999 resultados para Traduzione Museo di storia naturale
Resumo:
Il testo ripercorre le origini del romanzo poliziesco, la sua struttura, le tecniche narrative utilizzate e levoluzione del genere che ha condotto alla nascita del Noir francese e del Noir Mediterraneo. Arrivando ad osservare che per le sue caratteristiche, la letteratura noir in generale presenta specificit di tipo culturale, ambientale e linguistico, che risultano molto evidenti nellopera di Izzo, si giunge a considerare come sia necessario per il traduttore porsi rispetto allopera come un antropologo o un etnologo, di farsi cio interprete di una cultura. Nella terza parte del lavoro vengono presentati la Trilogia di Izzo, la struttura narrativa e gli elementi socio-culturali presenti nellopera. La quarta parte propone le teorie relative sia al problema della traduzione interlinguistica, sia a quello della traduzione intralinguistica e successivamente dopo una analisi della traduzione italiana dei testi, presenta, in appendice, una possibile traduzione del prologo di Total Khops, inteso come sintesi delle caratteristiche narrative e culturali dellautore. La parte conclusiva di questo lavoro riguarda la traduzione intercodica e, seguendo la linea di pensiero che ha governato lanalisi della Trilogia vengono presi in esame e messi a confronto col testo narrativo alcuni dialoghi significativi delladattamento per la televisione.
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La tesi si pone come finalit quella di analizzare un comprensorio territoriale dal punto di vista insediativo, cercando di coglierne le peculiarit e i mutamenti nel lungo periodo attraverso un uso incrociato di fonti scritte e archeologiche. La ricerca ha preso avvio dallanalisi del Saltopiano, uno dei distretti di ambito rurale che si ritrova nelle fonti tra IX-XII secolo, in passato gi affrontato dalla storiografia specialmente in relazione allorganizzazione istituzionale delle aree rurali tra Longobardia e Romania durante i secoli altomedievali. Attraverso lesame delle fonti scritte edite si cercato di ricostruire il quadro dellorganizzazione territoriale, partendo dalla disamina dei centri di potere laici ed ecclesiastici che a questa area avevano rivolto il proprio interesse patrimoniale e politico, ma proponendo in modo analitico i dati che forniscono indicazioni dirette in relazione allorganizzazione insediativa e quindi alla gestione del territorio dal punto di vista socioeconomico. E stato posto in risalto il carattere di un insediamento rurale a maglie larghe, secondo la scansione in fundi e la presenza di poli di accentramento importanti come pievi, castra, vici e con una compresenza, per quanto ristretta a pochi esempi significativi, di altre forme di organizzazione come la curtis e la massa. Con la prosecuzione dello studio del territorio in senso diacronico, prima la scomparsa del riferimento al Saltopiano, poi la progressiva conquista del contado da parte del Comune di Bologna ha determinato un vero e proprio mutamento nellapproccio di analisi. E stato dato spazio allanalisi di fondi inediti (conservati principalmente allArchivio di Stato di Bologna) e specificamente legati alla realt territoriale studiata. In primo luogo, sono stati esaminati gli estimi del contado (Galliera e Massumatico), una fonte gi frequentata in passato da altri studiosi, soprattutto con un interesse dal punto di vista demografico e economico. Nel caso specifico, sono stati estrapolati dalle prime rilevazioni fiscali del 1235 e del 1245 e poi da quelle di primo Trecento i dati che restituiscono lorganizzazione del territorio in modo concreto. Partendo dalle riflessioni di studi svolti in passato, che avevano considerato il fondamentale inserimento di importanti famiglie cittadine nella gestione sempre pi ampia dei beni agricoli nel contado stata avviata lanalisi di un altro fondo inedito, quello dei registri del Vicariato di Galliera (in particolare quelli concernenti la denuncia dei danni dati sulle propriet agricole), da cui emerge in modo evidente la presenza di famiglie come i Guastavillani, i Caccianemici, i Lambertini. Tali dati, in associazione a quelli tratti dagli estimi, hanno fornito elementi essenziali per la comprensione del territorio rurale nel suo complesso e nei rapporti di interdipendenza tra le diverse componenti sociali. Una terza parte della tesi dedicata nella sua totalit allanalisi delle fonti materiali che forniscono dati per lo studio dellinsediamento medievale nel territorio compreso tra gli attuali comuni di S. Pietro in Casale e Galliera. Partendo da alcune ricerche preliminari compiute negli anni 90 del secolo scorso, stato impostato un progetto di ricerca archeologica articolatosi in due campagne di ricognizione di superficie e in una prima campagna di scavo tramite sondaggio presso la torre di Galliera, al fine di ricavare dati di prima mano in unarea pressoch inesplorata dal punto di vista archeologico. Nonostante i limiti riscontrati dal punto di vista pratico, a causa del terreno fortemente alluvionato, si sono raccolti dati specifici che aiutano a inquadrare questo comprensorio e a confrontarlo con altre aree della regione e in particolare del comitato bolognese studiate in ricerche analoghe, mettendone in evidenza le specificit e le caratterizzazioni. Inoltre, alcune importanti persistenze materiali (un sistema di torri di cui rimangono alcuni esempi ancora conservati in alzato) hanno permesso di gettare luce sul valore commerciale e quindi strategico dellarea, soprattutto in funzione del passaggio delle merci lungo una via fluviale fondamentale tra XIII-XIV secolo nel collegare Ferrara a Bologna.
