares de residencia y/o ocio (los balnearios). Las obras y proyectos arquitectónicos más sobresalientes que ilustran el discurso son: el antiguo hospital general de Valencia (s. XVI), el hospital civil de Oliver en Alcoy (s. XIX), el antiguo hospital provincial de Alicante (s. XX), el balneario de Busot (ss. XIX-XX), el sanitarium de Babel (s. XIX) y el conjunto de balnearios marítimos que existían por toda la costa valenciana (desde Torrevieja hasta Benicásim) y que han desaparecido en su totalidad tras la II guerra mundial. Se efectúa un recorrido histórico por los tipos de hospitales, que se plantean como arquitecturas para curar las enfermedades, hasta la aparición de los balnearios, planteados como arquitecturas para prevenirlas.

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Una de las necesidades de las escuelas de nivel medio es la de tender lazos con otros niveles de la educación, es por ello que surge la necesidad de programar espacios en los cuales se puedan intercambiar conocimientos científicos-tecnológicos entre el equipo de docentes investigadores de la FCA y los docentes y alumnos de las Escuelas de Nivel Medio de la Provincia de Cordordoba con orientacion en Ciencias Agropecuarias, Ciencias Naturales, Esecializacion en Alimentos y afines. Es por ello, que se abordararán en este Proyecto de Tranferencias, herramientas y modelos conceptuales acerca de la incorporación de Nuevas tecnologías educativas al aulas, así como la actualización disciplinar de los docentes en temáticas relacionadas a la Biología Celular. Las escuelas receptoras han estado en contacto permanente con el Equipo de trabajo de la Catedra de Biologia Celular de la FCA UNC, a partir del Programa Visitas a Centros de Investigación, por el cual estan en conocimiento de las actividades docentes y de investigación educativa que realiza ese equipo de trabajo.Es por ello que estarían dispuestos a implementar las aplicaciones hipermedia, desarrolladas por este equipo de trabajo, para la enseñanza y aprendizaje de los temas “Fotosíntesis" y "Ciclo celular y Biotecnología"en los cursos que se dicten esas temáticas. En una primera etapa se propone trabajar con las siguientes Instituciones Educativas: Escuelas Pías, Instituto San Jose y la Asociacion Educativa Pio Leon (Colonia Caroya, Cordoba) .

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This layer is a georeferenced raster image of the historic paper map entitled: Plano de la Ciudad de México. It was published by American Book and Printing C[o]. in 1913. Scale [ca. 1:21,000]. Covers a portion of Mexico City, Mexico. Map in Spanish.The image inside the map neatline is georeferenced to the surface of the earth and fit to the Universal Transverse Mercator (UTM Zone 14N, meters, WGS 1984) projected coordinate system. All map collar and inset information is also available as part of the raster image, including any inset maps, profiles, statistical tables, directories, text, illustrations, index maps, legends, or other information associated with the principal map. This map is an outline map showing features such as roads, parks, built-up areas with selected public buildings, city district boundaries, and more. Relief shown by hachures. Includes also inset map "Colonia Romero Rubio."This layer is part of a selection of digitally scanned and georeferenced historic maps from the Harvard Map Collection. These maps typically portray both natural and manmade features. The selection represents a range of originators, ground condition dates, scales, and map purposes.

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This layer is a georeferenced raster image of the historic paper map entitled: Colonia Agrippina antiquissima, maxima ac celeberrima libera imperii civitas et emporium florentissimum autore Matth�o Seutter Sac. C�s. et Reg. Cathol May Geogr. August = C�lln am Rhein eine uhralte sehr grose Hochber�hmte freye Reichs-und florisante Handel-Statt versertigt und heraus gegeben von Matth�us Seutter, Kaysrl. Georg: in Augspurg. It was published by Matt�o Seutter in 1740. Scale [ca. 1:8,200]. Covers Cologne, Germany. Map in Latin and German.The image inside the map neatline is georeferenced to the surface of the earth and fit to the Deutsches Hauptdreiecksnetz (DHDN) 3-degree Gauss-Kruger Zone 2 coordinate system. All map collar and inset information is also available as part of the raster image, including any inset maps, profiles, statistical tables, directories, text, illustrations, index maps, legends, or other information associated with the principal map.This map shows features such as roads, drainage, built-up areas and selected buildings, fortification, ground cover, and more. Relief shown pictorially. Includes index, text and view below map: Agrippina C�lln am Rhein. This layer is part of a selection of digitally scanned and georeferenced historic maps from The Harvard Map Collection as part of the Imaging the Urban Environment project. Maps selected for this project represent major urban areas and cities of the world, at various time periods. These maps typically portray both natural and manmade features at a large scale. The selection represents a range of regions, originators, ground condition dates, scales, and purposes.

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This layer is a georeferenced raster image of the historic paper map entitled: Carta della colonia Eritrea coll'Abissinia : e regioni limitrofe tra il Nilo, Suakin e il Golfo d'Aden, costrutta e designata da Guido Cora ; lit[ografia] Salussolia. It was published by Fratelli Bocca in 1895. Scale 1:4,000,000. Covers Djibouti, Eritrea, and portions of Sudan, Ethiopia, Somalia, Yemen, and Saudi Arabia. Map in Italian.The image inside the map neatline is georeferenced to the surface of the earth and fit to the World Miller Cylindrical projected coordinate system. All map collar and inset information is also available as part of the raster image, including any inset maps, profiles, statistical tables, directories, text, illustrations, index maps, legends, or other information associated with the principal map. This map shows features such as drainage, roads, railroads, cities and other human settlements, territorial boundaries, shoreline features, and more. Relief shown by hachures and spot heights. Includes also inset: "Parte dell'Italia centrale alla medesima scala."This layer is part of a selection of digitally scanned and georeferenced historic maps from the Harvard Map Collection. These maps typically portray both natural and manmade features. The selection represents a range of originators, ground condition dates, scales, and map purposes.

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A presente dissertação de Mestrado em Estudos Regionais e Locais aborda o papel do Centro de Informação Popular de Machico (CIPM), entre 25 de Abril de 1974 e 25 de Novembro de 1975. Este agrupamento, surgido logo após o 25 de Abril, constituiu uma associação revolucionária, contribuindo para a transformação sócio-económica e político-cultural de Machico, através da difusão dos ideais da Revolução do 25 de Abril e da dinamização da comunidade local e regional, à luz desses novos valores. O CIPM foi um promotor e organizador de várias intervenções, nomeadamente, na alteração da gestão municipal, na extinção da colonia, na melhoria das condições de vida de diversos sectores profissionais, como as bordadeiras, os trabalhadores das conservas, os baleeiros, os operários da construção civil e os trabalhadores da hotelaria, bem como desenvolveu um conjunto de actividades educativas e culturais. Esta investigação permitiu concluir que o CIPM foi um agente decisivo para a expansão dos ideais da Revolução dos Cravos, em Machico e na Madeira, apoiando a materialização de um grande número de mudanças e impulsionando a instauração da prática democrática, quer a nível local, quer a nível regional.

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Sign.: A-B4

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Lamennais.--Lacordaire.--Montalembert.--César Cantú, una lección en la clase de historia.--Un escritor colombiano del tiempo de la colonia.