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Il progetto di riqualificazione della Caserma Sani si ispira allinteresse nei confronti delle tematiche del recupero edilizio e urbano. Esso nasce dallintenzione di reintegrare unarea urbana in via di dismissione nel suo contesto attraverso linserimento di nuove funzioni che rispondano alle esigenze di questa parte di citt e nel contempo riqualificare i fabbricati esistenti attraverso un progetto di recupero e completamento che favorisca il dialogo del complesso esistente con il sistema urbano circostante. La volont di riuso della maggioranza degli edifici facenti parte del vecchio impianto si basa su considerazioni legate alla natura stessa del sito: lintenzione quella di conservarne la memoria, non tanto per il suo valore storico-architettonico, ma perch nel caso specifico della Caserma pi che di memoria opportuno parlare di scoperta, essendo, per propria natura militare, un luogo da sempre estraneo alla comunit e al suo contesto, chiuso e oscurato dal limite fisico del muro di cinta. La caserma inoltre si compone di edifici essenzialmente funzionali, di matrice industriale, la cui versatilit si legge nella semplicit e serialit morfologica, rendendoli organismi dinamici in grado di accogliere trasformazioni e cambi di funzione. Il riuso si muove in parallelo ai concetti di risignificazione e riciclaggio, dividendosi in modo egualmente efficace fra presupposti teorici e pratici. Esso costituisce una valida alternativa alla pratica della demolizione, nel caso in cui questa non sia specificatamente necessaria, e alle implicazione economiche e ambientali (smaltimento dei rifiuti, impiego dei trasporti e fondi economici, ecc.) che la accompagnano. Alla pratica del riuso si affianca nel progetto quella di completamento e ampliamento, arricchendo il vecchio sistema di edifici con nuove costruzioni che dialoghino discretamente con la preesistenza stabilendo un rapporto di reciproca complementariet. Il progetto di riqualificazione si basa su pi ampie considerazioni a livello urbano, che prevedono lintegrazione dellarea ad un sistema di attraversamento pedonale e ciclabile che colleghi da nord a sud le principali risorse verdi del quartiere passando per alcuni dei principali poli attrattori dellarea, quali la Stazione Centrale, il Dopolavoro Ferroviario adibito a verde attrezzato, il nuovo Tecno Polo che sorger grazie al progetto di riqualificazione previsto per lex Manifattura Tabacchi di Pier Luigi Nervi e il nuovo polo terziario che sorger dalla dismissione delle ex Officine Cevolani. In particolare sono previsti due sistemi di collegamento, uno ciclo-pedonale permesso dalla nuova pista ciclabile, prevista dal nuovo Piano Strutturale lungo il sedime della vecchia ferrovia che correr da nord a sud collegando il Parco della Montagnola e in generale il centro storico al Parco Nord, situato oltre il limite viario della tangenziale. Parallelamente alla pista ciclabile, si svilupper allinterno del tessuto un ampio viale pedonale che, dal Dopolavoro Ferroviario (parco attrezzato con impianti sportivi) collegher la grande area verde che sorger dove ora giacciono i resti delle ex Industrie Casaralta, adiacenti alla Caserma Sani, gi oggetto di bonifica e in via di dismissione, incontrando lungo il suo percorso differenti realt e funzioni: complessi residenziali, terziari, il polo culturale e le aree verdi. Allinterno dellarea della Caserma sar integrato agli edifici, nuovi e preesistenti, un sistema di piazze pavimentate e percorsi di attraversamento che lo riuniscono al tessuto circostante e favoriscono il collegamento da nord a sud e da est a ovest di zone della citt finora poco coinvolte dal traffico pedonale, in particolare il caso del Fiera District separato dal traffico veloce di Via Stalingrado rispetto alla zona residenziale della Bolognina. Il progetto lascia ampio spazio alle aree verdi, le quali costituiscono pi del 50 % della superficie di comparto, garantendo una preziosa risorsa ambientale per il quartiere. Lintervento assicura linserimento di una molteplicit di funzioni e servizi: residenze unifamiliari e uno studentato, uffici e commercio, una biblioteca, un auditorium e un polo museale.
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The subject of the present research is related to the field of computer technology applied to support intellectual activities such as text translation, screenwriting and content organization of popular and education courses, especially concerning museum visits. The research has started with the deep analysis of the cognitive process which characterizes a screenwriter while working. This choice has been made because a screenplay is not only an aid to the realization of a show but, more in general, it can be considered as the planning of an education, popular and formative intellectual activity. After this analysis, the research has focused on the specific area of the planning, description and introduction of topics related to the history of science, and in particular, of computer science. To focus on this area it has been fundamental to analyse subjects concerning the didactics of museum visits organization. The aim was to find out the guide lines that a teacher should follow when planning the visit of a museum (virtual museum of the history of computer science). The consequent designing and realisation of an automatic support system for the description and the production of a formative, education and popular multimedia product (for the history of computer science), has been possible thanks to the results achieved through this research. The system obtained is provided by the following features: management of multimedia slides (such as texts, video, audio or images) which can be classified on the bases of the topic and of the profile of the user; automatic creation of a sequence of multimedia slides which introduce the topic; management of the interaction with the user to check and give validity to the product. The most innovative aspect of the present research is represented by the fact that the product is realised on the bases of the profile of the user.
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Lanalisi condotta sulle condizioni geo-morfologiche dellintera regione abruzzese e in particolare della citt de LAquila ha evidenziato limportanza del contesto paesaggistico territoriale che non pu che essere assunto come riferimento progettuale per rinnovare il rapporto tra uomo e natura, soprattutto in una realt come quella aquilana dove sono il paesaggio naturale e la struttura morfologica che permangono come fattori costanti nel tempo, nonostante le trasformazioni attuate dalla societ o dagli eventi sismici che da sempre caratterizzano la storia della citt e che rappresentano quindi due elementi in grado di restituire lidentit stessa della popolazione. Questa caratteristica rappresenta il pretesto per un approfondimento sul paesaggio dal punto di vista percettivo: infatti luomo che nel corso dei secoli modifica fortemente il proprio territorio e la percezione che ha di esso. Lobiettivo di tale studio quello di riuscire a cogliere, in fase progettuale, lessenza del luogo, il carattere peculiare delle diverse suggestioni che i cittadini aquilani potranno riaffermare come parte della propria identit. Considerate tali premesse, il progetto propone il disegno di un nuovo parco urbano collocato entro le mura lungo lintera lunghezza dellarea oggetto di studio; lobiettivo quello di collegare i poli verdi preesistenti del Parco del Castello e del Parco del Sole e contemporaneamente di ridefinire il lacerato rapporto tra centro storico e prima periferia eleggendo il verde ad elemento capace di una relazione attiva con il contesto urbano, con la possibilit di contribuire alla coesione sociale, alla sensibilizzazione ai temi ambientali e al miglioramento dellofferta dei luoghi di ritrovo. Il nuovo parco ospiter architetture legate alla musica e al teatro, temi da sempre di notevole importanza per la citt, come testimoniano le numerose strutture che prima dellevento tellurico arricchivano il patrimonio culturale della citt. Per evitare che funzioni di cos notevole importanza per la citt corrano il rischio di essere progressivamente relegate verso la periferia ed i centri minori, il progetto propone di integrare allinterno del nuovo parco una serie di attivit quali laboratori teatrali e foresterie per attori, centro ricreativo, biblioteca e sala espositiva, conservatorio, attivit commerciali e residenze, disposti secondo una successione lineare da nord a sud. Tale intervento sar integrato dalla realizzazione di un complesso di residenze,costituito da tre corpi lineari disposti secondo il naturale declivio del terreno, lungo lasse est-ovest, in corrispondenza del prolungamento dei tracciati storici secondari. Si viene a creare, quindi una sorta di struttura a pettine, nella quale le aree verdi adibite ad orti e gli spazi costruiti si compenetrano definendo un vero e proprio filtro tra citt storica e quella suburbana. La disposizione dei diversi edifici e la presenza in ognuno di essi di uno spazio pubblico esterno, sono pensati in modo tale da creare una successione di spazi collettivi, suggerita in risposta allassenza di attrezzature pubbliche allinterno del quartiere preesistente. Il progetto prevede, infatti di dare maggiore spazio alle attivit pubbliche, investendo sulla realizzazione di luoghi e di spazi per lincontro e la collettivit, che rappresentano un necessit primaria per ogni citt ed in particolare per LAquila post sisma. Contestualmente al parco che costituisce una sorta di asse verde sviluppato in direzione nord-sud, il progetto si estende anche in direzione perpendicolare, lungo la direttrice est-ovest, attraverso la riqualificazione dellasse storico di via San Bernardino, cercando di restituire ad esso ed alla monumentale scalinata omonima la valenza storica progressivamente perduta nel corso degli anni. Pertanto, il progetto prevede la ridefinizione di entrambi i lati della scalinata oggi abbandonati al verde incolto ed in particolare la realizzazione, lungo il lato orientale, di un nuovo polo culturale, costituito da una biblioteca ed una sala espositiva. Il nuovo edificio, assume un ruolo cardine allinterno del progetto, rappresentando uno dei punti di collegamento tra citt storica e verde pubblico. Il complesso nasce dallincontro di cinque elementi lineari disposti in modo tale da assecondare il naturale dislivello del terreno e da consentire la realizzazione di due ampi spazi pubblici: uno verde, pensato come prolungamento del parco, sul quale si affaccia lampia sala di lettura della biblioteca ed uno pavimentato, ai piedi della scalinata, delimitato da un portico a doppia altezza. Il nuovo edificio, consente inoltre di creare un belvedere dal parco verso la citt storica, evocando una suggestione cara agli abitanti della citt.
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To understand a city and its urban structure it is necessary to study its history. This is feasible through GIS (Geographical Information Systems) and its by-products on the web. Starting from a cartographic view they allow an initial understanding of, and a comparison between, present and past data together with an easy and intuitive access to database information. The research done led to the creation of a GIS for the city of Bologna. It is based on varied data such as historical map, vector and alphanumeric historical data, etc.. After providing information about GIS we thought of spreading and sharing the collected data on the Web after studying two solutions available on the market: Web Mapping and WebGIS. In this study we discuss the stages, beginning with the development of Historical GIS of Bologna, which led to the making of a WebGIS Open Source (MapServer and Chameleon) and the Web Mapping services (Google Earth, Google Maps and OpenLayers).
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Fin dai primi approcci alla citt dell'Aquila, quando ancora non la conoscevamo e attraverso libri e articoli in rete cercavamo di capire la sua storia e la sua identit, abbiamo riconosciuto chiaramente quanto fosse importante la sua universit. Le testimonianze precedenti il sisma parlavano di una citt universitaria con quasi 30000 iscritti in continua crescita, viva e attiva, una citt giovane; quelle posteriori il 6 aprile 2009 invece erano le richieste di aiuto da parte di docenti e fuorisede che si rifiutavano di abbandonare quello che per loro era diventato un importante punto di riferimento per la loro vita e la loro formazione. Forse anche perch noi stesse studentesse, abbiamo fin da subito sentito il dovere di occuparci di questo angoscioso problema, da un lato per essere solidali verso i nostri sfortunati colleghi, dall'altro per non permettere un ulteriore abbandono dell'ateneo aquilano da parte di altri studenti. Lo slogan apparso sui cartelloni di alcuni studenti aquilani durante una manifestazione fatta per sensibilizzare la popolazione sulla loro situazione palesa il loro attaccamento alla citt e la loro volont di continuare a farne parte e partecipare alla sua ricostruzione: "Noi siamo il cuore de L'Aquila". LUniversit dellAquila vuole tornare nel centro storico. A confermare questa volont, pi volte espressa, c lacquisizione della vecchia struttura dellospedale San Salvatore nei pressi della Fontana Luminosa, dove verr realizzato il nuovo polo umanistico. La nuova sede di Lettere e filosofia, situata nella parte pi nuova dellex complesso ospedaliero sar aperta per il prossimo anno accademico e nell'ultima porzione di struttura acquistata si insedier anche la facolt di Scienze della formazione. LUniversit deve tornare nel centro storico - ha affermato il rettore Ferdinando di Orio nella conferenza stampa di presentazione delliniziativa - perch deve tornare a rappresentare ci che LAquila , ovvero una citt universitaria. Da qui un percorso di studio che partendo dalla storia della citt e della sua universit ci ha portato fino alla scelta dell'area, secondo noi la pi adatta ad ospitare servizi per gli studenti universitari e permettere un tempestivo approccio al problema. Un'area che si rivelata piena di potenzialit e per noi possibile punto di riferimento per la rinascita del centro storico aquilano. Dagli studi preliminari svolti infatti emerso che l'area di progetto attualmente poco sfruttata bench la sua posizione sia assolutamente favorevole. Importante per esempio la vicinanza alla stazione ferroviaria, usata da studenti fuori sede soprattutto della conca aquilana, professori e ospiti che devono raggiungere la citt. Il piazzale della stazione ferroviaria, assieme alla via XX Settembre sono poi importanti fermate del servizio urbano ed extraurbano pubblico che collegano l'area con l'universit, l'ospedale, e l'autostazione di Collemaggio. Altrettanto rilevante parsa la prossimit dell'area al centro storico ed il fatto che si presenti agibile nella quasi sua totalit il che permette di poter pensare ad un intervento di ricostruzione tempestivo. Oltre alle mura storiche, la zona di progetto si trova nelle immediate vicinanze di altre due importanti emergenze: la Fontana delle 99 cannelle, uno dei pi importanti e pi significativi monumenti dellAquila e l'edificio dell'ex-mattatoio, struttura di archeologia industriale nella quale il Comune ha scelto di localizzare temporaneamente il Museo Nazionale d'Abruzzo. Attraverso la realizzazione di questo importante spazio espositivo insieme con il restauro della Fontana delle novantanove Cannelle e della Porta Rivera a cura del FAI, sar possibile ripristinare un polo di attrazione culturale e monumentale. Loperazione assume inoltre un valore simbolico, poich viene effettuato in un luogo di primaria importanza, legato allorigine stessa della citt, che far da battistrada per la riappropriazione del centro storico. Noi ci affianchiamo quindi a questo importante intervento e alle ultime direttive segnalate dal Comune e dall'Ateneo che dimostrano la loro volont di riappropriarsi del centro storico, localizzando nell'area i servizi che dopo il sisma risultano necessari affinch gli studenti possano continuare i loro studi nella citt e andando a potenziare il sistema museale gi presente per creare un importante polo didattico e culturale.
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Oggetto di lavoro della tesi un complesso programma di valorizzazione dellarea urbana in sponda nord del Canale Candiano nella citt di Ravenna compresa tra le vie Eustacchio Manfredi, Montecatini, delle Industrie e Salona oggi area a destinazione industriale in forte trasformazione. Lo scopo generale del programma favorire e migliorare la conoscenza e quindi la fruizione del patrimonio marino adriatico e arricchire il contesto urbano esistente allinterno del Programma di Riqualificazione Urbana promosso dal Comune. Per riuscire in questo obiettivo servir una riprogettazione degli spazi caratteristici in relazione alle potenzialit degli accessi al complesso, uniti con la presenza dei flussi viari che lo attraversano. La forte presenza del Parco del Mausoleo di Teodorico, larea in testata alla Darsena dove si trova larea retrostante la Stazione ferroviaria e il potenziamento del dialogo tra il Candiano con la citt antica sono gli esempi di maggior interesse che si trovano nellimmediata vicinanza con larea di progetto. In contemporaneo a questi elementi il programma dovr ripensare lintera organizzazione degli accessi in relazione al programma di utilizzo del Canale Candiano come spazio pubblico della citt. Ci si pone come obiettivo quello di progettare unarea di forte valenza culturale, che si rapporti e reinterpreti la storicit posseduta dalla citt di Ravenna creando non un semplice intervento di Architettura museale, ma bens un nuovo spazio urbano che non si limiti a se stesso e alle sue funzioni ma che dialoghi liberamente con tutta la citt e i sui abitanti. La Darsena della citt di Ravenna, come visto, reduce da molteplici piani urbanistici che si sono sviluppati dagli anni cinquanta fino ad oggi. Questo percorso di pianificazione per ha portato ad un ordinato e consapevole intervento urbanistico, sia dal punto di vista qualitativo che tipologico. Il rispetto della cadenza decennale con cui si sono rinnovati i piani regolatori generali, le tematiche e le innovazioni che il Piano sempre riuscito ad anticipare hanno prodotto il buon risultato che oggi troviamo nella Darsena.
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Il Medio Oriente una regione in cui le scarse risorse idriche giocano un ruolo fondamentale nei rapporti e nelle relazioni tra gli Stati. Soprattutto nell'area di Israele, Palestina e Giordania la natura transfrontaliera delle fonti idriche condivise considerata da qualche ricercatore come un catalizzatore del pi ampio conflitto arabo-israeliano. Altri studiosi, tuttavia, vedono nella cooperazione regionale sulle risorse idriche un potenziale cammino verso una pace duratura veicolata dalla natura interdipendente delle fonti idriche comuni a pi territori. Dato che l'acqua l'elemento che per molti aspetti contribuisce allo sviluppo sociale ed economico e dato che le fonti idriche sotterranee e di superficie non conoscono confini e si muovono liberamente nel territorio, la cooperazione tra gli Stati rivieraschi delle risorse idriche dovrebbe arrivare a prevalere sul conflitto. Unica nel suo genere, l'ong trilaterale israelo-palestinese giordana Friends of the Earth Middle East, FoEME, ha fatto proprio tale auspicio e dal 1994 punta a sviluppare progetti di cooperazione per la salvaguardia del patrimonio naturale dell'area del bacino del fiume Giordano e del Mar Morto. Attraverso l'esperienza del Progetto Good Water Neighbors, GWN, avviato nel 2002, sta lavorando ad una serie di iniziative nel campo dell'environmental awareness e del social empowerment a favore di comunit israeliane, palestinesi e giordane transfrontaliere che condividono risorse idriche sotterranee o di superficie. Operando inizialmente a livello locale per identificare i problemi idrico-ambientali di ogni comunit selezionata e lavorare con i cittadini (ragazzi, famiglie e amministratori municipali) per migliorare la conoscenza idrica locale attraverso attivit di educazione ambientale, di water awareness e piani di sviluppo urbano eco-compatibile, il Progetto GWN ha facilitato a livello transfrontaliero i rapporti tra le comunit confinanti abbattendo la barriera di sfiducia e sospetto che normalmente impedisce relazioni pacifiche, ha coadiuvato l'analisi dei problemi idrici comuni cercando di risolverli attraverso uno sforzo programmatico condiviso e sostenibile, per giungere infine a livello regionale ad incoraggiare la gestione idrica comune attraverso lo scambio di informazioni, il dialogo e lo sforzo/impegno cooperativo congiunto tra gli attori parte del GWN al fine di incentivare la pace attraverso l'interesse comune della tutela delle fonti idriche condivise. Gli approcci di local development e participation, le azioni di confidence building e il peacebuilding attraverso la tutela ambientale applicati con il metodo di bottom up all'interno di un contesto non pacificato come quello del conflitto arabo-israeliano, fanno del Progetto GWN un esperimento innovativo e originale. Le comunit israeliane, palestinesi e giordane selezionate hanno imparato a migliorare le proprie condizioni idrico-ambiennali cooperando assieme e sfruttando l'interdipendenza dalle fonti idriche condivise, avviando nel contempo rapporti pacifici con societ sempre considerate nemiche. La sfida stata quella di far comprendere le potenzialit di una cooperazione locale, in vista di un coordinamento regionale e di uno sforzo comune in grado di generare un beneficio collettivo. La lezione appresa finora durante questi primi sette anni di Progetto stata quella di capire che non necessario attendere la fine del conflitto per poter essere di aiuto alle proprie comunit o per un benessere personale, ma si pu agire subito, anche nel pieno dell'Intifada al-Aqsa e con i coprifuoco.